Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > La rassegna dei miei sogni lucidi

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Dreyeam » 04/12/2013, 22:32

Complimenti Citrato! : Chessygrin : Vedo che anche tu non scherzi...
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 04/12/2013, 23:14

Grazie Drey, ho avuto altri bei sogni lucidi, ma mai elli quanto questo :D
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Alrescha » 05/12/2013, 1:35

ottimo! Vedo che ricordi molti particolari e questo è decisamente diverso dai primi due che hai scritto. Mi piace come ti sei approcciato al sogno e credo che in futuro non mi sarà difficile trarre qualche insegnamento o idea che possa poi provare a testare o trasferire nei miei : Thumbup : continua così!
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chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 05/12/2013, 20:17

Ciao Alrescha, certamente è mia intenzione tenere ben conto dei particolari dei miei SL e tentare di evincerne qualche significato. Come dicevo anche a Dreyem, non sempre i miei SL sono stati così carichi di dettagli e, al contrario di te, non ritengo di avere un così pieno controllo delle mie esperienze oniriche. Comunque sono convinto che leggere i vostri diari può aiutarmi molto.
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Uova in faccia, Cloverfield

Messaggioda Citrato » 08/12/2013, 10:11

In questo sogno mi trovo a passeggiare lungo la strada di un'improbabile cittadina. Entro in una sorta di bottega del pesce. Il locale è oscurato e al suo interno alcune persone discutono animatamente. Un giovane garzone tiene in mano un grosso coltello, come un grosso macete che usa con maestria per dividere in trance un pesce spada poggiato sul bancone. Mi giro da una parte e noto un altro piccolo banco, unito alla parete, su cui sono poggiate tre uova. Mi chiedo cosa facciano delle uova in una bottega del pesce e d'un tratto capisco di stare sognando. Mi guardo intorno per mettere a fuoco i dettagli del luogo: la stanza appare scarna e i muri sono fatti da grossi blocchi di pietra grezza, privi di intonaco. Noto tre persone sconosciute all'interno della bottega, che continuano a parlare animatamente col garzone, mentre questi pare nel frattempo voler attirare la mia attenzione. Decido di eseguire una task allo scopo di valutare l'effetto di realtà del sogno. Prendo un uovo e lo lancio contro una parete. Vedo l'uovo spiaccicarsi contro di essa e poi lentemente scivolare. L'effetto è estremamente reale. Prendo il secondo uovo e ripeto l'esperimento. Stesso esito. Il garzone mi guarda con disappunto e inizia ad inveire contro di me. Prendo il terzo uovo e lo lancio contro di lui. Si spiaccica contro la sua faccia per poi scivolargli addosso e lasciarmi intravedere nel suo viso una smorfia di disapprovazione. D'un tratto sento provenire delle voci dall'esterno: c'è gente che scappa presa dal panico e che grida "Cloverfield!.. Cloverfield!" Sono curioso di vedere la famosa creatura emersa dagli abbissi marini e decido di uscire dalla bottega per affrontare il mostro di persona. Purtroppo non noto niente di particolare. Nessuna persona per strada e nessun mostro. Il cielo inizia a farsi scuro, come se fosse calata la sera all'improvviso. Rivolgo nuovamente lo sguardo verso l'interno della bottega e vedo aprirsi come la grossa porta di una cella frigorifera da una delle pareti. La bottega è ancora scura a suo interno, ma una intensa luce bianca sembra venir fuori dalla cella. Noto la gente entrarvi dentro e scomparire nella luce. Provo ad entrare nella bottega, ma l'accesso mi viene improvvisamente precluso da un cancello fatto di sbarre simili a quelle di una prigione. Mi appare di nuovo il garzone che mi parla attraverso le sbarre e mi chiede: "Perchè sei qui? Cosa vuoi sapere? Sei un filosofo o uno psicologo?" Gli rispondo che sono solo uno che sta facendo un sogno lucido e che sta da poco approcciandosi a questa esperienza. Poi lo vedo dirigersi verso la cella frigorifera ancora aperta e ancora luminosa. Prima che scompaia gli grido "Ci rivedremo?..dimmi..ci rivedremo?" Mi sveglio e mi rendo conto che sto ancora balbettando queste parole con la bocca semiparalizzata e con la voce sommessa.
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Luna » 08/12/2013, 11:02

Citrato ha scritto:. Prima che scompaia gli grido "Ci rivedremo?..dimmi..ci rivedremo?"[/color] Mi sveglio e mi rendo conto che sto ancora balbettando queste parole con la bocca semiparalizzata e con la voce sommessa.


Se gli dai un nome e poi lo chiami nl prossimo lucido, puo' darsi che tu lo possa incontrare di nuovo : WohoW :
Non sono ai livelli di Alrescha , ma di solito uso questo sistema per ritrovare i PO che mi sono piaciuti di piu. Peccato che non sempre mantengano lo stesso aspetto : Biggrin :

Magari la prox volta puoi chiamare " Cloverfield" : Mr green :
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 08/12/2013, 19:54

Ottima idea Luna. Grazie come sempre del consiglio.
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Alrescha » 08/12/2013, 22:57

Concordo con Luna, dare nomi alle cose è un ottimo metodo e funziona ancora meglio se associ loro dei particolari stati d'animo e/o dei significati. Erik ha avuto la splendida idea di assegnare un nome anche al suo subconscio per personificarlo. Piuttosto mi è piaciuta tantissimo la domanda che ti ha posto il garzone: filosofo o psicologo? Affascinante
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 08/12/2013, 23:22

Grazie come sempre anche a te Alrescha. Inizio subito a cercare dei nomi e degli stati d'animo da associare ai miei putativi PO, sulla scia delle intuizioni del grande ErikBauer.
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Tranne te

Messaggioda Citrato » 10/12/2013, 18:35

Il seguente sogno lucido è senz'altro uno dei più bizzarri tra quelli del mio repertorio, poichè mi ha dato modo di constatare quanto il mio subconscio sia dotato di un sottile senso dell'umorismo, al limite della presa per i fondelli, ma anche quanto sia propenso talvolta ad assecondare i miei desideri con estrema indulgenza. Direi che il mio subconscio mi conosce meglio di quanto possa conoscerlo io, sotto certi aspetti, e proprio per questa ragione può anche permettersi di gestire le mie emozioni a suo piacimento. Inizio col dire che in quel periodo desideravo sognare di correre o salire le scale, poichè stavo ancora attraversando la fase di convalescenza dovuta all'intervento subito al ginocchio. Quella notte sognai di trovarmi nella caserma Piave dei Granatieri di Sardegna di Orvieto, il luogo in cui passai i miei primi 15 giorni di addestramento militare, prima del trasferimento definitivo, durante il servizio di leva. Mi trovavo inquadrato all'interno del mio plotone, ma invece di seguire l'addestramento nella piazza d'armi della caserma, ricevemmo ordine dal caporale di entrare all'interno del casermone e correre inquadrati su e giù per le scale. Signorsì, detto fatto. Ed eccoci tutti uniti e compatti nel salire 3 rampe di scale del casermone, poi a ridiscendere, poi di nuovo a salire e così via, numerose volte. Tra i soldati del mio plotone potevo scorgere i volti di molti dei miei compagni di naia. Volti che non vedo ormai da tanti anni, ma che nel sogno apparivano perfettamente chiari e riconoscibili, quasi mi fossi congedato ieri. Come nella realtà, mentre correvamo inquadrati li vedo discutere tra di loro in modo scherzoso, lamentandosi di quanto fosse st*onzo il caporale. Finita la discesa dell'ultima rampa il caporale grida "bene, adesso potete riposarvi, vi concedo una breve pausa, tranne te!" indicandomi col dito. "Comandi caporale, perchè tranne me?", ribatto. "Perchè se non erro desideravi salire le scale, no?. Allora ti do 10 minuti, ma ricordati che dopo devi tornare nel sogno perchè c'è da completare l'addestramento". Neanche a dirlo eccomi lucido d'avanti ad una rampa di scale che nel frattempo ha superato di gran lunga l'altezza del soffitto della caserma, mentre quest'ultima è scomparsa, lasciando spazio ad un cielo di un azzurro intenso. Non so che dire, mi sento commosso e confuso al tempo stesso. Non posso perdere una simile occasione ed eccomi cimentato a salire le scale, ma stavolta in modo consapevole, e facendolo in modo creativo e spregiudicato. Talvolta salgo due gradini alla volta, talvolta uno, poi scendo un gradino, poi risalgo, poi corro mentre salgo. Stupendo. Tutto come nella realtà. Mi diverto come un bambino e mi sento libero. Penso a quanto sia bello superare i limiti della realtà attraverso i sogni e riprendersi la propria salute. Ad un certo momento mi fermo e guardo in basso. Mi accorgo di essere davvero salito molto in alto. Posso osservare un vasto panorama urbano. Poi però il cielo si fa scuro e i gradini cominciano a scomparire. Riprecipito nel sogno non cosciente, provo delle vertigini, ho paura, mi ranicchio sugli ultimi due gradini rimasti. Mi sveglio. Rifletto sul fatto che in realtà saranno passati meno di 5 minuti prima che il sogno crollasse. Il caporale non è stato tanto di parola, ma non è importante.
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