LCyberspazio ha scritto:Comunque non risulti antipatico, anzi.
In effetti è proprio quello di cui spesso ho paura... Io parlo, parlo, rispondo a un sacco di post dicendo un sacco di cose, per cui temo di passare solo per un saputello, ma lo faccio solo per l'entusiasmo dell'argomento e per condividere le informazioni e magari risultare utile agli altri utenti, come loro lo sono certamente molto per me (questo forum mi ha aiutato moltissimo e da voi ho imparato in breve tempo un sacco di cose nuove!), quindi quando faccio correzioni così secche alle volte questa paura si fa più vivida...
LCyberspazio ha scritto:Il concetto del topo che comunque mi incuriosiva era proprio relativamente al fatto che il codominio del sogno animale è comunque legato al dominio delle esperienze effettuate
Può darsi.
LCyberspazio ha scritto:Se questo è vero, allora mi aspetto appunto che una A.I. di un gatto debba comunque manifestarsi sempre nella sfera di ciò che può terrorizzare un gatto, ovvero molti più stimoli di un'antilope.
Biologicamente è noto che gli animali carnivori sono un po' più intelligenti di quelli erbivori, nonostante ciò non saprei... Stai parlando, quanto agli stimoli del gatto, di una serie di situazioni ambientali, come la macchina, il palazzo che crolla, etc., ma anche la vita di un'antilope è collocata in un ambiente ricco di stimoli, solo di natura differente. A questo punto ti chiedo, visto che fai un distinguo specie specifico, cosa sognerà un gatto selvatico che vive nel folto di una foresta? I suoi stimoli saranno paragonabili a quelli dell'antilope: non essere catturato da una volpe, etc. Quindi qui l'unica differenza che poni è solo che la vita di un gatto domestico presenta esperienze differenti, ma dal punto di vista ontologico il tuo modello sembra essere lo stesso dell'antilope, cioè esperienze quotidiane-sogni.
A proposito, perché parli sempre di A.I.? A me sembra che questi animali possano fare anche sogni veri e propri...
LCyberspazio ha scritto:Un umano?
Un umano può arrivare ai fantasmi, ai draghi e agli alieni che ti rapiscono la notte (e ci sarebbe da dire che comunque raramente ho sentito dire di qualcuno che si vede un cinghiale in carica, a parte la famosa pubblicità del digestivo)
A parte la pubblicità che è bellissima e ogni volta che la vedo mi sganascio dalle risate, su questo sarei un pochino più critico: qualunque sia la forma di una allucinazione ipnagogica o ipnopompica di carattere spaventoso, la natura è sempre la stessa: una presenza minacciosa. Che, svuotata di tutte le interpretazioni culturali che la nostra tendenza a razionalizzare, classificare e spiegare tutto (cosa di cui parliamo anche in un altro topi recente) le appone, è semplicemente questo: una presenza minacciosa. Quindi si tratta solo della salutare attenzione, nel dormiveglia, alla eventuale presenza di predatori. Punto. Per l'antilope potrà prendere la forma di un caimano, per un uomo, abituato da molto a vivere in case dove non ci sono leopardi o simili in giro, sarà una vuota presenza priva di forma, allora ecco che con la propria dotazione culturale questi le darà la forma che manca: sarà di volta in volta, a seconda del contesto, un coboldo, un incubo, un alieno...
Ma sempre dell'attenzione, sviluppatasi in natura (perché al di là del nostro contesto attuale in quello si è sviluppata la nostra specie e, soprattutto, la predisposizione genetica cambia molto più lentamente rispetto alla cultura), di fare attenzione ai predatori.
E in questo non siamo migliori dell'antilope.
LCyberspazio ha scritto:Insomma le allucinazione degli umani, come i sogni, possono pescare in un archivio estremamente vasto
Su questo sono d'accordo, il nostro bagaglio di esperienze e stimoli è notevolmente ipertrofico rispetto a quello di qualunque altra specie.
LCyberspazio ha scritto:che magari non riflettono esperienze vissute.
Questa capacità di metabolizzare effettivamente anche elementi mai vissuti (sogni il Signore degli Anelli... ma tu a Mordor non ci sei mai stato)
Su questo un po' di meno: la fantasia, per quanto spinta, prende sempre dalle esperienze vissute. Pensaci bene e lo troverai in ogni caso. Ma soffermiamoci al tuo esempio. La terra di Mordor? Non abbiamo forse mai visto prati, montagne, boschi, villaggi con gente, magari vestita alla foggia medioevale (questi forse non di persona ma rientra tra i nostri ricordi culturali) che combatte battaglie? Re, eroici guerrieri, culture ammantate di leggende, etc.?
Cosa c'è in tutto questo di mai vissuto? Sono storie inventate, sì, ma che pescando dalle esperienze del quotidiano, per quanto riguarda le ambientazioni, nonché da informazioni su alcune culture storiche, come nel caso in questione un'Europa medioevale...
Per quanto fantasiosa possa essere una A.I., non ti presenterà mai una cosa che non puoi neppure capire perché "mai vissuta", giacché anche se non l'hai mai vissuta di persona, hai certamente l'informazione stoccata nel tuo bagaglio culturale, quindi, per lo meno per la nostra specie, oltre al mai vissuto dobbiamo aggiungere anche il mai conosciuto.
Per esempio nessuno di noi si è mai sollevato in volo (senza un mezzo di trasporto, ovviamente!) ma può sognare di volare: quindi può sognare sia cose vissute che conosciute (perché vediamo un sacco di cose che volano e possiamo immaginare di farlo anche noi).
Ma se sul mai vissuto posso concedere un allargamento, ritengo che sognare una cosa non solo mai vissuta ma neppure mai conosciuta sia al di fuori della nostra portata.
LCyberspazio ha scritto:va comunque ad influire sulle nostre meccaniche mentali?
Direi di no, perché se le nostre meccaniche mentali prevedono che sogniamo le cose che abbiamo vissuto o anche conosciuto senza viverle di persona, allora il fatto che più stimoli significhino sogni più ricchi non cambia la meccanica di per sé, che è rispettata e agita come sempre.
LCyberspazio ha scritto:Gli elefanti sognano forse anche loro il percorso fatto in modo da ripercorrere gli stessi sentieri lunghi centinaia di chilometri per generazioni e generazioni? Usano forse il sogno per generare una mappa mentale stabile dell'Africa attraversata?
Forse per quello hanno altri meccanismi, ma ritengo comunque che gli animali sognino, per lo meno non tutti ma molti vertebrati sì...
Quale natura abbiano i loro sogni lo posso solo immaginare, ma immagino un sogno simile al nostro nelle meccaniche di base già discusse, con una sola differenza a livello di soggetto e interpretativo, dovuto al diverso tipo di intelligenza da specie a specie.