Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Diario di Anakin

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 16/11/2022, 23:50

Riporto la quarta esperienza ad Oniria avuta qualche settimana fa

ONIRA #4 - C’E’ UNA MAPPA!

Ho dormito poco la notte per ragioni varie e nel pomeriggio mi viene così sonno che decido di fare un pisolino. Al primo tentativo nel momento dell’addormentamento mi paralizzo senza allucinazioni. Mi metto allora nelle orecchie dei suoni binaurali e questa volta mi addormento. Divento lucido nel sonno al primo sogno che faccio: mi trovo in macchina con i miei, sono seduto dietro con un mio amico. Siccome prima di addormentarmi avevo pensato all’eventualità di lucidare e optato per provare la task di Oniria, mi viene subito in mente mentre cerco di stimolare il tatto toccando i tessuti dei sedili della macchina. Ad alta voce ordino a chi sta guidando di dirigerci ad Oniria e mi viene assicurato che ci stiamo andando, con la voce con cui di solito si parla ai bambini che fanno i capricci. Guardo fuori dal finestrino e siamo in un grande spiazzo innevato, esco dalla macchina per guardarmi in giro. Siamo circondati da montagne molto alte coperte di neve che ci sovrastano completamente. Chiedo al mio amico dove fosse la torre di Oniria e lui mi dice che non si può vederla da così in alto e che dobbiamo scendere a valle. Passo qualche secondo nel sogno a ricostruire mentalmente una possibile mappa dell’isola, ricordando di avere visto queste cime innevate in almeno altre due occasioni. Quando ritorno al presente ho in mano una mappa di Oniria e con il mio amico ho una lunga discussione nel cercare di collocare le cime montuose sulla cartina. La parte più interessante della mappa è una parte in cui si vede l’isola raffigurata per intero: è disposta in verticale, di forma allungata più che larga, divisa in fasce in base alle varie caratteristiche geografiche. In basso a sinistra si allunga una lingua di terra, una specie di penisola che si stacca dal corpo principale. Quando distolgo gli occhi sono da solo immerso in una bufera di neve, faccio qualche passo e man mano che cammino la vista si fa via via più nitida finché a vista recuperata non mi si presenta davanti il panorama mozzafiato di tutta la catena montuosa. Ne sono rapito e rimango per un tempo imprecisato a godere di questa vista, finché non attira la mia attenzione una slavina che si stacca da una zona rocciosa per precipitare più in basso. Penso che mi piacerebbe vedere una valanga, quindi osservo con attenzione la neve sulle montagne e con una sorta di vista potenziata ne riesco a percepire e sondare la consistenza come se potessi toccarla, in particolare quella fresca. Dapprima provo a concentrare la vista in un punto specifico per provocare la valanga con la forza del pensiero ma con scarsi risultati, così provo con il fiato. Soffio verso una montagna e nell’aria si creano a partire dalla mia bocca come dei cerchi concentrici di pressione che viaggiano ad alta velocità e che colpiscono il fianco della montagna, causando il distaccamento di una grande massa di neve che sfocia in un’enorme valanga. La neve non accenna a fermarsi ed è talmente tanta che temo mi possa investire nonostante mi trovi a diversi chilometri di distanza. Sento delle voci chiamare il mio nome con preoccupazione, mi giro per cercare gli altri. Decido di andare ad esplorare liberamente senza concentrarmi su nessuna task in particolare se non appunto quella di memorizzare il paesaggio il più possibile. Raggiungo quindi una sorta di ostello vecchio e fatiscente, costruito in legno e con una struttura sinistra, simile a questo https://i.imgur.com/bzs1pyS.jpg. Appena dentro l’edificio però l’ambiento diventa più accogliente, i miei genitori sono seduti su un divano in una piccola hall con camino, con accanto a loro una quantità spropositata di valige di stile vintage. Io dico loro che vado a vedere le camere, quindi salgo una rampa di scale e al termine di uno stretto corridoio entro in un’altrettanto piccola camera con un letto a castello con struttura in ferro arrugginito. A questo punto stupidamente decido di stendermi sul letto di sotto ma appena lo faccio mi assale una sensazione intensa che provoca la mia fuoriuscita dal corpo onirico. Ora nel lucido sono come un fantasma e passando attraverso la parete dell’ostello mi ritrovo all’aperto. Le montagne ci sono ancora ma l’ambiente è ora molto più scuro. Vago senza meta seguendo il profilo dei monti finché non intercetto delle strane creature mostruose, simili a queste https://static.wikia.nocookie.net/blood ... _Huntsman_№19.png/revision/latest/scale-to-width-down/250?cb=20180406074007. Le osservo mentre camminano sulla cime del monte ma decido di allontanarmi da loro, volando verso il basso. Man mano che scendo ai piedi delle montagne raggiungo una zona che il pomeriggio precedente non avevo notato, o perché non potevo vederla o perché non esisteva ancora. Si tratta di una grande area paludosa fatta di laghi putridi e melmosi, con alcune piccole costruzioni in legno a mo’ di ponti o passerelle sparse qua e là. Trovo una piccola imbarcazione in legno con un remo ormeggiata, ci salgo sopra e comincio la traversata della palude. Dopo poco però mi rendo conto che le creature di prima si trovano pure qui ed in numero anche maggiore, provo quindi a studiarne il comportamento cercando di non farmi vedere. Questi mostri sembrano programmati come in un videogioco, infatti percorrono sempre gli stessi percorsi all’infinito e nel momento in cui io entro nel loro raggio d’azione cominciano ad insospettirsi, ma mi basta allontanarmi di nuovo per riportarli nella condizione standard. Tuttavia quando abbandono la barca per salire su una specie di costruzione che si eleva sulla palude ne incrocio uno praticamente faccia a faccia. Al posto di affrontarlo mi defilo ma quello fa per rincorrermi e nella fuga, probabilmente a causa della concitazione, finisco per risvegliarmi nel corpo onirico. In realtà qui ho un momento di vuoto e per un attimo mi sembra di essermi svegliato veramente nella realtà, ma non è così. Mi trovo infatti ancora in sogno, tuttavia il paesaggio è cambiato radicalmente, non sono più in montagna bensì al mare. Sono insieme a C. e stiamo guardando il mare da una spiaggia, dietro di noi la torre di Oniria tutta bianca che svetta sul paese di casette bianche della prima esperienza ad Oniria. In realtà questa volta è più un obelisco vero e proprio, seppure gli spigoli siano molto arrotondati e con delle decorazioni incise sulla superficie. C. mi dice qualcosa ma non ci faccio caso, sono affascinato dal tramonto sul mare: il sole cala rapidamente e nell’ultimo tratto prima di sprofondare dietro la linea d’orizzonte sembra avere vita propria e giocare con la luna, che è spuntata alla sua destra; i due corpi celesti in questo frangente hanno le stesse dimensioni. Poi il sole si tuffa letteralmente nel mare per dare spazio ad una seconda luna luminosissima che orbita intorno all’altra, le due si incrociano diverse volte in delle eclissi, riesco anche a vedere dei piccoli corpi celesti che ci passano davanti formando degli aloni neri sulla superficie dei pianeti. Dopo questa visione incantevole vengo trascinato per la mano su un promontorio roccioso “per vedere l’alba”. Sono incuriosito avendo appena visto il sole tramontare ma effettivamente dopo poco tempo vedo un sole enorme e abbastanza irregolare come forma sorgere. Penso che potrebbe trattarsi probabilmente di un sole diverso oppure il tempo è semplicemente percepito diversamente. Mi viene da tirare fuori il telefono e faccio una foto, ne faccio una anche con C. Il sogno finisce con l’arrivo di un po scontroso che ci rimprovera per il nostro abbigliamento da spiaggia a detta sua poco consono, io gli intimo di allontanarsi e di non infastidire ulteriormente, prima di svegliarmi per via di rumori. Mi accorgo di avere dormito un paio d’ore, che è la durata che ho percepito anche in sogno.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 03/12/2022, 0:16

ONIRIA #5

Divento lucido che sono seduto su una panca di legno in una specie di classe dell’ottocento, non ricordo niente del sogno prima di questo punto. Alla cattedra c’è un professore con i baffi vestito elegante mentre attorno a me ci sono studenti e volti noti della mia adolescenza. Io mi alzo e vado alla lavagna posta dietro la cattedra e prendendo il gesso ci scrivo “siete tutti nel mio sogno” o almeno è quello che penso di aver scritto. Prima ancora di voltarmi sento la classe che comincia a fare versi preoccupati e appena mi giro c’è un corri e fuggi generale. Da un buco nella parete alla mia sinistra entrano ed escono dei personaggi di videogiochi della mia infanzia. In mezzo a questi c’è la mia prof di inglese del liceo, che mi prende per un braccio per portarmi fuori dalla stanza, che sta letteralmente cadendo a pezzi. Mi chiede una cosa strana del tipo di partecipare ad un’intervista sul cervello umano, io acconsento. Mi porta in uno stanzino con una branda, mi spoglio e dei medici mi mettono degli elettrodi sulla testa e sul petto, uno di questi mi chiede se conosco dei sognatori lucidi. Gli dico che io lo sono e di procedere pure con l’esperimento su di me, di scoprire il più possibile. Dopo un po’ di tempo che non riesco bene a quantificare sono ad occhi chiusi e sotto lo stimolo di qualche macchinario sento come il mio corpo implodere e perdo contatto con l’ambiente circostante. Mi sento dentro al mio cervello ma nello stesso tempo riesco anche a vederlo in terza persona da fuori, è rosso chiaro e vedo i numerosi intrecci. Alla fine credo di averne stimolato un punto che mi riporta in me, ma in un mondo diverso. Capisco che è Oniria dalla torre che vedo dall’alto e che evidentemente è entrata nel mio inconscio, sto cadendo ma lentamente perché tengo braccia e gambe divaricate, appena mi faccio più stretto invece acquisisco velocità. Vedo tutto il lato della torre mentre scendo di quota e prima di atterrare noto un’altra persona non troppo lontano da me. Mi avvicino e scopro che è ancora la mia prof. L’ambiente è simile a quello medioevale dell’altra volta, con degli edifici in pietra e una piccola piazza chiusa, la torre è alle mie spalle. Comincio a camminare ma nel guardare la strada mi assale una forte sensazione di deja vu, chiudo gli occhi per cercare di capire. Quando li riapro si alza d’un tratto un forte vento, c’è un grande tornado che si sta avvicinando e la mia prof mi chiama probabilmente per dirmi di trovare riparo in qualche edificio. Per qualche ragione mi viene in mente una task stile Avengers, quella di provare gli occhiali di spiderman in far from home. D’istinto so di doverli recuperare nella borsa nera della mia prof che sta volando in aria sollevata dal vento, riesco a recuperarla e ci tiro fuori dei ray ban neri apparentemente normali ma appena li indosso fanno un click e con un pulsantino richiamo dei missili che si abbattono contro il tornado. Mi sveglio
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 07/12/2022, 0:11

ONIRIA #6

Ultimamente riporto solo sogni con pezzi di Oniria per la task ma ho intenzione di riprendere il diario come routine appena riesco e di migliorare il monitoraggio del sonno.
Esperienza che risale a qualche giorno fa e che ricordo ancora bene ma che voglio appuntare non avendo scritto o registrato niente.

Mi sveglio durante la notte in paralisi e quando finisce ho un obe. Al solito vengo trascinato prima sopra poi accanto al letto ma mi sento un peso sulla schiena. Vado allo specchio e vedo aggrappato a me un mostriciattolo fragoloso (che in paralisi si era divertito a torturarmi) che mi sta succhiando il sangue. Io penso esattamente questo: “levati dai c*****i che non ho tempo da perdere” xD e mi butto di schiena contro il muro, sfracellandolo. Si spappola come un insetto, facendo uscire un liquido appiccicoso. Mi metto davanti al vetro della finestra e penso per qualche secondo ai possibili task da fare mentre ne osservo il realismo con cui è riprodotta nella mia testa. Penso di parlare con i miei parenti e poi ad Oniria. Passo attraverso la finestra ed è mattino presto, fa fresco e il cielo è limpidissimo. Volo fino alla finestra dei miei, vedo mia madre dormire su di un lato dandomi le spalle. Decido allora di non svegliarla e me ne vado. Mi godo il librarmi in volo da casa mia fino alla casa dei vicini, superando il parco che le divide e toccando gli alberi più alti con la punta delle dita dei piedi. Arrivo fino al balcone dei vicini, poi sento un leggero fischio e d’istinto mi viene da voltarmi: vedo mia madre affacciata alla finestra che cerca di individuarmi, ma non può vedermi perché sono invisibile. Sono indeciso se tornare indietro ma alla fine decido di volare via e provare a raggiungere Oniria. Spicco il volo vedendo la città dall’alto, poi sempre in volo chiudo gli occhi per provare a teletrasportarmi e funziona, li riapro che sto sempre volando ma in un posto molto diverso, direi alieno. La superficie è desertica tipo Marte ma dopo un po’ vedo come degli ambienti in miniatura separati tra loro che rappresentano location diverse sparse sul pianeta, come in un videogioco. Quando mi avvicino verso una di queste location si ingrandisce da miniatura quale sembrava oppure io mi rimpicciolisco per adattarmici, un misto delle due cose. Sorvolo una specie di centro commerciale enorme dalla forma stranissima, a strisce bianco e rosse. Ci volo addosso e mi adatto alle dimensioni dell’edificio, la sensazione sul mio corpo è molto particolare e non riesco bene a spiegarla. Mi trovo ora in una sala enorme e vuota. Comincio ad esplorare un po’ in giro ed il senso di silenzio e desolazione è quasi inquietante, tanto che comincio ad urlare se ci sia qualcuno. Alla fine incrocio due po: una donna attraente con passeggino ed un addetto alla sicurezza. Mi avvicino alla donna ma sembra spaventata da me credo perché teme che io sia una minaccia per il bambino. Riesco comunque ad avvicinarmi e chiederle perché avesse paura di me ma continua ad ignorarmi. Allora mi altero leggermente e con un salto le piombo davanti bloccandole la strada, vedo la testa del bambino che si sporge dal passeggino e mi rivolge un gran sorriso, io gli accarezzo il capo guardando la madre come per dire “visto, non è successo niente”. Arriva anche la guardia, vestita tipo vigile del fuoco. Gli chiedo come posso recarmi ad Oniria da qua e lui mi indica dei grossi ascensori in fondo alla sala. Li raggiungo e pigio un pulsante rosso molto grande e uno di questi si apre e io ci entro. In questo momento mi pongo come aspettativa di trovare il paese dei sogni all’apertura delle porte ma temendo di sprecare del tempo decido di teletrasportarmi direttamente da dentro l’ascensore. Chiudo gli occhi e penso “appena li apro sarò ad Oniria”. Al primo tentativo li riapro che è tutto nero ma poi riesco nell’intento senza particolari problemi. Mi ritrovo su una spiaggia in discesa, è il crepuscolo e fa leggermente freddo. Muovendo lo sguardo in cerca della torre la vedo davanti a me in lontananza, è bianca ma sembra molto sottile questa volta, tipo un altissimo totem. Dalla spiaggia rotolano verso il mare migliaia e migliaia di conchiglie e io rimango un po’ a pensare alla potenza di calcolo che devo avere in quel momento per renderizzare tutti questi oggetti. Prendo una conchiglia e me la porto all’orecchio, ne sento il tipico suono tappato e la superficie fredda e umida a contatto con l’orecchio. Poi una voce femminile: “portami al mare prima che si ritiri”. Mi volto e vedo il mare colorato dei colori del tramonto e un lungo pontile alla mia dx che decido di percorrere. Quando sono a metà circa dalla superficie del mare cominciano a saltare dei delfini, sono tantissimi e io sono così felice che mi viene quasi da emozionarmi. Mi lancio in mare con la conchiglia ancora in mano e sono subito circondato di pesci bellissimi, alcuni di color arcobaleno. Nuoto in profondità senza alcun problema di respirazione fino a raggiungere un relitto enorme e apparentemente abitato perché ci sono delle finestre con luci che si spengono e si accendono! Vengo raggiunto da un banco di pesci stranissimi, con le gambe da umani ahah ma poi sento di stare per svegliarmi e succede.

Nota: questa volta ho monitorato con un registratore vocale il momento della paralisi e il risveglio dopo l’obe. La durata è stata di 25-30 minuti, circa il tempo percepito da me in sogno…
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 11/12/2022, 19:03

SOGNO NEL SOGNO, CON GLI UTENTI DI SOGNILUCIDI

11 dicembre ore 06:30

Ho trascritto questo sogno di stanotte perché lo ritengo interessante per la sua struttura complessa (più livelli di sogno) e per la durata percepita (una notte di sonno).
LEGENDA:
- nero: sogno comune
- verde: sogno nel sogno
- viola: sogno lucido nel sogno

Siamo noi utenti di sognilucidi (quelli che partecipano alle riunioni su Discord), riuniti in una sorta di clinica del sonno in stile moderno e futuristico, grandi vetrate con pareti e pavimenti lucidi. Entriamo in una stanza spaziosa nella quale sono disposti dei larghi materassi bianchi, li mettiamo uno accanto all’altro per formare una specie di tappeto sul quale ci sediamo in cerchio e cominciamo a parlare. La conversazione si incentra soprattutto sugli argomenti trattati al DreamCom quindi TALD, S-state, proporzioni temporali, ipnogrammi, io che non capisco cose… poi ci confrontiamo sulle tecniche che avremmo utilizzato la notte, visto che è in programma di passare una notte di test insieme. Neuro è un robot con un monitor sul quale scrive quello che vuole dire. Saladriel è proprio lui sia nell’aspetto che nella voce, gli altri utenti ne immagino l’aspetto ma le voci sono simili. Alrescha mi ricorda vagamente una gatta per qualche motivo. Terminata la lunga conversazione, degli addetti con un camice ci fanno sdraiare sui materassi e ci attaccano delle strumentazioni, credo per il sogno condiviso e per il monitoraggio. Io sono vicino a Saladriel che è alla mia destra e prima di dormire parliamo di alcuni fumetti e manga, me ne consiglia uno in particolare che dico di voler recuperare, iniziava con la D ed era composto di due parole ma purtroppo non riesco a ricordare il nome. Mi giro qualche volta e cambio posizione prima di addormentarmi in sogno. Comincio a sognare, quindi sogno di stare sognando. Ricordo diversi sogni di questa nottata, anche molto lunghi: in uno esploravo un laboratorio sotterraneo alla ricerca di un guanto di tecnologia aliena, in un altro sono in barca a vela sull’oceano circondato da delle orche che si divertono a saltare sul pelo dell’acqua. La cosa particolare è che in due di essi acquisisco lucidità! In pratica sapevo di stare sognando e potevo controllare il sogno e i pensieri ma tuttavia ignoravo di essere incapsulato in un ulteriore sogno (lucidità locale o di II livello mi viene da coniarla, che non è come sognare di essere lucido). Nel primo organizzo un viaggio e prendo l’aereo, vado a Parigi con degli amici. Stiamo camminando in alcune strade che appartengono al mio immaginario visitando alcuni negozi e facendo le tipiche cosa da turisti, quando gli abitanti cominciano ad aggredirci e a trattarci male senza apparente motivo. A questo punto un mio amico dice che siamo stati scoperti e i palazzi della città cominciano a ribaltarsi su loro stessi come nella scena di Inception. Penso di aver già visto questa scena in un film e che quindi questa non può essere reale ma ricreata dalla mia mente. Divento quindi lucido con tanto di effetto sorpresa, la lucidità non è altissima ma riesco comunque a organizzare i pensieri in modo cosciente e a compiere le azioni di conseguenza. La prima cosa che penso è di provare a ribaltare i palazzoni e concentro la mia attenzione sulla scena di prima, che è ancora in corso. Non so dire però se questi si muovevano per inerzia da prima oppure per mia volontà. Fatto sta che ci allontaniamo dalla gente molesta e dopo un po’ ci troviamo in un vicolo che a volte ritrovo nei miei sogni e che è associato a situazioni negative. Infatti veniamo aggrediti da dei gangster vestiti di nero e armati di manganelli e spranghe. Dopo un combattimento in cui appuro di avere abilità di arti marziali ne usciamo vincitori e veniamo pure premiati successivamente da Macron in persona in una piazza gremita di gente. Comunque alle fine mi sveglio sul materasso di prima, sento il respiro affannato di alcuni utenti e ipotizzo che anche loro stavano avendo dei sogni lucidi. Ripenso anche agli altri sogni avuti finora, mi rigiro un paio di volte e poi mi riaddormento. La seconda volta che divento lucido è nel parco vicino a casa mia, sono insieme ad un amico del liceo e per qualche motivo dobbiamo fare a pugni con altri due ragazzi che ci hanno raggiunto. Qui il sogno diventa quasi un incubo perché in un frangente durante il combattimento vedo il mio amico che è gravemente ferito e in fin di vita, questa incredulità sul fatto che potesse veramente morire mi fa dubitare dell’ambiente, poi mi guardo in giro e vedo le foglie autunnali che a intervalli si trasformano in uccellini che volano via. Divento lucido e penso a quanto fossi stato ingenuo a non accorgermene prima per evitare quella situazione spiacevole, dopodiché con i poteri acquisiti metto ko i due tizi, con raggi laser che mi escono dalle mani. Mi sveglio sempre sul materasso con l’impressione di essere stato svegliato, sento Saladriel che mi chiede di passargli la bottiglietta d’acqua che aveva spostato al fine di doversi ricordare durante un risveglio di averlo fatto per aiutare la mente alla lucidità, che è il consiglio che aveva dato Neuro durante il DreamCom. Mi riaddormento un'ultima volta prima di svegliarmi definitivamente che è mattina e gli utenti si stanno man mano svegliando a loro volta, incominciamo i primi confronti su cosa fosse avvenuto quella notte. Durante la conversazione, mentre sto ascoltando, mi sveglio nella realtà.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 23/12/2022, 18:18

@NeuroEngineer il fatto che mi ha lasciato particolarmente sorpreso è stato quello del SL incapsulato in un livello più profondo del sogno mentre quello più superficiale che lo conteneva era un sogno normale. L'ho trovato strano, a te era già capitato?
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 23/12/2022, 18:31

Cavalco un drago
Mi trovo in un sogno comune, sono in un prato che si estende a perdita d’occhio insieme ad altre persone. Ad un certo punto vedo volare una grande figura nel cielo che diventa sempre più imponente man mano che si avvicina. La scruto meglio e mi accorgo essere un drago. Guardo incredulo gli amici vicino a me per intravedere le loro reazioni, poi però prendo subito coscienza dell’impossibilità di questa cosa e divento lucido quasi naturalmente. La prima cosa che faccio è sedermi sull’erba umida del prato, sono in quei campi della pianura avvolti dalla nebbia, ci sono due file di alberi al lati, il cielo è bianco. Chiudo gli occhi e comincio a meditare e a contare molto lentamente tra me e me, davanti ai miei occhi compaiono figure astratte come durante le allucinazioni ipnagogiche. Dopo una ventina di secondi mi accorgo però di stare perdendo contatto con la realtà del lucido e ripensando al drago di prima decido di non sprecare questa bella occasione che l’inconscio mi ha dato e di non ridurla ad un semplice dream-sign. Quindi mi alzo, sono sempre in uno spazio aperto ma assomiglia ora più ad una risaia. Il drago sta ancora volteggiando sopra di me, sono affascinato da questa creatura molto ben riprodotta. Mentre prima vedendolo soprattutto dal davanti pensavo fosse un drago europeo, ora mi rendo conto che è in realtà un drago cinese per via della tipica forma allungata. La stazza dell’animale all’inizio mi mette un po’ in soggezione ma dopo quel pensiero un sesto senso mi fa capire che con me è innocuo. Mi viene allora l’idea di cavalcarlo: lui smette di volteggiare e rimane fermo in aria come fosse una navicella, io colgo il segnale e tramite un alto salto provo a raggiungerlo. Quando perdo di slancio mi guardo attorno e sono a parecchi metri da terra ma ancora lontano dall’animale, così tramite una sorte di volteggio riprendo un secondo slancio e così via finche non raggiungo il dorso dell’animale. Salirci sopra non è facile perché i miei movimenti in questo frangente sono molto rallentati, come avessi le gambe atrofizzate. Riesco infine a sedermi sul dorso del drago, tra due grandi scaglie. Vedo la testa dell’animale con una peluria verde, per come è fatto lo trovo simile a questo
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ma i colori del corpo mi ricordano anche quello della Città incantata (grigio e bianco). Cominciamo a volare velocemente, qui la mia adrenalina sale notevolmente e sono felice di stare vivendo questa esperienza unica, il suono dell’aria che mi viene addosso è molto forte. I paesaggi cambiano rapidamente, passiamo da zone ad alta altitudine passando tra le nuvole ad alcune cime di montagne stilizzate a mo’ di disegni giapponesi, ci sono vibes alla dragonball. Usando la scaglia davanti a me come fosse la leva di pilotaggio di un aereo provo a far abbassare di quota l’animale, apparentemente riuscendoci. Raggiungiamo un ampio spazio aperto vicino ad un fiume ed un accampamento di uomini di una comunità tribale. Da un macchinario partono enormi frecce verso di noi, un senso di onnipotenza mi assale e il drago destreggiandosi bene vola fin sopra l’accampamento per poi sputarci sopra una fiamma… blu! Qui il sogno si fa confuso, vengo sbalzato per terra e sento di stare per perderlo, così provo a stabilizzarlo ma è difficile. Alla fine decido di svegliarmi col ricordo fresco del drago. Sento ancora l’adrenalina e riaddormentarsi è difficile ma ne è valsa la pena
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 30/12/2022, 2:37

29/12/22 ore 5

VEDO LA MIA ANIMA

Mi ritrovo lucido senza memoria di un sogno precedente. Sono sdraiato supino su un lettino operatorio reclinato sul quale ci sto a malapena, con la schiena leggermente inclinata di modo che possa vedere per intero il mio corpo. Ho una forte luce da ospedale puntata addosso che crea un’area luminosa intorno a me al di fuori della quale è buio, un po’ come le luci a teatro. Per i primi secondi prendo coscienza di questa situazione per poi decidere di sperimentare qualcosa di nuovo e spirituale, ispirazione che mi è venuta leggendo diari di alcuni utenti, in particolare quello di olrac. Non ricordando la formula esatta per richiamare la mia coscienza dico di volere vedere il “vero me”. Sento una voce avvicinarsi da lontano ma non sono sicuro provenga dall’esterno, sembra essere nella mia testa e la sento muoversi da una parte all’altra della mia mente. Questa voce inizialmente è un bisbiglio incomprensibile, poi a tratti si palesa vicino al mio orecchio ma sempre come fosse all’interno. Non ricordo le parole esatte ma ad un certo punto riesco a capire delle frasi tipo “allora è il tuo vero te che stai cercando” oppure “pensa bene a quello che desideri”. Alla fine la voce diventa molto profonda e l’eco rimbomba nella mia testa, mi dice di abbandonarmi a lei e se lo faccio sarò in grado di vedere la mia anima. Aggiunge anche con una certa insistenza che questo metodo con il quale sarò in grado di conoscere la mia coscienza è infallibile e ad una sua parola il processo avrà inizio, io non devo fare nulla. Il mio battito aumenta e sento di stare sudando ma decido di andare fino in fondo, chiudo gli occhi e cerco di seguire le istruzioni provenienti dalla mia mente. Parte una specie di countdown al termine del quale immediatamente mi sembra di venire sparato con un razzo e mi sento fisicamente in un’altra dimensione rispetto a prima. Passa un po’ di tempo e dal buio che vedono i miei occhi si plasma un ambiente stranissimo fatto di forme geometriche e colori saturi e accecanti. Mi ritrovo a fluttuare ma non controllo il volo, vengo come risucchiato in avanti verso questi muri di geometrie impossibili simili a queste:
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Durante questo mio continuo cadere in avanti mi sembra di andare a sbattere contro queste pareti che non sono rigide bensì soggette ad una continua curvatura. Vivo tante volte la sensazione di essere sul punto di schiantarmi contro le vetrate colorate ma non succede mai, sono sempre lì sull’orlo come fossi energia potenziale pura tipo un elastico fermo nel tempo nell’atto in cui viene lanciato. Questo continuo vuoto allo stomaco comincia a nausearmi e mi sento sul punto di svenire. Chiudo gli occhi e mi dico di rilassarmi e controllare il pensiero, ma questo provoca il ritorno nel lettino di prima. Riapro gli occhi e sono ancora disteso, ogni sensazione strana di prima è svanita ma la voce mi incalza ancora dicendo: “allora la vedi, è lei”. Guardo nell’oscurità davanti a me e distinguo chiaramente una sagoma grigia e trasparente a mezz’aria che dopo pochi istanti si dilegua, la mia anima. A questa visione mi raggiunge la certezza che il procedimento non sia andato a buon fine e che il fatto che si sia dileguata così in fretta è dovuto alla mia agitazione. Ma tutto sommato il mio trip l’ho fatto e ne sono soddisfatto. Mi alzo dal lettino, dietro di me c’è una finestra oscurata da delle persiane, la attraverso e volo di fuori. Atterro su un prato verde, la giornata è bella e luminosa. Corro verso la fine del prato dove è radunato un gruppetto di persone che sembrano essere mie amici in quella circostanza ma che non conosco realmente. Provo a spiegargli quello che mi era appena successo per vedere le loro reazioni. Mi avvicino in particolare ad un signore che mi ricorda il professor Pym della marvel e che mi dà l’idea di essere un PO di cultura. Sono stupefatto dalla spiegazione che mi dà dell’accaduto, non tanto per la fondatezza o meno della tesi che espone quanto per la terminologia che usa e che non sapevo di conoscere, nonostante provenga dal mio inconscio. Mi guardo in giro e capisco di essere in oriente, in Giappone. Ci sono templi buddisti sparsi qua e là e un’alta pagoda rossa. La comitiva di persone mi segue e mi incalza dicendo di ripetere la cosa che avevo vissuto e da qui mi viene l’idea di provare ad uscire dal corpo onirico. Intanto mentre camminiamo il paesaggio cambia gradualmente e dalle stradine di templi ci ritroviamo tra edifici futuristici, probabilmente dei padiglioni di una fiera o expo. Accanto ad un edificio in vetro a forma di clessidra mi siedo quindi a gambe incrociate e comincio a meditare con il preciso scopo di uscire dal mio corpo. Comincio a percepire tutti i rumori che mi circondano, dalle voci delle persone che si allontanano al cinguettio degli uccellini e al battito d’ali di una farfalla. Mi sembra di essere diventato un tutt’uno con la natura, è una sensazione molto piacevole e rilassante. Dopo circa un minuto, in seguito alla percezione di essere stato spinto fuori da me mi ritrovo a guardarmi dall’alto, il me stesso che medita. Il mio corpo onirico che sta meditando indossa un abito da monaco orientale e sta fluttuando a qualche centimetro da terra, completamente assorto. Comincio a camminare in questi ampi spazi bianchi tra i moderni padiglioni con l’intento di ritrovare gli amici di prima che mi hanno lasciato indietro e mostrargli quello che stava succedendo. Infine li raggiungo in un enorme cupola fatta a mo’ di geomag, dico loro che quello che vedono non è il mio “vero me”, che io in realtà sto meditando diversi padiglioni più indietro. Quindi facciamo a ritroso lo stesso percorso fino a raggiungere l’altro me. Le persone sono stupite e si mettono a toccare il corpo che sta levitando come fosse un’attrattiva, io non sento alcuno stimolo fisico ma un sesto senso mi dice che quello che stanno facendo è sbagliato e mi sento riattratto dal mio corpo onirico per proteggerlo. Qui il sogno si interrompe di colpo e mi sveglio.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 17/01/2023, 15:11

16 Gennaio ore 05:28

OBE MISTICA NELLO SPAZIO - continuo la task del sé superiore

Questa notte faccio fatica a prendere sonno e mi sveglio più volte durante la notte, in uno di questi momenti mentre cerco di riaddormentarmi ripenso ad una cosa di un libro che sto leggendo sulla coscienza ed improvvisamente il mio corpo è assalito dalle scosse. All’inizio ho intenzione di interrompere il processo perché so che farei solo più fatica a riaddormentarmi poi, ma la sensazione è piacevole e mi ci abbandono. Mi siedo sul letto, prendo il telefono dal comodino per controllare l’ora e mi accorgo che lo sfondo è lo stesso e ho due chiamate perse. Poi provo ad accendere la luce della lampada ma non funziona, allora mi alzo ed esco dalla stanza. Mi fermo ad ascoltare i rumori, il cinguettio degli uccellini da dietro la finestra e una leggera pioggia, fuori vedo le foglie per terra bagnate. Rimango a pensare per un po’ provando a ripescare dalla memoria gli obiettivi che mi ero posto e mi viene in mente la ricerca di me stesso. Decido di invocare il mio me superiore copiando l’idea di utenti esperti, questa volta la formula la pronuncio in modo esatto. Le sensazioni che seguono sono difficili da descrivere, il mio corpo improvvisamente viene avvolto da una forza invisibile come un campo magnetico a cui seguono potenti vibrazioni interne che lentamente cominciano a smaterializzarmi partendo dai piedi e dalle gambe. Il cuore mi batte forte per l’adrenalina al pensiero di stare scomparendo ma non faccio in tempo a provare a muovermi che la forza mi attrae e mi trascina lontano, mi giro e vedo la camera e la sala allontanarsi rapidamente, poi il cortile e le strade, gli alberi e tutto rimane in prospettiva finché casa mia non diventa solo un puntino lontano. Sono impotente e non riesco ad oppormi a questa forza quindi non faccio resistenza e lascio sfilare il paesaggio finché non raggiungo velocità assurde e le cose attorno a me cominciano a deformarsi e a mischiarsi tra loro come se ci stesse risucchiando un wormhole. Poi il buio più totale, chiedo la luce ma non arriva. Sono bloccato in questo limbo da cui non mi sveglio, passano i minuti ma non succede nulla. Immagino allora di essere nello spazio cosmico e lentamente vedo apparire una scia luminosa dal buio che ruotando su se stessa si condensa in un pianeta gassoso, credo sia Giove anche se è diverso da come l’ho visto altre volte. Poi mi guardo meglio in giro e dietro il pianeta ne vedo altri in penombra, forse l’intero sistema solare è di fronte a me. Comincio a volare velocemente in linea retta con l’intento di raggiungere il pianeta più lontano ma le distanze non si colmano anzi, mi sembra di allontanarmi da ogni punto di riferimento come se stessero scappando da me. Non so bene cosa fare e con la lucidità che se ne sta svanendo ripenso a me stesso che dormo nel letto e boom, vengo teletrasportato di nuovo nel parco vicino casa. Mi avvicino ad un pino e tocco la corteccia umida per stabilizzare il sogno che mi sta scivolando via. Funziona e la mente torna perfettamente cosciente. Sento una voce provenire dietro di me, mi volto e vedo un vecchio coi capelli bianchi seduto su una panchina che sembra aver voglia di parlare. Gli chiedo di spiegarmi il significato di quello che ho vissuto e lui mi risponde sorridendo: “è stata l’anatomia di un minuto”. Quindi è successo tutto in un minuto (?) penso. Poi comincia a parlare a ruota libera frasi lì per lì sconnesse e enigmatiche ma che potrebbero aver avuto un senso che lì per lì non ho colto. Mi isolo per un attimo a pensare ma alla fine mi sveglio e controllo l’ora.

Comparazione ipnogramma 16/01 con battito cardiaco (sonno breve e con risvegli)

Immagine Immagine

Purtroppo il Fitbit non permette di metterli su uno stesso grafico. Inoltre ha commesso un errore nel rilevare il momento dell’addormentamento (se non ti addormenti subito tende ad alternare momenti di veglia e sonno leggero, come successo anche a ipparcos).
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 31/01/2023, 15:41

LABERGE

Sto facendo un brutto incubo, cosa che mi succede raramente, ma grazie alla presa di coscienza durante il sogno riesco a interromperlo. Non credo di essermi svegliato realmente, comunque mi ritrovo nel letto in preda a sensazioni forti di vibrazioni che sento mi stanno portando in un lucido. La transizione dura circa un minuto, al culmine della quale raggiungo velocità elevatissime catapultato nello spazio, vedo le luci di innumerevoli stelle scorrermi davanti come lucciole, insieme a galassie colorate. Poi qualche secondo di buio e sono davanti casa mia, ma a parte questo l’ambiente è abbastanza diverso. Comincio a volare per esplorarlo, c’è un bosco di piante molto alte e spoglie che si estende per molti chilometri. Raggiungo la cima e salto tra i rami più alti, ai quali sono attaccati dei piccoli frutti. Ne prendo uno in mano e lo faccio passare tra le dita per testare la consistenza, è ruvido e gommoso. Mi viene in mente la task di Reylock sui frutti sconosciuti, quindi me lo metto in bocca ed è un esplosione di sapore. Mi ricorda vagamente quelle caramelle liquide all’interno che sanno di frutta chimica. Quindi riprendo a volare ma mentre fluttuo nel cielo mi ricordo di una cosa fondamentale, ovvero che la sera prima nella realtà ho messo una telecamera a infrarossi per riprendermi mentre dormo, infatti sto facendo alcuni esperimenti per capire meglio la mia routine notturna e quello che succede nei momenti diciamo chiave. Quindi comincio a pensare a cosa potrebbe aver ripreso e soprattutto se sono girato nella posizione corretta per la ripresa. Cerco di ricordare il passaggio tra l’incubo e il lucido per capire prima di tutto se mi fossi svegliato veramente e poi da che parte fossi girato, se dx o sx. Ma mi rendo conto che potrei fare solo ipotesi e che pensare troppo a io che dormo mi porterebbe al risveglio. Mi prefiggo tuttavia una task che volevo provare, cioè ricreare l’esperimento di Stephen LaBerge, quello sulla correlazione tra intenzione nel SL e movimenti nella realtà attraverso il movimento dei bulbi oculari nella fase REM lucida. Decido che lo farò prima di svegliarmi. Riprendo contatto con la realtà onirica, il bosco è finito e ora c’è una vegetazione amazzonica di cui non si vede il fondo o probabilmente non c’è fondo, infatti questa parte del sogno sembra come un bug grafico di un videogioco in cui gli oggetti fluttuano in uno spazio nero e vuoto. Provo ad addentrarmi e vedo degli ippopotami che galleggiano nell’aria come fossero in uno stagno. Poi mi riallontano e provo alcune varianti del volo, tra cui quella di fluttuare sdraiato a pancia in su. Nonostante ci sia luce il cielo sopra di me è notturno e pieno di stelle. Riconosco un paio di costellazioni ma poi le stelle cominciano a muoversi in sintonia creando forme diverse, è uno spettacolo bellissimo e starei lì a guardarlo per ore. Nella loro coreografia diverse stelle sembrano poi come precipitare verso di me lasciando delle scie e comincio a pensare che possano essere esseri coscienti proprio come me. Quindi il gruppo di stelle diventa uno di anatre nella tipica forma a V che fanno loro. Una di loro mi atterra vicino e comincia a fare versi rivolti a me. Ovviamente non ne capisco il significato, ma provo a comunicare telepaticamente con lei pensando di poter parlare con una stella nel corpo di un’anatra. Non riesco nell’intento. Nel seguire l’animale mi ritrovo in un piccolo borgo molto fiabesco, le casette sono di colori accesi e disposte tutte affiancate in vicoli stretti. La città non sembra essere a misura d’uomo perché è tutto abbastanza rimpicciolito. Raggiungo una specie di torre con un balcone in cima, al quale sono affacciati un uomo e una donna con il figlio piccolo di etnia asiatica. Il padre mostra con la mano l’orizzonte al figlio ed io da sotto dico scherzando “un giorno tutto questo sarà tuo”. Loro mi guardano sconcertati. Poi provo a fare comparire degli animali da dietro gli angoli dei vicoletti, riesco con un gatto ed un coniglio, ma alla fine decido che è il momento di provare a muovere i bulbi oculari e lo faccio chiudendo e riaprendo gli occhi guardando in alto in modo forzato, per due volte. Quindi cammino ancora un po’ a caso finché non mi sveglio. Fortunatamente sono girato nel lato di ripresa, quindi controllo se è successo qualcosa.

Esito:
Circa un minuto prima del risveglio, cioè dal momento esatto in cui apro gli occhi, si nota chiaramente nella registrazione che per due volte i bulbi oculari si muovono verso l’alto ma non solo, anche la parte delle palpebre e delle sopracciglia. Gli occhi in una piccola parte sono addirittura aperti. Non ci sono altri momenti in cui ricapita qualcosa di vagamente simile. Da questo non posso dedurre ovviamente una relazione 1 a 1, ma l’ho trovato interessante e vorrei approfondire questa cosa. Potrebbe anche trattarsi di qualche fenomeno legato alla paralisi del sonno e confermerebbe in questo caso un’altra mia ipotesi, cioè che ogni tanto i miei occhi provano ad aprirsi durante un’esperienza lucida.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 11/02/2023, 16:00

IL MIO CANE HA LE ALI

Mi sveglio da un sogno vivido. Mi sento scivolare via sul lato esterno del letto e mi ritrovo per terra nella stanza. Comincio a fare il solito giro di ricognizione prima di uscire dalla porta o dalla finestra quando l’atmosfera si fa cupa e percepisco delle vibes negative. Un grosso cane nero è spawnato nella camera e mi ringhia con fare minaccioso. Dapprima provo a gestirlo come farei nella realtà, provando a calmarlo e a non farmi vedere intimorito. Lui però evidentemente mi considera una minaccia e mi salta addosso provando a mordermi gambe e braccia. In questo momento di concitazione provo a usare i poteri onirici per farlo sparire, ma forse per la stabilità del sogno o perché troppo coinvolto nel momento, non riesco nell’intento. Riesco tuttavia a trasformarlo, infatti mentre mi attacca lo prendo pensando che sia il mio cane. Questo diventa davvero il mio cane nella realtà, a partire dal pelo, che gratto per tranquillizzarlo e per stabilizzare la situazione: la sensazione sulle mani è la stessa che provo realmente quando lo accarezzo. A questo punto decido di abbandonare la stanza per volare e andare ad esplorare il sogno, ma mi sento in colpa a lasciare il mio cane lì così che mi guarda. Decido allora dapprima di portarlo con me ma poi mi viene un’idea migliore: fargli crescere le ali. Penso che potrebbe diventare una specie di Pegaso ma canino. Lo prendo in braccio e lo lascio andare lentamente davanti alla finestra con questo obiettivo in testa e il risultato mi lascia abbastanza sorpreso. Gli compaiono delle grandi ali bianche e luminose ai lati del corpo e lui sembra essere perfettamente a suo agio, come fosse da sempre la sua vera natura. Lo osservo da dietro la finestra aperta mentre rimane a mezz’aria con queste ali angeliche e una luce calda che lo circonda (questo momento assomiglia tipo ad una visione religiosa). Quindi gli balzo in groppa e cominciamo a volare sopra i parchi e i palazzi. Non ha bisogno di battere le ali per rimanere in aria, lo fa forse un paio di volte ma per il resto rimaniamo alti sfruttando le correnti come i gabbiani. Mentre voliamo vedo il mio gatto sul balcone di un vicino che appena mi vede si mette a miagolare, o meglio… a ruggire. Emette un ruggito talmente forte da far tremare l’aria e le cose tutt’intorno. Comincio a pensare che gli animali di questo sogno siano quello che vorrebbero essere, visto che il mio cane ora ha le ali e il mio gatto ruggisce che nemmeno Aslan il leone. Improvvisamente il cielo si fa più scuro e comincia a piovere e a cadere qualche lampo. Il mio cane ha il terrore dei temporali e infatti scappa via lasciandomi da solo in quella che a breve diventa una tempesta. Riesco a volare ma il vento diventa così forte che non posso decidere dove andare, è lui che mi trascina in avanti. Smetto di provare a resistergli e piuttosto analizzo le sensazioni che sento, l’aria fredda sulla pelle e i capelli, i vuoti d’aria. Poi il cielo si riempie completamente di fulmini che mi cadono vicini, fino a colpirmi. Io chiudo gli occhi e sento le scariche elettriche sulla pelle ma non mi fanno male, al massimo fastidio. Avendo domato i fulmini penso di essere diventato una specie di Electro, quindi protraendo le braccia in avanti con i palmi aperti genero delle saette blu di un paio di metri di lunghezza. Ora riesco a controllare il volo e sfidando la paura volo in verticale in alto verso le nuvole nere e i lampi fino a salire così in alto da superare i fenomeni atmosferici. Mi trovo ora in uno spazio buio con una leggera foschia, non vedo la luna né il sole e sotto di me è tutto sfocato dalle nuvole. Decido di esplorare un pianeta del sistema solare, propendo ancora per Saturno. Quindi chiudo gli occhi e mi immagino lì davanti a lui come successo altre volte, ma questa volta non funziona. Penso subito che è uno scherzo del subconscio, visto che la sera prima al DreamCon avevo detto di avere ormai padroneggiato questa tecnica. Ci riprovo per due-tre volte ma niente. Sono indeciso quindi se ritornare al suolo per recarmi nel punto dove di solito il teletrasporto funziona oppure di fare qualcos’altro. Mentre ci penso mi rendo conto che prima mentre volevo andare su Saturno in realtà per qualche motivo stavo visualizzando Giove e che questo poteva essere il problema. Ci riprovo e questa volta funziona, almeno in parte. Mi teletrasporto in un luogo decisamente extraterrestre per via dei suoi abitanti. Sono in piedi davanti al bancone di un pub in stile space-western, insieme ad esseri alieni seduti vicino a me. Mi ricorda una scena della serie Mandalorian, sembra la taverna di Mos Eisley a Tatooine, vedo anche la sabbia del deserto fuori dalla porta dietro di me. Mi rivolgo ad una creatura che ricorda vagamente Jar Jar con una proboscide. Gli chiedo su quale pianeta ci trovassimo ma lui, capendo quello che dico, di risposta si rivolge agli altri commensali in… napoletano! Riesco a capire qualcosa di quello che dice, ovvero che pensa lo stia prendendo in giro. Provo a convincerlo che non è così ma poi impazientito gli dico che essendo io il sognatore dovrebbero fidarsi di me ma senza risultato, anzi, parte qualche risatina di circostanza. Decido di lasciare perdere ma nel momento in cui provo a varcare la porta per uscire, la luce che viene da fuori mi acceca completamente, poi mi sveglio.
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