Si può iniziare da soli, fino a un certo punto.
In quanto al vedersi in terza persona... dipende.
Normalmente pensiamo a noi stessi come un "Io", un'unità. Questa visione di noi stessi, per chi si osserva attentamente, è illusoria. Intanto c'è il nostro corpo, che opera in gran parte autonomamente, che può operare anche senza che noi siamo consapevoli (quante cose facciamo "sovrappensiero"?). Solo perché abbiamo un certo controllo del nostro corpo, o meglio della parte mentale che controlla il nostro corpo (il centro istintivo-motorio), ci identifichiamo nel nostro corpo. Nello stesso tempo però pensiamo di essere altro che il nostro corpo, lo stesso termine "il mio corpo" lascia intendere che il corpo ci appartiene ma non siamo "noi".
Anche la mente però è fatta di parti per certi versi autonome, anche più del corpo. Ad esempio il centro emozionale, che a differenza del corpo e del centro razionale non è sotto il nostro controllo: noi non controlliamo il centro emozionale nello stesso modo in cui controlliamo, poniamo, un braccio.
Posto quindi che siamo composti da parti interagenti ma più o meno indipendenti, cosa dire del senso dell' "io", dell'essere unità? Anche questo, a una osservazione attenta, si rivela illusorio, una costruzione mentale piuttosto che una realtà. Questa verità emerge solo dopo un'attenta osservazione interiore, che deve essere effettuata dalla pura consapevolezza, senza intervento nell'osservazione dello stesso "io" che viene osservato. L'osservazione è impersonale, asettica, senza giudizio di sorta. E' l'osservazione di una telecamera interna che invece che immagini osserva pensieri, emozioni, sensazioni, ricordi...
La meditazione vipassana è un'ottima base di partenza, vi consiglio questi articoli introduttori:
http://www.centronirvana.it/articolididharma129.htm