Mephisto93 ha scritto:In questo mio momento di assenza forumistica stavo riflettendo un po' sul tema religione e spiritualità, che come qualcuno forse ha intuito, anche da miei precedenti post su questo topic, ho molta cura di separare. Dato che vedo questo argomento a me molto caro in fervente attività, mi faccio rivedere.
Tendo sempre ha considerare ben distinte le due:
- la prima si muove da una codificazione sociale di riti, dogmi e enti metafisici che viene inculcata con l'educazione ( chiariamoci, credo che anche l'ateismo possa essere inculcato, molto più difficile è insegnare la libertà di scelta ). Inoltre, ed è fondamentalmente il motivo perché molti cristiani non si professano cattolici, richiede una autorità terrena, e questa è soggetta a corruttela come ogni istituzione umana. E molte istituzioni religiose con i relativi fedeli hanno il vizio di voler imporre la propria visione agli altri. Inoltre, ed è fondamentalmente il motivo perché molti cristiani non si professano cattolici, richiede una autorità terrena, e questa è soggetta a corruttela come ogni istituzione umana. E molte istituzioni religiose con i relativi fedeli hanno il vizio di voler imporre la propria visione agli altri anche in argomenti che assolutamente non competono loro, generando uno stallo nella democratica circolazione di idee, utilizzando pubblicamente premesse che non possono essere accettate da tutti e in argomenti che assolutamente non competono loro.
Sono decisamente critico contro questo tipo di visione
- La seconda è un bisogno interiore che credo ognuno di noi senta. Qualcuno la definirebbe "malattia metafisica" ma fatto sta che c'è e a volte si fa sentire. Premetto che conosco persone che spinte da una sana volontà di ricerca frequentano anche istituzioni religiose, ma tengono "Dio" e "Cesare" ben distinti.
DI solito una visione del genere si fa sentire nei momenti bui: chiunque è molto legato ad un familiare o ad un amico, umano o animale che sia, e capite bene che il distacco (o già il semplice pensiero del distacco) è un boccone molto amaro. E quello della morte è un piatto da cui tutti abbiamo forse già mangiato, ma sicuramente tutti almeno una volta mangeremo.
Condivido molte tue idee Mephi!
Io per spiritualità ho sempre inteso ciò che è legato alla morale, ciò che il singolo considera giusto o sbagliato e che fa anche parte delle religioni.
La parte della religione che che spiega l'origine di tutto è secondo me qualcosa di individuale e soggettivo poiché non è qualcosa di discutibile, non abbiamo dati certi sull'esistenza di "Dio" che possiamo interpretare ed è comunque qualcosa che va al di fuori della razionalità e dell'oggettivo, quindi è qualcosa legata alla filosofia e all'esistenzialismo a cui si deve arrivare in maniera del tutto individuale.
La spiritualità è qualcosa che deve essere slegata dalla religione, è più legata alla società e alle persone, quindi qualcosa di collettivo. Le istituzioni insegnano la spiritualità ai praticanti in un modo che io penso sia sbagliato.
Qualcuno tempo fa aveva utilizzato una espressione che mi piace tanto: "Pacchetto preconfezionato di idee"
Ecco, le istituzioni impongono una morale senza insegnare alle persone come riflettere e come arrivare ad un concetto di giusto e sbagliato profondo e solido..
Prendiamo l'omosessualità o l'aborto
Alcuni praticanti vedono l'omosessualità come qualcosa di non naturale e sbagliato solamente perché gli è stato insegnato così senza riflettere sul PERCHE' gli sia stato insegnato così. Invece bisogna riflettere su questi argomenti attraverso un ragionamento logico arrivando ad una morale vera e non uscendosene con frasi del tipo: "Perché la chiesa ci insegna questo"
La stessa cosa vale per le persone che prendono posizione su questi argomenti solo per come gli è stato insegnato da figure ispiratrici, genitori, insegnanti ecc..
Non bisogna insegnare cosa è giusto e cosa è sbagliato, bisogna insegnare a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato con razionalità, non si deve insegnare quali sono le scelte da fare ma il modo in cui deciderle!
La morale e la religione sono viste in modo classificatore dalla società, ci sono i Comunisti, i Fascisti, la Destra, la Sinistra, il Centro, i Cattolici, gli Atei, gli Agnostici, i Musulmani ecc..
NON deve essere così! Ognuno di noi è diverso, ognuno di noi ha un modo diverso di vedere il mondo e la giustizia, perché dobbiamo entrare a far parte di un gruppo ristretto di persone quando siamo tutti unici, siamo tutti uomini, perché dobbiamo farci la guerra per difendere principi che non appartengono nemmeno a noi?
Questa una mia personalissima critica che nessuno mi ha insegnato e che non proviene da alcun codice morale/pacchetto preconfezionato di idee/comandamento che mi è stato imposto.