Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni non lucidi > Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 28/03/2014, 7:39

Ecco ciò che ricordo dei sogni di questa notte:


[...] Vedo la stanza di un bambino, piena di giocattoli. E' la tipica stanza piena di giochi che può essere uscita da un cartone come Toy Story o robe simili.
La visuale è di lato e a sinistra ci sono tutti i giocattoli implotonati, sono per lo più action figures di supereroi, cavalieri, grandi guerrieri. Più a destra c'è un ragazzo, vestito soltanto con un gonnellino grigio, sembra un giovane atleta o apprendista guerriero Romano o Greco.
Il ragazzo sta correndo da sinistra verso destra, attraverso questa stanza che ad ongi suo passo si allunga e deforma, diventando sempre più simile ad un campo di battaglia.
La meta del ragazzo è un castello dimensione giocattolo, una fortezza che va difesa a tutti i costi.
Dalla sinistra partono i giocattoli ad inseguirlo: dapprima due robot da combattimento, decisamente più grandi delle action figure ma comunque nettamente più piccoli del ragazzo, uno di questi lo va a colpire al tallone, facendolo quasi incespicare, l'altro lo colpisce alla schiena... il ragazzo a malapena si accorge degli attacchi, scaccia il secondo modellino con una manata e calpesta il primo, continuando la sua inarrestabile corsa.
Allora gli altri giocattoli partono tutti assieme in un assalto congiunto per salvare la fortezza... qui ho alcuni sprazzi di dialoghi e scene di combattimento... troppo effimeri per essere afferrati e descritti...
[...]



Secondo sogno


[...] Sono seduto in una sala bianca, una sorta di oratorio. La sedia è scomoda, di quelle da scuola, con il reggiquaderno sul bracciolo destro, nella sala ci sono una ventina di altre persone.
Sono in prima fila, come al solito, e sto seguendo un corso di terapia energetica tenuto da un Prete, un signore sulla 50na scarsa, tarchiato, barba scura di un paio di cm, capelli corti e occhi neri, vispi e penetranti. Veste i classici pantaloni neri, polo blu scuro e colletto bianco in bella vista.
Stiamo discutendo delle varie applicazioni del ReiKi e delle terapie Angeliche nella vita quotidiana, quando in risposta ad una affermazione del Prete che ora non ricordo mi trovo a rispondere:
"Beh, io quando mi trovo in una situazione difficile comunque inizio ad espandere Luce dal 4° Chakra, chiedendo che questo porti consapevolezza, serenità e amore sulla situazione, in modo che possa svolgersi il meglio possibile", lui mi guarda ed annuisce ma con uno sguardo come per dire "Occhio che sei sul confine... potrei non accettare oltre", io incurante dello sguardo continuo:
"Se non basta poi chiedo intervento dall'Alto alle forze Angeliche o direttamente a Lui, alla Luce"... a questo punto il prete mi interrompe, inizia a parlare di come le forze Celesti non obbediscono semplicemente ai nostri richiami, ma scelgono secondo una etica ben precisa, dettata dalla loro natura!
Faccio per controbattere che siamo noi quelli dotati di libero arbitrio, che loro non possono intervenire senza il nostro richiamo... [...]
ma qui mi sveglio.
Ultima modifica di ErikBauer il 08/04/2014, 12:12, modificato 1 volta in totale.
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 29/03/2014, 8:25

Ieri ho accumulato una tensione incredibile durante la giornata, tensione che sono riuscito a sfogare quanto ho capito che derivava dal fatto che non stavo ascoltando Alan... cercavo continuamente di fare una cosa che secondo lui non era saggio fare, e ogni volta arrivavano delle bordate emotive interne, talvolta talmente forti da piegarmi in due.
Risolto il quid pro quo mi sono concesso di sfogarmi, boxando a vuoto come non facevo da tempo, con l'accompagnamento sonoro di "Up patriots to arms" dei subsonica.

Ecco cosa ho sognato questa notte:


[...] Sono al telefono con Cenwyn, sta per iniziare la lezione di difesa personale e sto entrando nell'edificio dove si tiene lezione chiacchierando con lei, ricordo di avere un paio di jeans, maglietta con maniche lunghe e felpa azzurra sopra, il cellulare sta nella tasca posteriore destra dei Jeans (come sempre) e la sua voce mi arriva dai due auricolari. Invece della solita borsa rettangolare da palestra ho una sacca a tracolla.
L'edificio nel quale sto entrando è un antico castello, gli interni sembrano un po' quelli dell'ala destra del mastio di Demon's Souls: un enorme salone rettangolare con pareti in mattone scuro reso grigioverde dal muschio, al centro del salone un grosso tavolone in quercia, anch'esso rettangolare e allungato, con alcune sedie (poche, per le sue dimensioni) messe lungo i lati lunghi.
Sapendo del mio stato emotivo, Cenwyn mi chiede se vedrò finalmente SR a difesa, le dico che visto il recente lutto dubito verrà a lezione... mentre cammino raggiungo il fondo della sala, dove ci sono due porte, una nell'angolo destro e una nell'angolo sinistro, sono le porte degli spogliatoi, maschile e femminile, quello maschile è a destra e lì mi dirigo. Chiacchiero ancora con Cen mentre mi cambio, dopo di che esco, lei mi dice di pazientare un attimo che ha da fare, così si allontana dal telefono. Ripercorro la grande sala fischiettando quando vedo passarmi di fianco SR!
Sono così sorpreso di vederla che per poco non la saluto... poi mi ravvedo e le faccio "Ciao S! Allora?" Lei mi saluta con il suo solito gaio entusiasmo "... Va un po' meglio vedo... hai fatto bene a venire, così ti sfoghi un po'!" Sono raggiante nel vederla... come nella realtà non è tanto il suo aspetto fisico ad attrarmi quanto la sua presenza, così camminiamo fianco a fianco verso la sala dove si terrà lezione e come tante altre volte la mia paura di non riuscire a chiacchierare con lei viene dissolta nel nulla da una spontaneità sorprendente, tant'è che mi dimentico di avere Cenwyn al cellulare... anzi, di tanto in tanto un pensiero ce lo faccio, ma poi ricordo quanto è curiosa di gossip, la ragazza, e con una strizzata d'occhio mentale tengo il cellulare acceso, in modo che possa goderseli in tempo reale.
[...]



Qui c'è uno stacco... non so se si tratta dello stesso sogno o di un'altro con ambientazione simile


[...] Arrivo in palestra per la lezione di difesa personale, nuovamente il posto non è proprio la palestra di I. ma bensì un locale seminterrato di una antica villa o di un castello, di nuovo le pareti con i mattoni scuri a vista.
Questa volta l'ingresso porta in basso, con una breve scalinata in pietra, ed entro in un locale che sembra quello di una discoteca, ma fatto in mattoni: un grosso openspace diviso in zone quadrate ad altezze sfalsate tra di loro, ogni zona quadrata è divisa da un muricciolo altezza coscia e 4 colonne ad arcata, al centro di quello dove portano le scale dell'ingresso c'è un tavolino quadrato di quelli bassi e neri, da locale notturno.
Al tavolino è seduto M, l'istruttore, che vedendomi arrivare mi saluta con il suo solito "Buongiorno, ragazzo!", lo saluto sorridendo e mentre lo faccio noto che tra le persone in attesa di iniziare lezione c'è una ragazza che non avevo ancora mai visto: mulatta, fisico da urlo tipico da ballerina brasiliana, viso dolce leggermente ovale, occhioni neri. Rimango per qualche istante a bocca aperta, poi mi ravvedo e mi presento (non ricordo per nulla il suo nome). M ci incita ad andarci a cambiare e così faccio, scoprendo che a lei quel birbante di I, il proprietario della palestra, ha assegnato alla ragazza nuova il mio stesso spogliatoio... ci entro ed è praticamente uguale alla zona notte del mio appartamento, solo un poco più grosso: letto matrimoniale appoggiato al centro della parete di fronte, armadio doppio a sinistra del letto, armadio singolo alla destra, dove il resto della parete è preso da una porta-finestra di vetro dalla quale entra la luce, pareti grigioazzurre. Tra il letto e l'armadio c'è, in sogno, abbastanza spazio da far stare un grosso specchio ed una panchina con appendiabiti tipica degli spogliatoi. Ultima nota: il soffitto è bianco e dotato di botola (cosa che nella realtà non esiste).
Mentre poso il borsone sul letto e lo apro, tirando fuori gli indumenti da allenamento, lei si mette davanti allo specchio ed inizia a chiacchierare del più e del meno mentre si cambia... io dapprima faccio per distogliere lo sguardo, poi vedo che è completamente disinibita, quindi mi godo lo spettacolo... non credo di aver mai visto due seni così in tutta la mia vita... hem...
Comunque sia, parte del mio abbigliamento è nella borsa, parte è nel mio armadio, così mi ci avvicino, lo apro e inizio, parlando tra me e me, a scegliere la maglietta da utilizzare, alla fine ne prendo una sintetica rossa della Quechua.
Finito di cambiarci torniamo nella palestra, dove si sta tenendo un rinfresco a base di caffè e the bollenti in caraffe, biscotti e pasticcini. Mi avvicino ed inizio a gradire, M l'istruttore passa di fianco a me ed inizia a tirare battute come al suo solito, solo che questa volta ci va leggermente sul pungente... io rido e scherzo e ad un certo punto gli metto in leva il braccio con la tazzina, riuscendo a non versare il caffè, quando lo lascio andare mi guarda come per dire "Bravo!" e attacca con un'altra battuta, alla quale rispondo con un'altra leva, la cosa va avanti così fino a diventare una vera e propria lezione sull'applicazione pratica ed improvvisata delle leve, durante la quale mi sento particolarmente sciolto e capace, ne parlo con lui raccontandogli dello sfogo che mi sono concesso la sera prima (quello avvenuto realmente), e lui mi mette una mano sulla spalla dicendo "Bene, bravo! Era ora!" e mi sorride
[...]


Altro stacco, terzo sogno, anche se in parte continua gli altri due


[...] Esco all'aperto, l'edificio in cui ero è una piccola baita di montagna, le pareti esterne bianche e i tetti in ardesia scura, la forma della casetta è quella classica di due parallelepipedi leggermente sfalsati tra loro, e sorge su di un piccolo rialzo, alla destra del quale c'è un altipiano montano che confina con un lago dall'acqua cristallina e scura. Dall'altro lato della casa c'è una strada sterrata in ghiaia grigia.
Anche se è ancora giorno il cielo è di un blu talmente intenso da essere scuro, a destra verso la vallata vedo in lontananza un'alone di luci, che so provenire dalla città di Torino, improvvisamente mi rendo conto che proprio da quell'alone di luci si distendono, come dita, delle nuvole striate dal vento, sono biancogialle e da queste cadono lievi gocce di pioggia "Devono essere portate dal vento" penso "perchè le nubi non sono ancora su di me".
Mi incammino verso il pianoro al di sotto della baita e penso "che strano, il mondo esterno..." (qui intendevo il mondo "fuori dai sogni", con esterno, come se fossi abituato a passare la maggior parte del tempo nei mondi onirici).
Fatto sta che avevo appena finito un pic-nic/barbecue e nel pianoro c'è ancora una tavolata di legno da sparecchiare, alcune coperte da ritirare, ecc... e visto che si sta avvicinando il maltempo mi metto all'opera. In questo momento prendo consapevolezza che nella baita, al sicuro, c'è mia sorella che mi sta osservando, mi giro verso una delle finestre illuminate e, anche senza vederla le sorrido.
Ritiro la roba dai tavoli, riempio i cesti dell'immondizia e li chiudo, dopo di che mi accorgo che c'è ancora una coperta, un plaid per la precisione, che aspetta di essere raccolto. Mi ci avvicino, ma il vento lo fa correrre e rotolare dinnanzi a me, scatta quindi un piccolo e buffo inseguimento dove mi sfugge di continuo, fino ad andare a rotolare in uno stagnetto vicino ad un orto, solo per poi andarsi a rotolare nel fieno... infine riesco quasi a raggiungerlo e mentre allungo le mani per afferrarlo gli parlo, chiedendogli perchè sta facendo così e se posso fare qualcosa per farlo smettere. Ricordo che lo tratto come se fosse una parte del mio subconscio, uso le parole, il tono e l'intenzione che userei per parlare dentro di me, ad una parte sfuggente che ancora non conosco bene.
Pare funzionare! Parlandogli un po' si quieta e si lascia raccogliere e portare a casa...
[...]



Un'ultima nota: visto la scarsa qualità e quantità di sogni delle ultime notti, ho deciso di praticare, prima di addormentarmi, un semplicissimo esercizio suggerito dal libro "Lo yoga tibetano del sonno e del sogno": focalizzarsi, prima dell'addormentamento, sul 5° Chakra (quello della gola), immaginando un carattere tibetano del quale non ricordo assolutamente la forma, però a quanto pare ripetere l'esercizio portando l'attenzione lì e richiamando la sensazione che mi da la vista di quel carattere (quella sì la ricordo) funziona eccome. Devo ricordarmelo più sovente :cool:
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 31/03/2014, 7:55

Ieri sera vado a dormire alle 21:45, cotto come una pera da un finesettimana rilassante ed intenso allo stesso tempo.
Finalmente fa abbastanza caldo da poter lasciare le finestre aperte e l'arietta fresca di questa stupenda notte di fine Marzo mi ossigena la camera mentre dormo (l'ho già detto quanto mi piace dormire con le finestre aperte?)
Una leggera musica elettronica proveniente da un autoradio appalla mi accompagna mentre mi addormento, concentrato sul 4° chakra.

Ecco i sogni di questa notte:


[...] salgo le scale in pietra e mi ritrovo su di una balconata rettangolare sopraelevata rispetto ai giardini sottostanti. Disposto seguendo la lunghezza della balconata c'è un tavolo in pietra e, seduti sulle panchine che lo affiancano ci sono i giocatori della campagna GDR di A. Sono moltissimi! Mi chiedo come faccia ad arbitrare così tanti giocatori!
Io mi siedo schiena al muricciolo, in fondo al tavolo a sinistra, all'estremità opposta a quella dove si metterà A. ad arbitrare: sono venuto a vedere la partita, non mi interessa giocare, non ancora almeno.
Già devo vedere come reagiremo io ed A. uno alla presenza dell'altro, tutt'alpiù che nessuno l'ha avvertito che ci sarei stato io questa sera. Vedo i giocatori che tirano fuori schede, dadi e matite, mi prende un po' di nostaliga, non so neppure come gestirla... la lascio semplicemente stare lì. Poi vedo arrivare un gruppo di 4-5 persone... non ho il tempo di pensare "Ancora? Ma saremo già quasi una 20na!" che tra loro riconosco A. e' ringiovanito, ben curato, i capelli tagliati cortissimi ai lati e un po' più lunghi al centro, è un taglio che gli dona tantissimo, gli occhialini portati in maniera meno da "professore" gli conferiscono un tocco più sereno all'espressione. I nostri sguardi si sfiorano appena, accenno un saluto con la mano, lui risponde con un cenno del capo... un breve "Ciao" appena vocalizzato da entrambe le parti... dopo di che inizia a piazzare lo schermo, sistemare i manuali, le casse per la musica di sottofondo e insomma, a prepararsi per la partita. Dall'espressione e dalle movenze ha tutto sotto controllo, come al solito.
Poi chiede "Chi c'è in coda?" Vedo un po' di mani che si alzano, si gira verso uno di questi e gli fa "Si, giusto... tu sei il primo, vero?" L'altro, un ragazzotto un po' sovrappeso con lo sguardo tipicamente nerd annuisce, A. continua "Bene, fammi vedere la scheda?". La osserva con sguardo critico per qualche istante, poi dice "Ok, per me può andare, sei dentro".
Il ragazzotto sorride e si rimette a posto tutto contento... capisco in questo momento che in gioco ci saranno i soliti 5-7 giocatori e gli altri sono in attesa di entrare appena uno si ritira o gli muore il personaggio!
MI appoggio al tavolo, curioso di vedere come ha intenzione di gestire una cosa del genere
[...]



Secondo sogno:


[...]
Il mio sguardo passa sopra l'armata Imperiale di R. Come al solito è imponente e ben implotonata, sono caratteristiche tipiche dell'armata Imperiale di Warhammer Fantasy Battle ed R. le sa sfruttare molto bene.
I miei occhi cadono su due mortai che potrebbero minacciare seriamente le mie truppe di zombie e scheletri se non li sistemo il prima possibile.
Mentre il mio sguardo torna sulla mia, di armata, valuto se farli raggiungere da dei pipistrelli giganti o se bombardarli direttamente con le mie catapulte gettateschi.
Ora la visuale è completa e osservo il grosso tavolo da gioco rettangolare sul quale si fronteggiano le due armate... a giudicare dal numero di miniature deve essere almeno una battaglia da 3-4mila punti per parte!
Ok, ho deciso, uso le gettateschi! Prendere la decisione in un primo istante equivale a far partire il colpo della prima, che colpisce e distrugge il bersaglio.
Bene, rimane soltanto un mortaio a rompere le scatole: ora il controllo del gioco è più dettagliato ma la mia gettateschi è diventata un cannone corrotto e modificato magicamente dai Necromanti della mia armata!
Lo ruoto verso il mortaio, dichiaro l'alzo, stimo la gittata e rollo i dadi per determinare allungo e deviazione... bersaglio mancato! Ho stimato troppo corto, dannazione! Un tiro di dado sulla tabella delle anomalie segnala però che il cannone rotola nella direzione del colpo sparato per la metà della distanza coperta da quest'ultimo (?!?). Sposto così la mia arma...
Bene, non ho altre truppe che sparano, per cui la fase di tiro è terminata... Inizia la fase magica! Perfetto, giocando i nonmorti è una delle mie fasi preferite, non vedevo l'ora!
Dunque, ho un necromante vicino al cannone, potrei usare l'incantesimo "Danza Macabra di VanHel" per farlo sparare nuovamente, ma devo fare attenzione a consumare le riserve di dispersione magica di R. prima, se no me lo blocca di sicuro.
Considerato questo, dichiaro allora che il Vampiro Necrarca lancia un'evocazione maggiore di scheletri in mezzo alle truppe di R, in modo da minacciare i sui ranghi direttamente dall'interno delle sue formazioni. Detto fatto lancio l'incantesimo, che riesce! Lui prova a disperderlo, ma nulla... così evoco un nuovo reggimento di scheletri armati di picca e scudo nel bel mezzo delle sue fila, minacciando il fianco di un'unità di fanteria pesante! Lui è costretto a considerare se girare l'unità di picchieri verso il fianco della mia (in questo caso offrirebbe il fianco ai miei ghoul) oppure no... Proprio in questo momento il suo esercito non è più un'armata Imperiale, bensì un'orda devota alle potenze del Caos.
Mentre considera questo lancio la danza macabra sul mio pezzo di artiglieria (che cambia continuamente forma), ci riesco ottenendo due 9 con il lancio di due dadi da 6 (??!?), l'incantesimo riesce, ma visto il risultato doppio il necromante riceve un Backlash magico e subisce dei danni, nulla di preoccupante... visto che sto per fargli saltare in aria l'altro mortaio...

[...]



Terzo sogno, questa volta ad occhi aperti, appena sveglio:

[...]
Usciamo dalla sala del cinema, è stato un film bello e divertente, carico d'azione e ben girato, di quelli che piacciono al nostro gruppo!
E' fine Settembre, a mezzanotte si sta ancora bene all'aperto e, come è nostro solito, ci fermiamo fuori dalla sala a commentare il film mentre qualcuno si fuma la sua sigaretta. C'è il gruppo completo: io, R, F, I, M, D ed S... mentre chiacchieriamo guardo S, non riesco a toglierle gli occhi di dosso... mentre mi struggo dei miei sentimenti inespressi vedo che è vicina ad F, i due si scambiano una sigaretta, dopo di che si prendono per mano, si mettono braccio contro braccio e lei gli appoggia la testa sulla spalla...
La cosa mi colpisce come un pugno alla bocca dello stomaco... faccio fatica a respirare, sento le lacrime che stanno per riempirmi gli occhi ma le trattengo, non posso piangere, non qui, non adesso, non davanti a tutti... faccio un paio di passi indietro e mi appoggio alla transenna che blocca l'accesso delle macchine alla zona di uscita della sala, una fitta allo stomaco... FA MALE! Mi piego in due... R. ed I mi si avvicinano "Tutto bene, Luca?" Li allontano con una mano, devo respirare, ho bisogno di respirare.... mentre nella mia testa sento questa voce "Un'altra sconfitta... e come tutte le altre volte è solo colpa mia... un'altra sconfitta..."
[...]

Ok... sono decisamente stufo di questa storia... decsamente, stufo.
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 18/04/2014, 10:59

Questo è uno di quei "sogni ad occhi aperti" che l'inconscio mi fa vivere di tanto in tanto.
Mi è successo ieri, durante il viaggio di rientro dal cliente, stavo "Bilanciando" un nuovo modo di vedere i rapporti con le altre persone, spiegando
al mio sè istintivo il concetto che ognuno di noi è un'anima che vola libera nel cielo e che legare altre anime a noi non può che creare sofferenza
a noi stessi e agli altri, per cui è bene sciogliere ogni legame e imparare a vedere le persone libere di volarci vicino se vogliono.
Al termine del bilanciamento ho ricevuto un'immagine piuttosto forte:

[...] Sono in volo, indosso un'armatura nera, gotica ed aderente, il metallo sembra essere forgiato da una fluida ombra solida, nella quale si conficcano decine e decine di catene, fatte dello stesso materiale. Ogni catena mi vincola nella pesante armatura e parte da una figura demoniaca, sembrano angeli caduti, distorti dall'odio per la vita, Siamo tutti legati e vincolati, non c'è vera libertà, seppur siamo in volo.
A questo punto sento prendere forma il nuovo pensiero/punto di vista che ho "Bilanciato" con il Sè Istintivo: Mi rendo conto che le catene non si conficcano nella mia armatura, ma bensì PARTONO dalla mia armatura e vanno a chi mi circonda... con un semplice pensiero emano Luce dal 4° Chakra, una luce bianca che scioglie l'armatura e le catene, liberando me e le altre figure... in questo preciso istante mi rendo conto che il loro aspetto demoniaco era un'illusione data dal dolore che provavo e finalmente vedo... vedo le anime per quello che sono: uccelli, farfalle, fate, angeli che volano liberi attorno a me! Alcuni si allontanano, liberi, altri rimangono al mio fianco, altri ancora si avvicinano...
ho un'attimo di titubanza, mi risuona in mente una domanda: "Luca, questo porterà un forte cambiamento nella tua vita e nelle persone che ti stanno vicino, amicizie e relazioni cambieranno in maniera piuttosto forte!" Pondero per un istante il significato di quello che sta succedendo, dopo di che rispondo "Sì... lo accetto, è giusto che sia così. Ben venga"
Mi visualizzo volare con le braccia aperte, accogliendo il significato di tutto ciò sotto forma di luce che mi investe, sorrido radioso mentre mille e mille anime libere dalle svariate forme mi olano libere attorno, avvicinandosi ed allontanandosi.


Quando la "visione" finisce sto ancora guidando e l'autoradio sta suonando la mia canzone preferita: "Rainbow" di Elisa. E' un momento bellissimo, lo imprimo a fuoco nella mia anima, dopo di che lo lascio volare libero assieme a tutto il resto, sorrido... Ritrovo la voglia di fare cose che mi piacciono, di rilassarmi, di ridere, di organizzare.

Ieri sera vado a dormire sereno, Ecco il sogno che ricordo


[...] Siamo io ed altre persone in un cortile ciotolato, all'interno di una costruzione in pietra grigia (Castello? Monastero?).
Tre lati del cortile sono circondati da un porticato attraverso il quale si accede alla struttura principale, vedo le porte in legno scuro e pesante e le strette finestre munite di grata, tipiche dei tempi. Il terzo lato è una sorta di balconata che da sul paesello sottostante, un belvedere notevole.
I ricordi del sogno iniziano proprio con me seduto sul muricciolo della balconata, alla mia destra è seduta una ragazza bionda, capelli lunghi, snella, viso affilato. Stranamente non ricordo di preciso il colore degli occhi (nocciola?). Io sono seduto dando i 3/4 di schiena al belvedere, le gambe accavallate, leggermente girato verso di lei, stiamo tenendo un'amabile conversazione. Alla mia destra è seduta un'altra ragazza, mora, leggermente più in carne, altre due ragazze stanno in piedi attorno a noi, ascoltano con attenzione e partecipano alla chiacchierata.
Mi sento bene, in pace, a mio agio... a parte un piccolo nucleo di disagio che cresce dentro di me, come se prima o poi qualcosa dovesse andare storto.
Passa qualche istante e nel cortile entra il signorotto del castello: è A.M., un mio ex compagno di classe delle Medie, nel sogno è rappresentato come il ragazzo biondiccio promesso sposo alla protagonista di "Cappuccetto Rosso Sangue". A.M. attraversa il cortile con una falcata lunga e sicura, noncurante delle persone che gli si trovano davanti, le attraversa come una nave fende i flutti, è sicuro, diretto e punta nella mia direzione, non mi stacca gli occhi di dosso. Mi alzo e faccio un paio di passi avanti, pronto a riceverlo. Dovrei avere paura... ma in realtà sono ranquillo, c'è solo quel nucleo di disagio che pulsa, leggermente doloroso.
Mi si avvicina, inizia a parlarmi di qualcosa, non ricordo le parole, so che ce l'ha con il fatto che sono circondato dalla sua corte di donne e ragazze, non dovrei esserlo... a me risuona dapprima come un'accusa sensata, dopo di che la sensazione si scioglie e mi sento sicuro del fatto che non c'è nulla di male in quello che sto vivendo. Mentre realizzo le mie sensazioni lui continua a parlare, le ragazze ci circondano osservandoci, come in altri sogni alle parole corrispondono attacchi fisici, visto che le sue parole stanno cercando di affossarmi, il suo attacco fisico è una presa che cerca di mettermi in ginocchio.
Le mie parole rispondono in modo da girargli contro le sue affermazioni, la cosa viene rappresentata sul piano fisico dal fatto che uso una contro presa facendo leva sul suo collo e i suoi gomiti, ogni volta che lui cerca di affossarmi la sua spinta gli viene rigirata contro in modo che sia lui ad inginocchiarsi di fronte a me e non viceversa. Mi ricordo di avergli intimato di smettere ma ha continuato, fino a che non è sceso in ginocchio, sporcandosi. Nel sogno sporcarsi a terra è una cosa disdicevole per un nobile, per cui glie lo faccio assaporare appena per un paio di secondi, dopo di che mollo la presa e lo lascio rialzare.
Intanto le ragazze attorno a noi hanno fatto un paio di passi indietro, guardando scandalizzate il fatto che il loro signorotto si fosse sporcato. Lo guardo, dicendogli "Mi spiace... ma hai fatto da solo. La finiamo qui, se vuoi.", lui mi guarda per niente turbato, anzi con aria di sfida si toglie la giacca di cuoio rimanendo con il camiciotto di cotone bianco scuro e mi fa "Nessun problema, continuiamo pure" e mi aggredisce con un gancio destro molto sporco e piuttosto lento, lo intercetto avvinghiandolo nel mio sinistro, la mia destra finisce prima sulla sua faccia, poi ad intercettare la sua sinstra. Non c'è storia, lo scontro dura poco, gli sono superiore in tutto. Però non lo umilio, semplicemente gli faccio capire che non è saggio attaccarmi in quel modo, istintivamente cerco di portarlo alla ragione e di rendermi libero dalla sua pretesa autorità [...]



Uaho! Questo sogno ha un significato bello forte! A.M. era un mio grande amico alle medie, giocavamo assieme, eravamo sovente compagni di banco, ecc... un giorno ci siamo innamorati della stessa ragazza che era in classe nell'altra sezione. Ricordo che lei aveva un atteggiamento molto amichevole con tutti e due ma alla fine, grazie al fatto che mi sono tirato in dietro per paura di competere, è stato lui ad avere la meglio. Il colpo di grazia credo di averlo ricevuto una volta che io e A.M. stavamo chiacchierando di videogiochi, essendo uno dei miei argomenti preferiti stavo parlando a ruota libera, ad un certo punto si avvicina lei e ci fa "Ciao ragazzi, come va?", lui lesto di riflessi si gira verso di lei e risponde "Ciao L.! Meno male che ci sei tu, questo mi sta facendo una testa così con i suoi videogiochi del caxxo". Credo che se mi avessero pugnalato alle spalle mi avrebbero fatto meno male... Mi è crollato il mondo sotto i piedi, in quel momento... un'amicizia che credevo serena disgregata da poche parole, la mia faccia infangata dalle stesse parole ascoltate dalla ragazza per la quale avevo una cotta... il mio appena accennato senso di disagio nel dedicarmi ai videogioci anzichè al giocare all'aperto amplificato a dismisura e allo stesso tempo amplificato a dismisura anche il mio desiderio di chiudermi in me stesso per non dover più subire una tortura simile.
Bene, il sogno parla proprio di questo, del mio timore che un nuovo A.M. possa spuntare ogni volta che mi apro sentimentalmente. Beh, da quello che vedo credo che questo mese di tempesta emotiva, conclusosi con la catarsi degli ultimi due giorni abbia dato i suoi frutti: non solo non ho avuto paura di A.M. in sogno, ma neppure ho tentato di vendicarmi, di umiliarlo o di rendegli pan per focaccia. Semplicemente l'ho rimesso al suo posto, facendogli assaggiare cosa avrei potuto fare.
Bene, bene, bene! Anzi, MOLTO Bene!



Mi sono ricordato ora di un'altro sogno fatto sta notte, scrivo ciò che mi salta in mente:


[...]
Sono a casa mia, convinvo da poco con una ragazza (non ricordo chi fosse), la vedo di scorcio in bagno, snella, alta, capelli lunghi scuri.
Mentre sosto un'attimo al termine del corriodio verso l'ingresso della zona soggiorno/camera da letto, vedo un micino grigio sbucare dall'angolo e farmi un'agguato alla caviglia!
Sorrido, istintivamente... "Cavolo, ho una compagna e ho un gatto in casa" mi sorprendo a dire "Sono FELICE!!!!!"
[...]
I sogni sono il sussurro di un bambino che non ha ancora imparato a mentire.

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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 19/04/2014, 7:46

Ieri notte vado a dormire verso l'Una, dopo essere stato parecchio tempo a letto, aspettando di prender sonno leggiucchiavo qua e là cose su Internet.
Faceva parecchio fresco, per cui ho tenuto le finestre chiuse, un breve saluto ad un paio di amici e ho preso sonno.


[...] Sto parlando con qualcuno di Cap. America, non ricordo di preciso il discorso, so solo che ad un certo punto vedo dinnanzi a me le immagini del fumetto e queste iniziano a prendere forma.
E' un racconto triste, fatto di perdite, tradimenti... le immagini sono sì colorate, ma allo stesso tempo cupe, leggermente invecchiate da un sapiente effetto seppia.
Ad un certo punto lo vedo nel cortile al fondo di un vicolo, probabilmente sobborghi di una grande città, forse New York, sta parlando con delle persone, suoi familiari. La discussione però è animata, qualcuno prende in mano un bastone.. Cap. ha il cappuccio abbassato, si vede il volto di Steve Rogers, inizia una colluttazione alla quale lui non ha per nulla voglia di prendere parte, uno degli uomini lo tiene per le spalle, l'altro lo riempie di pugni in pancia dal davanti, un piccolo cane gli morde una gamba. Intanto l'amico con il quale sto chiacchierando mi fa "Vedi, quelli sono i suoi genitori e parenti... Cap. è sempre stato molto sfortunato con la famiglia"

[...] Salto nel sogno

Sono Cap. e sto camminando in mezzo alla gente, è una fiera, qualcosa che ha a che fare con le arti marziali, c'è una sorta di torneo al quale sto partecipando.
Mentre cammino incontro Batrock (il cattivone con il qule si scontra Cap. all'inizio del nuovo film), ci salutiamo e iniziamo a commentare i tabelloni con gli accoppiamenti degli scontri.
Sostanzialmente noi non ci scontreremo mai, scambiamo un paio di battute dispiaciute in proposito, poi inizio a sorridere, lo chiamo a venire con me e mi dirigo verso il palco
Lui mi fa "Che hai in mente, Cap?"
"Adesso vedrai" Gli rispondo "Sarà un combattimento grandioso" e mentre parlo mi sfilo gli abiti civili che coprono l'uniforme, il bianco-rosso-blu mi modella pettorali ed addominali
"Hai intenzione di sfidarmi!" esclama
"Sì, in pubblico... non possono negarcelo!"
Mentre cammino si intravede il palco, mi faccio largo tra la gente, assaporando il gusto di un combattimento con un avversario così formidabile :)

[...]

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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 20/04/2014, 7:08

Questa notte vado a dormire alle 2:40 dopo una serata passata con F appena rientrato dall'India: pizza, cinema e poi una birra, dove si è unita anche S.R.
MI corico nuovamente a finestre chiuse, dato il clima improbo, mi lascio addormentare chiedendo ad Alan di scendere dentro di me ed esplorare la mia Scintilla Creativa (un'idea che mi è venuta in mente ieri, guardando i lavori creativi di una persona), lui acconsente.
Mentre mi lascio addormentare nella mente mi si formano Ipnagogiche di un cammino, dapprima in mezzo ad un bosco, poi in una caverna, giù, giù, sempre più in profondità. Sono immagini flebili, appena appena delle impressioni, frammezzate dal volto di S.R. che mi parla, ma riesco a coglierle. In un paio di queste tento di "entrare" per trasformarle in sogno, ma scoppiano come bolle di sapone, così lascio che Alan scenda da solo. Mano a mano che le ipna proseguono sento aumentare il calore all'addome e mi sento sprofondare dentro me stesso, una sensazione molto simile a quella di un sogno Lucido fatto mesi fa.


[...] Gli unici ricordi di sogno che ho sono sprazzi di conversazione con S.R. ed F. al pub rielaborati, non ricordo gli argomenti, ma ricordo le emozioni e sensazioni: attrazione, leggero disagio, tensione. [...]


Alle 6:30 circa mi sveglio
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 27/04/2014, 12:37

Alcuni sprazzi di sogno di questa dormita domenicana dopo il primo risveglio.


[...] Sono all'ingresso di un edificio, è un alto condominio bianco, la strada asfaltata sulla quale sono in piedi è quella privata del gruppo di condomìni al quale appartiene (sembra moltissimo il condomìnio nel quale abitava mio cugino A. da ragazzino). La porta di ingresso è in ferro nero con le vetrate mandorlate (tipo quelle dei bagni) ed è aperta, sulla soglia c'è il mio ex suocero, diversi anni più giovane di come è ora, ha con se una valigia degli attrezzi e quella che sembra essere un misto tra una teca da appendere ed un porta documenti. Scambiamo due parole, non ricordo di preciso cosa ci diciamo, riguardo ad un lavoro da fare qualche piano più sopra. Dopo di che lui entra nell'edificio, c'è un piccolo ingresso buio, con una scala in cemento e marmo sulla destra, si incammina ed inizia a salire i gradini. Ricordo di essere rimasto lì fuori a guardarlo salire [...]



Secondo sogno


[...] E' Lunedì, sono in ufficio, il giorno dopo devo essere da un cliente importante con il quale abbiamo grossi problemi. C'è una riunione con me, alcuni colleghi coinvolti ed i due titolari, riunione parecchio informale a quanto pare, perchè sono seduto di traverso su di una scrivania, S. uno dei titolari è in piedi alla mia sinistra, appoggiato alla parete con le braccia conserte, mentre G l'altro titolare è seduto su di un'altra scrivania piegato in avanti verso di me. Alla mia sinistra, sulla scrivania, c'è il mio cellulare dual Simm.
G. inizia a parlare "[...] dobbiamo avere fiducia in te per questo intervento... ma anche se sei un bravo tecnico permettimi di dirti qualcosa che non mi piace di te."
Guarda il cellulare e continua "So che hai messo la Simm aziendale destinata al BlackBerry lì dentro e la usi come connessione dati, sai che non dovresti"
Inarco un sopracciglio e rispondo "Beh, in realtà è il contrario... uso la MIA connessione dati anche per leggere le E-Mail lavorative dal cellulare, tanto sono pochi Kb per volta, gli allegati se sono interessanti li scarico sul portatile!". La risposta sembra sorprenderlo e soddisfarlo.
Ora è S. a parlare "Luca, abbiamo bisogno che tu sia ancora più centrato in questo intervento" Guarda significativamente il cellulare "Quindi niente distrazioni!" Colgo il messaggio e annuisco con la testa.
[...]



Terzo sogno


[...] Sono in una stanza rettangolare, forse un salotto. Al centro c'è un grosso tavolo anchesso rettangolare con su una tovaglia di panno bianco. Al tavolo sono seduti diversi ragazzi e ragazze, tra i qualci Cenwyn ed Edivad. Ognuno di loro ha la scheda di un personaggio di Warhammer Fantasy Roleplay, dadi e matite. Io sono seduto di 3/4 dietro allo schermo, non gioco ma non sono neppure il Master: è la campagna di A. questa!
A. però tarda ad arrivare, i giocatori si spazientiscono e sapendomi esperto del gioco iniziano a farmi domande sulle possibilità di crescita dei loro PG, domande alle quali rispondo sì in maniera tecnica ma aggiungendo sempre che dipende molto da come interpretano il personaggio in gioco e dalle scelte che prendono: A, come me, ha l'abitudine di far giocare molto di ruolo questi aspetti, in modo da rendere veritiera e vissuta la crescita di ogni singolo Personaggio Giocante. Mentre spiego mi scatta la passione per l'arbitraggio, e fluentemente e naturalmente inzio ad improvvisare situazioni ipotetiche per i vari personaggi, in modo da far capire ai giocatori che cosa intendo, fondendole piano piano con la campagna vera e propria. So che dovrebbe farlo A. ma continua a non arrivare e comunque faccio ben attenzione a non toccare la storia principale ma permettendo semplicemente ai vari personaggi di vivere un po' di vita comune nell'ambientazione, tanto per mantenere caldo l' "essere nel personaggio" e costruire un po' di background di contorno.
Dopo un'ora abbondante arriva A, è stanchissimo, io interrompo il mio "arbitraggio", gli porgo le mie scuse (tutto è molto sereno, come ai vecchi tempi), lui mi fa "No no, tranquillo, anzi continua pure, sono proprio sfracco sta sera, non riuscirei a reggere." Poi si gira verso i giocatori "Stassera partitina tranquilla!" e sogghigna (nel gergo del nostro gruppo di gioco "partitina tranquilla" significa una partita che inizia come innocente innocente ma alla fine conduce i giocatori in situazioni a dir poco disastrose, solo che questi sono tutti giocatori nuovi e non lo sanno), sogghigno pure io e prendo ad arbitrare sta "partitina tranquilla" e lasciando libera la creatività improvvisativa di Alan mi dedico ad una delle mie attività preferite: fare il Narratore
[...]
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 01/05/2014, 10:19

Ieri giornata decisamente massacrante, ho aperto gli occhi su alcuni aspetti della mia vita, tra i quali un forte autosabotaggio e il fatto che sto seguendo, per alcuni versi, un cammino che poco si adatta a quello che sono.
Il dolore è giunto sia dagli eventi di ieri stesso che dalla presa di consapevolezza in sè. Vado al pub del mio amico e bevo un po' più del solito per sciogliere i nervi, dopo di che rientro a casa e mi butto a letto, in parte sereno, in parte devastato.
La porta del balcone è chiusa, niente ricircolo d'aria.
Vodafone Station e qualsiasi apparecchio elettronico spenti, le uniche luci sono quelle ambientali che provengono dall'esterno.


[...] Siamo io e i miei amici in un paesino di montagna. Ci sono M, F, R... e poi c'è S, per la quale continuo ad avere una discreta cotta, dalla quale sono però riuscito a rimuovere ogni dolore.
E' pomeriggio tardi, il sole ha già iniziato a tramontare dietro i monti, noi camminiamo lungo le vie ciotolate del paesello, le case che ci circondano sono in pietra grigia con i tetti spioventi, il cielo è blu intenso e tra gli squarci delle nubi si iniziano ad intravvedere le prime stelle. L'aria è fresca e frizzante, ci copriamo con degli abiti da mezza stagione pesanti.
Facciamo un giro del paesello e scopriamo che il centro ha un percorso ad anello allungato che parte dalla base del paesello, raggiunge il picco, dopo di che scende giù descrivendo un arco parallelo. Dopo il primo giro passiamo di fianco ad un negozio di Informatica nel quale entra M, posa lo zainetto nello scaffale dove gli avventori posano la loro roba e saluta il proprietario. MI giro verso S e le faccio: "Ma M lavora lì dentro?"
Lei mi guarda e mi fa: "Non ancora, per il momento entra lì e sta fino a che l'altro commesso non va a casa o è troppo impegnato, al che fa le sue veci. Il padrone lo conosce, sa che con i computer se la cava bene e lo lascia fare, ma non so se lo paghi o meno. M spera di essere assunto in questo modo, prima o poi". Sorridiamo mentre parla, non so perchè l'immagine che mi viene in mente è quella di un cuculo.
R. ed F. entrano nel negozio, faccio per seguirli ma vedo che S. rimane fuori, allora mi ricordo della conclusione non troppo felice tra S. ed F. e rimango fuori. Faccio cenno ad R che noi facciamo un paio di giri per tenerci in caldo, lui annuisce. Così mi trovo a passeggiare da solo con S, per il paese.
Chiacchieriamo un po' di M e del suo lavoro, poi passiamo davanti ad una locandina del cinema e pensiamo che la sera sarebbe carino andare tutti assieme a vedere uno di quei film, così ci mettiamo a discutere amabilmente su quale sarebbe più carino da vedere. Io opterei per un film comico, lei per un film dark e d'azione che promette di essere un po' drammatico. Sarebbe anche il mio genere, ma quella sera non so se ne ho voglia... così la chiacchierata continua per un po', alla fine conveniamo che si decide tutti assieme e maggioranza vince.
Passeggiare con S a fianco è più che mai piacevole ora che sono riuscito a mettermi il cuore in pace sul fatto che non c'è storia ma senza soffocare ciò che provo per lei, penso al fatto che sia una delle mie più belle vittorie personali: siamo a nostro agio come due amici di vecchissima data.
Percorriamo un paio di volte l'anello, poi visto che gli altri sono ancora nel negozio entro a salutarli, S rimane fuori. Chiudo la porta e li vedo che chiacchierano di videogames con il titolare, mi unisco alla chiacchierata e passano svariati minuti. Dopo diverso tempo mi ricordo di S, apro la porta e sbircio fuori, lei è lì, in piedi in mezzo alla strada che si fuma una sigaretta, tranquilla. Prima di unirmi nuovamente a lei gli altri mi dicono che tra una mezzoretta ci saremmo incontrati al pub, faccio cenno di si con il pollice ed esco.
Continua così la passeggiata/chiacchierata con S e passata la mezzora ci troviamo al Pub: è un locale in mattoni scuri, con un dehor leggermente più basso del piano della strada, raggiungibile da una piccola scalinata.
Nonostante l'interno sia più caldo decidiamo che fuori è molto più carino, così ci sediamo sotto il porticato ad un grosso tavolo di legno scuro, ordiniamo birre e cibanze tipiche da Pub.
S. inizia a parlare del film da andare a vedere dopo cena, ma appena apre bocca F si alza e va in bagno, scuro in volto. R si alza e lo accompagna, ben poco disteso pure lui. MI rendo conto che il gruppo si sta sfaldando... e non sto facendo nulla... al tavolo rimaniamo io, S. ed M. Lui è preso a mangiare la sua porzione, io a riflettere... dopo alcuni minuti S esclama, un po' stizzita: "Certo che qui se non ci siete tu od F a decidere non si fa mai nulla!". La guardo, solo in parte consapevole di quanto ha appena detto... [...]


Mi sveglio
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 02/05/2014, 9:16

Ieri giornata di prese di consapevolezza, sto iniziando a rialaborare molto velocemente le batoste e a farne qualcosa di utile. Bene, molto bene!
Vado a dormire verso la mezza dopo una chiacchierata costruttiva con Cenwyn sui blocchi creativi (Grazie Cen! : Love : ), tocco il cuscino e mi addormento.

So di aver fatto una valangata di sogni: la mente mi frullava nel momento in cui mi sono addormentato e non ha staccato un secondo fino al risveglio.

Ecco ciò che ricordo stamane:


[...] Sto parlando con M., ha appena visto il film "Predators" di Rodriguez, mi racconta in parte entusiasta di come gli sia piaciuto, in parte deluso dal fatto che l'atmosfera fosse leggermente diversa da quella del film originale. Metre ne parliamo vedo scorrere le immagini del film.
Appena M. stacca un attimo di parlare gli faccio: "Bene, quindi hai capito da che videogame si è ispirato Rodriguez per la trama portante?".
Lui mi guarda stranito, ci pensa un po', poi mi guarda con fare interrogativo : Surprice :
"Ma daii! Proprio tu!" Mentre parlo faccio un rollback dei ricordi del film fino alla parte iniziale, ricordi che vengono visualizzati nel sogno, come se stessi rivedendo il film: Foresta tropicale, telecamera a filo delle fronde degli alberi, cielo azzurro leggermente strisciato di nubi sfilacciate, acluni container che vengono paracadutati in mezzo agli alberi.
Stacco di scena, i container a terra che si aprono, ne escono umani ed alieni, armati di tutto punto
Stacco di scena, si apre la caccia, con i Predator che iniziano a braccare le prede con tecniche e strumenti che li contraddistinguono così tanto.
Un po' è come se anche M. rivedesse i miei ricordi, un po' è come se glie li stessi raccontando a voce, dopo di che punto l'indice sul tavolo al quale mi rendo conto siamo seduti, l'azione ha l'effetto desiderato: ha tutta l'attenzione su di me.
"Quake III, Arena!" Gli faccio "I migliori guerrieri dell'universo vengono rapiti e portati in un'Arena a combattere", ammicco ;)
Lui sorride :)

[...]
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 03/05/2014, 10:36

Ecco ciò che ricordo dei sogni di questa notte:


[...] E' Lunedì sera 5 Maggio, rientro da un intervento di lavoro da un cliente, passo da casa, congtrollo il calendario Aziendale e vedo che Martedì sono da un altro cliente ancora.
Caxxo! Avrei dovuto dormire fuori, e poi ho delle cose urgentissime da finire in ufficio, se continuano a mandarmi in giro come faccio?
Proprio in quel momento mi chiama G, il mio titolare, si fa dare il punto della situazione, gli spiego la cosa e lui sembra essere sorpreso quanto me.
La scena si sposta in Ufficio, sono alla mia scrivania, di fronte ho quella di G che sta telefonando al commerciale della zona dove avrei dovuto essere, spiegandogli che l'intervento del giorno dopo non si può fare.
Il sogno cambia di nuovo, sono a casa dei miei e si è scassata la macchina aziendale, devo comunque andare a lavorare, così prendo il pullman di linea che va a Fossano, ma proprio nel senso che lo guido io, con tanto di autorizzazione da parte della ditta. Guido il pullman di linea per la Salmour-Fossano e quando arrivo entro al cimitero, percorro le tortuose stradine di ghiaia in discesa e lo parcheggio al primo spiazzo che incontro, scaricando le persone che devono andare al mercato (Ricordavo, in sogno, che le persone che vanno al mercato scendono al cimitero). Mentre scendo dal pullman mi viene in mente che ho dimenticato di passare per una delle vie di Salmour, probabilmente ci sarà della gente che si lamenta oggi... vabbè, ormai è fatta.
Scendo dal pullman ed entro in ufficio
[...]


Secondo sogno


[...] Sto probabilmente arbitrando una partita di GDR ambientata in una grossa villa bianca in cima ad una piccola collina, simile a quella del primo Resident Evil ma sviluppata su più piani anche in alto. Non ricordo molti dettagli, so soltanto che sono sia il Master che uno dei Giocatori. Ad un certo punto il party trova un mazzo di chiavi (sono le chiavi di casa mia) e inizia ad usarle per aprire le porte delle varie zone della villa. Ogni chiave, ogni zona sbloccata è una diversa sotto avventura nei meandri della villa, le ambientazioni sono leggermente diverse di volta in volta, si va dall'horror al pulp al noir, comunque ambientazioni cupe, nonostante i colori delle pareti e del mobilio siano vividi e luminosi.
Ad un certo punto, in una delle prime sottoavventure viene sbloccato un mostro fatto d'ombra: è un demone umanoide incrociato con uno scorpione, per fortuna non molto veloce, perchè è letteralmente immortale e gli basta un tocco per uccidere. In questo momento mi rendo conto che il party è composto, tra gli altri, da Cenwyn, Raven e me.
Al primo incontro con il mostro proviamo un pai di trucchetti per seccarlo ma non funziona, allora iniziamo a scappare per i corridoi riuscendo finalmente a seminarlo in un labirinto di porte chiuse, non è proprio intrappolato, è semplicemente perso, il rischio di ritrovarselo tra i piedi è elevatissimo, ma procediamo comunque per l'avventura.
C'è un piccolo stacco dove io, come Master, sto parlando con dei professori, deve essere un'università di GDR o simili. Dalla chiacchierata capisco che mi vedono bene, ma da poco, è come se fossi appena uscito da un forte periodo di negligenza all'università e che i rapporti tra me e quei prof si stiano solo iniziando a distendere, lo percepisco da come sono finto nel mio essere rilassato con loro, quello scherzoso un po' forzato che hanno due ex fidanzati che hanno fatto pace senza tornare assieme e vogliono far vedere a tutti i costi agli amici che sono in grado di passare una serata con il vecchio gruppo senza schivarsi. Mentre parlo con i prof, i personaggi giocanti arrivano nella zona del cortile della villa dove ci siamo io ed i prof a chiacchierare, in mano ho il mazzo di chiavi, dove ci sono segnate quelle ancora non utilizzate. Lo alzo al cielo e lo faccio tintinnare contento, mostrandolo a Cenwyn e Raven con orgoglio, salgo su di una bicicletta e faccio "Tutte avventure ancora da scoprire!", rivolto alle chiavi non ancora utilizzate.
La scena si sposta in un corridoio, dove sentiamo arrivare i passi del mostro, è la terza volta che lo incontriamo e seminiamo, questo giro però il corridoio è stretto!
Allora Raven si trasforma in una scolopendra fatta d'ombra, è la creatura più potente nella quale si può trsasformare... ha più di mille zampe affilate come rasoi e ne può muovere fino a tre in un secondo... ma capisce che allo stesso tempo non è sufficientemente potente per fermarlo. All'altro capo del corridoio io mi trasformo in una tigre completamente nera, feroce ed agguerrita, consepevole del fatto che probabilmente anche assieme non riusciremo a fermarlo...
sentiamo i passi che arrivano, è oltre la porta, la apre sfondandola... ruggisco... di terrore, basta un solo sguardo per capire che anche trasformati così non bastiamo, scappiamo a gambe levate, zigzagando come al solito nei corridoi, sperando di seminarlo nuovamente...
Ultima modifica di ErikBauer il 05/05/2014, 10:50, modificato 1 volta in totale.
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