2 luglio 2022
Serie di lucidi ore 6.15-8.10
Sono in una specie di piazza, di giorno, c'è un gran via vai di gente e la nozione di base che ho è di essere in uno scenario di un videogioco. [slpc]Prendo lucidità e smetto di seguire la trama del videogioco/sogno, faccio un giro di esplorazione e trovo su un tabellone un timer con il conto alla rovescia. So istintivamente che il countdown indica il tempo che mi rimane nel sogno. Ad un certo punto però mi trovo ad attraversare una linea di delimitazione posta sul pavimento della piazza e di fatto accedo ad un'altra area, dove trovo un altro tabellone con un altro timer e relativo countdown. Mi accorgo però che il tempo rimanente qui è diverso, non ricordo se fosse di più o di meno, come se ciò significasse che questo è un altro sogno ed anche la sua durata è diversa rispetto al primo. Proseguo ed accedo ad una terza area, attraversando una linea analoga a quella di prima. Terza area e terzo timer con countdown, anche questo diverso. Ricordo che uno dei tre stava intorno ai 15 minuti e che un altro, forse lo stesso, forse no, aveva sul tabellone l'immagine di Zoro di One Piece. Lo spazio da esplorare è bello grande e per di più molto stabile e reale, sono indeciso su dove andare e cosa fare e mi trovo a gironzolare qua e là senza un vero obbiettivo. In particolare mi fermo a dare un' occhiata ad un banco dove sono esposti fumetti, videogiochi ed altre cose, dopo aver visto al timer di quest'area ed aver constatato che manca poco più di un minuto. Mi sposto poi in un 'altra area prima che scada il tempo, mi rendo conto però che qui c'è troppa confusione, troppa gente e un chiacchiericcio di fondo ininterrotto, devo raggiungere un luogo più tranquillo se voglio combinare qualcosa di concreto. Poco dopo però il sogno si dissolve. In seguito avviene una serie di episodi lucidi di cui però ho ricordi frammentari. In uno di questi esco da casa e volo verso il mare e quando lo raggiungo la mia vista crolla. In un altro esco di casa e punto verso la casa di fronte ma prima di arrivarci la vista crolla e mi chino a sfregare le mani sull'asfalto per stabilizzarmi. Quando la vista si riattiva mi trovo nello stesso punto, entro nel cortile della casa di fronte e vedo uscire dal portone un uomo sui 45-50, alto circa 1.85 e dalla corporatura snella. Mi guarda e mi chiede: << chi sei? >> al che gli rispondo dicendogli il mio nome e cognome e gli chiedo se si ricorda di me. Lui però dice di non conoscermi, gli chiedo allora se per caso è Gianfranco ma lui non mi risponde. Entro comunque in casa e trovo una donna sulla cinquantina seduta su un divano, intenta in qualche attività che non ricordo. La saluto ma lei nemmeno mi guarda, ci sono anche dei ragazzini, sembra si stia festeggiando un compleanno. Dico loro che, visto che non mi hanno riconosciuto, toglierò il disturbo, a quel punto però loro mi offrono una fetta di torta. Io però la rifiuto dicendo che se la mangiassi avrei poi problemi di digestione, ovviamente non posso dirgli che devo uscire al più presto da qui e spostarmi su un piano più elevato e che la
torta mi rallenterebbe e rischierebbe di farmi perdere lucidità

. Attraverso una porta e mi ritrovo in una stanza, che però non mi soffermo ad esaminare perché vedo subito un'altra porta dalla parte opposta. Cammino lentamente verso la porta concentrandomi sull'intento di raggiungere uno scenario all'aperto. Sono su una strada extraurbana e vedo in alto alla mia destra una strada sopraelevata. Devo raggiungerla ma c'è uno strano parapetto metallico che non riesco ad oltrepassare. E' troppo alto per scavalcarlo ma non riesco nemmeno a passarci sotto perché è costituito da sbarre curve ed irregolari che non concedono abbastanza spazio. Alla fine lo sradico con la forza e lo lancio via, in questo modo riesco a raggiungere la strada. Scavalcarlo o passarci sotto no, troppo difficile, giustamente è più semplice usare la forza bruta per toglierlo di mezzo

[/slpc]. Qui comunque la mia lucidità cala notevolmente e il ricordo sfuma.
3 luglio 2022
Paralisi/OBE/Lucido ore 6.00-7.05
[slpc]Sono sul letto nel dormiveglia, rimango fermo e dopo qualche secondo inizio a sentire le vibrazioni, accompagnate da una voce che parla continuamente di cose che capisco e ricordo solo vagamente, qualcosa che ha a che fare con la religione, forse quella cristiana. La voce continua a parlare mentre sono in paralisi, inizio a sentire delle pressioni in vari punti del corpo e temo stia per manifestarsi la solita entità a rendere più complicato il distacco. Il timore è dovuto al fatto che sia il contenuto del discorso, sia il modo di parlare di questa voce (mi pare fosse femminile) sono un po' inquietanti e dalla frequenza vibratoria bassa. Per alzare le vibrazioni mi metto dunque a canticchiare una canzone allegra e la cosa funziona perché riesco ad alzarmi e non compare nessuna entità maligna a disturbarmi. Faccio qualche saltello e do dei colpetti all'armadio per stabilizzarmi, poi esco dalla mia stanza e vado di sopra. Qui incontro i miei nonni, li saluto ed esco di casa e mentre mi avvio verso il cancello li sento parlare tra loro. Pare stiano cercando qualcosa e uno dei due dice che forse dovrebbero chiedere a me se so dove si trova questo qualcosa, l'altro però dice che sarebbe inutile perché sicuramente io non ne so niente. Alla fine però, un attimo dopo che sono uscito dal cancello, mia nonna mi chiama e mi chiede se per caso so dove si trova questo oggetto. Non capisco bene di cosa si tratta, mi sembra di capire che abbia a che fare in qualche modo con il parmigiano, forse è una grattugia. Le dico che forse l'ha preso mio padre e le suggerisco di andare di sotto a controllare se si trova ancora lì. Mi dirigo poi verso la casa di fronte, suono il citofono e resto in attesa per qualche secondo. Non sento lo scatto del cancello che si apre ma sento un suono come se qualcun altro avesse suonato il citofono o come se, dopo che l'ho premuto, avesse suonato a scoppio ritardato. Visto che nessuno mi risponde apro il cancello per conto mio e vado verso il portone d'ingresso. Alla destra del portone c'è un'ampia vetrata da cui si vede l'interno della casa, io apro il portone ed entro. Mi trovo in un corridoio stretto e corto, giro l'angolo sulla destra e sono in un altro corridoio simile. Sulla sinistra c'è una porta aperta dalla quale esce una bellissima ragazza bionda che indossa un vestitino bianco svolazzante e
dall'ampia scollatura. La ragazza si china in avanti mettendo ulteriormente in risalto tale scollatura, come se volesse provocarmi. Io tengo a bada i miei istinti e mi limito a farle dei complimenti per farle credere di aver abboccato. Le dico che non mi aspettavo di trovare qui una ragazza così giovane e bella, che pensavo di trovarci Gianfranco e Luisa e le chiedo se per caso è una loro parente o amica ma mi risponde di no. Nel frattempo mi accorgo che ha cambiato aspetto, ora è una donna sulla quarantina, sempre bionda e comunque attraente. Penso tra me e me che potrebbe essere la stessa persona ma ad un'età più avanzata, del resto il tempo in questa dimensione non è lineare e ne ho avuto prova più volte. Il sogno poi si destabilizza e anche lei si deforma e si dissolve praticamente davanti ai miei occhi. Cerco un'uscita per andarmene al più presto da quello che ormai è divenuto un ambiente di basso livello. Imbocco una rampa di scale a scendere, scendo forse tre piani, dopodiché inizio a percepire un'energia potente intorno a me, che mi riporta subito alla mente quegli ambienti sotterranei nei quali più di una volta ho incontrato i cosiddetti Vampiri. Sono avvolto da un'aura che vibra ad alta frequenza attorno al mio corpo, mi sento leggero e so che mi basterebbe lasciarmi andare per volare via, trasportato verso l'alto dalla Forza Invisibile. In questo stato è senza dubbio più facile volare che camminare, devo sforzarmi infatti anche solo per rimanere coi piedi a terra. E' inutile opporsi a questa Forza, decido quindi di lasciarmi andare e vedere dove mi porterà stavolta, consapevole che potrei anche ritrovarmi a ripartire dalla base, nello stato intermedio. Non appena mi stacco da terra lo scenario si oscura completamente e mi ritrovo a fluttuare nel buio totale. Percepisco una sensazione di spostamento lenta e poco fluida e a tratti mi percepisco in paralisi. Per evitare di ritrovarmi a partire dalla paralisi inizio a concentrare il mio intento sull'ancorarmi in un qualche ambiente specifico. Mi concentro prima sulle braccia e sulle mani, tentando di afferrare qualcosa di solido ma non trovo nulla. Provo allora a porre l'attenzione su gambe e piedi per sentire una superficie solida sotto di me su cui atterrare. Inizio ad intravedere qualcosa, immagini indefinite, perlopiù in penombra, a tratti vedo delle luci colorate e delle forme indefinite. Sembra che io mi stia spostando in un luogo chiuso, attraversandone pareti, soffitti e mobili, ciò spiegherebbe lo scorrere caotico di immagini indistinte alternate al buio. Dopo un po' inizio a sentire qualcosa sotto i miei piedi e finalmente atterro da qualche parte, la Forza Invisibile ha mollato la sua presa su di me, ora sono di nuovo in controllo del mio corpo onirico/astrale. E' notte e mi trovo in piedi su un qualcosa di indefinito, a qualche metro da terra. Mi calo giù aggrappandomi alla parete di un edificio per aiutarmi, ora sono sulla strada ma non riesco ancora a capire dove sono. Sembrerebbe una zona periferica di una qualche città, intorno a me ci sono strutture basse, la cui natura non mi è chiara. Faccio qualche passo e finalmente vedo qualcosa di familiare: degli alberi alti 4 o 5 metri e dalle foglie verdi e fitte. Vedo poi il cartello che indica la via, la leggo anche ma poi me la dimentico. Voglio capire in che città mi trovo, mi fermo davanti a dei manifesti pubblicitari attaccati ad una parete e penso che su di essi potrei trovare qualche indizio. Su questo tipo di cartelli infatti in genere compare l'indirizzo con il nome di un comune, la via e il numero civico in cui si trova il negozio o l'attività pubblicizzata. Ne leggo uno, non ricordo il nome dell'attività in questione perché mi concentro subito sull'indirizzo e in particolare sul nome del comune: Marina Sig. di Gardena. Leggo anche il CAP, che poi però ho dimenticato, e la sigla della provincia che è BS (Brescia). Mi sforzo di memorizzare queste informazioni, poi guardo di nuovo il manifesto e stavolta compare la scritta "Bressanone" e anche il CAP è cambiato. Ora imbocco una strada e cammino sul marciapiede dando un'occhiata ai negozi alla mia sinistra. Nel frattempo rifletto su alcune cose, ad un certo punto penso di specchiarmi in una delle vetrine dei negozi e ne scelgo una di un negozio di abbigliamento, che però non risulta sufficientemente riflettente. Ne scelgo un'altra poco più avanti ed osservo il mio riflesso, sembro io ma con la barba lasciata crescere più a lungo (nella realtà fisica non la faccio mai crescere più di una settimana) e con una corporatura più robusta. Proseguo a camminare ma, non avendo un obbiettivo specifico in mente, finisco col perdermi in pensieri e riflessioni. Ad un certo punto decido di svegliarmi per non dimenticare le informazioni ottenute su questo posto,[/slpc] finisco però col trovarmi in un falso risveglio in cui scrivo tali informazioni. Nel frattempo c'è mio padre che mi detta una serie di numeri affinché io li scriva prima che lui li dimentichi e impreca

perché io rinvio continuamente la scrittura di questi numeri per dare la priorità alle mie informazioni.
12 luglio 2022
Lucido ore 4.00-6.00
[slpc]Prendo lucidità nello stato intermedio, non mi trovo però sul mio letto nella mia stanza, bensì su un divano in un salotto che ricorda vagamente il seminterrato di casa mia ma è molto diverso. Mi alzo e mi guardo un po' intorno, ancora un po' confuso, nel frattempo il luogo inizia ad assomigliare sempre di più a casa mia. Salgo una rampa di scale e quando arrivo di sopra mi trovo di fatto al piano terra di casa mia, ci sono anche i miei nonni che stanno cercando qualcosa nello sgabuzzino accanto al portone. Esco di casa e qui lo scenario cambia, mi ritrovo in una città sconosciuta, cammino e mi guardo intorno leggendo alcune scritte, perlopiù insegne di negozi che però poi dimentico. E' giorno ma molti negozi su questa via sono chiusi. Proseguo e lo scenario intorno a me inizia a farsi familiare, ora ricorda molto una via della mia città dove ci sono dei giardini pubblici con campetti da basket e ampie aree verdi. Qui vicino c'è un istituto comprensivo nel quale ho fatto le scuole medie e poco più avanti anche il liceo che ho frequentato, decido di andare in quella direzione.[/slpc]
Qui però c'è un evidente calo di livello di sogno oltre che della mia lucidità e mi ritrovo ad essere infastidito da un gruppo di bulli, sia ragazzi che ragazze. Riesco ad allontanarmi ma loro continuano a guardarmi ed a schernirmi. Chiedo loro perché ce l'abbiano con me e una ragazza mi risponde accusandomi di averla molestata. Le dico che non è possibile che ciò sia accaduto, è una cosa che non farei mai. Poi riflettendo tra me e me penso che potrei aver fatto qualcosa del genere in uno stato di bassa lucidità onirica.17 luglio 2022
Paralisi/Lucido ore 6.00-7.50
[slpc]Prendo lucidità nello stato intermedio in paralisi, con la solita entità a farmi "compagnia" . La sua morsa è molto forte, mi fa pressioni in vari punti del corpo, bisbiglia, ad un certo punto me la ritrovo davanti (sono sdraiato sul fianco destro), la percepisco come una presenza fisica accanto a me, una presenza opprimente. Mi metto a canticchiare una canzone allegra e dopo un po' riesco ad alzarmi. Esco di casa continuando a cantare per esorcizzare l'aura negativa che mi circonda, ad un certo punto mi sollevo in levitazione per poi atterrare davanti al cancello di una palazzina. L'obbiettivo è quello di entrare per poi scendere nei sotterranei, cosa che di solito faccio entrando nella casa di fronte alla mia, stavolta però sentivo il bisogno di allontanarmi dall'attrazione dell'entità che percepivo ancora forte e decisa. Apro il cancello e vedo arrivare verso di me una ragazza carina dai capelli ricci e neri e la carnagione un po' scura. Ci presentiamo stringendoci la mano, lei dice di chiamarsi Deborah. Ritiro subito la mano perché ho il timore di incappare in una trappola dell'entità, la quale spesso si manifesta sotto sembianze di ragazze di bell'aspetto. La saluto e vado per la mia strada mentre lei esce dal cancello. Quando arrivo al portone però me la ritrovo di nuovo davanti, è la stessa identica ragazza e capisco che si tratta dell'entità che mi ha sgamato. Il fatto di essermi fermato a salutare una sconosciuta deve aver fatto allertare il "lato oscuro", ovvero quella parte del mio inconscio che osteggia la mia lucidità. Indietreggio preparandomi a combattere, ci scambiamo qualche colpo ma ho ben poca energia e soccombo quasi subito, venendo sbattuto fuori e ritrovandomi in paralisi con la presenza opprimente. Mi libero nuovamente cantando un altra canzone, esco di casa e stavolta mi sento subito tranquillo, non percepisco più quell'aura negativa di prima. Mi dirigo lentamente verso la casa di fronte, senza perdere tempo a citofonare apro il cancello e vado verso il portone, da cui esce ad accogliermi un signore brizzolato sui 60-70, che suppongo essere Gianfranco. Ci salutiamo ed entriamo in casa, hanno degli ospiti a pranzo o cena (non ricordo se fosse giorno o notte), ci sono due o tre uomini sui 50-60 seduti a tavola. Vedo che sono tutti piuttosto corpulenti ed hanno la pancia bella gonfia. Mi invitano ad unirmi a loro ma declino l'invito dicendo che sono qui solo di passaggio. Chiedo però di poter bere un goccio d'acqua e me ne verso un po'in un bicchiere di plastica trasparente che estraggo da una pila di bicchieri. Bevo e poi saluto tutti dirigendomi lungo un corridoio alla ricerca di una porta da cui uscire. Nel frattempo sento la voce di una donna provenire da una delle stanze del corridoio, forse si tratta di Luisa. Attraverso una porta ma forse troppo frettolosamente e mi ritrovo nel buio e pochi istanti dopo di nuovo in paralisi con l'entità. Provo di nuovo la tecnica del canto[/slpc]ma qui il ricordo si fa vago e confuso, probabilmente alla fine cedo alla pressioni sempre più forti e dolorose, esco dalla paralisi e mi sveglio.
18 luglio 2022
Semi lucido ore?
La setta dei veli dorati
Salto la prima parte del sogno nella quale mi trovavo in una pizzeria insieme a mio fratello ed alcuni suoi amici. Ad un certo punto non siamo più in pizzeria, bensì nella casa dove abitavano i miei bisnonni e nella quale da bambino trascorrevo una buona parte delle mie giornate. Si tratta dunque di uno dei luoghi più importanti della mia infanzia e di conseguenza nei miei sogni è sempre intriso di un'energia particolare. Mi trovo a parlare con la ragazza che ci aveva servito al tavolo in pizzeria, dice di essere bloccata in un certo posto a causa di una setta che la tiene segregata lì. La descrive come una setta che seppellisce vive le persone, in particolare militari e membri delle forze dell'ordine e dice qualcosa a proposito di veli dorati, forse il simbolo o uno dei simboli di questa setta. Siccome dice di trovarsi imprigionata nonostante sia qui con noi,
capisco che ci troviamo in un sogno e che lei è un onironauta come me e sta usando il sogno come mezzo per comunicare col mondo esterno e chiedere aiuto. Continua a parlare di questa setta ed io cerco di memorizzare quello che dice. Poi ad un certo punto perdo quel poco di lucidità che ho e le chiedo << ma se sei imprigionata come fai ad essere qui? >> e un attimo dopo [slpc]mi ricordo che siamo in un sogno e dico << ah già è vero, siamo in un sogno! >> A questo punto irrompono in casa due uomini che capisco subito essere membri della setta, inviati qui per prendere la ragazza e forse impedirle di chiedere aiuto. I due non sono uomini normali, hanno dei poteri psichici dei quali si servono per ipnotizzare quasi tutti i presenti, forse anche la ragazza stessa. Incantano le loro vittime fissandole con i loro occhi inquietanti, inducendole a seguirli senza opporre la minima resistenza, come automi. Mentre usano le loro pupille si illuminano di una luce azzurrina opaca. Io ovviamente non vengo minimamente influenzato dai loro poteri, combatto e li metto temporaneamente al tappeto, scagliando uno di loro nel salotto di casa e l'altro in strada. Come conseguenza del mio intervento sembra che l'effetto ipnotico sulle vittime sia svanito, ci allontaniamo ma i due si rialzano e tornano all'attacco. Ora siamo sulla strada davanti alla casa e combatto uno dei due, riuscendo alla fine a metterlo a terra. Scappiamo ma sappiamo che ci inseguiranno ancora, se non loro due altri membri della setta.[/slpc]
Mentre ci allontaniamo parlo con la ragazza, la quale sembra intenzionata a fare irruzione nella sede della setta e io le dico che forse non è una buona idea, sarà pericoloso, anche se da un lato l'idea di affrontare e sbaragliare dei cattivi mi esalta. Ad un certo punto passiamo proprio davanti alla sede della setta, che riconosco come tale perché vedo delle bandiere dorate all'ingresso, che mi riportano alla mente i veli dorati di cui mi parlava la ragazza. Siccome in quel momento stavamo parlando del fatto che nel nostro gruppo abbiamo un militare e un poliziotto, quando ci avviciniamo all'ingresso la ragazza cambia subito discorso. Sembra aver cambiato idea sul fare irruzione nella sede della setta perché invece di entrare tiriamo dritto. Poco dopo però veniamo raggiunti da un tipo losco, probabilmente un altro sicario della setta. Mi viene incontro con aria minacciosa, ha una sigaretta in mano che prova a spegnere su di me, io però la blocco col dito senza bruciarmi grazie al potere dell'intento. Poi lo metto ko, gli rubo l'accendino e provo a dargli fuoco mentre è a terra per liberarmi definitivamente di lui. Non riuscendoci però lo faccio fare ad un altro membro del gruppo mentre proseguo lungo la strada. Da qui il ricordo sfuma.
21 luglio 2022
Lucido/OBE ore 5.00-5.20
P[slpc]rendo lucidità mentre sono a scuola, seduto su un banco nella mia aula. I compagni mi fissano e ridono di me, io scendo dal banco ed inizio a fare dei saltelli per levitare ma fallisco, facendoli ridere ancora di più

. Salgo poi in piedi sulla sedia, salto e rimango sospeso a mezz'aria allargando le braccia. Dico dunque agli altri: << adesso non ridete più eh? >> Dopodiché esco in volo dalla finestra, qui il ricordo si fa vago, mi trovo per un po' a fluttuare nel buio, poi inizio a percepirmi sul letto e sento le voci dei miei e della TV. Forse essi provengono dalla realtà fisica, dato che la porta della mia stanza in questo momento è aperta e i miei si sono già alzati e hanno acceso la TV. A tratti mi sento
anche ronzare una zanzara all'orecchio e temo che possa svegliarmi ma ciò non accade. Si verificano alcuni episodi un po' confusi, in uno dei quali arrivo fino al cancello e qui mi trovo davanti un cane di dimensioni medio-piccole che, non si sa come, è entrato nel mio cortile che mi abbaia contro di continuo. Lo accarezzo per tranquillizzarlo ma non funziona, forse non sono abbastanza sereno e il cane lo percepisce. Lascio perdere ed esco in strada ma qui incontro un altro cane, stavolta abbastanza grosso che abbaia e ringhia. Siccome ne ho abbastanza di tutte queste interruzioni, stavolta non vado troppo per il sottile e uso i miei poteri psichici per farlo svenire. Il cane crolla a terra in mezzo alla strada e io attraverso dirigendomi verso la casa di fronte. Prima di entrare però lo faccio rotolare verso il marciapiede sul lato opposto della strada per evitare che venga investito da un'auto in corsa. Qui però mi destabilizzo e il ricordo si confonde. In un altro episodio mi trovo nel seminterrato di casa mia a svolazzare, poi esco di casa e raggiungo subito la casa di fronte. Suono il campanello ma nessuno risponde così entro da solo, mi ritrovo in un piccolo androne, le luci sono spente ed essendo notte sarebbe completamente buio se non fosse per una luce accesa proveniente da una stanza alla mia destra. Entro in questa stanza e vedo che si tratta della cucina, ci sono anche un uomo e una donna entrambi sui 50-60, probabilmente Gianfranco e Luisa, intenti a fare non so cosa, forse a lavare i piatti. Li saluto e dico loro che sono qui di passaggio, poi però decido di entrare in cucina e chiedo se si può bere l'acqua del rubinetto. Mi rispondono di sì e aggiungono qualcosa del tipo " rubinetto o non, sempre acqua è ". Giro la manopola sul lato freddo, contraddistinto da un puntino blu, verso un po' d'acqua in un bicchiere e bevo. E' tutto molto reale e vivido. Saluto Gianfranco e Luisa, esco dalla cucina e mi avvio verso una una porta aperta. Entro in un bagno stretto e lungo, lo esamino alla ricerca di un'uscita ma non trovo nulla, nemmeno una finestra. Mi viene in mente allora di cercare un passaggio segreto, come ho già fatto altre volte in passato. Sulla destra c'è un'ampia doccia, provo a tirare via il muro ma non accade nulla, si comporta come un normalissimo e solido muro. Esco dal bagno e cerco
un'altra uscita ma qui mi destabilizzo e perdo parzialmente lucidità. Torno al bagno di prima e accendo la luce, nel caso in cui io decida di tornarci se non dovessi trovare nient'altro. Mi fermo sulla soglia di un'altra stanza senza entrarci, mi metto invece ad osservare la parete di fronte alla porta di tale stanza, sulla quale trovo appeso un dipinto. Lo osservo con l'intenzione di memorizzarne i dettagli ma qui il sogno si destabilizza di nuovo e lo scenario si dissolve. Ho un vago ricordo di cosa fosse raffigurato su quel dipinto, c'erano sicuramente delle teste, forse dei teschi, ma non si trattava di qualcosa di pauroso o inquietante.[/slpc]
26 luglio 2022
Lucido ore 3.30-5.45
Sono a letto e ad un certo punto [slpc]prendo lucidità, mi alzo e mi guardo intorno, constatando come tutto sia molto reale e stabile. Leggo una scritta su un oggetto indefinito di legno appoggiato sopra il termosifone, poi guardo l'ora sul mio smartband, che non indosso al momento ma si trova sul comodino. L'orario cambia da uno sguardo all'altro, dunque la stabilità non è ancora al suo massimo. Esco dalla mia stanza, vado in salotto, do una rapida occhiata in giro, poi vado di sopra e trovo mio nonno che si sta facendo la barba in bagno. Ci salutiamo e lui mi dice qualcosa che non ricordo, poi esco di casa, è notte ma non troppo buio, i lampioni sono accesi, l'atmosfera è di quelle tranquille. Mi incammino
lungo la via che inizia di fronte casa mia, cammino lentamente, mantenendo la presenza in me stesso. Data l'ottima stabilità mi viene in mente di raggiungere il centro ed esplorare questa versione parallela della mia città. Tuttavia mi rendo conto che in un ambiente così stabile a piedi ci metterò troppo tempo (nella realtà fisica ci vogliono circa 10 minuti per andare a piedi da casa mia alla stazione), perciò decido di prendere un mezzo di trasporto. Inizialmente penso di rubare una delle macchine parcheggiate ma poi scarto l'idea perché mi rendo conto che chiudermi in una macchina potrebbe farmi destabilizzare. Vedo poi arrivare un uomo sulla quarantina a bordo di un motorino e penso che questo possa fare al caso mio. A bordo di un motorino andrei molto più veloce senza però perdere troppo il contatto con l'ambiente circostante. Chiedo al tizio se posso prendere in prestito il suo mezzo ma lui mi guarda malissimo e mi manda giustamente a quel paese

. Proseguo e ne prendo uno parcheggiato, arrivato alla fine della via però devo fermarmi perché mi accorgo che mi sto comunque destabilizzando. Probabilmente ciò è dovuto al fatto di aver interrotto il contatto con il terreno. Proseguo a piedi ma a questo punto c'è un vuoto di memoria. Più avanti mi trovo ad esplorare un luogo chiuso, leggo delle scritte ma molte cose le dimentico anche perché dopo questo lucido non mi sveglierò subito ma continuerò a sognare normalmente per un tempo abbastanza lungo. Ad un tratto incontro una ragazza mora carina, alta circa 1.75 e dalla corporatura snella e slanciata. La saluto e mi presento, dicendole il mio nome, non ricordo però quale fosse il suo. Scambiamo qualche parola, dopodiché la invito a sedersi con me ad un tavolo a bere qualcosa e lei accetta. Ad un certo punto inizio a farle delle domande per capire se si tratta di una persona disincarnata e, se così fosse, se sa di esserlo. Le chiedo da dove viene e lei risponde: << da qui! >> al che io le chiedo: << sì ma dov'è "qui"? Cos'è questo posto? >> Lei però non sa rispondere, le dico allora che ci troviamo nell'Aldilà ma che questo non deve turbarla, anzi, deve esserne contenta perché significa che la vita continua dopo la morte del corpo fisico. Mi appresto ad accompagnarla in un posto migliore, la invito a seguirmi e nel frattempo chiedo l'assistenza di un Aiutante, il quale però non si presenta. Usciamo su un balcone e dico alla ragazza di andare incontro alla luce (la quale dovrebbe rappresentare il passaggio dimensionale verso un ambiente più elevato), a dire il vero però non vedo alcuna luce, devo aver sbagliato qualcosa.[/slpc]
Si fa tutto molto confuso, anche la mia lucidità vacilla mentre la ragazza si trasforma in qualcosa di indefinito che faccio volare fuori dal balcone con l'intenzione di spingerla verso quella luce che però non c'è. 28 luglio 2022
Lucido/OBE ore 4.00-5.30
Sono in un luogo indefinito al chiuso e al buio, [slpc]prendo lucidità, gironzolo un po' senza meta, dopodiché mi lancio contro una parete per uscire da questo scenario. Mi ritrovo in paralisi, fluttuo fuori dalla mia stanza, svolazzo un po' nel salotto poi esco di casa e volo in direzione del mare, trasportato dalla Forza Invisibile. Raggiungo il mare, vorrei spingermi a largo ma la forza mi trascina invece lungo la costa per poi lasciarmi su un'insenatura.[/slpc]Qui però il ricordo si fa troppo vago.
31 luglio 2022
Lucido ore 7.00-8.10
Mi trovo in un luogo indefinito al chiuso, gironzolo immerso nei miei pensieri e ad un certo punto [slpc]prendo lucidità e mi apro un passaggio tirando di lato una parete. Esco all'aperto e mi ritrovo in un vicolo stretto, mi arriva una piacevole folata di vento, sento l'aria accarezzarmi la pelle in maniera molto vivida e reale. Osservo le mie mani, hanno 5 dita come sempre, poi il resto del corpo e vedo che indosso una maglietta e un paio di pantaloni entrambi neri. Mi guardo un po' intorno ma la mia vista vacilla e per stabilizzarla sfrego le mani tra loro e poi su una parete. Alla fine mi ritrovo in un appartamento che, non so per quale motivo, so essere il mio, un appartamento in cui vivo da solo, deve trattarsi dunque di una di quelle realtà parallele in cui ogni tanto mi capita di trovarmi. Esco e busso alla porta dell'appartamento di fronte al mio, con l'intenzione di entrarvi e trovare un passaggio verso un ambiente all'aperto (non ho idea del perché non mi sia venuto in mente di uscire direttamente dal mio di appartamento). Una signora mi apre e le chiedo se posso andare in bagno, inventandomi che il mio è guasto, e lei acconsente. Attraverso la prima porta che trovo ed entro in una camera da letto (curioso il fatto che quando apro porte il più delle volte mi ritrovo in bagno mentre ora che mi serviva proprio un bagno, anche se solo per dare credibilità alla mia scusa, trovo invece una camera da letto

). Chiudo a chiave e vado subito verso la finestra. La signora, vedendo che non sono entrato in bagno bensì in una camera, chiaramente si insospettisce e la sento girare una chiave nella serratura per aprire, mentre io salgo sul davanzale della finestra. La donna entra e mi vede mentre mi lascio andare e quasi le prende un colpo perché pensa che io mi stia suicidando. Ovviamente rimango sospeso a mezz'aria e mi metto a svolazzare. Noto subito, su un balcone di un palazzo di fronte, una ragazza dalla carnagione olivastra, forse indiana, e dal corpo esile che si spoglia completamente nuda senza motivo. Ne arriva poi un'altra che si siede accanto a lei, qui però lo scenario si dissolve. Più avanti mi ritrovo, non ricordo come, ad entrare nel palazzo di prima da cui mi ero lanciato. Salgo forse due piani di scale ed entro in un appartamento con la porta aperta, in pratica mi imbuco insieme ad una signora che stava entrando come ospite a casa di un'altra signora. Nessuno ha da obbiettare comunque sulla mia presenza qui, pertanto proseguo indisturbato e volo via da una finestra. Raggiungo in volo una città e atterro[/slpc], da qui però il ricordo sfuma.