Versione aggiornata e corretta: 07/10/2015
-------------------------------------------------------In generale noi abbiamo accesso all'esperienza di sogno solo a posteriori e quindi la conoscenza del sogno è dipendente dal nostro atto di ricordare.
Nel caso dei sogni lucidi, Wild o Dild, noi abbiamo la possibilità di esaminare attentamente l'esperienza onirica in tempo reale, ma di solito non lo facciamo e se lo facciamo le informazioni che ne traiamo diventano operative nella veglia solo in funzione della nostra capacità di ricordare l'esperienza onirica dopo averla fatta.
In tutti i casi di quindi la nitidezza dell'esperienza è legata alla nitidezza del ricordo.
1) Nei casi migliori iniziamo la Wild da lucidi, siamo consapevoli di tutto e magari ci svegliamo al termine o nel mezzo del lucido. La memoria è continua e completa:inizio,SL e risveglio.
Eppure ci sono casi dove sono presenti, se ne era già parlato, interruzioni nel continuum percettivo e nel "flusso della consapevolezza" qualsiasi cosa esso voglia dire. In quei casi sembra che ci siano veri e propri buchi nella memoria e nella linearità temporale.
2) Nei peggiori casi, ossia la maggior parte delle volte, noi ci svegliamo con un vago ricordo (nei peggiori casi con l'oblio assoluto) e poi ricostruiamo-srotoliamo-estraiamo (a volte anche in modo "forzoso") il sogno da "qualsiasi luogo" il sogno è stivato fino a
quando non siamo soddisfatti da quello che abbiamo ricordato. Sottolineo l'ultima affermazione per arrivare a dire che noi non sappiamo, come giustamente dici, se noi ci fermiamo ai limiti del sogno o ai limiti della nostra memoria o, ancora, ai limiti della nostra volontà di ricordare.
I problemi sono i seguenti:
-Quali sono i limiti della memoria? Ovvero cosa possiamo ricordare e cosa no
-Qual'è la natura delle discontinuità percettive-coscienziali?
Una risposta a queste due domande richiederebbe/provvederebbe una comprensione (o forse una grande discussione ed esame) della capacità umana di conoscere, ovvero l'accesso alla conoscenza e alla realtà (tramite percezione, memoria e/o ragionamento).
I sotto-problemi sono infiniti vasti ed tutti interconnessi.
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Momentaneamente il modello della memoria che ho abbozzato è il seguente:
A-La Capacità Mnemonica Potenziale: La nostra capacità di ricordare un qualsiasi evento non è assoluta ma relativa alla
qualità dell'evento stesso e allo
stato di consapevolezza che abbiamo mentre tentiamo di ricordare: più precisamente i fattori che influenzano la nostra capacità di ricordare un evento sono la
durata dell'evento e
l'omogeneità/eterogeneità dell'evento (rispetto a se stesso e rispetto a tutte le altre nostre memorie)
A1)-durata- durante un evento più lungo si susseguono diversi stati interni e quindi alcune discontinuità semantiche nella natura di ciò che facciamo, nelle nostre intenzioni, la nostra consapevolezza ovvero nel complesso di combinazioni che potrebbe secondo me essere chiamato "stato interno". Un evento più lungo contiene più fluttuazioni/discontinuità del nostro stato interno.
A2)-omogeneità/eterogeneità dell'evento in relazione a se stesso e a tutte le altre esperienze della nostra vita. Questo fattore determina probabilmente l'inserimento dell'evento nella rete di ricordi/database in punti più o meno accessibile e ricalcati (analogia con la rete neurale) ed è determinata a sua volta da fattori quali l'abitudinarietà di quello che facevamo, la familiarità con l'evento, e il significato che gli abbiamo dato e quindi di nuovo in base al modo in cui ci siamo posti di fronte all'evento e quale elementi abbiamo deciso di enfatizzare ponendoci sopra l'attenzione. Il modo di porci davanti all'evento è di nuovo "lo stato interno".
A3)-Visto che il nostro "stato interno" non è altro che, semplificando un po e usando i termini senza definizioni rigorose, il nostro "stato di consapevolezza" possiamo concludere che è questo che determina la nostra capacità di ricordare un evento.
E' come se i diversi
stati di consapevolezza posizionano gli eventi vissuti tramite essi a diversi livelli di profondità e di distanza tra loro, una specie di rete dove ogni nodo è un ricordo. La nostra capacità di ricordare quindi è facilitata se la nostra posizione al momento di ricordare è "vicina" alla posizione dell'evento che vogliamo ricordare.
Questo spiegherebbe anche i Dejavu...E come mai nei sogni ricordiamo meglio il "binario onirico" e non quello della veglia e vice versa. In questo modello non risultano solo due binari ma ipoteticamente infiniti binari, una specie di partizioni a compartimenti stagni dei ricordi... unificare e mettere in contatto diversi binari equivale ad unificare parti di se stessi, anche se momentaneamente, quella che Daydreamer chiamava "integrazione" e che porta ad una maggiore consapevolezza della totalità di se stessi.
Per concludere ogni ricordo è potenzialmente accessibile ma ognuno è più o meno facilmente accessibile in funzione della “distanza” dal nostro stato di consapevolezza all'atto di ricordare e che avevamo mentre vivevamo l'evento”.
B-Livelli di Accessibilità differenti: Dunque esistono diverse distanze che possiamo coprire con la memoria a patto che siamo abbastanza vicini, che abbiamo la concentrazione per percorrere tutta la distanza e a patto che
conosciamo la strada.
A livello pratico cosa dovrebbe significare? Conoscere la strada vuol dire saper rievocare uno stato interno simile che richiami quello del ricordo. A volte basta vedere a metà mattina un "qualcosa" e quel qualcosa ci fa ricordare di qualcosa di cui ci eravamo completamente scordati! magari un sogno di 4-5 ore prima (magari eravamo sicurissimi di non aver sognato!!!)!
Più volte ripercorriamo una strada mnemonica e poi più facilmente e velocemente possiamo ripercorrerla ma qui siamo nel banale.
Una volta agganciato un evento lo ricostruiamo più o meno facilmente in base a quanto siamo pratici nel farlo. Ad esempio se cerco di ricostruire un un evento reale dalla veglia sarà relativamente facile ipotizzare e dedurre quello che potrebbe essere successo prima o dopo usando la logica, la conoscenza che abbiamo di noi stessi e dello stato interno che avevamo all'epoca e in base alla nostra conoscenza delle altre persone, tutti questi indizi pian piano faranno riemergere i dettagli del ricordo. Idem per il sogno comune, se non fosse che gli indizi utili non possono essere inferiti usando la logica del nostro binario principale (quello della veglia).
Livelli di “profondità” meno accessibili richiedono l'accesso ad uno stato di consapevolezza meno accessibile e con cui abbiamo meno confidenza di quello abituale (“l binario della veglia”). Livelli di profondità meno accessibili richiedono quindi quindi più risorse e tempo per essere raggiunti (sogno lucidi, sogni n-rem, meditazioni varie, esperienze allucinogene, etc. etc.).
Conclusioni parziali Per riassumere tutto quello che siamo nella veglia è solo un piccolo compartimento isolato, il binario della veglia, immerso in infiniti altri binari che costituiscono il vero IO.
Potremmo chiamare questa distinzione tra “conscio-inconscio” (ispirandoci a termini noti) “noto/ignoto” oppure “prima attenzione/seconda attenzione”, “nagual/tonal” (usando la terminologica di Castaneda).
Usare però la distinzione “conscio-inconscio” è però inesatto secondo me perché l'incoscienza è relativa al binario in cui siamo e non assoluta. Il binario nel quale ci troviamo è in quel momento il nostro conscio, e gli altri binari sono tutti inconsci in quel momento, nel senso che non possiamo ricavarne informazioni a piacimento sempre che siamo coscienti della loro esistenza.
Certo questa è solo una bozza ed è emersa durante il mio studio delle “linee di sogno” (esperimenti mnemonici per ricordare i sogni dell'infanzia)... ancora c'è molto da fare in questo senso e ci sono molte idee che ho soltanto buttato là in modo impreciso e senza definizioni formali. C'è però da dire che anche se io ho provato a partire da zero sono stato inevitabilmente influenzato da altri modelli filosofici della conoscenza e della consapevolezza che ritengo coerenti con le mie esperienze: questo per dire che non bisogna partire necessariamente da zero ma esistono storicamente numerose proposte ben strutturate a questi problemi e non mi riferisco come molti avranno pensato SOLO a Castaneda.