Indice Conversazioni Off Topic La dimora del filosofo > Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio...

Pensieri liberi di un certo spessore, riflessioni, ipotesi e speculazioni di varia natura. Ragionamenti all'interno dell'ambito umanistico non necessariamente attinenti all'onironautica.

Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio...

Messaggioda cikalino » 24/02/2013, 17:38

Posto un aforisma di mia ideazione, scritto in seguito ad una brutta esperienza avuta oggi.

Prendetelo come uno sfogo e, se volete, commentatelo.

Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio. Tale stato può esprimersi nel quotidiano in svariati modi: spesso sfocia nella mania egopatica più ostentata, disvelando la presenza, a livello inconscio, di un senso di inferiorità latente; sovente si manifesta come collera e iracondia, espressioni di un male presente all'interno di se stessi che viene proiettato su altrui persone al fine, pur inconsapevole, di alleviarlo. Non riconoscere tale stato è la causa prima di tutti disagi interpersonali.
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda DayDreamer » 24/02/2013, 17:47

Mi piace.

Il conflitto intrapsichico è la base della psicologia freudiana: una lotta interna insensata, tra parti diverse di noi, che bisogna spesso nascondere a sè stessi per sopravvivere, e questo si fa in mille modi, tra cui proiettare (sono aggressivo ma non lo ritengo un comportamento accettabile? Proiezione: gli altri sono aggressivi e io mi difendo solo). La coscienza stessa nasce per gestire i conflitti inevitabili tra la propria animalità e la propria cultura sociale, è quindi composta da un intreccio di attriti. Abbiamo tutti il potenziale inconscio di generare, secondo l'occorrenza, conflitti, difese, sensi di inferiorità, superiorità, etc. Esserne conapevoli, e tollerare l'angoscia che ne deriva senza nacondersela di nuovo, è la via della libertà.
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda cikalino » 24/02/2013, 18:09

Il conflitto intrapsichico è la base della psicologia freudiana: una lotta interna insensata, tra parti diverse di noi, che bisogna spesso nascondere a sè stessi per sopravvivere, e questo si fa in mille modi, tra cui proiettare (sono aggressivo ma non lo ritengo un comportamento accettabile?


Ben detto day.

Le proiezioni psicologiche sono sempre dietro l'angolo, e in pochi hanno la consapevolezza di riconoscerle e smascherarle.

Ultimamente sto riflettendo molto sulla mia struttura psicologica. Forse ho compreso poco, ma sicuramente ho capito una cosa che cercherò sempre, all'occasione, di tenere a mente: quando ci si sente superiori agli altri (e ciò è in ultima analisi la causa prima della maggioranza delle nevrosi), si sta SISTEMATICAMENTE nascondendo un senso di inferiorità latente.
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda DayDreamer » 24/02/2013, 18:38

Ultimamente sto riflettendo molto sulla mia struttura psicologica. Forse ho compreso poco, ma sicuramente ho capito una cosa che cercherò sempre, all'occasione, di tenere a mente: quando ci si sente superiori agli altri (e ciò è in ultima analisi la causa prima della maggioranza delle nevrosi), si sta SISTEMATICAMENTE nascondendo un senso di inferiorità latente.


E' possibile. Bisogna poi vedere se il senso di inferiorità è primario o se dietro ad esso c'è altro ancora, quindi da che cosa è causato. Può essere primario o strutturale (nato da identificazione precoce coi genitori o per inoculazione: il bambino si è identificato con l'immagine che i genitori avevano di lui) oppure secondario (come difesa per altro, per esempio senso di impotenza, aggressività, masochismo, etc)

I disturbi narcisistici (sia di inferiorità che di superiorità) sono causati da un equilibrio tra tre elementi: la rappresentazione di sè (svalutata o idealizzata: come si vede la persona?), gli ideali (cosa deve fare per essere soddisfatta di sè?), la coscienza critica (confronta le altre due parti e esprime un verdetto: quanto è rigida oppure permissiva?).

Se c'è un intreccio di superiorità e inferiorità in particolare andrei ad analizzare il superio: è normativo? (grandi pretese che però danno sollievo quando soddisfatte) E' indifferenziato? (la persona si giudica negativamente a prescindere da cosa fa).

Potente strumento è l'autoanalisi e tenere gli occhi aperti per vedere gli strati che velocemente si sdraiano uno sull'altro!
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda cikalino » 24/02/2013, 19:11

DayDreamer ha scritto:E' possibile. Bisogna poi vedere se il senso di inferiorità è primario o se dietro ad esso c'è altro ancora, quindi da che cosa è causato.


Argomentazioni psicologiche argute e ortodosse, rispetto alla psicologia occidentale, le tue, ma sono dell'idea che tutte queste differenziazioni siano in ultima analisi fuorvianti.

Il discorso da fare sarebbe lungo, ma credo che il sentirsi superiori si manifesti sempre come atto di compensazione. Con ciò non si vuole dire che la superiorità, ad ogni livello e nei più svariati campi, non esista, né che la consapevolezza di tale superiorità disveli in qualsiasi caso una mancanza inconscia.

E' un fatto di necessità..
La mente, in ultima analisi, è governata dalla necessità. Se sento di essere superiore rispetto a qualcuno o qualcosa e nel contempo ho la necessità di esserlo, ciò disvela un senso di inferiorità latente.

Se sono consapevole di una mia superiorità rispetto a qualcuno o qualcosa ma ciò non innesca in me alcun senso di soddisfazione, tale consapevolezza non nasce che da un'analisi oggettiva non, o non strettamente, egoica.


Dunque, alla fine sarebbe forse più corretto dire che: sentirsi superiori e provare soddisfazione per ciò disvela SISTEMATICAMENTE un senso di inferiorità latente presente ad un qualche livello inconscio.
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda Edivad » 24/02/2013, 22:52

Ma se uno è 'oggettivamente'inferiore o superiore - qualsiasi cosa significhi, ma mi sembra comunque evidente che alcune persone sono semplicemente peggiori o migliori di altre - perchè SENTIRSI tale sarebbe patologico? Che poi l'inconscio puo' benissimo suggerirci cose che sappiamo essere non vere. D'altronde l'oggettività fa comprensibilmente paura.
Poi se uno sente la NECESSITA' di dimostrarlo(a se stesso piu' che agli altri?)è una questione diversa.

Comunque, forse non è proprio quello di cui volete parlare, ma penso che sia pesantemente collegato...In una certa cultura moderna che vorrebbe essere 'progressista' vedo troppa enfasi sull'accettare se stessi e sulla 'naturalezza' a priori, insomma non semplicemente a dare importanza all'inconscio ma a normativizzarlo - cioe devo conciliarmi con cio' che provo invece di cambiarlo.

Mantra come 'sii te stesso', l'importanza della spontaneità e così via, in opposizione ad un idea di un se plastico.
Anche verso i sentimenti, pensate all'idea dell'amore(familiare, romantico, ecc ecc)come qualcosa di intrinsecamente buono(nonostante i guai che causa!).
Oppure a quanto poco spesso si sente qualcuno dire " SENTO che questa cosa è vera, ma poiche' ho buoni motivi per PENSARE che non lo sia, mi comportero' di conseguenza ".

Che poi quest'idea è incoerente e ci venga detto che ci sono sentimenti 'cattivi' che
dobbiamo reprimere o eliminare in qualche maniera, e questo di per se non invaliderebbe tutto, ma secondo me il problema è proprio il 'conservatorismo psichico'(passatemi il termine).
L'idea che non possiamo, o, se possiamo, non DOBBIAMO cambiare la nostra 'natura' solo perche è tale.

Essere sè stessi è una tautologia, lo siamo ne piu' ne meno quando reprimiamo i nostri desideri, secondo me il punto è che troppo spesso non siamo le persone che vogliamo essere, e anche se sappiamo che possiamo cambiare(magari prima 'fuori' e poi 'dentro', per quanto ha senso una distinzione) - perche' nella nostra vita siamo cambiati, anche se involontariamente - nella pratica è molto difficile, perche' siamo circondati da persone care che si sono costruite un immagine di noi, magari un immagine non nettamente positiva ma che comunque non vogliamo 'deludere'.
Talvolta è tutto nella nostra mente, talvolta ci viene proprio fatto notare che i nostri comportamenti non sono quelli soliti.
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda DayDreamer » 25/02/2013, 16:18

Cikalino, credo che diciamo cose in buona parte simili, solo con linguaggi diversi. Sentirsi superiori è certamente un atto compensatorio, soprattutto se patologico. Considera anche che, entro i livelli della normalità, il bisogno narcisistico è sano ed è uno dei bisogni fondamentali dell'uomo e fonda la sua autostima. Ma può facilmente diventare una difesa, una compensazione, quando non genera piacere ma diminuisce l'angoscia (la differenza è enorme). Quindi più che soddisfazione, parlerei di necessità, per indicarne la patologia.

Edivad: leggo solo ora che anche te hai usato la parola magica necessità, quindi ci capiamo. Riguardo l'essere sè stessi: sono d'accordo che il buonismo sociale e di facciata è utile solo per le frasi perugina e le immagine con frasi e sfondo di delfini da postare su fb. Psicologicamente, va dallo strizzacervelli chi scopre di soffrire per un qualsiasi motivo, e pone al freud di turno il desiderio di "cambiare senza cambiare": vuole smettere di soffrire senza fare nulla di nuovo. Quindi siamo sempre noi stessi, in salute come in malattia: la sfida è proprio smettere di esserlo (cioè cambiare). Gli ostacoli che ci impediscono di non essere noi stessi sono molti: l'immagine interna che gli altri hanno di noi, l'immagine che noi abbiamo di noi, l'abitudine, le paure, le esperienze.

Infine, buffo, per riuscire a smettere di essere sè stessi bisogna prima accettare di essere sè stessi al fine di distaccarsene. Chi soffre rifiuta sè stesso e in questo modo focalizza l'attenzione su quei presunti difetti che ritiene colpevoli. "Io sono così perchè x" e così quella x è sempre al centro dell'attenzione, nella vita quotidiana se ne trovano espressioni anche dove non ce ne sono, e più gli si dà la colpa e si cerca di tenerla a distanza, più si articola col senso di identità.
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda maxi » 01/06/2013, 8:56

la medicina per acettare se stessi è stare soli con se stessi!!!.............e sopratutto: fregarsene di voler apparire per avere gli elogi di altri! : Wink : il mio miglior amico sono io ! :cool:
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Re: Non sopportare se stessi è come essere maledetti da Dio.

Messaggioda Luna » 01/06/2013, 9:08

maxi ha scritto: il mio miglior amico sono io ! :cool:



E sono sempre io l' unica persona con cui starò' fino all' ultimo soffio di vita.

Tanto vale cercare di andare d' accordo !
Dedicato con immensa gratitudine a Ben, amico insostituibile ed artefice dei miei sogni!
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