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Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Catalogo dei sogni

Messaggioda Nateolius » 06/09/2015, 14:56

Ciao ragazzi!
Pensavo che sul forum ci fosse solo la sezione per i diari di sogni lucidi, ma mi sbagliavo e ho deciso di aprirne uno per i sogni comuni, che faccio decisamente spesso (almeno quelli :D)
Prima di iniziare a trascrivere i sogni vorrei dire due parole: è difficile trovare qualcosa di comune o ricorrente nei miei sogni. Ogni sogno sembra un'ambientazione a sè, oppure si focalizza su trama e azioni e meno sul luogo, e le varie tipologie sembrano alternarsi in maniera che non rimangano elementi condivisi tra di essi. Sforzandomi di trovare un filo conduttore, posso distinguere i miei sogni in alcune categorie: i sogni che io chiamo 'sogni indotti nella giornata', che consistono in elementi/argomento che ho affrontato durante quel giorno per molto tempo e la sera ricompaiono in sogno automaticamente, i sogni 'di sperimentazione', nei quali provo cose che non sono possibili nella realtà (es. bacchette magiche e altro) e i sogni di 'sentimenti', che rispecchiano un mio sentire recente (es. un sogno sulla scuola perché sto per tornare a scuola e non ho voglia, un sogno dove fallisco l'esame perché ho paura di fallirlo ecc.).
Pensando a vari sogni che ho fatto in questi anni, ora come ora non mi vengono in mente dreamsigns, a parte quello della 'logica': mi è capitato alcune volte di sognare cose assurde e riflettendo su questa assurdità rendermi conto che non poteva essere vero e dovevo sognare. Ma era prima della conoscenza dei sogni lucidi, e non ho mai pensato potessi rimanere nel sogno!
Personaggi ricorrenti nei miei sogni sono gli amici, quei pochi con cui trascorro molto tempo, certe volte membri della famiglia anche non molto vicini (mi è capitato, non so, che il sogno si concentrasse su un parente visto poche volte), personaggi famosi che stimo e protagonisti di film/libri.
Dunque, iniziamo con il raccontare i due sogni di stanotte.

Emma Watson - 06/09/15
Mi ritrovo già nel sogno. Non so come inizi, né come finisca: ho dormito poco stanotte, sulle 6-7 ore, e i sogni mi sono venuti in mente solo dopo il risveglio al mattino (complice il fatto che non mi sono mai svegliato del tutto in mezzo alla notte).
L'ambiente è come assente e lo schermo di un pc (che a volte però sembra un tablet) occupa la mia intera vista: sono connesso a un sito di messaggistica istantanea, con la barra superiore di colore viola. Mi ricorda Messenger di Microsoft ma non saprei ricollegarlo a nessuno in particolare esistente. Qui tra i contatti trovo il nome di Emma Watson, l'attrice che ha interpretato Hermione in Harry Potter.
Decido allora di scriverle (non ricordo il pretesto, e la lingua è l'italiano, ma inizialmente è come se sostituisse l'inglese), e inaspettatamente lei risponde trattandomi anche in maniera piuttosto confidenziale. Continuiamo a parlare, e ricordo alcuni frammenti della conversazione (i più significativi, il resto era banale): uno dei messaggi consisteva in una foto inviata da me, di una cesta quadrata, simile a quelle cucce morbide per cani, con il bordo esterno verde e l'interno giallo ocra scuro, ma verso il bordo c'era anche del blu che tuttavia non mi spiego dove potesse essere messo. All'intero di questa cuccia ci sono vari oggetti, quello che ricordo meglio era una sorta di scatolina (il cui materiale però mi sembrava morbido) rettangolare, con motivi di linee a croce sopra bianche su sfondo blu elettrico (una sorta di crostata rettangolare). Il tutto sembrava leggermente sporco. A questa foto Emma risponde con un'altra foto, che rappresenta un'altra cesta molto simile alla mia, con la stessa scatolina, ma l'insieme è molto più pulito. Mi dice inoltre: << Ce l'ho anche io uguale! >> (cosa fosse questa cesta rimane un mistero però).
Un altro frammento è rappresentato da alcune foto inviate questa volta da lei, che rappresentano una sorta di costume di scena che indossava per un film che stava girando: la vista era dall'alto, come se avesse fatto la foto dal suo mento in giù, mostrando dei tatuaggi fatti (sembrava) con l'henné e ricoperti qua e là di brillantini. Ma non erano più foto, era come se nella foto avesse prima dei certi tatuaggi con colori sul rosa / vola / lilla e poi sollevasse questa sorta di strato superficiale e sotto ce ne fossero altri, stavolta con colori marrone e azzurro acqua, quest'ultimo però solo per un ghirigoro che correva lungo il centro del suo corpo.
Ad un tratto nella conversazione mi accorgo che lei fa fatica a parlare italiano (qui si cambia concezione, e l'italiano diventa effettivamente solo la mia lingua mentre la sua è l'inglese) e allora mi propongo di parlarle in inglese, ma stranamente lei continua con la prima lingua.
Poi ricordo che mi alzo dal pc per fare altro, probabilmente per dire a una mia amica tramite telefono che avevo fatto amicizia con Emma Watson ma in realtà non scrivo nulla, torno al pc (che ora identifico più chiaramente con quello datoci dalla mia scuola visto che lagga ed è lento e si trova sul mio letto, sebbene non lo veda, lo so e basta) e cerco di riconnettermi alla chat , nella quale noto che nel frattempo sono comparsi nuovi messaggi, tra cui una foto che non ricordo bene, ho in mente una immagine vaga ma non so dire cosa sia, e una parola in maiuscolo che comincia con BANANA (è una parola inventata che storpia qualcosa, perché suscita poi l'ilarità in entrambi) e scoppiamo a ridere.
Il sogno finisce così come è iniziato, svanendo senza che ci sia una fine precisa.

Il nuovo gioco - 06/09/15
Sono a casa mia, nel mio salotto. Sono seduto vicino al mio tavolino centrale in legno, non so se sul divano o tra il divano e il tavolino, visto che vedo semplicemente quest'ultimo, ma so solo di essere seduto. Sul tavolo (o meglio, a logica riconduco ora così, ma inizialmente il gioco non era da nessuna parte, era come se vedendo quello entrassimo in un altro contesto dove esisteva solo il gioco e le nostre voci) è presente un gioco che è una via di mezzo tra delle lego e minecraft: i personaggi sono lego, e le ambientazioni simili a minecraft ma limitati a qualche torre intrecciate fra loro e di colori a tinta unita, soprattutto il verde lime.
Si inizia a discutere per quale personaggio princiale inserire: non ricordo le opzioni, ma tra di esse c'era quella del 't-Rex', scelto per un criterio che purtroppo ora non ricordo più.
Iniziamo dunque io e un mio amico, F. (Erano presenti anche L., G., e G. anche se quest'ultimo non ne sono sicuro ma ne avevo l'impressione) e da una scatola sul divano (ora che ci penso, il mio divano è per due, massimo tre posti ma eravamo in 5 più la scatola seduti comodi) tiriamo fuori due personaggi, sono le sentinelle, che stanno sul diciamo pezzo più in alto e lungo dell'edificio del gioco, una a destra e una a sinistra, di colore azzurro chiaro e con un logo, credo sul petto, a forma di stella che orbita lungo un'ellisse obliqua di 45°entrambi color oro.
Tuttavia non facciamo in tempo a continuare che L. afferma di essere stufa, perché era un gioco noioso, è immediatamente, come se il gioco sentisse le sue parole, crolla tutto a terra senza il suo intervento fisico, e L. se ne va.
Io e F. ci guardiamo straniti e ci accingiamo a mettere via. Ora so che sono sul divano, e mettiamo i personaggi (ne avevamo tirati fuori solo due ma ora sono molti di più e sono presenti anche delle sfere di vari colori e dimensioni) nelle loro scatoline che vanno in una scatola più grande: esse sono di varie forme e colori, ma il materiale è gommoso e ricordano gli stampini per cupcakes/muffin.
La scatola la sta tenendo G. che osserva come impietosita e divertita.
Il sogno finisce così.
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Re: Catalogo dei sogni

Messaggioda Nateolius » 07/09/2015, 11:44

Il set cinematografico - 07/09/15
Il sogno inizia che sono nell'auto dei miei zii, una jeep range rover, e sono dietro, seduto nel posto in mezzo mentre a fianco ho i miei nonni materni. Entriamo in una specie di parcheggio sotterraneo dove mio zio esclama: << Ora andiamo a vedere gli studio di Harry Potter (e anche del Signore degli Anelli ma quello lo capisco dopo)>>, e io tutto emozionato perché scopro che essi erano a Brescia, nella mia città, osservo un muro del parcheggio verde e bianco, diciamo verde sopra e sotto bianco, con le scritte che sembrano sorgere dalla metà bianca sullo sfondo verde sopra (è il logo degli studios). Parcheggiamo, e uscendo dall'auto mi ritrovo all'aperto, in uno spazio immenso, o forse sembrava immenso per il fatto che era tutto di color girgio-nerastro-blu scuro notte e c'era nebbia, oltre che una pioggia scrosciante: in lontananza si staglia un edificio che è l'incrocio tra un autogrill sopra l'autostrada a forma di ponte (hai presente?) con un edificio grigio-nerastro-blu scuro.
E' (ovviamente ahahahahah) lo studio del Signore degli Anelli!
Vi ci dirigiamo ed entriamo: qui si presenta come un edificio a due piani, sotto c'è una sorta di sala che ricorda molto l'interno di una fabbrica vuoto, a parte per una statua che però non ricordo, ma aveva certamente a che fare con il film. Prima di proseguire al piano superiore guardiamo fuori dalla finestra (che si dirige sempre verso la stessa direzione da cui eravamo venuti, mi spiego: usciti dal parcheggio davanti diritto avevamo l'edificio, e ora davanti diritto guardavamo fuori dalla finestra) e mio nonno esclama: <<Ecco la Torre (quella di Mordor e Sauron)!>> e io emozionato la vedo: è un edificio dello stesso colore di questo, come questo metallico e con pochissimi dettagli, sembra un prefabbricato in attesa di essere completato, ma la forma è quella della torre e semplicmente penso che poi con gli effetti speciali l'abbiano resa quella che era. Proseguiamo allora al piano superiore, che ricorda molto una hall di un hotel mista con un bar tutto in legno: ci avviamo verso un tavolo in fondo a sinistra e ci sediamo. Io ero a capotavola, e nel girarmi verso sinistra vedo dei tizi che passano tra cui uno sembrava scimmiottarmi: arrabbiato mi dirigo verso il suo tavolo, lo faccio girare e gli dico, in inglese: <<Excuse me?!? Are you messing up with me??>>, e lui di tutta risposta mi ridacchia davanti facendo poca attenzione e torna rivolto ai suoi amici.
Io, un po' amareggiato ma in verità nemmeno tanto se devo essere sincero torno al mio tavolo dove inizia una discussione sulla scena: mia zia dice che avrei fatto meglio a star zitto perché chissà cosa poteva succedere, ma mio zio, preso atto che mi avevano offeso, ha detto che ne avevo avuto il diritto.
La scena gradualmente cambia senza che me ne renda conto, e diventa il salotto di mio nonno, anche se la trama rimangono sempre gli studios cinematografici: qui chiedo a mio nonno se possono andare a visitare il set della foresta proibita lì fuori, e permesso accordato, esco.
Mi ritrovo in una foresta, appunto, fatta sembra da molte sequoie ma con un tronco più bianco, e il prato è chiazzato qua e là da vere e proprie macchie di fiori lillà / rosa /bianchi /viola e un pochino di blu mi pare, ma mentre cammino la scena nuovamente cambia senza destare accorgimento e mi ritrovo sopra lo stesso edificio di prima, ma non piove più, l'edificio è diventato a tutti gli effetti un ponte e l'aspetto è facilmente rimandabile al signore degli anelli, anche se con un nonsoché di moderno (sembrava cemento!).
Qui brandisco la spada e proteggo il portale, in mezzo al quale c'è Aragorn, un personaggio del film, già diventato re: ad un tratto ci attaccano gli orchi, e io mentre essi avanzano, siccome avanzano inizialmente uno alla volta, ne faccio fuori un po', finché non diventano troppi, e Aragorn ne infilza uno dalla pelle rossa con un pugnale, lo scaraventa giù dal ponte a fianco del portale (era fatto così: il ponte raggiungeva il portale ma era più largo di esso quindi ai lati c'era spazio che dava su uno strapiombo). Qui l'attacco cessa (mi sa che era il capo? Sembrva un uruhkai) e gli orchi passano ad essere asiatici, principalmente giapponesi, che difendono il loro averci attaccati per la disastrata situazione in Giappone, perché di recente non si trova più petrolio (e mentre parla mi figuro una sorta di scavo nel terreno di forma vagamente rettangolare ma stondato, dal quale fuoriesce petrolio ma ne esce sempre di meno). Il tizio che parla ha dei capelli lunghi neri e brizzolati, bipartiti centralmente in due lunghe frange scalate: ricorda un po' un misto tra un giapponese, l'ex presidente della Nintendo e un indiano d'America giallo.
Mi ritrovo a fianco anche mio nonno che commenta con l'aria di chi la sa lunga la situazione economica pessima, e io me ne vado, cambiando nuovamente scenario.
Sono di nuovo a cortine, nel mio paesino, e sto camminando lungo la strada sulla quale si affaccia la casa di mio nonno (effettivamente non so se questo pezzo vada tra il salotto e l'attacco, perchè logicamente avrebbe più senso, esco da mio nonno e vado in strada ma a me pare di ricordare così!) e cammino verso la foresta proibita, che si trova nel parco privato di una villa dall'altra parte della strada rispetto alla casa di mio nonno: la villa esiste davvero e ha davvero un bel parco, ma lungi dalla foresta proibita!
Una volta arrivato al cancello di questo parco, mi accorgo che si deve pagare per accedervi ma non ho modo di sapere quanto costi! E l'interno è invitante, perché inizia subito la foresta con un bel laghetto davanti.
Allora fermo due vecchiette del paese che conosco e chiedo loro il costo: loro me lo comunicano (anche se mentre parlano mi visualizzo davanti un dépliant con le loro informazioni) e vengo a sapere che ci sono due costi, uno di 19€ l'altro di 20€, presumibilmente uno per ragazzi e l'altro per adulti, visto che in una c'era la faccia di una ragazza e nell'altra di una donna (tra l'altro, il primo viso mi era famigliare, e aveva i capelli rosso/castani mossi, ma non so perché io sapevo che dovevano essere lisci), anche se leggendo il numero che vedevo non era 19 ma 29, e le vecchiette insistevano che invece era proprio 19.
Allora sconscolato perché non ho abbastanza soldi (avevo poco meno di 20€, dai venti che effettivamente avevo ieri sera nel portafogli) e mi avvicino al cancello guardando la foresta: qui trovo dei miei amici, tra cui sicuramente P., che mi dice che la foresta nel film è stata fatta con effetti speciali uniti a un luogo estero, ma io affermo che si è basata anche su questa foresta, che ora vedo come un plastico nella sua interezza, e con in mezzo anche delle betulle praticamente singole.
E così finisce il sogno.
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Re: Catalogo dei sogni

Messaggioda Nateolius » 12/10/2015, 14:13

Ecco due dei sogni di stanotte!

Il compleanno

La prima cosa che ricordo del sogno è che si sta parlando degli ultimi compleanni, e pensando a compleanni mi viene in mente quello a cui dovrò partecipare sabato sera: penso quindi al luogo, e qualcuno nella mia testa inizia a descrivermelo.
È in sostanza una baita in montagna a 1770 metri (il nome non me lo ricordo), grigia, in muratura di cemento, all'interno della quale c'è abbastanza spazio per la festa: inoltre, mi viene assicurato che nonostante sia metà ottobre sia già possibile fare sci di fondo nei pressi della baita (a 1770 metri?!).
Decido così di controllare di persona e mi ritrovo sul posto, con addosso un paio di sci: esco, ed è proprio così! C'è la neve! (Anche se non proprio così uniforme)
Il paesaggio è quello di alta, alta montagna: attorno a me solo cime deserte, grigie e bianche per la neve e per l'orario (era praticamente notte).
Non c'era uno spiazzo attorno alla casa ma iniziava subito un pendio, come se la cima corrispondesse al posto.
Allora inizio lentamente a scendere, e compare al mio fianco mia madre, che mi parla e come al solito borbotta qualcosa sul fatto che vado a troppi compleanni e sono troppi inaccessibili.
Nello scendere mi fa notare il tetto di una casa che era rimasta sepolta dalla neve in modo da non inciampare con gli sci.
A un certo punto entriamo in un bosco, è già mattina e la neve è sparita: mia mamma me lo fa notare e mi incita a togliermi gli sci.
Nel frattempo è arrivato anche mio fratello, non ho idea da dove ma suppongo dalla baita di prima: come sempre ha mal di pancia, e quindi si allontana leggermente per fare i suoi bisogni nel bosco. Che schifo. Come al solito, lo guardo male.
Poco dopo arriva anche un altro bambino, che lì per lì non riconosco, amico di mio fratello, ma che mi ricorda un bambino sognato la stessa notte: quello nota la puzza, e recuperato mio fratello, se ne vanno.
Mia mamma li segue, lasciandomi ma spronandomi a fare in fretta e andare via con loro.
Allora senza pensarci li seguo ma dopo poca strada mi ricordo degli sci: non posso lasciarli la.
Torno indietro di corsa, e li ritrovo appoggiati alla staccionata, impolverate e coperte di ragnatele: e ora come cavolo faccio? Ci sono vari ragnetti su di esse e di toccarli proprio non se ne parla: ci giro un po' attorno e tolgo le ragnatele più semplici, ma poi mi fermo.
Che fare? Fortunatamente, in quel momento stava passando per la strada accanto alla staccionata la mia professoressa di matematica (tra l'altro più giovane) e mi rivolgo a lei.
Le chiedo se potrebbe prendermi gli sci e lei mi ascolta. Finalmente, raccolgo le racchette dal terreno e poi mi prendo sulle spalle gli sci: per un pezzo seguo la prof per la strada.
È decisamente più gioviale, o meglio: è gioviale anche realmente, e porta bene i suoi anni, ma questi due aspetti sono più esagerati in sogno.
Arriviamo a un pezzo dove due signori stanno salendo per un pezzo nel bosco, dove c'è un'entrata.
La prof li guarda e parla con loro (sebbene a distanza), affermando che queste attività erano promosse dalla scuola per aumentare il suo bacino d'utenza e la sua qualità (??).
A questo punto succede qualcosa di strano: ho una sorta di deja-vu nel sogno di un altro sogno, frammenti di immagini di alcuni luoghi così immensi e le immagini sono così numerose che mi sembra di esserci stato veramente.
Tutt'ora da sveglio, nonostante sia sicuro che fossero pezzi un sogno, non riesco a ricordare quando l'ho fatto e il contesto generale: in sostanza l'immagine principale è quella di un'enorme spianata semi desertica, modificata in modo che sia una sorta di labirinto. I piccoli rilievi della spianata, fatti come se fossero i bordi di grandi spaccature, hanno tracciati sopra dei sentieri, che io assieme ad alcuni amici devo seguire.
Nel mio percorso ricordo di aver incontrato numerose persone reali; tra cui F. e J., ma nel sogno stesso sapevo che non erano reali. Erano come delle figure che apparivano misteriosamente nel mio viaggio.
E tutto questo era strettamente collegato con la scuola, ma non ricordo come: e ora, più ci penso, più questi ricordi mi sfuggono.

Un nuovo sport

Io non sono me stesso, ma sono un bambino di 8-9 anni, biondo, con i capelli piuttosto lunghi e una certa propensione per i motori.
Non mi ricordo ne dove ero ne cosa stavo facendo quando un signore si avvicina a me e mi propone qualcosa che mi avrebbe cambiato la vita, a detta sua. Mi conduce quindi a praticare un certo sport: non ricordo il nome dello sport ma sono sicuro che era diverso da qualsiasi altro esistente.
Consisteva in delle minuscole automobiline, a forma di uovo, con una calotta trasparente, e delle piccole ruote a fianco: esse dovevano essere guidate (dall'interno) appositamente per farle schiantare contro l'ingresso di alcuni corti tubi.
Tuttavia esse non si schiantavano ma venivano frenate immediatamente e dolcemente, e l'obiettivo era quello di farle schiantare con più forza e velocità.
Quello sport mi piaceva molto, e sentivo che ero portato: ero il più giovane partecipante e una signora di un veicolo a fianco del mio mi faceva complimenti costantemente.
Il signore era soddisfatto, e oltre ad avere una faccia famigliare emanava un senso di fiducia e sicurezza.
L'aspetto è confuso, mi ricordo soltanto che era piuttosto alto, con baffi e barba neri, abbastanza slanciato.
Tuttavia questo piccolo limbo di felicità non dura molto: inaspettatamente, senza che mi ricordi il perché (ma nel sogno lo sapevo) non posso più partecipare a queste gare.
Il misterioso signore quindi, triste quanto me, decide di portarmi via e ricondurmi a casa.
Salgo in auto e stiamo percorrendo una strada quando ad un tratto lui parcheggia in uno spazio singolo a destra, ruotando la macchina di 90°: per farvi capire, il parcheggio era sulla nostra destra ma perpendicolare alla strada.
E il cartello, blu come quello che indica un percorso pedonale, recava scritto 'sogni lucidi'.
Io mi domandavo cosa volesse dire (ma dannazione a me!) e dopo essersi fermato un poco, il signore riparte ma torna indietro: e poi nuovamente ripercorre la stessa strada e parcheggia ancora lì.
Io a questo punto mi chiedo cosa faccia, e lui mi risponde che è un modo per ricordarsi più sogni, perché lui non riesce a ricordarsi le sue audizioni canore (e qui scopriamo che era un cantante rock), e vorrebbe farsele venire in mente, mentre ricorda tutte le altre sue esibizioni.
Io cerco di consolarlo, e spiegargli che, se non se le ricorda, è probabile che non le avesse proprio fatte in virtù della sua sicurezza nel proprio talento che rendevano superfluo un provino (tra l'altro le immagini delle sue esibizioni corrispondono con quelle del cantante dei pearl jam, che tra l'altro ho visto solo una volta...?!).
Allora abbastanza convinto, riparte, seguendo la strada in salita verso un rilevo, e il sogno sfuma.
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Re: Catalogo dei sogni

Messaggioda Nateolius » 13/10/2015, 17:28

Ecco a voi due dei sogni di stanotte!
Inizialmente li avevo soprannominati frammenti di sogni perché mi sembravano pochi. Ma alla fine tra i vari frammenti sono usciti due sogni interi, mentre gli altri due sono rimasti troppo vaghi e corti per essere degni di nota (ma quanti ne faccio di recente??).

La tortura
Sono a casa mia e vado in cucina
Uno strano essere (prima mezzo gatto poi mezzo troll) sta frugando nel cestino della spazzatura sotto il lavandino: penso solo che cosa curiosa e poi mi guardo attorno.
Seduti tra il tavolo e la credenza ci sono tre miei amici, di cui una la riconosco, G.
Non ricordo se fossero incatenati, ma visto il seguito pare proprio di sì.
Decido di sedermi anche io, e vedo che l'essere di prima, ora trasformato in un troll quasi umano, si é avvicinato a noi.
Ha in mano una pinza e le sue intenzioni sono chiarissime: vuole farci del male.
Ma sono tranquillo, non mi preoccupo troppo: osservo la scena con un certo distacco, mentre l'essere con una pinza schiaccia i lobi delle orecchie di G. strappandoglieli.
Ricordo ancora sangue che fluiva copiosamente, ma ancora non ero nel panico, solo un po' più allarmato: non volevo che fosse fatto su di me.
Poi si allontana: tira fuori una specie di piccola balestra e tira una freccia a G., che si indica nella gamba e poi si apre leggermente, così da fare sollevare un poco la pelle.
L'essere ripete la cosa e questa volta prende la spalla: queste ferite si chiuderanno poi rasando la pelle che fuoriesce (non so come ma vabbé).
G. è ovviamente dolorante: ma non è ancora finita. Infatti il mezzo troll con la pinza di prima le afferra la lingua e le strappa la punta, per poi buttarla in un contenitore insanguinato a forma di teschio di t-Rex.
Ora si dirige verso di me: ripete il procedimento con i lobi, ma senza strapparli, semplicemente lo schiaccia.
Il dolore è palpabile ma ancora non sono disperato, non c'è panico in me, sono distaccato in massima parte.
Tiro fuori un fazzoletto dal nulla e me lo tampono tra i due lobi per asciugare il sangue.
A questo punto l'essere misterioso si ferma, va in salotto e come si accuccia si trasforma in un gatto.
Chiedo allora agli altri che cosa sia e chi sia: mi rispondono che quando dorme ed è occupato è tranquillo mentre appena non ha nulla da fare diventa violento.
Tuttavia io al momento penso che sarà lui, una volta tranquillizzato è soprannominato con un nome che inizia per A che non ricordo, a salvarci smaltendo tutti i cumuli di rifiuti.

La vacanza
Sono in una camera di albergo: mi sono appena svegliato. Siamo al mare, sono con i miei nonni ma ci sono anche altre persone, tra cui A., una persona molto bella del mio paese.
Mi alzo dal letto che è matrimoniale, da verso una finestra a sud ed è alla sinistra del bagno: l'assetto mi ricorda una versione marittima di una stanza reale occupata durante il mio
soggiorno estivo in Slovenia.
Cerco le calze, come d'altronde faccio sempre quando mi sveglio, e dopo una piccola ricerca finalmente le trovo. A. è nel bagno e si sta preparando per uscire, immagino in spiaggia, e mio nonno sta dicendo a mia nonna quando il mare fosse agitato: effettivamente le onde erano molto mosse, guardando dalla finestra, e uno strato di acqua era color marrone chiaro.
Guardare il mare mi ha evidentemente trasportato in spiaggia perché voltando la testa sono sotto il mio ombrellone, mentre i miei nonni sono poco più interni su due sdraio singole.
Osservando nuovamente il mare, noto che è molto più mosso: un'onda vicinissima alla spiaggia ha un'intensità molto maggiore del previsto e bagna tutto fino a poco prima dei miei nonni.
Persino il mio ombrellone è fradicio! Decido quindi di raccogliere le borse / borsette appese e portarle ai nonni, che mi ringraziano.
Nel frattempo lo scenario cambia velocemente ed è sera: sono consapevole che il tempo è conseguente alla scena precedente ma ora siamo a una sorta di festa di paese. Ci sono molti tavoli di legno scuro, posti a file una più alta dell'altra, su una sorta di pendio: la luce proviene da fiaccole lanterne e altre piccole cose, per cui è fioca e suggestiva.
Al contempo, i tavoli sembrano essere inseriti in un contesto più reale: la strada che va dall'edicola alla mia vecchia scuola elementare li contiene.
È ovviamente sera e risalgo la strada fino ad arrivare all'inizio della festa e di spalle trovò seduto A.,un mio amico.
Ha i capelli più lunghi del solito ma anche più ricci, sebbene piu a 'rami' unificati, quasi come dei rasta sciolti.
Attirò la sua attenzione e mi saluta: ci incamminiamo per la festa.
Vedo i miei nonni: mi fermo un attimo per parlarci e penso 'dai così A. vedrà mia nonna finalmente e ammetterà che è bella', ma ciò non accade, e ce ne andiamo di lì.
Passeggiando, arriviamo alla mia vecchia scuola, e gliela mostro: è diversa dal solito, sembra più moderna e le distanze non sono le stesse.
Qui mi sorge qualche dubbio, ma lo liquido dicendo che era un po' che non la osservavo.
In ogni caso, al posto che essere un unico edificio sono piu edifici variamente colorati, tra rosso blu e giallo, modularmente, e sulla sinistra c'è una palestra nuova, che ha anche al suo interno un angolo pesi e macchinari vari (in una scuola elementare??).
Tuttavia dopo questa osservazione il sogno sfuma e crolla.
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