da Citrato » 10/01/2014, 23:40
Proseguo con la rassegna dei miei SL avuti nei mesi scorsi.
In questo sogno mi trovo all'interno dell'edificio scolastico in cui ho frequentato le scuole superiori. E' appena suonata la fine della terza ora e mi accingo, insieme ad i miei compagni di classe, a raggiungere il locale della mensa, all'uopo di comperare e consumare la mia colazione. Finisco di scendere le scale, mentre parlo animatamente con i miei compagni, per poi imboccare il breve disimpegno che conduce al bar della mensa. Contrariamente alle aspettative, mi trovo all'interno di un locale stretto ed angusto, semi oscurato, privo di porte e finestre ed arredato soltanto con una piccola teca da bar che dovrebbe contenere le porzioni di tavola calda. Ad eccezione mia e di F.(l'uomo che ai tempi gestiva il bar della mensa) pare non sia presente anima viva all'interno del locale. Chiedo ad F. di prepararmi un panino imbottito, ma lui appare piuttosto svogliato ed indisposto. Mi dice che intanto prenderà nota della mia richiesta, ma per consumare il panino dovrò aspettare fino all'orario di pranzo, quindi posso pure approfittarne per fare una passeggiata. Rimango indispettito dalla sua risposta. Penso che un simile atteggiamento non è da lui; di solito si è sempre dimostrato gentile e disponibile nei confronti di tutti. Pertanto capisco di trovarmi in un sogno, proprio mentre esco dalla mensa e mi reimmetto nell'androne centrale della scuola. Anche qui il locale appare oscurato. E' evidente che il sogno ha poca stabilità. Mi imbatto in A. ed S., due dei miei vecchi compagni di banco, i quali sembrano scherzare tra loro. Vado da S. e lo saluto, ma lui non sembra darmi retta. Siccome so bene di trovarmi in un sogno, mi avvicino a lui e gli afferro la testa. La sensazione che ho al tatto è quella di un palloncino di gomma, di quelli gonfiati ad elio. Sfrego le mani sulla sua testa e difatti sento il rumore di un tipico palloncino che viene strofinato o piuttosto, se preferite, il rumore che fa una puntina quando "screccia" su un disco di vinile. Inoltre la sua testa non oppone alcuna resistenza ai miei movimenti, ma anzi si piega a destra e sinistra proprio come se avesse la stessa consistenza di un palloncino. Mentre manipolo la sua testa, S. rimane inerte come un manichino. Esco dall'androne e mi immetto in strada. E' una strada lastricata, non molto larga, munita di marciapiede, con piccoli alberelli che si intervallano a distanza regolare, circondata da case. Le forme dell'ambiente circostanze non appaiono perfettamente definite, ma sembrano un pò ondulare. Comunque riesco a percepire abbastanza bene i dettagli. Noto diverse persone passeggiare lungo il marciapiede, ma non mi curo di mettere a fuoco le loro fisionomie. Infatti sono stregato dall'idea di riprovare la task del volo. Riesco a librarmi in aria, senza troppe difficoltà. Non ho un pieno controllo della traiettoria, ma riesco in qualche modo a tenere il timone. Provo a salire un pò di quota, poi a ridiscendere. E' bello volare. Risalgo di quota e decido di passare rasente alle finestre di un palazzo. Qui noto una piccola finestra, penso possa trattarsi della finestra di una toilette e pertanto decido di rimanere sospeso a mezz'aria e guardarvi attraverso. Invece di una toilette scorgo una stanza semi oscurata, dai muri grigi, arredata con una scrivania in legno. Sopra la scrivania noto dei fogli di carta e qualcosa che assomiglia ad un calamaio. Vorrei passare attraverso la finestra e pertanto grido "Piccolo!". Sento il mio corpo rimpicciolirsi. Provo ad infilarmi dalla finestra, ma rimango in qualche modo incastrato. Perdo lucidità. Mi trovo su di un terrazzo su cui si erge una piccola mansarda a tetto spiovente. Sono appoggiato ad una ringhiera. Esce un ragazzo dalla porta della mansarda e inizia ad inveirmi contro. Sembra che la mia presenza non sia gradita. Esce un altro tizio, un uomo di mezza età, opulento, vestito con pantaloni eleganti, giacca e doppiopetto. Sembra una specie di avvocato. Ammonisce il ragazzo e mi dice di non fare caso alle sue parole. Piuttosto mi invita ad entrare dentro insieme a loro. Appena entrati noto nuovamente lo stesso locale di prima, la scrivania, i fogli di carta, il calamaio e anche una candela accesa. Riacquisto lucidità. Faccio caso al fatto che il presunto avvocato ha un grosso cerotto sulla guancia. Sembra piuttosto una benda che ricopre una specie di protuberanza. Gli chiedo cosa fosse questa strana protuberanza e lui mi risponde "Oh non preoccuparti...è solo un quorc!" Il sogno perde stabilità e alla fine mi sveglio.
Cerco su internet il significato del termine "quorc". Nessuna risposta.
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