DVmonkey ha scritto:SunShadow ha scritto:Anche a me ogni tanto è capitato, ma molto di rado. Capitano più spesso i "normali" deja-vu, con l'aggiunta che quando ce l'ho "ricordo" anche i 20 secondi circa che vengono dopo... peccato non poterlo dimostrare (se interferisco dicendolo è ovvio che i 20 secondi cambiano... una volta l'ho fatto, spero di non aver modificato la trama stessa dell'universo
)
se interferisci, la volta dopo avrai un deja vue in cui ricordi di aver intereferito. fine la
(o meglio, questa è l'illusione che si crea. causa ed effetto non sono in quest'ordine)
Ti spiego:
ad un certo punto succede qualcosa, ho un deja vue, ma ricordo anche quello che accadrà da lì a 20 secondi. Se interferisco,
non ricordo l'interferenza (come credo stia dicendo tu), ma altri fatti che si sarebbero effettivamente potuti verificare. Se non interferisco, quei fatti avvengono. In questo caso, lo sapevo già prima che avvenissero, comunque, è questo lo strano. Di solito la seconda parte del deja vue include esclusivamente una persona che mi parla, mentre la prima può essere qualsiasi cosa.
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Aggiungo qui sotto per chiarire come la penso. Forse sarete d'accordo, forse no, in ogni caso non ce l'avrò con voi, a meno che non siate voi ad attaccarmi prima
L'idea del deja vue come illusione mnemonica che subentra successivamente al fatto è intrigante per l'uomo moderno dato che segue l'attuale moda di trovare una spiegazione pseudo-scientifica a tutto.
Dico pseudo-scientifica perché la spiegazione scientifica è un'altra cosa: non cerca di spiegare a priori come potrebbe funzionare qualcosa basandosi su conoscenze già possedute ed evitando di introdurre aree sconosciute, come fa questa, ma è la semplice osservazione della realtà che avviene a posteriori. Il fatto che sia "scientifica" significa
solo che nessun esperimento l'ha finora contraddetta; ogni fenomeno può essere spiegato in infiniti modi, la scienza non fa altro che fare esperimenti che confutano una parte di queste spiegazioni, e fra quelle rimanenti la più probabile viene data per buona.
Primo grosso problema: questa modalità d'azione prevede che l'osservazione ripetuta di un fenomeno ne stabilisca l'universalità; idea radicata in tutti al giorno d'oggi ma che per le sue stesse caratteristiche non può essere provata. Ad esempio nessun fisico potrà mai dirvi a quali leggi l'universo sottostava 8 miliardi di anni fa, può solo presumere che siano le stesse di oggi.
Secondo grosso: problema: gli scienziati, nello stabilire qual'è la spiegazione "più probabile" fra le rimanenti, devono necessariamente intervenire con una scelta puramente arbitraria, non dettata dalla logica ferrea ma solo da "eleganza scientifica"; insomma l'idea che meglio corrisponde, come un mattoncino lego, alle altre idee già accettate scelte allo stesso modo (e che soffrono perciò dello stesso problema).
Se il vostro dubbio ora è "ma così mi stai dicendo che nulla può essere spiegato con certezza" ebbene sì, è quello che vi sto dicendo. Almeno, è quello che penso io.
Nota: studio biologia, quindi non dite che attacco la scienza da "profano"... la scienza mi interessa, ma non sono uno di quegli esaltati moderni convinti che possa spiegare tutto.
Nota 2: risposta alla critica "non abbiate fiducia in niente... ma tu come puoi avere fiducia nei tuoi deja vue?": io non ho fiducia nei miei deja vue nel senso che ci credo ciecamente, al contrario, mi ritengo un "agnostico assoluto" nel senso che preferisco non credere ciecamente a nulla, lasciando però così aperte tutte le possibilità. Io non ho una singola prova, neppure un singolo indizio valido, che le cose stiano in un certo modo. Perché dovrei buttarmi a pesce su una qualsiasi fede? Piuttosto, preferisco agire come meglio sento (ed essendo cresciuto fra cristiani i miei valori non sono tanto diversi, anche se non ho la loro fede). Non so se ha senso, ma, dato che ogni cosa potrebbe averne o no, nulla potrà convincermi che agisco in modo sbagliato. Comunque, dei valori li ho; almeno riconosco che non sono assoluti e tollero quelli diversi dai miei.
Nota 3: anzi, dirò che una cosa in cui credo c'è: proprio l'idea che nulla possa essere certo in maniera assoluta. Ho dei dubbi su qualche punto in effetti (qualcosa di cui potremmo ritenerci certi), ma fondamentalmente la penso così.
Nota 4: no, Ratzinger non mi ha ancora tacciato di "pericoloso relitivista". Non personalmente, almeno