Non potevo dimenticare di copiare qui nel mio diario la più bella (forse) esperienza di sogno lucido di sempre. Quella con cui ho partecipato al concorso per il ''miglior sogno lucido''.
Ne aprofitto del momento per far sapere agli utenti arrivati o tornati da poco che se sono interessati possono partecipare ancora in modalità fuori concorso.@Luna e @Saladriel visto che siete utenti esperti potrebbe interessarvi, anche solo per leggere delle belle avventure
viewtopic.php?f=47&t=13001ESPERIENZA STORICA7/5/2019
62°Sogno Lucido - La città perfetta
Premessa: Io sono uno che usa molto l'immaginazione da sveglio. Mi immagino come cambierei le cose, simulazioni mentali, progetti e cosi via.
Una delle mie più vecchie costruzioni mentali è una città in un mondo parallelo al nostro, dove sostanzialmente le cose non funzionano come nell'Italia in cui viviamo...sarà il desiderio di vivere in una civiltà dove logica e coerenza prevalgono, ovviamente senza negare alcuni tratti utopici della cosa, ma questo progetto immaginario negli anni è cresciuto, e dato che ho imparato a fare i sogni lucidi ad un certo punto ho tentato di visitare questo luogo.
Questa città-stato è costruita sull'idea di Neo-Tokio 3 di Evangelion perché mi piace la luminosità dei grattacieli e la sua grandezza ridotta. E si colloca proprio di fianco al mio paese reale da cui prende il nome con il prefisso Neo- cosa che la rende (volendo) più facile da raggiungere. (Questa foto con i monti dietro è proprio azzeccata)

- NeoTokio3..png (388.84 KiB) Osservato 2640 volte
Mi trovavo in un luogo semi-urbano in cattive condizioni. Le piante arrampicanti coprivano alcuni piccoli edifici e c'erano materiali edili sparsi un po'ovunque.
Forse era una base militare abbandonata, e li stavo giocando a softair con degli amici ed ex compagni di scuola.
Due avversari si dichiarano colpiti ed alzano la mano. In quel momento mi accorgo di non avere la maschera protettiva per gli occhi quindi intuisco che c'era qualcosa di strano.
Penso ad una realtà virtuale, ma poi mi viene in mente di contarmi le dita e ne conto 6.
[slpc]Volevo cambiare subito ambientazione con una di più interessante.
Passo in mezzo a due bambini che giocavano e arrivo al bordo del campo da gioco. C'era una barriera da cantiere che delimitava il perimetro. Oltre c'erano palazzi di una periferia di città qualsiasi.
Per superarla ci sono corso contro separandomi in tanti pezzi e ricomponendomi subito dall'altra parte.
Qualche passo più avanti ricordo un bar con la classica insegna dei gelati all'esterno. Li ho guardati, erano tutti viola. Ne ho preso uno direttamente dal cartello (stranissimo) e l'ho assaggiato.
Era ricoperto di cioccolato viola con pezzi di bagigi, al tatto non era freddo come doveva essere e aveva un gusto molto tenue (...) Ho un vuoto di memoria.
Avevo proseguito verso l'interno della città con qualcuno (che poi e sparito) e facendo tre salti ho preso il volo.
Non so se ho generato io la mia città o se è stato l'inconscio a farlo in automatico, comunque all'alto riuscivo a vedere meglio alcuni grattacieli del centro città esattamente come l'avevo immaginata.
Il problema è che riuscivo a volare solo fino al tetto degli edifici più bassi che la circondavano. Andare più in alto era troppo ''faticoso''.
Mi appoggio su uno degli edifici della via in mattoni rossi tipo periferia di New York e stabilizzo il sogno, urlando anche di trovarmi in un lucido, cosa che mi aiuta ad aumentare la lucidità.
Mi butto giù e cammino per le vie per osservare com'era. In quel punto sembrava molto una città americana, ma noto una cosa particolare. Nelle colonne di alcuni marciapiedi coperti sotto gli edifici c'erano delle alte colonne di cassetti di archivio dentro la muratura, che potevano essere usati dagli abitanti per mettere le cose mentre erano all'aperto. Questa cosa l'avevo già sognata in un sogno normale credo nel 2011. Mi ha colpito ritrovarla li.
Al centro di un incrocio di strade a ''V'' c'era un edificio con due fontane che fiancheggiavano un entrata. Ci sono entrato, e questo posto lo percepivo come il mio ''ufficio presidenziale''

Ricordo ancora che nella prima stanza d'accoglienza si sentiva il rumore dell'acqua delle fontane all'esterno. I mobili erano pregiati in legno scuro e c'erano diverse librerie e una scrivania in legno. Una stanza non eccessivamente grande ma davvero prestigiosa e con un fascino d'altri tempi.
Uscendo ho deciso di prendere il volo di nuovo, e di dirigermi verso il centro vero e proprio della città, dove ci sono cinque grattacieli più alti rispetto agli altri edifici.
Per qualche motivo faticavo a raggiungerli...mi sembrava di girarci sempre intorno, e nell'intenzione ho perso parzialmente lucidità.
Nel mentre ho trovato ben tre chiese diverse, che nel progetto non erano previste. Nella prima di queste, la più grande, ci sono salito sopra e ho osservato dall'alto una piazza che sembrava piazza San Marco di Venezia circondata da un contesto più moderno.
In quella successiva ci sono sorvolato intorno ma era poco più di un rudere.
L'ultima era la chiesa del mio paese ma più grande (...) In questo punto ho di nuovo un amnesia.
Sono riuscito a recuperare lucidità ma mi trovavo fuori città in mezzo ai campi.
Ho preso il volo per provare nuovamente a raggiungere il centro. Poco dopo il decollo è partita una canzone che non ho mai sentito, molto energica e se non ricordo male di genere punk.
Sembrava di essere ai titoli di coda alla fine di un film, e infatti in poco tempo diventa tutto buio e mi sveglio[/slpc]
Nel diario ho segnato che mi ricordo vagamente di aver fatto molte altre cose in questo lucido, ma è stato piuttosto lungo quindi non me le sono ricordate tutte.
È stato molto bello vedere un luogo immaginario materializzarsi e poterlo esplorare. C'erano delle aggiunte che non avrei mai immaginato ma anche l'imprevedibilità ha suo fascino.
Piccola annotazione: In questo momento riflettendo sul finale mi sono accorto che in diversi sogni lucidi che ho fatto alla fine parte una canzone poco prima del risveglio. In particolare quelli lunghi.