da Citrato » 10/12/2013, 18:35
Il seguente sogno lucido è senz'altro uno dei più bizzarri tra quelli del mio repertorio, poichè mi ha dato modo di constatare quanto il mio subconscio sia dotato di un sottile senso dell'umorismo, al limite della presa per i fondelli, ma anche quanto sia propenso talvolta ad assecondare i miei desideri con estrema indulgenza. Direi che il mio subconscio mi conosce meglio di quanto possa conoscerlo io, sotto certi aspetti, e proprio per questa ragione può anche permettersi di gestire le mie emozioni a suo piacimento. Inizio col dire che in quel periodo desideravo sognare di correre o salire le scale, poichè stavo ancora attraversando la fase di convalescenza dovuta all'intervento subito al ginocchio. Quella notte sognai di trovarmi nella caserma Piave dei Granatieri di Sardegna di Orvieto, il luogo in cui passai i miei primi 15 giorni di addestramento militare, prima del trasferimento definitivo, durante il servizio di leva. Mi trovavo inquadrato all'interno del mio plotone, ma invece di seguire l'addestramento nella piazza d'armi della caserma, ricevemmo ordine dal caporale di entrare all'interno del casermone e correre inquadrati su e giù per le scale. Signorsì, detto fatto. Ed eccoci tutti uniti e compatti nel salire 3 rampe di scale del casermone, poi a ridiscendere, poi di nuovo a salire e così via, numerose volte. Tra i soldati del mio plotone potevo scorgere i volti di molti dei miei compagni di naia. Volti che non vedo ormai da tanti anni, ma che nel sogno apparivano perfettamente chiari e riconoscibili, quasi mi fossi congedato ieri. Come nella realtà, mentre correvamo inquadrati li vedo discutere tra di loro in modo scherzoso, lamentandosi di quanto fosse st*onzo il caporale. Finita la discesa dell'ultima rampa il caporale grida "bene, adesso potete riposarvi, vi concedo una breve pausa, tranne te!" indicandomi col dito. "Comandi caporale, perchè tranne me?", ribatto. "Perchè se non erro desideravi salire le scale, no?. Allora ti do 10 minuti, ma ricordati che dopo devi tornare nel sogno perchè c'è da completare l'addestramento". Neanche a dirlo eccomi lucido d'avanti ad una rampa di scale che nel frattempo ha superato di gran lunga l'altezza del soffitto della caserma, mentre quest'ultima è scomparsa, lasciando spazio ad un cielo di un azzurro intenso. Non so che dire, mi sento commosso e confuso al tempo stesso. Non posso perdere una simile occasione ed eccomi cimentato a salire le scale, ma stavolta in modo consapevole, e facendolo in modo creativo e spregiudicato. Talvolta salgo due gradini alla volta, talvolta uno, poi scendo un gradino, poi risalgo, poi corro mentre salgo. Stupendo. Tutto come nella realtà. Mi diverto come un bambino e mi sento libero. Penso a quanto sia bello superare i limiti della realtà attraverso i sogni e riprendersi la propria salute. Ad un certo momento mi fermo e guardo in basso. Mi accorgo di essere davvero salito molto in alto. Posso osservare un vasto panorama urbano. Poi però il cielo si fa scuro e i gradini cominciano a scomparire. Riprecipito nel sogno non cosciente, provo delle vertigini, ho paura, mi ranicchio sugli ultimi due gradini rimasti. Mi sveglio. Rifletto sul fatto che in realtà saranno passati meno di 5 minuti prima che il sogno crollasse. Il caporale non è stato tanto di parola, ma non è importante.
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