Ecco il mio primo sogno che definisco quasi lucido. Per non appesantirlo troppo scriverò le mie considerazioni a freddo nel prossimo post
Il sogno inizia con me da qualche parte, non so dove mi trovo ma sembra una scala in discesa, forse verso una cantina/sotterraneo ma è tutto scuro e confuso. A quel punto decido di guardarmi le mani (tecnica Don Juan) ed istantaneamente mi accorgo di stare sognando. Sono naturalmente eccitato della cosa.
Il sogno cambia e mi trovo in cucina della mia casa natale (non abito più lì da anni). Guardo dalla finestra e vedo il cielo notturno. Mi focalizzo sulla luna piena e le stelle e cerco di cambiarle, ma faccio fatica e la luna sembra "rompersi" e diventare nera, come se hackerassi un programma e questo diventasse instabile. Sento che questo mi porterebbe al risveglio, quindi smetto. Quello che sembra un insetto stecco beige vola fuori dalla finestra trascinato dal vento. Decido che potrei uscire anch'io e volare, ma non sono sicuro si tratti di un sogno e temo che potrei cadere di sotto. Mentre sono sulla soglia della finestra indeciso sul da farsi mio padre sempre dalla cucina mi dice di andare a lasciarmi trasportare dalla corrente, così scavalco la finestra e galleggio nell'aria. Guardo in basso e vedo dei panni stesi sulle corde tra i palazzi. La corrente mi trascina verso un poggiolo vicino che ha la ringhiera coperta da rettangoli di tende da sole verdi.
Passo attraverso la porta-finestra chiusa come fossi uno spirito. Un cane mi guarda e mi abbaia incerto. Vicino c'è un coniglio in gabbia; il suo pelo è bianco ma con dei ciuffi viola sui fianchi.
La casa ha mobilio in legno massiccio vecchio, forse anni 50, e tappezzerie alle pareti. Dentro ci abita una famiglia musulmana, perchè vedo in sala delle donne con l'hijab che parlano tra loro.
Io galleggio tra loro ma loro non possono vedermi. Nello spostarmi noto dietro un mobile un pannello isolante in gommapiuma di colore blu spento. Qua e là la gommapiuma è sbeccata e su tutta la superficie è ripetuta una scritta sottolineata, forse la marca. Credo IAD or DAI ma non ricordo bene. Mi stupisco dei dettagli che riesco a notare.
Mi sposto nuovamente e faccio cadere gli auricolari che una delle donne aveva appoggiato su un mobile. Mentre lei si chiede cosa sia successo mi accorgo che posso interagire con loro. Quasi a riprova nello spostarmi urto un mobile e questo oscilla leggermente.
Decido di andare oltre e vado verso il muro di un'altra camera dietro il quale c'è una zona industriale (incoerenza perchè dal 3°piano passo al piano terra, nel sogno la noto a malapena). Passo attraverso una finestrella e mi trovo in un vicolo grigio con dei ciuffi di parietaria che crescono qua e là lungo i bordi. Il vicolo tira diritto, tra i capannoni di quella che sembra essere una zona portuale.
In lontananza verso il mare vedo una colonna di fumo bianco e decido di dirigermi là.
Il fumo proviene da una barca ormeggiata vicino ad uno scivolo di accesso al mare. So che dentro c'è qualcuno intrappolato. I presenti a riva dicono che è un poliziotto (che dovrebbe anche essere il proprietario della barca). Arrivo sopra la barca che ormai è affondata del tutto, resta solo l'acqua disturbata dall'aria che sale in superficie.
L'uomo è riuscito ad uscire e si sta trascinando a riva aiutandosi con la corda di ancoraggio di una boa. Lo afferro (non ricordo bene in che parte del corpo) e lo aiuto a trascinarsi a riva.
Si siede sullo scivolo in mezzo ai presenti e dice "qualcosa mi ha aiutato a tornare a riva", io allora un pò per scherzare, gli suggerisco all'orecchio "o qualcuno" e lui lo ripete a più bassa voce, probabilmente incerto che il pensiero fosse davvero suo.
A questo punto nel sogno non so perchè ma mi aspetto che quella sia la realtà, ma vedendo il paesaggio dico che questo porticciolo nella realtà non è fatto così. Poi vedo i cantieri navali in lontananza e mi rassicuro, superficialmente. di stare vedendo la realtà.
Dietro i cantieri navali scorgo la zona commerciale con i negozi che noto hanno già le luminarie di Natale (il sogno l'ho fatto 2 giorni fa). Decido di dirigermi laggiù.
Entro in un portone e so di essere nell'anticamera di uno studio medico, al che mi chiedo se abbiano dei medium che possono vedermi.
Vedo quindi che il portone ha un meccanismo assurdo per la chiusura, sembra un grosso respingente d'ottone appeso al soffitto e mi rendo conto che sto davvero sognando, quindi decido che è il momento di svegliarmi.