da Alkimist » 17/06/2018, 15:44
Dom 17/06/2018
Premettendo che non ricordo le esatte circostanze in cui mi trovavo, ma ricordo che sono diventate tali durante il sogno, essendo state inizialmente pacifiche e quindi di tutt'altra natura rispetto al proseguo.
Io e i miei compagni, siamo come tenuti in prigionia e isolati tra noi, da dei simil nazisti, e segregati, per così dire, nei seminterrati di vecchie casette situate in una radura boschiva vicino al mare.
Con l'intenzione di salvare tutti riesco ad allontanarmi percorrendo furtivamente il giardino e un piccolo sentiero tra i cespugli che, quasi invisibile, costeggia l'ingresso principale.
Mi ritrovo quindi a scendere due o tre gradini di pietre, affiancato sulla mia destra da siepi e sulla sinistra da un baracchino di legno con una piccola veranda affacciata sulla spiaggia piena di bagnanti. Entro nel baracchino che scopro essere un bar, quando immediatamente capisco che è meglio non stare lì e allontanarsi di più. Facendo quindi per uscire mi trovo di fronte un signore che in maniera solo quasi ostile mi afferra un braccio e mi chiede con tono acido se va tutto bene, con un superfluo istante di incertezza rispondo di sì sapendo di non potermi fidare, divincolo rapidamente il braccio e mi allontano correndo sulla spiaggia passando in mezzo a gente asciugamani e ombrelloni. Percorrendola mi accorgo di quanto sia stretta, quasi un corridoio costeggiato a destra da un alto muro e a sinistra dal mare.
Proseguo notando di essere osservato da almeno due persone, entrambi dall'aspetto poco raccomandabile, un omone grande grosso e alto 2metri, l'altro è lo stesso che mi ha afferrato il braccio poco fa.
Mi rendo conto di essere arrivato in un punto cieco in cui il muro si chiude interrompendo il sentiero di spiaggia. Tiro fuori dalla tasca il mio telefono nel tentativo di chiamare soccorsi e avvisare della situazione in corso nel luogo dal quale sono scappato.
Rigirandomi indietro scopro che tra il muro (ora alla mia sinistra) e il mare, distante circa un metro e mezzo dello stesso, vi è una sorta di parete composta da cassette d'acqua accatastate l'una sull'altra che rende il passaggio ancora più stretto. Oltrepassandola col telefono ancora in mano noto con la coda dell'occhio il tizio, che prima mi aveva chiesto se andava tutto bene, che ora sta tentando di farmi cadere il telefono con un gesto improvviso della mano, ma accorgendomene in tempo riesco a schivarlo e lui, con un ghigno quasi compiaciuto, dice che è già la terza volta che gli sfuggo. Non gli do retta (anche se in realtà penso che era solo la seconda) e proseguo riavvicinandomi senza nessuna logica apparente, ai gradini affianco al baracchino, dai quali sono arrivato.
Tento quindi di comporre un numero ma qui il sogno finisce.
"Davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico."L. Pirandello
"Incanta la bestia e arriva alle nuvole."
Pensieri•°°°°Virtualmente affine ad
Alrescha