Salve a tutti!
Dopo essermi iscritto a questo bel forum tre anni fa ed esser quindi colpevolmente "scomparso" appena dopo le presentazioni accantonando momentaneamente le sperimentazioni nel mondo onirico, eccomi ritornare con rinnovato interesse e stavolta più motivato che in passato.
Chi frequenta abitualmente la chat ha già avuto modo di conoscermi da qualche giorno. Per chi non la frequenta, mi re-introduco dicendo che dopo un periodo di blackout pressochè totale in cui non riuscivo a ricordare praticamente nessun sogno sono finalmente ritornato a ricordarne facendo meditazione riepilogativa e quindi recitando un mantra ogni sera prima di addormentarmi, unitamente a quanto si raccomanda di fare al risveglio per evitare lo svanire del ricordo. Ovviamente ho anche "inaugurato" il mio personale diario onirico cartaceo sul quale trascrivo tutti i sogni che ricordo cercando di scriverli riportando più particolari possibili. Così, in attesa di arrivare ad avere qualche lucido (non ho fretta, lascio di impiegarci il tempo che mi ci vorrà), apro questo thread dove riporterò i miei sogni comuni che reputo degni di esser postati; probabilmente i primi che scriverò non saranno particolarmente lunghi o originali, ma spero di poter offrire via via racconti sempre più interessanti a mano a mano che proseguirà la mia esperienza.
Ogni tipo di osservazione (anche sul metodo di scrittura dei sogni) e ogni consiglio saranno i benvenuti.
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Notte tra il 05.11 e il 06.11.2015
LA FESTA
E' notte fonda. Mi trovo in una sala rettangolare abbastanza grande situata direttamente all'accesso di un normale palazzo condominiale di una qualsiasi periferia cittadina. Intuisco che si tratta solo di una parte di un appartamento più grande in quanto sul fondo della sala si trova una porta bianca chiusa, mentre la porta dall'altro lato è invero proprio il portone del palazzo che dà sulla strada dalla quale si sentono in lontananza camminare le macchine, un portone dal disegno semplicissimo e fatto in un ottone di colore giallo-dorato spento. Le pareti della sala sono di colore bianco lattiginoso leggermente rilucente e completamente disadorne, mentre lo spazio è occupato per gran parte della sua lunghezza da un grande tavolo di legno di colore marrone scuro con sopra poggiata una tovaglia bianca semplicissima ed imbandito di molti cibi non particolarmente ricercati.
Sono seduto al tavolo con molte altre persone di tutti i tipi. Tuttavia ci sono pochissimi giovani, la maggiorparte sono uomini e tutti sono di età che va orientativamente dai 40 ai 50 anni o anche di più. Mentre mangio qualcosa converso con tutti del più e del meno; talvolta mi alzo assieme a qualcun'altro e passeggiando per la sala continuo a chiaccherare.
E' presente anche la mia amica Sofia, la più giovane ed esteticamente la più bella ed attraente tra tutte le persone presenti, che pur essendo russa e non avendo mai studiato la mia lingua scopro parlare un perfetto italiano, rimanendo per questo un poco sorpreso. Mentre sono in piedi mi ritrovo a parlare anche con lei. Senonchè, all'improvviso, prima che la festa giunga a conclusione, lei mi dice di dover andare via e che per tornare a casa prenderà l'autobus la cui fermata si trova appena varcata la soglia del portone, guardando la strada sulla destra. Così infila il cappotto beige con collo e maniche di pelliccia, e nell'uscire mi rivolge con cortesia alcune parole di leggera disapprovazione, come per farmi un piccolo appunto e rifiutare una mia proposta o osservazione.
Appena è andata via, un uomo tra quelli presenti in sala mi si avvicina e volgendosi al mio orecchio mi dice con tono piuttosto seccato verso di lei: "Hai visto che tipa? Se ne va. E a quest'ora di notte prende l'autobus. Ci impiegherà almeno 5 o 6 ore per arrivare a casa!".
Qui il sogno inizia a sfumare, e lentamente mi sveglio.