Stavamo parlando con DeerGod di memoria onirica e se occorra segnare i sogni sul diario subito, appena svegli, o se aspettare al mattino quando ci si alza. Anche se la prima opzione è sicuramente valida, io in genere preferisco la seconda, basandomi su un mio modello della memoria che pare funzioni. Ho detto che non era niente di ché ma che se voleva gliene avrei parlato e mi ha confermato l'interesse. Siccome la memoria onirica è di interesse però generale (eravamo nella sua presentazione) ho preferito mettere la risposta qui, nel caso interessi anche a qualcun altro:
Sono stati distinti molti tipi di memorie soprattutto in ambito psicologico e lì il discorso si fa molto più complesso, io mi baso solamente su una distinzione di carattere più generica e semplice, in ambito fisiologico-biologico:
-memoria a breve termine
-memoria a medio termine
.memoria a lungo termine
La memoria a breve termine si esaurisce nel giro di pochi minuti, quella a medio termine è una sorta di ripasso mentale che può essere mantenuto per tempi più lunghi e quella a lungo termine costituisce ricordi ormai fissati (anche se sono comunque rimaneggiati nel tempo), probabilmente (ma non si è ancora sicuri) su base proteica. Le prime due memorie invece non hanno un supporto fisico ma sono costituite da impulsi elettrici che percorrono determinati circuiti neurali. Quando smettono di percorrere i circuiti il ricordo si estingue. La memoria a medio termine, che può durare molto a lungo, è simile secondo me, al "ripensare continuamente qualcosa" in un ambito appena al di fuori del dialogo interiore, dove invece risiedono i pensieri coscienti insieme alla memoria di breve termine, ma questa è una mia ipotesi.
Alcuni ritengono che la memoria a breve termine non sia attiva durante i sogni.
Io non sono d'accordo con questa affermazione: trovo che la memoria a breve termine sia intatta e anche, sulla base di alcune esperienze lucide, quella a lungo termine.
A mio avviso quello che ci manca quando sogniamo è la memoria a medio termine. QUesto spiegherebbe alcune caratteristiche psicologiche strane che viviamo durante i sogni (se ci ritroviamo in un posto non stiamo neppure a chiederci come ci siamo arrivati e pensiamo solo al presente, nei sogni non abbiamo nessuna proiezione psicologica né nel passato né nel futuro, esiste solo il qui e ora), ma anche il curioso fenomeno dell'oblio al risveglio, così rapido che in pochi secondi o minuti, come evidenzia la vignetta che ti ha mostrato fcm19, si dissolve.
Come è possibile che tra pochi secondi o pochi minuti possa dimenticare una cosa che adesso ho chiaramente in mente? Non ci succede mai ed è una cosa tanto paradossale quanto lo è il considerare normale dimenticarci i sogni...
Diciamo che secondo la mia ipotesi quando ci si sveglia si riattiva la memoria a medio termine.
Diciamo pure che a seconda delle situazioni questa può riattivarsi più o meno in fretta.
Questo lascia uno hiatus di qualche minuto in cui possiamo solo fare affidamento sulla memoria di breve termine, che è l'unica in cui abbiamo stoccato il ricordo del sogno.
Memoria a breve termine che può avere una durata variabile tra i pochi secondi e i pochi minuti, dopodiché si esaurisce, come un file temporaneo che viene riscritto continuamente.
Che succederà in questo hiatus? Che se dura quel tanto che basta i ricordi possono estinguersi prima che la seconda memoria, quella a medio termine, si riattivi.
Quindi se in quel momento stiamo pensando ad altro, il ricordo va perso: anche cercando di riprenderlo, nella memoria a breve termine troveremo solo l'ultima cosa a cui abbiamo pensato e non il ricordo del sogno, ormai svanito, perché nel frattempo la memoria a breve termine è stata riscritta con nuovi ricordi.
Cosa fare in questi frangenti?
Ripassare mentalmente il sogno, più volte. Semplicemente, ripassarselo per bene.
In questo modo continuiamo a conservarne il ricordo nella memoria a breve termine, di ciclo in ciclo, fin tanto che possiamo disporre solo di questa.
Se continuiamo il ripasso non conta che un singolo ciclo si esaurisca, perché passiamo il ricordo a quello successivo.
Nel giro di qualche minuto, terminato lo hiatus, ossia quando la memoria a medio termine è ormai attiva, ce lo ripassiamo bene magari ancora una o due volte, con l'intenzione di ricordarcelo, così stocchiamo il tutto nella memoria a medio termine, dove potrà rimanere anche per alcune ore.
In questo modo possiamo rimanere a letto e continuare a dormire, poi ci alziamo normalmente e possiamo tranquillamente scrivere il sogno sul diario, direttamente in forma narrativa, senza doverci segnare le parole chiave subito e passare alla scrittura successivamente.
Come accorgersi che la memoria a medio termine è ormai attiva per cui, salvo una o due ripetizioni di sicurezza, possiamo smettere il ripasso?
A mio avviso, quando ricordare non si configura più come uno sforzo mentale: a questo punto la chiarezza nel ricordo ci conferma che abbiamo le nostre piene facoltà mentali per cui il ricordo flebile della memoria a breve termine è ormai diventato un più sicuro ricordo di quella a medio termine.
Tieni conto che neanche la memoria a medio termine è del tutto sicura e anche se potrai utilizzare questo metodo quando ti alzi ti conviene segnare per bene il sogno sul diario, inoltre qualche lieve dettaglio potrà anche sfuggirti.
Tieni anche conto che molto della memoria in generale si basa sull'emotività (e non solo psicologicamente ma anche neurologicamente, perché gli stessi circuiti cerebrali che si occupano della memorizzazione -di qualunque tipo essa sia- si occupano al contempo anche della processazione dell'emotività -il sistema limbico in primis-), ragione per cui i sogni che per te risultano più significativi potranno facilmente essere ricordati anche a distanza di tempo senza sforzi (come è capitato a me, anche pochi giorni fa, in cui ho scritto -abbastanza estesamente- di un sogno che avevo fatto la notte prima), mentre questo metodo può valere per i sogni in generale, con meno contenuti emotivi.
L'ho usato l'altro giorno, quando ho ricordato, dopo un microrisveglio, un breve sogno che aveva una certa significatività (contenuti di prelucidità), ma si trattava di un microrisveglio abbastanza precoce, cioè ancora in piena notte. L'ho ripassato con l'intenzione di ricordarlo più tardi per scriverlo, poi, ad ogni microrisveglio successivo, mi tornava in mente e, anche se con maggiore fatica e sforzo mentale, l'ho ripassato ancora. Così, anche se ho continuato a dormire, ho stoccato il ricordo nella memoria di medio termine in maniera di passarlo da un microrisveglio all'altro, durante il quale mi sforzavo di mantenerlo. Alla fine mi sono alzato e l'ho scritto.
Quando fai questo devi essere onesto con te stesso, perché per rispondere ad un'altra domanda che hai fatto prima, sì, i ricordi possono essere un po' rimaneggiati, dopo un po' di tempo, quindi, se non sei sicuro di ricordare bene un particolare (te lo devi "sentire" come ricordo autentico), annotalo sul tuo diario: meglio un "qui non ricordo bene, mi pare ... ma non ne sono sicuro" che una notizia falsata dal nostro bisogno razionale di "fare tornare i conti"; questo non ti serve: non hai bisogno di un racconto coerente, ma del resoconto più autentico il possibile di un ricordo.
In definitiva, per me funziona abbastanza, sembra complesso, ma si tratta semplicemente di ripassare mentalmente il ricordo più volte, con la ferma intenzione di mantenerlo e ricordarlo fino al mattino.