Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni non lucidi > Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 25/03/2015, 7:39

Ieri vado a dormire piuttosto presto, non erano ancora le 22.

Ecco ciò che ricordo dei sogni fatti:


[...] Sono in ufficio. I colleghi sono gli stessi dell'Ex-Lavoro: C'è V, la segretaria contabile, riconosco S che è uno dei due titolari, c'è F la centralinista, Riconosco anche DM, GL e PB.
L'atmosfera però è diversa, come se si facesse un lavoro totalmente differente. E' diversa anche la disposizione delle stanze, nononstante alcune siano molto simili a quelle vere.
Comunque sia, S ha invitato un importante rappresentante di un'azienda molto grossa, che potrebbe essere nostro futuro cliente. Fatto sta che mi devo occupare io di accoglierlo e di capire se può essere un cliente adatto a noi, S però ha in mente qualcosa di strano, lo capisco dal suo atteggiamento e dal fatto che palesemente non mi spiega tutto.
Quando arriva questo tipo, un piccoletto tarchiato con pizzetto e capelli corti, sguardo acuto e intelligente, soprabito crema, capisco al volo che è uno tosto, nonostante i modi apparentemente nervosi e distratti.
Lo faccio entrare e lo porto in sala riunioni, V mi dice di farlo attendere mentre mi lascia dei documenti che deve firmare. Guardo l'intestazione e vedo che non corrisponde alla ditta per cui lavora il tipo ma ad un'altra, lo indico a V e lei mi fa "E beh, e tu non farglielo leggere, no?"
Ok, decisamente c'è qualcosa sotto... Mi si contorce l'intestino al solo pensiero, ma ormai sono dentro alla cosa e non saprei come tirarmi indietro... lo stampato che mi ha dato V è molto simile ad un rendiconto bancario, di quelli che arrivano per posta, con tanto di busta già aperta, per cui non dovrebbe essere difficile per me mettergli in mostra soltanto la parte da firmare, in un attimo di stanchezza, in modo che non si accorga del resto.
Prendo un bel respiro e vado in sala riunioni. Il sogno va in Fast-Forward saltando bellemente gli argomenti della riunione, so solo che la interrompiamo quando sono ormai tutti in pausa pranzo, S (che doveva andare a pranzo col cliente) compreso. Io di andare a pranzo con sto tipo non c'ho proprio voglia e per fortuna, come se mi avesse letto nella mente, mi chiede se può andare a mangiare da solo, che deve fare alcune telefonate di lavoro private.
Gli indico il bar sotto l'ufficio che fa un'ottima tavola calda, lo accompagno nel corridoio a prendersi il soprabito e ci salutiamo.
Poco dopo la sua uscita finisce la nostra pausa pranzo e tutti iniziano a rientrare, quando arriva S mi chiede di aggiornarlo su come sta andando, ancora agitato per il suo evidente truischino del quale non capisco la natura e la necessità. Comunque sia pare turbato anche dal fatto che l'ho lasciato andare a mangiare da solo, lo rassicuro sul fatto che ha insistito il cliente stesso e me ne torno in sala riunioni, sperando di poter staccare la testa almeno una mezzoretta.
Al rientro del tipo c'è un altro Fast-Forward fino al momento in cui deve firmare i documenti: è ormai sera tardi, ben oltre l'orario lavorativo e se ne stanno andando tutti, rimangono solo più S e V.
Qui mi spiazza completamente dicendomi che ha variato alcuni dati aziendali rispetto alla documentazione che ci ha mandato via mail, e che ha già preparato una sua copia dei documenti da firmare, pronta ad essere stampata. Non so come riesco a gestire la sorpresa e lo porto verso una postazione, lui scarica il PDF dalla chiavetta e lo stampa, come solo in un sogno può succedere ne esce una documentazione del tutto simile a quella che abbiamo presentato noi, con tanto di busta già aperta :D
Lui la dispiega ed inizia a leggerla confrontandola con la nostra... inizio ad avere paura... lui fa "Beh, certo che erano proprio diversi i dati! Meno male che l'ho ristampato eh!", e firma la sua copia.
Dopo di che o solo qualche flash di S che riceve la copia firmata dal cliente e, lo riconosco dall'espressione del viso, cerca un modo per rigirare i fatti...
[...]


Mi sveglio, sono le 5:30... decido di tentarte una WBTB, leggo un'altro po' di libro, poi mi rimetto a dormire, dopo pochi istanti arrivano delle ipna di un gatto che gioca, talmente buffo che scoppio a ridere, nonostante questo le immagini continuano ancora per qualche decina di secondi, poi smettono. Ma oramai sono troppo sveglio per tentare di riaddormentarmi.
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda Mitologica » 25/03/2015, 9:34

ErikBauer ha scritto:Ieri vado a dormire piuttosto presto, non erano ancora le 22.



Mi sveglio, sono le 5:30... decido di tentarte una WBTB, leggo un'altro po' di libro, poi mi rimetto a dormire, dopo pochi istanti arrivano delle ipna di un gatto che gioca, talmente buffo che scoppio a ridere, nonostante questo le immagini continuano ancora per qualche decina di secondi, poi smettono. Ma oramai sono troppo sveglio per tentare di riaddormentarmi.


Saranno i gatti a manipolare le nostre menti? :shock:
: Smile :

Quanti dettagli! bravo!
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 25/03/2015, 13:05

Già stanno dominando il mondo e noi fatichiamo ad accorgercene :D

PS: Grazie, mi piacciono i dettagli, credo che trascriverli renda più ricca l'esperienza del sogno e aiuti a ricordare meglio i successivi :)
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 26/03/2015, 8:43

Giornate particolari, queste. Come se un'incendio ardesse dentro e facesse piazza pulita di tutto quanto. Inizio a capire come sia nato il mito della fenice...

Comunque sia, ieri vado a dormire, piuttosto stanco, verso la mezza, chiedendo al subconscio di darmi dei segnali, in sogno, di quello che sta succedendo dentro di me, di cosa devo farne.
Ecco ciò che ricordo dei sogni fatti:


[...] Scendo dall'autobus assieme agli altri ragazzi, siamo in un grosso piazzale asfaltato, davanti a noi un padiglione che assomiglia ad un incrocio tra il Palazzo del Lavoro di Torino e il padiglione di Lingotto Fiere dove hanno tenuto il Festival dell'Oriente (sempre a Torino). Il cielo è color acciaio, la luce soffusa di una pallida alba illumina i sobborghi della città, fa fresco, pare una giornata di Marzo, o di Ottobre.
La sensazione di esserci è strana, è come se per un attimo la mia coscienza attuale avesse fatto cambio di posto con i ricordi e mi trovassi quarantenne a rivivere emozioni, sensazioni, paure e pensieri di un ventenne, come se fossi uno spettatore rinchiuso nell'involucro del vecchio Luca.
Ci stiamo incamminando, zaini in spalla, verso il grosso e grigio edificio, è il primo giorno dell'anno scolastico, la sensazione è quella di frequentare qualcosa a metà strada tra le superiori e l'università
Entriamo all'interno e ci accoglie un ampio OpenSpace, alcune strutture simili a stand da fiera delimitano delle aule, altre sono riconoscibili da semplici segni tracciati per terra, come se un architetto ne avesse tracciato la piantina in scala 1:1 con dello spesso nastro adesivo bianco. Altre invece sono vere e proprie stanze in cartongesso grigio che sorgono, così, come funghi, in mezzo all'openspace.
Mentre attraversiamo l'edificio sentiamo suonare il campanello, siamo appena in tempo per l'inizio della lezione, e io ho un'improvvisa voglia di andare in bagno!
Ne cerco rapidamente uno con lo sguardo ma mi rendo conto che così facendo perdo di vista i miei compagni di classe, che sanno dove andare, mentre io non ho la minima idea di dove sia la nostra aula!
Decido quindi di seguirli, buttando nervosamente lo sguardo di qua e di la in cerca di un WC che sia uno. Dopo poche decine di mentri li vedo entrare in una delle aule in cartongesso, nella speranza di trovare dei bagni lì vicino devio dall'ingresso e le faccio il giro in torno, scopro che sul retro c'è un'altra aula del tutto identica, quindi prolungo il giro, ormai non posso più perdermi... così facendo passo in mezzo ad un paio di aule tracciate con il nastro adesivo dove sta già iniziando lezione. Ammonendomi di fare più attenzione chiedo scusa e sgattaiolo via, ormai rassegnato a tenere fino all'intervallo mi dirigo verso l'ingresso della mia aula.
Appena entro vedo i miei compagni che stanno finendo di sistemarsi ai banchi, ora che li vedo bene riconosco gli stessi compagni di classe dell'ITIS e vedo che l'unico banco rimasto libero è l'ultimo a destra, nella terza fila, vicino ad AF. Sospiro, anche se poteva andarmi peggio, entro in classe e mentre mi dirigo verso il banco vedo che il professore è già entrato e sta posando la sua borsa e alcuni raccoglitori sulla cattedria.
E' un tipo snello, veste un tight di velluto beige tendente al verde, capelli castano chiaro quasi biondo e nonostante una soffice barba incolta dello stesso colore, pare piuttosto giovane. Mi osserva con i suoi occhi nocciola seguendomi fino a che non mi siedo, dopo di che mi sorride salutandomi: "Buongiorno, ben arrivato!"
"'giorno prof!" mi sento rispondere, agitato, sentendomi parecchio imbecille.
Chiedo ad AF che materia insegna e lui in tutta risposta mi indica il libro di testo dalla copertina rossa che ha appoggiato sul banco "Geografia"
Sospiro, poteva andare peggio.
Il professore inizia la spiegazione, proiettando delle immagini sulla lavagna che, nonostante sia nera, funge perfettamente da schermo. L'argomento sembra il medioriente e, nello specifico, il deserdo del Qatar.
Parla in maniera fluida, veloce, la voce è morbida e fa piacere ascoltarla... e io vado nel panico perchè non ho nulla per prendere appunti!
Cerco disperato se ci sono dei fogli ed una penna nel ripiano sotto al banco... ma nulla, non trovo nulla.
AF e un altro paio di compagni mi apostrofano chiedendomi che diamine sto facendo, il brusio attira l'attenzione del prof che interrompe la spiegazione, si gira verso di me e inarca un sopracciglio, con sguardo più curioso che severo.
Proprio in quell'istante sento le bretelle dello zaino pesarmi sulle spalle, non so se prendermi a facepalm o se scoppiare a ridere... nell'indecisione rimango per un attimo basito sul posto con una faccia del tipo : Surprice : Il prof mi fissa per un paio di secondi, poi scuote leggermente la testa come a dire "Tutto bene?", io sorrido come un ebete ed impacciato mi toglo lo zaino dalle spalle, prendo il quaderno degli appunti ed inizio a scrivere.
Da li in anvanti la lezione scorre fluida, il prof ha la simpatica abitudine di camminare in mezzo a noi mentre spiega. Dico simpatica perchè lo fa in maniera amichevole, per spezzare quella barriera professore/allievo che si crea quando il primo rimane come uno stoccafisso dall'altra parte della cattedra. Fatto sta che l'atmosfera si alleggerisce, tant'è che succede:
mi cade una penna per terra, mi chino a raccoglierla, e dalla fila dietro di me inizia lo sfottò.
Rassegnato accuso il colpo, sento il mio corpo che si fa piccolo, nel tentativo di sparire, fino a che la calda voce del professore arriva come un raggio di sole in una giornata di nebbia "Certo che lei non vivrebbe a lungo nelle tribù che abitavano il deserto del Qatar, lì non erano ammesse certe stronzate". Lo osservo, si sta rivolgendo a B, il ragazzo che mi ha sfottuto. Non ha lo sguardo severo, è più che altro divertito, come se fosse talmente superiore a queste cose da non aver bisogno di scaldarsi per ammonirlo, dopo di che mi guarda, nei suoi occhi scorgo una domanda "Tutto bene?", sento un piacevole calore che mi scorre dentro, il corpo si erge nuovamente, fiero. Decido di rispondere a voce "Si si, tutto bene, prof. Non si preoccupi di B, lui è un uomo piuttosto viscerale", con sottile riferimento al fatto che spara stronzate.
C'è un attimo di silenzio, dopo di che con mia somma meraviglia praticamente tutti i compagni di classe scoppiano a ridere, ma non una risata di sfottò nei miei confronti o in quelli di B, bensì una risata divertita per la sottigliezza della battua. Rido anche io, rido di gusto, la risata collettiva è talmente coinvolgente e sincera che ride anche il prof, i siuoi occhi castani non si staccano da me, per un attimo ho la sensazione di guardarmi allo specchio...
[...]


Sogno ricco di particolari e di significati... bene, credo proprio che la richiesta abbia trovato risposta...
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 27/03/2015, 8:15

Ieri vado a dormire prestissimo, probabilmente non erano neppure le 21:30

Ecco ciò che ricordo dei sogni fatti:


[...] Sono in aula e il prof, che a tratti è uomo, a tratti donna, ci sta spiegando l'esame che stiamo per dare.
Sta cosa del prof uomo/donna è particolare, perchè è come la stessa persona, dai lineamenti leggermente androgini, fosse a seconda delle parole, delle frasi o della scena, un uomo (con alcune caratteristiche di mio padre, di alcuni miei datori di lavoro e di alcuni miei professori) oppure una donna (con alcune caratteristiche di mia madre, di alcune mie compagne, di alcune mie professoresse).
In classe siamo Io, Y, FFO, Mia sorella, alcuni ex colleghi e compagni di classe. Nonostante il buon numero so che siamo in pochi.
L'aula assomiglia parecchio a quella del film Twilight dove Edward Cullen e Bella Swan si sono conosciuti, ed è adibita per una metà ad aula vera e propria e per l'altra a laboratorio di scienze.
L'esame che ci viene spiegato è di quelli "progressivi", cioè a partire dalla prima fino all'ultima domanda è un esercizio unico, guidato passo passo dalle domande stesse, in modo da simulare una piccola ricerca di laboratorio. Le domande fondamentali per passare l'esame sono le prime 4, le successive sono delle sorte di bonus che permettono di ottenere degli omaggi a fine test.
Finita la spiegazione ci sparpagliamo per l'aula in modo da non poter copiare e apriamo i fogli protocollo dove ci sono scritte le domande. Io mi siedo circa a metà dell'aula, spalle alla lavagna, sul lato delle finestre.
Non appena apro i fogli e li sistemo sui banchi in modo da avere una chiara visione d'insieme delle domande, alla mia destra si siede un Orco a fare merenda. E' simpatico e tutto, ma decisamente ingombrante e per rimarcare questo fatto dopo essersi seduto si sposta di un paio di passi (e i suoi sono grandi) nella mia direzione, rubandomi spazio vitale e concentrazione.
Lo guardo di sottecchi e gli chiedo con fermezza ma gentilezza di lasciarmi spazio, che sto dando un esame. Lui in quel momento stava addentando un grosso tramezzino, finisce di staccarne il boccone e, masticando lentamente, si gira verso di me, mi osserva con i suoi occhioni neri, fa una faccia dispiaciuta e un po' imbarazzato si allontana, lasciandomi nuovamente spazio.
Sorrido, ma penso tra me e me che questa cosa dell'Orco mi ha fatto perdere tempo prezioso, comunque sia mi butto sulle domande dell'esame.
L'argomento è qualcosa sulle scienze applicate e le domande sono piene di trabocchetti e frasi da interpretare nella maniera corretta per non essere fuorviati nella soluzione. Insomma, un esame tosto, ma comunque piuttosto fattibile.
Non ho memoria dello svolgimento, i ricordi passano direttamente alla consegna, dove il/la prof raccoglie i fogli protocollo e inizia a correggerli davanti a noi. Per farlo gli basta sfogliare le pagine con le risposte, e a colpo d'occhio valutarne la bontà, ci mette circa 5 minuti.
L'esame l'abbiamo passato praticamente tutti, a pieni voti, quando ce lo annuncia esultiamo, felici! In questo momento mi accorgo che con noi c'è anche SR, ci abbracciamo per un attimo festosi, poi torniamo a dare attenzione al/la prof: ci deve ancora dare i risultati delle domande bonus!
Prima di farlo apre un armadietto che si rivela essere pieno di dolcetti al forno fatti in casa, sono ancora nelle loro formine di silicone e hanno un profumo delizioso.
"Per ogni risposta bonus corretta verrà dato in premio uno di questi" ci dice "Anche se sono convinto che me li mangerò tutti io!"
Detto fatto inizia a leggere le nostre risposte alle domande bonus, risposte che una volta interpretate dal suo punto di vista sono talmente ridicole che la lezione si trasforma in una sorta di cabarret dove ridiamo e scherziamo tutti quanti e il prof si ingozza di dolcetti.
L'ultimo se lo mangia uscendo dall'aula con fare birichino, come se fosse un bimbo che ha appena commesso una marachella
[...]



Secondo sogno:


[...]
Siamo al ristorante io, un ex collega (DM, se non ricordo male) e G, uno dei due ex titolari, quello severo). Rientrati da poco dalle vacanze siamo in viaggio serale per andare da un cliente piuttosto lontano.
Il ristorante è particolarmente buono e G ha davanti a se una gustosissima e vistosissima bistecca fatta andare con crema di porcini, crema nella quale ci sono ancora dei pezzettoni.
Il piatto è talmente spettacolare che DM decide di tirare fuori il cellulare e fotografarla, al che G si mette a fare una faccia buffa dietro l'altra, come se fosse un cabarettista.
Io, che sono seduto di fronte a loro guardo ad occhi sgranati la scena, poi penso che sicuramente anche lui è un essere umano, non può essere sempre severo, e che sicuramente il fatto di essere appena rientrati dalle vacanze aiuta il buonumore
[...]



Terzo sogno

[...]
Lavoro nella sala di controllo scurezza di un hotel di lusso. All'interno di quell'Hotel si sta svolgendo una ricca festa in maschera con tema l'Impero Romano. Il nostro compito è quello di vegliare sulle telecamere di sicurezza ed accertarci che non scuceda nulla di male durante la festa. Fatto sta che è una giornata particolarmente pallosa e ci stiamo annoiando di brutto.
Ad un certo punto un mio collega mi mostra un video "Guarda qua!" mi dice.
Mi giro e la ripresa mostra la parte finale del corridoio che da sul guardaroba e sulle scale che portano ai piani di sopra. Di fronte alle scale c'è la porta che da sulla sala dove si tiene la festa in maschera.
Nella scena c'è un tipo grosso e grasso vestito da senatore romano che parla con una donna piuttosto succinta vestita da patrizia romana, l'uomo pare piuttosto alticcio e ha in mano una coscia di pollo che un po' sgranocchia e un po' gesticola mentre parla. Dopo alcuni secondi dalla porta passano quattro tizi vestiti da galli (paino Asterix, Obelix e compagni), il senatore si gira c'è un rapidissimo scambio di parole dove i galli chiedono al senatore se in quel corridoio ci sono i servizi (lo si capisce dal labiale che visto il mestiere sono addestrato a leggere), il senatore sgrana gli occhi, come fa ogni ubriaco quando gli viene rivolta una domanda, dopo di che borbotta qualche parola incomprensibile indicando chiaramente la porta (i bagni in effetti sono dalla parte opposta della sala), i galli fanno una faccia dispiaciuta e, come sono entrati, se ne escono.
La scena è talmente normale ed inutile che sto per chiedere al mio collega se mi sta pigliando per il culo quando lui alza una mano e fa "Aspetta, guardala così"
Preme un pulsante e si vede la parte iniziale della scena di sopra, con il senatore che parla con la tipa e i galli che mettono piede nel corridoio, compare un sottotitolo "Ciceronia", sorrido.
Poi la scena continua, con il senatore che gesticola la coscia di pollo davanti ai galli e questi se ne escono, abbacchiati, compare un altro sottotitolo "Andatevene, esseri barbarici!".
Dapprima rimango in silenzio... e ci rimango per svariati secondi, poi sento crescere dentro di me una grandissima voglia di ridere, scoppio in una risata fragorosa e non riesco più a smettere, la risata contagia anche il mio collega, tant'è che inizia a mettere e rimettere la scena con i sottotitoli e ad ogni visione ridiamo sempre di più.
[...]
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 29/03/2015, 21:51

Riporto qui l'unico sprazzo di sogno che mi ricordo da Sabato Notte, nel mezzo di uno stage di meditazione sul Ponte tra 2° - 3° - 4° Chakra


[...] Un verde prato primaverile, cielo azzurro, sole giallo a 3/4 dall'orizzonte, sono in piedi all'ombra di un pesco in fiore e sto parlando con un PO del quale non ricordo le fattezze, so solo che è rivestito come di una maschera d'ombra (come i veli che si sovrappongono al viso durante la meditazione degli specchi). Non ricordo una singola parola di ciò che ci siamo detti, neppure i concetti e le emozioni provate. So soltanto che si tratta di una chiacchierata intensa e profonda.
[...]

Al risveglio prendo consapevolezza di due cose: la prima è che il PO era una parte importante del mio Io, la seconda è che il tema della discussione aveva a che fare con le domande fondamentali della vita.
Subito dopo mi sono arrivate alcune consapevolezze su quanto successo nella giornata appena passata, consapevolezze che il giorno dopo mi hanno aiutato ad aprire gli occhi su alcuni temi molto importanti dell'esistenza stessa. : Love 2 :
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 30/03/2015, 8:49

Ieri vado a dormire verso le 22:30 rilassato e soddisfatto dal meraviglioso Week End

Ecco ciò che ricordo dei sogni fatti:


[...] Sono a casa dei miei genitori, ci sono anche Zia C., la compagna di mio cugino ed Ercole, il loro Bulldog. I miei e la zia chiacchierano del più e del meno, tant'è che dopo un po' prendo ad annoiarmi, allora inizio a fare amicizia con Ercole. Ho un ricordo di quando, qualche giorno prima, già avevo provato ad avvicinarmici e mi avevano ammonito che il cane da qualche mese a quella parte era diventato pericoloso e tendeva a mordere chi conosceva poco... nonostante gli ammonimenti ero riuscito a farmi avvicinare d Ercole e farmi fare qualche coccola (Questo ricordo risale in realtà a ieri sera, quando le ho incontrate veramente sotto i portici). Infatti appena mi avvicino al cane mamma e zia prendono ad ammonirmi dicendomi di stare lontano perchè è pericoloso.
Il mio istinto però dice qualcosa di completamente diverso, così mi abbasso, guardo da un'altra parte e allungo una mano, rasoterra. Esattamente come è successo nel ricordo di vita reale il cane si avvicina, la annusa, la lecca per qualche istante, poi si allontana, stranito.
La scena si ripete per due o tre volte, ogni volta il cane prende più confidenza, fino a che non inizia a voler giocare con me e all'ennesima ripetizione del gesto, qui siamo nella parte dei portici sopra la rampa del garage, mi salta addosso festoso. Mentre mamma e zia iniziano ad inveire spaventate, io mi lascio andare, rotolo a terra con Ercole e questo inizia a leccarmi la faccia felice e iniziamo a giocare a fare la lotta.
Mi sento felice, sereno, quella povera creatura è incompresa e ha soltanto bisogno di qualcuno che gli voglia bene e si fidi di lui...
[...]



Secondo sogno:


[...] Sono negli ex uffici, seduto ad una scrivania, davanti allo schermo di un PC. Sono circondato da colleghi che mi chiedono informazioni ed aiuto su cose che non si ricordano, cose che non sanno. Li aiuto volentieri e mentre lo faccio mi ricordo che in realtà ero passato soltanto a salutarli. Non appena la ressa si placa un po', AT, uno dei commerciali mi chiede se posso andarre lì tutti i Mercoledì, in modo da dare un po' di supporto. Io ci penso un po', poi gli dico che sotto compenso lo posso anche fare per un certo periodo. Mentre pronuncio quelle parole arrivano anche G e S, i due titolari ed iniziamo a parlare di come accordarci.
[...]



Terzo sogno:

[...] Sono in ufficio, davanti al PC, sullo schermo del computer compaiono i sorgenti di un programma che conosco fin troppo bene: è il programma di comunicazione seriale per trasmettere ai controlli numerici.
C'è una richiesta di un cliente da sviluppare, si tratta di dover splittare i dati da inviare, secondo determinati criteri, in più sottofile separati. E' una cosa che ho già fatto più volte, solo con criteri e regole diverse.
Nel sogno succede una cosa strana: sono sì io, ma sono anche un ragazzo neoassunto nella ditta, che non ha la beneamata idea di come procedere ma non si osa dirlo. Quindi fisso con attenzione i sorgenti cercando di interpretarli e sperando che mi balzi in mente una soluzione, così, all'improvviso.
Oppure, più realisticamente, sperando che il programmatore anziano che ha dato le dimissioni tempo fa (nel sogno sono sempre io) e che oggi è in visita, passi di fianco alla mia scrivania in modo da potergli chiedere aiuto. L'attesa perdura per diverso tempo, tant'è che alla fine smetto di studiare i sorgenti così intensamente ed aspetto la pausa pranzo, che pare non arrivare mai.
Nell'ufficio gira anche il titolare dell'azienda, che in questo caso è mio padre, ogni volta che mi passa vicino mi concentro un po' di più sullo schermo, facendo finta di sapere ciò che faccio.
Ad un certo punto mi rendo conto, però, che il programmatore anziano e mio padre sono la stessa persona, quindi posso chiedergli aiuto quando voglio... ma non ne ho il coraggio!
Mai e poi mai ammetterei davanti a lui di non saper fare qualcosa... MAI.
Preso da questa lotta intestina inizio ad essere piuttosto nervoso, nervoso che si manifesta come fame. Ad un certo punto la fame diventa talmente intensa e fastidiosa che non posso più farcela a reggerla, per cui mi alzo e mi dirigo verso il cucinino per le pause che c'è allle mie spalle, ci entro e mi rendo conto che ci sono degli avanzi di pizza in una teglia, la pizza farcita di mamma!
Loro ci mettono ancora il basilico sopra, ma a me piace esattamente così come è, quindi ne stacco un pezzo e faccio per portarlo alla bocca... proprio in quell'istante entra mio padre che mi fa: "fermo lì un attimo!"
Prima che me ne possa rendere conto mi prende il pezzo di pizza dalla mano e continua "Devo capire perchè la mangi senza basilico", con un tono che sa quasi di controspionaggio
"Perchè la preferisco così" rispondo, sincero "e perchè è scomodo da mettercelo sopra senza farne cadere mezzo perterra, che poi mi scoccia pulire".
La assaggia e, dopo un paio di masticate sorride, in quel preciso istante è come se mi avesse risposto a tutti i dubbi che avevo sul programma, ho come un flash velocissimo di noi due che ne discutiamo a tavolino, ora so esattamente cosa fare e come farlo!
[...]
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 01/04/2015, 9:57

Ieri vado a dormire verso le 23, dopo essermi rivisto Man of Steel.
Verso le 2:30 mi sveglio, carico di adrenalina come se avessi preso almeno 5 caffè in giornata (in realtà sono 2 giorni che non ne prendo), accendo il portatile e vago su internet fino a che non mi collassano gli occhi, due ore dopo.

Ecco cosa ricordo dei sogni fatti:


[...] Apro gli occhi, le luci della città forano la notte, non so che ora sia ma sicuramente non è per nulla l'ora di alzarsi. Faccio per rigirarmi ma sono allo stretto "Ah già, il divano. Qui si dorme sul divano..."
In effetti sono accucciato su di un divanoletto piuttosto piccolino, quello di questo sogno si allunga a metà in modo da formare un letto a malapena da una piazza. Mi guardo in giro, sono nella mia nuova casa, a Milano. Il divano letto è messo nell'angolo vicino all'ingresso di un grosso tinello, di fronte a me una larga portafinesrtra da sul panorama Milanese, dal quale entrano le luci che mi hanno svegliato.
Sulla destra, dal lato dell'ingresso, c'è la parete con la cucina, sulla sinistra ci sono la TV, le console ed il PC. Dietro di me c'è il corridoietto che dall'ingresso va al bagno.
Bagno... bagno... bagno! Ecco cosa mi ha svegliato, non le luci! Devo andare in bagno, DEVO ANDARE IN BAGNO!
Mi alzo e più velocemente che posso, cercando di non rompere il delicato equilibrio che sta permettendo alla vescica di rimanere chiusa, corro in bagno, ci entro, alzo la tazza e, con infinito sollievo, mi libero.
Ho perso qualche goccia venendo in qua... poco male, posso pulire.
Mentre svuoto con somma goduria la vescica ripenso al fatto che abito qua e mi sono traferito a Milano, in realtà non mi viene in mente un bel niente: come Inception insegna i sogni non hanno una storia di background, non sai come e perchè sei arrivato dove il sogno inizia (nonostante questo non prendo lucidità), mi viene solo in mente che qui si dorme sul divano... ma che questa cosa è strana.
Finito di soddisfare il bisogno fisiologico tiro l'acqua, squoto la testa, mi do una sciacquata alla faccia e sciabattando i piedi torno verso il salotto... ehi, aspetta! C'è una porta a sinistra del bagno?
Non l'avevo vista correndoci dal tinello... "beh, d'altronde andavo di fretta e non ho avuto il tempo di notarla"... "ma se abito qui da mesi!" è un botta e risposta mentale che preferisco ignorare,
mi dirigo verso la porta, abbasso la maniglia e la apro. Oltre la soglia c'è una camera da letto in piena regola, con un comodo letto ad una piazza e mezza contro la parete sinistra, una grossa scrivania con tanto di PC contro la parete di fronte all'ingresso ed un armadio sulla destra. Il letto è pure usato e, dagli indumenti che ci sono in giro per la stanza, è stato usato da me!
Faccio due passi nella stanza, guardandomi in giro meravigliato... "Ehi, guarda qua tutta la roba che pensavo di aver perso?"
"Ma come diamine è possibile che dormo sul divanoletto quando in realtà ho questa camera?"
"Come è possibile che mi sono dimenticato di averla e ho dato per scontato di aver perso delle cose e di aver affittato un appartamento senza camera da letto?"
[...]


Su queste domande il sogno si chiude, mi sveglio per un attimo ma mi giro dall'altra parte, stanco, desideroso di altro sonno, ignorandone il significato...
significato che mi arriva bello forte e chiaro ora che lo sto trascrivendo: è più di una settimana che c'è un forte rinnovamento dentro di me e nei sogni il luogo dove abito corrisponde a me, alla mia situazione mentale interna. Essere in un nuovo appartamento significa aver fatto un bel po' di rinnovo. Ma la parte interessante è la stanza ritrovata: la sensazione è quella di aver ritrovato una parte di me che avevo escluso o dimenticato... (credo anche di aver capito quale), ora so nuovamente che è lì, sta a me decidere cosa farne...
Intanto grazie Alan per il bel messaggio : Love :

Secondo sogno.


[...] Sono per le strade di Milano con un paio di miei amici, forse T ed F ma non ne sono sicuro. Piove e stiamo camminando lungo le vie del centro, abbiamo i cappucci alzati e camminiamo ingobbiti per non prendere l'acqua in faccia. "Manca poco, fidatevi!" li incito, sicuro che il posto gli piacerà.
Finalmente, eccolo... riconosco la porta in metallo battuto, suono il campanello e dopo pochi istanti sento il Tlak! dell'apertura elettrica. Oltre la porta una ripida e stretta scalinata, è un palazzo antico.
Salgo eccitato gli scalini, sono due piani alla destinazione... quando arrivo al secondo pianerottolo apro la porta sulla destra ed eccoci! Il più bel negozio di fumetti, giochi di ruolo, miniature dell'universo!
Essendo in un vecchio edificio le stanze sono ammezzate l'una rispetto all'altra e addirittura sia i bagni che una delle sale a tema sono ad un piano superiore IN MEZZO al negozio stesso (è un semi piano interiore che fa un po' da torrre). Percorro le stanze con gli occhi sgranati: file e file di fumetti, libri fantasy e manuali di giochi di ruolo riempiono gli scaffali e le grigie pietre delle pareti non fanno altro che creare una bellissima atmosfera. Mi giro per un attimo, i miei amici sono decisamente colpiti! "Bene!" penso, "sarà una magnifica giornata".
Detto fatto mi incammino verso il reparto miniature e nonappena ci entro vengo accolto dal set completo della nuova armata del Caos! Sull'espositore stanno infatti, pitturate con i metallici colori di Khorne (il dio del sangue, dell'odio e delle battaglie) stupende e gigantesche miniature. Vedo infatti dei grossi rettiloidi demoniaci a 4 zampe cavalcati da principi demoni "Questa deve essere la nuova truppa di Elite di Khorne... ma non sarà un po' esagerata?!?". Beh, esagerata sarà esagerata, ma le miniature sono fantastiche...mentre le osservo afferro distrattamente il manuale cartonato sulla sinistra ed inizio a sfogliarlo per farmi un'idea di cosa rappresentano e capisco che non solo possono essere cavalcati da principi demoni, ma quei bestioni possono trasportare anche altri mostri! Vedo in foto combinazioni talmente assurde da essere praticamente ridicole e squoto leggermente la testa "La GW ha perso il senno..." [...]
è l'ultimo pensiero del sogno.


Terzo sogno

[...] Sono in pausa pranzo, sul lavoro, siamo al self service e sto parlottando amabilmente con colleghi e datori di lavoro, quando mi rendo improvvisamente conto che ho dimenticato il portafogli in ufficio!
Potrei farmi prestare i soldi dai colleghi e renderglieli dopo ma mi scoccia terribilmente, preferisco usare i miei superpoteri e recuperarlo così. Mi alzo, faccio finta di andare in bagno e da lì, una volta lontano da occhi indiscreti, inizio a correre a supervelocità, in modo da non essere visto. Non ho il costume da Flash dietro ma non è un problema, quando mi muovo così è difficile che qualcuno riesca a distinguermi!
Esco dal locale e corro verso gli uffici a supervelocità: sono un paio di Km almeno e ci siamo venuti in macchina, ma per me non è un problema... non dovrebbe almeno!
Piove abbondantemente e queste scarpe che indosso non sono adatte alla supercorsa, tantomeno con il suolo bagnato. Insisto comunque e vado più veloce che posso, il risultato è qualcosa di decisamente più veloce di un uomo... ma non istantaneo come averi immaginato: ci metto comunque qualche minuto a raggiungere gli uffici e prendere il portafogli, tant'è che non appena mi affaccio alla porta di uscita vedo che i colleghi stanno già rientrando con le loro macchine... dannazione, e adesso?
La cosa migliore che mi viene in mente è quella di sedermi al mio posto di lavoro e far finta di niente, e così faccio.
Al loro rientro l'atmosfera si fa strana, mi guardano e mi salutano come se niente fosse successo, ma ad ogni loro sguardo è come se riuscissi a sentire i loro pensieri "Tu sei FLASH"
Mano a mano che la giornata va avanti gli uffici cambiano scenografia e diventano la mia nuova casa a Milano (diversa da quella del sogno precedente), e i colleghi sono degli intrusi che conoscono la mia identità e mi vogliono rapinare, derubare e sequestrare!
Ricordo infatti uno di questi che mi afferra per una gamba e mi trascina inerme in un corridoio, cerco di dibattermi ma è piuttosto inutile, è un tipo grande e grosso, pare un incrocio tra un umano ed un ogre uscito da Shadowrun, armato quanto il personaggio di un videogame. Mentre passiamo davanti alla porta del bagno mi viene un'idea "Senti, devo proprio farla! Non posso resistere, capisci? Fai come vuoi, ma se ti piace l'odore del piscio continua pure a trascinarmi!"
Lui mi guarda, si ferma e ammonendomi di non fare scherzi mi concede due minuti... che per me sono più che sufficienti! Entro in bagno dove ho sistemato un costume di ricambio (grazie a quello i miei poteri funzionano meglio) e dove posso prendere l'ultima dose che mi è rimasta di quella sostanza particolare che mi amplifica i poteri.
Esco a supervelocità dal bagno, un lampo giallorosso! In pochi istanti disarmo il tipo che però inizia a combattermi a mani nude! Sono superveloce sì, ma quello non scherza, c'è una colluttazione dalla quale esco vincitore ma stanco... e loro sono in tanti, veramente in tanti! Vabbè... e io sono FLASH!
Mi muovo come una saetta e ne metto diversi fuori gioco, sono sempre più stanco e sempre meno veloce... ma ce la sto facendo!
Tutto va piuttosto bene fino a che non incontro la loro arma segreta, studiata apposta per fermarmi: uno sciame di topini velocissimi che mi si attacca alle caviglie e, rosicchiandomele, mi impedisce di muovermi a supervelocità! Cerco di liberarmene ma non ci riesco, sono troppo veloci e troppo insistenti!
Collasso a terra solo per essere riafferrato dal tipo grande e grosso, mi tiene per il collo, schiacciato contro la parete... sta per pronunciare una frase definitiva contro di me, quando si sente bussare alla porta.
Il gesto, semplice ed ingenuo ma allo stesso tempo così inaspettato e fuoriluogo crea un attimo di silenzio surreale, gli sguardi degli scagnozzi del tipo sono talmente esterrefatti da essere beoti.

Knok! Knok!

Il bussare si ripete, convinto. Uno degli scagnozzi scosta la tenda dalla finestra per guardare chi c'è fuori... e sbianca. Deglutendo e con un filo di voce si rivolge verso il tipo grande e grosso e fa "Hemm.... mi sa che dovremmo aprire"
Questo lo guarda con divertito disprezzo e fa "Ma che cazzo dici, aprire... non c'è nessuno oltre quella porta, vieni qua!"

Ka-Kraak!

La porta viene sfondata e fa il suo maestoso ingresso una figura vestita di blu con un mantello rosso ed una grossa S gialla sul petto, ricciolino di capelli neri sulla fronte e gli occhi azzurri che iniziano ad illuminarsi di rosso. Dietro a lui riconosco Lanterna Verde, Wonder Woman, Cyborg... non vedo Batman ma sarà sicuramente nei paraggi, a controllare la situazione... Lo ringrazio mentalmente per aver progettato i nostri segnalatori di emergenza...
Il tipo che mi regge per il collo li guarda, incredulo, poi mi guarda e mi fa "Ma... ma tu sei il FLASH della Justice League!"
"Hem... sì" Sorrido "Ora ti dispiacerebbe lasciarmi andare? Grazie!"
"Ora, signori, vi chiedo cortesemente di uscire da questa abitazione" La voce di Superman è possente, imperiosa... li vedo sbiancare ed abbassare lo sguardo, tutti quanti, posano le armi e si incamminano a capo chino verso l'uscita della casa...
[...]


EDIT:
Subito dopo pranzo mi è tornato in mente un 4° sogno che ho fatto questa notte:

[...] Sono seduto alla scrivania di casa, di fronte al PC, eseguo l'editor di C# e riapro un progetto che avevo iniziato ed interrotto anni fa: "HammerForge", un motore in stile RogueLike per videogame ambientati nell'universo di WFRP (Warhammer Fantasy RolePlay). Non appena l'ambiente finisce di caricarsi inizio a scorrere i sorgenti, facendo mente locale su ciò che avevo già scritto: le classi di base per generare le creature e i personaggi, un piccolo motore di generazione casuale delle statistiche e di gestione dei lanci di dado.... era un inizio, un piccolo seme...
[...]
Le dita volano sulla tastiera e il codice prende forma davanti ai miei occhi, incantati dalla elegante struttura indentata della programmazione strutturale, sento l'eccitazione dell'atto creativo di programmare una cosa che mi piace, sento l'endorfina che si scatena nelle vene, sento la passione, l'estro creativo che finalmente trova sfogo...
[...]


Bene... bene... se non è un messaggio chiaro questo...
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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda ErikBauer » 03/04/2015, 9:55

Nonostante sia andato a dormire particolarmente rilassato ho passato una notte parecchio agitata.

Ecco ciò che ricordo dei sogni fatti:


[...] Sono nella piazzetta di un centro storico, pare un misto tra Piazza Castello qua, di Fossano e una piazzetta tipica dei centri storici Toscani, con tutto quel mattone rosso a vista, le vie ciottolate e le case con quella inconfondibile e particolare struttura. Ecco, assomiglia parecchio a Monteriggioni!
Sono seduto su di un muricciolo, la piazza è leggermente in discesa e seduti attorno a me o in piedi appoggiati alla parete ci sono diversi membri del forum. Ricordo in particolare @Mitologica, @Cenwyn e @Megalex. La giornata è primaverile, siamo vestiti piuttosto leggeri ma non ancora in maglietta estiva e stiamo chiacchierando, ridendo e scherzando.
[...]


Il sogno è stato in realtà piuttosto lungo ma il continuo rigirarmi tra le coperte l'ha spezzettato e diluito, rendendolo difficile da ricordare nei dettagli, quello che mi rimangono sono poco più che impressioni.

Ok, ora che ci penso bene... è come se @Mitologica mi avesse accompagnato per buona parte della nottata onirica (non ricordo alcun dettaglio che sia uno) fino a condurmi a questo mini raduno....
I sogni sono il sussurro di un bambino che non ha ancora imparato a mentire.

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Re: Erik Bauer: Diario sogni non lucidi

Messaggioda Mitologica » 03/04/2015, 10:31

Ricordo in particolare @Mitologica, @Cenwyn e @Megalex. La giornata è primaverile, siamo vestiti piuttosto leggeri ma non ancora in maglietta estiva e stiamo chiacchierando, ridendo e scherzando.

è il sogno premonitore del prossimo raduno! : Smile :
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por las que me levanto orgullosa
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y bendigo mi sexo...(G.B)
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