Diario di Anakin
18/05/22
SI ALZA IL VENTO
OBE - ore 05:45 circa
Mi trovo sveglio nel letto ed esco dal corpo come al solito, sono però particolarmente tranquillo e controllato e non vivo il distacco in modo fisico. Dalla finestra entra una luce forte, è sicuramente una giornata estiva. Faccio per passarci attraverso ma ho la sensazione di rimanere bloccato, così mi ritiro e decido di aprirla a mano. Sento una ragnatela sul viso, la sposto con il braccio. Fuori effettivamente è una bella giornata, vedo tanti uccelli e insetti che ronzano e c’è un buon profumo. Soprattutto però c’è un forte vento che sballotta le cime degli alberi. Il cielo è azzurro terso e ci sono enormi cumuli di nuvole bianche che si spostano velocemente per via del vento, che però a me non dà fastidio. Inizialmente penso di provare ad andare nello spazio, poi però mi lascio prendere “dall’atmosfera” XD. Volo in altezza per vedere cosa c’è attorno: il parco è molto più grande del normale, è un prato di alta erba verde che muovendosi crea delle forme sempre diverse. Atterro vicino a due figure, una bambina e credo suo padre. L’uomo sembra un impiegato d’ufficio per come è vestito, la camicia bianca arrotolata fino al gomito, capelli abbastanza lunghi neri e sbarbato, nei modi mi ricorda forse qualche personaggio di un anime. Sono intenti ad aprire un ombrello, che però non riescono a controllare e viene sballottato di qua e di là. Alla fine si apre in mano alla bambina e lei vola via, diventando un puntino nel cielo. Il padre mi chiede di andarla a prendere e mi cede il suo ombrello. In realtà non me lo chiede direttamente, la sensazione è che io abbia il potere di leggere il pensiero di questo personaggio e le sue intenzioni, a volte succede con certi po. Decido di farlo, il momento è concitato e quindi non gli riesco a chiedere una serie di cose che mi ero appuntato come task. L’ombrello è blu e ha il manico di legno lucido, lo sento ben solido in mano e non ho problemi ad aprirlo nonostante il vento. All’inizio non succede niente, poi comincio a sentire che mi sta tirando verso l’alto. Capisco che è una questione di fiducia e così mi lascio andare, facendomi leggero. Vengo sbalzato in aria e prendo davvero il volo, tenendo l’ombrello con la mano destra. E’ un tipo di volo molto fisico che non avevo mai provato prima, non riesco a procedere dritto ma solo a zigzag o in orizzontale. Decido di non cercare di controllarne la direzione e mi lascio trasportare dal vento. Sento tutta l’aria che mi sbuffa addosso, sul viso, la maglietta che non sta a posto e mi si alza, i peli delle braccia che mi si rizzano. Non ho però freddo né paura, solo un po’ d’adrenalina in corpo, la sensazione è fantastica. Sto salendo molto in alto, comincio a vedere la curvatura della terra e il mare che luccica all’orizzonte ma anche qualche oggetto trasportato dal vento, tra questi ricordo un ombrello e un vestito. Poi entro in una nuvola e l’udito mi si ovatta. Questa scorre rapidamente, riesco a percepire visivamente l’attraversamento della nuvola come quando si è in aereo ed allungo la mano libera per toccarla. Penso che appena uscirò darò uno sguardo intorno per cercare la bambina di prima. Sento però il suono di un tuono in lontananza, che mi agita. Anche la nuvola mi pare stia diventando più scura man mano che salgo. Sto pensando ad un modo per evitare l’imminente temporale ma ho poco controllo sul volo e l’agitazione mi porta ad un aumento del battito e infine a svegliarmi. Apro gli occhi e sono nel letto, disteso a pancia in su. Ho un sorriso stampato in viso: sono felice come un bambino.
Ho avuto un’altra obe precedente a questa in cui non sono riuscito a uscire. Inoltre la notte è stata piena di brevi lucidi che non val la pena trascrivere, sostanzialmente andavo in giro per casa a confrontarmi con delle presenze.
Considerazioni: una delle esperienze migliori (a livello di nitidezza delle sensazioni) dell’ultimo mese. La sera prima esercizi e meditato con suoni binaurali. Sto prendendo degli integratori e the verde.
SI ALZA IL VENTO
OBE - ore 05:45 circa
Mi trovo sveglio nel letto ed esco dal corpo come al solito, sono però particolarmente tranquillo e controllato e non vivo il distacco in modo fisico. Dalla finestra entra una luce forte, è sicuramente una giornata estiva. Faccio per passarci attraverso ma ho la sensazione di rimanere bloccato, così mi ritiro e decido di aprirla a mano. Sento una ragnatela sul viso, la sposto con il braccio. Fuori effettivamente è una bella giornata, vedo tanti uccelli e insetti che ronzano e c’è un buon profumo. Soprattutto però c’è un forte vento che sballotta le cime degli alberi. Il cielo è azzurro terso e ci sono enormi cumuli di nuvole bianche che si spostano velocemente per via del vento, che però a me non dà fastidio. Inizialmente penso di provare ad andare nello spazio, poi però mi lascio prendere “dall’atmosfera” XD. Volo in altezza per vedere cosa c’è attorno: il parco è molto più grande del normale, è un prato di alta erba verde che muovendosi crea delle forme sempre diverse. Atterro vicino a due figure, una bambina e credo suo padre. L’uomo sembra un impiegato d’ufficio per come è vestito, la camicia bianca arrotolata fino al gomito, capelli abbastanza lunghi neri e sbarbato, nei modi mi ricorda forse qualche personaggio di un anime. Sono intenti ad aprire un ombrello, che però non riescono a controllare e viene sballottato di qua e di là. Alla fine si apre in mano alla bambina e lei vola via, diventando un puntino nel cielo. Il padre mi chiede di andarla a prendere e mi cede il suo ombrello. In realtà non me lo chiede direttamente, la sensazione è che io abbia il potere di leggere il pensiero di questo personaggio e le sue intenzioni, a volte succede con certi po. Decido di farlo, il momento è concitato e quindi non gli riesco a chiedere una serie di cose che mi ero appuntato come task. L’ombrello è blu e ha il manico di legno lucido, lo sento ben solido in mano e non ho problemi ad aprirlo nonostante il vento. All’inizio non succede niente, poi comincio a sentire che mi sta tirando verso l’alto. Capisco che è una questione di fiducia e così mi lascio andare, facendomi leggero. Vengo sbalzato in aria e prendo davvero il volo, tenendo l’ombrello con la mano destra. E’ un tipo di volo molto fisico che non avevo mai provato prima, non riesco a procedere dritto ma solo a zigzag o in orizzontale. Decido di non cercare di controllarne la direzione e mi lascio trasportare dal vento. Sento tutta l’aria che mi sbuffa addosso, sul viso, la maglietta che non sta a posto e mi si alza, i peli delle braccia che mi si rizzano. Non ho però freddo né paura, solo un po’ d’adrenalina in corpo, la sensazione è fantastica. Sto salendo molto in alto, comincio a vedere la curvatura della terra e il mare che luccica all’orizzonte ma anche qualche oggetto trasportato dal vento, tra questi ricordo un ombrello e un vestito. Poi entro in una nuvola e l’udito mi si ovatta. Questa scorre rapidamente, riesco a percepire visivamente l’attraversamento della nuvola come quando si è in aereo ed allungo la mano libera per toccarla. Penso che appena uscirò darò uno sguardo intorno per cercare la bambina di prima. Sento però il suono di un tuono in lontananza, che mi agita. Anche la nuvola mi pare stia diventando più scura man mano che salgo. Sto pensando ad un modo per evitare l’imminente temporale ma ho poco controllo sul volo e l’agitazione mi porta ad un aumento del battito e infine a svegliarmi. Apro gli occhi e sono nel letto, disteso a pancia in su. Ho un sorriso stampato in viso: sono felice come un bambino.
Ho avuto un’altra obe precedente a questa in cui non sono riuscito a uscire. Inoltre la notte è stata piena di brevi lucidi che non val la pena trascrivere, sostanzialmente andavo in giro per casa a confrontarmi con delle presenze.
Considerazioni: una delle esperienze migliori (a livello di nitidezza delle sensazioni) dell’ultimo mese. La sera prima esercizi e meditato con suoni binaurali. Sto prendendo degli integratori e the verde.
19/05/22
GRECIA
Lucido WILD - ora imprecisata (non ho controllato il telefono)
Entro in questo sogno appena dopo il risveglio, sento delle vibrazioni focalizzate alla schiena mentre sono steso a pancia in giù, mi lascio trasportare. Transizione rapida, non cerco di controllarla. Mi trovo in un porticciolo di un’isola greca con dei familiari e degli amici di famiglia. Le case sono tutte bianche e si aprono a semicerchio sulla piazza che dà sul mare. Il sogno per me è appena iniziato ma sembra che per gli altri ero lì già da prima. Sto guardando il mare quando mio nonno mi si avvicina e mi dice “un americano penserebbe che questo è un sogno”. Penso che sembra proprio un sogno perché lo è, ma non voglio dirlo a mio nonno. Però effettivamente la vista è stupenda, rimango a guardare il tramonto sul mare per un po’. All’orizzonte si vedono dei promontori ormai in ombra e tante altre isole simili, con le casette bianche a strapiombo sul mare. Sento anche il verso dei gabbiani che volano sopra di me. Cerco il cellulare nella tasca per fare una foto ma non lo trovo, credo di averlo dimenticato da qualche parte. Il fatto che il mio telefono sia in giro inizialmente mi preoccupa ma sono abbastanza lucido per capire che in un sogno non è così importante. Mi accorgo di essere in costume e comincia a fare freddo, così volo ad un balcone a cui sono appesi dei vestiti e prendo una maglietta, ma è ancora bagnata e indossandola mi si appiccica al corpo. Dalla casa giunge una voce femminile che si lamenta del furto. Mio nonno mi dice di togliermela e di lasciarla su un tronco lì accanto e che parlerà lui con la signora. Lo faccio e decido di allontanarmi dalla scena, andando verso la spiaggia (nel sogno sapevo che lì c’era una spiaggia). Si accede attraverso una passerella in legno che passa in mezzo ad una piccola laguna con dei bambù e piante stagnanti. Arrivato in fondo mi si apre davanti un angolo di paradiso. Entro con i piedi nell’acqua per poi immergermi completamente. Il mare è trasparente e luminoso sotto la superficie, mi ricorda molto quelle piscine illuminate dal basso. Riesco a respirare sott’acqua. Cerco di raggiungere il fondo di sabbia, sul quale poggiano delle casse di legno dalle quali escono delle bolle, ma il fondale si allontana continuamente e decido di tornare in superficie per non svegliarmi. Appena riemergo il cielo è buio e pieno di stelle cadenti che arrivano fino all’orizzonte, sembra cadano nel mare. La scia delle stelle è molto ampia e bianchissima e si muovono abbastanza lentamente. Sento che per l’emozione potrei svegliarmi da un momento all’altro. Infilo le mani nelle tasche del costume bagnato e ritrovo il cellulare, anche se non è il mio. Voglio chiamare qualcuno per dirgli di raggiungermi alla spiaggia, ma poi penso che prima che arrivi mi sarò già svegliato ed è meglio godersi il panorama finché posso. Mentre lo penso mi sveglio. *facepalm*
CIBO PER AQUILE
Spezzone lucido quasi WILD - ora imprecisata
Cerco di riaddormentarmi dopo il lucido appena fatto. Ancora una volta in questa fase ho un paio di piccoli scatti involontari che mi tengono vigile. Si sta componendo il sogno: sono in montagna, credo abbastanza in alto perché il paesaggio è brullo e roccioso, vedo la cima delle montagne dietro di me. Guardo in alto nel cielo e vedo un volatile enorme che gira in tondo sopra di me, credo un’aquila. Poi lo osservo meglio e penso “ma quanto c. è grande, non è normale che esista un’aquila del genere”. In quel momento prendo consapevolezza nel sonno, che però non è delle migliori, forse perché nata da una situazione di pericolo. Infatti l’enorme aquila si avvicina sempre di più e sembra minacciosa. Sono convinto che voglia attaccarmi e mangiarmi. L’ambiente non aiuta perché non ci sono alberi o ripari. Penso che quando mi girerò ci sarà un rifugio dove potermi nascondere. C’è un range rover bianco e ci entro. Il tetto dell’auto è di vetro e posso vedere sopra di me, vedo l’aquila che si è avvicinata ulteriormente, riesco a vederne le piume e il becco. Tiro fuori il telefono per scattargli qualche foto con lo zoom e analizzarla meglio. L'interfaccia è quella solita del mio telefono, ma ha il pulsante rosso per scattare le foto quando normalmente serve per i video. Penso che sia un animale mitologico di cui in quel momento non ricordo il nome. Poi rifletto che se scende in picchiata sarebbe anche capace di spaccare il vetro. Sembra avermi letto nel pensiero perché si prepara per la manovra. Mi sveglio.
GRECIA
Lucido WILD - ora imprecisata (non ho controllato il telefono)
Entro in questo sogno appena dopo il risveglio, sento delle vibrazioni focalizzate alla schiena mentre sono steso a pancia in giù, mi lascio trasportare. Transizione rapida, non cerco di controllarla. Mi trovo in un porticciolo di un’isola greca con dei familiari e degli amici di famiglia. Le case sono tutte bianche e si aprono a semicerchio sulla piazza che dà sul mare. Il sogno per me è appena iniziato ma sembra che per gli altri ero lì già da prima. Sto guardando il mare quando mio nonno mi si avvicina e mi dice “un americano penserebbe che questo è un sogno”. Penso che sembra proprio un sogno perché lo è, ma non voglio dirlo a mio nonno. Però effettivamente la vista è stupenda, rimango a guardare il tramonto sul mare per un po’. All’orizzonte si vedono dei promontori ormai in ombra e tante altre isole simili, con le casette bianche a strapiombo sul mare. Sento anche il verso dei gabbiani che volano sopra di me. Cerco il cellulare nella tasca per fare una foto ma non lo trovo, credo di averlo dimenticato da qualche parte. Il fatto che il mio telefono sia in giro inizialmente mi preoccupa ma sono abbastanza lucido per capire che in un sogno non è così importante. Mi accorgo di essere in costume e comincia a fare freddo, così volo ad un balcone a cui sono appesi dei vestiti e prendo una maglietta, ma è ancora bagnata e indossandola mi si appiccica al corpo. Dalla casa giunge una voce femminile che si lamenta del furto. Mio nonno mi dice di togliermela e di lasciarla su un tronco lì accanto e che parlerà lui con la signora. Lo faccio e decido di allontanarmi dalla scena, andando verso la spiaggia (nel sogno sapevo che lì c’era una spiaggia). Si accede attraverso una passerella in legno che passa in mezzo ad una piccola laguna con dei bambù e piante stagnanti. Arrivato in fondo mi si apre davanti un angolo di paradiso. Entro con i piedi nell’acqua per poi immergermi completamente. Il mare è trasparente e luminoso sotto la superficie, mi ricorda molto quelle piscine illuminate dal basso. Riesco a respirare sott’acqua. Cerco di raggiungere il fondo di sabbia, sul quale poggiano delle casse di legno dalle quali escono delle bolle, ma il fondale si allontana continuamente e decido di tornare in superficie per non svegliarmi. Appena riemergo il cielo è buio e pieno di stelle cadenti che arrivano fino all’orizzonte, sembra cadano nel mare. La scia delle stelle è molto ampia e bianchissima e si muovono abbastanza lentamente. Sento che per l’emozione potrei svegliarmi da un momento all’altro. Infilo le mani nelle tasche del costume bagnato e ritrovo il cellulare, anche se non è il mio. Voglio chiamare qualcuno per dirgli di raggiungermi alla spiaggia, ma poi penso che prima che arrivi mi sarò già svegliato ed è meglio godersi il panorama finché posso. Mentre lo penso mi sveglio. *facepalm*
CIBO PER AQUILE
Spezzone lucido quasi WILD - ora imprecisata
Cerco di riaddormentarmi dopo il lucido appena fatto. Ancora una volta in questa fase ho un paio di piccoli scatti involontari che mi tengono vigile. Si sta componendo il sogno: sono in montagna, credo abbastanza in alto perché il paesaggio è brullo e roccioso, vedo la cima delle montagne dietro di me. Guardo in alto nel cielo e vedo un volatile enorme che gira in tondo sopra di me, credo un’aquila. Poi lo osservo meglio e penso “ma quanto c. è grande, non è normale che esista un’aquila del genere”. In quel momento prendo consapevolezza nel sonno, che però non è delle migliori, forse perché nata da una situazione di pericolo. Infatti l’enorme aquila si avvicina sempre di più e sembra minacciosa. Sono convinto che voglia attaccarmi e mangiarmi. L’ambiente non aiuta perché non ci sono alberi o ripari. Penso che quando mi girerò ci sarà un rifugio dove potermi nascondere. C’è un range rover bianco e ci entro. Il tetto dell’auto è di vetro e posso vedere sopra di me, vedo l’aquila che si è avvicinata ulteriormente, riesco a vederne le piume e il becco. Tiro fuori il telefono per scattargli qualche foto con lo zoom e analizzarla meglio. L'interfaccia è quella solita del mio telefono, ma ha il pulsante rosso per scattare le foto quando normalmente serve per i video. Penso che sia un animale mitologico di cui in quel momento non ricordo il nome. Poi rifletto che se scende in picchiata sarebbe anche capace di spaccare il vetro. Sembra avermi letto nel pensiero perché si prepara per la manovra. Mi sveglio.
22/05/22
Paralisi e OBE - ora imprecisata
Vado a letto parecchio sbronzo. Mi sveglio durante la notte (credo poco dopo) e ho una paralisi del sonno. Sono a pancia in giù e qualcuno sopra di me mi tiene fermo e mi parla all’orecchio in una lingua che non capisco. Non riconosco la voce tra il novero di quelle che mi hanno parlato durante le paralisi, è nuova. Non sono spaventato però, apro gli occhi e vedo C distesa accanto a me girata dall’altra parte del letto: ok, è solo una paralisi penso. Li richiudo e provo a scacciare l’entità: funziona e uso la paralisi per provare il distacco. Mi sto direzionando in aria verso la porta (ancora non vedo) ma percepisco che l’entità torna e prova a ostacolarmi, me ne libero sbraitando con le braccia. Alla fine avviene la transizione e mi trovo davanti alla porta. L’ambiente è realistico, ci vedo ma è notte e la stanza è al buio. Apro la porta e percorro il corridoio, poi la sala ed esco dalla porta d’ingresso. Fuori le strade sono in penombra, ne percorro una a piedi fino all’angolo. A questo punto sento un fischio sopra di me e vedo una scia luminosa nel cielo. Mi alzo in volo e raggiungo una collina dove ci sono dei ragazzi, un gruppetto da una parte e uno dall’altra della collina. Stanno giocando con una specie di razzo, se lo passano da una parte all’altra della collina e quando è in volo produce un fischio tipo quello dei fuochi d’artificio. Atterro vicino ad un gruppo ma noto che non mi vedono, solo un ragazzo sembra percepire la mia presenza. Il razzo da vicino ha la forma di un dragone cinese. Appena lo accendono di nuovo e questo parte nel cielo ne devio la traiettoria facendolo piegare verso l’alto e sento i ragazzi che urlano stupiti. Poi faccio per seguirlo ma improvvisamente diventa tutto instabile, forse a causa di un rumore esterno. Mi trovo per qualche istante in una specie di arena di cristallo prima di svegliarmi.
23/05/22
SCIATA FUORI STAGIONE
Sogno lucido - ore 7:10
Sono lucido, sto percorrendo una strada in salita con mia zia, siamo vestiti sportivi. Stiamo parlando dei familiari e ne approfitto per chiederle delle cose. Facciamo forse un paio di tornanti e arriviamo in uno spiazzo aperto dove c’è una seggiovia ferma, vicino alle quale ci sta aspettando mia cugina. Mi viene voglia di sciare, la seggiovia riparte a questo pensiero e mi siedo in un posto da solo, mentre loro due sono davanti a me. Guardo sopra di me e sta nevicando, poi mi guardo i piedi e indosso gli sci. La seggiovia si ferma dopo forse un minuto in cui stiamo scendendo di quota rispetto allo spiazzo di prima. Ora ci troviamo in cima ad un canalone parecchio ripido e con neve fresca, ho paura che se scendiamo si formerà una slavina. Tuttavia mia zia e mia cugina non sono preoccupate e mi chiamano per scendere, quindi vado per primo. I movimenti sono naturali e realistici ma non provo alcuna fatica nonostante la pendenza elevata. Il canalone si apre dopo forse duecento metri, prima era chiuso su entrambi i lati dalle rocce. Mi guardo in giro, il paesaggio innevato è molto bello, c'è totale silenzio, sento solo il suono dei miei sci sulla neve. Poi noto una creatura molto strana lontano alla mia destra, è una specie di robot che si muove rotolando con le braccia come una ruota. A questo punto mi fermo in mezzo alla pista, mi raggiunge mia cugina e altri sciatori. Decido di chiedere ad ognuno di loro se sanno di essere in un sogno. Ricevo almeno cinque risposte diverse ma non le ricordo tutte perché non avevo voglia di scriverle appena sveglio. Un tizio sulla cinquantina che sembra un istruttore di sci mi dice “difficile dirlo”. La cosa che mi ha fatto ridere è che alla fine si guardano tra loro come per dire “ma questo c’è o ci fa”. Riprendo a scendere ma una voce fuori campo mi dice che sono in ritardo. L’ambiente prima sfuma poi cambia drasticamente, mi trovo su un jet privato che sta volando basso su una città lagunare, credo Venezia. Ad un certo punto guardando fuori dal finestrino vedo crearsi due grandi vortici d’acqua in aria, delle colonne enormi. Il jet cerca di evitarle e si muove tra i ponti e i campanili ma perde il controllo e finisce in pieno dentro una. Mi assale una sensazione strana, è come se una macchina mi stesse tirando per le gambe e le braccia, ma non provo dolore. Poi mi sveglio.
Paralisi e OBE - ora imprecisata
Vado a letto parecchio sbronzo. Mi sveglio durante la notte (credo poco dopo) e ho una paralisi del sonno. Sono a pancia in giù e qualcuno sopra di me mi tiene fermo e mi parla all’orecchio in una lingua che non capisco. Non riconosco la voce tra il novero di quelle che mi hanno parlato durante le paralisi, è nuova. Non sono spaventato però, apro gli occhi e vedo C distesa accanto a me girata dall’altra parte del letto: ok, è solo una paralisi penso. Li richiudo e provo a scacciare l’entità: funziona e uso la paralisi per provare il distacco. Mi sto direzionando in aria verso la porta (ancora non vedo) ma percepisco che l’entità torna e prova a ostacolarmi, me ne libero sbraitando con le braccia. Alla fine avviene la transizione e mi trovo davanti alla porta. L’ambiente è realistico, ci vedo ma è notte e la stanza è al buio. Apro la porta e percorro il corridoio, poi la sala ed esco dalla porta d’ingresso. Fuori le strade sono in penombra, ne percorro una a piedi fino all’angolo. A questo punto sento un fischio sopra di me e vedo una scia luminosa nel cielo. Mi alzo in volo e raggiungo una collina dove ci sono dei ragazzi, un gruppetto da una parte e uno dall’altra della collina. Stanno giocando con una specie di razzo, se lo passano da una parte all’altra della collina e quando è in volo produce un fischio tipo quello dei fuochi d’artificio. Atterro vicino ad un gruppo ma noto che non mi vedono, solo un ragazzo sembra percepire la mia presenza. Il razzo da vicino ha la forma di un dragone cinese. Appena lo accendono di nuovo e questo parte nel cielo ne devio la traiettoria facendolo piegare verso l’alto e sento i ragazzi che urlano stupiti. Poi faccio per seguirlo ma improvvisamente diventa tutto instabile, forse a causa di un rumore esterno. Mi trovo per qualche istante in una specie di arena di cristallo prima di svegliarmi.
23/05/22
SCIATA FUORI STAGIONE
Sogno lucido - ore 7:10
Sono lucido, sto percorrendo una strada in salita con mia zia, siamo vestiti sportivi. Stiamo parlando dei familiari e ne approfitto per chiederle delle cose. Facciamo forse un paio di tornanti e arriviamo in uno spiazzo aperto dove c’è una seggiovia ferma, vicino alle quale ci sta aspettando mia cugina. Mi viene voglia di sciare, la seggiovia riparte a questo pensiero e mi siedo in un posto da solo, mentre loro due sono davanti a me. Guardo sopra di me e sta nevicando, poi mi guardo i piedi e indosso gli sci. La seggiovia si ferma dopo forse un minuto in cui stiamo scendendo di quota rispetto allo spiazzo di prima. Ora ci troviamo in cima ad un canalone parecchio ripido e con neve fresca, ho paura che se scendiamo si formerà una slavina. Tuttavia mia zia e mia cugina non sono preoccupate e mi chiamano per scendere, quindi vado per primo. I movimenti sono naturali e realistici ma non provo alcuna fatica nonostante la pendenza elevata. Il canalone si apre dopo forse duecento metri, prima era chiuso su entrambi i lati dalle rocce. Mi guardo in giro, il paesaggio innevato è molto bello, c'è totale silenzio, sento solo il suono dei miei sci sulla neve. Poi noto una creatura molto strana lontano alla mia destra, è una specie di robot che si muove rotolando con le braccia come una ruota. A questo punto mi fermo in mezzo alla pista, mi raggiunge mia cugina e altri sciatori. Decido di chiedere ad ognuno di loro se sanno di essere in un sogno. Ricevo almeno cinque risposte diverse ma non le ricordo tutte perché non avevo voglia di scriverle appena sveglio. Un tizio sulla cinquantina che sembra un istruttore di sci mi dice “difficile dirlo”. La cosa che mi ha fatto ridere è che alla fine si guardano tra loro come per dire “ma questo c’è o ci fa”. Riprendo a scendere ma una voce fuori campo mi dice che sono in ritardo. L’ambiente prima sfuma poi cambia drasticamente, mi trovo su un jet privato che sta volando basso su una città lagunare, credo Venezia. Ad un certo punto guardando fuori dal finestrino vedo crearsi due grandi vortici d’acqua in aria, delle colonne enormi. Il jet cerca di evitarle e si muove tra i ponti e i campanili ma perde il controllo e finisce in pieno dentro una. Mi assale una sensazione strana, è come se una macchina mi stesse tirando per le gambe e le braccia, ma non provo dolore. Poi mi sveglio.
26/05/22
LOOP
Paralisi e OBE - ore 05:20
Anche stanotte ho una paralisi, sono disteso a pancia in su e ho delle brutte allucinazioni, la porta si apre e una figura nera mi si avvicina e mi pressa il torace e credo mi stringa il collo perché mi fa realmente male, tipo come se mi cercasse di soffocare. Probabilmente avevo dormito in una posizione scomoda e mi faceva male il collo durante la paralisi. Questa volta non c’è niente che io possa fare e aspetto semplicemente che finisca, non oppongo alcuna resistenza. Verso la fine quando sento la presa che si indebolisce decido di staccarmi, fluttuo verso l’alto lasciando il mio corpo e con uno slancio in avanti sono fuori. Sono a mezz’aria, mi guardo in giro e la stanza è al buio, io sono disteso nel letto nella stessa posizione di prima. Non ho grandi aspettative da questa obe e penso di dover lottare con la presenza ma non c’era traccia di lei. Sono un po’ agitato per via di quello che era appena successo e inoltre preferisco le obe classiche senza paralisi. Passo attraverso la finestra ed è notte ma ci sono dei riflessi bianchi che mi permettono di vedere abbastanza bene. Comincio a volare in avanti, il paesaggio è realistico e c’è la luna piena che illumina le case e gli alberi, i fili d’erba. Mentre sto volando succede una cosa particolare, che chiamo loop del sogno ma questa volta era davvero figa. Praticamente rimango intrappolato in una sezione di circa un centinaio di metri del paesaggio, che si ripete infinite volte sia in avanti che indietro. Ogni “fetta” è separata dall’altra da una specie di muro di cristallo riconoscibile grazie alla luce della luna che riflette sul vetro. Mi basta spingere il muro per entrare nella porzione successiva, che è identica a quella precedente. Ripeto la procedura alcune volte, poi mi metto a volare in orizzontale sfondando direttamente i muri e vedendomi scorrere lo stesso paesaggio innumerevoli volte. A questo punto mi fermo, guardo in avanti e decido di risolvere la cosa una volta per tutte: col pensiero faccio rompere gli infiniti muri davanti a me, li vedo e li sento collassare e ho l’impressione che l’ambiente si stia ricomponendo in un unico paesaggio ma mentre il vetro cade tutto diventa bianco per qualche secondo, non capisco cosa succede e mi sveglio.
Considerazioni: devo capire meglio perché stanno tornando queste paralisi e se posso ancora controllarne la frequenza.
USA
Lucido WILD - ore 07:20
Mi trovo a camminare con un amico sul bagnasciuga, la spiaggia è quella tipica americana west coast, di sabbia, molto lunga e con un pontile in legno sull’oceano. Da sotto il pontile, che si unisce ad una struttura in cemento, escono dei ragazzi che si avvicinano a me e mi accolgono con fare simpatico, mi trattano come un turista e ognuno di loro cerca di attirare la mia attenzione. Uno vuole portarmi a vedere la sua piscina (tutto questo in inglese, o meglio il mio inglese) ma io non ne ho voglia e mi giro verso il mio amico dicendo che “actually we wanted to visit the city”. Ci allontaniamo e vedo oltre la spiaggia lo skyline di una città. In particolare c’è un grattacielo a forma di piramide che attira la mia attenzione, mi sembra di conoscerlo. Il mio amico dice “siamo a Philadelphia” ma io lo contraddico subito dicendo invece che eravamo a San Francisco. Lo dico con evidente sicurezza. Mi alzo in volo per raggiungere i grattacieli ma puntando verso quello a forma di piramide. Arrivo in volo esattamente sopra la punta ma non so bene come sedermici, provo a puntare le gambe verso la parete ma comincio a scivolare lentamente, quindi mi stacco di nuovo e rimango a fluttuare. Guardo verso il basso e vedo degli edifici squadrati con il tetto piatto, ho voglia di sperimentare un po’ e provo a ribaltarli, non sono sicuro però del risultato perché mi trovo troppo in alto. Scendo semplicemente lasciandomi cadere ma mantenendo l’equilibrio, cioè la postura eretta, per poi riprendere spinta verso la fine, alla Iron Man. Ma mi ritrovo invece a Times Square, riconosco la forma della piazza. Al centro è allestito un improbabile mercato del pesce, cammino tra le bancarelle piene di crostacei finché non mi sveglio.
Considerazioni: durante il giorno ho verificato che il grattacielo piramidale era proprio a San Francisco, come avevo detto. La cosa strana è che nella realtà non avrei saputo dirlo, avrei tirato a indovinare mentre nel sogno l’ipotesi più plausibile è diventata una risposta che ho dato naturalmente.
LOOP
Paralisi e OBE - ore 05:20
Anche stanotte ho una paralisi, sono disteso a pancia in su e ho delle brutte allucinazioni, la porta si apre e una figura nera mi si avvicina e mi pressa il torace e credo mi stringa il collo perché mi fa realmente male, tipo come se mi cercasse di soffocare. Probabilmente avevo dormito in una posizione scomoda e mi faceva male il collo durante la paralisi. Questa volta non c’è niente che io possa fare e aspetto semplicemente che finisca, non oppongo alcuna resistenza. Verso la fine quando sento la presa che si indebolisce decido di staccarmi, fluttuo verso l’alto lasciando il mio corpo e con uno slancio in avanti sono fuori. Sono a mezz’aria, mi guardo in giro e la stanza è al buio, io sono disteso nel letto nella stessa posizione di prima. Non ho grandi aspettative da questa obe e penso di dover lottare con la presenza ma non c’era traccia di lei. Sono un po’ agitato per via di quello che era appena successo e inoltre preferisco le obe classiche senza paralisi. Passo attraverso la finestra ed è notte ma ci sono dei riflessi bianchi che mi permettono di vedere abbastanza bene. Comincio a volare in avanti, il paesaggio è realistico e c’è la luna piena che illumina le case e gli alberi, i fili d’erba. Mentre sto volando succede una cosa particolare, che chiamo loop del sogno ma questa volta era davvero figa. Praticamente rimango intrappolato in una sezione di circa un centinaio di metri del paesaggio, che si ripete infinite volte sia in avanti che indietro. Ogni “fetta” è separata dall’altra da una specie di muro di cristallo riconoscibile grazie alla luce della luna che riflette sul vetro. Mi basta spingere il muro per entrare nella porzione successiva, che è identica a quella precedente. Ripeto la procedura alcune volte, poi mi metto a volare in orizzontale sfondando direttamente i muri e vedendomi scorrere lo stesso paesaggio innumerevoli volte. A questo punto mi fermo, guardo in avanti e decido di risolvere la cosa una volta per tutte: col pensiero faccio rompere gli infiniti muri davanti a me, li vedo e li sento collassare e ho l’impressione che l’ambiente si stia ricomponendo in un unico paesaggio ma mentre il vetro cade tutto diventa bianco per qualche secondo, non capisco cosa succede e mi sveglio.
Considerazioni: devo capire meglio perché stanno tornando queste paralisi e se posso ancora controllarne la frequenza.
USA
Lucido WILD - ore 07:20
Mi trovo a camminare con un amico sul bagnasciuga, la spiaggia è quella tipica americana west coast, di sabbia, molto lunga e con un pontile in legno sull’oceano. Da sotto il pontile, che si unisce ad una struttura in cemento, escono dei ragazzi che si avvicinano a me e mi accolgono con fare simpatico, mi trattano come un turista e ognuno di loro cerca di attirare la mia attenzione. Uno vuole portarmi a vedere la sua piscina (tutto questo in inglese, o meglio il mio inglese) ma io non ne ho voglia e mi giro verso il mio amico dicendo che “actually we wanted to visit the city”. Ci allontaniamo e vedo oltre la spiaggia lo skyline di una città. In particolare c’è un grattacielo a forma di piramide che attira la mia attenzione, mi sembra di conoscerlo. Il mio amico dice “siamo a Philadelphia” ma io lo contraddico subito dicendo invece che eravamo a San Francisco. Lo dico con evidente sicurezza. Mi alzo in volo per raggiungere i grattacieli ma puntando verso quello a forma di piramide. Arrivo in volo esattamente sopra la punta ma non so bene come sedermici, provo a puntare le gambe verso la parete ma comincio a scivolare lentamente, quindi mi stacco di nuovo e rimango a fluttuare. Guardo verso il basso e vedo degli edifici squadrati con il tetto piatto, ho voglia di sperimentare un po’ e provo a ribaltarli, non sono sicuro però del risultato perché mi trovo troppo in alto. Scendo semplicemente lasciandomi cadere ma mantenendo l’equilibrio, cioè la postura eretta, per poi riprendere spinta verso la fine, alla Iron Man. Ma mi ritrovo invece a Times Square, riconosco la forma della piazza. Al centro è allestito un improbabile mercato del pesce, cammino tra le bancarelle piene di crostacei finché non mi sveglio.
Considerazioni: durante il giorno ho verificato che il grattacielo piramidale era proprio a San Francisco, come avevo detto. La cosa strana è che nella realtà non avrei saputo dirlo, avrei tirato a indovinare mentre nel sogno l’ipotesi più plausibile è diventata una risposta che ho dato naturalmente.
29/05/22
INCONTRO IL ME BAMBINO
OBE con sovrapposizione sensoriale (instabile) - ore 11 circa
Mi sveglio più volte durante la tarda mattinata a causa di rumori esterni. In una di queste mi viene la scossa ma l’intensità non è molto forte e devo sforzarmi per uscire dal corpo, rotolo dal letto e finisco per terra. Dapprima è tutto buio, poi chiedo la luce e l’ambiente diventa luminoso, vedo il pavimento. Ci strofino le mani per stabilizzare ma capisco in quel momento che l’obe è instabile. In particolare la mia vista è strana, sembra quella di un insetto credo o di un cavallo perché c’è un punto cieco al centro e vedo come due ellissi nel mio raggio visivo. Mi metto in piedi, chiudo gli occhi e penso che quando li riaprirò vedrò normalmente. Non succede, guardo meglio quello che effettivamente vedo: fuori da queste due forme c’è la stanza mentre in queste mi sembra ci sia il mio cuscino. Chiudo gli occhi di nuovo e li riapro: ora sono nel letto e capisco che quello che vedevo era il cuscino, credo che nel sogno quando aprivo gli occhi li aprivo veramente nel letto e che questi schiacciati sul cuscino davano quello strano effetto. Altro caso di sovrapposizione sensoriale dovuta ad obe instabile.
Poi mi viene un’altra scossa e mi stacco di nuovo dal corpo. La stanza ha la stessa luce di prima ma stavolta ci vedo bene. Ora è tutto molto stabile, infatti non riesco a passare attraversare la finestra. Mi guardo le mani e vado allo specchio, indosso un piumino rosso, che mi tolgo. Poi apro la porta, scendo le scale e arrivo in strada. Fuori sembra che abbia piovuto da poco e c’è una luce calda, inoltre l’aria è molto densa. Le strade sono vuote, ci sono solo io che cammino. Arrivo a piedi fino al campo sportivo dove giocavo a calcetto e ci trovo un bambino seduto ad un tavolo. Lui non mi vede, è intento a guardare qualcosa che tiene tra le mani, ha lo sguardo rivolto verso il basso. Ci sono delle scalinate alla mia destra che portano ad un piano superiore, so che non esistono nella realtà così salgo per vedere cosa c’è di sopra. Mi trovo dentro una palestra, ci sono tre ragazzi che giocano a basket sotto un canestro. Penso che è strano che ci abbia fatto accesso con le scale. Decido di scendere di nuovo, il bambino è ancora lì seduto mentre l’ambiente è leggermente diverso. Decido di raggiungerlo, cammino su un terreno ghiaioso e mi siedo sul bordo della panca, lui finalmente mi nota ma non è sorpreso della mia presenza, anzi sembra che mi aspettasse. Gli chiedo che cosa sta facendo (riferendomi alle mani che tiene sotto il tavolo), mi risponde niente e mi fa vedere le mani mostrandomi i palmi, stava semplicemente giocando con le dita. C’è qualcosa nel suo modo di fare che mi è familiare, quindi gli chiedo chi sia. Mi dice “sono io”. Allora gli chiedo chi sono io e mi dice “tu in realtà non sei te, sei un bambino”. Sono sconcertato, lo guardo meglio in viso e … sono io! Mi emoziono, mi sveglio.
30/05/22
RIPROVO A MEDITARE
OBE - ora imprecisata della notte
Esco dal corpo un po’ assonnato, quindi comincio a sfregarmi le mani e toccare i mobili per stabilizzare la vista. Vado allo specchio, mi guardo per un po’, poi ci immagino il mare e la superficie dello specchio diventa blu scuro. Sono indeciso se attraversarlo ma ho paura di finire nelle profondità dell’oceano e me ne vado. Apro la scatola porta oggetti ed è vuota ma sul fondo c’è un sottile strato di sabbia, io con l’indice traccio una linea e noto che posso spingere il dito ben oltre la profondità reale della scatola, forse ci potrei infilare l’intero braccio ma la sabbia diventa troppo compatta e impossibile da penetrare. Quando tolgo la mano questa è leggermente umida con i granelli di sabbia appiccicati, mi pulisco sfregandomi le mani, la sensazione dei granelli che si staccano è così realistica che mi scappa un sorriso. Sto per uscire dalla finestra quando noto una pozza d’acqua sotto lo specchio di prima, mi avvicino e vedo che il vetro perde acqua dalla parte inferiore. Passo attraverso la finestra ed esco fuori, mi dirigo al parco. L’ambiente è molto umido, mi avvicino ad un albero e tocco le foglie bagnate. A questo punto faccio mente locale e penso a cosa fare, mi viene in mente lo spazio, le cose da chiedere ai personaggi onirici e la meditazione. Decido di riprovare la meditazione, così torno verso casa e rientro dalla finestra. Mi avvicino al letto dove sto dormendo e salgo dal fondo sedendomi a gambe incrociate fino a circa la metà del letto. Stupidamente penso che dovrei sentire le gambe del mio me dormiente sotto di me, poi mi ricordo di non pensare al mio me dormiente ma dopo qualche istante mi sveglio nel letto reale.
INCONTRO IL ME BAMBINO
OBE con sovrapposizione sensoriale (instabile) - ore 11 circa
Mi sveglio più volte durante la tarda mattinata a causa di rumori esterni. In una di queste mi viene la scossa ma l’intensità non è molto forte e devo sforzarmi per uscire dal corpo, rotolo dal letto e finisco per terra. Dapprima è tutto buio, poi chiedo la luce e l’ambiente diventa luminoso, vedo il pavimento. Ci strofino le mani per stabilizzare ma capisco in quel momento che l’obe è instabile. In particolare la mia vista è strana, sembra quella di un insetto credo o di un cavallo perché c’è un punto cieco al centro e vedo come due ellissi nel mio raggio visivo. Mi metto in piedi, chiudo gli occhi e penso che quando li riaprirò vedrò normalmente. Non succede, guardo meglio quello che effettivamente vedo: fuori da queste due forme c’è la stanza mentre in queste mi sembra ci sia il mio cuscino. Chiudo gli occhi di nuovo e li riapro: ora sono nel letto e capisco che quello che vedevo era il cuscino, credo che nel sogno quando aprivo gli occhi li aprivo veramente nel letto e che questi schiacciati sul cuscino davano quello strano effetto. Altro caso di sovrapposizione sensoriale dovuta ad obe instabile.
Poi mi viene un’altra scossa e mi stacco di nuovo dal corpo. La stanza ha la stessa luce di prima ma stavolta ci vedo bene. Ora è tutto molto stabile, infatti non riesco a passare attraversare la finestra. Mi guardo le mani e vado allo specchio, indosso un piumino rosso, che mi tolgo. Poi apro la porta, scendo le scale e arrivo in strada. Fuori sembra che abbia piovuto da poco e c’è una luce calda, inoltre l’aria è molto densa. Le strade sono vuote, ci sono solo io che cammino. Arrivo a piedi fino al campo sportivo dove giocavo a calcetto e ci trovo un bambino seduto ad un tavolo. Lui non mi vede, è intento a guardare qualcosa che tiene tra le mani, ha lo sguardo rivolto verso il basso. Ci sono delle scalinate alla mia destra che portano ad un piano superiore, so che non esistono nella realtà così salgo per vedere cosa c’è di sopra. Mi trovo dentro una palestra, ci sono tre ragazzi che giocano a basket sotto un canestro. Penso che è strano che ci abbia fatto accesso con le scale. Decido di scendere di nuovo, il bambino è ancora lì seduto mentre l’ambiente è leggermente diverso. Decido di raggiungerlo, cammino su un terreno ghiaioso e mi siedo sul bordo della panca, lui finalmente mi nota ma non è sorpreso della mia presenza, anzi sembra che mi aspettasse. Gli chiedo che cosa sta facendo (riferendomi alle mani che tiene sotto il tavolo), mi risponde niente e mi fa vedere le mani mostrandomi i palmi, stava semplicemente giocando con le dita. C’è qualcosa nel suo modo di fare che mi è familiare, quindi gli chiedo chi sia. Mi dice “sono io”. Allora gli chiedo chi sono io e mi dice “tu in realtà non sei te, sei un bambino”. Sono sconcertato, lo guardo meglio in viso e … sono io! Mi emoziono, mi sveglio.
30/05/22
RIPROVO A MEDITARE
OBE - ora imprecisata della notte
Esco dal corpo un po’ assonnato, quindi comincio a sfregarmi le mani e toccare i mobili per stabilizzare la vista. Vado allo specchio, mi guardo per un po’, poi ci immagino il mare e la superficie dello specchio diventa blu scuro. Sono indeciso se attraversarlo ma ho paura di finire nelle profondità dell’oceano e me ne vado. Apro la scatola porta oggetti ed è vuota ma sul fondo c’è un sottile strato di sabbia, io con l’indice traccio una linea e noto che posso spingere il dito ben oltre la profondità reale della scatola, forse ci potrei infilare l’intero braccio ma la sabbia diventa troppo compatta e impossibile da penetrare. Quando tolgo la mano questa è leggermente umida con i granelli di sabbia appiccicati, mi pulisco sfregandomi le mani, la sensazione dei granelli che si staccano è così realistica che mi scappa un sorriso. Sto per uscire dalla finestra quando noto una pozza d’acqua sotto lo specchio di prima, mi avvicino e vedo che il vetro perde acqua dalla parte inferiore. Passo attraverso la finestra ed esco fuori, mi dirigo al parco. L’ambiente è molto umido, mi avvicino ad un albero e tocco le foglie bagnate. A questo punto faccio mente locale e penso a cosa fare, mi viene in mente lo spazio, le cose da chiedere ai personaggi onirici e la meditazione. Decido di riprovare la meditazione, così torno verso casa e rientro dalla finestra. Mi avvicino al letto dove sto dormendo e salgo dal fondo sedendomi a gambe incrociate fino a circa la metà del letto. Stupidamente penso che dovrei sentire le gambe del mio me dormiente sotto di me, poi mi ricordo di non pensare al mio me dormiente ma dopo qualche istante mi sveglio nel letto reale.
01/06/22
Lucido WILD - ora imprecisata, mattina presto
NAMASTE
Sono seduto ad un tavolo, all’estremità di una lunga panca in legno. Davanti a me c’è un ragazzo indiano che non conosco ma che nel sogno mi fa da guida essendo lui del posto. Infatti nel sogno so di trovarmi in India, in una città di campagna. Intorno a noi ci sono almeno altri tre o quattro tavoli delle stesse dimensioni con persone sedute pronte per mangiare, principalmente sono bambini e ragazzini. Sono tutti vestiti di pochi stracci o con un paio di pantaloncini al massimo, i piedi nudi penzolano dalle panche e le ciabatte sono allineate per terra. Parlano tra di loro ma percepisco la curiosità nei miei confronti perché si girano spesso verso di me, ne parlo con la mia guida e mi dice di non preoccuparmi, che è normale perché non sono abituati. Io indosso un completo che non so se definire indiano, comunque una specie di tunica ricamata con dei motivi verdi. Rimango seduto al tavolo e mi guardo un po’ in giro: siamo all’aperto, nella radura di una foresta tropicale. Ci sono alberi altissimi che ci sovrastano tra cui riconosco delle palme, per terra l’erba è alta e temo di trovarci dei serpenti. Ad un certo punto arriva al nostro tavolo un uomo che indossa un lungo vestito marrone, deve essere una figura di rilievo in quella comunità perché improvvisamente cala il silenzio (prima c’era un continuo vociare). Tuttavia i suoi modi sono molto affabili nei miei confronti, scambia due parole con me e la mia guida e poi appoggia un bicchiere sul tavolo, invitandomi a bere, io prendo il bicchiere e ne bevo il contenuto in un solo sorso. Non sembra di bere qualcosa di liquido, piuttosto dell’aria molto densa. Mentre sto bevendo sento la gente esultare come in una specie di rito di iniziazione. Poco dopo arriva un altro personaggio, anziano e con la barba lunga e bianca (il tipico guru). Ha in mano una ciotola di legno con un utensile per schiacciare le bacche tipo e me la appoggia davanti, ricordo il sorriso di quest’uomo così calmo e mite mentre mi posa una mano sulla testa. Mi viene in mente però che quella poltiglia di foglie e bacche potrebbe farmi fare un trip psichedelico, chiedo alla guida se è sicuro ingerirla. Lui mi dice saggiamente che se non sono pronto potrò farlo un’altra volta quando non avrò paura, perché la paura può provocare situazioni spiacevoli. Non usa esattamente queste parole ma il concetto era questo. A questo punto decido di alzarmi e lasciarmi questa scena alle spalle, il paesaggio sfuma in una luce bianca mentre cammino verso le piante che delimitano la radura. Mi trovo ora davanti alla facciata di un grande palazzo in pietra, sembra molto antico ed è parzialmente coperto da piante rampicanti. Sono su un ponte sempre in pietra che si collega al portone del palazzo, mi alzo in volo e mi avvicino all’entrata dell’edificio. Non sono sicuro però di poter raggiungere l’entrata perché pur volandoci incontro rimane distante e per non perdere lucidità mi fermo e strofino le mani. Alla mia destra, sul bordo del ponte, c’è una ringhiera arrugginita in evidente stato di abbandono. Mi avvicino e mi sporgo per godere della vista: una valle verde solcata da un fiume. Provo la caduta controllata, rimango in aria per qualche secondo e sento il risucchio delle gambe … mi ritrovo al lato sinistro del fiume ma forse più a valle perché adesso è molto sporco ed ha un colore tendente all’arancione. Inoltre dal paesaggio mi sembra di essere nella periferia di una città indiana, la sensazione è quella di essere in un ambiente abbastanza sporco ma anche caldo e tranquillo, provo serenità e sicurezza e vorrei che questo istante si prolunghi. Comincio a camminare, poi mi giro e vedo la guida di prima poco distante da me, mi faccio raggiungere e proseguiamo insieme. Lui mi rivolge la parola chiedendomi “hai meditato oggi?” e io penso al fatto che quella sera non avessi meditato. Non gli rispondo e lui intuisce la mia mala condotta ma non percepisco rimprovero né giudizio da parte sua, sento di aver trovato qualcuno che mi può insegnare tante cose. Gli dico “namasté”, poi faccio ancora qualche passo lungo il fiume prima di svegliarmi.
Lucido WILD - ora imprecisata, mattina presto
NAMASTE
Sono seduto ad un tavolo, all’estremità di una lunga panca in legno. Davanti a me c’è un ragazzo indiano che non conosco ma che nel sogno mi fa da guida essendo lui del posto. Infatti nel sogno so di trovarmi in India, in una città di campagna. Intorno a noi ci sono almeno altri tre o quattro tavoli delle stesse dimensioni con persone sedute pronte per mangiare, principalmente sono bambini e ragazzini. Sono tutti vestiti di pochi stracci o con un paio di pantaloncini al massimo, i piedi nudi penzolano dalle panche e le ciabatte sono allineate per terra. Parlano tra di loro ma percepisco la curiosità nei miei confronti perché si girano spesso verso di me, ne parlo con la mia guida e mi dice di non preoccuparmi, che è normale perché non sono abituati. Io indosso un completo che non so se definire indiano, comunque una specie di tunica ricamata con dei motivi verdi. Rimango seduto al tavolo e mi guardo un po’ in giro: siamo all’aperto, nella radura di una foresta tropicale. Ci sono alberi altissimi che ci sovrastano tra cui riconosco delle palme, per terra l’erba è alta e temo di trovarci dei serpenti. Ad un certo punto arriva al nostro tavolo un uomo che indossa un lungo vestito marrone, deve essere una figura di rilievo in quella comunità perché improvvisamente cala il silenzio (prima c’era un continuo vociare). Tuttavia i suoi modi sono molto affabili nei miei confronti, scambia due parole con me e la mia guida e poi appoggia un bicchiere sul tavolo, invitandomi a bere, io prendo il bicchiere e ne bevo il contenuto in un solo sorso. Non sembra di bere qualcosa di liquido, piuttosto dell’aria molto densa. Mentre sto bevendo sento la gente esultare come in una specie di rito di iniziazione. Poco dopo arriva un altro personaggio, anziano e con la barba lunga e bianca (il tipico guru). Ha in mano una ciotola di legno con un utensile per schiacciare le bacche tipo e me la appoggia davanti, ricordo il sorriso di quest’uomo così calmo e mite mentre mi posa una mano sulla testa. Mi viene in mente però che quella poltiglia di foglie e bacche potrebbe farmi fare un trip psichedelico, chiedo alla guida se è sicuro ingerirla. Lui mi dice saggiamente che se non sono pronto potrò farlo un’altra volta quando non avrò paura, perché la paura può provocare situazioni spiacevoli. Non usa esattamente queste parole ma il concetto era questo. A questo punto decido di alzarmi e lasciarmi questa scena alle spalle, il paesaggio sfuma in una luce bianca mentre cammino verso le piante che delimitano la radura. Mi trovo ora davanti alla facciata di un grande palazzo in pietra, sembra molto antico ed è parzialmente coperto da piante rampicanti. Sono su un ponte sempre in pietra che si collega al portone del palazzo, mi alzo in volo e mi avvicino all’entrata dell’edificio. Non sono sicuro però di poter raggiungere l’entrata perché pur volandoci incontro rimane distante e per non perdere lucidità mi fermo e strofino le mani. Alla mia destra, sul bordo del ponte, c’è una ringhiera arrugginita in evidente stato di abbandono. Mi avvicino e mi sporgo per godere della vista: una valle verde solcata da un fiume. Provo la caduta controllata, rimango in aria per qualche secondo e sento il risucchio delle gambe … mi ritrovo al lato sinistro del fiume ma forse più a valle perché adesso è molto sporco ed ha un colore tendente all’arancione. Inoltre dal paesaggio mi sembra di essere nella periferia di una città indiana, la sensazione è quella di essere in un ambiente abbastanza sporco ma anche caldo e tranquillo, provo serenità e sicurezza e vorrei che questo istante si prolunghi. Comincio a camminare, poi mi giro e vedo la guida di prima poco distante da me, mi faccio raggiungere e proseguiamo insieme. Lui mi rivolge la parola chiedendomi “hai meditato oggi?” e io penso al fatto che quella sera non avessi meditato. Non gli rispondo e lui intuisce la mia mala condotta ma non percepisco rimprovero né giudizio da parte sua, sento di aver trovato qualcuno che mi può insegnare tante cose. Gli dico “namasté”, poi faccio ancora qualche passo lungo il fiume prima di svegliarmi.
04/06/22
KARAOKE
Sogno lucido - ore 04:30 circa
Sono lucido, mi trovo in una discoteca. L’ambiente è abbastanza realistico, con musica alta e luci stroboscopiche. Sto passando tra la gente che balla e mi devo fare spazio con le mani. Pronuncio ad alta voce “adesso fermi!” e la gente si immobilizza e la musica si interrompe, anche la luce si stabilizza su un viola tenue. Mi sento lo sguardo dei presenti addosso e decido di defilarmi. Raggiungo quello che sembra un privé e ci trovo dei miei amici. Il privé è isolato dal resto del locale e ci si accede attraverso una porta. Ci sono delle sedie in fila e due grandi monitor su un lato della stanza mentre sull’altro lato c’è un letto matrimoniale. Mi rivolgo ad una tipa e le dico ridendo “che caxxo ci fa un letto qui” ma lei mi risponde molto seriamente che è un modo per evitare che le persone ubriache tornino a casa in macchina e possono passare la notte qui. Inoltre se ad uno viene sonno può mettersi a dormire. I miei amici sono già sbronzi, io non mi sto divertendo granché così faccio comparire due shottini, prendo i bicchierini e me li scolo uno dietro l’altro. Faccio in tempo a mettermi al centro della stanza e già comincio a sentire gli effetti dell’alcol. Mi metto a ridere a caso e spingo via qualcuno che stava cantando davanti a uno dei due monitor. E’ un karaoke, mi va di cantare perciò vado sul tavolo appena fuori dalla stanza per prendere un microfono ma il filo rimane incastrato nell’angolo della porta, faccio per tirare e si rompe, con i fili di rame scoperti. Qui sto per abbandonare l’idea ma mi ricordo che è il mio sogno e lo comando io; mi sfrego le mani per migliorare la lucidità, poi riprendo il microfono, che è diventato wireless. Sul monitor compare una lista di brani disponibili che non conosco, provo a pensare a una canzone da inserire nell’elenco quando parte una base, mi sembra la tromba della intro di Love. Sullo schermo scorrono delle lyrics in inglese, forse la traduzione ma non ci presto attenzione. Mi giro in cerca del letto perché sto perdendo le forze e faccio fatica a tenermi in piedi. Non è proprio un matrimoniale, più una piazza e mezza e ha delle lenzuola grigio e viola. Sopra è sdraiata una ragazza che guarda il cellulare ma appena incontra il mio sguardo lo mette via. E’ mezza svestita, sotto ha delle mutandine bianche e sopra una maglietta che le va molto larga. Con una mano si mette a giocare con la spallina del reggiseno. D’istinto mi tolgo la maglia e mi fiondo nel letto accanto a lei, ma a questo punto sto perdendo lucidità. Appena mi sdraio ho uno svarione, mi gira tutto. Sento lei che mi bisbiglia qualcosa e mi bacia dietro all’orecchio, chiudo gli occhi e vedo tutto girare di nuovo. Non sto bene e ho bisogno di più spazio, allargo le gambe e lei cade giù dal letto (lol). Ho un principio di obe ma alla fine mi sveglio.
Considerazioni: assumere sostanze in sogno pare abbia su di me un effetto simile alla realtà, come successo già altre volte. Voglio provare delle sostanze stupefacenti per vederne l’effetto. Ricordare inoltre di controllare le pulsioni.
VOLEVO SOLO UNA POKEBALL
05/06/22
OBE - ore 11 circa
Mi sveglio dopo un brevissimo lucido e la scossa mi raggiunge qualche secondo dopo. Quando mi sento sul punto di staccarmi dal corpo visualizzo la libreria e mi ci ritrovo davanti. Ci vedo perfettamente da subito e le sensazioni sono buone ma decido comunque di sfregarmi le mani per stabilizzare il sogno, poi mi volto e vedo la schiena del mio me dormiente nel letto. Mi piego per guardare ogni ripiano della libreria e notare le differenze con la realtà, poi prendo un libro rosso di antica fattura e lo apro, ma è praticamente impossibile leggere e concentrarmi sulle lettere che non stanno ferme mi fa solo perdere di lucidità, quindi lo richiudo. Apro allora la scatola porta oggetti senza immaginare niente prima e ci trovo dentro delle carte di Pokemon sparse, girate dalla parte del retro. Penso che sarebbe figo avere una pokeball e provo a farmene comparire una nella mano destra, distolgo lo sguardo finché non sento il peso della sfera nella mano. Non è una pokeball quella che è comparsa, piuttosto una specie di palla da bowling in miniatura, infatti ci ho infilate delle dita. Poi mi dirigo alla finestra, è aperta e non devo attraversarla ma percepisco comunque il passaggio da un ambiente all’altro. Fuori è l’alba o tramonto, c’è una luce arancione-rossa che proviene dall’orizzonte e nel cielo vedo uno stormo di rondini sfrecciare a velocità incredibili. Ogni volta attraversano il cielo e tornano indietro da una direzione diversa e il suono dei battiti d’ali anticipa il loro arrivo. Rivolgo un attimo lo sguardo verso il basso per evitare di tenerlo troppo fisso e svegliarmi, mi sfrego le mani e rialzo lo sguardo al cielo. Ora lo stormo è fermo in una posizione più distante da me ma posso distinguere chiaramente che crea come delle forme, dapprima un po’ sfumate poi sempre più nitide. Dopo qualche secondo che scruto gli uccelli formare e disfare queste sagome si compatta un quadrato nero nel cielo, un portale credo. Provo ad alzarmi in volo per vederlo più da vicino ma mi accorgo che la mia mano destra è ancora inutilizzabile e più che una palla da bowling ora mi sembra sia legata ad una di quelle palle al piede da prigione. Non ne percepisco chiaramente la presenza a livello di sensazioni fisiche ma quando provo a volare mi sento tutto sbilanciato e mi tira verso il basso. Provo a distogliere lo sguardo ma non funziona, così abbandono l’idea di raggiungere il portale e vado a piedi al parco. Ora è pomeriggio perché il sole picchia forte, raggiungo la pietra al centro per provare a teletrasportarmi e cambiare ambiente ma mi sveglio.
KARAOKE
Sogno lucido - ore 04:30 circa
Sono lucido, mi trovo in una discoteca. L’ambiente è abbastanza realistico, con musica alta e luci stroboscopiche. Sto passando tra la gente che balla e mi devo fare spazio con le mani. Pronuncio ad alta voce “adesso fermi!” e la gente si immobilizza e la musica si interrompe, anche la luce si stabilizza su un viola tenue. Mi sento lo sguardo dei presenti addosso e decido di defilarmi. Raggiungo quello che sembra un privé e ci trovo dei miei amici. Il privé è isolato dal resto del locale e ci si accede attraverso una porta. Ci sono delle sedie in fila e due grandi monitor su un lato della stanza mentre sull’altro lato c’è un letto matrimoniale. Mi rivolgo ad una tipa e le dico ridendo “che caxxo ci fa un letto qui” ma lei mi risponde molto seriamente che è un modo per evitare che le persone ubriache tornino a casa in macchina e possono passare la notte qui. Inoltre se ad uno viene sonno può mettersi a dormire. I miei amici sono già sbronzi, io non mi sto divertendo granché così faccio comparire due shottini, prendo i bicchierini e me li scolo uno dietro l’altro. Faccio in tempo a mettermi al centro della stanza e già comincio a sentire gli effetti dell’alcol. Mi metto a ridere a caso e spingo via qualcuno che stava cantando davanti a uno dei due monitor. E’ un karaoke, mi va di cantare perciò vado sul tavolo appena fuori dalla stanza per prendere un microfono ma il filo rimane incastrato nell’angolo della porta, faccio per tirare e si rompe, con i fili di rame scoperti. Qui sto per abbandonare l’idea ma mi ricordo che è il mio sogno e lo comando io; mi sfrego le mani per migliorare la lucidità, poi riprendo il microfono, che è diventato wireless. Sul monitor compare una lista di brani disponibili che non conosco, provo a pensare a una canzone da inserire nell’elenco quando parte una base, mi sembra la tromba della intro di Love. Sullo schermo scorrono delle lyrics in inglese, forse la traduzione ma non ci presto attenzione. Mi giro in cerca del letto perché sto perdendo le forze e faccio fatica a tenermi in piedi. Non è proprio un matrimoniale, più una piazza e mezza e ha delle lenzuola grigio e viola. Sopra è sdraiata una ragazza che guarda il cellulare ma appena incontra il mio sguardo lo mette via. E’ mezza svestita, sotto ha delle mutandine bianche e sopra una maglietta che le va molto larga. Con una mano si mette a giocare con la spallina del reggiseno. D’istinto mi tolgo la maglia e mi fiondo nel letto accanto a lei, ma a questo punto sto perdendo lucidità. Appena mi sdraio ho uno svarione, mi gira tutto. Sento lei che mi bisbiglia qualcosa e mi bacia dietro all’orecchio, chiudo gli occhi e vedo tutto girare di nuovo. Non sto bene e ho bisogno di più spazio, allargo le gambe e lei cade giù dal letto (lol). Ho un principio di obe ma alla fine mi sveglio.
Considerazioni: assumere sostanze in sogno pare abbia su di me un effetto simile alla realtà, come successo già altre volte. Voglio provare delle sostanze stupefacenti per vederne l’effetto. Ricordare inoltre di controllare le pulsioni.
VOLEVO SOLO UNA POKEBALL
05/06/22
OBE - ore 11 circa
Mi sveglio dopo un brevissimo lucido e la scossa mi raggiunge qualche secondo dopo. Quando mi sento sul punto di staccarmi dal corpo visualizzo la libreria e mi ci ritrovo davanti. Ci vedo perfettamente da subito e le sensazioni sono buone ma decido comunque di sfregarmi le mani per stabilizzare il sogno, poi mi volto e vedo la schiena del mio me dormiente nel letto. Mi piego per guardare ogni ripiano della libreria e notare le differenze con la realtà, poi prendo un libro rosso di antica fattura e lo apro, ma è praticamente impossibile leggere e concentrarmi sulle lettere che non stanno ferme mi fa solo perdere di lucidità, quindi lo richiudo. Apro allora la scatola porta oggetti senza immaginare niente prima e ci trovo dentro delle carte di Pokemon sparse, girate dalla parte del retro. Penso che sarebbe figo avere una pokeball e provo a farmene comparire una nella mano destra, distolgo lo sguardo finché non sento il peso della sfera nella mano. Non è una pokeball quella che è comparsa, piuttosto una specie di palla da bowling in miniatura, infatti ci ho infilate delle dita. Poi mi dirigo alla finestra, è aperta e non devo attraversarla ma percepisco comunque il passaggio da un ambiente all’altro. Fuori è l’alba o tramonto, c’è una luce arancione-rossa che proviene dall’orizzonte e nel cielo vedo uno stormo di rondini sfrecciare a velocità incredibili. Ogni volta attraversano il cielo e tornano indietro da una direzione diversa e il suono dei battiti d’ali anticipa il loro arrivo. Rivolgo un attimo lo sguardo verso il basso per evitare di tenerlo troppo fisso e svegliarmi, mi sfrego le mani e rialzo lo sguardo al cielo. Ora lo stormo è fermo in una posizione più distante da me ma posso distinguere chiaramente che crea come delle forme, dapprima un po’ sfumate poi sempre più nitide. Dopo qualche secondo che scruto gli uccelli formare e disfare queste sagome si compatta un quadrato nero nel cielo, un portale credo. Provo ad alzarmi in volo per vederlo più da vicino ma mi accorgo che la mia mano destra è ancora inutilizzabile e più che una palla da bowling ora mi sembra sia legata ad una di quelle palle al piede da prigione. Non ne percepisco chiaramente la presenza a livello di sensazioni fisiche ma quando provo a volare mi sento tutto sbilanciato e mi tira verso il basso. Provo a distogliere lo sguardo ma non funziona, così abbandono l’idea di raggiungere il portale e vado a piedi al parco. Ora è pomeriggio perché il sole picchia forte, raggiungo la pietra al centro per provare a teletrasportarmi e cambiare ambiente ma mi sveglio.
09/06/22
CI SONO ANCH’IO
OBE 1 - ore 8:30 circa
Mi trovo nella camera, mi guardo le mani e noto che sono un po’ piccole ma le dita sono corrette. Esco fuori e trovo una ragazza in difficoltà che fa fatica a reggersi in piedi. Decido di aiutarla, le chiedo se ha bisogno di aiuto e mi risponde di si, così la prendo in braccio. Poi mi viene in mente che potrebbe volare, così le dico di provare, le faccio vedere come si fa. Prova ad imitarmi ma con scarsi risultati, così me la accollo ancora e spicco il volo. In questo frangente mi comunica telepaticamente che deve andare in una casa lì vicino, che individuo all’istante per via di una luce particolare che emana. La raggiungo in volo, devo un attimo abituarmi perché è leggermente smorzato per via del peso che trasporto. Arrivo alla casa e lascio la ragazza al centro di un cortiletto, ci sono altre persone e non ho voglia di restare, così mi defilo subito dopo. Guardo il cielo che è azzurro terso senza una nuvola, scorgo un oggetto in alto che si avvicina sempre di più e che ogni tanto riflette il sole. Penso sia un grande satellite, ora è abbastanza vicino che posso distinguere le varie parti che lo compongono. Voglio raggiungerlo, provo a teletrasportarmi una prima volta chiudendo gli occhi e immaginando il collegamento ma non funziona, così raggiungo il posto dove so di avere più chance, questa volta riesco nell’intento. Mi ritrovo sopra il mezzo ma non è più un satellite, sembra piuttosto una nave volante, lo deduco perché ha delle vele grigie enormi. Ho l’impressione di essere sulla nave del Pianeta del Tesoro, che era il mio film d’animazione preferito da bambino. Mi guardo meglio in giro e raggiungo la vela più grande attraverso una scala, dall’alto vedo sul ponte quei surf a jet che usava il protagonista. Ne prendo uno e lo avvio grazie ad un pedale posto sul retro, capisco che devo tenerlo premuto per far andare avanti il mezzo. Esco dalla nave volante e mi spingo verso la direzione opposta, il senso di libertà è bellissimo ma provo anche vertigini e poco equilibrio. Punto verso lo spazio sapendo già che a livello di sogno sarà un suicidio e che mi sveglierò ma non importa, è troppo figo. Cominciano a comparire delle galassie, poi le stelle, capisco di essere in alto per via dell’alito che si congela. Dopo un po’ di tempo che viaggio a vuoto mi sveglio.
OBE 2
Esco dal corpo e mi ritrovo davanti allo specchio. Faccio un po’ il cretino, mi metto a ballare e flexare delle pose, poi mi viene voglia di sperimentare sul mio corpo. Concentro la mia attenzione sul braccio destro, che si gonfia a dismisura e diventa rosso, sembra come se le fibre dei muscoli siano scoperte. Poi mi guardo in faccia e comincio a deformarla, di fatto ora sono irriconoscibile. Voglio fare un reset per tornare alla condizione iniziale, così mi allontano un attimo per poi tornare allo specchio. Questa volta però sono una specie di mostro, mi ricordo i giganti umani di attack on titan. Mi spavento abbastanza, tanto che anche l’ambiente assume toni più cupi rispetto a prima. Decido di svegliarmi.
10/06/22
SCAMMATO DA UN ‘GURU’
Sogno lucido - ore 05:10
Sono con dei miei amici in giro per una città che mi sembra orientale, forse in Indonesia. Siamo in una zona portuale, ai palazzi e grattacieli si susseguono dei canali con pescherecci. Ad un certo punto prendiamo una stradina segnata da dei massi bianchi che ci porta in una specie di santuario immerso nella natura. C’è un piccolo tempio con una facciata rossa abbellita con decorazioni dorate, per qualche motivo le persone insieme a me cominciano ad arrampicarsi, così io le seguo. Quello che sembrava un piccolo santuario disperso diventa un edificio parecchio alto e arrampicarsi non è semplice, inoltre sento la gravità come nella realtà ed anche il trovare l’appiglio con la presa migliore è estremamente realistico, ci sono delle decorazioni a forma di sfere che mi aiutano a passare un pezzo ostico. Facciamo un percorso che gira intorno alla struttura finché non arriviamo in cima al tetto del tempio. Do un’occhiata in giro e mi trovo circondato da grattacieli di vetro, uno è particolarmente vicino e vedo delle scale e delle persone che stanno salendo. Tra di loro riconosco Trump, che però ha i capelli più sparati e grigi, e capisco che deve essere una delegazione americana in oriente. Decido di raggiungere quell’edificio, così provo a staccarmi in volo dal tetto del tempio, ci riesco e raggiungo la facciata dell’edificio. Sulla destra c’è un unico campanello di quelli wireless proprio cheap, lo suono e qualcuno mi apre. Dentro sembra un tipico condominio italiano altro che grattacielo, faccio una rampa di scale finché non sento al piano superiore a dove sono io una porta aprirsi e qualcuno che mi chiama. Raggiungo la porta e mi accoglie un signore sulla cinquantina vestito con una specie di tunica. Mi tratta come se fossi in ritardo per un appuntamento, dapprima penso sia tipo un fisioterapista o qualcosa del genere, poi mi dice che vuole 50 euro per una lezione su come diventare un sognatore lucido naturale… Ora in giro per la casa vedo diverse statuette e quadri del Buddha, arazzi e grandi tappeti messi per terra. Intuisco che sia una specie di guru che ha fatto pratica in oriente, ma d’istinto non me la racconta giusta e i suoi modi non mi piacciono, mi sembra più che altro un truffatore. All’inizio sono persino indeciso se dargli cinquanta euro onirici. Mi fa sedere a gambe incrociate su un tappeto in una grande sala, poi mi dice di aspettare che deve svolgere prima una faccenda e lascia la stanza. Io nell’attesa chiudo gli occhi e mi metto a meditare; dopo qualche secondo ho un’obe in sogno. Mi sento uscire dal mio corpo seduto e comincio a muovermi in aria nella stanza senza però vedere niente. Mi dirigo verso la porta da cui era uscito il personaggio di prima, ricordando la planimetria della stanza, finché non acquisisco la vista. Attraverso la porta e mi trovo in un’altra stanza in cui ci sono delle persone sdraiate su tappetini e il ‘guru’ visibilmente disinteressato che pronuncia dei mantra mentre guarda il telefonino. Nessuno riesce a vedermi. Appena il signore si alza e si dirige verso la stanza in cui sto meditando rientro nel mio corpo. Mi raggiunge dicendomi che il tempo era scaduto, io replico che non mi aveva ancora insegnato nulla e che non lo avrei pagato per non far niente. Allora mi dice di nuovo “tu non sei un sognatore naturale, con 50 euro ti posso insegnare ad esserlo”. A questo punto gli dico che ho visto che sta facendo un’altra “lezione” di là e che ho avuto un’obe, lui non mi crede e indispettito mi invita a lasciare la casa, io non mi faccio pregare ma appena mi alzo mi sveglio.
CI SONO ANCH’IO
OBE 1 - ore 8:30 circa
Mi trovo nella camera, mi guardo le mani e noto che sono un po’ piccole ma le dita sono corrette. Esco fuori e trovo una ragazza in difficoltà che fa fatica a reggersi in piedi. Decido di aiutarla, le chiedo se ha bisogno di aiuto e mi risponde di si, così la prendo in braccio. Poi mi viene in mente che potrebbe volare, così le dico di provare, le faccio vedere come si fa. Prova ad imitarmi ma con scarsi risultati, così me la accollo ancora e spicco il volo. In questo frangente mi comunica telepaticamente che deve andare in una casa lì vicino, che individuo all’istante per via di una luce particolare che emana. La raggiungo in volo, devo un attimo abituarmi perché è leggermente smorzato per via del peso che trasporto. Arrivo alla casa e lascio la ragazza al centro di un cortiletto, ci sono altre persone e non ho voglia di restare, così mi defilo subito dopo. Guardo il cielo che è azzurro terso senza una nuvola, scorgo un oggetto in alto che si avvicina sempre di più e che ogni tanto riflette il sole. Penso sia un grande satellite, ora è abbastanza vicino che posso distinguere le varie parti che lo compongono. Voglio raggiungerlo, provo a teletrasportarmi una prima volta chiudendo gli occhi e immaginando il collegamento ma non funziona, così raggiungo il posto dove so di avere più chance, questa volta riesco nell’intento. Mi ritrovo sopra il mezzo ma non è più un satellite, sembra piuttosto una nave volante, lo deduco perché ha delle vele grigie enormi. Ho l’impressione di essere sulla nave del Pianeta del Tesoro, che era il mio film d’animazione preferito da bambino. Mi guardo meglio in giro e raggiungo la vela più grande attraverso una scala, dall’alto vedo sul ponte quei surf a jet che usava il protagonista. Ne prendo uno e lo avvio grazie ad un pedale posto sul retro, capisco che devo tenerlo premuto per far andare avanti il mezzo. Esco dalla nave volante e mi spingo verso la direzione opposta, il senso di libertà è bellissimo ma provo anche vertigini e poco equilibrio. Punto verso lo spazio sapendo già che a livello di sogno sarà un suicidio e che mi sveglierò ma non importa, è troppo figo. Cominciano a comparire delle galassie, poi le stelle, capisco di essere in alto per via dell’alito che si congela. Dopo un po’ di tempo che viaggio a vuoto mi sveglio.
OBE 2
Esco dal corpo e mi ritrovo davanti allo specchio. Faccio un po’ il cretino, mi metto a ballare e flexare delle pose, poi mi viene voglia di sperimentare sul mio corpo. Concentro la mia attenzione sul braccio destro, che si gonfia a dismisura e diventa rosso, sembra come se le fibre dei muscoli siano scoperte. Poi mi guardo in faccia e comincio a deformarla, di fatto ora sono irriconoscibile. Voglio fare un reset per tornare alla condizione iniziale, così mi allontano un attimo per poi tornare allo specchio. Questa volta però sono una specie di mostro, mi ricordo i giganti umani di attack on titan. Mi spavento abbastanza, tanto che anche l’ambiente assume toni più cupi rispetto a prima. Decido di svegliarmi.
10/06/22
SCAMMATO DA UN ‘GURU’
Sogno lucido - ore 05:10
Sono con dei miei amici in giro per una città che mi sembra orientale, forse in Indonesia. Siamo in una zona portuale, ai palazzi e grattacieli si susseguono dei canali con pescherecci. Ad un certo punto prendiamo una stradina segnata da dei massi bianchi che ci porta in una specie di santuario immerso nella natura. C’è un piccolo tempio con una facciata rossa abbellita con decorazioni dorate, per qualche motivo le persone insieme a me cominciano ad arrampicarsi, così io le seguo. Quello che sembrava un piccolo santuario disperso diventa un edificio parecchio alto e arrampicarsi non è semplice, inoltre sento la gravità come nella realtà ed anche il trovare l’appiglio con la presa migliore è estremamente realistico, ci sono delle decorazioni a forma di sfere che mi aiutano a passare un pezzo ostico. Facciamo un percorso che gira intorno alla struttura finché non arriviamo in cima al tetto del tempio. Do un’occhiata in giro e mi trovo circondato da grattacieli di vetro, uno è particolarmente vicino e vedo delle scale e delle persone che stanno salendo. Tra di loro riconosco Trump, che però ha i capelli più sparati e grigi, e capisco che deve essere una delegazione americana in oriente. Decido di raggiungere quell’edificio, così provo a staccarmi in volo dal tetto del tempio, ci riesco e raggiungo la facciata dell’edificio. Sulla destra c’è un unico campanello di quelli wireless proprio cheap, lo suono e qualcuno mi apre. Dentro sembra un tipico condominio italiano altro che grattacielo, faccio una rampa di scale finché non sento al piano superiore a dove sono io una porta aprirsi e qualcuno che mi chiama. Raggiungo la porta e mi accoglie un signore sulla cinquantina vestito con una specie di tunica. Mi tratta come se fossi in ritardo per un appuntamento, dapprima penso sia tipo un fisioterapista o qualcosa del genere, poi mi dice che vuole 50 euro per una lezione su come diventare un sognatore lucido naturale… Ora in giro per la casa vedo diverse statuette e quadri del Buddha, arazzi e grandi tappeti messi per terra. Intuisco che sia una specie di guru che ha fatto pratica in oriente, ma d’istinto non me la racconta giusta e i suoi modi non mi piacciono, mi sembra più che altro un truffatore. All’inizio sono persino indeciso se dargli cinquanta euro onirici. Mi fa sedere a gambe incrociate su un tappeto in una grande sala, poi mi dice di aspettare che deve svolgere prima una faccenda e lascia la stanza. Io nell’attesa chiudo gli occhi e mi metto a meditare; dopo qualche secondo ho un’obe in sogno. Mi sento uscire dal mio corpo seduto e comincio a muovermi in aria nella stanza senza però vedere niente. Mi dirigo verso la porta da cui era uscito il personaggio di prima, ricordando la planimetria della stanza, finché non acquisisco la vista. Attraverso la porta e mi trovo in un’altra stanza in cui ci sono delle persone sdraiate su tappetini e il ‘guru’ visibilmente disinteressato che pronuncia dei mantra mentre guarda il telefonino. Nessuno riesce a vedermi. Appena il signore si alza e si dirige verso la stanza in cui sto meditando rientro nel mio corpo. Mi raggiunge dicendomi che il tempo era scaduto, io replico che non mi aveva ancora insegnato nulla e che non lo avrei pagato per non far niente. Allora mi dice di nuovo “tu non sei un sognatore naturale, con 50 euro ti posso insegnare ad esserlo”. A questo punto gli dico che ho visto che sta facendo un’altra “lezione” di là e che ho avuto un’obe, lui non mi crede e indispettito mi invita a lasciare la casa, io non mi faccio pregare ma appena mi alzo mi sveglio.
15/06/22
VOLO D’UCCELLO
OBE 1 - ore 05:15
Mi sveglio sul fianco destro, faccio in tempo a mettermi di schiena che arriva la scossa partendo dai piedi. Mi lascio andare completamente provando quasi piacere, poi forzo l’uscita sedendomi sul letto. Da questa posizione mi guardo le mani e poi le sfrego, mi alzo e vado alla scatola porta oggetti, in cui faccio comparire una pillola per aumentare la vividezza del sogno, la ingoio e subito dopo la stanza appare più chiara, anche se inizialmente la mia vista ne risente e vedo delle chiazze colorate nel mio campo visivo. Apro la porta e raggiungo la sala, è tutto realistico anche se alcuni oggetti sono in posizioni differenti rispetto alla realtà. Comincio a toccare tutto: il divano, i cuscini, le sedie, il tappeto. Poi guardando le pareti noto che riflettono delle scie luminose in movimento, molto simili ai riflessi di luce che si vedono in piscina. Mi siedo al tavolo e faccio colazione con latte e pan di stelle: i biscotti sanno chiaramente di cacao mentre il latte è acido, tipo uno yogurt. Appena ho finito prendo la tazza e la sbatto per terra ma questa rimbalza via come fosse di gomma. Poi mi accorgo che in un angolo c’è il cane che dorme ma paradossalmente mi sta anche guardando, sembra spaventato forse dal mio comportamento di prima. Praticamente sovrapposto al corpo fisico c’è una specie di aurea blu-grigia ma appena mi avvicino per accarezzarlo scompare. A questo punto decido di uscire, apro la porta di ingresso e vado in strada. Attraverso la strada e sento un forte cinguettio di uccelli provenire da una siepe, quindi mi avvicino incuriosito. Nella siepe vedo degli uccellini, loro percepiscono le mie buone intenzioni e si fanno prendere in mano senza problemi. Pensavo fossero feriti o in difficoltà ma da una prima occhiata mi sembrano sani. Ci raggiunge dopo poco un altro uccello, forse la madre: è una specie di grosso merlo ma con delle piume colorate qua e là. Prende i pulcini con le zampe e vola via. A questo punto proseguo, intorno a me ora ci sono solo prati e altri volatili molti dei quali esotici, fanno un gran casino con i loro versi e lasciano piume ovunque, mi sembra di essere in un posto dove si ritrovano gli stormi dopo le migrazioni. Alzo lo sguardo verso il cielo e senza desiderare di teletrasportarmi mi ritrovo nel corpo di un gabbiano credo, o un albatros. Niente di tutto ciò è stabile, so solo di essere in aria e vedo dall’occhio sinistro dell’uccello, che però non mi permette di avere una visuale ampia né di guardare verso il basso, riesco a vedere una parte del muso e il becco. Non posso muovermi e mi trovo come in quelle obe instabili in cui la vista è problematica… dopo qualche secondo mi sveglio.
OBE 2 - ore 7 circa
Comincio a fluttuare nel buio finché non mi ritrovo a mezz’aria al centro della stanza. Sto levitando, ho un buon controllo e riesco a muovermi molto lentamente senza perdere equilibrio. Piego leggermente le gambe, poi i piedi, mi viene tutto così naturale che me ne stupisco un po’. Poi mi alzo leggermente in altezza fino ad arrivare al soffitto, lo tocco con una mano. Per qualche istante rimane l’impronta del mio palmo sulla superficie, che sembra cemento non del tutto solidificato. Purtroppo l’aver constatato la natura solida della parete credo abbia influenzato il mio tentativo di attraversarlo. Infatti successivamente distolgo lo sguardo e parto verso l’alto per ritrovarmi sul tetto ma non funziona, rimango mezzo incastrato e per non svegliarmi mi ritiro subito. Ritorno verso l’alto e poggio entrambi i palmi sulla superficie del soffitto, mando un impulso di energia che sento chiaramente passare attraverso le braccia. La superficie subisce una specie di onda d’urto che la fa solidificare del tutto e crepare in diversi punti, la calce si stacca a toccarla e lascia una polvere bianca sui polpastrelli. Provo con un altro metodo: traccio un cerchio sul soffitto tenendo gli occhi chiusi. Riaprendoli vedo che è comparsa una specie di botola nera che ad una seconda occhiata diventa un portale, un buco nero in miniatura. Io provo ad entrarci ma cambia la gravità, ora volare mi è molto più difficile e mi devo come sollevare con le mani aggrappandomi ad un’aria particolarmente viscosa. E’ tutto buio e non capisco se sono io che non vedo oppure sono effettivamente nel buio più totale. Ma poco dopo averlo pensato noto dei pallini luminosi che attraversano la mia visuale da dx a sx, potrebbero essere stelle come lucciole. Faccio un recap mentale di quello che è successo e che devo fare, penso di sfregarmi le mani perché ho bisogno che il tutto rimanga stabile ma nel farlo ovviamente mi accorgo che non le vedo. Mi sveglio.
VOLO D’UCCELLO
OBE 1 - ore 05:15
Mi sveglio sul fianco destro, faccio in tempo a mettermi di schiena che arriva la scossa partendo dai piedi. Mi lascio andare completamente provando quasi piacere, poi forzo l’uscita sedendomi sul letto. Da questa posizione mi guardo le mani e poi le sfrego, mi alzo e vado alla scatola porta oggetti, in cui faccio comparire una pillola per aumentare la vividezza del sogno, la ingoio e subito dopo la stanza appare più chiara, anche se inizialmente la mia vista ne risente e vedo delle chiazze colorate nel mio campo visivo. Apro la porta e raggiungo la sala, è tutto realistico anche se alcuni oggetti sono in posizioni differenti rispetto alla realtà. Comincio a toccare tutto: il divano, i cuscini, le sedie, il tappeto. Poi guardando le pareti noto che riflettono delle scie luminose in movimento, molto simili ai riflessi di luce che si vedono in piscina. Mi siedo al tavolo e faccio colazione con latte e pan di stelle: i biscotti sanno chiaramente di cacao mentre il latte è acido, tipo uno yogurt. Appena ho finito prendo la tazza e la sbatto per terra ma questa rimbalza via come fosse di gomma. Poi mi accorgo che in un angolo c’è il cane che dorme ma paradossalmente mi sta anche guardando, sembra spaventato forse dal mio comportamento di prima. Praticamente sovrapposto al corpo fisico c’è una specie di aurea blu-grigia ma appena mi avvicino per accarezzarlo scompare. A questo punto decido di uscire, apro la porta di ingresso e vado in strada. Attraverso la strada e sento un forte cinguettio di uccelli provenire da una siepe, quindi mi avvicino incuriosito. Nella siepe vedo degli uccellini, loro percepiscono le mie buone intenzioni e si fanno prendere in mano senza problemi. Pensavo fossero feriti o in difficoltà ma da una prima occhiata mi sembrano sani. Ci raggiunge dopo poco un altro uccello, forse la madre: è una specie di grosso merlo ma con delle piume colorate qua e là. Prende i pulcini con le zampe e vola via. A questo punto proseguo, intorno a me ora ci sono solo prati e altri volatili molti dei quali esotici, fanno un gran casino con i loro versi e lasciano piume ovunque, mi sembra di essere in un posto dove si ritrovano gli stormi dopo le migrazioni. Alzo lo sguardo verso il cielo e senza desiderare di teletrasportarmi mi ritrovo nel corpo di un gabbiano credo, o un albatros. Niente di tutto ciò è stabile, so solo di essere in aria e vedo dall’occhio sinistro dell’uccello, che però non mi permette di avere una visuale ampia né di guardare verso il basso, riesco a vedere una parte del muso e il becco. Non posso muovermi e mi trovo come in quelle obe instabili in cui la vista è problematica… dopo qualche secondo mi sveglio.
OBE 2 - ore 7 circa
Comincio a fluttuare nel buio finché non mi ritrovo a mezz’aria al centro della stanza. Sto levitando, ho un buon controllo e riesco a muovermi molto lentamente senza perdere equilibrio. Piego leggermente le gambe, poi i piedi, mi viene tutto così naturale che me ne stupisco un po’. Poi mi alzo leggermente in altezza fino ad arrivare al soffitto, lo tocco con una mano. Per qualche istante rimane l’impronta del mio palmo sulla superficie, che sembra cemento non del tutto solidificato. Purtroppo l’aver constatato la natura solida della parete credo abbia influenzato il mio tentativo di attraversarlo. Infatti successivamente distolgo lo sguardo e parto verso l’alto per ritrovarmi sul tetto ma non funziona, rimango mezzo incastrato e per non svegliarmi mi ritiro subito. Ritorno verso l’alto e poggio entrambi i palmi sulla superficie del soffitto, mando un impulso di energia che sento chiaramente passare attraverso le braccia. La superficie subisce una specie di onda d’urto che la fa solidificare del tutto e crepare in diversi punti, la calce si stacca a toccarla e lascia una polvere bianca sui polpastrelli. Provo con un altro metodo: traccio un cerchio sul soffitto tenendo gli occhi chiusi. Riaprendoli vedo che è comparsa una specie di botola nera che ad una seconda occhiata diventa un portale, un buco nero in miniatura. Io provo ad entrarci ma cambia la gravità, ora volare mi è molto più difficile e mi devo come sollevare con le mani aggrappandomi ad un’aria particolarmente viscosa. E’ tutto buio e non capisco se sono io che non vedo oppure sono effettivamente nel buio più totale. Ma poco dopo averlo pensato noto dei pallini luminosi che attraversano la mia visuale da dx a sx, potrebbero essere stelle come lucciole. Faccio un recap mentale di quello che è successo e che devo fare, penso di sfregarmi le mani perché ho bisogno che il tutto rimanga stabile ma nel farlo ovviamente mi accorgo che non le vedo. Mi sveglio.
19/06/22
IL MIO GATTO PARLA
OBE - ore 07:10
Esco fuori dal corpo fluttuando, mi trovo al centro della camera. Mi volto per vedere il me dormiente, è una delle prime volte quest’anno in cui mi vedo nel letto per intero, infatti le lenzuola sono cadute per terra da un lato perché mi ero svegliato in precedenza per il caldo e falsi risvegli. Nel sogno indosso gli stessi boxer della realtà. Mi ricordo del mio precedente tentativo di attraversare il soffitto e prima di fare ogni altra cosa mi alzo in aria e ci passo attraverso. Questa volta funziona e mi trovo realmente al piano superiore, a questo punto stabilizzo il sogno toccando la superficie del pavimento e dell’armadio, che è molto realistica. Provo una task che mi ero posto ma che non so se posso scrivere per via di contenuti sessuali, in ogni caso mi lascia soddisfatto diciamo, anche per il livello di lucidità mantenuto (vedi mia nota). Dopodiché attraverso la finestra e volo fuori, atterro nella prossimità del parco, che è ricoperto da un sottile strato di neve. Nonostante sia svestito non ho freddo a differenza di altre volte e mi chino per toccare la neve, è molto soffice e mi si scioglie in mano. Cammino e raggiungo la strada, vedo il mio gatto in lontananza che sta osservando qualcosa e decido di raggiungerlo. Quando gli sono a circa 2-3 metri questo si gira ma io non sono visibile ai suoi occhi, però capisco che percepisce la mia presenza quando gli passo affianco, non so se per via dei passi o per l’aura che emano che spesso gli animali sembrano percepire. Lo tengo sotto controllo ma mentre lo supero lui mi segue con la testa con un leggero delay rispetto ai miei movimenti. Me lo sto per lasciare alle spalle quando il suo muso assume un’espressione seria, poi lo vedo alzarsi in piedi con le zampe davanti ritratte come le suricate e con una voce profonda mi dice “so che ci sei, mostrati”. Io rimango abbastanza spiazzato e lì per lì decido di non farmi vedere e proseguire il mio cammino. Decido di convocare la guida, mi volto e lo vedo intento a fare non so cosa, sembra stia cercando qualcosa che dev’essergli caduto e ha un’aria un po’ impacciata rispetto alle altre volte. Mi avvicino io e gli chiedo “indicami dove posso trovare me stesso”. Lui a sentire queste mie parole si volta e diventa serissimo, riesco a vedergli gli occhi gialli e ovali mentre il viso è sempre nascosto sotto il cappuccio. Mi indica un punto dietro di me, io mi giro e vedo che l’ambiente è cambiato, sono su un sentiero di campagna che finisce all’imboccatura di un bosco. Capisco che devo raggiungere l’entrata del bosco, che è completamente nera e circondata da alberi. Per qualche motivo quella stradina mi fa salire un senso di angoscia e nella mente mi appaiono dei flash di ricordi probabilmente fake. Mentre mi sto avvicinando all’entrata escono due ragazzi un po’ loschi, uno ben piazzato e l’altro magrolino più basso. Riescono a vedermi nella mia forma fisica e quando ci incrociamo quello più grosso mi afferra la mano destra e mi dice “non puoi andarci”. Io gli dico di lasciare la presa ma lui non desiste, a questo punto mi assale uno scatto d’ira: con la mano sinistra gli afferro la testa e la stringo, mi basta fare poca pressione per capire che potrei spaccarla con le sole dita. Lui sente il dolore della presa e mi molla il braccio, a questo punto lo sollevo da terra e gli piazzo col destro un cazzotto in pieno viso. Sento le ossa della sua faccia che si rompono sulle nocche e in quel momento lo trovo appagante. Poi mollo la presa e cade per terra tutto afflosciato, credo sia morto. Mi giro per guardare l’altro ragazzetto che con aria spaventata dice “che caxxo, ma l’hai ucciso”, io faccio uno scatto verso di lui per intimidirlo e questo scappa via. Proseguo verso l’entrata in cui dovrei trovare delle risposte su me stesso ma appena fuori dal sentiero compare la ragazza dell'inizio, mi avvicino verso di lei ma adesso sembra essere intimorita da me, non me ne preoccupo più di tanto e comincio a toccarla gentilmente sentendo il suo corpo che si contrae, poi lo facciamo sull’erba. Mi sveglio e il lenzuolo è esattamente come lo avevo visto in sogno, come anche la mia posizione.
IL MIO GATTO PARLA
OBE - ore 07:10
Esco fuori dal corpo fluttuando, mi trovo al centro della camera. Mi volto per vedere il me dormiente, è una delle prime volte quest’anno in cui mi vedo nel letto per intero, infatti le lenzuola sono cadute per terra da un lato perché mi ero svegliato in precedenza per il caldo e falsi risvegli. Nel sogno indosso gli stessi boxer della realtà. Mi ricordo del mio precedente tentativo di attraversare il soffitto e prima di fare ogni altra cosa mi alzo in aria e ci passo attraverso. Questa volta funziona e mi trovo realmente al piano superiore, a questo punto stabilizzo il sogno toccando la superficie del pavimento e dell’armadio, che è molto realistica. Provo una task che mi ero posto ma che non so se posso scrivere per via di contenuti sessuali, in ogni caso mi lascia soddisfatto diciamo, anche per il livello di lucidità mantenuto (vedi mia nota). Dopodiché attraverso la finestra e volo fuori, atterro nella prossimità del parco, che è ricoperto da un sottile strato di neve. Nonostante sia svestito non ho freddo a differenza di altre volte e mi chino per toccare la neve, è molto soffice e mi si scioglie in mano. Cammino e raggiungo la strada, vedo il mio gatto in lontananza che sta osservando qualcosa e decido di raggiungerlo. Quando gli sono a circa 2-3 metri questo si gira ma io non sono visibile ai suoi occhi, però capisco che percepisce la mia presenza quando gli passo affianco, non so se per via dei passi o per l’aura che emano che spesso gli animali sembrano percepire. Lo tengo sotto controllo ma mentre lo supero lui mi segue con la testa con un leggero delay rispetto ai miei movimenti. Me lo sto per lasciare alle spalle quando il suo muso assume un’espressione seria, poi lo vedo alzarsi in piedi con le zampe davanti ritratte come le suricate e con una voce profonda mi dice “so che ci sei, mostrati”. Io rimango abbastanza spiazzato e lì per lì decido di non farmi vedere e proseguire il mio cammino. Decido di convocare la guida, mi volto e lo vedo intento a fare non so cosa, sembra stia cercando qualcosa che dev’essergli caduto e ha un’aria un po’ impacciata rispetto alle altre volte. Mi avvicino io e gli chiedo “indicami dove posso trovare me stesso”. Lui a sentire queste mie parole si volta e diventa serissimo, riesco a vedergli gli occhi gialli e ovali mentre il viso è sempre nascosto sotto il cappuccio. Mi indica un punto dietro di me, io mi giro e vedo che l’ambiente è cambiato, sono su un sentiero di campagna che finisce all’imboccatura di un bosco. Capisco che devo raggiungere l’entrata del bosco, che è completamente nera e circondata da alberi. Per qualche motivo quella stradina mi fa salire un senso di angoscia e nella mente mi appaiono dei flash di ricordi probabilmente fake. Mentre mi sto avvicinando all’entrata escono due ragazzi un po’ loschi, uno ben piazzato e l’altro magrolino più basso. Riescono a vedermi nella mia forma fisica e quando ci incrociamo quello più grosso mi afferra la mano destra e mi dice “non puoi andarci”. Io gli dico di lasciare la presa ma lui non desiste, a questo punto mi assale uno scatto d’ira: con la mano sinistra gli afferro la testa e la stringo, mi basta fare poca pressione per capire che potrei spaccarla con le sole dita. Lui sente il dolore della presa e mi molla il braccio, a questo punto lo sollevo da terra e gli piazzo col destro un cazzotto in pieno viso. Sento le ossa della sua faccia che si rompono sulle nocche e in quel momento lo trovo appagante. Poi mollo la presa e cade per terra tutto afflosciato, credo sia morto. Mi giro per guardare l’altro ragazzetto che con aria spaventata dice “che caxxo, ma l’hai ucciso”, io faccio uno scatto verso di lui per intimidirlo e questo scappa via. Proseguo verso l’entrata in cui dovrei trovare delle risposte su me stesso ma appena fuori dal sentiero compare la ragazza dell'inizio, mi avvicino verso di lei ma adesso sembra essere intimorita da me, non me ne preoccupo più di tanto e comincio a toccarla gentilmente sentendo il suo corpo che si contrae, poi lo facciamo sull’erba. Mi sveglio e il lenzuolo è esattamente come lo avevo visto in sogno, come anche la mia posizione.