Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni non lucidi > pagine di sogni comuni di Alrescha

Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Dehriei » 12/02/2014, 9:20

Alla fine non mi resta che farti i miei complimenti e augurarti che in generale la tua vita possa rispecchiare i tuoi più bei sogni!!
Sembrava voler parlare, poi sospirò. Eppure fu tutto ciò che dovevo sentire....
Avatar utente
Dehriei
 
Messaggi: 263
Iscritto il: 13/12/2011, 19:26
Ha  fatto 'Mi piace': 110 volte
'Mi piace' ricevuti:: 142 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 10/03/2014, 0:14

Sogno del 9 marzo 2014

Aiuto dai sogni per questioni quotidiane e delicate

Premessa
Da un paio di mesetti all’incirca mi sto interessando ad un ragazzo in particolare che fa parte della mia cerchia di amici e che si è aggiunto solo di recente. Sentimentalmente è uscito da poco da una storia di anni e piuttosto travagliata (e questa è una delle cose che mi frena nei suoi confronti perché non mi ritengo all’altezza di una storia decente con qualcuno di così vicino. Non sono mai stata brava nel piano sentimentale, spesso mi convinco anche di essere incapace di amare, ed è stata solo una delle tante ragioni che mi ha sempre spinta a trovare un compagno lontano da me con cui avere una relazione a distanza). Da qualche settimana i rapporti con i miei amici si sono fatti più marcati per via dell’assenza di università e studio che mi permette di avere maggior tempo libero e mi sono avvicinata parecchio anche a lui, riducendo a poco a poco le distanze. Purtroppo non ho ancora capito se sono solo nella sua sfera di amicizie oppure a suo modo spera e cerca qualcosa di più.
Dato che i dubbi sono parecchi, le mie ore di sonno ne risentono perché passo a rovellarmi il cervello su come dovrei comportarmi o meno. Sembra però che stamattina (sì perché sono andata a dormire alle 5:30 proprio dopo una serata passata con lui e con il mio gruppo) i sogni siano stati influenzati e vogliano aiutarmi a risolvere il dilemma. Questo è il sogno che ne è scaturito:

Sono in un ambiente piuttosto grigio, in una stanza grande, chiusa e illuminata come una sala studio. Sono china sopra una scrivania piena di fogli sparsi. Sto lavorando ad un progetto per l’università con questo ragazzo, G., che in realtà non fa la mia facoltà.
Stiamo lavorando piuttosto vicini e mentre discutiamo del progetto sembra che né io e né lui perdiamo occasione per sfiorarci una mano, stare spalla a spalla, un posare la propria fronte sulla fronte dell’altro. Insomma piccoli gesti che alla fine costituiscono un silenzioso flirt.
Ad un certo punto a lui suona il cellulare e si allontana. Probabilmente pensa che sia abbastanza lontano da non potermi far sentire il discorso, ma la conversazione mi giunge tutta all’orecchio.
Probabilmente chi sta telefonando è un amico stretto o un parente e G. gli descrive la situazione che si sta creando fra noi due. Lo sento dire qualcosa come “mi sembra di giocare con tutto questo sfiorarsi e avvicinarsi. Non è da me…(poi poche altre parole che non ricordo)”. Mi è chiaro che gli interesso, ma sembra un po’infastidito/a disagio dalla piega che sta prendendo il nostro “rapporto”.
Quando chiude la telefonata e ritorna verso il tavolo di lavoro, prende dei fogli e si va a sedere dal lato opposto al mio e mi fa una domanda riguardo al progetto.
Sedendosi dall’altro lato ne deduco che abbia deciso di mantenere le distanze, così gli rispondo a monosillabi senza alzare lo sguardo dai fogli che sto consultando per trasmettergli l’idea di disinteresse nei suoi confronti quando in realtà dentro mi sento in parte realizzata, dato che so di piacergli, ma dall’altra delusa per come si senta a disagio in questi panni.
Dopo un po’ mi rivolge ancora la parola sul progetto e per un secondo rimango in silenzio cercando di decidere se sia meglio far passare l’idea di indifferenza totale non rispondendogli e limitare le parole al minimo fin quando non sarà lui a cercare di nuovo di avvicinarsi, oppure comportarmi nella maniera più naturale possibile senza risultare scontrosa ma cercando di dargli la sensazione che non c’è niente di più importante del progetto al momento.
Dato che siamo costretti a lavorare insieme e collaborare per forza finché il lavoro non sarà finito e dato che non avrei dovuto ascoltare la conversazione al telefono, decido per la seconda: avrei smesso di vederlo come compagno e lo avrei visto solo come socio. Niente sfiorarsi o sguardi calamitosi e contatti ridotti al minimo. Questo gli avrebbe dato modo di capire che il progetto è la priorità e che per me non è nient’altro che un collega. Se fosse stato interessato, allora avrebbe stabilito lui i limiti da oltrepassare o meno.
Qui il sogno finisce.

Beh che dire, penso proprio che farò esattamente come la me del sogno. Lascerò che sia lui ad avvicinarsi e stabilire i limiti. Forse ho rappresentato il suo disagio per il fatto che mi faccia scrupoli data la sua storia seria finita solo da qualche mese, perciò il sogno mi ha invitata ad andarci cauta e aspettare (o almeno credo)...ed è quello che intendo fare, con pazienza. Vedremo come andrà a finire...
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 17/03/2014, 19:40

Sogno del 17 marzo 2014

Le carte dei tarocchi

Serie di brevi sogni ma uno fra questi in particolare mi ha colpita stamattina.
Sono all'interno di un edificio, forse una scuola, in attesa e in fila assieme ad altri ragazzi della mia stessa età. Fuori dalle finestre si vede un giardino e ad occhio e croce siamo al secondo piano.
Ad un certo punto il ragazzo in fila dietro di me, un ricciolino biondo niente male, tira fuori delle carte con un retro decorato a forme geometriche rosse. Sbirciando mi accorgo che sono delle carte dei tarocchi.
<<Vuoi che ti legga le carte?>> il ragazzo mi chiede gentilmente.
Perché no? Dopotutto stare qui ferma ad aspettare il mio turno comincia ad annoiarmi. Annuisco e lui comincia a mescolarle. Una volta finito le dispone a faccia in giù, verso il pavimento in modo che io non possa vederne le figure, e le apre a ventaglio fra le sue mani.
<<Scegline due>> mi dice.
Alzo la mano e comincio a passarla sopra la scia di carte, ma poi decido che avrei scelto ad istinto senza farmi condizionare dalla vista perciò mi giro il volto dalla parte opposta e muovo la mano finché non sento di doverla fermare. Afferro le prime due carte che trovo e poi mi volto di nuovo per vedere cosa verrà fuori.
Il ragazzo le gira e sono entrambe dritte. In una, quella di destra, riconosco subito "La Forza", ma l'altra non l'ho mai vista. Ha dipinto un angelo in armatura che sta volando in aria e che possiede uno scudo dorato che gli protegge metà del corpo e una spada sulla mano sinistra in atto di essere sollevata. In cima alla carta riesco a leggere il suo nome "La Costanza".
<<La Forza e la Costanza>>, il ragazzo sorride allegro. <<Avrai delle difficoltà che riuscirai a superare con determinazione (poi aggiunge altro che non ricordo)>>.
Da qui il sogno prende un'altra piega e diviene più confuso. Mi ricordo di avere un biscottino della fortuna di quelli cinesi in mano che apro e leggo una frase che descrive la mia attuale situazione. Diceva qualcosa di interessante ma anche qui non ricordo cosa vi lessi.
Ad un certo punto i ragazzi attorno a me si mettono a chiacchierare fra loro, raccontando di aver visto aggirarsi qui un ragazzo trasparente.
<<Ah sì, lo vidi una volta>>, mi intrometto. <<Sembrava fatto di vetro e lo trovai accucciato in un angolo a tenersi la testa fra le mani. Sembrava avere paura di qualcosa. Era inquietante>>.
Da qui in poi il ricordo del sogno diventa ancora più confuso fino a finire.

Non è la prima volta che incontro le carte dei tarocchi in sogno e che qualcuno me le legge, ma soprattutto "La Forza" è quella che sogno più spesso...
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda yareol » 18/03/2014, 18:58

Alre ho trovato un testo molto interessante che potrebbe spiegare il significato profondo del tuo ultimo sogno. E decisamente lungo e complesso da comprendere, ma nondimeno molto interessante ;)

http://shamballah.altervista.org/14-il- ... zione.html
I sogni nutrono l'Uomo più del pane.
Avatar utente
yareol
 
Messaggi: 396
Iscritto il: 13/04/2012, 11:46
Località: Appennino emiliano
Ha  fatto 'Mi piace': 9 volte
'Mi piace' ricevuti:: 55 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 28/06/2014, 11:40

27 giugno 2014

Scrivo questo sogno normale perché ha una storia che mi ha particolarmente toccato.

Tutto comincia in un negozio, una pasticceria, dove si accalcano tantissimi clienti a chiedere le ordinazioni ad una donna sulla sessantina abbondante che sta dietro il bancone ed è la titolare.
Lei nonostante l’età ha il volto sì solcato da rughe ma giovanile, è allegra, lo sguardo vispo ed i capelli lunghi e grigi. Nonostante però corra da una parte all’altra con eleganza e vitalità, fatica a servire tutte le persone che ci sono.
Ad un certo punto, entra un uomo nel negozio. Anche lui della stessa età della donna ad occhio e croce. Per un attimo lancia uno sguardo alla proprietaria del negozio, uno sguardo dolce. Si conoscono già da tempo.
Da giovane aveva lavorato per questa stessa pasticceria, si era fatto assumere sperando che la donna, anche lei giovane allora, si accorgesse di lui. Tutte le sue speranze andarono in fumo quando la ragazza si fidanzò e sposò con un altro. Prese allora la decisione di licenziarsi per ricominciare altrove, nonostante fosse consapevole che quella donna sarebbe sempre stata il suo grande amore.
Dopo un’intera vita passata lontano da lei, rimasto solo perché non è mai riuscito ad avere una relazione più duratura di qualche anno, decide di tornare a cercarla e la ritrova lì esattamente dove l’aveva lasciata, dietro il bancone della pasticceria che ora dai genitori è passata a lei.
Quando l’uomo entra nel negozio, la donna lo riconosce e lo saluta velocemente con un sorriso prima di rituffarsi nel lavoro.
L’uomo nota che non c’è nessuno ad aiutarla, nessun marito che avrebbe dovuto mandare avanti il negozio assieme a lei, nessun figlio e nessuna fede al dito, così capisce che la donna si è separata.
E lui è tornato questa volta per restarle accanto.
Si avvicina al bancone e alla donna gli chiede <<Vuoi che ti aiuti?>>.
Lei alza lo sguardo dai pasticcini che stava incartando e gli sorride <<Davvero vuoi aiutarmi?>>. Afferra un sinale bianco e lo passa all’uomo che subito se lo allaccia. Con quell’unico gesto, la donna non ha solo accettato l’aiuto dell’uomo, ma anche il suo amore ora corrisposto.
L’uomo passa dietro il bancone ma lei gli dice <<Prima di cominciare fermati un momento a fare colazione. Sei arrivato adesso in città>>.
Infatti dietro al bancone è stato preparato un tavolino tondo da bar con un pasticcino e una tazza di tè o caffè.
Così l’uomo si siede nell’unica sedia che c’è, per fare colazione prima di mettersi a lavorare.
All’improvviso entra nella pasticceria un’altra donna sempre sulla sessantina. Ha i capelli corti e tinti di biondo, veste tutta di nero, di modesta altezza e un po’ in carne. Saluta la donna dietro il bancone e poi si accorge dell’uomo che sta facendo colazione. La titolare fa un cenno con la testa alla donna bionda e lei si avvia per andare dietro il bancone a parlare con l’uomo. Sembra sia un’amica di vecchia data di entrambi.
I due si salutano e la donna bionda chiede all’uomo <<E’ bello averti qui. Finalmente sei riuscito a coronare il tuo sogno. Vuoi che ti legga il futuro?>>.
L’uomo annuisce e la donna fa qualcosa che non ricordo, forse legge i fondi della tazza o guarda la mano dell’uomo, ma quando rialza lo sguardo le sue parole sono <<Hai atteso tanto tempo per questo ed ora finalmente siete felici, ma la prossima volta che tornerò da voi e sarà prima di quanto desiderereste…sarà per una nascita o per una morte>>.
La donna bionda fa un cenno della testa verso la titolare e l’uomo impallidisce. Dato che cominciano ad essere avanti con l’età, una nascita non è possibile e quindi non resta solo che una morte e la morte sarà della donna. L’uomo così si rende conto di aver raggiunto tutto quello che avrebbe mai desiderato, ma il tempo a disposizione per poterlo assaporare è pochissimo. Tutto ciò che ha, lo ha raggiunto troppo tardi. Tristemente, dice alla donna bionda che sfrutterà ogni istante che avrà a disposizione per passarlo con la donna dai capelli grigi e che anche se sarà un giorno, un’ora o pochi minuti lui sarà ugualmente contento perché lo avrà passato con la donna che ha sempre amato e che ora lo ama a sua volta.
Fine

Ps. dopo questo sogno ne ho fatto un altro dove una mia vecchia amica era incinta di 8 mesi e cercava di non dirlo a nessuno. Ansia su ansia insomma...
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 04/10/2014, 21:35

Sogno di qualche settimanella fa, settembre 2014

Benvenuti ad Arsi Vivi

Il sogno è comunissimo e la prima parte è poco interessante. Si svolge all’interno della mia ex università mentre sto facendo lezione. Alla fine della lezione esco dall’edificio con una delle mie compagne, l’unica che abita in una cittadina poco lontana dalla mia. Camminiamo in una strada lungo mare (la mia ex università stava parecchio lontano dal mare in realtà) per dirigerci verso la stazione con l’intento di prendere il treno e tornare a casa dopo la settimana di lezioni. Discutiamo sul fatto che le giornate si stanno allungando e stiamo andando verso l’estate che comporta anche la fine delle lezioni e l’inizio degli esami. E’ quasi l’ora di pranzo, perciò a metà strada decidiamo di fermarci in una pizzeria per comprarne un pezzo e mangiare, anche se ormai ci è rimasto poco tempo per raggiungere la stazione prima che il nostro treno parta.
Quando riprendiamo il cammino, la giornata è così bella e c’è un sole che splende talmente forte che cambio idea sul voler tornare a casa. Lascio che la mia amica vada via mentre mentalmente mi dico che in caso prenderò il treno del pomeriggio oppure troverò un posto letto lì da qualche parte per una notte.
Guardandomi intorno scorgo alla mia destra, proprio dall’altra parte della grande strada asfaltata lungomare, una gigantesca villa abbandonata con un giardino piccolo ma favoloso.
C’è un albero che sembra essere messo lì apposta per fare ombra a chi vuole sedersi un momento ad ammirare il mare e la villa e proprio ai suoi piedi c’è un cane bianco che sonnecchia.
Mi avvicino ed accarezzo il cane che si dimostra subito amichevole. Mi siedo fra l’erba appoggiando il mio zaino a terra e tiro fuori un libro per leggere un po’ (anche se non ricordo che tipo di libro fosse). Ogni tanto osservo la villona, con uno stile fra il neoclassico ed il liberty e tutta fatta in grandi conci di arenaria che gli dà una colorazione marrone scuro, infestata dall’edera che si arrampica sopra le sue mura. I piani sono quattro più una mansarda/soffitta nel piano superiore: le finestre del piano terra sono tutte incastrate all’interno di colonnine e timpani triangolari a mo’di tempietti, sugli altri piani invece si alternano finestre trifore gotiche alternate a finestre rettangolari con mezzelune sul capo. Il terzo piano è anche provvisto di un balcone che corre tutto intorno alla casa e una porta finestra che lo collega all’interno. A destra della villa c’è un’ulteriore ala che sembra una torretta di due piani, collegata a terra con un arco che dà accesso al cortile della casa e la stanzetta circolare all’ultimo piano della piccola torre è tutta fatta con pareti di grandi finestre stile liberty. Il tetto di questa torretta arriva a malapena al terzo piano con il balcone dell’ala principale della villa.
Mentre alterno la visione della casa al libro, mi si avvicinano due signori dalla strada che inizialmente parlavano tranquillamente, ma vedendomi assumono subito un’aria severa.
<<Come mai sei qui? Hai intenzione di andare via in giornata o di dormire in questo posto?>> mi chiede la donna bionda sulla cinquantina, gli occhiali spessi ed un tono che mi mette in allerta.
Assieme a lei un uomo basso e panciuto, stempiato e da una camicia azzurra di seconda mano mi osserva insistentemente aspettando la mia risposta.
<<No, avevo intenzione di andare via per le 6 del pomeriggio>> mi giustifico.
<<Noi abitiamo in questo isolato. Perché sei venuta proprio qui a leggere? E’ un posto così abbandonato…>> mi chiede l’uomo.
<<Mi piace questa villa. Anche se è abbandonata e malridotta è bellissima>>
<<Ma tu non sai la storia tragica che ha>> mi dice la donna <<E’ successo circa dieci anni fa. In questa villa si rifugiavano ragazzi di tutte le età che non avevano un tetto o una famiglia dove stare. Era gestito da ragazzi per i ragazzi. Una notte però ci fu un incendio e i ragazzi che erano dentro non riuscirono ad uscire. Furono tutti bruciati vivi. Nessun corpo fu mai ritrovato e la polizia non seppe mai spiegare le ragioni del misterioso incendio>>.
(Qui mentre la donna racconta, passano brevi flashback della villa durante l’incendio dove sento le urla dei bambini e dei ragazzi provenire dalle macerie in fiamme).
Raccontatami la storia, i due signori se ne vanno con aria altezzosa lasciandomi lì da sola. Guardo in su verso le grandi vetrate che si aprono su un balcone e vedo un’ombra nera all’interno passarci avanti, posare la mano sulla vetrata e scivolare via.
Una villa colta da una così terribile tragedia e ora infestata. Mi alzo in piedi e comincio a correre lungo la stradina che fa tutto il giro della villa e che porta all’entrata principale dopo aver superato una salita. La villa infatti sembra sia stata costruita a ridosso di una piccola collinetta. So che questa giornata è una giornata speciale, un po’ come se fosse Halloween dove gli spiriti del mondo dei morti vagano nel mondo dei vivi, perciò voglio agire e andare a curiosare per risolvere il caso irrisolto della villa bruciata. In realtà ho paura, ma, nel momento in cui mi avvicino sempre di più all’entrata principale, alle mie spalle cominciano ad arrivare tutti cani che sembrano sorridenti, scodinzolanti e gioiosi diretti proprio verso di me e verso la villa.
In qualche modo sento che questi cani reincarnano alcuni membri di polizia che indagarono sul caso dieci anni prima e che morirono senza chiudere questo caso, tornati per finire il loro lavoro.
Si mettono in disposizione a coppie lungo tutto il balcone che circonda l’intera villa al terzo piano, seduti e attenti, poi rompono la formazione per avvicinarsi a me in un primo momento aspettando che io apra la porta principale del villone. Come la apro, i cani si fiondano dentro e cominciano a fiutare le tracce. Entro con loro perché anche se so che la villa è infestata e tetra, mi dà coraggio e sicurezza vedere la gioia con cui questi cani compiono il loro lavoro.
Tutto l’interno della villa è annerito di polvere del tempo e cenere. Il salone principale è ampio e di una forma semicircolare con un pianerottolo rialzato di qualche gradino dalla parte opposta dell’entrata, che dà sulla balconata esterna. Dal pianerottolo si dividono poi due scaloni monumentali, uno verso destra e uno verso sinistra, che si piegano fino a tornare verso l’entrata principale e poi dare vita al piano superiore. Sento l’umidità in ogni angolo ed il buio è opprimente nonostante le grandi finestre che dovrebbero lasciar filtrare la luce ma che, essendo sporche e rotte, accentuano soltanto l’aspetto lugubre e abbandonato del posto.
Trovo in un angolo degli scatoloni ancora utilizzabili e li appoggio al centro del salone mentre i cani abbaiano allegri e a mano a mano trovano e portano lì dentro le ossa dei ragazzi morti. Riconosco delle vertebre ed una parte di osso sacro di qualcuno. C’è qualcosa che però ci osserva nell’ombra e non ci vuole qui. Le entità che infestano il luogo mi sussurrano, scivolano nel buio e riesco a scorgerle solo con la coda dell’occhio. Le ante del portone, che avevo lasciato spalancato per fornirmi una via di fuga se le cose avessero dovuto mettersi male, si chiudono all’improvviso con un tonfo madornale mentre qualcosa mi afferra per la gamba e mi fa cadere a terra per trascinarmi via nel buio.
<<Sei una di noi>> mi sussurrano le voci di bambini <<Vieni a farci compagnia ad Arsi Vivi…brucia con noi…>>
Ovviamente i cani non vengono toccati mentre io ho un terrore folle. Riesco a divincolarmi rimettendomi in piedi. Mi precipito verso il portone principale lasciando perdere cani, scatoloni ed ossa che forniscono le prove per la risoluzione del caso. Tiro le maniglie verso di me cercando di aprire il portone, ma quello non si sposta. Le presenze nel salone continuano a farsi più intense, ma finalmente con un sonoro cigolio il portone si schioda e spalancandolo mi riverso fuori alla luce del sole in un baleno. Il portone torna a chiudersi alle mie spalle mentre i cani, rimasti chiusi all’interno, uggiolano. Mi allontano di corsa dalla villa ma poi ci ripenso…non è questa la cosa giusta da fare. Lasciare i cani lì, le prove che inchioderebbero i colpevoli che ora so per certo essere gli stessi due signori che mi hanno parlato nel giardinetto e non dare pace a tutti quei poveri innocenti che sono morti sarebbe una bassezza inaudita. Una codardia che mi farebbe vergognare di me.
Ritorno sui miei passi, lentamente, faccio un respiro profondo e torno a forzare il portone che stavolta si apre senza troppi problemi.
Proprio sotto il portone, al posto di dove potrebbe essere uno zerbino, c’è una piccola buca dove una gattina striata bianca e grigia ha fatto la cova per i suoi gattini.
<<Proprio qui dovevi metterti? E’ pericoloso questo posto, trovane un altro!>> le parlo come se mi aspettassi che capisca. Quella però si crogiola dentro la buca con i suoi cuccioli, ronfando e strusciando la schiena sul terreno mentre i cani all’interno della villa sono ancora all’opera.
Sembra proprio che gli animali si sentano rilassati in questo posto, che non temano nulla ed il loro atteggiamento cozza totalmente con la sensazione di pericolo ed inquietudine che invece avverto io.
Finalmente i cani finiscono di raccogliere le ossa. Torno dentro la villa per prendere gli scatoloni mentre altre ossa vengono ancora portate in bocca dai cani. Non succede nulla stavolta. Esco con gli scatoloni ripercorrendo la stradina in discesa che porta al giardinetto e allo stradone principale lungomare, diretta alla stazione di polizia con il materiale trovato da cui si potranno ricavare le prove per inchiodare gli omicidi. Guardo un’ultima volta verso il finestrone del terzo piano balconato e da lassù noto che c’è un bambino di poco più di due anni affacciato che mi sorride e mi saluta contento, probabilmente segno di ringraziamento dei ragazzi che non saranno più legati ad infestare la villa una volta che avrò risolto la questione terrena che li lega qui.
A questo punto il sogno finisce.

Il giorno dopo gaetano97 ha postato questa immagine ed è inutile dire la somiglianza con il posto sognato. Quando si dice il caso..
Spoiler:
Immagine
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 27/04/2015, 20:48

Sogno normale del 27 aprile 2015

La polvere e la prima invenzione di Nikola Tesla

Non ricordo bene come comincia tutta la storia. So che mi trovo in casa mia, nella stanza che una volta era il mio studio quando io e mia sorella eravamo ancora piccole e dividevamo la camera da letto. Lì sto davanti al nostro vecchio computer sopra la scrivania di legno proprio come ai vecchi tempi (anche se per me è tutto normalissimo).
All’interno della stanza insieme a me ci sono mio padre e mia sorella che stanno discutendo sul fatto che fuori, per strada, c’è una polvere strana che è venuta giù con la pioggia. Sembra sabbia ma in realtà mio padre dice che è un fenomeno meteorologico particolare. Lui da fuori campo mi fa <<Guarda quel video, ad un certo punto vedrai una scena in cui compare la stessa polvere sopra le strade, però devi chiudere un occhio e vederlo con uno solo mettendo le mania avanti e facendo un’apertura con le dita>>. Eseguo senza farmi domande ed avvio il video pronto sul computer. Nell’istante in cui parte mi accorgo subito che:
1_è un video vecchissimo in bianco e nero
2_il protagonista è Nikola Tesla.
Mi trattengo dal ridere. Non posso crederci che io ne senta parlare anche qui, il mio amico di università mi ha fatto talmente tanti discorsi su di lui che ora me lo trovo ovunque persino quando non dovrei.
Ma dopo di questo, vengo proiettata direttamente all’interno del video e comunque tutto a torno a me rimane in bianco e nero.
Tesla è ancora giovanissimo e non ha ancora intrapreso la carriera di scienziato anche se l'aspetto è tipico con quei baffoni scuri e la pettinatura particolare. Forse è appena rientrato da una guerra o un conflitto perché sembra in uniforme ed avere il braccio sinistro rotto, con la tipica fasciatura che lo fissa al collo per non muoverlo. Ricordo anche che ha un sigaro in bocca.
Ad un certo punto però la scena cambia angolo di vista e lui è vestito più elegante in giacca e cravatta scuri, con il braccio di nuovo in forma, senza sigaro e…comincia a cantare.
Eh sì, Nikola Tesla che canta (in inglese) ed io che penso pure “però, ha una bella voce. Se non avesse cominciato con la scienza avrebbe potuto fare il cantante”.
Attacca la canzone con un <<Ehi men!>> per attirare l’attenzione di persone che sembrano sedute a dei tavolini di un caffè di quelli da intellettuali. Poi continua con un’altra frase cantata che non ricordo, in una sonorità un po’ rock mentre spiega la sua prima invenzione.
Esattamente, sto vedendo in assoluto la prima testimonianza di Tesla e del funzionamento della sua prima invenzione (secondo il mio subconscio) che vuole esporre agli altri.
Dato che il luogo in cui si sta svolgendo la scena è vicino ad un porto, a largo vedo che si sta formando una tempesta che viene verso la città. Tesla percorre la strada che porta verso il mare e che vedo essere sparsa della polvere fina che intendeva mostrarmi mio padre. Mentre Tesla alza le braccia al cielo ed una specie di macchinario comincia a volare a mezz’aria (comparso dal nulla) con lo scopo di “catturare” ed “immagazzinare” i fulmini e la loro elettricità, la voce di mio padre da fuori campo mi dice che quella polvere a terra è il risultato di una corrente d’aria calda e l’acqua salmastra del mare che combinandosi in particolari circostanze dà origine ad una pioggia di cristalli che non sono sali ma dei nuclei separati di Na+ e Cl- che a mano a mano si accrescono in due granelli diversi e che, ricombinandosi con altri elementi presenti nell’atmosfera in due modi del tutto diversi, danno origine a dei cristalli ibridi...o meglio dei minerali intermedi fra il sale e altro.
Mio padre mi spiega ancora che questo fenomeno, sebbene raro, è visibile anche in Toscana quando il vento tira verso l’entroterra l’aerosol di acqua di mare fino ad incontrare la corrente d’aria giusta che crea la pioggia di polvere giallognola.
E poi niente, il sogno era talmente assurdo che quando mi sono svegliata ridevo ed ho provato a raccontarlo al mio amico ma mi è venuto piuttosto male perché era talmente strano che avrei dovuto scriverlo per riordinare un po’ le idee prima.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 03/10/2015, 1:11

Dovevo scriverne un altro prima di questo, o forse altri cento : Chessygrin : , ma male che vada li scriverò successivamente.

2/10/2015

Il lato positivo degli incubi

Stanotte ho fatto un sogno piuttosto singolare più per il suo significato che per la situazione.
Sono con Y, una mia ex compagna delle superiori con cui non ho quasi più contatti, che mi racconta di avere incubi tutte le notti che hanno a che fare con la sua morte, con la morte di suoi conoscenti, oppure di persone che la inseguono per farle del male. Sto per suggerirle di usare i sogni lucidi, ma poi mi fermo perché mi ricordo che eravamo già entrate in argomento e glieli avevo già spiegati (è un falso ricordo).
Le confesso che anch’io qualche volta ho incubi e gliene racconto uno dove impersonavo la morte con la falce e andavo in giro a togliere la vita ed accompagnare le anime delle persone e la cosa mi causava molto dolore e malinconia (mai avuto, ho vissuto solo qualche flash mentre glielo raccontavo). Finisco però dicendole di essere convinta che si debba sempre guardare il lato positivo di ogni sogno, anche il più brutto.
E lei mi chiede <<qual è il lato positivo di questo tuo incubo?>>.
Ci penso un po’ su e pensando ai suoi incubi le rispondo ironicamente <<il fatto di non poter morire>>.
<<Giusto>> concorda lei che coglie il nesso e ci mettiamo a ridere a squarciagola così da far passare la tristezza del momento.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda yareol » 03/10/2015, 14:38

Carino questo sogno, non capita spesso di fare conversazione senza che intervengano elementi assurdi a rompere il continuum.
Ma mi sa tanto che quella tua amica onirica rappresenta te stessa.
I sogni nutrono l'Uomo più del pane.
Avatar utente
yareol
 
Messaggi: 396
Iscritto il: 13/04/2012, 11:46
Località: Appennino emiliano
Ha  fatto 'Mi piace': 9 volte
'Mi piace' ricevuti:: 55 volte

Re: pagine di sogni comuni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 18/10/2015, 0:22

yareol ha scritto:Ma mi sa tanto che quella tua amica onirica rappresenta te stessa.


No, decisamente no. Mi vedo proprio come il suo opposto e comunque non ho più contatti da anni con lei
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

PrecedenteProssimo

Torna a Diario dei sogni non lucidi

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 7 ospiti


cron