Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > pagine di sogni di Alrescha

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda cla96 » 16/12/2014, 1:57

le leggo domattina,complimenti : WohoW :
«Life before Death,Strenght before Weakness,Journey before Destination»

Task (lista in aggiornamento):
1)Mangiare pizza in sogno
2)Essere un Corrivento
3)Avere i poteri di un Mistborn
4)Scoprire che aspetto abbia il mio Incanto Patronus
5)Riconoscere dei Sognospren
6)Creare una mappa del sogno
7)Disegnare un Aon in aria
8)"Prendere" la luna
9)Animare un oggetto
10)Utilizzare un Aletiometro
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda NebulaWa » 16/12/2014, 14:14

A a che fare con i segni sulla porta vero?
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 16/12/2014, 19:56

NebulaWa ha scritto:A a che fare con i segni sulla porta vero?

No, non credo ci sia collegamento se non la concretizzazione di qualche mio timore per qualche motivo. Non c'era alcun segno sulla porta
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 30/12/2014, 16:19

28 dicembre 2013

Il mostro e la gatta

Brevissimo lucidino.
Mi sono svegliata che erano le 8 e 55. Dato che mi sono prefissata il mio tempo limite di dormita da vacanze natalizie a non più tardi delle 10:30, decido di sfruttare l’ora e mezza rimanente per provare a riaddormentarmi sperando di continuare la task del labirinto con Nebula e Amrod.
Attendo ad occhi chiusi che arrivino le ipnagogiche e tenendo a mente i concetti di labirinto e Nebula, finisco per essere proiettata all’interno di una stanza grigio chiaro e neutra. In realtà non mi accorgo affatto del passaggio veglia/sogno.
Il lucido ha poco controllo ma comunque sono consapevole di sognare. Dentro la stanza c’è un unico tavolino di legno. Di fianco a me c’è Nebula, o almeno lo percepisco come tale ma non mi volto per guardarlo perciò la sua presenza è data solo dalla mia sensazione e, con il senno di poi, questo significa che poteva essere chiunque d’aspetto anche se la sua identità non cambiava. Sono lì per una precisa ragione: trovare il mostro del labirinto. So che è qui perché è una delle informazioni che il sogno ti dà in automatico e che spuntano tante volte dal nulla.
Con Nebula a seguirmi, mi avvicino di corsa al tavolo rettangolare in legno che assomiglia un po’ a quello di casa mia anche se è senza tovaglie. Sotto il tavolo c’è uno scatolone con dentro la mia gatta appallottolata su se stessa nel solito consueto modo dei gatti quando dormono.
Mi blocco per la sorpresa. Non può essere lei il mostro e anche se fosse non credo che riuscirei mai a combatterci contro perché provo troppo affetto.
La mia gatta si sveglia appena ci avviciniamo, alza la testa e mi miagola contro beata e felice.
Appena si muove però, anche la sua coda si alza (coda che nella realtà è rotta e quindi penzola come morta perché non sente più gli impulsi nervosi) e poi non è solo una ma in un attimo comincia a moltiplicarsi e diventano ben tre code.
Al che comincio già a sentire che c’è qualcosa che non va e che forse non devo farmi ingannare dall’aspetto esteriore della mia gatta
.
Qui però il sogno si interrompe di colpo e mi sveglio che sono quasi le 10.

Un lucido pessimo ma comunque collegato ad una task, quindi magari potrebbe avere una sua continuazione in futuro e così ho deciso di scriverlo ugualmente.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 30/12/2014, 16:48

@NebulaWa
Sogno del 30 dicembre 2014

Essere vento d'inverno

Ieri sera sono andata a dormire carica di adrenalina e di euforia. Ero convintissima di poter fare un buon lucido. Niente pensieri, niente task precise ma portando a dormire con me la voglia di essere libera e di divertirmi. Questo il mio obiettivo per la nottata.
C’è stato prima un lungo sogno normale in cui dovevo ridipingere il bagno di casa mia di bianco. I miei genitori erano fuori casa ed io avevo pensato bene di cominciare senza di loro sperando di riuscire in tempo per fare una sorpresa e togliere loro il lavoro. Mescolo la vernice bianca con la trementina (mah...) per renderla fluida e comincio a darla sul muro…però non tolgo i mobili. A metà mi dico che cavoli, non posso pitturare senza toglierli altrimenti è vero che non si spostano mai ma dietro il muro rimarrà di un altro colore. E insomma tutto il sogno si svolge con io che dipingo il mio bagno di servizio di casa, con tutte le buone intenzioni ma consapevole di aver fatto un danno perché la vernice da un tipo di bianco magicamente mi diventa di un bianco-verdognolo, i mobili sono sporchi, i muri a chiazze di un colore e a chiazze di un altro ed i miei genitori sarebbero arrivati da lì a poco in tempo per vedere il mio casino prima che io potessi porre rimedio.
Dopo questo sogno assurdo che si interrompe a metà prima che dell’arrivo dei miei, finisco in black world. Mi rendo conto che il sogno è finito e questo mi porta a essere consapevole che sto dormendo.
Decido di aspettare e comincio a sentire delle ipnagogiche uditive con una canzone di un gruppo di miei amici. Nella realtà cambio posizione perché sento il braccio destro in una posizione scomoda e questo spostamento ha l’effetto di interrompere subito la musica. Non aprendo gli occhi però sono ancora immersa nel buio e dopo poco ecco che un’altra canzone (in realtà inesistente ma la voce è comunque quella del mio amico cantante) prende il via.
Da lì a poco si forma attorno a me un prato verde. Mi trovo sopra una collina, con un sole che splende quasi fosse primavera.
Comincio a correre sul prato, ridendo. Allargo le braccia con la voglia di giocare con questo mio mondo. Arrivo sul punto più alto della collina da cui posso vedere altre colline più in là diventare sempre più basse e finire a mare verso destra mentre in direzione nord-ovest c’è una montagna che finisce a strapiombo sullo stesso mare. Spicco un balzo prima che la collina sopra cui sono cominci a scendere e, seguendo l’ispirazione del momento, mi trasformo in vento invernale che trasporta fiocchi di neve. Percepirmi fresca volare sotto forma di neve e vento senza alcun corpo e sapendo di essere senza alcun limite mi fa sentire viva e di una felicità indescrivibile. Riesco persino a vedere i fili d'erba piegarsi e ondeggiare al mio passaggio.
Salgo in verticale, in alto verso il cielo, e poi mi butto giù in picchiata a terra. Sotto di me si apre un buco gigantesco con un diametro di qualche metro, tutto verde e marrone come il prato e la terra su cui si è formato. E’ un tunnel che farà da alternativa al teletrasporto che non amo particolarmente.
Imbocco il tunnel sapendo già dove mi porterà: da NebulaWa.
Attorno a me le pareti del tunnel corrono veloci e chiare, senza alcuna traccia di buio o ombra come se mi trovassi ancora sotto la luce del sole, mentre i fiocchi di neve che trasporto si muovono tutt’introno a me.
Sbuco quasi subito dall’altra parte con l’apertura del tunnel che stavolta è verticale e a mezz’aria. Sotto di me c’è un nuovo prato anche se più scuro e spento. In alto ci sono nuvole grigie che portano pioggia e poi Nebula che sta fermo lì in piedi a qualche metro da me. Alle sue spalle c’è un bosco lontano che sembra montano, di conifere. La fisionomia del volto di Nebula è spigolosa e con zigomi alti e pronunciati, i capelli scuri e lunghi stavolta non legati a coda ma sciolti e un po’ mossi, il pizzetto scuro. Non sembra essere cambiata dai sogni precedenti. Non indossa un’armatura o cose strane che lo caratterizzi ma solo una maglietta nera a mezze maniche ed un paio di jeans semplici e un po’ scoloriti sul davanti.
Per un attimo torno in forma normale per farmi riconoscere senza però posarmi a terra, rimanendo fluttuante in aria. <<Ragazzi, voi prendete i sogni troppo sul serio>>, gli sorrido alludendo al fatto che per molti utenti i sogni lucidi diventano più un obbligo che un divertimento. Me compresa ovviamente, alle volte sono così concentrata sul costringermi ad averne e sugli obiettivi da fare da non riuscire a coglierne davvero l’essenza.
E qual è l’essenza di un sogno se non l’essere finalmente se stessi in ogni cosa? Il sentirsi a casa nel posto giusto e al momento giusto, privi di catene e di limiti, guidati solo dalla propria immaginazione?
Non mi serve concentrarmi o convincermi per tornare ad essere vento, mi sento così in armonia con il sogno che avviene quasi da sé. Poco lontano dalla figura di Nebula, alla sua destra, si forma un altro buco/tunnel, stavolta non sul terreno ma perpendicolare ad esso e con il perimetro circolare appena tangente al prato. Prendo di nuovo a muovermi e, poco prima di entrare nel tunnel, dirigo una folata di vento freddo e fiocchi di neve verso Nebula che ne viene investito in pieno, sotto il suo sguardo un po’sorpreso, con l’intento di invitarlo a seguirmi.
Imbocco il tunnel, stavolta non sapendo dove mi porterà ma fidandomi comunque e caricandomi di curiosità nell’esplorare. Le pareti di colori chiari corrono al mio fianco ma non arrivo dall’altra parte
perché il sogno finisce spezzato di colpo.
Ho una microsveglia e mi riaddormento in un brevissimo sogno normale che non ricordo.

Da quanto non mi sentivo così bene. Avevo quasi dimenticato questa sensazione di totale spensieratezza.
Diventare vento in realtà non è stato del tutto casuale. Sono andata a dormire con l'idea che magari avrei potuto provare a diventare uno degli elementi piuttosto che limitarmi a dominarli, proprio come Amrod mi aveva suggerito. Poi in realtà forse la scelta è ricaduta sul vento anche per un fattore esterno dato che ha tirato un vento fortissimo per tutta la notte. Comunque svegliarmi al mattino con un sole brillante, il vento freddo proveniente dai monti e vedere una spruzzata di bianco dovuta alla neve che fino ad ora dalle mie parti non si era ancora vista mi ha fatto gioire, un po' come se anche il mondo reale avesse voluto partecipare al mio sogno a modo suo. Ci vuole così poco per cominciare bene una giornata :lol:
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda NebulaWa » 30/12/2014, 21:35

Bel sogno Al, ti consiglio di usare il tag SLTC quando puoi. A dire la verità ieri sera avevo 0 energia. Ma stasera sono molto piu carico, ci vediamo al templio.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 14/01/2015, 3:19

Pomeriggio 7 gennaio 2015

Mani

Nebula il giorno prima mi aveva chiesto di guardare delle immagini che aveva allegato all’interno di un suo post. Io le avevo guardate di sfuggita ma del sogno della notte fra il 6/7 non ricordo nulla.
Il pomeriggio del 7 provo a visualizzarle anche se nebula mi aveva esplicitamente chiesto di fare in modo che quelle immagini fossero l’ultima vista prima di coricarmi. Però mi dico che male non può fare così le richiamo il loro ricordo alla mente e le visualizzo.
Dopo un po’ queste immagini svaniscono facendo posto al black world che però viene subito sostituito da un sogno.
Sono già lucida quando entro perché mi accorgo del passaggio da uno stato all'altro. Nella mia mente nasce subito la nozione che devo riuscire a catturare una “mano” particolare ma so già che si tratta di un’informazione data dal sogno.
Guardandomi intorno sono in un vialetto di qualche cittadina e alla mia destra ci sono tutte casette vicine con singolo piccolo giardinetto e vialetto d’entrata che però sono piccoli. Non c’è alcuna divisione fra le proprietà.
Ad un certo punto vedo letteralmente tre mani d’uomo che corrono tramite dita, vive come Mano della famiglia Addams, ed emettono gridolini strani di spavento.
Intuisco che forse è una di quelle mani che per il sogno dovrei prendere, anche se il senso della cosa mi sfugge. Non nascondo poi che mi facciano un po’disgusto, così rimango ferma a guardarle, ancora indecisa se cogliere il suggerimento del sogno o meno, mentre corrono alla mia destra fra i giardinetti delle case. Mi accorgo che una di queste tre mani ha anche un occhio umano sul dorso, è diversa dalle altre due.
Improvvisamente sento RAT-AT-AT-AT-A e dei colpi di mitragliatrice mi sfrecciano affianco, colpendo il terreno ai miei piedi a vuoto.
<<Oh cavoli, qui mi sparano addosso!>> mi metto a correre nella direzione di fuga delle mani, che presumo fossero braccate dalle stesse persone armate che ora puntano anche a me. Sono appena arrivata e già mi trovo in una situazione movimentata.
Sento ancora i colpi sfrecciarmi vicino. Le manine mi corrono avanti e dato che devo pensare velocemente ad una soluzione, decido di sfruttarle.
<<Mano!>>, grido genericamente a una delle tre.
La mano con l’occhio smette di scappare, torna verso di me, salta sulla mia spalla e poi fa un salto alle mie spalle. Io mi volto e con il gesto di un dito la ingrandisco facendola diventare enorme, anche se l’occhio sul dorso scompare.
Con il suo salto la mano raggiunge i nostri inseguitori, che ora mi accorgo essere dei soldati vestiti di blu-nero come la SWAT, e con le proporzioni decisamente fuori dalla norma li schiaccia tutti a terra a palmo piatto e in un colpo solo. Una scena spettacolare quanto inquietante.

Qui il sogno finisce di netto però.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 14/01/2015, 4:08

Pomeriggio 8 gennaio 2015

Il sogno contaminato

Qui non ricordo come sia effettivamente cominciato il sogno. Ho la forte impressione che prima della scena da cui comincia il mio ricordo ci sia stato altro, ma non riesco a ricordare cosa, come se avessi perso un pezzo. Comunque il ricordo comincia con un cambio di scenario cominciato da qualche parte e voluto (anche se non ricordo cosa ci fosse prima, magari perché è cominciato solo come un sogno normale a falso lucido...) e mi ritrovo sopra una piccola caravella, consapevole di sognare, insieme all’uomo di turno G. e le tre donzelle V. So. ed E., tutti miei amici di vecchia data. Siamo a largo e sopra il mare sta volando un gigantesco drago rosso. I miei amici hanno paura che questo ci attaccherà, ma io li rassicuro che non succederà niente del genere.
<<Tenetevi forte e state a guardare>> sorrido divertita.
Richiamo l’attenzione del drago, che ci vola pericolosamente vicino, con un gesto. Questo non ha l’aria ostile, sembra piuttosto essere uscito da un cartone animato.
<<Puoi sputare un po’ di fuoco sull’acqua? Ci serve del vapore>> gli chiedo.
Il drago rosso non esita un attimo e spara fuoco continuo vicino alla nostra barca. L’acqua prende ad evaporare e la nostra barca finisce per essere sollevata in aria da una specie di geyser fatto con il vapore che le vele contribuiscono ad aumentare di forza sostenendo la barca nel volo come una mongolfiera.
Prendiamo così a salire e salire finché il blu chiaro del cielo soleggiato non diventa blu notte. Saliamo ancora un po’ finché la spinta data dal vapore si annulla e la nave ricade a piombo in un salto di un paio di metri sbattendo contro un terreno che prima non c’era.
Scendiamo dalla barca e sento lucidità e controllo migliorare. E’ notte e siamo finiti in uno spiazzo sterrato che sembra di un giardino all’italiana e poco più avanti a noi c’è un’aiuola dove al posto di avere statue come è classico vedere ha una grande scacchiera su cui sono posizionati i pezzi bianchi e neri. Questi sono animati e stanno discutendo mentre giocano una partita! I pezzi neri ci danno le spalle mentre abbiamo i bianchi di fronte.
Molto oltre la scacchiera, lontano, riconosco un bosco. Tutto sembra illuminato da una luna che non vedo ma che diffonde luce argentata.
Io ed i miei amici ci avviciniamo incuriositi alla scacchiera. Saliamo sopra la tavola dove i pezzi bianchi sono di color panna e i neri sono di un marrone scuro. I più grandi come le torri, le regine e e i re ci superano in altezza. Dei pedoni bianchi si spostano facendoci spazio e rotolando con delle capriole su sé stessi.
Nessuno di loro ha bocche, eppure parlano e ci invitano tutti a giocare prendendo posto come una delle pedine a nostra scelta in stile Harry Potter (con il senno di poi i pedoni erano proprio gli stessi tranne per la grandezza molto più ridotta perché mi arrivavano alla spalla e fatti di materiale decisamente diverso come legno lucido). Ricordo che la regina nera aveva una voce piuttosto chiara e con una parlata che sembrava dall’accento napoletano.
Rifiuto l’invito del gioco mentre il mio amico G. sta curiosando fra tre pezzi bianchi che sono stati “mangiati” prima che arrivassimo e che quindi sono stati spostati fuori dalla scacchiera.
Scendo anch’io dalla scacchiera e lui svita la testa cava all’alfiere per metterselo come copricapo dicendo <<Non è bellissimo? Sono un alfiere!>>.
<<Ma toglitelo, su!>> lo ammonisco scherzosamente. Lasciamo gli scacchi a giocare la loro partita e mi dirigo verso sinistra, seguita dai miei amici, dove c’è una struttura di pietra che mi incuriosisce. Sembrano delle vecchie mura attraversate da una scalinata per poter salire su un piano più alto dove, dal punto in cui siamo, è possibile scorgere alberi e piante forse facenti parte di un'altra porzione di giardino.
Ci precipitiamo sulla rampa di una quindicina di scalini ad occhio e croce, tutti in vecchia pietra grigio chiaro e dissestati.
Arrivati in cima mi guardo attorno…è un labirinto!
<<ultimamente ho molto a che fare con i labirinti>> dico allegramente ad alta voce più a me che ai miei amici che mi stanno seguendo, ma questo sogno non ha niente a che vedere con la task di Nebula e Amrod.
Anche il labirinto è tutto fatto in pietra, infestato da piante che lo degradano come se fosse abbandonato da tempo. Non c’è niente che illumini il posto se non la luce proveniente dalla luna in cielo, eppure, nonostante l’ambientazione cupa e dai toni romantici e decadenti è un momento felice e spensierato assieme ai miei amici. Appena varco la soglia che dà inizio al labirinto, mi volto per guardarmi intorno e alle mie spalle mi accorgo che c’è una figura immobile ed in piedi, nascosta nel buio creato dalla prima parete di pietra, quella esterna. Faccio un salto all’indietro per la paura mentre i miei amici mi seguono dentro il labirinto.
Guardando meglio mi accorgo che la figura nascosta ha una maglia gialla e disegni argentei che riconosco.
<<Oddio, S. che ci fai lì? Mi hai fatto prendere un colpo. Vieni con noi forza!>>.
La nostra amica sembra nascosta fra dei cespugli di piante. Sì, ora è lei e ne sono sicura, anche la fisionomia è la sua. Un’altra nostra amica di vecchia data. Lei si libera delle erbe che la circondano e ci raggiunge.
Qualche istante dopo sentiamo una voce provenire alla nostra destra che canta con voce cupa ma da ragazzo, come se si stesse improvvisando tenore. Mi accorgo che c’è un'altra figura in piedi ed immobile accanto alla parete del labirinto e anche lui sembra volersi nascondere fra le piante, solo che è talmente alto che la sua testa non solo supera i cespugli ma anche la parete del labirinto (le pareti infatti non sono molto alte).
<<Ma…S!?>> lo chiamo incredula del fatto che lo stia sognando.
La fisionomia prima incerta, o meglio di un viso non decisamente conosciuto ma che ho identificato con lui per struttura corporea e tratti generali come i capelli corti e scuri e il naso pronunciato, diventa a mano a mano più definita ed è proprio lui.
S. non è un ragazzo che conosco benissimo perché nella realtà si è unito ogni tanto al mio gruppo solo di recente.
Ciò che mi colpisce però è che anche lui è immobile, come se in qualche modo fosse “legato” dalle piante che sono cresciute sul labirinto, quasi lo intrappolassero. Tiene il volto fisso in avanti e continua a cantare come se fosse in uno stato di trance e non ci riconoscesse.
Al contrario della mia amica S., lui non accenna a volersi liberare e venire con noi.
Poco più in là, su un’altra zona più interna del labirinto, vedo un altro volto famigliare spuntare in alto dalla parete del labirinto: è A. , un ragazzo che ho conosciuto appena questo Capodanno, amico di G. ,che si è praticamente autoinvitato a passarlo con noi e che ha cercato di rimorchiare un po’ qui e un po’ là nel mio gruppo.
<<Oh no! Tu no!>> lo avverto mentre mi accorgo che ha un sorrisino un po’ viscido stampato in faccia. Però non si muove, perciò lo lascio lì.
<<Venite, andiamo di qua!>> So. indica una specie di piccolo edificio di cemento armato dalle forme smussate, senza angoli. Sembra un bunker nucleare fuori luogo con l’intero contesto e mentre i miei amici corrono tutti contenti là dentro, io comincio subito ad avere qualche ripensamento. Quando arrivo all’entrata, il mio entusiasmo si smorza del tutto ed ogni cosa mi appare all’improvviso prendere una piega seria e cupa. Comincio ad entrare ma poi con la coda dell’occhio mi accorgo che ci sono dei segni strani che non posso trascurare, credo sia importante ricordarli, perciò ritorno indietro. I miei amici intanto ridono e scherzano mentre scendono delle scale di cemento armato che portano in fondo alla struttura. La rampa di scale di tanto in tanto ha grossi cedimenti che si presentano come buchi quasi che qualcuno ci avesse fatto colare accidentalmente dell’acido.
L’ingresso del bunker è spesso e c’è una porta di pesante metallo che lo chiudeva prima. Sulle pareti bianche e grossolane della struttura e anche sullo stipite della porta (sì, ancora…) ci sono delle scritte sbiadite che sono illeggibili non solo perché sono parzialmente cancellate dal tempo, ma anche perché le parole non hanno niente di comune, sono scritte in una lingua sconosciuta che sembra essere un miscuglio fra l’alfabeto cirillico di linee nette ed il braille con i puntini. Provo a fissarmi nella mente le sequenze dei segni che vedo, ma le scritte cominciano ad essere instabili e la mia vista per un attimo appare sfocata. Non voglio perdere il sogno, perciò ci rinuncio.
Quando varco la porta d’ingresso (e l’interno del bunker è illuminato solo in fondo da una luce azzurro-verdognola che non preannuncia niente di buono), mi accorgo che sulla parete bianca che accompagna le scale alla mia sinistra c’è un’indicazione in italiano. Sembra un cartello dipinto sul muro, una freccia che indica il fondo del bunker e dentro, a lettere scolorite e a tratti coperte riesco a leggere “sogno contaminato”.
La cosa non preannuncia nulla di buono, proprio nulla.
Comincio a scendere le scale per andare all’interno del bunker. A metà la parete di sinistra scompare per lasciare il posto al vuoto che mi permette di guardare di sotto mentre intanto tento di non ammazzarmi cadendo dentro i cedimenti delle scale.
Quello che vedo di sotto è abbastanza inquietante: sembra un Vault di Fallout che è stato allagato e a cui sono crollati tutti i soffitti chiudendo così ogni possibile accesso.
(Qui sotto potete farvi un'idea dell'atmosfera post apocalittica)
Spoiler:
Immagine
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Ora se si limitasse a questo sarebbe anche relativamente inquietante, ma già dalle scale riesco a vedere una nebbiolina che sta solo ed esclusivamente dove c’è l’acqua e che si addensa per appena qualche centimetro sopra la superficie contribuendo ad appesantire il luogo.
I personaggi onirici dei miei amici non sembrano farci caso: arrivati in fondo, sul grande vano di disimpegno che da principio doveva collegare gli altri corridoi e spazi dai soffitti crollati, cominciano a giocare, saltarsi addosso e prendersi in giro come sempre.
Ga. la mia migliore amica non c’è fra loro, non c’è mai stata fin dall’inizio di questo sogno, ma se fosse stato il contrario avrebbe intimato loro di smettere. Lei non è mai seria all’infuori di quando la situazione lo richiede e non metto in dubbio che, riconoscendo il luogo simile a quello del gioco (perché è stata lei a farmelo conoscere per la prima volta anni fa), qui avrebbe fiutato il pericolo.
Alla fine arrivo anch’io giù, dopo l’ultimo scalino rimastomi. Siamo praticamente circondati dall’acqua da ogni lato tranne che dalle scale per cui siamo venuti. Mi accuccio verso la pozza più vicina e la osservo. La nebbia sopra la superficie del liquido è bianchissima e ha sbuffi visibili che si muovono e si rimescolano fra loro in maniera lenta. Al di sotto il liquido sembra acqua scura, forse c’è profondità, ma comunque normale acqua.
Guardo verso un altro punto d’accesso dal soffitto crollato e al di là delle macerie c’è buio. L’acqua si protrae verso l’interno forse in un altro vano, in un altro ambiente rimasto intatto, che però non mi ispira fiducia anche perché dovrei immergermi quasi completamente per andare ad esplorarlo e l’idea non mi aggrada neanche un po’.
Alcune gocce cadono in maniera monotona da qualche parte, protraendo un rumore quasi coperto dalle risa di G., S., So., V ed E. ma che comunque non può essere annullato del tutto. Ho l’impressione che il sogno contaminato sia proprio quest’acqua. Metto le mani a coppa e le immergo nel liquido e nella nebbia, poi le alzo verso di me. Non succede niente all’infuori che il liquido scivola via come normale acqua.
<<Dai Ale, andiamo!>> mi dice So. e voltandomi verso le scale vedo che loro si sono già avviati per risalire.
<<Sì, un attimo solo>> dico sperando che mi aspettino. Non vorrei rimanere quaggiù da sola, la loro allegria sembra tenere lontano i brutti incontri e mitigare i miei brutti pensieri rendendo tutto quanto più leggero.
Immergo ancora le mani e stavolta cerco di creare un oggetto semplice, una mela rossa, per vedere se il controllo possa funzionare in questo posto. Non ci riesco. I miei amici sono già tutti saliti in superficie ed io come temevo sono rimasta qui. Attendo qualche attimo per vedere se il sogno ha intenzione di cambiare qualcosa in peggio per me, ma poi data l’immobilità del tutto mi tranquillizzo. Oh beh, le scale non sono scomparse e la porta non si è chiusa, nessuno mi sta attaccando quindi mi convinco a rimanere ancora un po’ dicendomi che sarei risalita subito comunque. Sì, perché ora mi è venuta un’altra idea con questo liquido strano…e se lo bevessi? Qualcosa mi dice di non farlo per nessuna ragione…eppure è solo un sogno, no? Porto di nuovo una mano a coppa e sollevo quell’acqua malefica. Sto per portarmi alle labbra una singola goccia che sono riuscita a trattenere, ma ora sensazioni di cupezza e di pericolo si elevano a livelli così forti da fare quasi male e con quella goccia sospesa ancora attaccata alla mia mano ma attratta verso il basso per la forza di gravità verso la mia bocca, il sogno finisce. Non lo fa sfumando e non lo fa di colpo ma come se per un attimo ci fosse uno sfasamento temporale che ha creato una seconda scena identica e sovrapposta (immaginatevi di andare ad un cinema per guardare un film in 3D e poi vedere i fotogrammi senza gli occhialini...l'effetto è quello). Dopo quell’istante la scena si squarcia con lunghe strisce nere e regolari da TV non sintonizzata, anche se nel sogno erano righe oblique e non orizzontali.

Solo allora, ancora in preda a quella sensazione di malessere, mi sveglio.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda dixit » 14/01/2015, 13:59

Alre tu sei incredibile. Nemmeno i miei sogni normali riesco a ricordarli così lunghi e dettagliati...
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Fedman » 14/01/2015, 22:22

Lol alre il prossimo dividilo direttamente in capitoli..... Ma quanto caspita hai sognato? Bellissimo!

Se accetti apprendisti io mi candido lol!
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Ho visto cose che solo pochi possono comprendere


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