Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Il mio primo sogno -quasi- lucido

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Auryn » 09/09/2020, 10:55

Ecco il mio primo sogno che definisco quasi lucido. Per non appesantirlo troppo scriverò le mie considerazioni a freddo nel prossimo post

Il sogno inizia con me da qualche parte, non so dove mi trovo ma sembra una scala in discesa, forse verso una cantina/sotterraneo ma è tutto scuro e confuso. A quel punto decido di guardarmi le mani (tecnica Don Juan) ed istantaneamente mi accorgo di stare sognando. Sono naturalmente eccitato della cosa.
Il sogno cambia e mi trovo in cucina della mia casa natale (non abito più lì da anni). Guardo dalla finestra e vedo il cielo notturno. Mi focalizzo sulla luna piena e le stelle e cerco di cambiarle, ma faccio fatica e la luna sembra "rompersi" e diventare nera, come se hackerassi un programma e questo diventasse instabile. Sento che questo mi porterebbe al risveglio, quindi smetto. Quello che sembra un insetto stecco beige vola fuori dalla finestra trascinato dal vento. Decido che potrei uscire anch'io e volare, ma non sono sicuro si tratti di un sogno e temo che potrei cadere di sotto. Mentre sono sulla soglia della finestra indeciso sul da farsi mio padre sempre dalla cucina mi dice di andare a lasciarmi trasportare dalla corrente, così scavalco la finestra e galleggio nell'aria. Guardo in basso e vedo dei panni stesi sulle corde tra i palazzi. La corrente mi trascina verso un poggiolo vicino che ha la ringhiera coperta da rettangoli di tende da sole verdi.
Passo attraverso la porta-finestra chiusa come fossi uno spirito. Un cane mi guarda e mi abbaia incerto. Vicino c'è un coniglio in gabbia; il suo pelo è bianco ma con dei ciuffi viola sui fianchi.
La casa ha mobilio in legno massiccio vecchio, forse anni 50, e tappezzerie alle pareti. Dentro ci abita una famiglia musulmana, perchè vedo in sala delle donne con l'hijab che parlano tra loro.
Io galleggio tra loro ma loro non possono vedermi. Nello spostarmi noto dietro un mobile un pannello isolante in gommapiuma di colore blu spento. Qua e là la gommapiuma è sbeccata e su tutta la superficie è ripetuta una scritta sottolineata, forse la marca. Credo IAD or DAI ma non ricordo bene. Mi stupisco dei dettagli che riesco a notare.
Mi sposto nuovamente e faccio cadere gli auricolari che una delle donne aveva appoggiato su un mobile. Mentre lei si chiede cosa sia successo mi accorgo che posso interagire con loro. Quasi a riprova nello spostarmi urto un mobile e questo oscilla leggermente.
Decido di andare oltre e vado verso il muro di un'altra camera dietro il quale c'è una zona industriale (incoerenza perchè dal 3°piano passo al piano terra, nel sogno la noto a malapena). Passo attraverso una finestrella e mi trovo in un vicolo grigio con dei ciuffi di parietaria che crescono qua e là lungo i bordi. Il vicolo tira diritto, tra i capannoni di quella che sembra essere una zona portuale.
In lontananza verso il mare vedo una colonna di fumo bianco e decido di dirigermi là.
Il fumo proviene da una barca ormeggiata vicino ad uno scivolo di accesso al mare. So che dentro c'è qualcuno intrappolato. I presenti a riva dicono che è un poliziotto (che dovrebbe anche essere il proprietario della barca). Arrivo sopra la barca che ormai è affondata del tutto, resta solo l'acqua disturbata dall'aria che sale in superficie.
L'uomo è riuscito ad uscire e si sta trascinando a riva aiutandosi con la corda di ancoraggio di una boa. Lo afferro (non ricordo bene in che parte del corpo) e lo aiuto a trascinarsi a riva.
Si siede sullo scivolo in mezzo ai presenti e dice "qualcosa mi ha aiutato a tornare a riva", io allora un pò per scherzare, gli suggerisco all'orecchio "o qualcuno" e lui lo ripete a più bassa voce, probabilmente incerto che il pensiero fosse davvero suo.

A questo punto nel sogno non so perchè ma mi aspetto che quella sia la realtà, ma vedendo il paesaggio dico che questo porticciolo nella realtà non è fatto così. Poi vedo i cantieri navali in lontananza e mi rassicuro, superficialmente. di stare vedendo la realtà.
Dietro i cantieri navali scorgo la zona commerciale con i negozi che noto hanno già le luminarie di Natale (il sogno l'ho fatto 2 giorni fa). Decido di dirigermi laggiù.
Entro in un portone e so di essere nell'anticamera di uno studio medico, al che mi chiedo se abbiano dei medium che possono vedermi.
Vedo quindi che il portone ha un meccanismo assurdo per la chiusura, sembra un grosso respingente d'ottone appeso al soffitto e mi rendo conto che sto davvero sognando, quindi decido che è il momento di svegliarmi.
Ultima modifica di Auryn il 11/09/2020, 8:53, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Auryn » 09/09/2020, 11:06

Ecco le mie considerazioni personali:

il sogno inizia come lucido, poi mi lascio trascinare dagli eventi (ma in fondo è quello che nel sogno mi consiglia di fare mio papà), poi ancora mi convinco che sono nel mondo reale e sto avendo un OBE (lo penso ora a mente fredda, nel sogno non mi vi viene in mente) ed alla fine sono deluso che non lo sia, anche se nella realtà non ho mai creduto davvero alle OBE volontarie nonostante sia convinto dell'esistenza delle NDE.

Nel complesso credo che il sogno sia iniziato come lucido, poi mi sia davvero lasciato trascinare troppo dagli eventi ed in certi punti mi sono fatto prendere dall'auto compiacimento che mi ha portato un pò troppo fuori strada.

Comunque la cosa per me più sconvolgente, in positivo, è la parte finale: quando sono nel portone e sto per decidere di svegliarmi, sento il mio corpo che respira calmo, come se fossi sdoppiato. Il risveglio infine è stato affascinante: quando decido di farlo semplicemente c'è una transizione senza interruzione dal sogno alla veglia. Un rientro dolcissimo che non avevo mai sperimentato prima.

Aggiorno secondo il regolamento della sezione:

Sogno fatto la mattina del 07 Settembre. L'ora coincide con quella del risveglio, indicativamente le 8.30, ma naturalmente non saprei dire quando è cominciato.

Tecniche applicate la sera prima: nessuna di quelle consigliate.
Intento di avere un sogno lucido: nessuno

Quello che posso dire è che la sera precedente mi trovavo in uno stato di grande rilassamento: nessun pensiero per la testa, fatta meditazione per svuotare la mente a scopo rilassamento per una ventina di minuti, fatti esercizi di bioenergetica su spalle e collo per alleviare alcune tensioni muscolari, massaggiato il plesso solare perchè è dove tende ad accumularsi l'ansia ed a volte sento la muscolatura sottostante contratta e reattiva (non la definirei dolorante).

Mi sono coricato verso le 23, non ricordo dopo quanto ho preso sonno ma non credo ci sia voluto molto.

Dato che a mezzogiorno avevo mangiato un pò più del solito avevo deciso di cenare con una tazza di caffellatte tiepido (caffè decaffeinato) ed alcuni biscotti ai cereali con gocce di cioccolato.
Ultima modifica di Auryn il 11/09/2020, 9:03, modificato 1 volta in totale.
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Auryn » 09/09/2020, 11:51

Riporto qui quello che vorrei chiamare il preludio al sogno quasi lucido, che ho fatto un paio di settimane prima.

Di nuovo sono nella mia casa natale, ma stavolta in bagno. Con me ci sono due persone, un uomo ed una donna, sconosciute anche se nel sogno siamo amici. Dobbiamo metterci in viaggio per andare a Milano, che raggiungeremo volando.
Apriamo la finestra e ci lanciamo fuori.
Siamo in una sera d'inverno e sta nevicando. Non voliamo alti, se dovessi stabilire una quota direi una quindicina di metri. Vedo le strade deserte e coperte di neve. In una via scorgo le luci invitanti di una pizzeria e sono contento che abbia tenuto aperto nonostante il tempo.
Passata la pizzeria sfido l'uomo ad una gara di velocità e l'andare veloce è una questione di volontà. Accelero per tenergli testa ma c'è come un limite all'energia che posso usare. Ora, la rotta ci porta a superare delle vallate racchiuse tra monti (immaginatevi il paesaggio alpino ligure). La prima tappa è dopo la mia città, sulla cima di uno di questo monti. Sulla sommità c'è un monastero dalle mura bianche. Atterriamo lì ed entriamo. Saliamo lungo una larga scalinata a chiocciola che ci porta ad una torre che dovrebbe poi dare su una terrazza, ma l'uscita e chiusa.
Sappiamo che da sotto i monaci stanno arrivando e per qualche motivo non ci vogliono lì (e forse non vogliono nemmeno che voliamo) e quindi ci hanno chiusi in trappola.
A questo punto dobbiamo ricaricare la pozione per il volo. Estraiamo quelle che sembrano delle vaschette di plastica trasparente con al centro dei piccoli alambicchi sempre dello stesso materiale (per dare una vaga idea ricordano la componente interna dei nebulizzatori per areosol). La donna ha in più sugli stessi una copertura cilindrica delle dimensioni della parte in cartone dei rotoli di carta igienica. Ricarichiamo quindi i recipienti con quello che so essere olio per lampade. Il liquido ribolle ed io lo metto in bocca, sentendone la consistenza oleosa.
Trovo quindi una finestrella stretta e dico che possiamo fuggire da lì, cosa che riusciamo a fare.
Siamo di nuovo in sopra la stretta vallata successiva, che è bellissima. Ha tonalità marrone/ocra (immaginatevi le rocce dello Utah) ma con la vegetazione che brilla al buio con colori soffusi verdi e viola.
Dopo un volo a bassa quota per godermi il panorama risaliamo di quota per poi atterrare sulla cima del monte successivo. Stavolta ad attenderci c'è un'abitazione privata. Immaginatevi una fazenda sudamericana ma con stile più italiano. Anche qui gli occupanti non ci vogliono e sempre per qualche strano motivo non vogliono che voliamo. Questa volta scappiamo e ci dividiamo.
Camminando passo vicino ad un giardino con una tavola apparecchiata per pranzo (ora è giorno) attorno al quale è seduta una famiglia che discute di noi e che ci vuole acchiappare. Dato che sto camminando e non volando non desto sospetti, ma comunque mi allontano rapidamente. Arrivo su una terrazza che dà sulla vallata successiva e che ha la ringhiera coperta da reti di canne, ma si tratta di un vicolo cieco. Visto che gli abitanti hanno mangiato la foglia li sento che stanno venendo a cercarmi. Mi getto quindi alla cieca oltre la ringhiera.
Il monte da quel lato scende più dolcemente ed io prima rotolo su ciottoli neri rotondi senza sentire dolore e poi ci scivolo sopra, a pancia in giù. Intorno a me c'è una piacevole vegetazione lussureggiante.
Arrivo a fondo valle dove c'è un sentiero e dove mi ricongiungo con l'uomo.

A questo punto scatta la componente del sogno lucido, anche se non faccio assolutamente nulla, come se fosse un fatto normalissimo:

dico a me stesso che questa pozione del volo sarebbe utilissima nel mondo di veglia, quindi voglio scoprire quali sono gli altri due ingredienti per poterla portare al di qua.
Con questo intento, il sentiero ora porta verso un paesino di campagna, dove entriamo dal retro in un negozio che vende dolciumi. Ci accolgono due giovani commesse sorridenti.
Passiamo oltre la soglia e mi trovo in una stretta bottega piena di cose antiche. Ci sono altri clienti. Dietro il vecchio bancone di legno sbiancato c'è il commesso, un giovane uomo indiano con la barba.
So che conosce gli ingredienti della pozione e mi sforzo per mantenere la concentrazione su di lui e gli chiedo appunto quali sono gli ingredienti. Lui però si incanta, non sa rispondere, e sento che questo suo bloccarsi è legato alla mia concentrazione ed alla mia aspettativa su questa parte del sogno.


Purtroppo mi sono svegliato senza conoscere gli altri ingredienti :angry:

Comunque, secondo me questo sogno è stato il primo dove ho avuto coscienza di stare sognando.
La cosa interessante è questa volontà, in retrospettiva con poco senso pratico, di voler portare un oggetto onirico nella realtà.
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Auryn » 14/09/2020, 10:32

Finalmente la costanza nell'applicare le tecniche inizia a dare i suoi frutti!
Altro sogno lucido molto ma molto interessante :cool:
Tra parentesi quadre alcune precisazioni

Mi trovo al lavoro, la scena non è molto chiara ma in pratica sono con il mio capo che mi spiega delle cose per il lavoro. Sarebbero cose che dovrei conoscere ma nel sogno non le so e mi sento in imbarazzo. Gli faccio delle domande ma a quanto pare pronuncio delle parole fuori posto perchè lui mi fa notare che ho chiesto qualcosa tipo "dov'è il couscous?". Mi sento sempre più in imbarazzo ma lui continua a spiegarmi.
Adesso è a petto nudo e si siede troppo vicino a me. Lo trovo fastidioso e fuori luogo, oltreché strano.
Ora sono nell'area relax con le macchinette del caffè assieme ad altri due colleghi che conosco di sfuggita, un uomo ed una donna. La donna mi dice che a ... [non ricordo la località] ha dovuto faticare non poco, riferendosi indirettamente alla qualità del mio lavoro [nella realtà nessuno si è mai lamentato, tanto meno lei che si occupa di tutt'altro]. Poi si mette a ridere e dice che sta scherzando.
A quel punto ho sonno e mi metto a dormire sulla soglia della porta della zona relax. Ho con me una coperta a righe bianche ed azzurre che uso per coprirmi fino alla testa. Sento la sonnolenza [nella reltà il sogno è avvenuto dopo un risveglio alle 4.30, dopo tentativi inutili di riaddormentarmi].
La scena cambia e sono nella zona lavoro. Vedo i miei colleghi dell'altro turno [ci alterniamo i giorni a causa del coronavirus] e mi chiedo cosa ci facciano lì. Una di loro mi nota e mi fa la stessa domanda. Mi dice che ho dormito 4 giorni e che sono nel turno sbagliato. Con lei c'è un'altra collega.
Al momento mi chiedo "possibile che abbia dormito così tanto?", poi realizzo che è impossibile e quindi ho la consapevolezza che quello è un sogno. Si parte!

Per prima cosa, abbraccio l'altra collega, che ricambia con affetto. Sembriamo una coppia felice [nella realtà non ci sopportiamo, ma qualche volta mi sono chiesto se le cose sarebbero potute andare diversamente]. Mi godo quella sensazione.
Ora siamo fuori, nella piazza della mia città natale. Dato che siamo in sogno, decido di volare con questa collega, la prendo per mano e ci solleviamo. Però salgo lento e per qualche motivo non riesco a volare in avanti, sono quasi fermo. Mi avvicino al cielo del tramonto, striato di cirri arancioni, ma le nuvole si avvicinano troppo velocemente, come se fossi troppo vicino ai confini del sogno [lo penso ora da sveglio].
Decido di tornare a terra. Ora per mano non tengo più lei ma un qualche animale mansueto. Ricordo solo il muso che sembra quello di un topo od un procione. Lo lascio lì e mi incammino lungo la piazza, che è anche una foresta antica ma con poco sottobosco.
Da un ingresso (una botola?) scendo delle scale per entrare a casa mia [nella realtà vivo all'ultimo piano]. La casa è buia, non del tutto ma in forte penombra.
Mi ricordo che avevo intenzione di parlare con una guida, quindi è quello che chiedo nel sogno. Anzi, quello che grido: "HO BISOGNO DI UNA GUIDA!". La prima volta sento l'urlo e spero di non aver urlato nella realtà, ma non accade nulla. Provo ad accendere la luce da un interruttore ma non funziona, so che nei sogni è così quindi non me ne preoccupo più di tanto. Vedo qua e là delle sagome che dovrebbero essere spaventose ma non fanno davvero paura. Sembrano quelle figurine olografiche che danno l'illusione delle tre dimensioni quando le guardi. Si tratta di mezzi busti di figure spettrali incappucciate e con un teschio come volto. Ne ricordo tre: una viola ed una blu dentro casa, ed una gialla che sbircia da fuori una finestra.
Grido a pieni polmoni che ho bisogno di una guida, ma stavolta non esce la voce.
Esco sul poggiolo e mi trovo davanti alla vista della realtà ma "rotta": il cielo è al crepuscolo ma ci sono delle strisce fucsia che sembrano più graffiti fatti a bomboletta che nuvole, e non riesco a mettere bene a fuoco i dettagli, il sogno è instabile.
Mi concentro su qualcos'altro: alla mia destra vedo (o qualcuno mi allunga) una brochure gialla. Non so cosa contenga, vedo solo dei personaggi di fumetti che intervallano del testo (poesie? Preghiere? Non saprei).
Mentre cerco di leggere senza successo, sento una voce che dice "Eccomi".
Adesso sul poggiolo con me c'è un uomo sui trenta-quarant'anni, senza capelli [ricorda l'attore Mark Strong, ma coi lineamenti un pò diversi]. Indossa dei vestiti informali grigi ma non capisco chiaramente di cosa si tratti. Gli chiedo se sia lui la mia guida e mi risponde con un sì.
Ci presentiamo stringendoci la mano (mi pare) e mi dice di chiamarsi Andrea.
Percepisco che si tratta di una presenza positiva, emana calma e positività e quindi mi sento tranquillo con lui. Gli chiedo se mi può aiutare con un nodo che sento al plesso solare [era una domanda che mi ero prefissato nella veglia, sento sempre un blocco in quella zona e non riesco mai a scioglierlo] e lui inizia a parlare. Purtroppo non riesco a sentire le parole del discorso ed in alcune resto indietro. Ricordo solo che mi dice di "immergermi nelle acque di Malta". Al che lo interrompo gentilmente dicendogli che mi verrebbe scomodo prendere ferie ed andare fin là. Lui sorride comprensivo [forse, penso appena mi sveglio, perchè ho preso il messaggio troppo alla lettera]. Allora mi dice, indicando appena sotto il mio ombelico, "comincia a non annodarti lì". Chiedo con sorpresa se questo influisca davvero sul blocco e lui mi risponde di sì.
Adesso rientriamo a casa. Dentro ci sono persone che curiosano in giro, tra le quali un altro collega, ma dato che so trattarsi di un sogno non me ne curo e seguo Andrea nella mia camera da letto. Rispetto alla versione reale, la camera è piccolissima, tanto che accostato alla parete di fronte c'è un lettino da bambini incastrato per lungo tra muro e muro. Sulla destra c'è una finestra. Allargo le braccia fino a toccare le pareti e dico "Com'è diventata piccola questa camera!" e lui, sempre con calma, dice "eh sì, potevi farla più larga". Guarda fuori dalla finestra e così faccio io.
Vedo che ora è giorno e c'è un paesaggio verde, come un giardino terrazzato [che nella realtà non esiste]. Subito sotto la finestra un giovane se ne sta prendendo cura zappando il terreno.
Sento che mi sto risvegliando ed il sogno svanisce..


Dopo essermi brevemente risvegliato e rigirato nel dormiveglia, mi riaddormento ed involontariamente continuo il sogno che però non è più davvero lucido.

Adesso sono in questo giardino e vado oltre. Mi trovo in una specie di radura dove ci sono riuniti dei monaci vestiti di grigio. Uno di loro, il capo, mi chiede come si chiama la mia guida ed io gli dico il nome [un pò nel sogno, ma anche da sveglio, mi viene in mente una guida del film Nosso Lar].
Mi dice che sono molto fortunato perchè si tratta di un'ottima guida ma non è sicuro che io ne sia degno e quindi voterà contro di me. La cosa mi sconforta.
Vicino a lui c'è un altro monaco, un ragazzo, che si alza e se ne va. Sperando che non la pensino tutti come il capo, decido di seguire questo monaco. Lungo la strada ci sono delle creature umanoidi che indossano semplici maschere metalliche di forma rettangolare. Chi rossa, chi gialla, e così via. Uno di loro con la maschera rossa chiude dei suoi simili in una specie di piccolo contenitore/prigione appeso ad una roccia.
Dato che il sogno perde senso e diventa confuso decido di svegliarmi.

Faccio poi un terzo sogno confuso. Ricordo solo che sono in una pasticceria con altre persone ed ordino un dolce.
Una donna sconosciuta, rubiconda e gioviale, mi dice "sei sicuro che sia una guida positiva? Come una camera d'albergo d'oro nell'Iperuranio" [non ricordo esattamente le parole ma in pratica usava una metafora per dirmi che sembra tutto troppo bello per essere vero, potrebbe esserci la fregatura]

Tecniche applicate: ripetersi durante la giornata se sono sveglio o sto sognando, guardarsi le mani, stabilire delle domande da portare nel sogno.

Stato mentale: risveglio notturno, difficoltà a riaddormentarsi

Ora del sogno: tra le 4.30 e le 5.00 del 14 Settembre
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Auryn » 20/09/2020, 11:04

Ecco un altro sogno lucido.

Mi trovo in casa, a letto. Provo ad accendere la luce ma non funziona, mi accorgo quindi di stare sognando. Provo una seconda volta a schiacciare l'interruttore ma succede una cosa curiosa: arriva qualcosa alla lampadina, sprizza luce colorata (sembrano grossi coriandoli dalle tonalità tra blu e viola) che chiamerei fosfeni, un pò come se la luce fluisse tipo acqua e la lampadina "spruzzasse" attorno. Tuttavia la luce è scarsa e illumina a malapena.
Decido di sedermi sul letto a gambe incrociate e meditare.
Appena chiudo gli occhi succede qualcosa di strano: immaginate la sensazione di quando si è stanchi morti e si sentono gli occhi pesanti e che tendono a girarsi all'indietro. Ecco, succede lo stesso ma con tutta la testa. Non la testa "fisica" ma, non saprei se sia il termine corretto, quella eterica: gira di almeno 180° all'indietro ma il corpo resta dov'è. Ora sento che questa torsione si è spostata alla base del collo, poco prima della clavicola destra*. Avete presente quei filtri fotografici che stirano un immagine in una specie di vortice? Immaginatela come una forza che torce voi stessi ed avrete un'idea **.
Non capisco cosa stia succedendo, riapro gli occhi e provo a chiamare Andrea [la guida del sogno precedente] per chiedere spiegazioni ma non appare. Smetto di meditare e tutto torna alla "normalità".
Decido di andare nella cameretta. Dentro è piena di cianfrusaglie, non sono cose mie. Quando mi giro di nuovo verso la porta vedo in controluce, dato che lo spazio dietro è leggermente più illuminato, una cosa strana che all'inizio scambio per una creatura. Quando mi concentro meglio scopro che è una sorta di treppiedi bianco che sorregge un contenitore ovoidale di vetro (o plastica) dove all'interno ci sono gli stessi fosfeni della lampadina. Non ho idea a che cosa serva. Mentre mi sposto urto quello che sembra un albero di Natale e lo faccio cadere.
Decido di rimetterlo a posto perchè credo che quella non sia casa mia ma di qualcun'altro. Di nuovo provo ad accendere una lampadina ma escono solo fosfeni.
Esco dalla stanza ma adesso tutto è illuminato a giorno da una luce calda. La casa è molto più grande che nella realtà, due o forse tre volte più ampia. I colori sono vividissimi e lo stesso i dettagli. Tutto è decorato a festa con striscioni rossi (il colore esatto è quel rosso vivo dei tovaglioli di carta che si usano a Natale). Il soffitto è coperto da assi rettangolari di un leggero color crema, non saprei dire il materiale ma mi fa pensare ai pannelli delle porte scorrevoli giapponesi. Nel complesso l'atmosfera è veramente natalizia, è festosa e piacevole.
Torno nella cameretta e guardo dalla finestra, che nel sogno è una vetrata all'inglese. Vedo un paesaggio come di un mondo parallelo: la vista è sempre la stessa ma ora la casa di fronte, che nella realtà è un'abitazione privata, è adibita a scuola. Adesso è giorno e tutto è coperto di neve. Vedo bambini che indossano mantelle e stivali monocolore (ma diversi da un bambino all'altro) e zaini entrare nel cortile della casa.
Noto che alla finestra sono appesi dei festoni natalizi rossi e verdi. Mi soffermo a guardarne i dettagli. Sembrano fatti di tessuto perchè ne vedo la trama. In grigio, nei rettangoli verdi ci sono ricamate in corsivo delle scritte generiche. Mi sembra di leggere mamai (o maman) e papoi.
A quel punto credo di stare visitando un altro mondo, così preso dall'entusiasmo corro dall'altra parte della casa per vedere il paesaggio da quel lato. Apro la porta finestra ed al posto del poggiolo c'è un ampio terrazzo che da sulla stessa vista della realtà. C'è pero meno neve ed un paesaggio marrone brullo. Tuttavia non riesco a mettere tutto a fuoco. Il terrazzo è coperto di neve soffice, quindi prendo la rincorsa e mi ci lancio sopra. Scivolo sulla neve fino ad urtare la ringhiera. L'urto fa cadere la neve accumulata sul bordo e mi accordo che sono quasi andato a sbattere contro un lungo vaso pieno di terra nera.
Alla mia destra ci sono delle scale. Le scendo, un pò preoccupandomi perchè tutto sembra così reale [da qui in poi comunque il paesaggio non è più lo stesso della realtà], ed arrivo sotto il livello del palazzo, in quello che sembra il letto di un fiume. Di fronte a me sull'altra sponda c'è un muraglione di cemento armato per rafforzare la parete del monte che si affaccia sul fiume. Sento un rumore particolare, sembra della gomma che striscia su di un vetro. Mi giro dalla fonte del suono e vedo una parete di roccia. In pratica la "mia" casa e quella vicina, separata da una via, sono costruite sopra una parete di roccia grigia che affaccia sul fiume. Questa roccia è tutta coperta di ghiaccio che probabilmente si è formato dall'acqua colata da sopra. Tra il livello della strada e questa parete scorgo la fonte del rumore: una finestrella che è libera dal ghiaccio e dalla quale esce del vapore. Qualcuno l'ha socchiusa e con quello che sembra un tergicristallo sta togliendo la condensa dalla parte interna. Il braccio apre la finestra del tutto e spunta la sagoma di un ometto di mezza età. Porta gli occhiali tondi ed una barba incolta di color castano chiaro ed indossa una camicia da notte di color azzurro sbiadito. Mi riconosce (come se fossi il doppio del suo vicino di casa) e per non "destare sospetti" gli chiedo amichevolmente "freddino oggi, eh?". Lui mi risponde "eh sì, saranno millerrimi sottozero". Capisco che si tratta di un'unità di misura di quel posto e faccio una faccia impressionata. Lui continua "saranno almeno 2000!".
Guardando per terra mi domando cos'altro ci sia di diverso in questo posto rispetto al nostro mondo. Sento freddo e decido di rientrare ma mi accorgo che al piede mi manca una ciabatta. Realizzo che l'ho persa quando mi sono lanciato sul terrazzo.
Adesso non so come tornare, chissà perchè non mi viene in mente di usare le stesse scale da dove sono sceso, così inizio ad arrampicarmi sulle mura della casa vicina.
Queste case hanno un aspetto molto accogliente. Sembrano le case dell'Inghilterra medievale, sono a tre piani e molto curate, con le parti in legno che fungono da cornicione e si estendono oltre la facciata. La "mia" nelle parti in muratura è colorata di rosso.
Non so come ma adesso sono dall'altra sponda del fiume, aggrappato ad un'altra casa. Scendo e sono sulla strada. Di nuovo mi stupisco dei dettagli che noto. Vedo che la strada è lastricata da mattonelle in cotto di colore grigio. Ne noto la ruvidità e con l'umidità riflettono la luce del sole. La casa da cui sono sceso ha un portico. Sotto di esso ci sono delle donne sedute su delle panche (se non ricordo male in pietra). Guardo l'abbigliamento di una di esse. Ricordo solo che porta un vaporoso maglione bianco ed è coperta sulle spalle e sulla testa da uno scialle grigio.
Alla sua sinistra, dopo un portone, c'è un bambino che sta giocando con quella che sembra una lampada di illuminazione pubblica installata attaccata al muro ed alta un mezzo metro da terra. La lampada è rotta ed il bambino con dei pezzi di lampadina che tiene in mano fa scattare cariche elettriche (o di plasma) tra le estremità. Gli dico di stare attento perchè è pericoloso. La mamma, che ha una bottega vicino, mi sente e lo chiama, facendolo rientrare.
Mi sento che forse non dovrei stare troppo in quel posto come "ospite". Di fronte a me c'è un ponte che mi riporta esattamente a casa "mia", che si innesta nella via che la separa dalla casa del vicino. Lo percorro e mi arrampico di nuovo sulla casa del vicino. Arrivato sul cornicione all'altezza del mio piano quando sto per saltare vedo sotto di me in strada un uomo, che mi vede e si adira, probabilmente scambiandomi per un ladro. Cerco di spiegarmi ma non sente ragione. Salto sul "mio" terrazzo ma lui mi insegue. Urlando ha attirato l'attenzione generale e so che arriverà altra gente. Quest'uomo mi raggiunge e da vicino noto che ha la pelle ocra scuro, come se fosse fatto di terra. I suoi occhi sono rossi. Mi morde ad un braccio e vedo la ferita (non sento però dolore). Allora lo getto oltre la ringhiera, poi arretro verso la porta finestra. Intano ne arrivano altri che riesco abbastanza facilmente a respingere, sempre gettandoli oltre il terrazzo. Quando sono dentro ormai ne ho neutralizzati tre. In generale sono leggeri, mi sembra di maneggiare cuscini imbottiti e quando volano via non sembrano neanche vivi ed hanno forme semplificate, come delle grosse salsicce (o batteri) marroni. L'ultimo ad arrivare è una persona con fattezze diverse: sembra un nano con le braccia spropositatamente lunghe. Ha un naso molto pronunciato, i capelli neri ed indossa una maglietta rossa con una qualche scritta nera. Mi afferra e mentre lo guardo in viso scopro di non avere più scampo e decido di svegliarmi.

Sono subito nel corpo. Il cuore è un pò accelerato ed in testa sento un ronzio che si alterna velocemente da un'orecchia all'altra.

*qualche giorno prima, mentre cercavo di allenarmi a prendere coscienza del passaggio al sonno, ho provato una sensazione simile di venir strizzato. Ho sentito una voce ipnagogica chiamarmi per nome e dirmi di fare attenzione perchè era qualcosa di importante.
** l'altra sera ho deciso di rileggere L'arte di sognare di Castaneda e viene descritto il punto di unione e la sua posizione vicino alla scapola destra. Probabilmente ha influenzato l'evento.

Nel complesso credo che all'inizio il sogno fosse veramente qualcosa di fantastico ma nella seconda parte ha-ho perso chiarezza, come se fosse tornato ad un sogno più normale.

Razionalmente credo che il sogno sia stato influenzato dalla lettura della prima esperienza di Castaneda quando Don Juan lo porta per la prima volta in quella città del Sogno. Credo che volevo avere un'esperienza simile, perciò a questo punto mi chiedo se si possa parlare veramente di lucido.
Anche l'episodio del bambino con la lampadina mi fa ripensare ad un video che avevo visto dove l'autore creava una scultura in resina a partire da una lampadina rotta.

C'è qualche onironauta più esperto che può spiegarmi cosa ho sognato? Un altro mondo? Una OBE? Un falso-lucido oppure un lucido?
Soprattutto cos'era quella sensazione di torsione lasciatemi dire "eterica"?


EDIT:

Tecniche applicate: ripetersi durante la giornata se sono sveglio o sto sognando, stabilire delle domande da portare nel sogno.

Stato mentale: risveglio notturno, difficoltà a riaddormentarsi

Ora del sogno: verso le 3.00 del 20 Settembre
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Auryn » 17/02/2021, 10:22

Dopo tanto, torno a fare un sogno lucido, anche se purtroppo brevissimo.

Sono in casa. Provo ad accendere la luce del bagno ma l'interruttore non funziona. Più provo e più il pulsante si incastra, fino a che non scatta più e si blocca. La cosa mi infastidisce perchè l'impianto è nuovo e non dovrebbe fare così. Mentre smanetto sulla placca per sbloccare l'interruttore noto 4 pulsanti extra. Mi chiedo da dove sbuchino fuori.. Poi vedo sul muro una sorta di pannello digitale pieno di altri pulsanti, una specie di termostato evoluto. A quel punto mi rendo conto che non è casa mia e mi accorgo di essere in un sogno.
Preso dall'euforia torno nella sala e salgo verso l'alto e passo al tetto attraverso un lucernario fatto a prisma. Fuori il paesaggio è diverso dalla realtà, questa volta la vallata in cui vivo ospita un bellissimo lago. Mi piace questa versione e mi godo il panorama (che comunque non è definito benissimo, sembra un pò granuloso.. o "pixeloso", per dirlo da videogiocatore). Sotto il mio palazzo noto una piscina condominiale (che ovviamente nella realtà non esiste). Decido di tuffarmi direttamente dal tetto (tanto è un sogno :D ). Quando sono in acqua e sto scendendo verso il fondo della piscina sento una voce femminile attutita che mi dice a mò di sfida "non riesci a toccare il fondo", al che nuoto verso il basso sino a toccarlo. Torno a galla e la voce appartiene ad una bella donna in costume nero che dovrebbe essere una mia vicina di casa.
Si tuffa in acqua anche lei e nuotiamo assieme per un pò. Poi, purtroppo, mi sveglio involontariamente.


Rileggendo i miei sogni lucidi trovo curiosa la mia attitudine a creare varianti del paesaggio attorno a casa mia. Se cerco di risalire a pensieri o fantasticherie fatte nella veglia che possano essersi riversate nel sogno non trovo niente. Sono certo al 100% di non aver mai pensato ad un lago nella vallata.

Sono soddisfatto del sogno ma vorrei utilizzare il lucido come strumento di introspezione piuttosto che come svago. Devo portare nel sogno questa intenzione.
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda RickyDite » 23/02/2021, 18:04

Wow incredibile! Io è da una settimana circa che provo seriamente a cercare di indurre un sogno lucido, mi sono appassionato ad essi poco tempo fa, sto eseguendo una tecnica del reality check, ovvero quella per cui devi contare le dita della tua mano per un tot di volte al giorno.

Per il momento non sono ancora riuscito a sognare lucido. Forse perchè non mi concentro abbastanza? O forse perchè è ancora presto per avere risultati.
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Re: Il mio primo sogno -quasi- lucido

Messaggioda Luna » 07/08/2022, 14:06

Ciao Auryn, complimenti per i tuoi risultati : Chessygrin :
Anche io vorrei sapere quanto tempo ti ci è voluto per avere i primi risultati con la tecnica che hai usato.
Grazie : greeting :
Dedicato con immensa gratitudine a Ben, amico insostituibile ed artefice dei miei sogni!
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