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Re: Sesso sesso sesso

Messaggioda PK2 » 28/10/2015, 18:53

Vabbè, bisogna ricordarsi di chiudere la porta, dopo che la si è aperta.
Ecco un altro pezzetto:

Sedette sulla sponda con una sensazione di impotenza. Pur non avendone bisogno fece un test di realtà. Sentiva che era importante che superasse le apparenze e mantenesse un contatto continuo con il suo stato di coscienza, altrimenti avrebbe rischiato di impazzire e vagare per sempre in quel doppione onirico della vita reale. Si disse perciò che era in un sogno, che stava semplicemente dormendo nel suo letto, ma ormai il germe dell’incertezza si era insinuato nei suoi pensieri. Se era davvero in un sogno, perché non si svegliava? Se era davvero in un sogno perché le cose somigliavano così terribilmente alla realtà e allo stesso tempo ne differivano, così altrettanto terribilmente? Provò il desiderio di toccare l’acqua che scendeva dal torrentello per saggiarne la consistenza, ma i colori di cui riluceva gli sembrarono troppo alieni. Aveva bisogno di normalità, di una tazza di latte con biscotti, di un’interrogazione di matematica, qualunque cosa gli avesse tolto dallo sguardo quel paesaggio irreale. Si alzò in piedi e iniziò a girare su se stesso a occhi chiusi, dicendosi che si sarebbe svegliato al termine dello spinning. Nel suo letto, nella sua casa. Dopo un tempo interminabile si fermò e restò un attimo con gli occhi chiusi, aggrappato a quel desiderio di risveglio. Quando aprì gli occhi Eva stava a poco più di un metro da lui. Indossava una veste celestina che riluceva dei riflessi cromatici che sembravano caratteristici di quel mondo. Lo osservava con lo sguardo interrogativo che hanno a volte i personaggi onirici, lo sguardo di chi sembra chiedere: “ e ora, che si fa?”. Sentiva il bordo del letto a contatto con le sue gambe, udiva lo scroscio dell’acqua che scendeva dalla cascatella e vedeva Eva di fronte a lui, silenziosa e desiderabile nella sua veste turchina. Senza dire nulla fece un passo avanti, la strinse tra le braccia e la trasportò sul letto, dove si lasciarono cadere mollemente uno sull’altra. Mentre toccava quel corpo giovane e cercava il modo di sfilarle la sottoveste si scoprì a chiedersi se in qualche modo Eva somigliasse a Elena nel fisico come nel viso, ma dimenticò presto quella curiosità, preso da altri desideri. Scoprì che era nuda sotto la sottoveste, e sentì montare prepotente il desiderio di lei, come una continuazione del bacio sospeso tra lui ed Elena, nel sogno appena lasciato. Lei lo lasciò fare, anzi facilitava i suoi movimenti con naturalezza, conducendolo nel suo intimo e seguendo il suo ritmo incalzante fino a quando lui, incapace di trattenersi, cercò di tirarsi indietro. Allora lo trattenne dentro di sé, stringendolo stretto con le gambe incrociate.
“Se lui ti ucciderà avrò almeno qualcosa di te da ricordare.” Disse.
Guido capì a cosa si riferiva ed ebbe un brivido suo malgrado. La strinse qualche secondo, ancora preso dall’estasi di quell’orgasmo improvviso,poi rispose: “questo è un sogno, non può uccidermi, al massimo può svegliarmi.”
Eva lo osservò stupita, come vedendolo per la prima volta. Assunse un’aria assorta, poi disse: “allora non sono la sola a sognare. Credevo ci fosse qualcosa che non va in me, invece anche tu sogni…”
“Tutti sognano, è normale sognare.”
“Perché dici che è normale?”
La domanda gli parve così singolare che non trovò alcuna replica che non gli sembrasse stupida. Era come spiegare perché si respirava, perché si viveva.
“Sognare è il 50% della nostra vita, la nostra vita è divisa in due parti, la realtà e il sogno.”
Eva sembrava sempre più interdetta. Dopo una lunga pausa alla fine disse: “Davvero trovi tanta differenza tra il sogno e la realtà da considerarli divisi? L’altro mio mondo è assai diverso da questo, ma non potrei definirlo sogno, e definire questa realtà. Se dovessi farlo direi che sono entrambi … realtà. Solo, sono due mondi diversi in cui vivo.”
Il giorno prima Guido avrebbe ribattuto facilmente a quest’affermazione, ma ora… ora non trovava nulla di strano in quella descrizione. Il sogno è realtà e la realtà è sogno: sono solo mondi diversi. Improvvisamente sembrava saperlo con certezza, era sempre stato così ed era bastato un giorno, o forse pochi secondi, per sgretolare per sempre le certezze di una intera vita. Eva lo strinse dolcemente, lasciando che lui accostasse il capo al suo petto. Sentiva il battito del suo cuore e il suo respiro, la sua guancia a contatto con la dolce curva del suo seno ed ebbe una vertigine, il desiderio folle che tutto si fermasse, che nulla cambiasse più, da allora fino alla fine del mondo. Non voleva più sognare, non voleva più svegliarsi. Qualunque cosa fosse quel mondo in cui si trovava era quella la realtà, e nulla avrebbe potuto cambiarla. Ricordò che aveva provato la stessa sensazione poco prima (o forse secoli prima), quando baciava Elena, e quel deja vu lo rese inquieto. Tutto cambia, nulla è per sempre, sembrava dirgli. Come se fosse una conferma per quei pensieri, Eva si scosse e lo separò da sé.
“Devi andare ora.” Disse.
“Dove?”
“Devi andare ora.” Ripeté.
Guido si accorse che piangeva, e le lacrime che scendevano lasciavano scie dorate sulle sue guance arrossate.
“Non voglio andare via.”
Sentiva una determinazione incrollabile, che mai aveva provato prima. Non poteva lasciarla ora che l’aveva trovata, amata. Cercò le parole per spiegarle quell’indomabile desiderio che aveva di lei, ma Eva si era già alzata, e lo tirava per un braccio con una certa urgenza.
“Devi andare!” Disse. “Non capisci? Lui ti cercherà, ti troverà. Nulla qui può sfuggirgli, devi andare!”
Guido la guardò supplicante, stava ancora cercando qualcosa da dire quando un rumore improvviso gli fece fermare il cuore. Qualcosa si avvicinava rapidamente alla loro sinistra, con la rapidità che nulla, sulla Terra, poteva avere. Eva diede un grido trattenuto e lo tirò con forza, e subito dopo erano lanciati in una corsa frenetica in mezzo alla vegetazione. Mentre correva Guido si disse che troppe cose tendevano a ripetersi, da qualche tempo a quella parte, tornando ogni volta al principio come nel lento avvolgersi delle spirali di una conchiglia. Aveva già vissuto quegli istanti di loro che correvano mano nella mano e la cosa alle loro spalle che li incalzava senza tregua.
“Non potremo mai farcela.” Disse tra un respiro e l’altro.
Eva sembrò riflettere su quella frase, poi rispose: “Tu puoi farcela, io lo tratterrò.”
Guido inorridì a quella proposta.
“Io non ti lascio!”
“Non c’è soluzione. A me non farà niente, io sono parte di questo mondo. Tu devi proseguire, sali la collina, cerca di arrivare in cima, lì troverai la porta…”
Mentre parlava si era fermata e Guido, nell’impeto della corsa, aveva proseguito per alcuni metri prima di fermarsi a sua volta.
“No, io non vado senza di te!”
“Devi andare, altrimenti lui ti ucciderà e io morirò di dolore subito dopo.”
Per un attimo Guido provò un perverso piacere a quella dichiarazione d’amore. Lei mi ama da morire. Lei morirebbe per me. Poi il rumore della bestia che si avvicinava scacciò via ogni romanticismo.
“Vai!” Gridò lei disperata.
Il suo sguardo supplicante più che le parole lo spinsero a correre, su per un rilievo che s’immergeva nella bruma azzurrognola. Si girò e vide Eva, nuda e incantevole nella sua bellezza primitiva, che lo guardava dal basso con dolcezza. Sollevò una mano e lei rispose con la mano aperta, come un ultimo saluto.
“Quando si apre una porta, poi bisogna ricordarsi di chiuderla.” Disse lei, e la sua voce gli giunse nitida e chiara come se fossero a non più di un metro di distanza. Guido ebbe la tentazione di tornare indietro, poi di girarsi e fuggire. Alla fine restò dove si trovava, quindi disse, come parlando tra sé: “Quando sogni, cos’è che sogni esattamente?”
La sua voce risuonò cristallina nell’aria e si propagò tutt’intorno, fino a lei. Eva sorrise, di un sorriso che gli annegò il cuore.
“Sogno di essere in un mondo diverso, una ragazza diversa.”
Guido voleva interrogarla ancora, indagare su quel mistero, ma ora il rumore della cosa che si avvicinava si era fatto davvero vicino. Capiva che non c’era tempo, si voltò e fece per andare, poi si fermò di nuovo.
“Come ti chiami, in quel mondo?” Chiese.
In quell’istante vide qualcosa uscire dai cespugli e piombare sulla figura solitaria alla base della collina. Non riusciva a distinguere cosa fosse ma percepiva la terribile forza che emanava da quell’essere. Senza poter controllare il suo corpo onirico si trovò a correre disperatamente su per la salita, e mentre saliva udì la voce di Eva dirgli un’ultima frase, un’ultima conferma, che gli diede la forza per arrivare fino alla porta che attendeva, in cima, e superarla senza esitazione.
« Gli invisibili unicorni rosa sono esseri dotati di grande potere spirituale. Questo lo sappiamo perché sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo. Come tutte le religioni, la fede negli invisibili unicorni rosa è basata sia sulla logica che sulla fede. Crediamo per fede che siano rosa; per logica sappiamo che sono invisibili, perché non possiamo vederli. »

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Re: Sesso sesso sesso

Messaggioda Searig » 28/10/2015, 20:00

Bellissimo, diventa sempre più interessante! :D Sono contento che tu abbia ritrovato l'ispirazione! : Thumbup :
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Re: Sesso sesso sesso

Messaggioda PK2 » 28/10/2015, 20:13

Grazie, in realtà ho solo messo rapidamente la fine, anche a me scocciava lasciarlo incompiuto.
Ho messo qua tutto insieme, compreso il finale (suspence....)
viewtopic.php?f=28&t=8897&p=85507#p85507
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Re: Sesso sesso sesso

Messaggioda Searig » 28/10/2015, 20:16

Ok poi me lo leggo! :)
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Re: Sesso sesso sesso

Messaggioda fcm19 » 28/10/2015, 23:34

Me lo sono letto tutto d'un fiato, davvero molto bello! Complimenti PK2 : Thumbup :
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Re: Sesso sesso sesso

Messaggioda LCyberspazio » 29/10/2015, 2:24

Sono arrivato al punto dove lo avevi lasciato.
Ottimo! Davvero onirico e tiene alta l'attenzione del lettore. Sono felice che tu l'abbia concluso. Domani leggerò come andrà a finire :D
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