Ciao a tutti, era da un po' di tempo che mi frullava per la testa questa idea, di recente ho pensato di porla alla vostra attenzione...
Si tratta di un'idea un po' stramba, per cui abbiate pazienza...
Si parlava qualche tempo fa di sonniloquio. E' un fenomeno spontaneo e abbastanza diffuso, diciamo "normale".
Si parlava qualche tempo fa di paralisi REM, di muscoli che questa interesserebbe, di coane...
Si parlava qualche tempo fa di tecniche EILD, basate sul fatto che percezioni sensoriali esterne possono raggiungere lo scenario onirico.
Si è fatto un gran parlare dell'esperimento di La Berge, con l'onironauta che comunica con una persona sveglia mentre lucida coi movimenti oculari, sulla base del fatto che i muscoli palpebrali non sono coinvolti dalla paralisi. Esperimento perfettamente riuscito, che ha confermato scientificamente i lucidi facendoli uscire dalla nebbia del "Si dice che... Però..."
La paralisi REM necessariamente non coinvolge i muscoli legati alla ventilazione e questi sono collegati agli apparati per la vocalizzazione, inoltre il sonniloquio esiste.
Sulla base di questo ho pensato ad un esperimento, forse un po' folle, ma che potrebbe essere interessante.
Questo è l'esperimento:
Ingredienti:
- Un naturale, o per lo meno un onironauta molto esperto, in grado di lucidare "a comando"
- Una persona molto paziente
- Nel migliore dei casi, un laboratorio del sonno, con tutte le strumentazioni del caso
Svolgimento:
L'onironauta si mette a dormire e con la sua tecnica di induzione fa un sogno lucido. La persona gli sta accanto e aspetta. Quando l'onironauta è nel lucido decide di parlare, lo fa semplicemente, come se stesse parlando nel sogno, ma con l'intenzione di attivare anche la sua bocca fisica. Se la cosa funziona e l'onironauta riesce a intraprendere un sonniloquio cosciente, la persona accanto può provare a rispondergli e i due possono cominciare a parlare, uno dal suo sogno e l'altro accanto al letto. L'onironauta può cominciare a descrivere il sogno in cui si trova, nel minimo dettaglio, per poi magari confrontare (vedasi come nelle considerazioni), più tardi, il proprio ricordo onirico con la descrizione che ha fornito mentre stava sognando, ottenendo quindi anche un controllo diretto sulla qualità di quella che qui chiamiamo "memoria onirica".
Considerazioni:
L'esperimento permetterebbe di ottenere una comunicazione di grande qualità tra chi sogna e chi è sveglio, non un semplice movimento di palpebre concordato in precedenza, che significa "Ehi, sto lucidando" e al quale l'altro non può né rispondere né fare eventuali domande; un vero e proprio dialogo.
L'onironauta deve essere molto esperto come ho detto prima, per due motivi:
1 Dato che ci si deve trovare per l'occasione, è necessario che sia quasi sicuro che il lucido ci sia.
2 Dato che egli deve parlare fisicamente e non solo in sogno, ciò rischia di causare un risveglio, perché l'attenzione dell'onironauta si sbilancia pericolosamente verso il proprio corpo fisico ed il mondo esterno, deve essere abbastanza abile da riuscire a rimanere nel sogno anche compiendo questo difficile compito, ma ho letto certe volte sul forum di "sovrapposizioni" tra realtà onirica e fisica che potrebbero essere ottenute e mantenute stabilmente da un onironauta molto esperto.
Il richiamo alla EILD è riferito al fatto che l'onironauta non solo parla in un monologo, "a senso unico", ma dialoga con l'altra persona, perché se nei dispositivi EILD informazioni sensoriali esterne, come lampi di luce, suoni o vibrazioni, possono essere incluse nel sogno, allora anche la voce dell'assistente può essere udita dal sogno stesso: l'onironauta potrebbe sentire "nell'aria" la voce dell'altra persona, o addirittura vederla comparire, come se fosse insieme a lui nel sogno, ma rimarrebbe conscio, lucido com'è, del fatto che queste sensazioni sono dovute all'integrazione nel proprio scenario onirico della voce della persona che gli sta accanto mentre egli dorme.
Il dialogo potrebbe, o meglio, dovrebbe partire dall'onironauta stesso, in maniera che cominci a parlare quando si trova nel lucido; diversamente, se l'altra persona decidesse di cominciare a parlare, potrebbe farlo nel momento sbagliato, disturbando il processo di induzione. La prima frase potrebbe essere una sorta di avviso che si può cominciare, del tipo "Eccomi, sono nel sogno". A questo punto l'assistente può provare a rispondere e si potrà scoprire se questo dialogo sia possibile o meno.
La memoria onirica e la sua qualità è spesso discussa: non solo per quanti siano i dettagli del sogno che riusciamo a ricordare, ma anche per eventuali "disordini cronologici", per cui spesso, ricordando più episodi, sinceramente non riusciamo a ricostruire l'ordine in cui li abbiamo sognati e alle volte ci sembra che ci sia un qualche tipo di "errore" nella nostra ricostruzione perché elementi che compaiono in episodi che ricordiamo come precedenti dovrebbero in realtà essere propri, o per lo meno derivati, da elementi che ricordiamo come relativi a episodi cronologicamente successivi.
Tutte queste cose dovrebbero essere chiarite con una descrizione "in diretta" del sogno da parte dell'onironauta, descrizione che l'assistente dovrebbe registrare e tenere segreta in un primo momento al risveglio all'onironauta stesso, il quale avrà il compito di redarre il suo diario descrivendo il sogno: a questo punto si potranno confrontare le due versioni e ottenere ulteriori informazioni (ma anche interrogativi e direzioni di studio) sul processo di memorizzazione dei sogni.
Un'ultima considerazione sul sonniloquio stesso: spesso le persone che parlano nel sonno biascicano parole confuse e anche quando lo sono meno, rimangono apparentemente senza senso, ma come in ambito onironautico si nota, allo stesso modo i PO sembrano parlare normalmente nei sogni ma da lucidi ci si accorge che spesso dicono cose prive di senso. Forse nei sogni normali non intuiamo ciò perché anche il nostro senso della logica è alterato e confuso, quindi se parliamo in sonniloquio in questo frangente, le nostre parole saranno scoordinate. Ma se siamo lucidi ci rendiamo conto della cosa e allo stesso modo potremmo instaurare un discorso normale e comprensibile, anche da sonniloquio. Si potrebbe pertanto provare e avere la risposta a ciò, cioè se un onironauta lucido riesce ad articolare un discorso normale e comprensibile, oppure se anche in questo caso il sonno prenda il sopravvento sull'articolazione delle parole e lucidità o meno la cosa non sia possibile.
Considerazione futile e frivola: sarebbe bello poter parlare a qualcuno dal proprio sogno, arrivando, anche se non al sogno condiviso, comunque ad una forma più diretta di condivisione dell'esperienza...
Che ne dite?
E' possibile?
E' folle?