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Luogo ricreativo per chiacchierate libere.

Alita Fan Club

Messaggioda DayDreamer » 13/02/2008, 10:45

Topic Club riservato agli appassionati di Alita e Alita Last Order, il miglior manga cyberpunk di tutti i tempi! : Love :

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Re: Alita Fan Club

Messaggioda MilenaOne » 13/02/2008, 11:54

Grande!!!!!!! : Yahooo :

Ovviamente (hihi ^_^) mi associo al club!!!

Piccola nota:
Nonostante Last Order sia un pò schifato dagli appassionati di Battle Angel... io non sono d'accordo. Rimpiango solo un pò il perfezionismo grafico della prima serie... per il resto nulla da dire contro! Inoltre la mia passione per i vampiri è stata premiata..... io AMO Caella Sanguis : Love 2 : eheh
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda dixit » 13/02/2008, 13:35

Mi associo! : Yahooo :
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda MilenaOne » 13/02/2008, 13:58

Nuova missione del giorno: predicare "l'Alita" nel mondo :lol:
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda DayDreamer » 13/02/2008, 14:03

La probabile copertina di domani (Sechs for president):
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Forse la copertina successiva (Avete capito chi è vero? E' facile)
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CURIOSITA'
In più di un'intervista, Yukito Kishiro ha ammesso che per il soggetto di Alita egli si sente pesantemente debitore di Blade Runner e Mad Max. Tuttavia, questa è solo una parte della verità: in realtà le citazioni dell'autore giapponese sono ad amplissimo spettro. La più sorprendente, specie perché è dimostrazione di come sia ormai obsoleto parlare di barriere culturali, è il richiamo che Kishiro lancia a un classico della letteratura occidentale: I viaggi di Gulliver. La città volante di Salem è, ovviamente, una rivisitazione della Laputa di Jonathan Swift . L'accostamento è palese nel dettaglio fisico (si veda ad esempio il marchio che gli abitanti di entrambe le città volanti portano sulla fronte), ma anche in quello simbolico. Swift metaforizzava mediante l'isola volante il distacco tra gli scienziati chiusi nella torre d'avorio delle loro discipline astruse e la vita reale; Kishiro riprende il concetto, visualizzando l'abisso che separa il paradiso dell'high-tech (per meglio dire, promesso dall'high-tech) dall'inferno umano e sociale che dell'uso sfrenato della tecnologia è il sottoprodotto.
Analizziamo più a fondo la metafora: il pilastro che dovrebbe collegare il mondo fatato di Salem (le meraviglie donateci dalla scienza) con la superficie (il mondo reale) è spezzato. Dai resti di tale pilastro, Salem scarica a pioggia sulla terra le sue scorie, i suoi scarti, i suoi rifiuti. E di questi rifiuti la gente di Alita si nutre ciecamente, come di manna gettata sprezzantemente dall'alto da un dio impietoso. La gente di Alita alza gli occhi e sogna Salem (la vita migliore promessa dai tecnocrati), ma l'accesso alle beatitudini della città volante è a loro negato (la tecnologia non è amica, è una belva che divora)...
E' un concetto che suona familiare, non trovate? Parte da Swift, è vero, ma arriva diritto a Gibson e agli allarmi sociali del cyberpunk, ai suoi scenari oscuri di moltitudini vittime più che beneficiarie dei benefici del progresso scientifico, escluse dalla conoscenza che sola dà la libertà, parassite più che fruitrici dell'opulenza tecnologica. Che Swift, inconsciamente, sia stato il primo cantore cyberpunk?
E, tuttavia, Salem non è solo un simbolo negativo. E' anche una metafora dei sogni irrealizzabili che ciascuno di noi, nel profondo, sa di serbare. Salem è un obiettivo impossibile, un traguardo sempre di fronte agli occhi (domina il cielo della discarica) ma giammai raggiungibile. Eppure, come dice Kishiro, il mondo ha bisogno di Salem. I personaggi di Alita, infatti, non cercano semplicemente un modo per sopravvivere alle insidie del loro tempo: piuttosto, ciascuno a suo modo, cercano una ragione per vivere. E Salem è lì, pronta allo scopo: qualcuno sogna di distruggerla, altri di conquistarla... Nessuno raggiungerà il suo traguardo, e in fondo va bene così: cosa resta di un'esistenza, infatti, una volta che l'obiettivo cui l'abbiamo dedicata è stato centrato? Se Salem non ci fosse, sembra dire Kishiro, occorrerebbe inventarla.
E' un messaggio su cui si può discutere, ma non è neppure il più controverso presente in Alita. Questo merito spetta sicuramente alla pervicacia con cui Kishiro disegna scene di violenza. Alita è un manga con un contenuto talmente forte e brutale da far impallidire campioni di violenza disegnata del calibro di Ken il Guerriero e Ghost in the Shell. Leggere questo manga significa immergersi in un'atmosfera immorale e sanguinaria, in cui è normale vedere dei ragazzini organizzarsi in bande notturne e aggredire passanti per sottrar loro organi (soprattutto vertebre, la cui estirpazione è straordinariamente truculenta) da rivendere al mercato nero. Le vicende di Alita sono permeate da un'efferatezza da incubo, da un carnevale di mutilazioni, asportazioni di cervelli, massacri, torture, scontri all'ultimo sangue ed esecuzioni sommarie. Kishiro brucia comparse come fiammiferi: le sue storie sono colme di poveri personaggi che nascono, si affacciano alla scena e muoiono in maniera più "splatter" possibile. Alita, nonostante abbia una ragazzina come protagonista, non è certo un fumetto per bambini.
A parziale compensazione della violenza, la grande attenzione che Kishiro riserva ai valori di amicizia e lealtà: Alita è disposta a fare qualunque cosa per chi sente vicino. Eppure lei non è un essere umano: forse è per questo che sembra così pura, così eterea, così priva di cinismo e di falsità. Intendiamoci: Alita è pur sempre un arma da guerra, e non disdegna di far scorrere il sangue. Anzi, quando si tratta di lottare, di colpire, di massacrare, non sembra che nella sua affascinante testolina ci sia spazio per scrupoli di sorta. Però è leale, votata al sacrificio, e si affeziona fino alle lacrime a chi le regala un gesto di amicizia, o un sorriso. Gli uomini presentati in questo manga, con rare eccezioni, sono invece delle autentiche belve, e il contrasto tra la disumanità dei personaggi di carne e ossa e l'umanità della cyborg Alita non può che far riflettere su cosa definisca veramente l'essere umano. Avere un muscolo che batte nel petto invece che un microprocessore è davvero sufficiente?
Bene, è tutto. Il modo migliore per terminare questo articolo, però, è usare la poesia delle ultime parole di Alita. - Il mio sogno? - dice la bambina cibernetica - Ciascuno di noi ha delle ali invisibili. Il mio sogno è che ognuno impari a volare sulle proprie ali.

Altre curiosità da Wikipedia:
* Il nome "Gunnm" è la contrazione di "Gun's Dream", "il sogno di una pistola". Nel progetto iniziale Alita era un agente con armi da fuoco. Nella storia si sono lasciati degli indizi a proposito.
* Il nome "Alita" sembra provenire dal film sovietico Aelita di Yakov Protazanov (1924).
* In un episodio del manga, Desty Nova proietta la protagonista in un mondo virtuale, dove lei è una dolce fanciulla. In originale, la protagonista si chiama Gally, ma nel mondo virtuale il suo nome è Alita. Nella traduzione i due nomi sono stati invertiti e la versione gentile di Alita si chiama Gally.
* Il regista James Cameron (autore di capolavori come Terminator, Titanic e Aliens) sta lavorando alla realizzazione di un film in CGI (con tecniche innovative e sperimentali) sul fumetto di Alita. Si prevede l'uscita nel 2009.
* La trasposizione cinematografica che James Cameron sta realizzando fa supporre che inizialmente egli si fosse ispirato proprio a Battle Angel Alita per creare il telefilm Dark Angel con Jessica Alba.
Difatti le similitudini sono molte. La protagonista è una ragazza con capacità da combattimento superiori alla norma (grazie a modificazioni genetiche e tecnologiche). Max Guevara la protagonista ha una tuta e uno stile molto simile ad Alita. Entrambe spesso si rifiugiano per pensare ed avere un pò di pace in un luogo con panoramica notturna della città. Il personaggio di Ido è riconducibile al Logan/'Solo Occhi' di Dark Angel. Sia il fumetto che il telefilm sono simili per l'ambientazione in un mondo futuristico fatiscente e per atmosfere.
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda MilenaOne » 13/02/2008, 16:48

Intervista al grande Yukito Kishiro:


Innanzitutto, ciao Yukito. Grazie ad Alita sei uno dei mangaka più popolari e amati dai fan italiani, cosa vuoi dire loro?
Salve, lettori italiani. Grazie per il vostro sostegno.

Hai interrotto il tuo lavoro su Aqua Knight per tornare a narrare le gesta di Alita. È stato così irresistibile il richiamo della tua creatura?

La prima serie di Alita venne portata a conclusione malvolentieri a causa di fattori al di là del mio controllo. Tabelle di marcia sovraccariche, rapporti umani, mancanza di idee, e così via, perciò disegnai Aqua Knight per recuperare le forze sia sul piano lavorativo che su quello mentale. Ma, passato un po' di tempo, ho cambiato idea e mi è tornata la voglia di disegnare il resto della storia di Alita.
Allora, poiché si erano venuti a creare determinati presupposti, ho prodotto il resto della storia nella forma di Alita: Last Order.

Come potresti descrivere il legame che ti lega in maniera così forte ad Alita e al suo mondo?
Nel mio lavoro è fortemente presente il tema del "conflitto fra l'individuo e il mondo". Era necessario per me fare delle prove e commettere degli errori per definire in maniera esatta i contorni della mia idea.
Ho iniziato con alcuni studi, mai pubblicati, di Alita. Il personaggio di Alita apparve poi in alcune storie, ma era ancora in una fase acerba.
Da questi "fallimenti" ho tratto alcuni spunti come le idee della Città Discarica e Salem.

Prima di Last Order, avevi già dato una sorta di seguito alle avventure di Alita: un RPG game per PlayStation dal titolo Gunnm: Memories of Mars. Che rapporto c'è fra Memories of Mars e Last Order?
Al tempo della prima serie avevo in mente un progetto a cui lavoravo sotto il nome "the universe edition", che avrebbe visto Alita attraversare l'universo da Salem e Jeru a Marte.
Il progetto venne purtroppo scartato, ma io pensai che avrebbe avuto la possibilità di trovare una sua dimensione attraverso altri media. A quel tempo, la PlayStation aveva visto svilupparsi rapidamente la qualità dei suoi prodotti e io adattai allora lo scenario per un gioco della PlayStation. Il risultato fu un gioco molto semplice, perché c'era un limite dovuto alla capacità dei Cd-Rom e ai limiti della tecnologia. Lo scenario principale era lo stesso di Alita: Last Order. Quando ho iniziato il serial di Alita: Last Order ho avuto però diversi ripensamenti e nuove idee, anche perché erano passati quattro anni da quando scrissi la sceneggiatura. Un fumetto ha una libertà espressiva maggiore di quella di un gioco. Quindi, ho deciso di arricchire la storia con nuovi personaggi, idee e ambientazioni. È l'ultima storia dell'"universe edition", Alita: Last Order.

Quanto è diversa l'Alita di Last Order rispetto a quella della prima serie? Personalmente, l'ho vista più forte e più sicura di sé.
E infatti è così. Per prima cosa, Alita nella prima serie era ancora molto inesperta. Ho disegnato il processo che l'ha portata a crescere e a diventare adulta, con il suo bagaglio di esperienze. Penso che questo abbia spesso permesso al pubblico una certa immedesimazione, poiché è una cosa che prima o poi accade a tutti. D'altronde, sarebbe difficile questa identificazione se si parlasse di un qualcosa di alieno alla maggior parte delle persone.
In Alita: Last Order ho trasferito l'azione su Salem, la città sospesa, un mondo dominato da uno stato di tipo totalitarista. È presente il tema di come una persona matura possa trovare un punto d'incontro fra l'individuo e il mondo, lo stato. Ma è difficile disegnare una storia come un'innocente racconto sulla crescita. Così, l'ho innalzata al ruolo di eroina quasi perfetta e di campione forgiato dal fuoco di mille battaglie.

È recente la notizia che James Cameron starebbe preparando un lungometraggio ispirato ad Alita. Cosa ci puoi dire a proposito? Di che tipo sarà il tuo coinvolgimento?

Infatti, ho stipulato un accordo per quanto riguarda la trasposizione cinematografica di Alita. Ma non ho informazioni sullo stato del progetto e la mia conoscenza è limitata a ciò che già è di dominio pubblico.
Non prenderò parte al progetto. Voglio essere invitato alla preview solo quando il film sarà ultimato.


Caella Sanguis - Type-V mutant

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Re: Alita Fan Club

Messaggioda DayDreamer » 13/02/2008, 20:26

Caella Sanguis (alias MilenaOne sotto mentite spoglie nell'era odierna)
Copertine alta qualità - Omaggio a MilenaOne

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La scrivania di Yukito
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PS
Grrr perchè hanno interrotto Aqua Knight perchèèè... :angry:
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda MilenaOne » 14/02/2008, 11:32

Come hai capito che basta poco a farmi contenta? : Chessygrin : ehehe
Caella... che onore! :lol:
(Ecco una piccola dimostrazione di come con facilità regredisca a stati di gioia infantile ^_^)

In attesa di sgattaiolare dall'ufficio per recuperare la mia copia del n. 20...

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P.S. Aqua Knight... sigh... >_<
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda DayDreamer » 14/02/2008, 15:20

Che numero intenso : Love :

Peccato per la brutta copertina : Mr green :
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Re: Alita Fan Club

Messaggioda MilenaOne » 15/02/2008, 20:58

Proprio brutta la copertina eh? : Chessygrin :

Ok, voglio il prossimo numeroo adesso!! : Love :



P.S. mi chiedo, riuscirò mai a trovare Alita n. 1 non versione "collection"?
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