da fcm19 » 23/05/2016, 9:38
Sono disteso nel letto in posizione supina e improvvisamente mi ritrovo tra delle vibrazioni molto intense e in piena paralisi. Faccio una rotazione di 180 gradi, quindi mi ritrovo a pancia in giù e levito di qualche centimetro sopra il letto, poi inizio a muovere le braccia e le gambe come se stessi nuotando. È proprio un allenamento di nuoto in pieno blackworld! Dopodiché rotolo e scendo dal letto senza forzare troppo e facendo l'ormai consueto test del naso. Mi ritrovo in penombra al centro della camera e cerco di studiare il momento esatto in cui si forma il sogno. Nel frattempo guardo la radiosveglia che prima segna le 2 e qualcosa e poi le 15... Quando "sento" che è il momento giusto stabilizzo e richiedo chiarezza: il buio si dirada e la stanza si illumina a giorno. Esco dalla porta della camera e mi ritrovo ai piedi di una rampa di scale in un edificio che non conosco. Le scalinate sono quelle "a fisarmonica" (non trovo un termine migliore), dove in pratica c'è un troncone di scale, poi un piccolo pianerottolo di un metro quadrato e poi un altro troncone che sale in direzione opposta a quello precedente. Spero si sia capito :-) . Inizio a salire i gradini prima camminando e poi correndo. Mi ritorna in mente un mio vecchio obiettivo onirico, così mentre salgo inizio a chiamare ad alta voce il nome di M. per farla apparire aspettandomi di trovarla appena più su, sulle scale. Dopo essere salito di un piano circa vedo una ragazza bionda coi capelli lunghi appoggiata al passamano. Mi avvicino ma capisco che non è lei la persona che cerco. Mi guarda un attimo negli occhi ma non dice una parola.
Lascio perdere la task e continuo l'esplorazione di quell'ambiente. Entro in una stanza, dove c'è un uomo enorme (alto almeno due metri), che mi pare piuttosto minaccioso. Non esito un attimo e provo a scaraventarlo di peso fuori dalla finestra facendolo passare attraverso le inferriate, ma non passa. Rimane piuttosto confuso e inizia a girare per la stanza come uno che ha le vertigini. Allora tolgo un'anta della finestra e la lancio fuori facendola passare senza problemi attraverso le inferriate, come se queste non avessero consistenza.
Mi ritrovo ancora in paralisi e il sogno riparte subito, ma con un altro scenario. Sono seduto a tavola in cucina. Voglio provare a materializzare un frutto, ma stavolta dal nulla, senza copiarlo. Scelgo un'arancia come ieri. Dispongo le mani a forma sferica sulla superficie del tavolo, mi concentro e dopo qualche secondo le tolgo. In quel punto inizio ad intuire un alone sferico trasparente, mi concentro meglio ed ecco l'arancia. La assaggio intera ed è buonissima. Provo poi con lo stesso metodo di prima a materializzare una mela ma non riesco.
Mi ritrovo paralizzato nel letto percorso da forti vibrazioni. Mi alzo e faccio il test del naso: NON respiro! Allora nella penombra della camera provo a passare due dita attraverso il palmo della mano: si forma solo un piccolo bozzo sul dorso, poi mi ritappo il naso e stavolta respiro. Ah, ecco! Esco dalla camera e vado nella stanzetta. Anche qui è tutto buio, ma intravedo degli spiragli di luce tra le fessure della persiana. La apro, richiedo "chiarezza ora", ed ecco che come per magia arriva sia l'illuminazione che il paesaggio. Guardo verso nord, ovvero alla mia sinistra, e in lontananza, a circa un chilometro in linea d'aria, vedo un grande bosco, come nella realtà. Tra le foglie, alla base di alcuni alberi in un angolo del bosco, intravedo delle fiamme. Sono curioso di vedere di cosa si tratta, così prendo il volo in quella direzione. Il decollo è un po' faticoso, evidentemente la mia mente razionale stenta ancora un po' a credere che si possa volare, nonostante decine di esperienze. Poi però inizio ad immaginare la spinta e acquisto una velocità piuttosto sostenuta. Passo sopra le case e vedo il bosco di fronte a me che si avvicina. Mentre volo continuo a strofinarmi le mani per aumentare la nitidezza e questa si incrementa a dismisura, così come anche la saturazione dei colori (il famoso iperrealismo onirico di cui si parla spesso!). Vedo il verde degli alberi, dei campi e della vasta pianura di fronte e sotto di me, e il cielo azzurrissimo sopra. Continuando a volare per centinaia e centinaia di metri perdo di vista il bosco al quale ero diretto, e l'ambiente inizia a cambiare: ci sono delle basse collinette sparse qua e là, circondate da vegetazione. Sotto delle stradine strette e delle piccole case sparse. A questo punto mi faccio distrarre troppo dalla bellezza del paesaggio e sento che il mio volo inizia a perdere quota. Non riesco più a risalire, quindi arrivo a raso terra di una di quelle stradine sottostanti e mi schianto contro un cassonetto verde dell'immondizia. Tutto si oscura e mi ritrovo nel letto tra le vibrazioni.
Sono ancora in paralisi, apro un occhio e vedo la camera con l'illuminazione reale, quindi penso che sia ormai sveglio. La paralisi però non vuole terminare, è resistentissima. Inizio ad alterare il respiro per svegliarmi forzatamente ed annotare le esperienze precedenti per paura di dimenticarle, ma poi do uno strattone e mi alzo dal letto ancora una volta. Mi tappo il naso e respiro. Cammino nel buio, agilmente, in quel buio che ormai conosco palmo a palmo. Esco dalla camera e vado ancora una volta alla finestra della stanzetta. Guardo fuori. È notte, vedo il cielo tempestato di stelle luminose e fittissime. E soprattutto sono intermittenti! Rimango rapito da cotanta bellezza... Guardo in direzione sud est, in basso verso l'orizzonte, e in una striscia di cielo che si intravede tra le case scorgo un grosso punto luminoso di colore rosso intenso, in leggero movimento. Penso che sia uno strano pianeta, vorrei raggiungerlo ma poi cambio idea perché mi pare troppo lontano e soprattutto non saprei cosa aspettarmi. Allora plano giù dalla finestra e mi ritrovo vicino alla porta di una palazzina di cinque o sei piani. Vedo una macchina passare di fronte a me, così penso che sia utile per allenarmi un po' con il controllo. Grido: «Fermati!». Non reagisce subito ma poi inchioda di colpo e si arresta. Le ordino di ripartire e la macchina riparte all'istante, poi la faccio schiantare contro il muro come avrei voluto. Dopodiché fa una retromarcia improbabile e torna indietro intatta. La fermo col pensiero e questa inchioda e comincia a sgommare in modo strano perché girano alcune ruote mentre altre sono ferme. Esce fumo bianco dagli pneumatici. Nel frattempo arriva uno a piedi, che passa incurante del pericolo nella traiettoria dell'auto da me comandata. Lascio perdere la macchina e mi concentro sul tipo. Gli dico di fermarsi e questo di ferma. Provo a farlo levitare, ma non mi riesce subito: mi sono necessari alcuni sforzi di immaginazione. Ad un certo punto vedo il tizio che comincia a staccarsi da terra verticalmente e col pensiero lo faccio salire su, su, verso l'alto. Lo sollevo più in alto del palazzo e poi scompare in cielo come un palloncino che si sta sgonfiando.
Qui mi sveglio definitivamente, sono le 6:25, e dico "finalmente" perché l'esperienza è stata veramente lunghissima. Sicuramente mi sono perso alcune scene, visto che ricordo di essere ripartito dalla paralisi un numero imprecisato di volte. Non saprei la durata esatta, dato che non so quando mi sono addormentato.
Nota: ho notato che dicendo ad alta voce "chiarezza ora" lo scenario acquisisce subito una qualità impressionante, sia come nitidezza che come luminosità, e magari propone anche ambienti interessanti.