Prima di iniziare con un, così è stato coniato il termine, "neuropost", sono necessarie alcune premesse.
-) Non sto scrivendo questo messaggio per vantarmi o altro, bensì per condividere un'esperienza e per dire che di ciò che ho vissuto io questa notte è possibile per chiunque fare esperienza;
-) So che ho già un Diario personale, ma credo che questo argomento meriti una sezione a parte perché l'obiettivo è discuterne insieme, per trovare un metodo capace di "ricreare" la stessa esperienza. Vale sia per voi che ovviamente per me, magari insieme riusciamo a capire la causa principale scatenante che mi ha portato a viverla;
-) Non starò qui a narrare tutto ciò che ho fatto/è avvenuto all'interno dell'esperienza onirica in questione, mi soffermerò sui punti principali e sulla linea teorica di fondo. Servirebbe troppo tempo altrimenti;
-) Potete credermi o meno, non ha importanza. Io espongo i fatti per come realmente sono avvenuti, in modo sincero, poi se qualcuno avrà da ridire o crede che non sia possibile non sono qui per accrescere la mia credibilità;
-) Inserirò dei collegamenti ad altre discussioni del forum, però prima vi consiglio di leggere tutto il post e nel caso dopo, se volete approfondire, aprite i link;
-) Se nessuno leggerà il messaggio perché troppo lungo...Oh beh,

-) Mi scuso per eventuali ripetizioni o tempi verbali confusi ma sto scrivendo tutto di getto.
Ah, la più importante:
Sono convinto di non riuscire a comunicare con le parole ciò che ho vissuto, un conto è parlarne un conto è viverla in prima persona. E' stata un'esperienza che forse è indescrivibile.
Ora, passiamo al dunque. Come da titolo, questa notte ho fatto il sogno lucido più stabile e consapevole di tutta la mia vita e parlo di centinaia e centinaia di esperienze oniriche, forse migliaia (dalle più brevi durate qualche minuto o addirittura qualche secondo alle più lunghe durate ore o addirittura giorni percepiti).
Per capire passo passo l'intero processo, ho creato poco dopo il risveglio (un'oretta dopo) una mappa concettuale riassumente ogni tappa da me vissuta, dal pre-sonno, al sonno vero e proprio al post-sonno.
La ripropongo qui aggiungendo questioni che ho notato durante il proseguimento della giornata. Infatti questa esperienza non ha intaccato solo la notte ma mezza giornata intera successiva.
FASE UNO, LA GIORNATA DI IERI:
Sappiamo che il fenomeno della durata temporale percepita dilatata o ristretta avviene non soltanto durante il sonno ma anche durante la veglia. Ebbene, la giornata di ieri (dalla mattina alla sera) mi è durata pochissimo.
Mi sono alzato, ho svolto qualche attività e mi sono ritrovato che era ora di dormire; il tempo, come mi era già accaduto in passato, è volato.
Delle 16 ore (24-8 di sonno) di veglia, ne ho percepite solo otto (rispetto alla giornata media).
Andato a letto, mi sono detto che era troppo presto, avevo fatto troppo poco durante quella giornata. Quindi ne ho approfittato per stancarmi un pò: mi sono messo seduto a gambe incrociate, ho spento la luce e nel buio della mia camera ho meditato. Una meditazione molto semplice, semplicemente libero la mente, osservo il buio (in parte quello reale quando sto ad occhi aperti e in parte quello "illusorio" quando sto ad occhi chiusi) e mi rendo "consapevole" del mio intero corpo e delle parti che lo compongono, finché non vivo più che mai il presente, i pensieri sul passato e sul futuro scompaiono e sento solo il battito cardiaco/il respiro.
Avevo dimenticato l'orologio meccanico da taschino che mi è stato recentemente regalato (viewtopic.php?f=7&t=12943&start=10) sul comodino.
Di solito non ci avevo mai fatto caso, ma in quello stato mentale riuscivo a percepire anche i più piccoli rumori e mi sono reso conto che il ticchettio delle lancette riuscivo a sentirlo, nonostante fosse di bassa intensità sonora. Allora lo prendo e decido di metterlo vicino all'orecchio. Non so perché lo abbia fatto in realtà, ma ho pensato: "Magari sentendo le lancette che si muovono e gli scatti degli ingranaggi divento ancora più consapevole del presente". Piano piano, quel ticchettio mi entrò in testa talmente tanto che, mentre all'inizio era rilassante, poi ho dovuto chiudere l'orologio nel cassetto altrimenti continuavo a sentirlo anche se a distanza. Continuai per un pò a fare meditazione e ho notato che inconsciamente ricreavo il ticchettio dentro la mente, questa volta più rallentato. Mi sono abbandonato al pensiero e mi sono iniziato a sentire un osservatore esterno a me stesso. Non so bene come descriverlo, nonostante fossi dentro di me, con gli occhi chiusi e quindi con il campo visivo oscurato, sentivo la testa leggermente vibrare (non come in un inizio OBE/Wild) e sentivo il mio corpo diviso dal me "mente".
Dopo qualche secondo (10?) la sensazione mi diede un pò di fastidio e quindi dalla posizione seduta mi misi normalmente steso a letto.
Dopo il tipico flusso di pensieri pre-sonno (viewtopic.php?f=6&t=12913&hilit=flusso), mi addormentai.
FASE DUE, LA PRIMA PARTE DELLA NOTTATA:
Mi sveglio dopo un sogno lucido che non riuscivo a ricordare. Decido di non sforzarmi troppo e, ricordando anche il consiglio che avevo dato sul forum (viewtopic.php?f=10&t=12924) cerco di avviare una pseudo-Wild immaginando sensazioni percettive. Non uso tecniche del genere perché non ne ho la necessità, ma quando raramente capitano momenti del genere ci provo lo stesso, nel dubbio.
L'unica cosa che so è che non ha funzionato, perché il SL non è iniziato. Allora mezzo incosciente prendo la bottiglietta d'acqua (viewtopic.php?f=7&t=12897) dal comodino e bevo un pò.
Cerco di riposizionarla con difficoltà sul comodino, già ero confuso e assonnato, in più era buio e avevo appena cercato di fare una tecnica simile alla Wild. La poggio non so dove e mi addormento di punto in bianco appena in tempo per non rovesciarmela addosso.
FASE TRE, SOGNO MOLTO, MOLTO, MOLTO VIVIDO e DURATURO:
Dopo una fase di sonno normale non-REM, mi ritrovo in un sogno che capisco essere sin da subito effettivamente un sogno. Non parlerei però già di SL, perché dopo qualche minuto la percezione dubbiosa di essere in un sogno lasciò spazio al realismo degli eventi. Quindi mi convinsi di essere nella realtà, anche perché era tutto troppo, eccessivamente reale. Spolier, alla fine era davvero un sogno.
Come da titolo, questa fase è stata molto duratura e molto vivida: infatti, a livello di durata temporale percepita, questo sogno mi è durato quasi una giornata intera, 12 ore circa (17 aggiungendo una parte di sonno all'interno del sogno stesso). Di certo molto più della giornata reale della prima fase ("IERI").
Molto realistico perché mentre camminavo sentivo il rumore della ghiaia sotto le scarpe, le cicale, vedevo gli insetti, ero consapevole, sentivo il mio corpo normale, la mia voce era normale e i PO onirici intorno a me avevano una personalità normale. Tutto come se fosse vero.
L'ambientazione/trama era quella di un viaggio in montagna. Sono accadute diverse vicende, realistiche ma con alcuni eventi che, seppur molto strani, sono verosimili e quindi il dubbio di essere in un sogno era ancora apparentemente risolto. Mi sono dato da fare per risolvere i problemi e gli ostacoli "strani/verosimili" che mi si paravano davanti, che continuavo a credere reali perché in un caso, per esempio, ero in escursione sulla montagna quando dal bosco uscì un ariete che mi diede una testata sulle gambe e sentì molto dolore. Mi prese di striscio e dalla parte del cranio, non delle corna, quindi non ero proprio MORTO dal dolore.
Comunque il dolore, seppur illusorio, lo ho percepito molto.
Fatto sta che diverse cose avvennero, finché alla fine successe una cosa talmente assurda che finalmente mi convinsi: ok, sono in un sogno. Caddi in un sonno pesante nel momento esatto in cui lo pensai e, dopo un pò di tempo (corrispondente più o meno ad un sonno normale), mi svegliai in un altro sogno vivido. Però, dato che avevo "dormito" (forse il sonno del sogno corrispose al sonno reale?), pensai che questa volta fossi nella realtà vera. Pensai: "Quello che ho appena vissuto è stato un sogno vivido, ora sono sveglio".
Anche perché, contrariamente a prima, ora l'ambientazione era in accordo con dove realmente mi trovo ora. In questo sogno vividissmo (super-reale), vado a lavoro come al solito, avvengono cose quotidiane che non starò a narrare finché, oh, accipicchia, un fottuto castoro è entrato in ufficio e vuole uccidere me e i colleghi!
Stranito, perché in quel caso ero molto convinto di trovarmi nella realtà, decido di averne abbastanza, apro la finestra, saluto i colleghi e volo.
Da qui il sogno vivido passa ad essere lucido.
FASE QUATTRO, IL SOGNO LUCIDO:
Eccoci arrivati alla fase finale. Durata temporale percepita: 5 ore, che seppur sembrino poche, sono 5 ore molto, molto più convincenti del sogno vivido di prima e molto più produttive di molti altri sogni lucidi che feci in passato. In questo caso, sono state le cinque ore più stabili, complesse, consapevoli, durature, lucide, controllate, oniriche, realistiche, dall'ambientazione dettagliata di tutta la mia vita e non intendo solo la vita da onironauta, ma quella reale.
Anche nella vita vera non sono mai stato così lucido.
Lo stato mentale aderente al presente che avevo raggiunto con sforzo nella meditazione pre-sonno era divenuto ora uno standard naturale e spontaneo all'interno del sogno lucido. Vivevo più che mai il qui e ora.
Non sto ad elencare tutte le caratteristiche di questo momento, ma tanto per fare un esempio ho incontrato 30 PO (personaggi onirici) che realmente conosco e reali in ogni loro dettaglio, centinaia e centinaia di PO mai visti prima (sono volato in dei luoghi pubblici) che però, guardati bene in faccia e osservato il loro fisico, erano perfettamente verosimili. Tutti uno diverso dall'altro.
Potevo attraversare pareti e volare ottenendo una percezione molto realistica, sentivo i pori della pelle essere sfiorati dal vento, la temperatura più fredda mano mano che salivo, il battito cardiaco poggiando la mano.
Guardandomi allo specchio ero io, parlando quella era la mia voce, toccandomi i capelli e le parti del corpo le sentivo come nella realtà.
Quando ero a terra sentivo la forza di gravità, calpestando l'erba a piedi nudi si sentiva l'erba e, chinandosi ad osservarla, si notavano le formiche.
Toccando una corteccia dell'albero si sentiva il giusto tatto, odorando i fiori si sentiva il giusto olfatto, avvicinandosi ad una strada si sentivano i giusti rumori delle auto, delle ruote, delle persone che camminavano e del loro parlare. Muovendosi anche se di poco si sentiva il fruscio dei vestiti, correndo si sentiva la fatica nelle gambe, respirando si sentiva l'aria che entrava e usciva dai polmoni... Mi fermo qui per non stare troppo tempo, il fatto è che in queste quattro ore sono stato iperconsapevole del presente (tempo), dell'ambiente che mi circondava e degli oggetti/persone/animali/edifici (spazio), del mio corpo e della mia mente (io).
Ho fatto un'esplorazione prolungata per circa 2,5 ore, ogni posto che visitavo (sia a piedi che volando) era straordinario, anche considerando il fatto che entrando negli edifici gli arredi erano molto complessi e camminando per le strade c'era addirittura la spazzatura (come anche fogli di carta che volavano trascinati dal vento). La stazione con treni che facevano rumore, si fermavano e facevano salire tante persone...
Andando nel mare si sentiva l'acqua sulla pelle, ecc. (c'era il mare là vicino).
L'altra mezzora accaddero eventi che decisi volontariamente di affrontare per vedere, a mio rischio e pericolo, se provando ad entrare nella trama inconscia degli eventi la mia attività ne risentisse: per fortuna la risposta è stata no e, dopo, ho continuato ad esplorare/agire fuori dagli schemi.
Alla fine, dopo aver fatto un pò di esperimenti personali (e testato altri superpoteri particolari), mi sono confrontato con una ragazza che passava di lì e la ho portata in volo in un luogo isolato per parlarci, per capire se avrebbe avuto una personalità e se sì quale.
Vi dico solo questo: non ho mai incontrato un PO dalla personalità/comportamento così realistico e a volte imprevedibile. A volte era ancor più imprevedibile e umana di una persona normale, nella società in cui viviamo le persone sono povere di personalità e di realismo, tutti si nascondono dietro una maschera e hanno il comportamento schematico/automatico/prevedibile. Di lì a poco, arrivò un'altra ragazza che si presentò essere sua amica. A quel punto (no, mettete da parte desideri maschili naturali), mi venne in mente di provare la task avanzata di DayDreamer.
Ah, infatti dimenticavo di dire che la mia memoria era totalmente attiva.
Ero indeciso se fare le task proposte sul mio diario (viewtopic.php?f=10&t=12864&start=20) oppure quelle generali (viewtopic.php?f=47&t=12936).
Dato che c'ero, dato il mio stato molto stabile che sembrava non essere intaccabile da nulla, che mi faceva percepire il sogno lucido come "indecadibile" (a momenti pensavo davvero di rimanere lì per sempre, data la stabilità eccessiva di quel che mi sembrava un altro mondo a tutti gli effetti), ho deciso di testare qualcosa che ho sempre creduto mi facesse svegliare.
Riprendendo quindi la Task Avanzata, ho deciso di iniziare a contare e, CONTEMPORANEAMENTE, fare altro. Sembra qualcosa da nulla ma non lo è, chi ci ha provato davvero lo sa. Io stesso ho fallito più volte, al solo pensiero alcuni sogni decadevano in automatico.
Qui iniziavo un pò a spaventarmi seriamente di non poter più tornare alla realtà: ripeto, tutto troppo bello, vero e stabile per essere un'illusione.
Non credo che riuscirò a comunicare le sensazioni e il grado di realismo/controllo/consapevolezza che ho avuto durante quell'esperienza, sentivo "un'energia" (viewtopic.php?f=23&t=12901) incontenibile e anche testando le cose più complesse tutto era sotto controllo.
Quindi, tornando a noi, decisi di mettere a rischio tutto facendo task complesse. Facendo la task di DayDreamer avrei potuto (fortunatamente da un certo punto di vista) svegliarmi, altrimenti, se neanche quello mi avrebbe riportato alla realtà, decisi di andare come ultima spiaggia nello spazio.
Una parte di me voleva rimanere lì per sempre, in quell'universo dove potevo fare qualsiasi cosa e visitare qualunque luogo, dall'altra volevo almeno lasciare una lettera d'addio nella Realtà

Scherzo, sentivo anche che seppur meraviglioso non era la cosa giusta da fare rimanere incastrato in un'illusione, qualunque sia il suo grado di bellezza.
Mi metto a contare, mentre continuavo a camminare. Una delle due ragazze, quella appena arrivata, disse bisbigliando all'altra (che avevo accompagnato): "Ma che fa questo? E' pazzo? Perché ti stai fidando di lui".
Lo disse ridendo ma c'era una nota di preoccupazione nella sua voce.
L'altra disse tranquillamente, ad alta voce: "Tranquilla, Lara (ok, il nome dell'altra tipa è Lara allora), è tutto ok. Di certo quello che sta facendo "NeuroEngineer" (mi ha chiamato per nome reale) deve avere un senso".
Questa ragazza (quella che avevo accompagnato) mi guardò con degli occhi talmente liberi, ironici e tranquilli che in un certo senso capimmo da soli che lei era la concretizzazione del mio inconscio.
O, almeno, mi diede fortemente questa sensazione. Della serie: "Tranquillizziamo questo PO, senza stargli a spiegare tutta la faccenda. L'importante è che noi due sappiamo dove ci troviamo".
Uno sguardo materno che accoglieva la parte conscia di me, che "cullava" la situazione assurda dove mi trovavo.
Comunicando tramite un singolo ma potente/consapevole sguardo capimmo tutto, ci parlammo. Ora che ci penso, è esattamente simile (oppure uguale perché non ricordo perfettamente la faccia della ragazza dell'esperienza onirica passata) ad un altro PO femminile che incontrai in un'altra esperienza onirica molto consapevole e importante per me; ma non a tal punto. Anche lì capii che era la manifestazione del mio inconscio, il modo in cui parlava era lo stesso e il modo generale di fare/camminare era lo stesso di adesso (esperienza a cui faccio riferimento viewtopic.php?f=10&t=12864&start=20).
Spero di rincontrarla ancora, così posso parlarle meglio, faccia a faccia, conscio vs inconscio.
Risposi all'altra: "Lara, giusto? Sì, sto facendo una cosa effettivamente molto strana...Però sappi che ha senso, lo faccio per un amico (dissi pensando a @LuKe94 e @DayDreamer).".
"Se ti può sembrare meno strano e più divertente, sai che ti dico?" - disse il PO femminile, concretizzazione del mio inconscio (che chiameremo Miss X per comodità), a Lara - "Aiutiamolo a contare".
Oh, grazie mille inconscio!
Io continuai a contare ripartendo dall'inizio, uno, due...Nel frattempo, camminavamo, guardavo i piedi delle due ragazze muoversi e passammo vicino ad una galleria immersa nel verde dove passò una macchina. Contando e camminando, contemporaneamente osservavo il luogo molto bello dove mi trovavo e prestavo attenzione al movimento fisico che io, Miss X e Lara facevamo.
Io e Miss X contavamo contemporaneamente, Lara stava a guardarci ridendo (arrivata a 10 secondi si era scocciata e si sentiva ridicola, giustamente).
Io conscio e Miss X inconscio che contavamo in coro...che situazione strana.
Ah, prima che qualcuno me lo venga a dire, so che in realtà sia io, sia il mondo onirico sia entrambi i PO sono allo stesso tempo sia conscio che inconscio mio. Ma in quella situazione io, all'interno del mio corpo onirico, ero la concretizzazione del conscio e Miss X quella dell'inconscio. Lara una piccola parte recondita dell'inconscio che guardava esternamente la situazione.
Arrivato a 61 secondi, Lara (la scassa scatole della situazione evidentemente

Io e Miss X le rispondemmo in coro che tra un pò avremmo finito. Continuammo fino ad aver raggiunto 3 minuti.
Ero soddisfatto di me stesso, la stabilità del sogno era rimasta intatta tanto quanto prima e, se possibile, anche un pizzico più consapevole di prima.
Secondo dopo secondo, nonostante la forte emozione graduale di avercela fatta, il sogno era stabilissimo.
E per stabile intendo totalmente attivo, al suo massimo potenziale, realistico in ogni suo aspetto.
Sentivo di poter contare ancora all'infinito, ma mi interruppi perché ormai non aveva più senso, anche io come Lara mi ero un pò rotto (180 secondi contati lentamente sono tanti).
Mi fermai anche perché incontrai un altro PO, questa volta di mia reale conoscenza. Mi disse: "Guarda che so che questo è un sogno lucido, cosa ci fai qui?".
Detta la frase, il sogno decadde per qualche secondo; stavo per svegliarmi, mi si annebbiò la vista e i colori/suoni stavano scomparendo.
Io mi feci forza e con mia grande sorpresa ripresi dopo poco l'intera stabilità del sogno.
Mi salutai con le due ragazze, presi il PO per il braccio e lo portai volando da un'altra parte. Mentre volavamo per dei vicoletti di un borgo medievale, parlammo e mi resi conto che aveva la stessa personalità di quella reale. Tanto che mi convinse di essere reale, che ci trovavamo in realtà in un sogno lucido di grado talmente elevato da essere condiviso.
Iniziai a sentire il "timer di scadenza del sogno". Qui non intendo "timer" in senso metaforico, proprio reale. Sentivo lo stesso ticchettio dell'orologio da taschino che avevo usato pre-sonno.
Io dissi al PO, prendendolo di spalle, fermandoci e guardandolo in faccia: "ascolta, se davvero siamo in un sogno condiviso, ricordati bene queste parole: camice da laboratorio. Io te le dirò al risveglio, tu dovrai ricordarti di questa esperienza. Camice da laboratorio, camice da laboratorio...".
Continuavo a ripeterlo in fretta in modo quasi spasmodico, perché i rintocchi si facevano sempre più forti.
Il PO mi disse: "Va bene, va bene! Cercherò di ricordarmelo, ma non te lo assicuro...".
Sapevo che i sogni condivisi non sono (per quanto ne sappiamo) possibili, ma la situazione era talmente vera/straordinaria che non sapevo più in cosa credere.
Decisi di fare un ultimo disperato tentativo, come al solito: andare nello spazio e vedere la Terra da fuori (viewtopic.php?f=47&t=12852).
Guardai il cielo per prepararmi a fare l'ultimo mega salto. Stavo per farlo ma poi i miei piedi divennero ancorati a terra, non riuscivo a muovermi.
Nel cielo comparve una bellissima aurora boreale, molto strana ma ugualmente bella, considerando che non la ho mai vista nella realtà.
Il rintocco si fermò, la visuale si distorse e i colori (prima vividi e concreti) divennero invertiti per qualche secondo (https://www.fotoeffetti.com/efectos/gra ... arison.jpg).
La testa mi fece male per poco, tutto stava andando a farsi benedire.
Dissi urlando, facendo il mio ultimo sforzo: "Camice bianco da laboratorio!".
Sbattei le palpebre per un secondo e SUBITO DOPO, appena le palpebre si sono riaperte dopo quel secondo di pausa, mi ritrovai nel letto reale.
FASE CINQUE, IL RISVEGLIO:
Pensavate di essere scampati al neuropost, e invece no. C'è ancora un'ultima parte da trattare, la mezza giornata che è seguita a quell'esperienza. Forse la più strana.
Stavo per iniziare a dubitare della realtà di dove mi trovavo, ma ormai ero stanco di questi dubbi e lasciai perdere sperando in meglio.
Spoiler: d'ora in avanti siamo nella realtà vera.
Ripensai: ora che ci faccio caso, quando è stata l'ultima volta che sono stato nella realtà?
Non riuscivo a darmi una risposta. Pensavo di essere stanco, ma in realtà ero totalmente sveglio e attivo, mai stato così riposato ma altrettanto sveglio in vita mia, dopo lo stato mentale che avevo appena attraversato.
Pensai: quando è stato ieri? che giorno era ieri?
Non riuscivo a darmi una risposta. E sono serio, mi ci sono davvero sforzato tanto per cinque minuti. Non riuscivo a ricordarmi nulla che precedesse il sogno vivido iniziale.
Le uniche cose che ricordavo, tra l'altro bene, sono sogno vivido (diviso in due parti), tentativo fallito della Wild e sogno lucido. Anche al risveglio mi sembravano essere durati circa una giornata o addirittura più di due giorni percepiti.
Iniziai seriamente ad avere paura. Alla fine ricordai della meditazione con l'orologio, ma prima non mi veniva in mente nulla o quasi nulla. Pensai a ciò che dovevo fare, ma pensando al futuro incontravo un blocco.
Non sto scherzando, la mia mente non riusciva a pensare oltre al presente. Forse troppo tempo passato nell'attenzione eccessiva per il presente consapevole (dopotutto così ho vissuto il sogno lucido di 5 ore)?
Passato e futuro erano inaccessibili, intendo a livello di esperienze vissute nei giorni precedenti e progetti da portare avanti nei giorni successivi. Ovvio che ricordavo chi fossi e tutto il resto, anche i miei progetti futuri di vita e il passato generico.
Ma le memorie e le pianificazioni corrispondenti al lasso di tempo più vicino al mio attuale presente non le ricordavo.
Vado comunque al lavoro come al solito e incontro un collega. Ci facciamo due passi e inizio a fare caso che i miei occhi avevano qualcosa di strano. Troppo aperti. Li sentivo come in un sogno lucido, campo visivo ampliato e senza la necessità di sbattere le palp..ah! Le palpebre! Mi sono reso conto che le stavo sbattendo molto, ma molto raramente.
La maggior parte del tempo avevo gli occhi aperti. Non li avevo rossi o "gonfi", semplicemente aperti.
In più, ho notato che ero concentrato soprattutto su ciò che avevo davanti a me, non ai lati.
Un focus generale dell'attenzione su ciò che avevo spazialmente di fronte e ciò che temporalmente era il mio presente. Il collega mi chiese se mi ricordavo una cosa che avevo studiato il giorno prima (oggi abbiamo avuto una sorta di seminario), ma dovetti ammettere di no. Non ricordavo nulla.
In più, fare mind wandering sia spontaneo che involontario era diventato impossibile. Ero contento di star vivendo per la prima volta DAVVERO solo il presente, ma questa condizione (che si è protratta per altre 2 ore e mezza) era diventata spaventosa. Quando dicono: vivi il qui e ora! E' la strada per diventare saggio!
Vi posso affermare che a lungo andare è INQUIETANTE, oltre che poco produttivo. Non si riesce a prestare attenzione ad altro oltre che al presente, al proprio corpo e agli stimoli sensoriali esterni.
Ora che scrivo, da un bel pò di ore ormai sono tornato normale, tutto come al solito. Ho anche metabolizzato come è normale che sia l'esperienza vissuta, rendendola purtroppo meno realistica, ma comunque non abbastanza da renderla meno bella, meno "memorizzata" e vivida di quello che è stata (è un meccanismo che il cervello attua per preservare la realtà vera).
Riguardo proprio il mio corpo, sentivo il battito cardiaco più rallentato, nonostante fossi mentalmente spaventato, in focus, felice per l'avventura appena vissuta, ero stranamente calmo.
Infine, per una decina di minuti (verso la fine della condizione psico-fisica "alterata") ho sentito una sorta di "picco" (tipo una pressione) sulla parte anteriore e posteriore del cervello, della testa interna.
Corteccia prefrontale e visiva in sovraccarico? Ipotesi da verificare.
Ah, esperienza epica finita (ovviamente) male:
Alla fine ho incontrato il PO finale, che ricordo essere una vera persona nella realtà, ho usato un pretesto (per non sembrare pazzo) per dirgli camice bianco da laboratorio, ma nulla. Mi ha detto: "Camice da laboratorio? E quindi? Cosa dovrei dirti?".
Figura di me*da ma dovevo farla

Io ho comprato delle cuffie anti-rumore da amazon, che di solito si usano per lo studio o per i lavori manuali.
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Ieri (mi fa ancora strano dirlo perché mi sembra essere passato troppo tempo, ma sì, ieri reale), durante la meditazione ho pensato che uno strumento per isolarmi dal punto di vista sonoro e sentire il battito più facilmente (come nella vasca di deprivazione sensoriale viewtopic.php?f=20&t=12911) mi avrebbe aiutato.
Questa notte proverò a usare nuovamente l'orologio meccanico da taschino, non si sa mai.
Vorrei rivivere un'esperienza del genere perché ora, non essendo colto alla sprovvista, avrei molte altre cose da fare.
A parole potrà essere sembrato un sogno lucido normale, ma vi assicuro che non lo è stato per nulla o, meglio, lo è stato ad un grado/potenziale elevatissimo.
Se avrete voglia, fatemi sapere la vostra.