Indice Tecniche e Divulgazione Tecniche di induzione > Riflessione sulla stabilizzazione

Sezione per imparare a fare sogni lucidi.
Parliamo qui di metodi consolidati e sperimentali per indurre esperienze oniriche.

Riflessione sulla stabilizzazione

Messaggioda Searig » 28/06/2016, 15:48

Ciao!

Stavo leggendo poco fa l'ennesimo episodio di crash seguita improvvisamente all'acquisizione della lucidità (non è una critica, succede spesso anche a me!), seguita dalla solita spiegazione circa l'emozione e dal solito consiglio di stabilizzare. Tutte cose che approvo.

Poi ho divagato, come mio solito, e mi sono messo a pensare alla stabilizzazione di per sé. Ma che cosa è, in fondo? Nei consigli su come stabilizzare si consiglia di leccare, toccare e guardare le cose dello scenario, ma anche mangiarle, etc., comunque sono tutte cose che hanno una caratteristica comune, sulla base della quale si possono ideare anche varianti: si tratta di stabilire un contatto sensoriale col sogno.

Ma perché? Perché se ci concentriamo sensorialmente sullo scenario questo diviene più realistico e quindi si stabilizza, certo, ma perché prima era instabile e perché fare questo stabilizza?

Ho poi pensato: i sogni normali sono molto stabili e le emozioni non centrano, perché anche in un sogno normale si possono provare emozioni forti. Ci dev'essere qualcos'altro ancora. Quando un sogno normale diventa lucido, nel caso di una DILD, allora destabilizza in maniera paurosa se non si interviene in proposito. Ho pensato che una causa potrebbe essere legata in qualche modo alla lucidità stessa. Quando siamo lucidi sappiamo di essere in un sogno e, per quanto a noi la cosa possa piacere, per il nostro cervello, che è in fondo un organo mirato alla sopravvivenza, ciò potrebbe sembrare una concentrazione di energie su questioni di scarsa utilità, quindi, nel momento in cui diveniamo consapevoli della cosa, provvederebbe al risveglio per indirizzare le proprie energie e risorse nei confronti di ciò che in quel momento riteniamo "più reale" (e quindi più pericoloso, nel caso di pericoli, o più vantaggioso, nel caso di vantaggi, e il nostro cervello non si perderebbe in questioni estetiche ma mirerebbe in maniera spudoratamente pragmatica ai vantaggi e ai pericoli, lasciando fuori tutto il resto, da cui il risveglio, per una sorta di ragionamento del tipo: "Ah, ma questo è un illusione? Vabbè, allora lasciamo perdere..."). Nel primo caso invece, cioè quando il sogno è normale, noi non lo distinguiamo come tale e la situazione che stiamo vivendo diamo per scontato essere "reale" nel senso comune del termine, quindi non c'è nessun incanto che debba rompersi e continuiamo a indirizzare le nostre energie al sogno, che rimane pertanto stabile.

Quando si stabilizza si stabilisce un contatto sensoriale col sogno: è come, cioè, se si cercasse di "abbassare un poco la lucidità" al fine di convincerci, attraverso le sensazioni che proviamo riguardo allo scenario, che ciò che viviamo non sia un'illusione ma un ambiente vero, materialmente parlando. E' come, cioè, se la lucidità stessa destabilizzasse il sogno e noi per stabilizzare la moderassimo, per ingannare noi stessi, perché l'esercizio di toccare, guardare, mangiare etc. che cosa è, se non un cercare di convincerci della "realtà tangibile" della situazione, e quindi cosa altro se non il decidere volontariamente di abbassare un poco la lucidità, quel tanto che basta, ma non troppo per evitare che il sogno torni normale del tutto?

Sembra cioè che stabilizzare sia un po' come "ingannare se stessi": so che è un sogno, ma faccio in un certo modo finta di non saperlo, perché se no scompare, ma non troppo, perché poi non avrei più l'autonomia e il piacere di sapere di trovarmi in un sogno.
In questo tentativo di ingannare, ma non troppo, noi stessi, anche quando stabiliamo il contatto sensoriale col sogno in fondo lo sappiamo perché lo stiamo facendo, quindi possiamo farlo magari con poca convinzione, o con la compresenza di un pensiero contrario che disturba la cosa, e ciò, nell'ipotesi fatta, renderebbe anche conto del fatto che stabilizzare non sembra poi così facile, nonostante basti qualche semplice gesto fatto in sogno, a parole. In poche parole, mentre stabilizziamo cerchiamo di illuderci ma sapendo che lo stiamo facendo, quindi la cosa risulta difficile e la stabilizzazione fallisce, oppure mi sbaglio e magari sono solo io che non so stabilizzare bene : Chessygrin : , perché da quanto leggo sul forum molti ci riescono senza problemi.

Proseguo con altre divagazioni sulla stabilizzazione ma le metto sotto spoiler perché vanno fuori tema circa l'ipotesi che sto proponendo qui e poi sono cose che abbiamo già discusso altre volte...

Spoiler:
Una soluzione radicale potrebbe essere quella contraria, cioè di non ricorrere alla stabilizzazione perché la stessa comporterebbe, per profezia che si autoavvera, l'instabilità del sogno stessa, ovvero: se so che devo stabilizzare per evitare la crash, automaticamente mi sto aspettando che la crash debba sempre arrivare, quindi il sogno mi obbedisce e termina (spesso i sogni accontentano i nostri pensieri più intimi e ciò da solo dovrebbe bastare per i problemi di controllo nei lucidi). Ma allora, se non stabilizzo, significa che non penso veramente che la crash sia un passaggio necessario, quindi succede lo stesso, cioè il sogno mi asseconda e dura di più, per quanto lucido...

Mi è rimasta impressa un'altra discussione sulla stabilizzazione in cui un utente aveva dichiarato che quando stabilizzava il sogno andava in crash e rimaneva stabile quando non lo faceva... Sembrerebbe un paradosso, ma per me quella fu il più evidente esempio di profezia che si autoavvera: niente stabilizzazione, niente pensieri intrusivi circa la crash, il sogno rimane stabile!

Ripensandoci, in un paio di lucidi di qualche tempo fa sono riuscito con mia sorpresa a stabilizzare, nei successivi no, ma, al di là dei dettagli, in quella volta che ho stabilizzato, a parte i "gesti" in se della cosa e sopratutto nel secondo sogno, ho in un certo modo trattenuto la paura della crash, anche perché appunto, nel secondo, mi stavo chiedendo se stabilizzare o meno come la volta precedente, ma poi ho sentito che il sogno era stabile, quindi ho bellamente lasciato perdere e ho cominciato la mia esplorazione, e nonostante la mancata stabilizzazione il sogno è durato tanto. Allora in questo secondo caso non ci sono stati gesti particolari, ma solo l'esclusione a priori del pensiero intrusivo, forse anch'esso causa, insieme a ciò che ho ipotizzato prima, dell'instabilità del sogno lucido. Purtroppo nei successivi non ci sono più riuscito ma questa è un'altra storia! : Chessygrin :


Vi che cosa ne pensate? :)
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Re: Riflessione sulla stabilizzazione

Messaggioda JazzMan » 30/06/2016, 21:44

Davvero un post molto interessante. Credo che questa riflessione indaghi alla base quello che è il nostro rapporto tra mente conscia e sogno. Ciò che hai detto riguardo alle reazioni mentali che si innescano nel momento della lucidità e quindi dello stupore che spesso porta al crash, mi ha fatto riflettere su ciò che è il nostro rapporto con il sogno. Tendiamo inconsciamente a considerare separatamente realtà e sogno descrivendo il mondo onirico come illusione ma, per quanto esso possa essere proiezione della mente, ciò che vediamo sentiamo e viviamo regala esperienze che fanno parte della vita stessa e della realtà che ci scorre davanti durante tutto il corso della nostra esistenza. Quindi perchè non cercare di modificare alla base la nostra concezione di sogno e realtà unendoli in un'unico fluire di vita e facendo in modo che il nostro istinto non si senta a disagio in sogno ma al contrario pienamente vivo? Non so quanto questo sia possibile ma porterebbe ad avere un rapporto migliore con la nostra idea di sogno probabilmente diminuendo la necessità di stabilizzare, dato che mancherebbe quel momento di cui parli nel quale la lucidità destabilizza il sogno. Probabilmente sono stato un po' intricato nell'esprimermi, spero che tu capisca.
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Re: Riflessione sulla stabilizzazione

Messaggioda Searig » 01/07/2016, 11:03

JazzMan ha scritto:Probabilmente sono stato un po' intricato nell'esprimermi, spero che tu capisca.


No Jazzman, sei stato molto chiaro invece, ho capito benissimo e mi piace quello che hai detto! :)

JazzMan ha scritto:Credo che questa riflessione indaghi alla base quello che è il nostro rapporto tra mente conscia e sogno.


E io credo che sia importante l'introspezione per un onironauta, in particolare: si potrebbe dire che essa sia uno dei suoi ferri del mestiere! Non ci dev'essere solo la tecnica etc., ma anche l'introspezione: quante volte c'è gente che chiede se un sogno ha raccontato fosse lucido o meno? Come si fa a non saperlo? Questo secondo me dipende dal fatto che, non essendo abbastanza introspettivi, si ricorda il sogno, la sua storia, lo scenario, i dettagli etc., ma non si ricorda come ci si sentiva durante lo stesso; eppure basta poco per sapere se si sapeva o meno di essere in un sogno... Questo è solo un esempio, ma dimostra che l'introspezione, intesa come coscienza delle proprie sensazioni, deve essere uno strumento, spesso troppo poco nominato, indispensabile tra quelli che l'onironauta usa per le sue esperienze. E questo "indagare il rapporto tra mente conscia e sogno" che indichi è secondo me una sua declinazione, che può, come accenni, portare a risolvere determinati problemi che ci allontanano, nostro malgrado, dall'esperienza della lucidità...

JazzMan ha scritto:Ciò che hai detto riguardo alle reazioni mentali che si innescano nel momento della lucidità e quindi dello stupore che spesso porta al crash, mi ha fatto riflettere su ciò che è il nostro rapporto con il sogno. Tendiamo inconsciamente a considerare separatamente realtà e sogno descrivendo il mondo onirico come illusione ma, per quanto esso possa essere proiezione della mente, ciò che vediamo sentiamo e viviamo regala esperienze che fanno parte della vita stessa e della realtà che ci scorre davanti durante tutto il corso della nostra esistenza.


E questa secondo me è un'altra cosa importantissima! Se guardi nel post ho infatti usato virgolette o altre espressioni quando ho usato la parola realtà, perché non volevo lasciare passare il concetto che il sogno non sia una cosa reale, ma fare intendere che c'è un concetto di realtà a cui ci appelliamo istintivamente (la realtà fisica) e che applichiamo impropriamente al sogno, con i risultati che hai notato... In effetti non si può dire che il sogno non sia reale, perché non è fisico. Anche la rabbia o la gioia non sono cose materiali, eppure chi ha mai sospettato che non siano reali? Per prima cosa il sogno è reale di per sé, altrimenti, banalmente, i sogni non esisterebbero... Filosofia a parte, il sogno è reale come esperienza. Ci sono diversi livelli di realtà, c'è la realtà intesa fisicamente, per cui è chiaro che se ho sognato di volare non ho volato veramente in questo senso, perché mentre sperimentavo il volo ero invece sdraiato nel letto, ma poi c'è la realtà esperienziale, per cui, anche se non ho volato fisicamente, ho il ricordo di avere volato, di essermi sollevato dal terreno, di avere visto le cose dall'alto, etc.; io ricordo realmente di avere volato, anche se non l'ho fatto fisicamente, dunque l'esperienza del volo, si badi bene, l'esperienza, non il volo, è reale. I sogni, dal punto di vista esperienziale (oltre che biologico ;) ) sono reali. Ed è a questo tipo di realtà, come dici anche tu, che dovremmo rivolgerci, se vogliamo godere appieno della lucidità...

JazzMan ha scritto:Quindi perchè non cercare di modificare alla base la nostra concezione di sogno e realtà unendoli in un'unico fluire di vita e facendo in modo che il nostro istinto non si senta a disagio in sogno ma al contrario pienamente vivo?


E' un ottimo spunto! Quello che intendevo è che ciò avviene purtroppo a livello istintivo per abitudine inveterata, quindi cambiare questo rapporto mentale col sogno, come auspichi, dovrebbe richiedere un certo sforzo, ma, ripeto, è un ottimo spunto! :)
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Re: Riflessione sulla stabilizzazione

Messaggioda LunainpescilLady » 02/07/2016, 1:14

Io penso centri anche un altra cosa.Come avevo scritto tempo fa in un topic il motivo principale che porta il toccare,sentire con le papille gustative oniriche ecc la stabilità in un sogno è una.Sei consapevole di quello che fai per davvero perchè dovendo stabilizzare ti impegni in queste azioni e nel provare queste sensazioni.Quando da sveglio presti molta attenzione a ciò infatti sei più consapevole di ciò che ti circonda.Non per niente la meditazione sembra aiuti a lucidare ma anche solo a ricordare bene i sogni....e indirettamente credo io anche a stabilizzare (ma potrei sbagliarmi). Se sei consapevole nel sogno questo "fuggirà" meno esattamente come succede nella veglia.Se presti maggiore attenzione alle cose da sveglio queste sembra che ti sfuggano meno no?Inoltre se ti concentri sui sensi l'attenzione vereterà meno su pensieri come -oddio ora va in crash- Le emozioni tra l'altro che contribuiscono a tale fenomeno sono ridotte se si osserva e si è consapevoli dell'ambiente onirico.
Mettiamoci che se nel sogno ci si mette a toccare,gustare ecc si è curiosi esattamente come quando un bambino piccolo conosce un nuovo oggetto. Hai presente quando un bambino è nella fase in cui deve mettere tutto in bocca?Credo sia un modo per conoscere,sperimentare in un ambiente nuovo,pieno di stimoli...noi nel sogno non siamo alla fine dei conti in una situazione simile?In un mondo sconosciuto pieno di stimoli strani,divertenti ma anche spaventosi,che confondono..non conoscianmo bene la leggi fisiche ne l'impatto del nostro corpo o della nostra forza sul mondo circostante.Per questo crediamo magari inconsciamente che assumere gli stessi atteggiamenti che usavamo da piccoli serva a stabilizzare il sogno...chissà forse stabilizzavamo anche da piccoli quando ci mettevamo in bocca penne,matite,giochi che erano per terra...
Mettiamoci poi la curiosità di sentire la consistenza,il gusto,gli odori di elementi onirici distoglie dalle emozioni appunto.
Avevo aperto un topic non ricordo se in questa sezione o in "controllo avanzato" dove mi (e vi) chiedevo se aiutasse in questo praticare meditazione in sogno..ma non da seduta.Proprio solo l'osservare quanto ci circonda essendone consapevoli semplicemente.Immagino che se uno diventa bravo a fare ciò nella veglia è più facile farlo poi di notte rispetto a chi non pratica mai.
Gli altri motivi che hai elencato imputabili per il crash (paura di un ambiente sconosciuto,energie che il corpo vuole conservare per questioni a suo dire più importanti) penso pure io centrino..
Per quanto riguarda la questione della riflessione su se stessi mi trovi daccordo.Proprio per questo ritengo che esercizi di autocritica durante il giorno spesso siano più fruttuosi che test di realtà preconfezionati oltre che più affidabili (questo in linea generale naturalmente perchè molti si trovano bene con i test di realtà).
Si ricordo la discussione sull'aspettarsi il crash,di stabilizzare oppure no...che centri la profezia che si autoavvera in questo meccanismo ma anche in altri è quasi sicuro. Pure in questo caso però...a me è successo quasi tutte le volte che ho lucidato una cosa curiosa ma volevo aprire un topic a parte in merito.Penso -aiuto ora finisce subito il lucido,finisce subito il lucido- e dura sempre più delle mie aspettative in quel momento.Insomma il contrario che a molti..sarà perchè mi è sempre sembrata strana questa cosa che bisogna stabilizzare e che trovo assurdo mangiare ecc per restare in sogno?(o forse mi fa così paura l'idea di mangiarmi una bici o un muro che stabilizzerò in automatico : Chessygrin : ) Sarà che mi sono sempre chiesta del perchè uno una volta che diventa cosciente in sogno deve per forza stare attento a farlo continuare boh...Mi sono sempre detta che finchè penso che devo stabilizzare allora dovrò farlo per forza perchè la mente mi obbligherà ma se reputo che sia una cavolata perchè sto svolgendo azioni naturalissime la mente mi "seguirà"...
... -mi dica un ultima cosa.E' vero?O sta succedendo dentro la mia testa?-
-Certo sta accadendo dentro la tua testa, Harry.Ma perchè dovrebbe voler dire che non è vero?- (Harry Potter)


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Re: Riflessione sulla stabilizzazione

Messaggioda JazzMan » 02/07/2016, 9:50

Searig ha scritto:E io credo che sia importante l'introspezione per un onironauta, in particolare: si potrebbe dire che essa sia uno dei suoi ferri del mestiere! Non ci dev'essere solo la tecnica etc., ma anche l'introspezione: quante volte c'è gente che chiede se un sogno ha raccontato fosse lucido o meno? Come si fa a non saperlo? Questo secondo me dipende dal fatto che, non essendo abbastanza introspettivi, si ricorda il sogno, la sua storia, lo scenario, i dettagli etc., ma non si ricorda come ci si sentiva durante lo stesso; eppure basta poco per sapere se si sapeva o meno di essere in un sogno... Questo è solo un esempio, ma dimostra che l'introspezione, intesa come coscienza delle proprie sensazioni, deve essere uno strumento, spesso troppo poco nominato, indispensabile tra quelli che l'onironauta usa per le sue esperienze. E questo "indagare il rapporto tra mente conscia e sogno" che indichi è secondo me una sua declinazione, che può, come accenni, portare a risolvere determinati problemi che ci allontanano, nostro malgrado, dall'esperienza della lucidità...

Mi trovo pienamente d'accordo. Personalmente mi avvicino al mondo del sogno lucido proprio in funzione di questo, l'introspezione (intesa come ricerca della chiara visione e comprensione di se stessi) è alla base di ciò che potrei definire il mio sentiero personale o più semplicemente la direzione nella quale orientare la propria volontà. Credo quindi che la ricerca della coscienza di sè, delle proprie sensazioni e percezioni e dei mutamenti della nostra indecifrabile coscienza, sia praticamente necessaria a chiunque cerchi di ottenere qualcosa dai propri sogni, tranne per scopi ludici si intende :D
Searig ha scritto:E questa secondo me è un'altra cosa importantissima! Se guardi nel post ho infatti usato virgolette o altre espressioni quando ho usato la parola realtà, perché non volevo lasciare passare il concetto che il sogno non sia una cosa reale, ma fare intendere che c'è un concetto di realtà a cui ci appelliamo istintivamente (la realtà fisica) e che applichiamo impropriamente al sogno, con i risultati che hai notato... In effetti non si può dire che il sogno non sia reale, perché non è fisico. Anche la rabbia o la gioia non sono cose materiali, eppure chi ha mai sospettato che non siano reali? Per prima cosa il sogno è reale di per sé, altrimenti, banalmente, i sogni non esisterebbero... Filosofia a parte, il sogno è reale come esperienza. Ci sono diversi livelli di realtà, c'è la realtà intesa fisicamente, per cui è chiaro che se ho sognato di volare non ho volato veramente in questo senso, perché mentre sperimentavo il volo ero invece sdraiato nel letto, ma poi c'è la realtà esperienziale, per cui, anche se non ho volato fisicamente, ho il ricordo di avere volato, di essermi sollevato dal terreno, di avere visto le cose dall'alto, etc.; io ricordo realmente di avere volato, anche se non l'ho fatto fisicamente, dunque l'esperienza del volo, si badi bene, l'esperienza, non il volo, è reale. I sogni, dal punto di vista esperienziale (oltre che biologico ;) ) sono reali. Ed è a questo tipo di realtà, come dici anche tu, che dovremmo rivolgerci, se vogliamo godere appieno della lucidità...

Mi piace il modo in cui hai espresso questo concetto dividendo realtà fisica da realtà esperienziale! Ora che rifletto su questo aspetto mi accorgo che attualmente sto vivendo subordinando la realtà fisica a quella esperienziale siccome ogni concetto, idea o immagine mentale e fisica in fondo la elaboriamo solamente grazie al nostro sorprendente encefalo.
Searig ha scritto:E' un ottimo spunto! Quello che intendevo è che ciò avviene purtroppo a livello istintivo per abitudine inveterata, quindi cambiare questo rapporto mentale col sogno, come auspichi, dovrebbe richiedere un certo sforzo, ma, ripeto, è un ottimo spunto! :)

Sicuramente non sarà un processo semplice ma fa parte di quella personale arte di vivere con la quale periodicamente (e quasi sempre inconsciamente) riscriviamo il nostro modello di realtà, abbandonandoci a nuovi schemi che ben presto verranno in parte svelati per permetterci di continuare a camminare sulla strada della comprensione.
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