da KaitoH2 » 26/12/2014, 15:11
L'inquietante azienda di mio padre e l'omicida spietato
Sogno fatto il 26/12/2014
Uno dei pochi lucidi dove ho provato la sensazione di paura, dove al risveglio ero non dico terrorizzato ma quasi.
Vado a dormire verso l'una e mezza.
Faccio diversi sogni dei quali ne ricordo tre in particolare (uno è quello lucido che è avvenuto nel mezzo).
Mi ritrovo ad una festa universitaria della mia facoltà anche se la struttura dell'ambiente è molto diversa da quella della mia università.
La festa per la gran parte si svolge nell'immenso cortile: parlo con gli amici, mangio e bevo finché non ho il bisogno di andare al bagno.
Vado ad un ascensore che so essere l'unico modo per raggiungere il piano superiore dove si trova la toilette. Premo il tasto per far salire l'ascensore dopo averlo cercato per quasi 10 secondi e mi accorgo in quel momento che un vecchietto sta correndo verso di me per prendere anche lui l'ascensore.
Fermo le porte e permetto al vecchietto di salire, così però inizia ad entrare altra gente e non molto dopo l'ascensore diventa inagibile. Scendo amareggiato e penso ad un modo per andare al bagno. Vedo di sfuggita che le porte ora funzionano e l'elevatore sta per salire. Corro verso di quello e mi getto in scivolata tra le porte arrivando però troppo tardi. Vado così di nuovo al tavolo del buffè salutando alcuni amici che se ne stanno andando dalla festa.
Ormai sono rimasti pochi ragazzi e alcuni professori che brindano e chiacchierano. Incrocio una professoressa intenta a mettere via le tovagliette (nella realtà non ho idea di chi sia, non è un viso familiare di certo). Quella sorridendo mi chiede dove è nato mio padre. Quando gli rispondo che è pugliese lei ride e mi dice che io e C siamo fatti uno per l'altro e che lei avrebbe proprio bisogno di un mezzo pugliese al suo fianco. Io rido ma le dico che C sicuramente ha altri ragazzi a cui pensare e che io ho ben poche chance con lei.
Sto aiutando la signora prendendo un bicchiere usato dal tavolo per buttarlo nel cestino quando la visione collassa.
"No! Maledizione!!" impreco nella mia mente capendo che ero in un sogno. Cerco subito di gettarmi in una DEILD disperata.
Immagino di tenere il bicchiere in mano con la mano destra: niente, anzi il cervello mi riporta sui sensi reali.
Cerco di visualizzare l'erba sotto i miei piedi ma nulla, finisco per percepire le lenzuola.
Provo a pensare di star strappando dell'erba dal cortile con le mani ma è di nuovo tutto inutile.
"Dai, dai... non è tutto perduto"
Non mollo e continuo a rimanere immobile sul letto. Poco dopo sento di star tenendo qualcosa nella mano destra. Ma è strano perché è come se avessi una doppia percezione sensoriale: sento di avere la mano stretta con qualcosa al suo interno ma sento anche di averla distesa sotto il cuscino. Ecco che arrivano le ipna, penso.
Il mio corpo si agita e viene scosso ripetutamente come se alcuni lembi di carne si ricombinassero. Dopo qualche secondo il tutto si ferma e il mio corpo che si era sollevato di qualche centimetro dal letto vi ricade sopra.
"L'esperienza paga" penso, "ora sono già in sogno non ho dubbi". Decido però di aspettare. Non voglio l'ennesimo sogno in casa mia, anzi ora che ho la visualizzazione dalla mia parte potrei tentare un rientro nel sogno di prima. Provo a pensare all'erba e alla luce del sole che inondava l'ambiente. Poco dopo una luce si para sulla mia vista (io avevo ancora gli occhi chiusi anche ora che ero nel sogno). Finalmente decido di aprire gli occhi, nonostante io senta ancora il letto sotto di me. Magia delle magie mi ritrovo nel cortile di casa mia con molti ma molti più alberi del solito e sono sdraiato sul mio letto che è inspiegabilmente lì in mezzo all'erba e le pianticelle. Scendo dal letto e noto subito che l'ambiente ha qualcosa di strano. Sulle pareti dell'edificio di casa mia ci sono delle coltivazioni di frutta e verdura. Insomma in verticale sospese nel vuoto ci sono delle piante che sono per altro uscenti da blocchi squadrati di polistirolo che ricoprono le pareti. Vado verso di quelle e noto con piacere che riesco a volare fluttuando senza nessun problema. L'aria sembra avere una certa consistenza, è più come se stessi nuotando.
Percorro le pareti finché arrivo all'azienda dove lavora mia padre che è appunto ancora ricoperta da quella strana vegetazione. L'atmosfera è inquietante perché non c'è nessun tipo di suono e anche l'aria è strana (a livello di tatto come dicevo prima). Mi avvicino a delle piante e dopo aver fatto qualche acrobazia vicino alle pareti (non riuscivo a correre sui muri, proprio perché c'era una strana gravità) noto una serie di vasetti di vetro. Mi soffermo e vedo che in uno di questi ci sono due grossi pesci rossi (che riempono quasi interamente il vasetto). Sembra siano a stento vivi. Immergo una mano nel vasetto e succede qualcosa di strano. Non ho nessuna sensazione a livello tattile ma percepisco il gusto dell'aceto molto forte sulla lingua (al risveglio penso subito al sogno di LeoPajo dove anche lui aveva vissuto una sinestesia, anche se di altro tipo). Sposto i vasetti e mi inoltro dentro il complesso (anche una volta all'interno continuerò a fluttuare per tutto il tempo). Sento che là dentro c'è un qualche segreto, che qualcosa di misterioso e terribile si nasconde. Cosa fanno in questa azienda? Cosa progettano veramente? Chi è a capo di tutto questo? Esploro l'ambiente cercando informazioni e il tutto si fa sempre più strano.
L'edificio all'interno è pieno di piante e di edera che si stende lungo le pareti bianche. C'è il silenzio più assoluto e non si muove un filo d'aria. Esploro le stanze dall'alto e noto degli oggetti bianchi dall'aria futuristica. Un enorme microscopio, poi una moto elettrica, quindi anche un 'auto elettrica. Una vetrata sulla sinistra lascia intravedere un'enorme distesa di vegetali. Sulla destra invece una porta mi conduce in un ufficio disabitato. Mentre osservo dall'alto la scrivania un brivido mi percuote la schiena. Sento di essere vicino a qualcosa di tremendo ma non so bene di cosa si tratta ancora. Cerco di mettere insieme i pezzi di ciò che ho visto fino a quel momento ma non trovo un senso logico. Sempre fluttuando mi inserisco in una fessura sopra una porta di servizio e raggiungo un'area all'aperto anche se piuttosto stretta. Ci sono degli ombrelloni e mi sembra di scorgere delle gambe sotto di essi. Mi spingo con le braccia per calare di quota e finalmente poso i piedi a terra. Allora lo vedo: è un uomo sulla quarantina, un po' grasso con una leggera calvizie, un maglione spesso rosso e lo sguardo perso nel vuoto. Mi spavento subito perché è la prima persona che vedo in questo lucido. Non dice nulla e non fa nulla. La cosa mi inquieta a morte: è tutto così.. maledettamente strano.
Sento l'ira nascermi dal petto e invadermi: voglio massacrare quel tizio e subito anche se non capisco subito il perché e cerco di chiedermelo, anche se già mi sono gettato con le mani sul suo collo (il tutto un po' a rallentatore per colpa di quell'aria acquosa). Allora mi viene innestato un falso ricordo. Un improvviso flashback dà un senso alla situazione. Vedo una pagina di giornale: l'articolo parla di un omicidio. Leggo il nome della vittima: resto scioccato quando scopro che è proprio C, la ragazza di cui parlavo nel sogno precedente.
Vicino alle scritte l'articolo presenta anche una terribile foto che rimpiazza la visione e si mostra per intero: un cadavere annerito che giace a terra squartato più e più volte con una frusta. Per un attimo vedo anche l'uomo dare una frustata a C che giace a terra.
Sono furioso, non riesco più a ragionare. Le emozioni sono decisamente troppo forti. Stringo il collo del tizio e quello ancora non emette alcun suono anche se il suo viso si contorce per l'improvviso soffocamento. All'inizio penso che quello non mi veda ma poi noto che muove le pupille per cercare il mio sguardo. Urlo come una belva e stringo la presa, poi inizio a vorticare su me stesso facendo roteare l'uomo sempre più velocemente. Lascio quindi la presa e quello viene scaraventato ad una velocità impressionante contro una casa nelle vicinanze. All'impatto la casa viene perforata completamente e il corpo di quello finisce in cielo continuando a roteare finché si perde contro la luce del sole e non posso più vederlo. In quel momento mi sveglio.
Mi sveglio quasi con una tachicardia. Penso a C, penso alle scene che ho visto e finalmente la memoria autentica prende il sopravvento. Ricordo la vera festa di natale e ricordo che lei stava benissimo.
Mi alzo dal letto e faccio il check del naso: ho il folle timore di star ancora sognando e che possa accadere qualcosa di tremendo. Check positivo, sono nella realtà. Non sono convinto però, ho ancora paura. Mi guardo le mani assiduamente e vedo che ho effettivamente 5 dita per mano. Mi alzo e vado al bagno (visto che dovevo andarci già prima della DEILD, come mi suggeriva il sogno di prima). Anche lì ho il continuo presentimento che qualcuno stia per sbucare da qualche parte. Penso addirittura che potrebbe essere entrato qualche ladro in casa. Non succede nulla e torno quindi a dormire tentando di calmarmi.
Mi ritrovo in un altro sogno, in università dove sto seguendo delle lezioni di algebra. Il professore solito è assente e ce ne è un altro che lo sostituisce. Questo di espone delle nozioni di cui non avevo mai sentito parlare e che fatico a comprendere. Tre argomenti mi restano particolarmente impressi:
- la crescita logaritmica dei polinomi razionali
- una proprietà sugli interi, specie quelli primi, che però non ricordo
- i nodi geometrici coprimi
L'ultimo argomento era una cosa molto strana. Ci venivano mostrate delle figure geometriche composte dalla sovrapposizione di semplici poligoni e poi venivano evidenziati in rosso alcuni incroci di linee (i nodi appunto). Venivano detti coprimi quei nodi per i quali il percorso più breve per collegarli fosse unico. Il sogno è stato poi molto particolare perché con una sorta di compressione temporale è riuscito a sintetizzare 3 giornate in poco più di venti minuti così che mi sia sembrato durare un'eternità.
Il secondo giorno incontro un'amica, forse dell'arabia saudita o marocchina, (che assolutamente non so chi sia) e gli chiedo un chiarimento sui nodi coprimi. Lei mi risponde che nella sua cultura erano il fondamento per creare i labirinti. Ad ogni nodo coprimo con un altro si associava una struttura si sabernacolo (parola inventata che sicuramente deriva dal termine "tabernacolo"), un circuito infernale dal quale era quasi impossibile uscire. Chi veniva gettato in quei labirinti poi doveva trovare la via d'uscita prima di essere divorato da una feroce volpe affamata che veniva introdotta nel labirinto assieme al malcapitato.
Il terzo giorno si svolge l'esame di algebra e io disperato mi siedo affianco ad un amico sperando di copiare da lui. Non riesco a fare quasi neanche un esercizio e dopo non molto quando vedo il mio prof vado a lamentarmi da lui. Dopo una lunga chiacchierata ricordo di aver già dato (nella realtà) l'esame di algebra e così fanculizzo i fogli di carta e vado a preparare la cartella per uscire. Poco dopo mi sveglio.
Ultima modifica di
KaitoH2 il 26/12/2014, 16:54, modificato 3 volte in totale.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire" Legenda Diario dei Sogni Lucidi:
maledetto che sei riuscito a trovare una stratolama così XD
bellissimo kaito, complimenti!
