Indice Conversazioni Off Topic La dimora del filosofo > Vivere incoscienti..

Pensieri liberi di un certo spessore, riflessioni, ipotesi e speculazioni di varia natura. Ragionamenti all'interno dell'ambito umanistico non necessariamente attinenti all'onironautica.

Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda Nathanaele77 » 21/01/2012, 13:27

Dehriei ha scritto:Per Nathan: tu in parole spicce staresti ipotizzando un Matrix giusto?


Non esattamente.
Piuttosto mi interrgo di cosa è fatto quello sguardo aperto sulla realtà.
In fondo non penso a me stesso se non nei termini di uno dei possibili personaggi di un sogno collettivo, non penso che il mio "io" abbia poi una importanza o consistenza ontologica superiore a quella dei tanti personaggi che affollano i nostri sogni. Quello sguardo aperto sulla realtà, senza etichette, senza nome, senza cognome, senza identità o data di nascita, è quello sguardo nudo che ci appartiene a tutti. Tutto quello che gli serve è una timeline, una scala temporale di eventi a partire dalla nascita in poi, per assumere quella data identità di quel dato personaggio di quel dato sogno che in questo momento stai vivendo, il sogno della nascita di un personaggio che ha una storia, una vita, degli eventi che rispondono alla logica di questo mondo. Il mondo non è una Matrix, piuttosto è uno scivolare da un sogno all'altro, da un mondo all'altro, da un livello di esistenza all'altro senza fine.
Ciao.
sogno non lucido
sogno prelucido o lucido

Quando albeggia lo stato del sogno,
Non giacere nell'ignoranza come un cadavere.
Entra nella sfera naturale della stabile presenza.
Riconosci i sogni e trasforma l'illusione in luminosità.
Non dormire come un animale.
Pratica in modo da unificare il sonno e la realtà
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda Dehriei » 21/01/2012, 15:39

Nathanaele77 ha scritto:
Dehriei ha scritto:Per Nathan: tu in parole spicce staresti ipotizzando un Matrix giusto?


Non esattamente.
Piuttosto mi interrgo di cosa è fatto quello sguardo aperto sulla realtà.
In fondo non penso a me stesso se non nei termini di uno dei possibili personaggi di un sogno collettivo, non penso che il mio "io" abbia poi una importanza o consistenza ontologica superiore a quella dei tanti personaggi che affollano i nostri sogni. Quello sguardo aperto sulla realtà, senza etichette, senza nome, senza cognome, senza identità o data di nascita, è quello sguardo nudo che ci appartiene a tutti. Tutto quello che gli serve è una timeline, una scala temporale di eventi a partire dalla nascita in poi, per assumere quella data identità di quel dato personaggio di quel dato sogno che in questo momento stai vivendo, il sogno della nascita di un personaggio che ha una storia, una vita, degli eventi che rispondono alla logica di questo mondo. Il mondo non è una Matrix, piuttosto è uno scivolare da un sogno all'altro, da un mondo all'altro, da un livello di esistenza all'altro senza fine.
Ciao.


Caro Nathan, non ti nego che ho difficoltà a seguire i tuoi discorsi per due motivi: leggere lo schermo del pc mi fa male agli occhi e mi fa venire il mal di testa : Sad : e il secondo è che essendo tu molto lirico c'è il rischio da parte mia di fraintendere alcune cose che scrivi.(fossimo seduti ad un tavolo sarebbe tutto più semlice)
Detto questo mi sono riletto tutto e ho notato che nella mia prima lettura avevo infatti frainteso alcuni concetti leggendo un ipotetico "matrix" in ciò che hai scritto, cosa che mi hai spiegato non essere tale.

Non ti prenderò per pazzo perchè pazzo è un termine relativo, sempre per restare in tema su ciò che hai scritto e aggiungo che se nascono questi discorsi che possiamo definire astratti è proprio perchè la scienza, la quale ci fornisce importanti chiarimenti su innumerevoli processi, non è mai riuscita a rispondere alla più frequente domanda dell'uomo: perchè? a che scopo tutto questo? qual'è il significato finale di tutto ciò?
La scienza risponde a tutto con il termine "casuale": processi chimici capitati per caso e un'evoluzione dettata dalle conseguenze di questo "caso", che arriverà un domani al compimento del suo ciclo lasciando dietro se milioni di domande.
Ma l'uomo non ci sta, vuole sapere sempre di più, vuole darsi un ruolo che abbia una spinta, una motivazione, uno scopo. Da qui nascono le domande, le filosofie, i credi e le appartenenze.

Quando tu dici: "La risposta secondo me è che da qualche parte, nel mondo onirico, o nel mondo dei sogni se preferisci, esiste un nucleo ontologico, un io senza nome né identità, senza storia, senza connotati o etichette, e questo io ontologico è omnipotenziale rispetto al mondo che lo circonda, egli è realmente il dio di quel mondo, può tutto e può renderlo manifesto a se stesso"

Ecco secondo me è proprio così. Senza differenziare i mondi onirici, senza voler troppo indagare o scivolare di strato in strato. Semplicemente credo che sia logico che nasciamo come un insieme di organi, anima, entità, con un corpo o un Io, insomma qualsiasi termine con cui lo vogliamo definire e poi a questo soggetto in base al luogo, al tempo e alla società, vengono attribuite delle caratteristiche, degli aggettivi, un nome, un cognome, un ruolo.
Ma è inutile continuare ad interrogarsi su tutto ciò. La verità è che l'unica cosa che sappiamo è la nostra sensazione di essere qui ora, adesso, in questo momento e in questo luogo. Io personalmente appoggio la bibbia per questo motivo.

Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, ci ha dato un luogo dove vivere, dove abbiamo tutto e possiamo tutto. L'unico consiglio è. non toccare la mela. Non voler sapere tutto, non insistere su ciò che non ti è concesso capire. Vivi libero e nel rispetto di ciò che hai e sarai ricompensato. Infatti la ricompensa c'è, in tutti i giorni, nella sensazione che provo di essere "padrone di quello che voglio in base a quello che posso". Poi per il resto del mondo sono Riccardo che paga le tasse, Dehriei che scrive sul blog, etc... etc... etc...

Per questo mi interessava capire anche perchè SandStorm fosse arrivato a porsi questa domanda, perchè sinceramente non ne concepisco la motivazione, l'utilità. Anche dovessimo sapere, dovessimo capire, cosa cambierebbe? Cosa potremmo raggiungere se non un nuovo "punto di casualità"?
Sembrava voler parlare, poi sospirò. Eppure fu tutto ciò che dovevo sentire....
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda cikalino » 21/01/2012, 18:30

Siamo tutti delle mere proiezioni oniriche di Dio : PirateCap :
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda SandStorm » 22/01/2012, 13:55

Nathanaele77 ha scritto:
SandStorm ha scritto:Vi chiedete mai cosa succederebbe se vivessimo in uno stato di sogno apparente senza far uso della coscienza? Non intendo dire fare tutto ciò che pensiamo senza lasciarci influenzare dalle nostre decisioni ma proprio vivere come in un sogno.


Non so se ho capito esattamente il senso della tua domanda, caro SandStorm, ma permettimi di mettere a margine di questa mia una serie di idee personali, estremamente speculative, che so bene non potranno essere condivise dall'interpretazione così detta "scientifica" del fenomeno dei sogni. Ti domandi in che senso il mondo reale, o cosiddetto "reale", sia in realtà un sogno o possa essere trattato alla stessa tregua di un sogno. Ebbene, se non esistessero i sogni, tu prenderesti questa realtà per l'unica possibile, e la domanda non avrebbe molto senso dal momento che non dovrebbero esistere realtà alternative a quella data, e che il cervello è abiutato a trattare fin dalla nascita come realtà. La domanda secondo me non dovrebbe riguardare la cosiddetta realtà, né se la realtà sia un sogno, o in che senso la realtà sia un sogno, ma cosa è questo io a cui la realtà è data come un dato oggettivo ed inequivocabile. La cosa che mi ha sconvolto di più da quando sono venuto a conoscenza dei cosidetti "sogni lucidi è che il cervello tratta nello stesso modo sia questa realtà, che quella del cosiddetto mondo onirico. Il cervello ovvero, ha solo bisogno di una timeline a cui agganciare la storia dell'io, e siccome l'io è omnipotenziale rispetto al mondo che lo circonda, denota del carattere di realtà il dato oggettivo della realtà percepita in quel momento.
Facci caso: nel mondo dei sogni - ammesso che tu non sia lucido, ti passerebbe mai per la testa che ciò che percepisci non sia la realtà oggettiva? come è possibile scambiare una realtà nella quale avvengono cose evidentemente assurde, per la realtà quotidiana? come è possibile scambiare la realtà per un sogno? La risposta secondo me è che da qualche parte, nel mondo onirico, o nel mondo dei sogni se preferisci, esiste un nucleo ontologico, un io senza nome né identità, senza storia, senza connotati o etichette, e questo io ontologico è omnipotenziale rispetto al mondo che lo circonda, egli è realmente il dio di quel mondo, può tutto e può renderlo manifesto a se stesso. Questo accade sia nel mondo dei sogni sia nel mondo reale: l'io crea la realtà e la rende manifesta a se stesso, con le leggi che le sono proprie. Quando l'io si sveglia a questo mondo reale, si aggancia alla timeline del determinato soggetto che vive in questo mondo, il soggetto che ha una storia, che ha un nome, un cognome, una data di nascita; questo è il mondo che adesso stai sognando e dal quale è impossibile svegliarsi, perchè questo è il sogno della tua vita, il sogno di una persona che si chiama "Mario Rossi" e che ha una identità precisa. Quando questo io scivola nel mondo dei sogni, nel mondo onirico da egli stesso creato, "dimentica" per così dire la sua storia, la sua timeline, e "diventa" in quel momento un io attenuato, un io a consapevolezza attenutata, e vive esattamente la realtà onirica come l'unica realtà possibile data a se stesso. Mi dicevo proprio questo stanotte: ho sognato di volare con una ragazza creata dalla situazione onirica ed in volo con questa ragazza ho avuto rapporti sessuali simulati, e mi domandavo: come si fa ad essere così stupidi da scambiare una situazione così assurda per la realtà? ma quel che conta appunto, è ciò che l'io ha preso per realtà in quel dato momento, non avrebbe senso adesso domandarsi se questa realtà è un sogno o se quella "realtà onirica" era un sogno, perchè l'io scambia per realtà solo il dato oggettivo percepito in quel momento.
Spero di aver risposto in qualche maniera alla tua domanda.
Un caro saluto.


E' una riflessione molto bella! concordo con quello che hai detto in un certo senso credo anch'io a questo. Forse i sogni lucidi sono anche un modo per avvicinarsi a questo "io ontologico"
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda SandStorm » 22/01/2012, 14:14

Per questo mi interessava capire anche perchè SandStorm fosse arrivato a porsi questa domanda, perchè sinceramente non ne concepisco la motivazione, l'utilità. Anche dovessimo sapere, dovessimo capire, cosa cambierebbe? Cosa potremmo raggiungere se non un nuovo "punto di casualità"?

Caro Dehrei (l'ho scritto giusto?) sono d'accordo su ciò che hai scritto. Perché porsi tutte queste domande? Perché non vivere tranquillamente la propria esistenza senza chiedersi da dove veniamo? chi siamo? perchè siamo? Sarebbe facilissimo ragionare in questa maniera. Ma l'uomo ha necessariamente bisogno di sapere! Questa domanda ti tartasserà fino alla fine della tua vita. Puoi vivere tranquillamente nell'illusione di aver trovato la risposta.. ma credo che non ci sia nessuno nel mondo che abbia completamente ragione. Fin quando ognuno ha la propria versione dei fatti e se la tiene per sè il problema non si pone.. Ma quando qualcuno è così convinto della propria idea da danneggiare altre persone allora non va bene! (esempio la caduta delle torri gemelle). E' per questo motivo che bisogna necessariamente trovare la verità.. C'è gente che sfrutta l'ignoranza delle persone per convincerla di idee SBAGLIATE per utilizzarle a proprio piacimento.. e questo non va bene.
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda Dehriei » 23/01/2012, 19:19

SandStorm ha scritto:Per questo mi interessava capire anche perchè SandStorm fosse arrivato a porsi questa domanda, perchè sinceramente non ne concepisco la motivazione, l'utilità. Anche dovessimo sapere, dovessimo capire, cosa cambierebbe? Cosa potremmo raggiungere se non un nuovo "punto di casualità"?

Caro Dehrei (l'ho scritto giusto?) sono d'accordo su ciò che hai scritto. Perché porsi tutte queste domande? Perché non vivere tranquillamente la propria esistenza senza chiedersi da dove veniamo? chi siamo? perchè siamo? Sarebbe facilissimo ragionare in questa maniera. Ma l'uomo ha necessariamente bisogno di sapere! Questa domanda ti tartasserà fino alla fine della tua vita. Puoi vivere tranquillamente nell'illusione di aver trovato la risposta.. ma credo che non ci sia nessuno nel mondo che abbia completamente ragione. Fin quando ognuno ha la propria versione dei fatti e se la tiene per sè il problema non si pone.. Ma quando qualcuno è così convinto della propria idea da danneggiare altre persone allora non va bene! (esempio la caduta delle torri gemelle). E' per questo motivo che bisogna necessariamente trovare la verità.. C'è gente che sfrutta l'ignoranza delle persone per convincerla di idee SBAGLIATE per utilizzarle a proprio piacimento.. e questo non va bene.


Caro Sand, procederò passo per passo.
Dunque, in primis ti confiderò che il nome non lo hai scritto giusto: ebbene sì, manca una "i" e si scrive quindi Dehriei :o ma ti perdono per questo.
Ironie a parte, io credo invece che la questione sia un po' diversa. Innanzitutto non credo che ragionare nei termini in cui ragiono io, o chi come me, sia semplicissimo, anzi credo che la naturale e più semplice tendenza dell'uomo sia ragionare esattamente come hai fatto tu e come anche io non nego di aver fatto in passato. Sembra essere quasi una domanda innata un dubbio che ci portiamo dietro dalla nascita anche se effettivamente anche questo è tutto da verificare. Potrebbe essere più semplicemente parte del retaggio culturale che poi assimiliamo dalla società circostante. Questo perchè fin dai tempi dei tempi, dai primi e antichi scritti possiamo notare come sia frequente l'elemento "pulce nell'orecchio": lo stesso esempio che facevo della mela può esserne la dimostrazione lampante.
Cosa intendo dire? Intendo dire che è normale che stimolare la curiosità di una persona produce nel maggiore dei casi un effetto di ricerca. Quindi se io continuo a dirti di non aprire un barattolo perchè è meglio che tu non sappia cosa ci trovi dentro, inevitabilmente tu, orsacchiotto curiosone alla ricerca del miele, lo aprirai.
Con questo esempio spero di averti fatto capire cosa intendo per difficoltà nel "tentativo di evitare di farsi troppe domande".
A questo punto mi dici che questa domanda mi tartasserà fino alla fine della mia vita e io ti rispondo: non permetterò questo. Non lo permetterò perchè non lascerò che una domanda si impossessi delle mie giornate insinuando mille "sè" e milla "ma" a cui di certo non potrò mai dare una risposta. E non vivrò nemmeno nell'illusione di aver trovato una risposta valida, vivrò semmai nella consapevollezza di non aver risposte per queste domande, io che sono nato come un comune piccolo uomo al pari di tanti altri. Poi in casa mia, mi posso sentire grande, unico e saccente ma limitatamente a ciò che vivo e ciò che mi circonda. Pensare il contrario è un delirio di onnipotenza, un atto di presunzione che ci fa pensare di poterci paragonare a qualcosa che non esiste.
Dici una frase giustissima quando affermi: "..ma credo che non ci sia nessuno nel mondo che abbia completamente ragione".
Potrei aggiungere che non c'è nessuno nemmeno che avrà mai la completa verità. Perchè così fosse dovremmo ipotizzare che un giorno Dio possa materializzarsi contemporaneamente davanti ad ogni singolo abitante del mondo nello stesso momento dicendogli "Io sono la verità". Non so dirti se succederà, ma anche se succedesse non sarebbe di sicuro perchè ci poniamo domande del genere e nemmeno per il volere di qualcuno, ma semplicemente perchè doveva succedere.
Allora perchè cercare di forzare, di indurre, di non accettare, di voler trovare risposte. Se tu stesso mi dici che nessuno può avere completamente ragione, se domani scoprissi la cosidetta "verità", credi davvero che tutti ti seguirebbero? O forse troveresti comunque un nucleo di gente ignorante pronta a distruggere casa tua in nome di una verità che secondo loro è falsa e li offende?

Voglio infine analizzare con te queste ultime frasi:

"Ma quando qualcuno è così convinto della propria idea da danneggiare altre persone allora non va bene! (esempio la caduta delle torri gemelle). E' per questo motivo che bisogna necessariamente trovare la verità.. C'è gente che sfrutta l'ignoranza delle persone per convincerla di idee SBAGLIATE per utilizzarle a proprio piacimento.. e questo non va bene."

Hai ragione, l'ignoranza è una brutta bestia del mondo, ma ne è parte. Ci sono uomini buoni e uomini cattivi, intelligenti e stupidi, generosi e avidi. Sai tu cosa puoi davvero fare e scegliere di fare? Decidere chi vuoi essere. Quella è la tua libertà, quello ti è concesso. E puoi lottare per trasmettere il bene in cui credi a chi credi. E questa è una cosa meravigliosa che non risponde alla domanda "qual'è la verità?", ma fa molto di più, crea una verità splendente, la verità dell'amore. E quella verità, accresce un'idea globale, un ideale unico, una forza generosa che permette che dopo la caduta delle torri gemelle e molti morti innocenti, il mondo reagisca nella maniera migliore dando una lezione importante a quel lato estremo e stupido e maligno che ha causato il danno.
C'è gente che sfrutta l'ignoranza delle persone per convincerle di idee sbagliate dici? Allora tu istruisci queste persone, spiega loro la tua verità e insisti perchè cambino idea ma lasciale libere di decidere. Questo è quello che puoi fare.
E poi guarda, anche il mio datore di lavoro sfrutta l'ignoranza dei miei colleghi per fargli fare lavori che non andrebbero fatti e allora sai cosa si fa? Si istruiscono i colleghi, si va dai sindacati, si lotta per i fatti concreti senza bighellonare e affondare in domande fantastiche quanto inutili, con il rischio tra le altre cose che diventino un pretesto, una scusante per sviare dal vero impegno quotidiano.
E intendiamoci, lungi da me insinuare che questo sia il tuo caso. Non ti conosco e non mi permetterei. Però fidati se ti dico che può essere un rischio.

Concludo dicendoti che mi pare di aver colto che tu abbia dei sani principi e ottime intuizioni. Lavoraci e comunicale. Questa è già una grande risposta. A volte il vero e il falso sono solo parole ad interpretazione dell'uomo e usate per giustificare la propria posizione.
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda ErikBauer » 27/01/2012, 8:38

Ritengo che un'altro punto di vista con cui guardare la questione sia: il peccato originale non è tanto l'aver cercato la conoscenza, l'aver posto domande in cerca di risposte, ma l'aver fatto che questa fame di conoscenza prendesse il posto di chi siamo veramente, dando origine a confronti, giudizi, ed utilizzi di tale conoscenza per sottomettere e svilire gli altri.

Ora qui parlo di conoscenza ma potrei usare la parola Potere, Denaro, Tempo... e andrebbero tutte bene allo stesso modo.

Quindi, secondo questo modo di vedere le cose non è tanto il cercare continuamente risposte che rode l'animo dell'uomo, quanto l'esserne ossessionati, l'aver paura di non trovarle, se vogliamo. Ecco, questo rode l'animo dell'uomo e lo trasforma in quella bestia egoica e cieca che sfrutta, uccide e distrugge per un ideale o per un tornaconto personale. E questo, come dice Dehirei ci sta, fa parte del gioco, è l'eterno dualismo Yin-Yang senza il quale l'universo sarebbe statico e privo di vita e senza il quale saremmo ancora all'età della pietra. Più felici ed in contatto con la natura? Forse, chi lo sa... ma la storia non si fa con i sè con i ma... la storia si fa da sola e a noi non resta che accettarla ed imparare.

Io sono convinto infatti che persone come Einstein, Tesla, Bruce Lee o altri nomi che hanno fatto la storia nel loro campo, di domande se ne siano fatte un bel po' prima di arrivare dove sono arrivati, ma allo stesso tempo hanno ottenuto una sorta di equilibrio tra creatività e logica, tra spirito e mente che gli ha concesso di elevarsi e giungere dove sono arrivati.

Detto questo, per tornare alla domanda iniziale, sì secondo me viviamo tutti in uno stato di "trance dormiente" e il thread sul dialogo interiore e sogni non lucidi è proprio un'elaborazione di questo mio pensiero: quel famosissimo "utilizziamo solamente il 10% della nostra mente" per me si traduce in "siamo consapevoli di quello che facciamo, diciamo e pensiamo solamente il 10% del tempo, quando va bene". E da qui ad un sogno non controllato, a casa mia l'unica differenza che ci passa è che in un caso il nostro corpo è sveglio, nell'altro no.
Come svegliarsi da questo sogno? Ognuno ha il suo cammino, i tre VIP che ho citato sopra ce l'hanno fatta, ognuno a modo suo, chi con la scienza chi con le arti marziali, ma il primo passo è sempre in comune a tutti: quello di rendersi conto che qualcosa non quadra, quel famosissimo e Matrixiano tarlo che ti rode il cervello e ti dice che c'è qualcosa che non torna.

Siamo tutti in Matrix? Si... ma che cosa è Matrix? Matrix è lo schema mentale programmato che sceglie e agisce per noi, addormentando e guidando la nostra coscienza con fiumi di pensieri, immagini mentali, paure e emozioni incontrollate.

Poi, non sono altro che riflessioni da un ragazzo qualunque, scritte byte su byte e trasportate ai vostri occhi da qualche elettrone imbrigliato in una rete, fatene ciò che ritenete più opportuno ;)
I sogni sono il sussurro di un bambino che non ha ancora imparato a mentire.

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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda Dehriei » 27/01/2012, 10:44

ErikBauer ha scritto:Ritengo che un'altro punto di vista con cui guardare la questione sia: il peccato originale non è tanto l'aver cercato la conoscenza, l'aver posto domande in cerca di risposte, ma l'aver fatto che questa fame di conoscenza prendesse il posto di chi siamo veramente, dando origine a confronti, giudizi, ed utilizzi di tale conoscenza per sottomettere e svilire gli altri.

Ora qui parlo di conoscenza ma potrei usare la parola Potere, Denaro, Tempo... e andrebbero tutte bene allo stesso modo.

Quindi, secondo questo modo di vedere le cose non è tanto il cercare continuamente risposte che rode l'animo dell'uomo, quanto l'esserne ossessionati, l'aver paura di non trovarle, se vogliamo. Ecco, questo rode l'animo dell'uomo e lo trasforma in quella bestia egoica e cieca che sfrutta, uccide e distrugge per un ideale o per un tornaconto personale. E questo, come dice Dehirei ci sta, fa parte del gioco, è l'eterno dualismo Yin-Yang senza il quale l'universo sarebbe statico e privo di vita e senza il quale saremmo ancora all'età della pietra. Più felici ed in contatto con la natura? Forse, chi lo sa... ma la storia non si fa con i sè con i ma... la storia si fa da sola e a noi non resta che accettarla ed imparare.

Io sono convinto infatti che persone come Einstein, Tesla, Bruce Lee o altri nomi che hanno fatto la storia nel loro campo, di domande se ne siano fatte un bel po' prima di arrivare dove sono arrivati, ma allo stesso tempo hanno ottenuto una sorta di equilibrio tra creatività e logica, tra spirito e mente che gli ha concesso di elevarsi e giungere dove sono arrivati.


Ottima precisazione riguardo il punto di vista del peccato originale. Mi sembra più corretta.
Anche sui geni sono d'accordo, sei riuscito a spiegare una cosa sulla questione delle domande che ci facciamo che forse in chat ieri avevo semplificato un po' troppo. Però invece credo che non sia proprio che queste persone abbiano raggiunto l'equilibrio tra spirito e mente. Anzi, forse tra creatività e applicabilità, ma non tra spirito e mente. Lo trovo impossibile. Forse hanno raggiunto sprazi di equilibrio nella loro vita, mentre la totalità la vedo solo come possibile obiettivo finale. Tant'è che Einstein era un inetto, Bruce Lee era sempre più accecato dal dio denaro, Tesla era ossessivo-compulsivo e aveva rinunciato al sesso.
Togliersi un piacere naturale per compensare il raggiungimento di un altro obiettivo può essere un cenno di equilibrio?
Posso ipotizzare che in questo ci sia il fulcro del discorso. La ricerca continua dell'equilibrio va di pari passo con continue prove per ottenerlo. Si crea il famoso circolo vizioso in cui raggiungi l'equilibrio in un punto e subito dopo lo perdi in un altro. Questo perchè non siamo onnipotenti e non siamo perfetti e agenti esterni interferiscono con noi quasi fossero parte di noi. Infatti noi siamo inevitabilmente un tutt'uno con ciò che ci circonda e le difficoltà mentali sono le difficoltà di relazione che la nostra mente ha in rapporto all'ambiente esterno. Quindi mi verrebbe da dire che l'equilibrio non esiste e neppure è ipotizzabile, nemmeno con una vita in solitudine. Quello che a parere mio possiamo pensare di fare (pur sapendo che è complicato, facile a parole, difficilissimo a fatti), è cercare di vivere riuscendo a compensare tra ciò che abbiamo come caratteristiche e ciò che si può applicare all'esterno. La strada è a metà.
Esempio: se sono alto 1.50 e mi piace molto il basket, nessuno mi vieta di giocare, ovvio, ma devo prendere in considerazione che l'altezza che prediligono le squadre è di almeno 1.80. Detto questo, non vuol dire necesseriamente che allora devo lasciare il basket, ma che non deve diventare una frustrazione il fatto che le squadre non mi chiamino. Poi se ciò accade e io ne sono conscio, in un certo senso aumento le mie probabilità di poter comunuqe diventare qualcuno. Come? Perchè magari ho altre doti incredibili e sono l'eccezione nella regola. "Ma è accettando la regola che posso essere l'eccezione". Se io non accetto la regola, non accetto l'eccezione e non accetto me stesso e vivo arrabbiato e frustrato. Poi ci stanno i giorni di incazzatura, la rabbia, la noia, la frustrazione. Ma non sono sentimenti negativi, vanno solo riconosciuti, accettati, dosati come va dosata la dolcezza, la gentilezza, la disponibilità e la serenità.
Tutto questo pasticcio di emozioni, sentimenti, cadute, risalite, liti, etc., etc., creano la vita che altrimenti sarebbe piatta, anzi non ci sarebbe proprio.
Quindi ben vengano, ma non troppo. E poi alla fine gira rigira chi la sa la verità? Potrei anche aver scritto una marea di cavolate, ma chi se ne frega. A me piace così.

ErikBauer ha scritto:Detto questo, per tornare alla domanda iniziale, sì secondo me viviamo tutti in uno stato di "trance dormiente" e il thread sul dialogo interiore e sogni non lucidi è proprio un'elaborazione di questo mio pensiero: quel famosissimo "utilizziamo solamente il 10% della nostra mente" per me si traduce in "siamo consapevoli di quello che facciamo, diciamo e pensiamo solamente il 10% del tempo, quando va bene". E da qui ad un sogno non controllato, a casa mia l'unica differenza che ci passa è che in un caso il nostro corpo è sveglio, nell'altro no.
Come svegliarsi da questo sogno? Ognuno ha il suo cammino, i tre VIP che ho citato sopra ce l'hanno fatta, ognuno a modo suo, chi con la scienza chi con le arti marziali, ma il primo passo è sempre in comune a tutti: quello di rendersi conto che qualcosa non quadra, quel famosissimo e Matrixiano tarlo che ti rode il cervello e ti dice che c'è qualcosa che non torna.

Siamo tutti in Matrix? Si... ma che cosa è Matrix? Matrix è lo schema mentale programmato che sceglie e agisce per noi, addormentando e guidando la nostra coscienza con fiumi di pensieri, immagini mentali, paure e emozioni incontrollate.

Poi, non sono altro che riflessioni da un ragazzo qualunque, scritte byte su byte e trasportate ai vostri occhi da qualche elettrone imbrigliato in una rete, fatene ciò che ritenete più opportuno ;)


Come sei programmatore... :idea: Però non credi però che invece potrebbe essere che il primo passo comune a tutti è quello di cominciare a rendersi conto che tutto quadra? Ma nemmeno, che tutto semplicemente è così come lo vediamo?
Sembrava voler parlare, poi sospirò. Eppure fu tutto ciò che dovevo sentire....
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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda ErikBauer » 27/01/2012, 14:14

Dehriei ha scritto:Ottima precisazione riguardo il punto di vista del peccato originale. Mi sembra più corretta.
Anche sui geni sono d'accordo, sei riuscito a spiegare una cosa sulla questione delle domande che ci facciamo che forse in chat ieri avevo semplificato un po' troppo. Però invece credo che non sia proprio che queste persone abbiano raggiunto l'equilibrio tra spirito e mente. Anzi, forse tra creatività e applicabilità, ma non tra spirito e mente. Lo trovo impossibile. Forse hanno raggiunto sprazi di equilibrio nella loro vita, mentre la totalità la vedo solo come possibile obiettivo finale. Tant'è che Einstein era un inetto, Bruce Lee era sempre più accecato dal dio denaro, Tesla era ossessivo-compulsivo e aveva rinunciato al sesso.
Togliersi un piacere naturale per compensare il raggiungimento di un altro obiettivo può essere un cenno di equilibrio?
Posso ipotizzare che in questo ci sia il fulcro del discorso. La ricerca continua dell'equilibrio va di pari passo con continue prove per ottenerlo. Si crea il famoso circolo vizioso in cui raggiungi l'equilibrio in un punto e subito dopo lo perdi in un altro. Questo perchè non siamo onnipotenti e non siamo perfetti e agenti esterni interferiscono con noi quasi fossero parte di noi. Infatti noi siamo inevitabilmente un tutt'uno con ciò che ci circonda e le difficoltà mentali sono le difficoltà di relazione che la nostra mente ha in rapporto all'ambiente esterno. Quindi mi verrebbe da dire che l'equilibrio non esiste e neppure è ipotizzabile, nemmeno con una vita in solitudine. Quello che a parere mio possiamo pensare di fare (pur sapendo che è complicato, facile a parole, difficilissimo a fatti), è cercare di vivere riuscendo a compensare tra ciò che abbiamo come caratteristiche e ciò che si può applicare all'esterno. La strada è a metà.
Esempio: se sono alto 1.50 e mi piace molto il basket, nessuno mi vieta di giocare, ovvio, ma devo prendere in considerazione che l'altezza che prediligono le squadre è di almeno 1.80. Detto questo, non vuol dire necesseriamente che allora devo lasciare il basket, ma che non deve diventare una frustrazione il fatto che le squadre non mi chiamino. Poi se ciò accade e io ne sono conscio, in un certo senso aumento le mie probabilità di poter comunuqe diventare qualcuno. Come? Perchè magari ho altre doti incredibili e sono l'eccezione nella regola. "Ma è accettando la regola che posso essere l'eccezione". Se io non accetto la regola, non accetto l'eccezione e non accetto me stesso e vivo arrabbiato e frustrato. Poi ci stanno i giorni di incazzatura, la rabbia, la noia, la frustrazione. Ma non sono sentimenti negativi, vanno solo riconosciuti, accettati, dosati come va dosata la dolcezza, la gentilezza, la disponibilità e la serenità.
Tutto questo pasticcio di emozioni, sentimenti, cadute, risalite, liti, etc., etc., creano la vita che altrimenti sarebbe piatta, anzi non ci sarebbe proprio.
Quindi ben vengano, ma non troppo. E poi alla fine gira rigira chi la sa la verità? Potrei anche aver scritto una marea di cavolate, ma chi se ne frega. A me piace così.


Trovare un equilibrio, per quello che intendo io, non vuole dire essere perfetti sotto ogni aspetto. Vuole semplicemente dire trovare nelle discese una spinta per risalire, vuole dire saper sfruttare le proprie qualità ed i propri difetti.
Riprendo un attimo la questione Tesla per farti capire: tu dici che privarsi di un piacere è cenno di squilibrio... si, lo è, di uno squilibrio iniziale sicuramente, ma se poi riesci a sfruttare questo squilibrio, cioè ad incanalare l'energia che ti brucia dentro per il non fare sesso in energia per portare avanti i tuoi esperimenti vuole dire che hai trovato un TUO PERSONALE equilibrio interno. Certo può apparire barbarico privarsi di un piacere come il sesso... ma chi ce lo dice che per lui fosse un piacere? Magari il suo squilibrio iniziale era proprio il non essere in pace col farlo e si è "risolto" in quella maniera.
Vedi... quello che io chiamo equilibrio per te è la perenne ricerca di equilibrio: prendi ad esempio un funambolo. Io lo vedo e dico "Caspita, sta in equilibrio perfetto", tu lo guardi e dici "Caspita, è continuamente sbilanciato ma è così bravo nel trovare il suo equilibrio momento per momento che non cade mai". Diciamo entrambi la stessa cosa, solo in due modi diversi.

Ma stiamo divagando... ;)

Dehriei ha scritto:
ErikBauer ha scritto:Detto questo, per tornare alla domanda iniziale, sì secondo me viviamo tutti in uno stato di "trance dormiente" e il thread sul dialogo interiore e sogni non lucidi è proprio un'elaborazione di questo mio pensiero: quel famosissimo "utilizziamo solamente il 10% della nostra mente" per me si traduce in "siamo consapevoli di quello che facciamo, diciamo e pensiamo solamente il 10% del tempo, quando va bene". E da qui ad un sogno non controllato, a casa mia l'unica differenza che ci passa è che in un caso il nostro corpo è sveglio, nell'altro no.
Come svegliarsi da questo sogno? Ognuno ha il suo cammino, i tre VIP che ho citato sopra ce l'hanno fatta, ognuno a modo suo, chi con la scienza chi con le arti marziali, ma il primo passo è sempre in comune a tutti: quello di rendersi conto che qualcosa non quadra, quel famosissimo e Matrixiano tarlo che ti rode il cervello e ti dice che c'è qualcosa che non torna.

Siamo tutti in Matrix? Si... ma che cosa è Matrix? Matrix è lo schema mentale programmato che sceglie e agisce per noi, addormentando e guidando la nostra coscienza con fiumi di pensieri, immagini mentali, paure e emozioni incontrollate.

Poi, non sono altro che riflessioni da un ragazzo qualunque, scritte byte su byte e trasportate ai vostri occhi da qualche elettrone imbrigliato in una rete, fatene ciò che ritenete più opportuno ;)


Come sei programmatore... :idea: Però non credi però che invece potrebbe essere che il primo passo comune a tutti è quello di cominciare a rendersi conto che tutto quadra? Ma nemmeno, che tutto semplicemente è così come lo vediamo?


Si, sono programmatore, è il mio mestiere... so che si legge da come penso e da come scrivo... e va bene così.
E certo che tutto quadra ed è come deve essere, su questo non ci piove. E' solo che noi NON lo vediamo come è realmente... ogni frase, ogni immagine o situazione viene filtrata dalle nostre esperienze, dal nostro passato, dai nostri giudizi, dal nostro ragionare... e così ci appare come un sogno, irreale e continuamente mutevole assieme ai nostri umori e pensieri. Ci confrontiamo con gli altri e scpriamo che è un po' come vivere in due mondi completamente diversi... solo che sono in realtà lo stesso mondo ma descritti da due menti diverse.
Questo intendo per vivere un sogno, questo intendo per essere consapevoli solo per il 10% del nostro tempo.
Ed è normale, che ad un certo punto uno si chieda se davvero c'è qualcosa che non torna... perchè questo qualcosa che non torna c'è sul serio, ma non è nel mondo esterno, è in noi, in come lo interpretiamo con il filtro del nostro Ego.
E allora inizia il difficile e doloroso processo di aprire gli occhi ed iniziare a vivere il mondo come veramente è.
I sogni sono il sussurro di un bambino che non ha ancora imparato a mentire.

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Re: Vivere incoscienti..

Messaggioda Dehriei » 27/01/2012, 20:38

ErikBauer ha scritto:Si, sono programmatore, è il mio mestiere... so che si legge da come penso e da come scrivo... e va bene così.


Erik ho barato, l'avevo letto nel tuo profilo. : Chef : Non ci sarei mai arrivato da come scrivi...
Sembrava voler parlare, poi sospirò. Eppure fu tutto ciò che dovevo sentire....
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