Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > diario di olrac

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 07/11/2014, 12:01

esperienza piuttosto agghiacciante, stanotte. sequanza di sogno normale-lucido-sogno, con all'interno un insegnamento che non avrei mai voluto ricevere.
questa volta mi dilungo un pò!

il titolo è: "Wunderkammer"

passo tutto il giorno a ripetermi la frase:"sto sognando ora?" ed eseguo esercizi di ricordo di sè con momenti di consapevolezza di luoghi e situazioni esterne.
vado a letto quando sono stanco, e dormo fino alle 4.30. guardo l'ora e so che quel momento è prezioso, mi concentro ancora e poi ritorno al letto.
mi sistemo nella posizione a pancia in giù col braccio sinistro sotto il cuscino (senza fare pressione con il peso della testa!)e l'altro braccio disteso. la narice sinistra respira bene, senza difficoltà.
prima di andare a dormire avevo visto sullo schermo certi video con bamboline e varie collezioni di oggetti, manipolati dai loro collezionisti, a mò di gioco.ho visto anche video in cui questi oggetti di forma umana venivano smontati e ricomposti diversamente, come con le costruzioni lego.

sogno una strada di città, un essere spregevole con lineamenti orientali, un cinese, che urlando trascina con una corda per il collo un altro suo simile. intuisco che si tratta di suo fratello. lo sta trascinando per il collo, gli sta facendo molto male. i due sembrano pazzi, sembrano esseri indiavolati. osservo la scena e non posso accettarlo. non realizzo che sognando, urlo: "no! fermo! basta!" e mi accorgo che i due si accorgono di me. mi sento in pericolo, uno di loro, quello quasi strangolato mi viene incontro. ho timore, non so cosa succederà. mi si avvicina, lo vedo un pò meglio, è un ragazzo ma ha il viso rosso, consumato dalla fatica e dalla furia del fratello. penso sia insano mentalmente, un pazzo uscito da un manicomio. avevo gli occhi abbasstati per non incontrare lo sguardo ma mi accorgo che ora è diverso, si è un pò calmato. mi osserva, mi dice qualcosa che non ricordo bene, non so se mi ringrazia o mi spiega qualcosa. se ne va e si libera dall'agonia di prima.

ora sono in un museo naturalistico, in compagnia di un gruppetto di visitatori che conosco. visito il museo che è diviso in tre piani: nel primo la luce è diffusa e si vedono esposti in teche moderne fossili, scheletri animali, e vari oggetti provenienti da tutto il mondo. so che mi trovo a modena. scendo poi al secondo livello che è sotterraneo e qui la luce è fioca, distinguo uno scheletro di tirannosauro alto circa tre metri e delle grandi conchiglie marine di diverse tipologie. ma le teche che osservo sono quelle ottocentesche. molte sono vuote, i vetri un pò impolverati. l'atmosfera si fa un pò cupa, come se stessero per chiudere ai visitatori. scendo ancora al terzo livello sotterraneo, non ci sono finestre, è quasi buio. non c'è nessuno, sembrano sale dismesse, non utilizzate da tempo. si sente il rumore dei neon. i frammenti di fossili sono pochissimi. comincio a sentire una pressione psicologica generata dal fatto che le luci di alcune stanze non si accendono. col gruppo cerchiamo di pigiare gli interruttori che troviamo; così arriviamo in uno studiolo dove si trova una consolle di legno antico settecentesca con sopra alcune conchiglie che però sono completamente deformate, come fossero esemplari malati.
usciamo dallo studiolo ed entriamo in una sala con pavimento nero lucido e venature bianche. libri alle pareti, tre (o due) serie di tavoli a sinistra e a destra con sedie antiche di legno. è una sala latture. mi fermo ed osservo la stanza.credo sia una sala fabbricata agli inizi del novecento.
nella vita reale quando voglio memorizzare una situazione o un luogo faccio esercizi di ricordo di sè. quindi guardo la stanza con calma e mi siedo, sto registrando tutto nella memoria. potrei disegnare chiaramente la composizione, come faccio coi miei quadri di pittura.
comincio ad essere lucido; l'esercizio mi fa svegliare, ora so che mi ricorderò per sempre quel luogo. soddisfatto esco dalla stanza e vago per il sotterraneo. ma non vedo i miei amici. comincio a scorgere oggetti strani, inquietanti, feti, molluschi, crostacei, animali in formalina, molti di questi sono ancora vivi, hanno colori accesi sull'arancione. ho la sensazione che potre trovare di tutto in quelle teche. qualcuno si è divertito a giocare con la vita di questi esseri.
alcune sale non riesco a vederle, le luci non si accendono. comincio a sentire un malessere diffuso in tutto il corpo, il luogo che sto esplorando non è un posto sano, c'è un silenzio irreale, l'eco della mia voce rimbomba nel vuoto. una sensazione di freddo si insinua nello stomaco ed è rivoltante. sento quasi l'odore di quelle strane forme di vita. mi sento disgustato da quelle bacheche, voglio uscire da lì.
mi fermo, mi calmo un momento e mi ripeto:"è un sogno, no? e allora cosa temo?" e a queste parole inizio a sollevarmi da terra, i piedi si staccano dal pavimento e volo verso quella che mi sembra l'uscita. nel momento in cui parlo percepisco davanti a me una specie di "esplosione molecolare" che produce una meravigliosa vibrazione nell'aria e una luce diffusa. tocco la parete per saggiarne la consistenza. poi per migliorare la stabilità in volo unisco le mani a mò di preghiera, in questo modo procedo bene, speditamente, all'interno di quel freddo corridoio.
ora sto meglio, percepisco l'illusione del sogno, plano e faccio quello che voglio in aria. anche se è un incubo voglio restarci dentro per distruggerlo. sono pervaso da una energia speciale che annulla il "potere" di quell'ambiente malsano. voglio fare anche di più, voglio caricarmi di maggiore energia di consapevolezza. so come fare, l'ho studiato: devo fermarmi e addormentarmi nel sogno per poi svegliarmi di nuovo. tranquillo, mi siedo in mezzo al corridoio, chiudo gli occhi e rimango consapevole.
lo faccio, ma alla fine riesco solo ad uscire definitivamente da quella situazione angosciante.

ma l'avventura non è finita.

sogno qualcuno (una donna sui cinquant'anni, robusta) che fa a pezzi altre persone, come fossero giocattoli, li ricompone e ne fa delle vere e proprie bambole. ne sono disgustato, purtroppo non ho la forza di reagire e di tornare lucido ancora. forse sono stato troppo tempo nell'altro sogno, il che non mi ha giovato. forse era meglio sognare di correre su un prato all'aria aperta che pensare a distruggere i propri incubi?
alcuni esseri mi guardano come per chiedere aiuto ma rimango lì, stanco e paralizzato dalla situazione. dovevo aiutarli ma non ho avuto la forza di essere lucido ancora.
in lontananza sento un frastuono di vetri rotti che cadono all'interno di un centro commerciale.
vedo infine gli esseri che non sono riuscito a salvare, vivono sott'acqua, risuscitati, ma sono diventati sub-umani. sono esseri umani tornati animali, non potranno evolversi a causa di quei crudeli esperimenti. ciò mi causa un enorme dispiacere. esco dal sogno e mi sveglio.

mi sarebbe piaciuto raccontare un bel lucido, con visioni e azioni miracolose e magari divertenti, ma stavolta si è trattato di qualcosa di profondamente angosciante.
sono convinto però che anche dietro a sogni così allucinanti ci sia un insegnamento.
forse ho messo su uno stesso piano tre mondi: manie di collezionismo-oscurità sotterranea-crudeltà nel gioco.
il gioco, nell'accezione del collezionare e dell'imprimere la volontà su altri esseri (anche se sono solo bambole) deve essere organizzato in modo da portare un bambino a non eccedere in mania di desiderio nè di possesso nè crudeltà. questi fattori, già insiti nell' infanzia, possono essere amplificati nella vita adulta se non si genera abbastanza luce dentro di sè, cioè se non si interviene con un controllo sulle proprie azioni.
la luce di una consapevolezza di ciò che si sta facendo di sbagliato.
i bimbi dovrebbero trattare bene anche le proprie bambole, e i genitori instillare a loro volta un pò di umanità, anche se si tratta di oggetti, ma oggetti caricati di valore simbolico.

poi mi pongo una domanda folle: può essere di qualche utilità "salvare" gli esseri che si sognano anche se sono solo proiezioni mentali?
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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 12/11/2014, 0:33

con questo breve lucido ho sciolto finalmente la tensione provocata dal precedente lucido che mi aveva sconvolto profondamente.

lo intitolo: "un volo al giorno":

mi addormento dopo aver ricordato me stesso associando la frase"sto sognando?" per una ventina di volte al giorno.
questo esercizio sta completamente rinnovando la mia percezione del mondo, anche andare a fare la spesa diventa una esperienza completamente nuova ed emozionante. è come se il reale acquisisse uno strato di novità e mistero...

inizio dormendo in posizione supina perchè in realtà vorrei distaccarmi dal corpo ma entro invece in un sogno normale. il mio obiettivo principale infatti è di provocare una obe, perchè in quella dimensione mi sento più reale, sento di essere più vivo rispetto ad un lucido. ma va bene anche un "semplice" lucido...!

mi ritrovo a partecipare ad una specie di incontro-seminario in cui si parlerà di argomenti molto elevati di natura psicologica, siamo seduti tutti in cerchio, su quelle sedie che si trovano anche a scuola. la stanza è illuminata bene e c'è una bella finestra grande che è rimasta aperta, non si sa perchè. sto per accomodarmi, penso che in realtà conosco più o meno gli argomenti di cui si discuterà, penso addirittura che so già tutto in precedenza, ho una sorta di pre-conoscenza degli argomenti trattati. so come andrà a finire. mi pervade un senso di noia e meccanicità. sembra davvero uno di quei noiosi consigli di classe ai quali devo per forza partecipare!
e allora?
allora senza neanche sedermi, mentre le persone si accomodano per prepararsi ad ascoltare, comincio a svegliarmi, prendo coscienza di me, comincio a camminare sempre più velocemente verso la grande finestra che ho davanti, incurante di tutto, della situazione da cui mi distacco. faccio un balzo sopra due banchi che mi servono da trampolino di lancio, nel mentre faccio un veloce test di realtà guardando le mie bellissime scarpe nuove e mi lancio nel vuoto senza neanche guardare cosa ci sia oltre. sento il rumore delle suole che battono sui tavoli.
le scarpe sono le stesse che porto normalmente, i banchi sono verde chiaro e grigio come quelli di scuola. sono lunghi circa un metro. qualcuno li ha messi lì per permettermi di saltare.

esco così dalla stanza e dalla situazione noiosa, mi ritrovo a volare su un paesaggio meraviglioso, sono terreni di campagna che aveva mia nonna. il paesaggio è nitido come non mai, è mattina presto, ci sono alberi, cespugli, rocce, laghetti e tutto pare avere una floridezza magnifica. la luce è debole e fredda ma mi permette di vedere tutto. mentre volo intorno scorgo la nebbia del mattino che avvolge la campagna, il colore del terreno e dei fiumi assomiglia a quello dei quadri di leonardo da vinci, tutto è immerso in una atmosfera di densa umidità e vapore acqueo. in effetti più che un terreno fertile sembra la pelle di un essere vivente!

continuo a volare, mi sembra di essere un animale fatto proprio per quello scopo. ho un certo controllo sul volo, non ho alcun timore, sono leggero come un aquilone, mi libro come se planassi dolcemente ad una distanza di circa una trentina di metri da terra. la visione è spettacolare. un uomo dovrebbe volare spesso in sogno. fa bene.
cambio leggermente direzione, osservo altri terreni e alberi e piante, mi sembra di poter scorgere una particolare conformazione, una specie di ordine naturale del terreno.
sento il vento umido e tiepido sulla faccia, ascolto i deboli rumori e il senso di quiete della foresta sotto di me, sono solo e sto volando sul mondo. sento tutto quello che può sentire un volatile. vorrei ancora esplorare, cerco di guardare le mie mani ma a questo punto non so perchè, non riesco a staccarle dal corpo e osservarle. non ho mai avuto difficoltà in questo. mi ricordo che avevo come obiettivo di fare una obe e questo forse mi fa immaginare di essere ancora legato al corpo fisico. insomma, comincio a perdere lucidità. forse le mie mani fisiche sono in una posizione tale da non permettermi il movimento?
cerco di guardare più in alto, c'è molta nebbia intorno e sopra di me, una nebbia bianca e fredda. guardo ancora in alto ma sento che se mi sforzo ancora ritorno nel corpo fisico. sento le sopracciglia che si inarcano e si sforzano. ma perdo pian piano lucidità.


mi sveglio e noto che le mie mani sono molto calde, sono posizionate accanto al busto. forse il calore le ha "magnetizzate"? ero ancora troppo legato al corpo fisico? stavo volando come se pensassi di essere in un corpo astrale? chissà.
cmq sono straordinariamente riposato, calmo e sereno. riprovo a dormire ma cambio posizione e mi allontano da quella esperienza meravigliosa.
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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 19/11/2014, 0:54

mi sono appena svegliato da una breve esperienza di obe. purtroppo si è risolta in un fallimento.
mi ero distaccato dal corpo in modo magnificamente naturale, ho guardato nella stanza e ho riconosciuto la posizione di oggetti e la forma delle persone presenti. mi sono detto: "finalmente!", dopo una settimana di sforzi pazzeschi.
mi sollevavo lentamente verso il soffitto nella posizione con le mani incrociate sul petto come nelle mummificazioni egizie. poi non capisco il perchè non riesco a mettere i piedi per terra per spingermi e aumentare lo slancio. c'è qualcosa che mi blocca, in basso.
ritorno nel corpo fisico e mi accorgo di aver posizionato il piede destro di taglio sotto le coperte, completamente storto e di sbieco, in modo da rendere la posizione scomoda e pericolosa, col rischio di svegliarmi del tutto. mi era già capitato con un mezzo piede fuori dal bordo del letto.
quindi non potevo spostare il piede perchè sapevo che sarebbe finita in un attimo la meravigliosa esperienza di volo.
ritorno ancora nel corpo sottile ( o astrale, o come si vuole chiamare) e provo a muovere le mani staccandole delicatamente da quelle fisiche. in questo mi sono esercitato molto ultimamente, so come fare per non svegliare il fisico. riesco a sentire le nuove mani che stanno per sgusciare ma di nuovo sento l'impaccio del dannato piede destro! che rabbia!
mi adiro con me stesso per quella stupida e banale negligenza. provo a staccare i piedi, non ci riesco perchè sento che sono collegati col "punto di errore dell'obe". allora disperato tento di spostare di poco la posizione del piede ma provoco il risveglio del corpo fisico.
maledizione! un tentativo di obe fallito perchè il piede è rimasto inchiodato sotto le lenzuola a causa della pressione sanguigna? è la spiegazione che mi sono dato. effettivamente da quello che ho provato se il sangue ristagna in un qualsiasi punto del corpo è quasi impossibile distaccarsi.

mi chiedevo se qualcuno ha avuto problemi simili di volo!
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Re: diario di olrac

Messaggioda PK2 » 19/11/2014, 21:59

La prossima volta che ti capita prova, invece che cercare di sollevarti verso il soffitto, a "rotolare di lato" con una certa decisione, come se volessi gettarti giù dal letto. A volte quando mi accorgevo che c'era un contatto "colloso" con il corpo fisico, con me ha funzionato.
« Gli invisibili unicorni rosa sono esseri dotati di grande potere spirituale. Questo lo sappiamo perché sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo. Come tutte le religioni, la fede negli invisibili unicorni rosa è basata sia sulla logica che sulla fede. Crediamo per fede che siano rosa; per logica sappiamo che sono invisibili, perché non possiamo vederli. »

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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 20/11/2014, 12:07

PK2 ha scritto:La prossima volta che ti capita prova, invece che cercare di sollevarti verso il soffitto, a "rotolare di lato" con una certa decisione, come se volessi gettarti giù dal letto. A volte quando mi accorgevo che c'era un contatto "colloso" con il corpo fisico, con me ha funzionato.


grazie PK2! ci provo subito, oggi stesso.
quella collosità col corpo è davvero fastidiosa. secondo te cosa sarebbe? una forma di "magnetismo animale"? un limite dell'identificazione col corpo?...
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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 22/11/2014, 0:15

breve lucido avuto in serata, intorno alle dieci.
non ci sarebbe neanche da intitolarlo perchè è molto semplice, ma lo intitolo lo stesso:"più cocciuto di un mulo"

vado a letto dopo aver assunto molti carboidrati, in modo particolare quelli derivanti dalle patate. quando mangio così puntualmente sogno lucido o esco dal corpo.
ho compiuto esercizi durante tutta la giornata, specialmente quello della "follia lucida"nel topic"pluralità di mondi". ci ho aggiunto anche esercizi di svuotamento della mente in alcuni momenti della giornata, e, per completare, lettura di testi di psicologia del profondo.
il mio obiettivo è semplice stavolta: ricordarmi che sto sognando e aumentare la mia consapevolezza in quello stato.
apparentemente semplice.

non mi risveglio di colpo come capita di solito ma lentamente, per gradi. mi trovo in una grande stanza, in qualche modo familiare, stile anni settanta, con pareti bianche decorate. mi ricorda molto le sale della casa di mia nonna. la stanza sembra vuota, leggermente in penombra. noto tavoli, oggetti, ma non mi interessa molto l'arredo, piuttosto datato. guardo le mani e mi viene in mente che potrebbe essere un lucido. dico potrebbe perchè in realtà questa volta non ho neanche voglia di fare un vero test di realtà, mi va bene così. lucido? astrale? sogno normale? proviamo a vedere cosa posso fare davvero e lo saprò.
guardo il muro che è di un colore bianco a strisce verdi verticali. ci sono anche delle decorazioni che non ricordo bene, mi pare fiori gialli ma non sono sicuro. allora mi viene in mente di toccare la parte per sentire la consistenza, la tocco una volta, poi ancora, poi scaglio un piccolo pugno, mi faccio male. azione del tutto inconsueta per la mia personalità, sferro altri pugni contro la parete, sento ancora dolore forte. le nocche si schiacciano e la sensazione arriva fino al braccio. non so perchè ma continuo questo stupido gioco: colpisco la parete e invece di urlare dal dolore sono contento perchè prendo consapevolezza che quel muro esiste come esiste la mia mano dolorante. (non è follia?..)
mi sgranchisco le dita, le scuoto per riprenderle dallo schock e poi do un altro colpo ancora. sento il rumore sordo del muro e mi metto a ridere come un idiota. penso: "che bello sentirsi vivi nel sogno!". la parete si colora di rosso sangue, si è trasformata in un materiale poroso, simile ad una specie di moquette morbida.
poi, perdendo completamente la sanità mentale, do una testata, poi un'altra e ancora. più colpisco più il muro più esso si indebolisce e sembra ammorbidirsi. non so cosa sto facendo e perchè ma all'ultima potente craniata entro letteralmente nel muro. mi dico: "ecco, questo può succedere solo in un lucido! sto oltrepassando una parete". mi sento sprofondare lentamente dentro la materia che sembra viva, non mi resiste, si lascia penetrare. la sensazione è meravigliosamente piacevole! una morbidezza mai sentita prima in vita mia, neanche in quella "reale".
sono dentro la materia rossa, non c'è più luce e sento una meravigliosa sensazione di essere dentro una soffice intercapedine spugnosa.
dopo questo mi fermo e penso che la mia task di base era un'altra. non devo perdere tempo giocando ma devo...ricordarmi di me. questo è l'obiettivo che volevo realizzare. forse per imprimermi nella memoria di essere stato lì, con tutto me stesso.
mi guardo le mani, mi concentro e mi sforzo di ricordarmi che sono nel sogno e devo sfruttare meglio questa capacità, non devo sprecarla. mi dico ad alta voce: " cosa sto facendo? io dovrei fare altre cose molto più importanti di queste!", ma ormai il muro mi ha inglobato nell'oscurità e perdo la preziosa lucidità.


ora, se uno ha come obiettivo quello di aumentare la propria consapevolezza di essere in quello stato, allora si può dire di averlo in parte raggiunto, ma solo alla fine del sogno, quando il tempo era ormai scaduto!
non è questo un insegnamento?
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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 30/11/2014, 1:32

questa volta mi è sembrato di non aver neanche dormito, nel senso che c'era una certa continuità tra il momento prima di andare a dormire e i sogni fatti, come se in realtà non fossi mai andato a dormire ma avessi viaggiato per tutto il tempo del sonno.
vorrei continuare in questa direzione di fusione tra realtà e sogno...

questa esperienza la intitolo: " guarda più in alto!"

vado a letto dopo essermi ripetuto che devo incontrare persone nel sogno e parlare con loro, semplicemente, come esercizio. ma fortunatamente il risultato è stato più grandioso del mio piccolo obiettivo.

mi ritrovo in una località di mare con sabbia e rocce bianche. in realtà mi sembra già questo un lucido ma non faccio prove di realtà per il momento. è notte. sono su una strada con larghe pietre rotonde come pavimentazione. arriva un ragazzo in bici con casco e ben equipaggiato, mi pare venisse da molto lontano a giudicare dall'aspetto. mi chiede come fare per arrivare su una certa strada in un luogo che non ricordo. non so come ma so dove vuole arrivare, so dirgli come arrivarci. allora saliamo insieme su una specie di altura di roccia bianca facendo una stradina che gira su se stessa come una scala a chiocciola. sento la porosità delle rocce che sono calcaree.
da qui il paesaggio è meraviglioso! scorgo il mare, la spiaggia, le luci della città e il cielo scuro con stelle splendenti. l'aria mi sembra carica del profumo del mare.
consiglio al ciclista che strada prendere e gli dico di fare una stradina diritta di fronte a sè (di una ventina di metri) e poi di girare a sinistra. gli dico di andare a sinistra perchè in fondo alla prima stradina c'è una torre simile a quella del palazzo vecchio a firenze, molto alta, ma lui non deve andare lì. mi saluta e se ne va.
so che potrei salire ancora per vedere un panorama ancora più esteso e mentre salgo mi sveglio.

mi risveglio in una stanza con uno strani ingranaggi a parete un pò scassati e polverosi, è un ascensore multiplo. stranamente le porte sono molto piccole e vedo che molte in realtà non si aprono nemmeno, sono false-porte. volevo salire o provare almeno ad entrare ma riesco solo a trovare una porta a destra ad angolo, una fessura che mi permette di uscire dall'ambiente che è un pò claustrofobico. esco assieme ad una ragazza alta, ben fatta che non conosco. vorrei parlarle, mi ricordo infatti che era quello l'obiettivo del sogno. ma lei pare non voler socializzare, pare abbia molta fretta, e cerca di allontanarsi mentre io cerco di chiederle qualcosa:"scusa, aspetta!".
lei niente, non ne vuole sapere di un contatto amichevole. la afferro per il braccio ma si sfila e capisco che deve raggiungere un gruppo di due persone più avanti che la aspettano. so che sono i suoi genitori, lei deve tornare dai suoi per qualche motivo impellente. questa cosa mi disturba, e reagisco come non farei mai nella vita reale, arrabbiandomi. faccio un gesto di stizza e dico:"ma vaff...!"(di solito non reagisco così). allora me ne vado, la mia task si è volatilizzata...
allora che faccio? sono lì, arrabbiato e deluso, non c'è nessuno in strada, è buio. sono comunque contento di essere lucido e sentire tutta l'atmosfera di quel luogo. sembra una cittadina comune, con alberi di palma e muretti ai margini della strada. è un luogo tranquillo. sono solo in strada, mi guardo intorno, cerco di capire come utilizzare il momento di lucidità e mi concentro in meditazione.
allora una voce dentro di me mi induce a lasciare la visione del paesaggio orizzontale e a rivolgermi verso l'alto. mi rivolgo verso le stelle. ogni tanto mi capita di cercare la loro compagnia, come fossero amici di vecchia data con i quali comunicare. a volte mi sembrano più rassicuranti delle persone.
non mi ero accorto di quale meravigliosa visione celeste si trovava sopra di me: il cielo blu, immenso, i suoni meravigliosi della notte, gli alberi di palma altissimi svettavano come esseri animati, le stelle brillavano di una splendida luce. cosa mi stavo perdendo! non è anche questa una forma di socializzazione o di contatto tra esseri?
ma ecco il dono più grande. lentamente le stelle nel cielo si cancellano e io rimango atterrito e preoccupato. a questo punto una visione ancora più incredibile si sovrappone a tutto ciò che vedevo: due gigantesce mani, una blu in alto aperta, una gialla in basso, si trovavano di fronte ai miei occhi, nel cielo, al posto delle stelle di prima!
la mano blu è in controluce, cela una fonte luminosa, che sembra un piccolo sole. l'altra mano è sezionata in parti in senso parallelo alle falangi e in mezzo agli spazi interni passano raggi di luce potentissimi. si sta facendo improvvisamente giorno. rimango inchiodato alla visione, bellissima, rassicurante, nonostante la sua stranezza. potrei dipingere facilmente quelle mani che ho stampate nella memoria.

mi sveglio appagato e riposato. in realtà la matematica dice che non ho dormito più di cinque-sei ore ma mi sento perfettamente riposato.
esco e vado al lavoro con una gran carica. sento che qualcosa in me è cambiato, vorrei sfruttare questo cambiamento di percezione. comprendo che mentre mi immergo nella realtà questa con i suoi meccanismi ripetitivi e ordinari tenta di farmi ritornare in uno stato di normale percezione.

cosa significa quella visione? perchè le stelle si sono trasformate in mani? domande della logica...

se esiste un insegnamento in questo lucido è che se anche non si rispetta una task quello che viene offerto dal sogno a volte è ancora più spettacolare e originale di quello che ci si può aspettare.
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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 02/12/2014, 16:41

un distacco dal corpo e due lucidi in due notti consecutive, un record per me...
la prima esperienza, per me la più importante, la intitolo: "una radio nella testa"

vado a dormire con l'intento di comunicare con eventuali p.o.
durante il giorno eseguo vari esercizi di consapevolezza (ricordo di sè, attenzione divisa, e "follia lucida"), una ventina, e mi ripeto mentalmente l'intento per diverse volte.
prima di stendermi ripeto l'intento fermamente e anche dopo essermi steso. la posizione è sempre la stessa, rivolto a testa in sù perchè cerco le obe. ma se la cosa non accade mi giro a pancia in giù e braccia stese lungo ai fianchi ma senza toccare il corpo per evitare qualsiasi "effetto colloso". se neanche questo funziona mi giro leggermente sul fianco destro con la testa rivolta a sinistra con la narice sinistra libera.

(uso il rosso per differenziare le esperienze di lucido e distacchi dal corpo)
prendo sonno facilmente e, senza sentire vibrazioni o altri segnali, esco come un proiettile dalla parte centrale sopra la fronte. la cosa ha una naturalezza che non mi sorprende, questo allenamento l'ho ripetuto tante di quelle volte che ho una certa facilità.
intorno l'ambiente è buio, prendo velocità e mi do una ulteriore spinta per salire, mi ritrovo, mi pare, ad una altezza di una decina di metri. ormai sono abbastanza pratico di questo tipo di volo, faccio delle capriole, a 360 gradi. poi, sempre andando verso l'alto, provo a spingermi con i piedi ma non serve molto. allora faccio delle virate a destra e sinistra esattamente come fanno gli sciatori e salgo ancora. mi fermo in sospensione perfetta e guardo intorno, è proprio buio, l'ambiente non lo riconosco, forse sono uscito fuori dalla stanza? fuori di sera c'era tanta nebbia...
cerco di ricordarmi qual era il mio scopo...ricordo che dovevo provare a parlare con qualcuno ma...dove sono ora non c'è proprio nessuno! allora l'intuito mi dice di provare una cosa strana: mi concentro su me stesso, mi ricordo che col corpo sottile si può vedere a 360 gradi e quindi provo a vedere dalla parte opposta allo sguardo, cioè dentro la fronte. eccezionale! è come se fossi entrato dentro la testa...sento dei rumori, delle voci dalla parte sinistra in basso della testa...ma sono io!
sto ascoltando la mia voce, delle frasi che hanno un pò il suono metallico, come fossero parole elettrificate. il ritmo si fa sempre più veloce. mi sorprendo della cosa e ritorno nella posizione principale, cioè gli occhi li faccio uscire dalla testa come erano in partenza. faccio di nuovo la stessa cosa e ritorno ad ascoltare quelle frasi, si parla di dover fare delle cose, mi pare...i suoni si fanno più vicini, aumentano di intensità e sento chiaramente la frase "no, no, parlo, col professore, il professore." (la cosa mi stupisce non poco perchè sono un prof.!)
ho studiato che nella mente non c'è mai silenzio totale. quindi presumo di aver ascoltato le forme pensiero immagazzinate durante il giorno o qualcosa del genere. o, nel migliore dei casi, ho ascoltato le voci della coscienza che si esprimevano compiutamente.
le ultime frasi cominciavano però ad essere troppo pressanti, quindi ho deciso di staccarmi da quello straordinario contatto.


mi sveglio e penso di aver davvero ascoltato il rumore di fondo della mia coscienza, come fosse un flusso, un fiume, che rimane sempre aperto, e viene intercettato solo se si fanno particolari esercizi di meditazione.
mi sento completamente riposato, ho dormito solo un'ora. vado subito a studiare quale parte del cervello si trova in basso a sinistra (o destra se si considera il ribaltamento della testa verso l'interno).
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Re: diario di olrac

Messaggioda nagualdreamer » 02/12/2014, 18:44

É veramente grandioso, stai sviluppando un'abilità pazzesca.
" If we choose to recondition our interpretation system, reality becomes fluid,
and the scope of what can be real is enhanced without endangering the integrity of reality.

Dreaming, then, indeed opens the door into other aspects of what is Real."
~Carlos Castaneda
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Re: diario di olrac

Messaggioda olrac » 02/12/2014, 19:24

nagualdreamer ha scritto:É veramente grandioso, stai sviluppando un'abilità pazzesca.


grazie, Nagualdreamer!
la cosa bella di queste esperienze è che sto comprendendo davvero l'importanza dell'intento!
quella volontà che va al di là della logica comune e che fa prendere decisioni apparentemente strane o illogiche anche all'interno del sogno...

Spoiler:
tra l'altro questa avventura mi è capitata casualmente proprio la sera in cui sul sito si parlava della coscienza!
olrac
 
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