Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > pagine di sogni di Alrescha

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda NebulaWa » 30/11/2014, 16:42

Che spettacolo Al! : Thumbup :
..Superare i propri limiti.. SogniLucidi.net
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 30/11/2014, 17:38

Amrod ha scritto:Complimenti ti manca davvero poco per scoprire ciò che cerchi. Gran bel sogno!

NebulaWa ha scritto:Che spettacolo Al! : Thumbup :

merito vostro che mi avete dato un entusiasmo tutto nuovo! Brindo a voi, miei compagni onirici : Beer :
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Di cenere macchiata e del dono portatore
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per cui possa gioire
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 06/12/2014, 0:17

stavolta vi frego, non è un sogno chilometrico ma solo un lucido da falso risveglio fallito miseramente :lol:

5 Dicembre 2014

Non mi ricordo la trama del sogno normale, solo che ad un certo punto, dal nulla, mi dico "ma questo è un sogno semplice, non un lucido. A me serve un lucido". Lo chiudo tentando di richiamare alla mente il deserto, Amrod e Nebula e il punto a cui ero giunta nel lucido precedente ma tutto rimane buio attorno a me. Mi sveglio ed apro gli occhi. Sono in camera mia e fuori è mattina inoltrata ormai, devo alzarmi per fare colazione e cominciare a studiare. Cerco di mettermi seduta sul letto, ma mi sento pesante come un macigno. Sto ancora sognando! Provo ad alzarmi di nuovo e stavolta tutto riesce facilmente come dovrebbe. Con un colpo d'occhio osservo la camera. Il sogno è ad alta risoluzione e sembra dettagliato anche nelle sensazioni ma sento che è instabile.
<<Tieni il sogno, tieni il sogno, tieni il sogno...>> mi ripeto a bassa voce e decido di concentrare la mia attenzione su qualcosa. Con la mano afferro la prima cosa che trovo sul comodino lì vicino ed è una moneta dei cinquanta centesimi. La tengo in mano, ne sfioro il perimetro e sembra molto più grande di una moneta reale, guardandola ci leggo il numero 50 in rilievo con il classico disegno sotto ma fissare troppo l'attenzione comincia a rendere tutta la moneta meno nitida e più irreale. Ho speranza, di solito i lucidi dai falsi risvegli sono realistici nelle sensazioni ed anche più stabili...se solo riuscissi a passare questa prima fase di fragilità potrei farlo diventare un buon sogno...
Con la moneta ancora in mano mi alzo in piedi pronta ad andare fuori dalla finestra e gettarmi nel vuoto, però detto fatto il sogno si destabilizza e vengo sbattuta fuori

Mi sveglio. Dalle serrande entra la luce di mattino inoltrato che inonda la camera. Peccato che stavolta sia reale e non un falso risveglio.

Comunque mi ha fatto venire in mente una cosa riguardo proprio la prima fase. Nel bel mezzo dei sogni normali qualche volta mi dico appunto che sono...normali...così finisco per chiedermi "perché sto a perdere tempo qui? Questo non è un lucido" (quando me lo chiedo non è il mio PO del sogno ma spesso è proprio la mia coscienza all'esterno perciò all'istante prendo il punto di vista della terza persona) e ne forzo la chiusura coscientemente finendo nel black world, ma, una volta chiuso, il pensiero che si viene a creare subito dopo è "certo che sono cretina. Se sono stata capace di chiuderlo significa che ero in un principio di lucido e che probabilmente sarei stata anche capace di prendere lucidità...". Però mi rassegno di averlo ormai distrutto. A questo punto, con tutta l'intenzione di voler lucidare, cerco di condizionare ambientazioni/personaggi del sogno successivo immaginandomi già lucida ma spesso ricado in un sogno normale. A voi succede mai di chiudere forzatamente un sogno normale così?
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 06/12/2014, 0:25

Inrem ha scritto:Non riesco nemmeno a immaginare l'incremento dei tuoi lucidi se iniziassi a usare la CAT : WohoW :

Ma la CAT sballa il sonno ed io con l'università non posso permettermi di stressarmi troppo :sleep:
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 15/12/2014, 0:14

Ho sbaruffato xD in teoria dovevo solo prepararmi per riuscire nella task in una delle notti prestabilite invece ho fatto il contrario, l'ho raggiunta prima e poi ho toppato nelle notti successive almeno per quanto riguarda la baita.
P.s. mi sono un po' persa nelle descrizioni, altrimenti come lucido è durato veramente poco.

Sogno lucido dell' 11 dicembre 2014

Alla baita onirica

Prima di andare a dormire faccio un po’ di visualizzazione guidata a voce alta del posto con la baita che devo visitare per incontrarmi con gli altri. Quando mi sento pronta, cerco di tenermi concentrata sulla scena dell’ambiente ed entrare. Come spesso mi accade però i miei pensieri prendono il sopravvento, così cominciano i collegamenti assurdi che avvengono con le ipnagogiche e addio baita. Mi perdo in un sogno normale che non ricordo minimamente.
Ad un certo punto perdo anche il sogno normale, forse in un microrisveglio, e quando torna a formarsi un’ambientazione mi trovo in mezzo alla neve.
Mi guardo attorno ma non c’è nessuno e ci sarebbe un silenzio quasi assoluto se non fosse per il sibilo leggero del vento. In alto il cielo inizia a farsi buio e cominciano ad apparire le prime stelle mentre alle mie spalle il sole sta dando i suoi ultimi raggi. Mi accorgo di essere a metà di un dislivello, di una collina di neve, mentre più avanti vedo svettare il picco verticale di una montagna che sta lentamente prendendo colorazioni azzurre e dove la roccia nuda affiora di tanto intanto fra le spruzzate bianche. Mi chiedo per un secondo perché sono qui. E’ come se sapessi di dover fare qualcosa di importante in questo posto ma non ricordare cosa. Solo nel momento in cui faccio qualche passo avanti, salendo, e l’occhio mi cade su un rifugio addossato proprio sotto le pendici della vetta, mi blocco perplessa. Perché mi è così famigliare? I miei ricordi subiscono una sorta di scossa e tutto riaffiora come un fiume in piena. E’ come quando si cerca di ricordare un sogno appena fatto e non riuscirci finché non si incappa nella parola giusta che ha la chiave per aprire il cassetto della memoria. Una volta trovata, ogni cosa diventa chiara.
Il rifugio è molto basso, con solo il pianoterra data la singola fila di finestre che vedo, e dal tetto inclinato e scuro che contrasta con il suo zoccolo di pietre unito al rivestimento in legno. Le finestre sono illuminate di una luce gialla e calda e quasi mi sembra di sentire delle risate provenire da dentro portate dal vento.
Comincio a correre nella neve senza alcuna difficoltà come se, invece di affondare per il peso, riuscisse a reggermi mentre ci cammino sopra.
Arrivo alla porta in legno massiccio, che non si trova al centro della struttura ma spostata verso destra, e busso. Qualcuno mi apre ma non riesco ad identificarlo e non ne ricordo il volto anche perché in preda all’euforia e alla curiosità mi precipito dentro senza badargli. Alla mia entrata i presenti mi salutano contenti che io sia arrivata, ma intanto noto che sono già tutti con dei bicchierini pieni in mano senza avermi aspettata! Maledetti, hanno cominciato la festa senza di me.
Alla mia destra non c’è niente se non uno dei lati del rifugio con un paio di finestre. Avanti a me, proprio in asse con la porta d’entrata, c’è una scala in legno che porta al piano superiore, anche se da fuori avevo visto che il rifugio era ad un piano solo. Magari porta al sottotetto. Le scale sono separate da un grande salotto tramite una piccola parete in legno. Alla mia sinistra infatti si sviluppa tutta la struttura e quindi gli utenti si trovano tutti a girovagare là. Riconosco Daydreamer, non molto alto, con gli occhiali di un colore scuro, sulla trentina credo e con indosso una maglia rossa (ormai non potrò mai più scollargli di dosso l’identità di amministratore) che prende qualcosa da un ripiano in marmo della cucina che è sulla stessa parete lunga dove c’è la porta d’entrata e senza alcuna separazione dal salotto; c’è Kaito (niente a che fare con il Kaito che avevo già sognato in un piccolo sogno normale passato senza sapere quale fosse il suo aspetto reale. Qui è proprio lui) seduto su un divano di pelle marrone che, insieme ad altri due divani a formare un ferro di cavallo, sono stati posti sopra un tappeto rosso in maniera da circondare il camino; intravedo Silvietta, con indosso una leggera maglia bianco panna che sembra quasi fatta di rete finissima, parlare con un ragazzo di spalle che non riconosco e Cenwyn, vestita con una maglia a maniche lunghe dall’aspetto setoso e di un vivo blu cobalto che contrasta con i suoi capelli sul rosso-violaceo ed un rossetto dello stesso colore, che ha un bicchiere di spumante sulla mano sinistra e sembra piuttosto compiaciuta dell’atmosfera. Con lo sguardo seguo il profilo della cucina e mi accorgo che in fondo c’è una grande arcata senza alcuna porta che dà su un’altra stanza dalla luce accesa e con altri utenti ancora. Riconosco Dixit che si muove verso la finestra che dà sul lato alle mie spalle (lo stesso con la porta principale) e poi si volta appoggiando il suo peso al termosifone. Indossa un maglioncino pesante di lana verde scuro e il colletto di una camicia bianca sotto, un paio di jeans scuri, gli occhiali ed ha quel suo sorriso particolare che più volte ho visto in foto grazie a Cenwyn. Sembra stia parlando con qualcuno nella stanza che però non vedo perché non è all’interno dell’area che la porta mostra.
Ad un certo punto sento bussare alla porta principale proprio dietro di me. Dato che sono la più vicina perché non mi sono ancora spostata di un millimetro da quando ho messo piede qui dentro, decido di andare ad aprire aspettandomi l’arrivo di qualche altro utente.
Quando apro, invece, sulla soglia trovo Camael e Morfeo.
Sgrano gli occhi. Che diavolo ci fanno qui?
Tento velocemente di richiudere la porta mettendomi con la schiena appoggiata su questa ma Camael si mette di mezzo e comincia a spingere dalla parte opposta per aprirla.
<<Voi non siete stati invitati!>> dico seccata.
<<Ormai siamo qui>> mi risponde Camael altrettanto deciso.
Non ci posso credere, ora ho anche i personaggi onirici che si autoinvitano alle feste…
<<E va bene!>> mi tolgo dalla porta di malumore.
I due entrano nella casa mentre io so esattamente cosa devo fare.
<<Cenwyn!>> la chiamo ad alta voce per attirare la sua attenzione.
Lei, che stava parlando in piedi nel salotto con Day e con quello che mi sembra Amos, si blocca guardandomi.
<<Niente “cose strane” con loro>> indico i miei due PO, qualcuno ridacchia, e poi mi rivolgo a Camael e Morfeo che intanto mi si sono avvicinati <<E voi due comportatevi bene>>. Non mi rispondono. Solo Morfeo mi lancia un’occhiata veloce, impassibile e con le braccia conserte sul petto.
Grazie al cielo, mi dico, che ci sono poche donne fra gli utenti. Forse è stupido essere gelosi di persone che non esistono verso qualcun altro che non è effettivamente lì, però è più forte di me. Mi allontano dai miei due PO per cercare un bicchiere pieno di spumante nella cucina e poi andare a curiosare nell’altra stanza in cui Dixit stava parlando con altri utenti
. Qui però il sogno termina di colpo e riprende uno normale in cui siamo io e mia sorella e vedo un autobus rosso…e lo ripeto…un autobus…deformarsi come gomma ed uscire dalla finestra di un palazzo.
<<Oh ma hai visto?>> chiedo a mia sorella.
<<Cosa?>>
<<Un autobus è uscito dalla finestra di quel palazzo>> le rispondo. Poi mi viene il dubbio…ma non è che è un sogno? Mi do due schiaffoni, anche abbastanza forti, sulle guance e non so da cosa deduco che no, non è un sogno. <<Cavoli non ho mai avuto delle allucinazioni tanto realistiche>> parlo fra me ad alta voce.
Intanto arriva mio padre con il camper, scende da quello e sale su una vecchia macchina grigia dal tetto nero che non ho mai visto, per spostarla e parcheggiare il camper al suo posto. Da quando mio padre ha una macchina del genere? L’avrà fatta nuova di recente…
E qui finisce il sogno stendendo un pietoso velo su quanti possibili lucidi si perdono per due schiaffoni…avessi fatto un test di realtà decente almeno...
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Cenwyn » 15/12/2014, 11:55

Alrescha ha scritto:I due entrano nella casa mentre io so esattamente cosa devo fare.
<<Cenwyn!>> la chiamo ad alta voce per attirare la sua attenzione.
Lei, che stava parlando in piedi nel salotto con Day e con quello che mi sembra Amos,
[E INSOMMA SI FACEVA I CAVOLACCI SUOI NDT] si blocca guardandomi.
<<Niente “cose strane” con loro>> indico i miei due PO, qualcuno ridacchia, e poi mi rivolgo a Camael e Morfeo che intanto mi si sono avvicinati <<E voi due comportatevi bene>>. Non mi rispondono. Solo Morfeo mi lancia un’occhiata veloce, impassibile e con le braccia conserte sul petto.
Grazie al cielo, mi dico, che ci sono poche donne fra gli utenti. Forse è stupido essere gelosi di persone che non esistono verso qualcun altro che non è effettivamente lì, però è più forte di me.
Cioè, io non ho parole! Ma che ho fatto di male per meritarmi questo XD Ero lì per i cavoli miei e vengo ripresa preventivamente... cioè io non so! : Hurted :
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda dixit » 15/12/2014, 20:06

Ehhh no! Dovevi venire a bere qualcosa di là con noi! :wyn:
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 15/12/2014, 23:46

Cenwyn ha scritto:
Alrescha ha scritto:I due entrano nella casa mentre io so esattamente cosa devo fare.
<<Cenwyn!>> la chiamo ad alta voce per attirare la sua attenzione.
Lei, che stava parlando in piedi nel salotto con Day e con quello che mi sembra Amos,
[E INSOMMA SI FACEVA I CAVOLACCI SUOI NDT] si blocca guardandomi.
<<Niente “cose strane” con loro>> indico i miei due PO, qualcuno ridacchia, e poi mi rivolgo a Camael e Morfeo che intanto mi si sono avvicinati <<E voi due comportatevi bene>>. Non mi rispondono. Solo Morfeo mi lancia un’occhiata veloce, impassibile e con le braccia conserte sul petto.
Grazie al cielo, mi dico, che ci sono poche donne fra gli utenti. Forse è stupido essere gelosi di persone che non esistono verso qualcun altro che non è effettivamente lì, però è più forte di me.
Cioè, io non ho parole! Ma che ho fatto di male per meritarmi questo XD Ero lì per i cavoli miei e vengo ripresa preventivamente... cioè io non so! : Hurted :

ahahah scusa Cen ma è stato proprio più forte di me, mi è venuto dal cuore :lol: . Sarà che i miei PO sono importanti ad un livello piuttosto profondo. Il fatto che abbia chiamato te e non Silvietta (che tra l'altro poi era scomparsa dalla stanza) è stato per due motivi: ti immagino come una persona molto carismatica e affascinante, nei tuoi sogni la componente "fare cose" è spesso presente. Perciò il collegamento è stato semplice xD
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 15/12/2014, 23:55

dixit ha scritto:Ehhh no! Dovevi venire a bere qualcosa di là con noi! :wyn:

No problem dix, vorrà dire che la prossima volta che ti incontrerò mi offrirai da bere :angel:, sempre che tu non sia sotto forma di volpe
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 16/12/2014, 1:44

Ora passo ad un paio di lucidi più interessanti, in qualche modo trasversale collegati al raduno dei sognatori lucidi ma senza baita e con decisamente tutta un'altra piega nell'atmosfera. Li metto insieme dato che sono strettamente legati.

13 dicembre 2014

Ore 7:32

I sognatori rapiti

Mi sveglio dopo una nottata passata in un sogno normale che ricordo solo vagamente. Quando guardo la sveglia sono le 7:32. Anche stanotte niente baita. Ho fino alle 10:30 per tentare qualcosa e il tempo per un lucido basta e avanza. Chiudo gli occhi. Mi impongo di visualizzare la baita e la festa, ma proprio come il sogno precedente anche stavolta perdo la concentrazione con la sola differenza che il sogno normale riesce a mantenere il tema.
Il ricordo comincia che sono ad una festa all’esterno, sotto un porticato. E’ pieno di giovani ragazzi e ragazze che stanno parlando con dei bicchieri in mano. Non riconosco nessuno dei loro volti e solo quando intravedo Cenwyn passeggiare lì, mi rendo conto che sono al raduno!
Il luogo non è quello giusto, non siamo in una baita ma in un edificio moderno di centro città. Poco male, la festa degli utenti sembra esserci ugualmente.
Mi do un’occhiata e mi accorgo di essere vestita con un paio di leggings neri, degli stivali neri ed una maglietta piuttosto elegante che ho indossato proprio qualche giorno prima per la laurea di una mia amica. Il colore della maglia però è sbagliato, di un fucsia orrido che io non indosserei mai neanche se mi pagassero in contanti. Appoggio un dito sulla stoffa del vestito e comincio a cambiarne la tinta fino a farlo diventare di un bordeaux che mi soddisfi.
Sistemato questo comincio a passeggiare fra le persone che continuano a sembrarmi semplici PO sconosciuti e di riempimento invece che utenti. Oltre Cenwyn non sono ancora riuscita a riconoscere nessuno. Cammino fino ad arrivare in fondo al portico chiuso tramite il lato di un altro palazzo affianco. Lì proprio vicino al muro che chiude il portico, a terra, vedo qualcosa d’oro luccicante che sembra una moneta. Cattura la mia attenzione e quando mi accuccio per vedere meglio mi accorgo però che è solo il tappo di una bottiglia.
<<Alre bella!>> una voce maschile mi chiama alle mie spalle. Quando mi volto, ancora accucciata, riconosco subito Ixbalam. Allora dopotutto è davvero il raduno. Ix indossa una camicia bianca con le cuciture grigie ed un paio di jeans di un blu scuro sopra delle scarpe nere e lucide. Sembra più giovane di quello che so essere in realtà, forse sulla fine dei trent’anni. Anche lui ha un bicchiere in mano, come la maggior parte degli invitati, e lo tiene con la sinistra (chissà perché è il secondo utente che noto essere mancino in questo caso).
<<Cosa mi dici…>> comincia a parlare ma poi si blocca all’istante, voltandosi di scatto alla sua sinistra con la massima attenzione rivolta altrove.
<<Ix?>> lo richiamo. L’uomo non mi risponde e né mi degna di uno sguardo. C’è qualcosa di strano nel suo comportamento.
<<Ix…?>> provo ancora, ma comincio a capire che c’è qualcosa che non va quando prende e va verso sinistra varcando una porta sulla parete verso cui sembra aver visto ciò che lo preoccupa.
<<Ixbalam, dove stai andando?>> allarmata mi metto bene in piedi e lo seguo. Varcando la porta mi ritrovo dentro una piccola stanza bianca e rettangolare che si sviluppa sulla mia destra. Dentro la stanza trovo un tavolino circolare in cui tre o quattro miei nuovi compagni di università stanno discutendo e studiando la lingua francese (…mai fatto francese in vita mia).
In asse con la porta d’entrata c’è una seconda porta che dà su un ambiente oscuro e che Ix attraversa come in trance. Viene inglobato dall’oscurità.
Vorrei seguirlo ma la sensazione che mi dà quella porta mi blocca, trasuda pericolo. Subito dopo la scomparsa di Ix, alle mie spalle sento un gran trambusto ed arrivano in massa tutti gli altri utenti invitati che avevo visto fuori sotto il portico. Anche loro camminano verso la porta oscura, incapaci di fare altro.
Sono così atterrita e confusa da non sapere cosa fare mentre vedo le persone affollarsi avanti alla porta, con gli sguardi assenti quasi fossero stati ipnotizzati, e si accalcano spingendosi l’un l’altro pur di poter entrare il prima possibile.
La cosa strana è che i miei compagni di università non sembrano esserne toccati, loro non si alzano per andare verso la porta, non si accorgono o forse non sono interessati a cosa sta succedendo e continuano imperterriti a discutere sulla lingua francese. E’ come se dovesse riguardare solo i sognatori lucidi.
Quando anche l’ultimo utente ha varcato la porta nera, rimango ferma non sapendo cosa fare. In realtà spero che qualche utente sia sopravvissuto e che arrivi lì per aiutarmi ad affrontare il problema…o per lo meno qualche mio PO guida come Camael o Morfeo che possano fornirmi un supporto. Provo ad aspettare un po’ ma, nel momento in cui tutto rimane fermo e immobile per qualche istante senza che succeda niente, capisco che probabilmente non verrà nessuno a darmi una mano...a quest’ora sarebbero già arrivati.
Che io abbia una seria avversione per le porte che conducono nel buio ormai è chiaro. Sono il mio tallone d’Achille e quella porta preannuncia guai da ogni poro. Dato che sento l’inquietudine salirmi a livelli troppo elevati per riuscire ad affrontarla, faccio una scelta codarda: fare finta di niente e sperare di essere ignorata.
Mi avvicino al tavolino con i miei compagni di università, fingendo d’interessarmi all’argomento. C’è anche mia sorella fra loro, che prima non avevo notato, e stanno parlando di un verbo strano.
Qui perdo lucidità e il sogno prende una piega normale dove vengo a sapere che uno degli esami che dovrò dare sarà proprio quello di lingua francese e, nello sconforto, finisce quasi subito.


14 dicembre 2014

Ore: dalle 9:26 alle 10:18

Quando mi sveglio guardo la sveglia sul comodino. Sono le 9:26. Anche stanotte della baita neanche l'ombra. In realtà sono indecisa se tentare ancora la visualizzazione e rischiare di svegliarmi troppo tardi oppure alzarmi del tutto. Poi però mi viene in mente il comportamento che avevo assunto nel sogno precedente e che mi aveva fatta vergognare di me anche durante il giorno quando mi capitava di ripensarci, così decido di provare a riprendere il sogno da dove si era interrotto e magari continuarlo.
Visualizzo l’interno della stanza così come la ricordo, con i miei compagni di università attorno al tavolino a discutere e quella stupida porta nera.
Inizialmente vedo in ipnagogica solo l’ambiente come se fosse la quinta di uno spettacolo, dove la mia coscienza è ancora esterna e legata al black world, poi a mano a mano riesco a calarmi dentro mentre la stanza prende consistenza e il mio corpo si crea da del fumo nero che proviene da quello che è il black world. Mi vedo formare dalle tenebre, da sbuffi di vapore nero pece che si aggregano a formarmi le braccia, le mani e le dita colorate con colori reali. E’ una cosa strana, non mi era mai capitato di veder formare il mio corpo nel sogno. In realtà entrare è stato più facile oltre le più rosee previsioni, ma credo che la cosa sia stata facilitata molto dal fatto che la questione irrisolta (o meglio: liquidata in malo modo) non mi facesse sentire bene con me stessa.
Sono ancora instabile, perciò decido di concentrarmi su qualcosa per ancorarmi meglio all’ambiente e quindi al sogno dandogli inizio. Mi dirigo verso l’unica finestra che c’è in fondo alla stanza bianca, squadrata e scarna e guardo fuori. Il cielo è buio, il terreno ammantato di bianco e infuria una tempesta di neve. Forse questo posto non ha l’aspetto della baita ma di sicuro la festa degli utenti, ed ora anche l’esterno, in qualche modo me la richiamano.
Mi tolgo dalla finestra di legno chiaro e fisso la porta nera dove sono scomparsi gli utenti, risucchiati. Non è ancora il momento di entrare, devo stabilizzare e decido di farlo concentrandomi sul fare qualcosa di utile.
Fisso il tavolino in cui i miei compagni di università stanno parlando tranquillamente, li riconosco ed è incredibile come siano somiglianti in quanto a fisionomia. Ma non farò due volte lo stesso errore. Mi avvicino a loro e dicendo <<Scusate…>>, ribalto il tavolino all’improvviso, rovesciando tutti i loro quaderni a terra. I miei compagni, da seduti che erano, balzano subito in piedi sconcertati e guardandomi come se fossi impazzita.
Dal tavolo rompo decisa una gamba di legno che è veramente massiccia e la prendo in mano.
Devo decidere come usare questa specie di paletto. Potrei trasformarlo in un’arma, ma non ho bisogno di armi dato che di solito riesco a crearle dal nulla…stessa cosa se mai dovessi proteggermi con uno scudo, l’ho già creato con i miei poteri in passato. Però mi viene in mente che potrei fabbricare qualcosa che possa aiutarmi a ritrovare gli altri…magari un radar.
Lancio il paletto in aria immaginandomi che possa indicarmi la via per raggiungere i miei compagni e quando ricade a terra con un tonfo ha una forma squadrata.
Lo raccolgo e mi accorgo che il mio farlo diventare radar ha funzionato per metà: la forma sembra quella di un vecchio gameboy per bambini, è ancora di legno e al posto dello schermo ha un vetro con dentro una bussola con l’ago che punta dritto dritto verso la porta nera.
Almeno sembra funzionare…
Mi avvicino alla porta che si apre nel buio più totale e nonostante l’inquietudine è mio dovere entrare. Dopotutto non può essere peggio della mia porta dell’inconscio ed ho affrontato Odino poco tempo fa perciò suvvia, non dovrei proprio avere niente da temere.
Nonostante mi ripeta questo per farmi coraggio, decido che entrare in forma umana non è il caso. Voglio trasformarmi in qualcosa che mi possa permettere di usare i miei poteri, ma al tempo stesso che mi renda forte e agile se dovessi combattere o fuggire da dei pericoli dato che non so cosa aspettarmi dall’altra parte.
L’aver visto Van Helsing alla tv l’altra sera mi dà l’idea giusta ricordandomi una vecchia task che dovevo provare ma che avevo sempre rimandato. In altri vecchi sogni avevo provato l’ebrezza di essere un lupo mannaro, ma stavolta sarò qualcosa di nuovo che sia più utile alla situazione e che mi calzi meglio nei panni: una pantera mannara.
Sento tendere i muscoli dietro le spalle, il mio punto di vista si alza e osservandomi le mani le vedo diventare gigantesche mani umane di carnagione scura nei palmi ma di fitto pelo nero sul dorso. Le braccia le vedo possenti, nodose e anch’esse coperte di pelo nero e folto, molto più lungo del pelo che una normale pantera credo dovrebbe avere nella realtà. Le mie gambe non sono più di forma umana, al contrario delle mani che la mantengono invece, ed i piedi sono gigantesche zampe feline. Le ginocchia sono leggermente inclinate per darmi la postura eretta senza alcuna fatica. I miei vestiti sono completamente scomparsi lasciandomi la pura forma animale. Sulla mano destra ho ancora il radar di legno che ho creato e mi do della stupida dato che ora in questa forma non ho nulla dove metterlo per avere entrambe le mani libere. L’unica cosa che mi viene in mente è di farlo scomparire in una “tasca” del sogno. Mi spiego meglio: è come se l’ambiente che sto vivendo sia solo una facciata ma che in realtà possegga appunto anche un “retro”, una quinta. Se avessi voluto prendere il radar nel momento del bisogno, per esempio, mi sarebbe bastato immaginare che il mio braccio avesse attraversato il tessuto del sogno per finire nel magazzino, una specie di piano parallelo che fa da deposito, ed afferrarlo. Esattamente come avere una scenografia teatrale, immaginare di tagliare la tela dipinta e vedere il retroscena con la sua struttura senza alcuna conseguenza. L’idea di base era questa (ispirata da un libro che ho letto un mesetto o due fa), poi in realtà non sono riuscita a vedere se effettivamente funziona o meno come metodo dato che non ne ho avuto l’occasione…comunque continuo da dove ero rimasta…
Il sogno ora mi sembra abbastanza stabile per cominciare l’impresa e dato che la trasformazione è completa, non mi resta che entrare. Muovo qualche passo verso la porta nera. La sua oscurità però non è consistente come mi era sembrata mentre ingoiava gli altri utenti, non è né più e né meno che un muro di fumo e così finisco subito dall’altra parte, solo che quello che mi si para davanti è totalmente inaspettato.
Mi ritrovo in un immenso stanzone scarsamente illuminato, dai soffitti altissimi e con solo un’altra porta nera come via, messa nel lato opposto da cui provengo. Oltre la distanza non indifferente fra me e l’unica via che gli altri sognatori possano aver preso, c’è anche un enorme demone che mi blocca la strada.
Si trova a circa metà dello stanzone, sembra quasi occuparne tutta la larghezza con le sue due ali nere aperte e a tratti infuocate, che assieme a rade torce appese ai muri sono le uniche cose che illuminano l’ambiente. Pare uscire direttamente dal pavimento con solo il mezzobusto superiore, il corpo di un colore rosso acceso, il volto spigoloso e solcato da nere escrescenze ossee che ne accentuano i tratti. Possiede due grandi corna e soprattutto due bocche, una al giusto posto per una figura almeno parzialmente umana e un’altra messa al contrario proprio al centro della fronte ed entrambe mi sorridono tanto compiaciute da mettermi i brividi.
<<Perché li hai presi?>> gli chiedo dato che è inutile avere dubbi sul chi è stato. Nonostante la mia trasformazione animalesca, la voce risuona come quella reale, chiara.
<<E’ semplice>> il demone mi risponde con la sua bocca normale, gesticolando lievemente con una sua gigantesca mano che mette in mostra artigli neri su cui mi cade lo sguardo <<voglio il potere dei sognatori lucidi>>. Qui il sogno mi invia una di quelle informazioni prefabbricate che non si sa da dove arrivano. In pratica il demone vuole raccogliere su di sé il potere dei sognatori che hanno la capacità di creare dal nulla ma soprattutto l'abilità di passare dal piano dei sogni a quello reale, perciò ha sfruttato il raduno dei sognatori per poterli prendere tutti insieme e raggiungere il suo scopo.
Ma è l’altra bocca sulla fronte a concludere il discorso del demone, mostrando un sorriso a pieni denti <<e soprattutto voglio anche il tuo>>.
Oh cavoli…
Il demone sbuca del tutto fuori dal pavimento in un movimento che non avrei mai pensato potesse essere così veloce per un bestione del genere e in un attimo lo trovo a caricarmi. Mi metto a correre a quattro zampe verso la parete destra della stanza per essere più veloce di lui e riesco a sfuggirgli prima che mi sia addosso. Mi arrampico sulla parete con un balzo e, convincendomi che sia perfettamente normale e possibile, corro in orizzontale alla faccia della gravità.
Da lì in alto dove non può prendermi e così lontana riesco a vedere il resto del suo corpo inferiore che prima celava: sembra per metà drago. Le sue zampe posteriori sono piccole rispetto al resto del corpo e a maggior ragione rispetto alla gigantesca coda grigia che queste devono sorreggere. Forse non è così veloce come sembra. Anche nonostante la forma di “pantera mannara” sono molto più piccola di dimensioni e molto più agile di qualcosa che è quasi costretto a strisciare la pancia come una serpe perché non riesce ad usare bene le zampe. Trovato un punto debole comincio a sentirmi più sicura di riuscire nell’impresa. Il demone, ripresosi dalla mia inaspettata fuga, fa l’errore di avvicinarsi al lato del muro sopra cui sto correndo, ad un’altezza di sicurezza dove non può raggiungermi neanche con le mani. E’ arrivata la mia occasione. Faccio leva sulle zampe dietro, dandomi la spinta contro il muro per balzare e sorvolare il demone. Non avrà il tempo di girarsi data la sua mole ed io gli arriverò sulla schiena.
Qui c’è uno stacco. La mia prima personalità diventa terza. Mi vedo esterna come una gigantesca figura più animale che uomo anche se il torace è decisamente umano, la coda arricciata all’estremità e tesa, gli artigli sguainati e ringhiante mentre compio il balzo. La me pantera atterra sulla scapola sinistra del demone, aggrappandosi disperatamente sulla sua pelle con gli artigli, e morde furiosamente il collo del demone, di lato. Vedo il demone quasi alzarsi sulle piccole zampe posteriori e sollevare una rossa mano artigliata.
Togliti di lì maledizione! Togliti e cambia punto d’attacco! Ma pensare fra me è tutto inutile, non riesco a tornare in prima persona per agire
. Il sogno prende a sgretolarsi e scompare facendomi svegliare di colpo. Quando guardo la sveglia tiro un sospiro di sollievo per il fatto di essermi svegliata anche ad un orario decente : WohoW :
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


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