Indice Conversazioni Off Topic La dimora del filosofo > Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Pensieri liberi di un certo spessore, riflessioni, ipotesi e speculazioni di varia natura. Ragionamenti all'interno dell'ambito umanistico non necessariamente attinenti all'onironautica.

Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda Arlu » 10/04/2011, 15:32

"Il solipsismo è la credenza secondo cui tutto quello che l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza": questo è l'incipit della relativa voce su wikipedia.

Ammetto di non aver ancora approfondito molto oltre la pagina in questione, ma ho trovato l'argomento contorto quanto interessante. Qualcuno è al corrente di questa corrente filosofica e delle relative implicazioni? Non so se e a quali estremismi possa portare, ma che la realtà che ci attornia sia un qualcosa che in qualche modo ci creiamo, è un'idea che mi affascina, e trovo abbastanza valida.

Tutto sommato, tutto ciò che percepiamo, è dato dalla mediazione del nostri sensi, del nostro corpo e della nostra mente: tanto che, durante un sogno lucido, la definizione che di solito diamo di "sogno" e "realtà" può del tutto sbiadire, tra le due non c'è differenza. La realtà, a questo punto, è ciò che noi percepiamo come tale.
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda blackmoral » 10/04/2011, 18:15

Parlando di solipsismo i primi nomi che mi vengono in mente sono Berkeley, che pensava che tutto quello che percepiamo è solo un'impressione causata da una nostra idea e Hume, che più che altro, a furia di scavare per cercare una conoscenza certa, affermava che solo le verità matematiche sono tali (tra l'altro concetto ingenuo, oserei dire, le conoscenze matematiche non sono poi così certe).
Quella di Berkeley è una tesi come un'altra, che si può seguire o meno, quella di Hume, in quanto sospensione del giudizio, è l'unica teoria filosofica perfettamente condivisibile e dimostrabile. Rimane però che secondo me ha un'utilità pratica pari a zero.
Per le implicazioni, secondo me, il solipsismo significa andarci giù pesante: mi sembra piuttosto estremo, per quanto affascinante. Che poi quello che percepiamo come reale non sia davvero come sono le cose è indiscusso, ma questo dove ci porta? Ci rende migliori? Ci dà la possibilità di porci in un modo propositivo verso il mondo? No. Sapere se la realtà esiste o meno, se essa si appiattisce in sogno o meno, non mi è di nessun conforto. Perché, nella praticità del quotidiano (per quanto l'esercizio mentale possa essere salutare, alla fine è sempre con la praticità che ci dobbiamo raffrontare), la realtà e il sogno sono distinti. E poco importa se mi sto immaginando tutto, se il post che tu hai scritto è solo la mia coscienza che si pone una domanda, o se il mio post che tu ora stai leggendo è la TUA coscienza che mette in dubbio la veridicità del tutto.
Ti lascio con un estratto da un libro molto bello, L'eleganza del riccio di M. Barbery, che non parla di questo argomento propriamente, ma mi è venuto in mente parlando della praticità di tutto questo. Rimpiazza semplicemente il blob verde con il... beh, con il nulla.

" Facciamo un esempio a caso, prendiamo un simpatico gatto di nome Lev. Perché? Perché con un gatto credo sia più facile. Vi chiedo: come potete essere certi che si tratti di un gatto e addirittura sapere che cos'è un gatto? Potremmo plausibilmente supporre che questa conoscenza si formi grazie alla vostra percezione dell'animale, corredata da qualche meccanismo concettuale e linguistico. Gli idealisti invece rispondono che è impossibile sapere se ciò che noi percepiamo e concepiamo del gatto, ciò che la nostra coscienza avverte come gatto, sia o meno perfettamente conforme a quello che è il gatto nella sua intimità profonda. Forse il mio gatto, che al momento colgo come un quadrupede obeso con baffi vibranti e che nella mia mente sistemo nella casella etichettata "gatto", è in verità e nella sua stessa essenza un'appiccicosa palla verde che non fa miao. Ma i miei sensi sono conformati in modo tale che non mi appaia questo, e che l'immondo ammasso di colla verde, ingannando il mio disgusto e la mia ingenua fiducia, si presenti alla mia coscienza nelle sembianze di un animale domestico ingordo e setoso.
[...]Esiste l'idealismo di Edmund Husserl, nome che ormai mi fa pensare a una marca di tonache per preti irretiti da un oscuro scisma della chiesa battista. Per quest'ultima teoria esiste solo l'apprensione del gatto. E il gatto? Vabbè, ci si passa sopra. Il gatto non serve. A che ci serve? Quale gatto? A questo punto la filosofia è libera di abbandonarsi completamente alla lussuria del puro spirito. Il mondo è una realtà inaccessibile che sarebbe vano tentare di conoscere. Che cosa conosciamo del mondo? Niente. Se ogni conoscenza non è altro che l'esplorazione che la coscienza riflessiva compie di sé stessa, allora possiamo mandare il mondo a quel paese. Questa è la fenomenologia: la "scienza di ciò che appare alla coscienza". Come si svolge la giornata di un fenomeno-logo? Si alza, è cosciente di insaponare sotto la doccia un corpo la cui esistenza è priva di fondamento, di buttar giù toast annichiliti, di infilarsi abiti che sono come parentesi vuote, di recarsi in ufficio e di afferrare un gatto. Poco lo riguarda se questo gatto esiste o non esiste e che cosa sia nella sua essenza. L'indimostrabile non lo interessa. Al contrario, è innegabile che alla sua coscienza appaia un gatto, ed è proprio questo apparire che preoccupa il nostro uomo.
"

Vita triste quella del fenomenologo.
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda Nihilus » 10/04/2011, 20:17

Penso di essere uno dei rari esemplari di solipsista in circolazione : Chessygrin :
Arlu le implicazioni del solipsismo dipendono se si tratta di solipsismo metodologico o solipsismo in sè e per sè: nel primo caso si tratta soltanto di un punto di partenza, di un primo momento tetico della ricerca filosofica che viene poi superato. Nel secondo caso è la tesi principale del filosofo, il punto di arrivo della sua ricerca. Il solipsismo d'altra parte è strettamente legato allo scetticismo, sono difatti dei ragionamenti scettici a portare a queste tesi dall'apparenza bizzarra.

blackmoral, tu dici che:
Per le implicazioni, secondo me, il solipsismo significa andarci giù pesante: mi sembra piuttosto estremo, per quanto affascinante. Che poi quello che percepiamo come reale non sia davvero come sono le cose è indiscusso, ma questo dove ci porta? Ci rende migliori? Ci dà la possibilità di porci in un modo propositivo verso il mondo? No. Sapere se la realtà esiste o meno, se essa si appiattisce in sogno o meno, non mi è di nessun conforto. Perché, nella praticità del quotidiano (per quanto l'esercizio mentale possa essere salutare, alla fine è sempre con la praticità che ci dobbiamo raffrontare), la realtà e il sogno sono distinti.

Il solipsismo non è una filosofia morale sebbene sulla morale abbia non poca influenza, un solipsista non si preoccupa di cosa significhi tutto questo dal punto di vista pratico, la sua è una ricerca speculativa del tutto avulsa da considerazioni relative alle "applicazioni".
Inoltre tu dici che
nella praticità del quotidiano la realtà e il sogno sono distinti
ma questo non lo puoi sostenere "globalmente", nel senso che non puoi essere sicura che quello che vivi ora sia un sogno, dopo ogni risveglio puoi dire che quello che c'era prima è un sogno, ma nulla ti assicura sull'effettiva realtà di quello che è il tuo vissuto nel momento presente.
D'altra parte ogni distinzione tra realtà e sogno si basa sulla memoria (ricordo che sognavo, poi ricordo di essermi svegliato e quindi sono nella realtà), ma la memoria non è una fonte certa di conoscenza; nei sogni poi i falsi ricordi possono coprire il lasso di una vita intera di fatto costruendo una personalità diversa intorno al nostro ego. Quindi, come vedi, a voler portare a fondo gli argomenti scettici anche la nostra stessa personalità, il nostro stesso essere noi stessi, è posto in discussione perchè questo essere noi stessi è determinato dal vissuto e il vissuto è sedimentato nella memoria che è fragile, instabile e mutevole più di quanto siamo disposti ad ammettere.

Riguardo alla fenomenologia a mio giudizio è da fare una piccola precisazione: lo scetticismo e il solipsismo dei fenomenologhi sono soltanto metodologici, ad essi non interessa discutere dell'effettiva realtà del mondo, l'epochè fenomenologica è diversa dalla presa di coscienza dello scettico assoluto e solipsista che la "realtà effettiva" non ha alcunchè di effettivo ed è semplicemente una sovrastruttura della coscienza.
E poi non penso affatto che sia triste la vita di un fenomenologo! E' molto più triste la vita di chi queste domande non se le pone o non se le vuole porre : Smile :
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda blackmoral » 10/04/2011, 21:02

No, quello che io sostengo è che la domanda "La realtà esiste? è come la percepisco?" è più che legittima, ma rispondere o meno a questa domanda non cambia un cavolo, perché tanto non potrò mai avere una risposta certa e, a conti fatti, non mi serve a niente nella praticità. Quindi non sto dando al solipsismo un carattere morale che non ha, ma sto dicendo che, per la sua ininfluenza totale sulla moralità, è completamente inutile per me.
Io dico che la realtà e il sogno sono distinti nella vita di tutti i giorni, anche se magari la verità è che tutto quello che io considero realtà non è altro che un sogno: questo perché, se io non facessi una distinzione tra quello che mi sembra realtà e quello che mi sembra sogno, potrei cercare di buttarmi giù dalla finestra in questo istante, perché non crederei di farmi male o anche se mi facessi male, non avrebbe importanza, perché tanto è tutto creato dalla mia mente, quindi chissenefrega no? Invece a livello pratico, non mi conviene buttarmi giù dalla finestra (anche se al forum effettivamente converrebbe XD)

L'estratto che ho pubblicato non era per definire il solipsismo come fenomenologia, ma era per dire che, se non credi che esista niente al mondo, TUTTO perde significato. Oltre alle cose banali, come i bei vestiti, le belle case o cose simili, anche la cultura, lo studio, le emozioni, la bellezza... Perdono significato, perché tanto non esistono. Io credo invece che, se esistono o meno, a me poco importa. Quello che mi importa è quell'impressione creata dalla mia stessa coscienza di queste cose. Altrimenti, potrei anche passare la giornata a fissare il nulla e aspettare di morire. Invece, visto che si spera io abbia ancora almeno una cinquantina di anni da occupare, tanto vale goderseli, con tutte le cose sopra citate.
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda Arlu » 11/04/2011, 10:25

Bene. Comincio un po’ a diradare la nebbia che attornia il termine "solipsismo", e per questo ringrazio blackmoral e Nihilus per i corposi contributi: siete evidentemente molto più preparati di un profano come me sull’argomento.

Partendo dal presupposto che non ho ancora una personale e chiara summa dell’argomento, provo a spiegare meglio il mio attuale pensiero al proposito, sperando di risultare più chiaro e meno noioso possibile. Scusate la lungaggine, ma il discorso è complesso, e per di più neppure chiaro (per me, in primis).

Riprendendo il concetto espresso da Nihilus, concordo sul fatto che non ci si possa accorgere di stare sognando se non una volta svegli (certo, a parte il caso dei sogni lucidi): non ci sono condizioni oggettive di alcun tipo, secondo me, che possano dunque provare una qualche oggettività del mondo che ci circonda. Con questo non intendo dire che il mondo fenomenico non esista, ma che ognuno di noi lo percepisce ed esperisce in modo “relativo”, contribuendo in prima persona alla sua determinazione. Quest’ipotesi sembrerebbe essere confortata dalle ormai celebri e neanche più molto recenti scoperte nell’ambito della fisica quantistica.

A questo punto, come procedere? Se tutto è relativo, come mai, ad esempio, tutti invecchiamo, e tutti siamo sottoposti alla legge di gravità? Anche il tempo, è stato dimostrato, non è un’entità assoluta, ma dipende dalla nostra percezione, dal livello in cui, col nostro corpo fisico, partecipiamo allo svolgersi dell’esistenza; se le nostre gambe ci permettessero di correre a velocità luminali o quasi, avremmo un’esperienza totalmente diversa del concetto di “tempo”, così come quello di “spazio”.

Così come abbiamo limiti fisici e sensoriali che confinano l’esperienza che normalmente possiamo avere di quella che chiamiamo realtà, penso siano alte le probabilità che anche la nostra mente sia sottoposta a dei clichè, per cui – abitualmente – tutti noi proviamo spesso esperienze che ci appaiono come del tutto simili. Da che cosa vengono questi clichè? Non saprei, forse ci sono stati imposti dalla nostra evoluzione, degli archetipi donatici dalla Storia per favorire la nostra sopravvivenza fisica, e dunque la continuazione della specie.
D’altra parte, a meno di non ammettere che niente esiste al di fuori di me stesso, compresi voi, dunque, che sareste una mia fantasia, qualcosa di definito deve pur esistere. Forse è qualcosa di simile alle Idee platoniche, non lo so.

Anche in questo caso, comunque, non posso essere certo che non mi stia sognando tutto, per quanto ritenga più probabile che la mia immaginazione sia soltanto un mezzo che attinge e da forma ad un qualcosa di reale. Penso che una realtà ultima sia esperibile solamente da una conoscenza di tipo intuitivo, perché utilizzando un discorso logico-razionale non vedo chiare vie d’uscita all’orizzonte. Non so se e quanto questo rientri nella trama del solipsismo, metodologico o meno (Nihilus, da solipsista che mi dici?).

Un’ultima nota, sulla questione sollevata da blackmoral, quella morale, che ritengo molto importante. Se anche non esistesse una realtà oggettiva (come noi comunemente intendiamo tale termine) là fuori, questo non porterebbe automaticamente ad un’abolizione della morale. Sia che questa realtà sia da noi modellata ed immaginata, sia che sia totalmente creata da noi (solipsismo). Anzi, in questi ultimi due casi possiamo ritenerci ancora più responsabili delle nostre azioni, perché contribuiamo a formarle in maniera ancora più diretta di quanto solitamente pensiamo.

Se anche mi riconoscessi come il creatore del mondo che mi circonda, non posso non riconoscere, in quanto lo osservo nel quotidiano svolgersi della vita, che le entità che popolano questo mondo hanno dei loro propri sentimenti, che non posso cambiare a comando, con un colpo di bacchetta. Non riesco ad avere un controllo assoluto, come invece posso ottenere, almeno in teoria, all’interno di un sogno lucido. E se io sono il dio di queste creature, che provano “proprie” emozioni, sono responsabile per loro. Un istintivo senso di “pietas” rimane, alla vista di un essere sofferente, e se riconosco che è totalmente in mio potere alleviargli questa sofferenza, sono maggiormente spinto ad agire in quella direzione.

In ultimo, non ritengo che tutto questo non abbia alcuna rilevanza pratica. Altrimenti estenderei il concetto alla filosofia in generale. Costruirsi una base concettuale sulla quale muoversi è per me importante per tutto il resto, per avere un po’ più chiaro come muoversi nella propria vita.
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda Nihilus » 11/04/2011, 12:49

Quindi non sto dando al solipsismo un carattere morale che non ha, ma sto dicendo che, per la sua ininfluenza totale sulla moralità, è completamente inutile per me.

Perchè limitarsi soltanto alle speculazioni morali? Ci sono un sacco di altri concetti interessanti da analizzare, e poi è indubbio che le riflessioni morali dipendano fortemente da quelle ontologiche, in un certo senso queste ultime formano la base concettuale su cui ogni filosofo opera.

E poi chi ha detto che il solipsismo non ha ricadute morali, certo che ne ha. Ho soltanto detto che le riflessioni che portano al solipsismo non si prefiggono obiettivi di ordine morale, a priori. Non penso che qualcuno avrebbe mai rimorsi ad uccidere o torturare in un sogno lucido dato che le proiezioni mentali delle persone non hanno coscienza propria.
Ciò tuttavia non significa che un solipsista non abbia morale: il mondo fenomenico potrebbe comunque essere oggettivo e questa possibilità se da un lato nega la sua realtà ontologica dall'altro non dissolve le usuali regole morali.

se non credi che esista niente al mondo, TUTTO perde significato

O forse sarebbe meglio dire che tutte le cose futili che siamo abituati a considerare importanti perdono significato, mentre assumono il loro vero significato le cose davvero importanti.
La cultura, lo studio e le emozioni non perdono significato, mantengono il loro significato e acquisiscono una maggiore profondità se capisco che in verità tutte le emozioni sono le mie emozioni, tutta la cultura e il sapere non sono altro che il platonico ricordare cose che si sapevano già o il crearne di nuove imparandole.
E poi non ti buttare giù così, sei un ottima utente del forum : Thumbup :

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Con questo non intendo dire che il mondo fenomenico non esista, ma che ognuno di noi lo percepisce ed esperisce in modo “relativo”, contribuendo in prima persona alla sua determinazione.

Il riassunto che hai fatto non è molto solipsistico: l solipsismo afferma precisamente che il mondo fenomenico e le persone, che siamo abituati a considerare altro da noi, sono a dispetto delle apparenze parte integrante della nostra coscienza.

Quest’ipotesi sembrerebbe essere confortata dalle ormai celebri e neanche più molto recenti scoperte nell’ambito della fisica quantistica.

Premetto che non sono un esperto di fisica, nè tantomeno di fisica quantistica, ma prudenza consiglia di non fare affermazioni troppo impegnative su cose che non si conoscono bene. Non ho capito esattamente a quali scoperte della fisica quantistica ti riferisci nè che legame diretto abbiano con il solipsismo, ti posso dire però che vi sono delle interpretazioni della meccanica quantistica, in particolare quella di Copenhagen, secondo le quali l'osservazione di una particella influenza il suo comportamento e che osservazioni differenti portano a comportamenti differenti, in generale. Si possono fare molte speculazioni filosofiche sulla fisica quantistica, ma non capisco bene il nesso con il solipsismo...

Per concludere:
qualcosa di definito deve pur esistere [...] Penso che una realtà ultima sia esperibile solamente da una conoscenza di tipo intuitivo, perché utilizzando un discorso logico-razionale non vedo chiare vie d’uscita all’orizzonte.

Beh dipende tutto dal significato che si da alla parola "esistere" ed è tutt'altro che facile darne una definizione, in un modo o nell'altro ogni filosofo si è spaccato la testa su questa questione senza ovviamente cavare un ragno dal buco. D'altra parte anche questa tua fiducia nella possibilità di una comprensione intuitiva dell'esistenza e dell'essere in fondo non è motivata da altro che non sia la mancanza di una comprensione logico-razionale di tali concetti.

Costruirsi una base concettuale sulla quale muoversi è per me importante per tutto il resto, per avere un po’ più chiaro come muoversi nella propria vita.

Condivido in pieno : Thumbup :
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda Arlu » 11/04/2011, 22:53

Nihilus ha scritto:Il riassunto che hai fatto non è molto solipsistico: l solipsismo afferma precisamente che il mondo fenomenico e le persone, che siamo abituati a considerare altro da noi, sono a dispetto delle apparenze parte integrante della nostra coscienza.

In che senso, puoi spiegarti meglio? E' come ho capito io, che un "solipsista puro" crede che tutto, al di fuori di se, sia una sua proiezione, come appunto accade nei sogni? Oppure, cosa che non credo, intendi che, a sua volta, la propria coscienza è, come tutto il resto, una sfaccettature, di un Tutto che comprende ogni cosa?

Premetto che non sono un esperto di fisica, nè tantomeno di fisica quantistica, ma prudenza consiglia di non fare affermazioni troppo impegnative su cose che non si conoscono bene. Non ho capito esattamente a quali scoperte della fisica quantistica ti riferisci nè che legame diretto abbiano con il solipsismo, ti posso dire però che vi sono delle interpretazioni della meccanica quantistica, in particolare quella di Copenhagen, secondo le quali l'osservazione di una particella influenza il suo comportamento e che osservazioni differenti portano a comportamenti differenti, in generale. Si possono fare molte speculazioni filosofiche sulla fisica quantistica, ma non capisco bene il nesso con il solipsismo...

Il nesso non era infatti tra fisica quantistica e solipsismo, forse non mi sono espresso bene: era tra fisica quantistica e la mia propria visione generale delle cose, che stavo cercando di spiegare. Lungi da me voler millantare chissà quale conoscenza in campo di fisica quantistica, quel poco che so mi basta per un'affermazione come quella di sopra. Mi riferivo soprattutto all'interpretazione di Copenaghen, come hai intuito: "Con questo non intendo dire che il mondo fenomenico non esista, ma che ognuno di noi lo percepisce ed esperisce in modo “relativo”, contribuendo in prima persona alla sua determinazione."

D'altra parte anche questa tua fiducia nella possibilità di una comprensione intuitiva dell'esistenza e dell'essere in fondo non è motivata da altro che non sia la mancanza di una comprensione logico-razionale di tali concetti.

Su questo, penso tu abbia ragione. Dato che il primo e più facile (o meglio più familiare, per la nostra cultura occidentale) approccio fallisce, considero valida la via dell'intuizione. Al momento, comunque, trovo in effetti inattaccabile la posizione solipsista, per come l'ho intesa; o meglio, non posso affermare che è falsa, negando a priori una validità a questa visione. Come posso dire, appunto, che tutto quello che è attorno a me non è un sogno, se ci sono ancora dentro? Se mai diverrò un Illuminato, magari qualche suggerimento in proposito lo lancerò : Mr green :
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda blackmoral » 21/04/2011, 16:36

Non voglio dire che il solipsismo porta a un'abolizione della morale (anche se in tal caso è molto più facile giustificare l'assenza della stessa), dico solo che non dà un contributo particolarmente utile alla formazione di un proprio codice etico.
Io sono per una visione pratica della filosofia, che ritengo essere uno dei campi di studi più affascinanti e utili. Oltre all'importanza della storia della filosofia che ora non c'entra niente, creare un proprio codice filosofico mi sembra molto importante, ma per essere applicato nella vita di tutti i giorni, cosa che dal mio punto di vista il solipsismo non fa. Certo, è uno schema mentale che permette di vedere le cose con un atteggiamento differente (anche più distaccato e obiettivo se vogliamo?), ma non fa proprio al caso mio. Sinceramente non mi sembra che stia molto in piedi (senza offesa, ovviamente, Nihilus) l'idea che le cose importanti assumono ancora più importanza e quelle frivole la perdono. Se tutta la cultura è nella mia mente e in essa non c'è nulla di vero, beh, complimenti al mio cervello, si è inventato un bel po' di roba. Ma alla fine, a cosa serve imparare? Apprendere nuove cose si riduce a inventare nuovi dettagli su un mondo che non esiste. A che pro? Perché piuttosto non fissare il vuoto come un vegetale?


Piccolo OT petulante per Arlu: la pietas è l'essere pii agli dei e rispettosi della famiglia, non l'essere misericordiosi. La pietas quindi è sì un'inclinazione naturale, ma che deve essere coltivata ed educata, quindi non direi che sorge spontanea. Scusa se faccio la saputella, ma latino è sempre stata la mia materia preferita XD
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda Arlu » 21/04/2011, 21:04

blackmoral ha scritto:Piccolo OT petulante per Arlu: la pietas è l'essere pii agli dei e rispettosi della famiglia, non l'essere misericordiosi. La pietas quindi è sì un'inclinazione naturale, ma che deve essere coltivata ed educata, quindi non direi che sorge spontanea. Scusa se faccio la saputella, ma latino è sempre stata la mia materia preferita XD

Il latino non l’ho mai studiato, e non vorrei aver sparato una castroneria. In tal caso, la tua è una gentile correzione, ed imparare non fa mai male. Ero comunque a conoscenza del significato di pietas per come l’hai descritto tu; il mio intento era però evocare la “pietas” cristiana, adottata nel senso più ampio di "compassione per le sofferenze altrui, che induce misericordia": anche qui, se comunque il termine è usato in maniera impropria, chiedo venia :D
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Re: Solipsismo e sogni lucidi. Cosa ne pensate?

Messaggioda ErikBauer » 22/04/2011, 10:06

Argomento decisamente interessante... premetto di non avere affatto alcuna cultura in quanto a Solipsismo, ma vorrei introdurmi comunque nell'argomento in quanto sto iniziando ad avere delle percezioni alquanto particolari, ultimamente.
Mi spiego, faccio un giro un po' lungo ma fidatevi che ha un senso logico:

Non so se avete letto il mio thread su come i sogni non lucidi siano creati dal nostro Dialogo Interiore... bene, riassumo qua per completezza. Sostanzialmente negli ultimi mesi mi sto allenando moltissimo ad ascoltare il mio dialogo interiore dissociandomi da esso stesso, come un ascoltatore imparziale che se ne sta li e percepisce i sensi come arrivano dal corpo e ascolta il dialogo interiore come una voce, conscio di non essere nè il suo corpo fisico nè tanto meno la voce che ascolta (ok, qui ci sarebbero da aprire mille e mille discussioni filosofiche su quanto ho detto. Non è questo il luogo e non è questo il mio intento, se vi va di discutere di questo possiamo farlo in un altro thread, ok? Ora voglio solo fare un collegamento logico).
Chiaro, non ci riesco ancora tutto il giorno di continuo... ma per un tempo sufficiente da abituarmi a farlo istintivamente di tanto in tanto.
Ora, il primo "effetto collaterale" di questo esercizio è stato quello di rendermi conto, durante la fase di risveglio, di come il mio dialogo interiore letteralmente strutturasse e disegnasse nella mia mente il sogno dal quale mi stavo svegliando, proprio come un buon Master di GDR o un buon romanzo fanno con la mente di chi gioca o legge.

Cosa centra tutto questo con il solipsismo? Ancora un attimo di pazienza e ci arriviamo.

Ho notato, sempre con l'allenamento di questo esercizio, una certa affinità tra i Sogni Lucidi e i momenti di assenza di Diaologo Interiore che a volte riesco ad indurmi tramite la meditazione o la contemplazione. In entrambi i casi i sensi sono accentuati (nel caso del sogno tutto diventa più vivido) e si ha una pace interiore unita alla sensazione di poter controllare qualsiasi cosa (e nei Sogni Lucidi in effetti lo si può proprio fisicamente fare).

E veniamo al collegamento col solipsismo:

Procedendo con l'esercizio sono arrivato a raggiungere alcuni minuti di disidentificazione tale dal dialogo interiore da riuscire, mi è successo un paio di volte, ad ascoltare il mio dialogo interiore e a percepire chiaramente come questo stesse modificando non solo il mio comportamento ma anche il modo in cui percepivo che gli altri mi percepivano (Sembra un gioco di parole, lo so... ma è così). Cambiando il flusso di pensieri ho ottenuto effetti "simili" a quelli del controllo che si ha durante un sogno lucido: ho superato una paura, ho cambiato il modo in cui alcune persone si rapportavano con me, ho cambiato il mio stato di umore, ho passato una serata in un modo piuttosto che in un altro.
Ora vi sento dire: bravo te! Basta voler fare le cose e le fai, non c'è bisogno del Solipsismo nelle cose che hai descritto.
Si, vero... infatti prima di proporre un mio tentativo di conclusione, vorrei spostare l'accento sulla percezione:
ho avuto la nettissima percezione di essere Consapevole di come il mio dialogo interiore stesse in quei momenti strutturando e disegnando le mie azioni, le mie percezioni e il mio umore personale; Grazie a questa percezione unita al NON NEGARE quanto mi stesse succedendo, ho percepito come se in quel preciso istante avessi avuto in mano le redini che conducevano la mia vita e tirandole qua e là ho cambiato il modo in cui ho vissuto certe situazioni... non voglio (almeno non ancora) arrivare a dire di aver modificato fisicamente il comportamento di altre persone solo col mio pensiero, ma ho la certezza di aver, in quei piccoli frangenti, modificato il mio piccolo e personale mondo a mio piacimento.

Ora, mi sembra un po' azzardato trarre delle conclusioni in base a piccoli ed isolati eventi di pochi minuti ciascuno... ma mi sembra interessante l'analogia tra quanto sto sperimentando di persona e questa filosofia del Solipsismo.
Leggiucchiando qua e la i vostri commenti mi sembra (e dico MI SEMBRA) un po' tirata ed estremista... ma non sono di certo il tipo da fermarsi davanti ad una prima impressione.
Il mio attuale pensiero in proposito è che sicuramente c'è una base VERA al di sotto di questa filosofia ma penso anche che per comprenderla appieno non bisogna fermarsi al capirne e conoscerne i concetti con la mente razionale ma abbandonarsi a quei concetti e assorbirli anche con il nostro lato intuitivo.

Oh un'ultimo appunto... scrivere questo mi ha dato conferma di quanto sia tutto strettamente connesso: vita quotidiana, sogni, meditazione, filosofia, scienza, religione, sincronicità... nulla sfugge e tutto è importante, sopratutto imparare a ragionare senza scompartimenti e gabbie mentali.
I sogni sono il sussurro di un bambino che non ha ancora imparato a mentire.

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