Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni non lucidi > I sogni malati di Cenwyn

Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 23/04/2014, 7:55

TITOLO: Il mistero del bambino sulla giostrina e della ragazzina ricoperta di cioccolato
Sono in macchina con ErikBauer, stiamo andando da qualche parte, forse in vacanza, e scherziamo sulle differenze del codice stradale siciliano rispetto a quello continentale.
Siamo su una strada panoramica, ma ci sono un sacco di forze dell'ordine e non capiamo bene perchè. Inutile dire che la presenza massiccia dei tutori della legge ha influenze nefaste sullo scorrere del traffico. Arriviamo al punto in cui sembra ci sia l'ingorgo, passiamo vicino ad una serie di auto dei carabinieri, io non vedo bene, ma Erik dice che sono lì perchè un bambino era su una giostrina, e gli è partito un menisco, e ora stanno indagando. Ci ferma un tizio che si sta occupando dell'indagine, e con una certa sicurezza gli dico che secondo me un idiota ha usato il motorino per far girare troppo velocemente la giostrina (contributi video ce ne sono davvero parecchi http://www.youtube.com/watch?v=Lwo9AvTA5xY) ma lui non ci crede. Dice che è impossibile e cerca altre cause. Siamo davanti casa sua, io sbircio dentro... e ho un flash! Quella casa mi è familiare, il mobilio mi ricorda... mi ricorda casa di mio moroso. Esterno questa sensazione di familiarità... ma il tizio dice che quella non è casa sua, è casa di sua mamma. Giriamo l'angolo e ci porta nel suo appartamento. Appena entrati dice alla sua ragazza di abbassare il teaser che ci teneva puntato contro. Lei obbedisce e viene ad abbracciarmi per scusarsi, io contonuo a sentire che questo posto mi è familiare, anche se niente corrisponde a qualcosa che davvero conosco.
Sono in quello che sembra essere il mio vecchio salone. Con me ci sono mio papà, mio moroso, e mia zia M. che petulante come al solito cerca di raccontarmi i fatti suoi, fatti di cui non mi interessa una beneaata cippa. Sono troppo impegnata a cincionare con i telecomandi per riuscire a trovare un video simile al contributo che ora ho postato, ma prima mi si collega per errore la playstation, e poi fatico a cercare su youtube, e anche se tutti mi dicono di lasciar stare sono determinata a far vedere questi video all'ispettore, per dimostrargli che non solo la mia teoria è giusta, ma anche l'unica spiegazione, e che deve almeno cercare le tracce del motorino.
L'ispettore, esasperato dalla mia insistenza, dice che comunque quei video non spiegano la bambina!
Quale bambina? Quella ritrovata nell'idromassaggio, completamente ricoperta di cioccolato, che era scomparsa da più di un anno.
(devo smetterla di guardare 1000 modi per morire).
Il corpo della ragazzina appare perfettamente conservato. Avanzo l'ipotesi che sia proprio merito della cioccolata.Io, o meglio Patrik Jane, la porta in laboratorio, in una stanza a vetri chiusa. Mentre la chiude, un assistente sente la ragazzina pronunciare frasi provocanti, ma Jane la ignora. L'assistente crede di avere le allucinazioni. E' preoccupato, crede che Jane l'abbia ipnotizzato, e dal modo cauto in cui chiude la stanza a vetri sembra che voglia fargli credere che la ragazza è uno zombie. Ad un tratto lei si muove.
E scopriamo che lei è viva, in effetti. E' la perfetta sosia della ragazzina morta. Si spacciava per lei qualche paese più in là, ma dichiara che non aveva alcuna idea che la ragazzina fosse morta. Anche se l'ultima volta che si erano sentite le era sembrata particolarmente giù di tono...
Le indagini proseguono....
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Karuna » 28/04/2014, 17:13

Cen, io ti adoro : Love 2 :

Fai dei sogni che sono più assurdi dei miei! Meraviglioso!!! Con Patrick Jane mi hai fatto cappottare dalla sedia dal ridere : WohoW :
Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda.
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 28/04/2014, 17:58

LOL grazie!! : Yahooo :
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 14/05/2014, 9:56

Titolo: Per votare devi fare i conti con i nani...
Cercherò di ricordare il possibile, anche se sto già perdendo troppi dettagli di questo sogno malato.

Mi fanno entrare in una grande stanza, dove diverse persone sono impegnate ad eseguire dei compiti, che poi scopro essere dei calcoli matematici. La matematica non è il mio forte.
Devo consegnare i documenti, mi registrano e assegnano anche a me uno di quei compiti. Si tratta di un problema da risolvere. Non è troppo complicato, ma appunto non sono un asso in matematica, e anche se non ci sono funzioni nè integrali nè tutta quella roba, sono in difficoltà.
La prima parte del problema se ne va con i Prodotti Notevoli. Moltiplico due polinomi al quadrato tra parentesi...
(2 prodotti di binomio, scopro da sveglia) Molto stupita di ricordarmi ancora come si fa (a2+b2+2ab omg lo ricordo anche da sveglia, ma credo sia solo grazie al sogno!). Sono assistita da una donna, parlandoci mi rendo conto che devo riuscire a superare questo compito per avere diritto di voto.
No, beh... come cosa la capisco, evidentemente si vuole dare la possibilità di votare solo a persone "di un certo livello", peccato che rischio di non rientrarci! Mi lamento, dico che porcaccia la miseria chi l'ha deciso che la discriminante dev'essere la matematica? fosse stato un compito di italiano l'avrei superato brillantemente! E' un'ingiustizia, non tutta la gente intelligente eccelle in matematica, anch'io merito di votare!
Ma lagnarsi serve a poco, la tizia dice che quest'anno va così. Torno sul compito e... mi rendo conto che non so di preciso cosa fare con i risultati dei prodotti dei binomi, ma tra un sistema e un matematica a caso, ottengo dei numeri che sono legati tra loro da una relazione, solo che non so impostarla sulla calcolatrice. Allora ho il lampo di genio: ma è ovvio!! Posso risolvere la cosa con una proporzione! Quindi mi metto e scrivo: 5 : 7 = 7 : 8 o qualcosa del genere. A quel punto però constato che avendo tutti e 4 i dati... non c'è nessuna x da trovare... damn. E poi mi capisco che sebbene non devo trovare l'X ho comunque davanti a me un'equazione a disposizione, perchè la soluzione di una proporzione è (AxD)/B (o C). Quindi scrivo la mia equazione... ed esce fuori qualcosa tipo 7=(5*8)/7. Non chiedetemi come, alla fine dei conti il risultato è 6, e sembra essere la soluzione al problema!
La tizia mi dice che se sono pronta posso consegnare, e se andrà tutto bene mi sarò guadagnata il diritto di votare a queste elezioni.
Incerta ma speranzosa, mi alzo e lei mi indica l'ufficio del suo superiore, che è quello che raccoglie e corregge i compiti.
Arrivo all'ufficio, busso e quello mi fa entrare. E' un ufficio piccolo, due metri per due, chiuso all'open space con delle vetrate che mi ricordano molto i divisori che c'erano quando lavoravo in Progress. C'è una scrivania con un computer appoggiata ad una delle pareti, il tipo è lì seduto. Alle sue spalle ci sono altri tavoli e sedie, e uno schedario. Seduti un pò sui tavoli un pò sulle sedie ci sono tre nani. Non nani fantasy, no: proprio persone affette da nanismo.
Interdetta mi chiedo come mai ce ne siano ben tre tutti nello stesso ufficio... va bene categorie protette, ma qui forse si esagera! A quanto pare il tipo ha richiesto espressamente di avere come aiutanti tre nani. Boh... Superato l'imbarazzo iniziale di "oddio sono delle persone diverse come mi ci devo comportare" tipico dei normodotati che non sanno confrontarsi con la disabilità, che per fortuna è durato si e nò il tempo di pensarlo, decido che mi ci comporto come se niente fosse, e scopro che sono davvero simpatici. Da schiantarsi dal ridere, fanno una battuta dietro l'altra.
Il tizio supervisore mi dice di accomodarmi e se ne va un attimo lasciandomi sola con sti qua, e ci sto davvero bene. Entriamo presto in confidenza, al punto che mi permetto di scherzarci con loro anche su temi apparentemente delicati quali l'altezza della gente. Sono rilassata, e anche loro.
Il tizio torna, inizia a correggere il mio compito e facciamo due parole, quasi subito l'argomento deraglia, e mentre passeggiamo, di fronte ai suoi tre assistenti nani inizia a provarci con me :shock:
Lì per lì sono interdetta... cacchio fa?! Ma in fondo il tizio non mi dispiace. Civetto un pò, parliamo, scopriamo di avere cose in comune.
Mi racconta di essere uscito da una storia molto lunga, di essere stato ferito e bla bla bla... sembra un pò la solita tecnica del "ti faccio abbastanza pena da venire a letto con me?"
Ad essere onesta non me ne frega molto. Il tizio è simpatico, i nani (i miei nuovi BFF) mi incoraggiano e decido di starci.
Ma a quanto pare la moglie del tizio è lì al galà insieme a noi, e lui non vuole essere sgamato.
(alla faccia del sono appena uscito da una storia...!)
Lui vorrebbe fare roba in corridoio, ma è un'assurdità, oltre ad essere un luogo di passaggio.
Entriamo in un altro ufficio, che dovrebbe essere un posto "sicuro" ma... c'è la donna delle pulizie, che è una dipendente della moglie. Quindi aspettiamo che finisca di fare le pulizie in quell'ufficio...


Inizio a capire perchè Dreamwar ritiene perversi i miei diari.. :roll:
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Luna » 14/05/2014, 18:45

Cen, anche io non amo la matematica e il tuo sogno, nani a parte, mi ha fatto ripensare a tutti quei sogni angosciosi in cui sono a scuola e mi danno un problema da risolvere, dove non ci capisco quasi niente.
Meno male che l' ansia, di solito, mi fa acquisire lucidità : Chessygrin :
Ma tu se la sai cavare abbastanza bene, mi pare, anche in sogno! : Biggrin :
Dedicato con immensa gratitudine a Ben, amico insostituibile ed artefice dei miei sogni!
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 13/06/2014, 8:12

Titolo: Ha più paura lui di te che te di lui
Devo dormire in un appartamento con una mia amica, forse M., una ragazza sensibile e vulnerabile. Ho letto diversi suoi status ultimamente.
Dobbiamo dormire nel soggiorno, che mi ricorda quello di quando abitavo a Padova ma è bianco. Ha una sorta di veranda sull'esterno.
La mia amica è preoccupata, perchè mentre dormiamo possono entrare delle bestie che potrebbero anche farci del male.
Mentre ci sistemiamo ecco che iniziano ad entrare.
Prima una specie di cane, di taglia medio-piccola. Lo allontano facilmente.
E poi... poi entra una tigre. Oh cacchio!
E ora che faccio?
Decido che la mia unica possibilità è quella di non mostrare paura. Mi alzo in piedi, e cercando di non far agitare l'animale mi ci metto davanti impedendogli di continuare.
La tigre non si ferma, mi aggira, ma è perplessa dal mio atteggiamento. Mi sposto per farla arretrare. So che se mi mostro sicura e non la faccio arrabbiare riuscirò a farla desistere, come fanno gli addestratori, quindi mantengo la calma e mi mostro decisa, finchè il grosso felino non desiste dal suo intento e lo mando fuori.


Titolo: Ritorno al futuro
Sono con F., un sognatore lucido come me. Ci incontriamo nei lucidi per stare un pò in compagnia, ma F. ha un oscuro passato che ha dimenticato e che con tutte le sue forze non vuole affrontare.
Si tratta di un trauma, ma non mi è dato sapere di che tipo. So solo che lui non ne ricorda nulla, è troppo grande per lui, semplicemente oltre la sua capacità di sopportazione.
A causa di questo, lui si ritrova a sognare in avanti. Per sfuggire a questo trauma, nel sogno viaggia sempre più lontano. Questo "avanti" significa proprio nel tempo.
Ma succede che a viaggiare così lontano si perde. Non ricorda più niente del suo presente, che ora è un passato troppo remoto da lui.
Si è perso ed è felice, come chi ha scordato tutte le cose brutte della vita. Ma insieme a quelle ha scordato chi era, e le altre cose belle.
E si è scordato anche di me e della sua famiglia.
Con una amica allora parto, viaggio ancora più avanti di lui, in un futuro così avanzato che mi danno una pillola in grado di farmi tornare indietro. Così torno indietro fino ad incontrarlo.
Non sa chi sono, non capisce che voglio, ma io con molta pazienza e amore lo tranquillizzo, gli dico che deve fidarsi di me. Lo prendo sotto braccio e lo accompagno all'indietro.
Man mano che ci avviciniamo al sogno nel tempo presente lui inizia a ricordare. Mi riconosce, come quando incontri qualcuno che non vedevi da molto, molto tempo.
Torniamo ancora indietro e finalmente ricorda, ricorda me, quello che aveva scordato, e anche il fatto che era fuggito da quel terribile trauma.
Gli dico: "possiamo fermarci dove vuoi, in qualunque punto. Possiamo anche fermarci qui, così non dovrai ricordare"
Ma lui scuote la testa. Dice che vuole affrontare quel ricordo terribile, quel buco nella testa, così finalmente non dovrà più scappare.
Allora lo rassicuro sul fatto che gli starò accanto durante questo percorso.
Raggiungiamo il passato, lui affronta le sue paure, ma continuo a non sapere quali fossero.
Siamo nel presente. Forse anche nella realtà, forse non è più un sogno.
Mi porta di nascosto nella sua camera, ma entra sua sorella che gli dice delle cose. Io vengo allo scoperto e la saluto. Lui chiede un pò di tranquillità, abbiamo molto di cui parlare.
Ci copriamo con una porta di legno, ma ha una forma strana, e alla fine sembra una seduta... per l'acqua. Boh...
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 21/06/2014, 11:30

Titolo: Shamaran
Il sogno inizia con un video stupido su youtube che è diventato virale. Ci sono un ragazzo e una bambina che indossano strani abiti blu elettrico con un cappello da ferroviere in tinta. La bambina prova diverse combinazioni, ma qualcosa del ragazzo la esaspera. Non capisco bene, dev'essere in una lingua straniera. Alla fine si arrende, e lui viene inquadrato vittorioso, mentre assume una posa davvero curiosa. Una posa che lo fa sembrare dannatamente simile ad un personaggio di un gioco in stile WoW.
Ed ecco che il sogno mi delizia con un trailer del gioco in questione.
In un vasto mondo, ci sono insediamenti di diverse razze. Angeli, Uomini, Uomini Talpa, Demoni e altro ancora. L'inquadratura mostra un angelo dalle ali marrone chiaro che è di ronda, quando avviene un'aggressione al suo villaggio.
Visuale del giocatore, gli omini con un cerchio colorato si affrontano nei pressi delle case. L'angelo in questione si sta dirigendo insieme a tre dei suoi verso il villaggio, ma incontra due enormi mostri, alti tre metri e con una testa enormissima (tipo così http://pad.mymovies.it/cinemanews/2009/ ... eature.jpg) e siccome sono delle creature nemiche li attaccano. L'intelligenza artificiale dell'angelo e dei suoi gli impedisce di abbandonare questo combattimento per soccorrere il villaggio, quindi se il giocatore vuole che arrivino deve selezionarli e richiamarli.
La storia illustrata dal demo, diventa il sogno stesso.
Un giovane chierico del cielo si trova in una città di frontiera. Si deve occupare di collegare terra e il regno dei cieli, Shamaran, ma non sempre, e seguendo determinate regole.
Un vecchio chierico accanto a lui prova ad aiutarlo, sparando cinquanta metri di catena con arpione tra le nuvole, (che si trovano una decina di metri sopra di loro) ma anche se la catena passa non riesce a trovare nulla su cui agganciarsi, quindi ricade al suolo.
Il giovane si rivolge al vecchio spiegandogli che è inutile provare così, perchè Shamaran scorre sopra la terra, e non sempre si riesce ad agganciare la catena ed aprire un varco dallo stesso punto. Shamaran ha montagne e valli, si riesce a far presa solo sui punti più bassi. Il vecchio risponde che proprio per quello non prova a caso ma sempre nello stesso punto, basterà aspettare.
Ma il giovane ha un presentimento. Prende catena ed arpione, si sposta verso il molo sulla palude e a mani nude lo lancia in alto. L'arpione fa presa, anche se il lancio era debole. Il chierico allora risale la catena, attraversa le nubi, e si ritrova in un pozzo di Shamaran. Si arrampica fino all'uscita, e vi trova una ragazza. Una profuga. Sporca, spettinata, con le vesti stracce e logore, decide di fermarsi per prendersi cura di lei, anche se questo contravviene alle regole.
L'esercito degli uomini viene a sapere di quello che ha fatto il giovane prete. Uno dei comandanti impreca: il gesto del giovane è peccato, e rischia di lasciare aperto il passaggio che permetta ai demoni di risalire al paradiso e attaccarlo!
Ma il giovane prete non se ne è reso conto. Riscende dalla catena e si ritrova a bordo di una nave. Non capisce quale sia la situazione, vede che quella in cui si trova è affiancata da un'altra nave con intenzioni ostili, ma non riesce a capire se si tratti di uomini talpa o che altro. Lo scontro navale si conclude, gli uomini hanno perso contro la superiorità militare dei demoni. Il chierico viene catturato e portato sul ponte della nave insieme ai capi umani.
Un demone ha organizzato una cosa davvero strana: sul ponte ci sono due vasche, in una c'è il fuoco, nell'altra c'è della pietra. Il demone fa tutto un discorso, poi prende il prete, con un colpo di mano lo appallottola in modo che resti solo la testa e la appoggia sulla cenere in una delle due vasche. Con un incantesimo fa fondere i due elementi, dando origine alla lava! La lava ribolle, risalendo fino a lambire la testa del prete, ed è destinata a sommergerla. A questo punto i demoni se ne vanno, perchè hanno raggiunto il loro scopo. Sulla nave restano gli uomini che non sanno come aiutare il prete, che ora urla, perchè la lava è quasi a contatto con la pelle. Ma lui non si perde d'animo e urla una preghiera che è quasi un comando al paradiso: Shamaran deriva! grida. E poi lo grida ancora, e ancora. E incredibilmente quell'errabondo paradiso tra le nuvole lo ascolta e muove la nave allontanando da lui la lava. Questo dev'essere un chierico davvero speciale, se ne rendono conto anche i militari, se il paradiso esaudisce così le sue preghiere.
Liberatosi dall'appallottolamento il chierico resta sulla nave, che guidata dalle nuvole parcheggia all'entrata di casa mia. Il capo militare e il chierico sbarcano, il chierico dice che ora gli spiegherà perchè ha compiuto quel gesto, portando il militare su Shamaran (che è il tetto del mio garage). Così si troverà sul tetto di Dio, sopra al tetto della terra...
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 12/07/2014, 21:23

Atto primo: una nave di nome Titanic
C'è una gran confusione, ma tutti intorno a me sono molto eccitati. La nave su cui siamo sta per partire, sarà una bellissima crociera.
Mi trovo sul ponte più alto del traghetto, ho in mano il cellulare per scattare delle foto, perchè la vista è spettacolare. I motori della nave si accendono, e inizia a muoversi. Non la vedo mentre si allontana dalla banchina del porto perchè sono a prua, verso il mare aperto. Davanti a me, e alla nave, un centinaio di imbarcazioni più piccole formano una cintura di natanti, dovremo attraversarle per raggiungere il mare, ma è dannatamente bello. Molte barche sono a vela, cabinate, di colori e dimensioni varie, è molto bello.
Sono lì con mio cugino W. e stiamo entrambi ammirando il panorama, col vento forte che ci combatte e l'entusiasmo nel cuore. Una partenza, adoro le partenze.
Un flash di ciò che accade a poppa mi informa che la nostra imbarcazione si chiama Titanic. Lo trovo curioso, rifletto un pò sulle implicazioni della cosa.
D'un tratto la gente a bordo della nave si agita, alcuni indicano fuoribordo, ci sono delle masse scure a pelo d'acqua.
Balene, si tratta di balene! La nave compie una brusca virata, si inclina verso sinistra e dobbiamo attaccarci ai parapetto. La manovra improvvisa ha lo scopo di portarci più vicini ai mastodontici mammiferi, per poterli ammirare meglio. Le balene somigliano più a dei delfini molto grandi e completamente neri, e sono un branco numeroso. Mi stuisco della loro presenza in alto adriatico. Ci accompagnano per un tratto di mare, finchè raggiungiamo venezia. A questo punto mi rendo conto di essere su un'imbarcazione di legno seccata dal sole e dal sale. Deve trattarsi di una scialuppa che ci ha sbarcati per la prima tappa della crociera. Vado per scendere a terra, quando mi rendo conto di una cosa curiosa. Accanto a me ci sono due cataste, una di noci, e l'altra di noci ricoperte di cioccolata. Accanto a queste due cosplayer di Ned Stark e Robert Baratheon da Game of Thrones fanno un pò di scena. Hanno un cartello sulle cataste di noci, e riferendosi alle balene sostengono che le cose non stanno come sembra, e sono balene false, similmente al modo in cui
Spoiler:
Jeoffrey Baratheon non è davvero figlio di Robert.
Il cartello fa leva su un gioco di parole: whales e wheels. Non ho afferrato bene, ma sembrava davvero divertente e pertinente ai due personaggi.
Mi accingo a sbarcare, quando poggio i piedi sulla banchina mi guardo indietro, in acqua sotto alla nave, un branco di... dugonghi, prima neri e poi normalmente grigi sta sguazzando allegramente. Più che allegramente, direi freneticamente.

Atto secondo: il gioco delle parti
Seguo gli altri che sono scesi, sono circondata da cosplayer. Ce n'è per tutti i gusti, provo il disorientante entusiamso di Lucca e mi diverto a riconoscere tutti i personaggi. La ressa è tanta, cerco i miei genitori ma non li vedo. Sto camminando accanto a Kash (amico, ex collega e compagno forumista e giocatore di ruolo e colui che mi ha fatto conoscere il discordianesimo, insomma tanta robba). Vedo finalmente mia mamma, è avanti a noi una ventina di metri, glie la indico fingendomi preoccupata, perchè si trova accanto ai Lannister. Noto quindi che sto mio amico invece sta interpretando BigShow, il wrestler. Mi racconta che la scelta è caduta su quest'uomo perchè, dice lui, mentre gli altri wrestler di solito mantengono il loro fisico da dio greco, BigShow ha la panza, e gli è quindi più vicino fisicamente.
Siamo a bordo della nave, stiamo percorrendo un corridoio senza sapere dove ci porterà. Accanto a noi una palestra dove molta gente si allena. Dalle vetrine della palestra vediamo che una di queste persone è gravemente menomata. Ha amputate braccia e testa, come una statua greca mal conservata, e sta facendo esercizi. Distolgo lo sguardo da quel triste spettacolo, e ci viene incontro la moglie del mio amico.
E' parecchio scocciata, e quando le chiediamo che è successo risponde: "non posso credere che abbia detto quella cosa!". Quando entriamo nella sala della nave da cui veniva, scopriamo qual'è il motivo di tanto sconcerto. Matteo Renzi sta coadiuvando l'animazione a bordo della nave, e ha appena presentato il karaoke. La cosa che tanto ha sconvolto la moglie di Kash è la scelta della prima canzone: ai se eu te pegu.
Lascio i due, che snobbano karaoke e scelta musicale e mi butto con entusiasmo in mezzo alla pista, dove con gli altri inizio a cantare di gusto, e ballare anche. Mi sto divertendo davvero molto. Non mi importa di quello che pensa la gente, amo il karaoke.
A canzone finita parlo con la mia accompagnatrice, che ora è la sorella di mio moroso. Abbiamo trovato due gattini e pensiamo di tenerli con noi durante la crociera. Ne nasceranno altri, e ci chiediamo se nel duty free della nave ci sia del cibo adatto a gattini non ancora svezzati. Mi distraggo un attimo e la perdo di vista, non so dove sia finita. Un pò sperando di ritrovarla, un pò spinta dal desiderio di esplorare la nave, cammina e cammina arrivo ad un bar, e ci faccio colazione. Sempre con sto gatto in mano. Finito mi alzo e faccio per andarmene quando Matteo Rennzi mi ferma, dicendo che il gatto che ho è davvero brutto. Mentre lo dice ce l'ha in braccio, me lo faccio restituire. Effettivamente è brutto: bianco chiazzato di grigio a pelo corto come un gatto eurpeo ma con il muso schiacciato di un gatto pesiano. Decido di ignorarlo e cammino per la mia strada.

Atto terzo: quel pomeriggio di un giorno da cani
Strada che si rivela essere una via costeggiata a destra da un alto muro, che sembra quello di un'antica villa, e ha una pavimentazione in ciottolato ormai consunta. A sinistra bosco, o forse macchia mediterranea. Il gatto che ho in braccio scappa improvvisamente sul palo della luce di fronte a noi: ci sono due cagnoni in mezzo alla strada che vogliono sbranarlo!
Sono due cani da ferma, di taglia grande. Abbaiano e ringhiano, aspettando che il gatto commetta un passo falso.
Non posso abbandonarlo lì, quindi mi intrometto per dargli qualche possibilità. E' allora che i due cani, molto aggressivi, si accorgono di me. Mi aggirano di lato, mentre cerco di tenere la schiena verso il muro. Non scappo, mi sbranerebbero prima di fare cinque metri. Cerco di spaventarli gridando ordini ad alta voce, ma sono due, e fanno branco già così, quindi non si lasciano molto intimorire. Con la mia borsa, che è grande e molto pesante, compio ampi movimenti cercando di tenerli lontani, loro arretrani di qualche passo e poi tornano a minacciarmi con rabbia. Non so che fare, sono in trappola e non credo riuscirò a tenerli a bada ancora a lungo. Presto o tardi si faranno coraggio abbastanza da aggredirmi e allora sarò finita.
Ma accade l'imprevisto. Il padrone dei due cani mi raggiunge e cerca di riprenderne il controllo. Loro sono molto presi dalla loro aggressività, al punto che l'uomo, pur di salvarmi, si vede costretto a tagliare la gola del cane dominante. Solo allora riporta l'altro sotto il suo controllo. Lo prende per il guinzaglio, ed inizia a darmi addosso a parole, dicendo che quanto accaduto era colpa mia, che non dovevo trovarmi lì.
Gli dico che mi dispiace davvero, non volevo che arrivasse a tanto. Lui risponde che farà abbattere anche l'altro, perchè ormai ha capito che non è in grado di tenerli a bada.
A me sembra esagerato, e lui fa capire che la cosa è colpa mia.
E' un dottore... gli servono dei lavori di grafica...
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 04/09/2014, 10:49

Del sogno di sta notte ricordo davvero poco, perchè ho sognato tantissimo e confuso, ma ho deciso di scrivere comunque quello che ricordo perchè è abbastanza malato da meritare un posto nel mio diario.

Parte prima: L'operazione
Sono in ospedale, perchè devono operarmi. Non so di preciso a cosa, ma sembra avere a che fare con l'apparato urogenitale.
Sono sul lettino e accanto a me c'è un'infermiera che mi spiega cosa mi faranno, e dice che deve mettermi il catetere.
C'è anche qualcun altro lì, un visitatore, ma non so o non ricordo chi sia.
Insomma, mi devono mettere sto catetere e arriva il dottore, che mi dice:
"Di solito facciamo un pò di anestesia prima di inserirlo, ma a te non l'abbiamo fatta"
"Vuol dire che stringerò un pò i denti" gli rispondo.
Ora accanto a me c'è l'infermiera, devono già avermelo messo.
Dal tubicino esce la mia pipì a getti, ma c'è del sangue.
Guardo l'infermiera e le chiedo se è normale, lei mi risponde che si, è normale, ma comunque mi sono sporcata di sangue il pigiama, a causa delle mestruazioni, e si vede.
Oddio! Devo andarmi a cambiare. Mi alzo, sono scalza e mi aggiro per l'ospedale alla ricerca di un bagno, ma niente.
Alla fine decido di entrare in una camera a caso sperando che ci sia un bagno. Apro la porta e la stanza davanti a me è tutto un enorme bagno. Ma non nel senso tradizionale.
Il pavimento è piastrellato di turche, che scendono a scalini verso il centro della stanza, di modo che tirando l'acqua su quella più in alto i "fluidi" scendano a cascata su quelli più in basso fino al buco centrale che raccoglie tutto. Il bagno peggio progettato di sempre.
Guardo bene per terra, e ste turche sono pure sporche, e io sono scalza, e mi viene lo schifo a pensare di metterci i piedi. Tiro lo sciacquone per vedere che succede e l'acqua che scende è color pipì. Beh, mi dico, se non altro significa che forse erano pulite ma si sono macchiate con l'acqua.
Mi decido ad entrare e inizio a cambiare l'assorbente, quando entrano due persone.
La stanza che avevo scelto a caso era quella di una mamma ed un bambino.
Parlo con la donna mentre cerco di finire in fretta quello che devo fare...


Parte seconda: la nana tutta tana
Questo pezzo di sogno nasce come scena a sè stante. Si propone, completamente a caso, nel mezzo di un altro sogno, come uno stacco del regista.
C'è un uomo basso e barbuto, che cerca di intrallazzare con una donna, bassa e grassa. Dopo alcune insistenze lei cede e si dirigono in camera da letto.
Lui è già pronto sotto le lenzuola, lei inizia a spogliarsi.
Pelo. Pelo dappertutto. Questa donna ha le gambe più pelose che abbia mai visto, pelose come un uomo. Gira su se stessa e si toglie le mutande. Il pelo sulle gambe non è niente a confronto, sulle zone intime ha una vera e propria pelliccia alta quattro centimetri e fitta. Sembra pelo di yack, e ne ha davanti e dietro, ma dietro di più, come se formasse una sorta di coda.
L'uomo è vagamente schifato ma non si fa intimidire, perchè quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.
La vita è scoprire quello che accade dopo il presente, un po' per volta
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Re: I sogni malati di Cenwyn

Messaggioda Cenwyn » 19/10/2014, 10:30

Titolo: Harry Potter e i doni del perdono
Sono Harry Potter e mi trovo nelle segrete di Hogwarts. E' quasi la fine della storia, so che Voldemort sta per arrivare.
Niente Horcrux da distruggere, solo un grosso enigma da sciogliere.
In uno dei suoi discorsi Silente aveva definito Voldemort con la parola Morgo, che significa nero, ma è una parola che non conosce nessuno, e so che è la chiave per capire come sconfiggere il signore oscuro. Sono lì, in fondo ad una stanza/grotta cilindrica con un soffitto altissimo, praticamente un pozzo, che cerco di mettere assieme le tessere del puzzle, quando il mio tempo è scaduto.
Voldemort appare davanti a me.
Cerco di prendere tempo, preso dall'ansia. Ripasso rapidamente quello che so, mentre balbetto qualcosa tipo: "non ti conviene uccidermi subito, hai aspettato per anni questo momento, vedi di godertelo!".
Lui accetta, e finiamo a fare due chiacchere mentre la mia mente è in fermento.
Mi minaccia, ma questo è il minimo sindacale.
E poi, mentre gli sto parlando ho un'intuizione, e so che si tratta di quella vincente.
Mi rendo conto che l'unico modo per togliere il potere a Voldemort è quello di perdonarlo.
Un perdono sincero, non solo a parole. Ed è per questo che Silente era stato tanto misterioso, perchè il perdono non si può forzare, deve venire da dentro.
E così inizio a dirgli che lo perdono.
CRACK
Voldemort diventa meno imponente, più umano-
Mi fa pena, vederlo com'è, gli dico che lo capisco e che perdono le cose che ha fatto.
Che malgrado tutto ha reso la mia vita interessante.
E' diventato magrissimo ora, sembra la morte, bianco nelle sue vesti stracciate.
Cerca di allontanarsi da me, di salvarsi da questo perdono non richiesto ed inaspettato che lo sta privando di ogni potere, allora io lo abbraccio, da dietro, mentre cerca di salire le scale.
Lo abbraccio e non lo lascio andare, e gli dico che lo perdono. E che gli voglio bene.
Si butta a terra ansimante, quasi mi implora, ma è troppo tardi.
Voldemort è stato sconfitto, ormai non è che un misero uomo comune, spaventato, disorientato e vulnerabile.
Quasi mi aspetto che esploda...
La vita è scoprire quello che accade dopo il presente, un po' per volta
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