Forse sarete d'accordo con quanto è scritto sotto, forse no, in ogni caso non ce l'avrò con voi, a meno che non siate voi ad attaccarmi prima
Il punto di questo topic - da parte mia - è mostrare come la scienza non sia un sistema perfetto che permette di arrivare a conclusioni certe e in cui si può avere assoluta fiducia. È insomma una risposta a tutte quelle critiche fatte sulla base del "ciò che dici sarebbe bello, ma va contro la scienza/la scienza ha una spiegazione migliore". Si sente dire spessissimo al giorno d'oggi, anzi, chi crede in qualcosa nonostante le "prove" contrarie fornite dalla scienza viene dato per pazzo o quantomeno non del tutto a posto. Ritengo che si tratti di un semplice fenomeno culturale dovuto all'incessante progresso dell'ultimo secolo, dovuto di certo in buona parte alla scienza, che ha fatto crescere enormemente la fiducia in questa visione della vita (la scienza non è nulla di diverso), facendo contemporaneamente calare la fiducia in altri approcci quali le religioni. Dunque, iniziamo.
La spiegazione scientifica non cerca di spiegare a priori come potrebbe funzionare qualcosa basandosi su conoscenze già possedute ed evitando di introdurre aree sconosciute, ma è la semplice osservazione della realtà che avviene a posteriori. Il fatto che sia "scientifica" significa solo che nessun esperimento l'ha finora contraddetta; ogni fenomeno può essere spiegato in infiniti modi, la scienza non fa altro che fare esperimenti che confutano una parte di queste spiegazioni, e fra quelle rimanenti la più probabile viene data per buona.
- Primo grosso problema: questa modalità d'azione prevede che l'osservazione ripetuta di un fenomeno ne stabilisca l'universalità; idea radicata in tutti al giorno d'oggi ma che per le sue stesse caratteristiche non può essere provata. Ad esempio nessun fisico potrà mai dirvi a quali leggi l'universo sottostava 8 miliardi di anni fa, può solo presumere che siano le stesse di oggi.
Secondo grosso problema: gli scienziati, nello stabilire qual'è la spiegazione "più probabile" fra le rimanenti, devono necessariamente intervenire con una scelta puramente arbitraria, non dettata dalla logica ferrea ma solo da "eleganza scientifica"; insomma l'idea che meglio corrisponde, come un mattoncino lego, alle altre idee già accettate scelte allo stesso modo (e che soffrono perciò degli stessi problema).
Se il vostro dubbio ora è "ma così mi stai dicendo che nulla può essere spiegato con certezza" ebbene sì, è quello che vi sto dicendo. Almeno, è quello che penso io.
Nota: studio biologia, quindi non dite che attacco la scienza da "profano"... la scienza mi interessa, ma non sono uno di quegli esaltati moderni convinti che possa spiegare tutto.
Nota 2: risposta alla critica "non abbiate fiducia in niente... ma tu come puoi avere fiducia in [inserire qualsiasi cosa qui]?": io non ho fiducia in qualcosa nel senso che ci credo ciecamente, al contrario, mi ritengo un "agnostico assoluto" nel senso che preferisco non credere ciecamente a nulla, lasciando però così aperte tutte le possibilità. Io non ho una singola prova, neppure un singolo indizio valido, che le cose stiano in un certo modo. Perché dovrei buttarmi a pesce su una qualsiasi fede? Piuttosto, preferisco agire come meglio sento (ed essendo cresciuto fra cristiani i miei valori non sono tanto diversi, anche se non ho la loro fede). Non so se ha senso, ma, dato che ogni cosa potrebbe averne o no, nulla potrà convincermi che agisco in modo sbagliato. Comunque, dei valori li ho; almeno riconosco che non sono assoluti e tollero quelli diversi dai miei.
Nota 3: anzi, dirò che una cosa in cui credo c'è: proprio l'idea che nulla possa essere certo in maniera assoluta. Ho dei dubbi su qualche punto in effetti (qualcosa di cui potremmo ritenerci certi), ma fondamentalmente la penso così.
Nota 4: no, Ratzinger non mi ha ancora tacciato di "pericoloso relitivista". Non personalmente, almeno