Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 02/05/2014, 15:18

"L'Amor che move la Luna e l'altre stelle" [quasi cit.]

Sogno fatto 02/05/2014

Un lucido molto breve ma non posso non segnarlo visto che ho potuto finalmente fare una task che volevo realizzare da un sacco.

Nottata piena di adrenalina per quanto concerne i sogni non lucidi. Il primo normale che ricordo era ambientato in un gigantesco palazzo bianco, forse una sede di uffici.
Sono un ostaggio come molte delle altre persone nel palazzo. Tentiamo di fuggire dall'edificio ma chi ci ha intrappolati continua a prevedere ogni nostra mossa. Vicoli ciechi, porte chiuse, gruppi di uomini armati ci sbarrano continuamente la strada. Scendo una rampa di scale e arrivo in una stanza sotterranea con le pareti bianche. Lì si sono nascosti con me anche gli ultimi superstiti. Le luci vanno via. Cerchiamo di ripristinarle con i contatori ausiliari ma non c'è niente da fare, chi ci ha bloccato qui è un esperto di elettronica ed informatica sicuramente. C'è un telefono nella stanza lo prendo e cerco di contattare qualcuno. Mi rispondono quelli del Pentagono. Prima che io possa dire qualcosa una voce irrompe nella chiamate ridendo: è il nostro "rapitore".
Mi affaccio lungo la rampa di scale per vedere se arriva qualcuno. Ci raggiunge Claire (un'altra protagonista di TheFollowing), e poco dopo sento i passi di un orda di persone che si stanno gettando per le scale. Ci mettiamo in un angolo, cercando di difenderci, quando arrivano sono troppi. Da qui non ricordo più nulla.

Sono in macchina con i miei e sto guidando io. Mio padre vuole vedere come me la cavo. Riesco a destreggiarmi abbastanza bene e percorro un buon tratto di strada (nella mia città e ricordo ogni minima manovra fatta e via percorsa nel sogno). Ad un certo punto mentre sono su un ponte succede qualcosa.
Conosco questa sensazione, è un mondo che cede, che sta per dissolversi: la fine di un sogno.
"La guida finisce qui papà"
"Perché?"
"Il sogno si sta dissolvendo" dico mentre tutto diventa nero.
"Ma non dovresti pensarlo, sì fermo e deciso nel credere che non è così. E non succederà" dice mio padre.
Ha ragione maledizione. Mi sforzo, anche se non vedo nulla. Mi concentro sulle mani che afferrano il volante e sul piede che preme l'acceleratore. D'un tratto sento di nuovo il volante tra le mie mani, ho quasi l'impressione di vederlo. Poi di nuovo tutto nero.
Apro gli occhi e sono su uno sgabello. L'arredamento è quello della casa di mia zia, ma dalla foresta che vedo fuori dalla finestra dubito fortemente di essere nel suo vero appartamento. E poi quando mai mi metto a dormire seduto sugli sgabelli? Sto lucidando,è sicuro.
Mi alzo e quasi sbatto la testa perché il soffitto bianco è bassissimo. Lo sento con le punte dei capelli. Vedo mio cugino N e prima di salutarlo mi chiedo cosa potrei voler fare. Come al solito fatico a ricordare le task. Poi guardo fuori dalla finestra. Sopra la foresta c'è un cielo molto suggestivo. È piena notte e la luna splende in mezzo ad un piccolo buco lasciato dalle nuvole.
Vorrei uscire fuori, ma ho un pessimo presentimento. Quando passo dal chiuso all'aperto ed è notte, non succede mai niente di buono.
Eppure mi piacerebbe, anche perché la stanza è molto piccola, penso guardandomi intorno e vedendo la moglie di N che dà da mangiare al figlio le lenticchie con un cucchiaino.
Torno ad osservare la finestra e mi ricordo che mi sarebbe piaciuto giocare con il cielo notturno. Forse non posso uscire, ma posso comunque manipolarlo restando dentro la casa.
Alzo le mani tenendo le dita verso la luna e i palmi paralleli alla finestra. Allargo quindi le mani, come a scacciare le nuvole intorno alla luna.
Le nuvola sembrano risentire di un fortissimo vento e si diradano con un effetto spettacolare. Lo faccio più e più volte finché il cielo non è limpido. Da dietro la luna si mostrano 5-6 raggi luminosi che vanno in tutte le direzioni. Sono estremamente surreali, sembrano quei coni luminosi da palcoscenico o usati spesso nelle raffigurazioni religiose. Poco dopo i raggi si affievoliscono e adesso intorno alla luna è pieno di stelle. Tengo la mani sinistra parallela alla finestra, con il palmo verso di me e coprendo la luna. Agito le dita come se avessi delle marionette legate e le stelle sulla destra si muovono a risposta. Sembra proprio che io le stia muovendo con dei fili. Uso anche l'indice destro per spostare dei cumuli di stelle e la Luna stessa a mio piacimento, ma lasciandole comunque in zone dove sono visibili. Poi stufo di restare in casa vado alla porta e la apro. Ma appena abbasso la maniglia...


... mi ritrovo nel letto ad occhi aperti senza più riuscire ad addormentarmi (avevo anche dormito 11 ore c'è da dire..).
Ultima modifica di KaitoH2 il 02/05/2014, 20:45, modificato 1 volta in totale.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


Legenda Diario dei Sogni Lucidi:
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- Pre-lucido, quando sto acquisendo lucidità ma la consapevolezza non è ancora sufficiente
- Sogno Lucido, quando ho consapevolezza del sogno ed eventualmente padronanza di esso
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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda ErikBauer » 02/05/2014, 15:41

Manipolazione stellare... UAHO... I cieli stellati sono una delle cose che più mi piacciono, sia nella realtà che nei sogni, la tua task mi ha letteralmente affascinato : Love :
I sogni sono il sussurro di un bambino che non ha ancora imparato a mentire.

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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda dixit » 02/05/2014, 20:34

Wooowww che bello! : Yahooo :
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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda Filippo » 04/05/2014, 19:27

Oltre al lucido del mese mi congratulo anche per l'ultimo che hai fatto Kaito, "L'Amor che move la Luna e l'altre stelle". Se ci fosse il premio per i paesaggi più spettacolari vinceresti anche quello! : King : . Esprimo una nota di considerazione anche per la votazione per il mese di maggio!
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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 14/05/2014, 20:02

Una festa onirica e il mio strano destino

Sogno fatto il 13/05/2014

Volevo scrivere questo sogno appena lo avevo fatto ma ieri sono stato maledettamente impegnato. Fortunatamente mi ero appuntato subito i punti salienti per evitare di scordarmi qualche frammento o modificare involontariamente il ricordo...

Sono le 21:30, decisamente presto. Decido di andare comunque a dormire, voglio riuscire a svegliarmi l'indomani all'orario tipico per andare a scuola e non essere uno zombie come ogni mattina. Mi infilo nel letto e vado a dormire...

È presumibilmente mezzogiorno e sono vicino ad una casa in costruzione. Le pareti ed alcuni mobili ci sono già perché l'edificio è completo solo per metà. Più che in costruzione sembra che metà edificio se lo sia portato via un tornado ma prendendo bene le misure e con i dovuti accorgimenti.
Sulla sinistra ci sono due grossi tubi grigi arrugginiti disposti orizzontalmente e sono uno sull'altro. Il tubo più in alto sta perdendo acqua. Nella semi-casa c'è un uomo piuttosto grasso con la canottiera bianca, i capelli neri sfoltiti da un'accentuata calvizia, ed al suo fianco la moglie, con i capelli castani raccolti ed un vestito blu a fiori.
L'uomo mi chiede se posso riparargli la tubatura. Gli dico che ci proverò subito. Non so bene come, ma faccio sparire la parte di tubo rotta e la sostituisco con un altra che trovo lì vicino ai miei piedi. Soddisfatto del mio lavoro mi volto. A quel punto però il tubo appena riparato si fora di nuovo e riprendere a fuoriuscire acqua.
Cerco quindi una soluzione e mentre rifletto vago per la casa con una penna in mano. Dopo un po' penso che potrei usare la penna come mini-tubo per sostituire il tubo rotto (che non ha alcun senso... boh).
Apro il tappo, smonto la penna, tolgo le molle, la rimonto in vari modi, con la molla come tappo, con il tappo dietro, senza inchiostro ma non sono mai soddisfatto. Mentre osservo da vicino la penna per ricavarne il tubo ideale mi sveglio.

Sono ancora un po' rimbambito dal sogno che ho appena fatto e mi metto subito a dormire di nuovo.

Mi ritrovo ad un certo punto in un altro sogno, questa volta ambientato di notte. Sono con i miei genitori e siamo in prossimità di un ponte stradale. Sulla destra, poco prima che inizi il ponte, c'è una discesa d'erba che scende per una decina di metri fino ad incontrare i muri che circondano una serie di palazzi (credo fossero tutti uffici).
Sulla discesa scorgo una sagoma. C'è qualcuno con uno strano vestito, ma riesco a vedergli solo le gambe. La figura è seduta sulla collina e ha un telo azzurro bucato e strappato che la copre dal bacino fino alla testa. Mi avvicino e vedo che vicino all'individuo c'è un fucile di precisione poggiato a terra. Mi avvicino ancora di più e mio padre mi segue. La figura si toglie finalmente il telo di dosso e ci parla, ha una voce femminile:
"Non agire così" mi dice.
Cerco di capire cosa mi ha appena detto la ragazza, che per altro è vestita con la tuta mimetica di Master Chief (personaggio di Halo).
Prendo il fucile e provo a sparare per vedere se è vero. Effettivamente spara.
La ragazza si alza, prende il telo e si allontana nel buio dandomi le spalle. Mentre lei svanisce nella notte sento i miei familiari avvicinarsi dietro di me e tutto diventa nero.

Mi sveglio di nuovo, più cosciente rispetto al risveglio precedente. Voglio rivedere quella ragazza, così misteriosa. Vado immediatamente di DEILD: immagino di star ancora camminando con i miei genitori e di aver solo chiuso gli occhi, non di essermi svegliato davvero.

Vedo una bambina con uno zucchero filato alla mia destra. Mia sorella mi parla, ma non capisco cosa dice. Intanto cerco di guardarmi intorno: è ancora notte ma adesso siamo in luogo pieno di persone di ogni età, molto più allegro che non il precedente. Sono però dei flash più che una visione continua. Sento che il sogno di sta formando e non voglio che la cosa fallisca o che io vi entri incoscientemente. Continuo a ripetermi "Stai sognando.. non scordartelo, stai sognando. Eri nel letto 10 secondi fa, non farti fregare, stai sognando".
La visione si stabilizza, finalmente cammino insieme ai miei genitori in mezzo alla gente che festeggia non so bene cosa. Passiamo vicino ad un ristorante all'aperto e ci sono dei tavoli con dei gelati enormi. Vorrei gustarne un po' ma persino in sogno mi sento scortese. A tutta risposta un vecchio barbone che suona per il locale (e sembrava lo avessero accettato per pietà) si avvicina ad una coppa di gelato alla fragola, molto cremoso, e ne prende una manata intera per poi mangiarla con gusto.
Non so cosa mi ha spinto a pensare che fosse un barbone, perché di fatto ha solo l'aspetto trasandato, ma i suoi vestiti sono di tutt'altro livello: smoking e cappello a cilindro.. bha!
Qualcosa mi passa per la mente, è come il sogno che mi spiega la trama che sto vivendo: il vecchio non ha soldi, quindi suona per questo locale e viene ripagato con delle scodellate di gelato ed altro cibo.
Vado avanti e rischio di sbattere contro un carrello che trasporta torte.
"Goloso questo sogno"
Inspiegabilmente entro in una stanza, seppur fin ora mi era sembrato di essere all'aperto e non dentro un edificio. Come mi giro però l'ambiente si è adeguato e il ristorante è ora al chiuso dentro una stanza. C'è gente che balla, un bar dove vendono cocktails e un DJ che suona la musica. Credo di aver sentito "We Like to Party" di Showtek.
Mi infilo tra i corridoi dalle pareti bianche e finisco in un vicolo cieco dove c'è una porta nera. Sto per aprirla, poi ho un pessimo presentimento.
Mi giro verso mia sorella e dico: "Ma cazzo esco a fare? È qui la festa o no?! WOOO!!"
Gasatissimo mi giro verso mia madre che di colpo perde 40 anni e diventa una bambina. Curioso della trasformazione le chiedo dov'è mio padre: vorrei tanto vederlo da bambino (comunque l'aspetto di mia madre durante l'infanzia era ben diverso da come era stato fatto nel sogno). Mi guardo intorno e non lo trovo. Chiedo in giro dov'è mio padre, ma nessuno mi risponde. La mia domanda così frequente scatena un inaspettata reazione del DJ.
Inizia infatti una canzone, dal bel ritmo devo dire, era decisamente ballabile, che come ritornello fa "Oh c'mon Daddyyy, where did you go? O-oo-o!".
Non riconosco la canzone che sembra inventata dal mio inconscio, però mi piace e inizio a cantarla e a ballare.
Penso di lasciar perdere la mia ricerca e divertirmi. Ballo molto a caso con della gente che non conosco, forse sorseggio un drink (ma di questo particolare non sono affatto sicuro). Ad un certo punto una ragazza inizia a strusciarmisi addosso. Dopo qualche secondo la riconosco: è la figlia di E, ha forse 3 anni più di me.
Il nostro ballo sfrenato sfocia rapidamente in un altrettanto passionale rapporto sessuale. Mentre la lei su tiene a me e io la premo contro il muro ho un flash improvviso. Mi giro dietro di me, mi guardo di nuovo davanti e adesso non c'è più la ragazza abbracciata a me ma il mio amico H. Grazie a Dio siamo entrambi vestiti ed entrambi schifati. Lo spingo via ridendo e anche lui ride. Però intanto mi spinge di nuovo. Io lo spingo, lui mi spinge. Mi da dei pugni, li schivo e li paro a raffica: l'allenamento con S è servito a qualcosa hahaha!
Ad un certo punto mi allontano e vado nella stanza adiacente. Vedo che H è vicino a Z e gli sta parlando. C'è un casino assurdo per la musica ma so cosa si stanno dicendo, lo intuisco: H sta chiedendo a Z di aiutarlo a fare un rasengan da lanciarmi addosso.
(Eppure non seguo Naruto da un sacco di anni.. si vede che quando ero piccolo l'idea mi aveva colpito molto se ricorre così spesso!).
Non posso stare con le mani in mano. Vedo sul divano un tizio che dorme e i suoi figlioletti che giocano li vicino. Vado dal maschietto, che avrà avuto 3 anni.
"Bimbo, caricami un rasengan"
"Ok"
Il bambino agita le mani molto a caso sopra il mio palmo: nessuna sfera azzurra si forma ma un vorticoso muoversi di aria, come se il rasengan fosse trasparente.
Sento che non è potente ma mi accontento. Vedo H avvicinarsi tranquillo, io mi scaglio su di lui e lo colpisco allo stomaco.
"Te l'ho fatta!"
"Quasi" risponde lui ghignando.
A sorpresa mentre subisce l'attacco riesce a colpirmi con il suo rasengan (anch'esso trasparente) al collo. Entrambi veniamo scagliati a terra.
Mi avvicino ad H e gli dico di non fare tutto questo baccano mentre cade che il signore sul divano sta dormendo.
"Ma come cazz... se tu sei andato pure a parlare con il figlio" mi dice lui.
"Dai lasciamo stare" rispondo io ridendo.
Che faccio ora? Che task avevo? Boh.
Voglio fare qualcosa, così mi butto a caso sulla prima idea.
"H. vorrei chiederti una cosa"
"Hm..."
"Quale sarà il mio futuro?"
Appena lo chiedo la mia visuale sballa completamente. Di colpo è come se stessi osservando con dei Google Glasses una schermata in cui c'è una videochiamata con 6 persone (due file orizzontali fatte da 3 quadrati l'una).
Ci sono varie persone, una sembra un vichingo moderno: ha la barba rossa folta e un mascellone imponente.
Tra gli altri c'erano H e poi boh... credo di aver visto Crilin di dragon ball.
I sei personaggi parlottano tra di loro, sembra si stiano mettendo d'accordo su qualcosa. Poi il vichingo esordisce:
"Sarai un malacattore"
"Malaca-che?" rispondo io decisamente confuso.
Gli altri intanto annuisco contenti che si sia trovata la definizione giusta.
"Forse voleva dire malfattore.." dico io, anche se sicuramente non avrei voluto fosse stata quella la previsione del mio futuro.
"No no, un malacattore" rispondono loro in coro.
Mentre mi chiedo che diavolo significhi, ipotizzando cose assurde tipo "cattatore di malfattori, insomma colui che scopre e cattura i malfattori (che già sarebbe stato meglio)", la visione sfuma e mi sveglio.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda Citrato » 15/05/2014, 17:09

Un altro dei tuoi magnifici sogni lucidi Kaito : CoolGun : .

Dal momento che hai chiesto al tuo PO quale sarà il tuo futuro, sarei lieto se riportassi questa parte del tuo SL nel mio post:

viewtopic.php?f=23&t=7113

Ciao!
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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 18/05/2014, 12:37

Uragani

Sogno fatto il 17/05/2014

Ieri pomeriggio, verso le 5 mi metto a dormire. La sera ci sarebbe stata una festa e avevo quindi bisogno di mettere da parte un po' di energie.
Ho dormito così poco meno di 3 ore e ho avuto anche la fortuna di fare un, piccolo, sogno lucido.

Sono in una suit d'albergo dalle pareti bianche. I miei genitori e mia sorella sono usciti e tra non molto torneranno.
Passeggio per i corridoi e le stanze, c'è una vetrata in camera da letto attraverso la quale però non si vede nulla. Esco fuori dall'appartamento e mi ritrovo direttamente in strada in un vicolo all'ombra. C'è della gente, tra cui ricordo un ragazzo seduto sullo scooter e la sua fidanzata, poi un'altra coppietta ma di quarantenni. Lui alto, calvo, con gli occhi verdi ed i lineamenti del viso ben segnati (sembrava molto il mio ex-insegnante di nuoto); lei bionda con un vestito da sposa apparentemente ed una corona d'ulivo in testa.
I due entrano in un'appartamento vicino al mio. Decido di tornare anche io nell'albergo, ma mi accorgo che la porta è ancora semi-aperta.
"Possibile che io non abbia chiuso la porta?" penso dubbioso.
Entro dentro e vedo che ci sono un uomo ed una donna con il loro bambino. Dico subito loro che hanno sbagliato camera, che qui ci sono io con la mia famiglia. Quelli si scusano subito e rifanno le valige che avevano appena disfatto. Mentre sono in stanza arriva il resto della mia famiglia. Mi siedo vicino alla vetrata della camera da letto e questa volta si vede il panorama. Un'immensa città dai grattaceli bianchi, che si trovano però molto più in basso rispetto a noi. Sopra solo il cielo azzurro, senza una nuvola, senza niente.
"A che diavolo di altezza siamo?" mi chiedo, "Aspetta, ma prima sono uscito ed ero a piano terra... c'era la strada.."
Sento uno scricchiolio provenire dalla porta d'ingresso e subito ho un pessimo presentimento: qualcuno sta entrando e per farci del male.
Intanto l'incongruenza del sogno rispetto a quanto avevo visto fuori dalla vetrata si spiega nella mia mente. Capisco di essere in un sogno e vado deciso vicino alla porta, pronto a saccagnare di botte il tizio che è entrato di soppiatto. Percorro il corridoio e mi fermo poco prima dell'angolo che c'è sulla destra. Svoltando a destra c'è un piccolo corridoio che conduce alla porta principale. Mi avvicino cautamente senza sporgermi. Ad un certo punto la mia visuale passa in terza persona e vedo la scena dall'alto. Dietro l'angolo, a pochi metri ad me c'è un uomo con dei vestiti marroni da meccanico ed una grossa chiave inglese in mano. È appiattito contro il muro e sta aspettando che qualcuno si avvicini per colpirlo. È piuttosto grasso ed ha un terribile ghigno sul volto.
La visuale torna in prima persona, salto fuori allo scoperto e mi getto contro l'uomo. Lo prendo a cazzotti in faccia fino a farlo cadere a terra, mi butto su di lui e preso da un incontenibile ferocia lo colpisco ripetutamente con due dita all'occhio destro. Mi alzo e mi sento disgustato di fronte a quello che ho fatto: devo aver perso lucidità non posso aver massacrato un uomo spaccandogli un bulbo oculare e infierendo sulla ferita come una bestia. Mi giro verso la vetrata, la stanza non c'è più, è come se fossi tornato a quando questo palazzo era ancora in costruzione, ci sono travi di ferro gialle ovunque, sacchi di sabbia e piastrelle bianche. La vetrata è sparita, non c'è proprio la parete: stanza si interrompe bruscamente e dà sulla città. Non ci sono protezioni per non cadere, solo una trave gialla che sporge pericolosamente fuori dall'abitacolo. Sto per andare verso quell'apertura nell'edificio, ma poi torno sui miei passi. Vado dove c'è l'uomo che ho ucciso poco fa. Respiro profondamente e poi allungo una mano verso di lui. Una nebbiolina verde luccicante circonda il cadavere e al mio avvicinarmi la terribile ferita sul viso di ricompone. Mentre mi concentro, il tutto prende una piega strana. L'uomo si trasforma in un pupazzetto, sempre dalle sembianze umane, grande quanto la mia mano. Ma è vivo, si muove. Mi sorride e mi salta in spalla. Intanto per circa 2 o 3 secondi vedo un simbolo che mi oscura la vista. È una "e" in corsivo con due o tre accenti tutti rivolti nella stessa direzione. La scritta sparisce e vado verso il muro distrutto. Finalmente ricordo una mia task: provocare un tornado. Apro le braccia e salgo sulla trave gialla che sporge all'esterno. Incrocio quindi le braccia a scatto aspettandomi un turbine di vento davanti a me.
Ma la situazione degenera: in mezzo ai palazzi bianchi della città si creano una moltitudine immensa di uragani, ognuno dei quali ha una strana sfera di gas rosso al centro che pulsa. Il cielo si riempe di nubi quindi un tornado inizia a formarsi, molto più lentamente anche davanti a me. Prima che io possa sentire il vento sulla mia pelle, mi sveglio.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 05/06/2014, 20:35

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Conscio contro Inconscio... un incubo lucido
Sogno fatto il 05/06/2014

Torno da scuola, sono stanco e voglio dormire. Mi metto nel letto chiedendo mia sorella di svegliarmi dopo un'ora e venti, dopodiché mi addormento.
Passa un tempo per me indefinito e sento un telefono squillare.
È il mio amico M., gli rispondo e mi chiede se voglio andare a correre. Gli dico che non posso, stavo dormendo e vorrei tornarci. Oltre al fatto che poi devo anche studiare. Lui insiste dicendomi "Mens sana in corpore sano". Gli dico che sarà per un'altra volta, oggi non s'ha da fare.
Torno a dormire, un po' frustrato dall'aver interrotto il riposo. Sento un braccio ancora mezzo addormentato e mi da' fastidio. Dopo poco prendo sonno.

Sono nel cortile di casa mia, ma c'è una scala antincendio che normalmente non esiste e che percorre esternamente tutta una parete. Dopo una cinquantina di gradini la scala porta su una piattaforma che costeggia il muro a meno di due metri di distanza dal tetto.
Non ricordo bene l'inizio del sogno, ma ad un certo punto c'è qualcuno sopra la scala, in fondo alla "balconata" che mi chiama a gran voce e mi dice di raggiungerlo.
Non so chi sia, ha uno strano vestito bianco e marrone chiaro mentre i suoi capelli sono scuri e sembrano quasi tendere al blu. Salgo le scale correndo e mentre mi avvicino a quello, l'uomo/ragazzo (non sono in grado di dirlo) si arrampica sul tetto del palazzo. Penso subito che io non sono in grado di fare una cosa del genere. Vedo che però di fronte a me, in fondo alla balconata, c'è anche un altra parete di un altro palazzo alto all'incirca come il primo. Penso quindi che se corro lateralmente sul muro alla mia sinistra e poi salto dovrei riuscire ad arrampicarmi. Lo faccio e ci riesco. Con mia sorpresa, visto che io non sono in grado di fare una cosa del genere nella realtà e se l'ho fatto è stato al massimo in videogiochi come Mirror's Edge o Titanfall.

Non posso esserci riuscito così a caso, con tutta questa naturalezza. Sento che qualcosa non quadra, sento che ancora una volta questo non è il mondo reale. Finalmente divento lucido.
Intorno a me la figura di prima non c'è più. Preso dal parkour che mi ha ispirato il sogno inizio a saltellare per i tetti, che mi portano tra case ed appartamenti che non conosco per nulla. Insomma intorno alla mia casa non c'è decisamente la mia città.
Salto correndo a grande velocità sui tetti e mi diverto come un bambino. Mi arrampico, balzo e ricomincio senza un obbiettivo preciso finché arrivo su un tetto dal quale sporge un piccolo trampolino. Quando salto giù mi accorgo di essere estremamente in alto. Mi stanno per venire le vertigini e il primo istinto è quello di spiccare il volo. Poi no.
"Atterrerò e basta, chi se ne frega se sono in alto, sto sognando" penso.
Mi impatto contro il cemento della strada sotto di me e attutisco il colpo piegandomi sulle ginocchia. Sento come un onda d'urto partire dalle mie gambe ed espandersi intorno a me. Come a voler spazzare via quest'onda d'urto ancora più velocemente, spalanco con decisione le braccia. Mi alzo e sono contento di essere atterrato senza problemi.
Mi guardo intorno e vedo che sono in una strada in collina, e sono quasi in cima. Ci sono delle case, ma pare che ci siano solo nei pressi della strada mentre poi nulla.
Paradossalmente mi viene un'idea. Senza che io mi inizi a chiedere le task o me ne ricordi una, ne penso un'altra al momento. Giungo le mani come in preghiera intrecciando le dita e mi rivolgo verso la salita.
"Freddo... freddo..." sussurro e dietro di me il vento con un suono particolare mi risponde. Ma il clima resta quello. Non mi ostino nella mia preghiera, ho come l'idea che la mia richiesta è stata accolta. Devo solo aiutare la sua affermazione per non forzare il sogno.
Mi sfrego così le mani sulle braccia come quando si ha molto freddo. Cerco di pensare alla sensazione del gelo pungente ed istintivamente mi viene la pelle d'oca. Lì inizia la magia.
Dei fiocchi di neve cadono dal cielo e rapidamente coprono l'ambiente circostante. Tutto diventa bianco tranne tutta la vegetazione: i fiori, i frutti, le foglie diventano di un fucsia acceso e pulsano lentamente come se fossero illuminati.
Contento del successo cammino un po' in salita e vedo il paesaggio che lentamente si ricopre di neve in modo progressivo.
Arrivato in cima alla mia destra vedo che c'è uno strapiombo, visto che dietro una fila di alberi e rocce sembra non esserci nulla. Subito prima della fila di piante c'è un'altra roccia appuntita e rivolta verso destra che sembra indicare il vuoto e fare da trampolino. Subito accolgo l'idea di saltare. Prendo la ricorsa e mi lancio giù. Questa volta sono molto, molto, ma molto in alto. Il terreno è ancora erboso e senza un filo di neve.
La visione sgrana d'improvviso. Stringo a pugno la mano sinistra e riporto idealmente la nitidezza al sogno. L'effetto funziona e riesco ad atterrare senza che il sogno collassi.
Ora intorno a me non ci sono più case, ma solo un terreno collinoso (con colline molto piccole, un po' come un mare mosso ma di erba). Presso alcune depressioni del terreno ci sono dei muretti fatti con i sassi e dietro uno dei muretti c'è addirittura l'ingresso di una grotta. È un piccolo tunnel, ma non si vede nulla è tutto nero.
Mentre faccio alcuni passi, decido di stabilizzare il sogno per precauzione: "Sto sognando! Sto sognando!" dico a gran voce. Di solito mi svegliavo, ma stavolta forse per il tempismo, forse per la convinzione e la naturalezza, la visione si distorce (come quando al satellitare manca il segnale) e poi si stabilizza. Ma il delirio, inizia qui.
"Lo fanno sempre, eccone un'altro" dice una voce.
Sono due tizi che stanno passeggiando e mi passano dietro per poi proseguire sulla sinistra.
"A dire che stanno sognando intendi no?"
"Sì, tutti uguali"
"A te non dà fastidio che ci vogliano controllare? Ma dico chi si credono di essere?"
Mi sento colpito nel profondo. Mi incammino verso i due ma quelli spariscono dietro una collina.
Corro in avanti e intanto pian piano anche qui inizia a nevicare. Proseguo e ripenso alle parole di quei due P.O.
"Perdonami inconscio, non ho mai voluto essere invasivo!" dico, anche se vicino a me non c'è nessuno.
Poco dopo averlo detto supero una collina e scavalcato un muretto sono di nuovo vicino ad una grotta. Proprio dalle oscurità di quella cava proviene una voce.
È femminile, ma ciò che dice ed il tono con cui lo dice sono terribili: "Ammazzati, ammazzaci"
Troppo turbato decido di lasciar stare tutto. Spalanco le braccia, chiudo gli occhi ed il lucido finisce.


Faccio altri sogni, ma incompleti e dei quali non ricordo praticamente nulla. Rimango colpito nel profondo dal sogno precedente, e nei numeri risvegli che ho ci rifletto.
Inizialmente penso a ciò che è successo come un messaggio chiaro: devi lasciar un po' stare i lucidi. Poi però l'analisi diventa più complessa.
Nel sogno di fatto oltre a cambiare il meteo e far nevicare, non è che avessi fatto granché. Si fa strada nella mia menta un'altra idea.
Avevo letto non molto tempo fa il post di lorenzo riguardo l'idea di indurre un incubo per provare "forti sensazioni". Non mi era dispiaciuta l'idea.
Forse diventando lucido la mia parte inconscia ha attinto anche a questo concetto e ha fatto tendere il lucido ad un incubo. Ma non potevo certo spaventarmi, vedendo mostri o assassini visto che li avrei gestiti senza problemi. E così si è passati ad una delle cose che più mi spaventa: la lotta con sé stessi e l'odio per sé stessi. Un problema interiore è più pericoloso di uno esterno...

Mi rilasserò e mediterò un po', mi sembra la cosa migliore per mantenere la calma mentale.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


Legenda Diario dei Sogni Lucidi:
Spoiler:
- Pre-lucido, quando sto acquisendo lucidità ma la consapevolezza non è ancora sufficiente
- Sogno Lucido, quando ho consapevolezza del sogno ed eventualmente padronanza di esso
- Veglia, quando sono sveglio
- Indeterminazione, quando non sono certo di essere stato lucido o meno a causa dei miei ricordi compromessi (o anche quando non so se mi trovo in sogni o allucinazioni)
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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 13/06/2014, 11:37

L

Sogno fatto il 13/06/2014

Vado a letto piuttosto stanco per lo studio intensivo di questi giorni. Sono però 4 giorni che non dormo a casa mia quindi non vedo l'ora di buttarmi sul mio comodo letto.

Sono in una stanza grigia, molto ampia con M ed altre persone. Scendiamo delle scale ed entriamo in una palestra. Poco dopo sta per iniziare una partita di pallanuoto non tradizionale. La stanza è ancora piena di attrezzi ginnici quando fanno entrare le squadre, ed io sono in gruppo con M. Ora che ho risolto i problemi che avevo ai piedi mi sento sicuro ed invincibile, quindi dopo anni passati in difesa negli sport finalmente gioco in attacco.
Poco prima che l'arbitro fischi la palestra inizia ad allagarsi: si sta creando il campo da pallanuoto.
Inizia il match e la palla è poco più grande di una da ping pong. Ci sono scontri e pressioni molto violente per cercare di prendere la palla e fare punto. Più di una volta riesco ad anticipare i miei avversari (la maggior parte tutti miei amici dei tempi delle medie) e prendere la palla sguizzando tra l'acqua e gli ostacoli. Segno due punti e sono euforico. Al secondo goal poi sembra che io abbia fatto il miracolo da quanto mi incitano. Giochiamo ancora fino ad arrivare 3-1. Qui finisce il primo tempo. Andiamo negli spogliatoi, ci cambiamo e io insieme ad altri che non ricordo ed M saliamo in macchina per tornare a casa (l'intervallo tra un tempo e l'altro era molto lungo a quanto pare). Intanto penso a quanto è successo e mi sento contentissimo: di solito era M quello su cui la squadra puntava per i punti fatti di fila e velocemente, con incredibile maestria, questa sera invece sono io a fare miracoli.
Mangiamo qualcosa a casa seduti ad un tavolo rotondo (non riconosco l'appartamento). Torniamo finalmente in macchina e non vedo l'ora di giocare il secondo tempo. Questa volta guido io. Mentre mi dirigo verso la palestra ho un flash, improvviso.
"Sono bravo a giocare, la squadra conta su di me".."quando mi accorgo di star giocando bene poi di solito finisce male"..."ma non sempre, chissà da cosa dipende"...."mi ricorda alcune partite fatte su titanfall"..."come fa M ad essere così bravo negli sport?"..."aspetta ma io non so guidare. È M ad avere la patente"
Prendo lucidità e mi guardo attorno mentre guido (ero ormai vicino alla palestra). C'è un edificio azzurro alla mia sinistra. Lo osservo e di colpo diventa più nitido, più definito. Ho quasi la sensazione di percepirne la sua presenza e la mia visuale sembra essersi ingrandita. Ma nel momento in cui tutte le sensazioni si focalizzano su quella parete è come se svanissero dal resto del sogno e la cosa mi preoccupa. Lascio perdere il muro e mi convinco che se mi prendo la briga di osservare dettagliatamente ogni oggetto in primo luogo non riuscirei a sfruttare molto il sogno ed in secondo luogo rischierei di far collassare il resto dell'ambiente onirico che potrebbe cambiare o portarmi addirittura al risveglio.
Vedo la palestra e freno, forse troppo lentamente visto che finisco altri 20 metri più avanti. Scendo dall'auto e M è già corso verso la palestra. Non capisco il perché di questa fretta ma non ho un buon presentimento. Corro da lui ed entro di nuovo nella stanza grigia di inizio sogno. È molto grande ma completamente vuota. Ci sono alcune porte metalliche con dei numeri molto grandi pitturati in nero vicino alle porte. Ad un tratto spunta M alla mia destra: "Cazzo hanno chiuso tutto, non si può scendere e quindi neanche continuare la partita"
"No, no, no" dico incazzato. Voglio tornare in quel posto figo sommerso e voglio giocare la mia partita da lucido.
Corro verso una porta e prego mentalmente "dai, dai, ti prego, facci scendere... ti prego, ci tengo"
Alcune piastrelle spariscono e sotto il pavimento si rivela una scala mobile. Contentissimo le scendo più velocemente che posso. Mi ritrovo sul piano di riposo di una rampa di scale. Posso salire, scendere oppure prendere un ascensore che si trova di fronte a me. Non si sa e non si capisce però nessuno dei 3 dove conduca. Intanto mi raggiunge M e io gli chiedo cosa facciamo.
"Non so riflettiamoci un attimo"
"Dai siamo di fretta... dove si va?"
Di colpo una parete metallica scende e blocca il passaggio per le scale mentre altre due ante metalliche escono dal muro e non permettono l'utilizzo dell'ascensore.
"Come non detto"
Mi guardo intorno e cerco di capire come uscire da quel buco. Vedo un pulsante rosso vicino alle porte blindate dell'ascensore: "Come ho fatto a non vederlo?"
Lo premo subito e le serrande tornano su. Si apre anche l'ascensore che non si rivela un vero ascensore visto che la parete dietro di questo si apre a sua volta mostrando l'ingresso per una stanza.
Io ed M decidiamo di andare per di là ed entriamo in un'altra stanza grigia simile alla prima ma più piccola e nella quale vi sono 3 pilastri disposti ordinatamente lungo l'asse orizzontale della stanza.
Ci sono anche due infermiere giapponesi e poi una coppia vestita di nero, con un mantello che fugge via.
"Ma che cazzo succede... ehi voi, come si arriva in palestra?"
"Sono scappati tutti, questo posto è un inferno. Ci mangeranno maledizione! Ci mangeranno!"
"Ma chi?"
"È un mostro.. è al quarto piano, ma prima ce ne è un altro. Più piccolo ma comunque impossibile da sconfiggere.Scappate anche voi, subito!"
I due scappano e non si fanno più vedere. Io ed M invece vogliamo salire ai piani successivi per farla pagare a quegli stronzi che ci hanno rovinato la partita di pallanuoto.
M va verso un ascensore ed una volta che si apre ci entra. Sto per andarci pure io ma le porte si sbarrano di colpo non permettendomi di entrare.
Sento M implorare aiuto e cerco con tutte le mie forze di spalancare le due porte ma per quei pochi centimetri che riesco non vedo altro che delle fiamme.
Dietro di me anche le giapponesine iniziano ad urlare senza aiutarmi psicologicamente. Mi sforzo ancora di più e ad un tratto dietro le pareti metalliche vedo una serie di schermi televisivi tutti attaccati che trasmettono il segnale di alcune telecamere. In una di queste vedo M correrci contro.
Mi scanso presagendo cosa sta per succedere e d'un colpo senza un motivo apparentemente logico M, vestito da pompiere, salta fuori dalla porta squarciandola con un'ascia.
"Bene" dico io.
"Bene" ribadisce lui sorridendo.
Tentiamo con la porta successiva, mentre le giapponesi ora hanno cambiato idea su di noi e ci hanno portato un vassoio di dolci rotondi. Dico loro che verremmo a mangiarli una volta risolta la situazione. Chiamiamo l'altro ascensore e ci entriamo. Le porte si chiudo più lentamente e sembra si possa stare tranquilli. Poi qualcosa non va perché nell'ascensore non ci sono tasti per salire né per scendere.
Imbestialito da questo ambiente onirico che ci tende una trappola dietro l'altra urlo e alzo di scatto la mano destra verso l'alto. Il soffitto dell'ascensore si squarcia lasciando aperto un tunnel verticale come se un raggio l'avesse trapassato. Mi arrampico lungo la fessura insieme ad M. Saliamo così 2 piani facilmente, ma arrivati al terzo piano inizia il casino (il soffitto di quel piano non si era bucato per il mio attacco energetico di prima).
Nella stanza c'è al centro una pianta carnivora alta un metro. Dalla sua base parte una foresta di rampicanti che invade tutto il pavimento e parte delle pareti. Mi fa davvero schifo e ribrezzo. Sembra non ci abbia ancora visto e allora io ed M restiamo accovacciati vicino alla fessura dalla quale siamo entrati.
Sto per lanciare un attacco come quello di prima alla pianta quando all'improvviso sbuca S alla mia destra e mi dice: "Non puoi colpirlo con i tuoi attacchi onirici. Non si farà nulla"
"E quindi?"
"C'è solo un modo..."
Non so perché ma capisco di che cosa sta parlando e mi meraviglio dalla risposta che do' io stesso: "Palle di drago. Devo fargli mangiare delle palle di drago. Dove cazzo trovo delle palle di drago, ma scusa dai"
M si mette a ridere e mi dice che forse erano i dolcetti delle giapponesi.
Prima che io scenda giù però a destra, dietro S vedo che c'è una vetrata. Dietro c'è un prato erboso dove splende il sole. Seduta sopra un'altalena c'è una bambina. È L forse 14 anni fa. La guardo e mi si stringe il cuore.
"Come sta? Chiedo ad S (che è la sorella)"
"Bene, ma è dispiaciuta del fatto che tu te ne stia andando e che forse non vi vedrete ancora"
(Io infatti davo ripetizioni ad L da ormai 2 anni ed eravamo diventati molto amici, ma adesso che devo pensare all'università è probabile che io non possa aiutarla ancora o che debba addirittura trasferirmi).
Mi avvicino al vetro e lo tocco con le dita. Mi viene da piangere e del rampicante che c'è vicino a me non me ne importa più niente.
Guardo quella bambina che si dondola e prende poi dal taschino del suo piccolo vestito un biscotto.
M si avvicina a me e mi prende in giro come fa lui di solito: sembra che io stia per scoppiare a piangere.
L si volta verso di me, mi guarda e mi tende il biscotto mentre pronuncia con voce infantile: "l'altalena è bella.. ma adesso vorrei di più fare matematica con te"
È una frase surreale, ma piena di tenerezza ed affetto. Sento che ormai mi viene da piangere e mi abbandono alla sensazione. Non mi frega se il sogno si spezza, non mi frega nulla, mi basta vivere quell'emozione così forte e vera. Il sogno finisce, vedo per un attimo una fotografia di L da grande, una fotografia che non ho mai visto e nemmeno credo esista. Poi tutto nero: mi sveglio con il viso rigato da una lacrima. L'unica cosa che riesco a pensare o dire è "Grazie".


Ho fatto anche altri sogni dopo esser tornato a dormire, ma anche se li ricordo non sto a descriverli per lasciare a questo SL lo spazio che merita.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


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Re: Diario dei Sogni Lucidi di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 22/06/2014, 11:22

Da Spiderman al burro di arachidi

Sogno fatto il 22/06/2014

Vado a letto all'una senza focalizzare molto la mia attenzione su discorsi inerenti i sogni. Solo qualche ora prima avevo rifletto sl sogno della notte precedente rallegrandomi di quanto le immagini fossero state vivide e di quanto ricordassi i dettagli.
A mia sorpresa succedono due cose: ho due lucidi, tento 4 volte la DEILD senza fallire (anche se poi i sogni sono crollati quasi subito come racconterò), mi sveglio due volte pensando che sia tardi quindi torno a dormire ma di fatto mi alzo del tutto alle 10:20 sorpresissimo dell'orario (in genere dormo anche 12 ore, questa volta dopo 9 ore di sonno mi sentivo già riposato al limite).


Non ricordo bene come sia iniziato questo sogno. Ho veramente pochissimi flash nella mente che non so nemmeno bene dire se siano reali o meno. Qualcosa riguardo la scuola.. forse un corso pomeridiano...
Fatto sta che sono nel corridoio di un edificio, largo abbastanza perché ci passino tre persone. Sia le pareti che il pavimento sono fatti esclusivamente di legno. Alla mia sinistra ci sono delle stanze mentre sulla destra le finestre che danno sul vuoto.
Sento, percepisco, prevedo, qualcosa: arriva, è incazzato e vuole me.
Faccio qualche passo avanti e mi volto per osservare la camera alla mia sinistra (la porta non c'era).
D'un colpo il pavimento della stanza si sfonda e da un buco emerge per metà Venom (da piccolo era un personaggio che mi dava gli incubi). Si sta sollevando con le braccia per uscire completamente dal pavimento mentre intanto sbava in giro e fa vibrare la lingua.
È questa sensazione, si pericolo così eccessivamente istintiva e premonitrice che mi fa prendere lucidità. Troppo tempismo, lo capisco all'istante.
Mi giro dall'altra parte: ho una finestra proprio di fronte a me. Corro e mi getto di spalla sfondando il vetro e ritrovandomi fuori dall'edificio. Sono ad un altezza non indifferente (forse 30 metri, ma è solo per dare un'idea) ed ho la sensazione di non riuscire a volare. Però mi sento forte e strano... non è il mio tipico corpo onirico, no no.
Nella mia parabola aerea finisco contro un palazzo antistante quello in cui mi trovavo prima. Vado perfettamente addosso ad una parete ma appena vi poggio contro mani e piedi vi resto appiccicato. Non c'è un esplosione per l'impatto, niente di simile. Resto appeso in verticale e quando mi vedo le mani ho la conferma: lo Spiderman di questo sogno sono io.
Vedo un'asta vicino a me mi appendo e mi do lo slancio per salire più in alto. Arrivato in cima al palazzo vedo che l'ambiente onirico sta iniziando a perdere caratteristiche reali: da ogni palazzo partono delle travi verticali che si congiungono in un sistema di tubi di ferro che sovrasta la città. Mi arrampico tra i tubi di ferro sentendo ogni tanto che la struttura perde di equilibrio perché sotto di me Venom sta facendo un macello. È ancora al mio inseguimento e ogni tanto mi sembra di avere il suo fiato sul collo.
Mentre mi sto arrampicando sull'ultima asta verticale guardo in basso e vedo Venom avvicinarsi. Alla mia destra poi qualcuno saetta velocissimo arrampicandosi anche lui fino a raggiungermi e superarmi: è Spiderman nero. Ma è dalla mia parte, sta fuggendo anche lui come me.
Quando torno a rivolgere lo sguardo verso l'alto... lo scenario è cambiato del tutto. Davanti a me altri palazzi, siamo di nuovo a mezza altezza di una città comune. Mi getto dentro la finestra di un grattacelo vedendo Black-Spidy che vi entra. Ho la pulsione a voler salire ancora più in alto, quel maledettissimo Venom è veloce e forte. Qui poi i miei poteri sembrano fortemente limitati a quelli di Spiderman, non voglio forzare tutto facendo chessò diventare Venom un budino, preferisco giocarmela con una fuga piena di adrenalina.
Siamo dentro una stanza con qualche impalcatura, le pareti azzurre e un paio di mattoni sparsi per il pavimento. Black-Spidy mi indica verso l'alto un foro nel soffitto. Subito scattiamo, arrampicandoci da due parti opposte della stanza, verso quella fessura. Entro nel buco e... WUOM! Adesso sono tra le rovine di un tempio abbandonato. Sono all'aperto, ci sono alberi e piante ma... sopra di noi un l'altra apertura questa volta scavata in un muro virtuale. Ci arrampichiamo per raggiungerla e io a momenti cado giù. Per fortuna riesco, anche se a fatica ad arrampicarmi. Ci ritroviamo in un'altra dimensione, ci sono delle navi ma non c'è un porto. Ho sempre l'impressione di essere in una stanza che però si nasconde. Sopra di noi infatti un'altra cavità. Mentre siamo in questa terza dimensione sento Venom gridare, come se ci insultasse. Ogni volta che passiamo di "livello" il suo grido sembra sempre più soffocato. Saliamo fino alla dimensione successiva: nulla di che, una stanza con una vetrata da cui penetra la luce dell'alba. Ma appena vedo l'altro foro continuo e l'altro Spiderman mi segue sempre. Salendo di piano questa volta mi rendo conto che l'ambiente onirico sguscia via come una coperta. (Cerco di spiegarmi, anche se è molto difficile: c'è una stanza con un soffitto, apparentemente il tutto solido. Uscendo dal tetto sul soffitto si ha l'impressione di uscire dal buco fatto nel lenzuolo di un letto, come se il mondo di prima si afflosciasse e poi quello stesso telo si capovolgesse e ricreasse la nuova ambientazione).
Capito più o meno il meccanismo io e quell'altro decidiamo di sfruttare la cosa per velocizzare la nostra fuga e renderla definitiva. Usciti dal buco successivo afferriamo il telo con le mani. A questo punto uno rimane dentro il buco, mentre l'altro solleva il lenzuolo, poi lo capovolge, quindi fa passare l'altro per il buco e poi si ricomincia. Passiamo così circa 5 mondi diversi. Poi ci ritroviamo in un deserto, soli io e quel tizio. Che ora non ha più la maschera addosso, e si mostra per quello che è. Forse un ragazzino di 14 anni, biondo, dal volto quasi angelico. Purtroppo da qui, non ricordo più nulla.


Mi sveglio un paio di volte, una delle ultime da un sogno dove avevo preso il tram per miracolo (c'era tutta una vicenda da raccontare riguardo il tram ma non voglio dilungarmi.. dico solo che alla faccia di quella vecchietta alla fine il tram l'ho preso e lei no). Capito di essere in sogno mi ero quasi subito svegliato.
Avevo improvvisato subito una DEILD e anzi mi ero reso conto di quanto fosse più facile immaginandomi in piedi nel tram appeso ad una di quelle maniglie. Facevo finta di essere appeso con un braccio e avere la testa appoggiata su questo, e quindi essere ad occhi chiusi (mentre ero ad occhi chiusi sul letto). Immaginando la sensazione dello sballottamento del tram entravo quasi subito in sogno. Ma ogni volta per non più di 20-30 secondi. Ho tentato di dire qualcosa a voce per stabilizzare il sogno ma non riuscivo. Nella DEILD meglio riuscita sono entrato nel sogno e sono anche sceso dal tram (ero insieme ad M, che in realtà nelle altre DEILD non c'era). Ho visto mio padre e ho cercato di parlargli per stabilizzare il sogno o chiedergli aiuto.
"Ph..mmm..."
Non capisco, perché non riesco a parlare? Penso subito.
"Hmmmmmmmmmmmmmm"
La mia bocca proprio non si apre è tutta... impastata di burro di arachidi! Ma come cazz...
Mi sfrego le mani energicamente e sembra tutto ok, poi trac mi sveglio.

(Viste le molte DEILD si vede che ero proprio nella fase tra sogno e realtà per farle andare così a segno di fila, tuttavia vista la fragilità del sogno anche dopo i tentativi di stabilizzazione... è probabile che la mia fase REM fosse decisamente satura)
Mi rendo conto di essere sul letto e per una questione personale, visto che mi sentivo debilitato nel parlare e avevo lo strano timore di essere diventato muto, cerco di dire "Papà".
"Ph..hmm"
Ah ecco, avevo la faccia schiacciata contro il cuscino maledizione.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


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