Finchè il grande Morfeo ci concederà il sonno ristoratore non avrò di che temere, perchè tu, divino, sei il mio scudo, la mia lancia, la mia forza, la mia volontà ed io non sono altro che un tuo umile servitore che non chiede altro se non il tuo favore.
In questa sessione intendo creare un culto a colui che ogni notte ci dà l'opportunità di controllare i nostri sogni; in parole povere a colui che ci concede la libertà. Da una chat di qualche giorno fà sono nate, umoristicamente, delle idee carine che devo scrivere perchè potrebbero far nascere delle riflessioni notevoli.
La 1° parte delle discussione verteva su questi temi:
Morfeo, il nostro Dio, ci ha liberato dalla tirannia del vecchio Dio oppressore, Ermes, l'apportatore di sogni. Nei tempi antichi i popoli si facevo ingannare da questa e da altre divinità che mandavano visioni e sogni agli uomini; praticamente in modo passivo. Gli uomini, così, ricevevano un condizionamento ed erano schiavi dei sogni che gli Dei gli infliggevano. Il nuovo culto prevede di adorare Morfeo, il Dio del sonno (non dei sogni), che ci concede il libero riposo che noi, attraverso i sogni lucidi, possiamo modellare come vogliamo. Diveniamo dunque attivi e liberi.
La 2° parte parlava del nuovo concetto filosofico:
Il verbo del nostro Dio è "Io sono colui che è aldilà della realtà". In molti potrebbero cercare di spiegare queste parole, ma in pochi ne afferreranno la verità ultima. Coloro che si fanno chiamare esploratori dell'aldilà della realtà, ovvero noi onironauti, dovrebbero afferrarne il senso. Sappiamo che il nostro Dio è con noi perchè ci permette di modificare l'aldilà della realtà a nostro piacimento attraverso i sogni lucidi. Sappiamo dunque che il nostro Dio "è" in noi. Dio è colui che crea giusto? Colui che crea dal nulla. Attraverso i sogni, quindi in quella che chiamiamo "aldilà della realtà", quindi un'altra realtà, noi siamo in grado di creare dal nulla reale dell'aldilà della realtà una realtà a nostro piacimento.
Non occore spiegare nulla attraverso la storia, la fede è quì ed ora, senza testi o altre istituzioni. Siamo dunque noi il Dio di noi stessi. Siamo noi il Dio del nostro aldilà reale.