4 settembre 2015
Dopo i tre lucidi inaspettati di ieri, stanotte nessun segno di lucidità, però il ricordo dei sogni è finalmente ritornato quello di un tempo e il seguente sogno così articolato ne è un esempio.
345) DISPERSI IN UNA PIAZZA - Mi trovo nella piazza del mio paese, seduto sul basamento di cemento della chiesa, insieme ad altre persone che non conosco, ma che so essere miei coetanei. Stiamo compilando tutti un foglio, in cui ci sono delle colonne coi vari generi musicali e noi dobbiamo inserire sotto ognuno di essi gli artisti che ne fanno parte; la colonna in cui c’è scritto “DJ” la lascio volontariamente in bianco, perché non conosco artisti di questo tipo (non piacendomi la musica elettronica). Questo mio disinteressamento per questo genere musicale attira su di me l’antipatia di alcuni che sono presenti lì, che mi rivolgono delle smorfie di dissenso; in ogni caso, il fatto non mi sfiora minimamente. Col passare del tempo, la piazza si trasforma in un luogo sempre più "chiuso" e infatti dopo un po’ il luogo cambia: mi trovo nello spogliatoio di una palestra insieme ai tizi di prima; ci stiamo preparando per fare una partita di qualcosa, forse calcetto. Mentre mi sto cambiando, vedo attraverso lo spiraglio della porta socchiusa due signori anziani, che bussano perché devono entrare; faccio loro un cenno col braccio di entrare pure. Entrano e prendono un borsone contenente i vestiti che loro figlio ha dimenticato lì. A questo punto usciamo tutti da quello spogliatoio e all'esterno c’è il cortile del liceo; sono insieme ad E (un mio compagno di classe del liceo). Appena davanti alla porta di ingresso ci sono i miei genitori che mi sono venuti a prendere in macchina; visto che E dice di non avere nessun passaggio per andare a casa, gli chiedo se volesse venire con noi: accetta subito e così saliamo tutti in macchina: mio padre guida, io sono al suo fianco e mia madre è dietro insieme ad E. Partiamo, ma già all'uscita del parcheggio siamo costretti a fermarci perché sul display sul cruscotto si accende una spia rossa che segnala un grave problema al motore. Mio padre inizia subito a smanettare coi tasti del contachilometri e magicamente la spia si spegne; possiamo ripartire. Dopo aver fatto un po’ di strada, passiamo dentro L (un paese della mia zona che nella realtà è da tutt'altra parte). Ma qui sbagliamo strada e ci ritroviamo in una piazza mai vista; qui L sembra una città. In poche parole ci siamo persi e non sappiamo più dove andare, così ci fermiamo e scendiamo dalla macchina; io cerco di leggere i nomi delle vie ma non riesco a capire lo stesso dove siamo. Nel punto in cui stiamo camminando mi colpisce molto la vista di un marciapiede alto almeno mezzo metro. Ad un certo punto mi ritrovo in mano una mappa digitale, forse su un tablet di ignota provenienza e mi affretto subito per vedere quali strade seguire per uscire da lì. Ma questa mappa non serve a nulla perché non si riesce ad ingrandire. Infine entriamo tutti in un condominio lì nei paraggi e ci fermiamo in un corridoio a parlare con alcune persone, tra cui un bambino che parla in napoletano molto velocemente: io non ci capisco nulla e inizio a ripetergli quel famoso scioglilingua milanese: ti che te tachi i tack, eccetera eccetera … che finale assurdo!.