06-07/04/2015Scegliere la destinazione in compagnia: mi trovo in un immenso "palazzo" "blu". Non è proprio un palazzo, è come un grande costruzione che si articola in modo vario e indefinito: scale, corridoi, spazi aperti (nel senso di senza soffitto), veramente fantasioso. Una luce blu sembra permeare qualsiasi cosa. Ho la sensazione che sia l'università. Cammino per questo edificio, faccio cose, incontro gente, parlo con gente. Di sicuro con Mara F.
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Mi trovo in un luogo, so che devo andare a casa di un mio compagno di università non meglio specificato, dove si trovano già anche tutti gli altri, per stilare una graduatoria delle destinazioni in cui preferiamo andare in erasmus. Sono in leggero un po' ritardo ma è un ritardo giustificato perché al momento sono impegnato. Esco dal luogo e mi trovo nel parcheggio sotto casa di S. La casa dove mi devo recare è lì vicino tanto che, mettendo cose nel mio portabagagli (forse la mia borsa degli allenamenti e qualcos'altro) posso vedere le facce dei miei amici in una finestra a qualche piano di altezza. Nello specifico li vedo seduti ad un tavolo e mi scambio uno sguardo con una ragazza che è lì, il suo scambio di sguardo sta a significare "ciao, ho visto che ci sei e stai arrivando". E' sera.
Mi trovo nella stanza con tutti gli altri, sono seduti ad un tavolo, chi con dei fogli, e si parla delle varie destinazioni. Andremo a cena fuori, dopo. Io però ho fame perché non ho pranzato e vorrei mangiare qualcosa. Mi alzo e vado nella cucina (stanza lunga e stretta). Entrato, a destra c'è la parete e a sinistra il piano con lavandino, bancone, forno, frigo ecc. Guardo in giro ma c'è poco o niente, apro dei cassetti e l'unica cosa che trovo è un pacco di plumcake della mulino bianco con le scagliette di cioccolata; percepisco che è una casa molto povera e il padrona di casa è povera quindi non voglio prendermi nulla da mangiare per me. Apro il forno e vedo un intero pollo molto ben dorato e una teglia con qualche peperone ripieno di tonno e patate. Di queste cose ce ne è in abbondanza quindi potrei prenderne un po', ma cerco qualcosa di meno impegnativo.
Torno di là e dico che forse andrò a prendere un kebab. Una ragazza (forse Ila P) mi fa però notare che è una certa ora e fra poco andremo a mangiare, quindi forse non ne vale la pena. Io sostengo che in realtà non sia così tardi. Guardo il mio orologio: le lancette sono perfette ed immobili, ho un po' di difficoltà nel leggere l'ora nel senso di passare dalla posizione delle lancette che vedo alla comprensione mentale dell'ora che rappresentano, ma alla fine ce la faccio. Ila P mi fa vedere il suo orologio che segna un'ora diversa: anche qui le lancette sono perfette ed immobili, solo in un'altra posizione. Sostengo che la mia sia l'ora giusta, lei sostiene il contrario. Passando da un orologio all'altro, la posizione delle lancette sembra essere costante per ciascun orologio
Allenamenti strani e qualche impegno: mi trovo ad allenarmi, con la mia squadra, sul tetto di un palazzo. Il tetto è abbastanza grande, possiamo correre e fare diversi esercizi di atletica. C'è una ragazza bellissima, fisico perfetto, asciutto e bellissimo viso, lì con noi e, nella fila che facciamo per correre, sembra essere la prima. Al momento non mi interessa la sua presenza: come conseguenza di ciò mi trovo verso la fine della fila. Ora la sua presenza mi interessa un po' di più: mi trovo verso il centro della fila. Adesso sono molto interessato alla sua presenza: mi trovo tra i primi della fila. MC dirige l'allenamento, spiega il prossimo esercizio ma non ascolto perché sono impegnato a lamentarmi di qualcosa o a fare lo spavaldo. Sono il secondo della fila, LP è il primo e comincia l'esercizio, lo guardo per capire cosa dovrò fare: salta sopra uno di quei rialzi che a volte stanno sui tetti dei palazzi e compone strane figure muovendosi su di esso, scendendo da esso e risalendoci, comunque attraversandolo. Tocca a me, non ho la minima idea di cosa abbia fatto LP. Ho una intuizione: l'esercizio è improvvisare dei movimenti, qualcosa, lì sopra. Ok, però non ho ancora la minima idea di cosa fare, mi sembra una cosa assurda, però devo per forza partire. Vado, corro e salto sopra questo rialzo volendo atterrare con una capriola sulla schiena, ma la potenza e la decisione con cui sono saltato fanno sì che io non atterri su questo rialzo ma continui il mio volo radente su di esso compiendo una capriola in aria e atterrando qualche metro dopo la fine del rialzo sfiorando con la testa, in fase di atterraggio, un gradino di marmo. Penso che quello che ho fatto è stato immensamente pericoloso e che avrei potuto rompermi la testa.
Rientriamo nello spogliatoio, è un luogo lungo e stretto e c'è una luce molto calda che sembra penetrare da fuori, non capisco se arriva attraverso la parete lunga di destra che in un certo senso è forse trasparente. Con noi c'è anche Mattia R, usciamo insieme perché dobbiamo fare qualcosa. Ci troviamo, proprio lì fuori, in una sorta di teatro. E' vuoto, a momenti sembra una sala di teatro normali, a momenti sembra all'aria aperta. C'è una persona che sembrerebbe essere la nostra professoressa di mktg, sembra più pacata del solito. Ci chiede un qualche favore. Portiamo quello che dovrebbe essere un pallone di plastica a gonfiare: in sostanza è come se fosse un pallone totalmente senza aria all'interno tanto da essere diventato una specie di straccio di plastica. La plastica è trasparente. Si possono comunque riconoscere i solchi della forma del pallone. Il tizio da cui lo portiamo, in una specie di bottega anche questa lunga e stretta e molto disordinata, prende un grosso accrocco strano per gonfiarlo, una specie di pompa che sembra un lunghissimo braccio di narghilè ma molto sofisticato. Comincia a gonfiarlo ma, quando dovrebbe smettere, continua. Credo che il pallone possa scoppiare da un momento all'altro ma continua a gonfiare: l'eccessiva aria al suo interno gli fa assumere forme strane fino a che non comincia, dalla base sferica, ad allungarsi una sorta di picco abbastanza articolato. Il tizio lo punta verso il naso di Mattia R, percepiamo la situazione come pericolosa anche perché MR potrebbe uscirne fuori con problemi molto gravi.
Usciamo da lì e portiamo questo "pallone" [non ricordo se adesso avesse la forma del pallone o ancora quella forma strana] indietro al teatro dove si trovava la prof. E' come se quella sala sia in preparazione per uno spettacolo: su un ripiano posto accanto ad ogni sedile, anzi integrato con esso, è presente una sorta di minerale fatto di una forma simile a questa
ma molto più semplice. Forse è fatto solo di vetro, comunque è una specie di dono a quelli che verranno. Noto che alcuni posti ne hanno due, la prof mi spiega che questo è dovuto al fatto che qualcuno si è spostato e ha portato con sé quello che già aveva prima