Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > La rassegna dei miei sogni lucidi

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Luna » 10/12/2013, 19:50

E ' veramente commovente vedere come il tuo inconscio ti abbia dato modo di sfogarti facendo in sogno quello che non potevi fare in realta ' per via della convalescenza : WohoW :
Dedicato con immensa gratitudine a Ben, amico insostituibile ed artefice dei miei sogni!
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 10/12/2013, 20:10

E se mi desse la possibilità di sfogarmi anche per tutto il resto di ciò che non ho modo di fare nella realtà sarebbe ancora più commovente, cara Luna : Cowboy : : CoolGun : : Captain : : PirateCap : : WallBash :
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L'albero di natale

Messaggioda Citrato » 22/12/2013, 18:36

Dato che ci avviciniamo al natale ne approfitto per raccontare un sogno lucido avuto diversi mesi orsono e che si intona in qualche modo con le ricorrenze di questo periodo di festività. Sono a letto e cerco di addormentarmi, sdraiato di fianco, la mente abbastanza libera e serena. Mentre mi addormento avverto delle vibrazioni e un ronzio nelle orecchie. Apro gli occhi e mi ritrovo nella mia camera, al buio, ma con il display dello stereo ancora acceso. Di solito spengo sempre lo stereo prima di dormire e come se non bastasse mi ritrovo sdraiato a pancia in aria, quando invece ricordo benissimo di essermi addormentato di fianco. Capisco di stare sognando e decido di alzarmi dal letto. Esco dalla mia stanza e mi incammino lungo il corridoio. Mi accorgo che è giorno, la luce filtra attraverso finestre e nel frattempo vedo passare mio padre lungo il corridoio, mentre parla a voce alta con qualcuno sito nell'altra stanza. Entro nell'altra stanza e vedo mia madre seduta davanti la sua macchina da cucire, come era solita fare quando vivevo ancora con lei. La porta della stanza che dà sul terrazzo è aperta, la luce inonda gli interni, mentre fuori pare sia sbocciata una giornata primaverile. Esco dalla stanza in cui si trova mia madre e riprendo a camminare lungo il corridoio per ritornare infine nella mia stanza. Mio padre sembra essersi dileguato. La mia stanza è buia come fosse ritornata la notte, ma vedo d'un tratto una strana luce intermittente provenire dal corridoio. Ecco ci siamo, penso, finalmente gli alieni sono venuti a prendermi. Esco dalla stanza per affrontarli quando noto un bellissimo albero di natale, di quelli sintetici e alti non più di un metro e mezzo, posto al centro del corridoio, all'angolo col pilastro, esattamente dove eravamo soliti posizionarlo quando vivevo ancora con i miei. E' copiosamente addobbato con grosse palle di natale e bacchette di cristallo che emettono delle incredibili luci colorate, che appaiono e scompaiono in modo regolare. Mi avvicino all'albero per vederlo meglio, i colori appaiono di una intensità che non avevo mai visto nella vita reale. Brillano di una luce innaturale. Quando finalmente mi ritrovo ad un palmo di naso dall'albero noto che le palle sono ricoperte da un muschio luminoso, dalle sfumature verdi e bluastre. A guardarlo ancora meglio posso notare che il muschio è cosparso da innumerevoli minuscoli peletti, come fossero i gametofiti dei muschi marcanziali, dove però in questo caso l'estremità apicale di ugnuno di essi emette una lucina colorata. La combinazione di tutte le minuscole luci colorate dona alle palle di natale un colore unico e innaturale. Rimango piacevolmente attratto da questa combinazione cromatica per poi svegliarmi e ritrovarmi voltato di fianco, così come mi ero addormentato.

Confesso che non sono il tipo che ama molto le ricorrenze e che da anni ormai ho perso l'abitudine di addobbare la casa con presepi e alberi di natale, ma il calore provato durante la visone di quelle luci, unitamente alla sensazione di riavere in casa i miei genitori lo potrei interpretare forse come la costatazione inconscia che sul piano degli affetti c'è qualcosa che mi manca.
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Campioni del mondo

Messaggioda Citrato » 02/01/2014, 17:16

In questo sogno, avuto qualche mese fa, mi trovo a bordo di un'automobile, insieme a degli amici, a girovagare per le strade della mia città. Sono seduto avanti, sul lato passeggero, quando l'amico che sta guidando mi chiede se per caso voglio passato il volante. Gli dico che non ho intenzione di guidare, ma lui sembra arrabbiarsi, quando d'un tratto tutti i presenti a bordo scompaiono e mi ritrovo da solo in macchina. Acquisto lucidità e mi rendo conto di essere ancora seduto sul lato passeggero. L'automobile sembra comunque proseguire il tragitto per conto proprio, sebbene nessuno spinga sull'acceleratore. Afferro lo sterzo e provo a governarla. Noto che l'auto risponde bene ai comandi, sebbene mi limiti a mantenerla sulla carreggiata, senza azzardare cambi bruschi di direzione. Noto con stupore che la strada e le case ai lati riproducono abbastanza fedelemente la realtà. Osservo piacevolmente lo scorrere delle immagini mentre continuo a tenere il volante. Fuori il tempo appare piuttosto uggioso. Noto dei piccoli banchi di nebbia scorrere dinanzi la mia visuale. Ad un certo punto l'automobile si arresta. Mi trovo a qualche decina di metri dalla piazza del centro storico. Scendo dall'auto. Fuori il tempo è ancora uggioso, ma non avverto freddo. Mi dirigo verso la piazza e noto delle automobili posteggiate sul ciglio della carreggiata. Sono vecchie automobili, posso riconoscere una fiat 127, una fiat regata e persino un'alfa sud. La città è completamente deserta, ma ad un certo momento odo il suono di una radio messa ad alto volume, come se un grosso altoparlante fosse piazzato su qualche balcone per diffondere pubblicamente il suono all'esterno. Sento la voce di Nando Martellini. Pare proprio la radiocronaca dell'incontro Italia-Germania, la finale dei campionati del mondo tenutasi in Spagna nel 1982. Arrivo finalmente in piazza e noto una sola persona posta vicino la carreggiata: trattasi di un uomo di mezza età di mia conoscenza. Sembra ringiovanito e indossa abiti da ragazzo, ma il suo volto, per quanto più magro e sfilato, appare comunque ancora molto corrugato. Gli chiedo perchè si trovi li da solo, mentre tutti sono in casa a seguire la partita. Lui borbotta qualcosa del tipo "Non voglio avere niente a che fare con certa gente". In quel momento scoppia fragorosa la voce di Nando Martellini che esclama "Campioni del mondo! Campioni del mondo! La coppa del mondo!" Sento un boato di pubblico che acclama da dentro le abitazioni. Mi accorgo che sto per perdere lucidità, allora provo per la prima volta a sfregarmi le mani. Riesco a guadagnare un pò di lucidità e decido di contarmi le dita. Ho 7 dita che sembrano aver perso consistenza: i loro contorni ondeggiano come fossero fluidi. Provo anche a oltrepassare il palmo della mano sinistra con l'indice destro e funziona. Sono ad una certa distanza dalla balconata posta alla fine della piazza. Corro verso la balconata e mi accorgo di avere una velocità al di sopra del normale. Raggiunta la balconata guardo di sotto e noto altre due persone parlare per conto loro, senza accorgersi della mia presenza. Mi lancio dalla balconata per provare l'ebbrezza del volo, ma rimango sospeso a mezz'aria, senza riuscire nè a muovermi nè a precipitare. Vedo aumentare la nebbia fino a che il sogno perde stabilità e mi sveglio.
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Un quorc

Messaggioda Citrato » 10/01/2014, 23:40

Proseguo con la rassegna dei miei SL avuti nei mesi scorsi.

In questo sogno mi trovo all'interno dell'edificio scolastico in cui ho frequentato le scuole superiori. E' appena suonata la fine della terza ora e mi accingo, insieme ad i miei compagni di classe, a raggiungere il locale della mensa, all'uopo di comperare e consumare la mia colazione. Finisco di scendere le scale, mentre parlo animatamente con i miei compagni, per poi imboccare il breve disimpegno che conduce al bar della mensa. Contrariamente alle aspettative, mi trovo all'interno di un locale stretto ed angusto, semi oscurato, privo di porte e finestre ed arredato soltanto con una piccola teca da bar che dovrebbe contenere le porzioni di tavola calda. Ad eccezione mia e di F.(l'uomo che ai tempi gestiva il bar della mensa) pare non sia presente anima viva all'interno del locale. Chiedo ad F. di prepararmi un panino imbottito, ma lui appare piuttosto svogliato ed indisposto. Mi dice che intanto prenderà nota della mia richiesta, ma per consumare il panino dovrò aspettare fino all'orario di pranzo, quindi posso pure approfittarne per fare una passeggiata. Rimango indispettito dalla sua risposta. Penso che un simile atteggiamento non è da lui; di solito si è sempre dimostrato gentile e disponibile nei confronti di tutti. Pertanto capisco di trovarmi in un sogno, proprio mentre esco dalla mensa e mi reimmetto nell'androne centrale della scuola. Anche qui il locale appare oscurato. E' evidente che il sogno ha poca stabilità. Mi imbatto in A. ed S., due dei miei vecchi compagni di banco, i quali sembrano scherzare tra loro. Vado da S. e lo saluto, ma lui non sembra darmi retta. Siccome so bene di trovarmi in un sogno, mi avvicino a lui e gli afferro la testa. La sensazione che ho al tatto è quella di un palloncino di gomma, di quelli gonfiati ad elio. Sfrego le mani sulla sua testa e difatti sento il rumore di un tipico palloncino che viene strofinato o piuttosto, se preferite, il rumore che fa una puntina quando "screccia" su un disco di vinile. Inoltre la sua testa non oppone alcuna resistenza ai miei movimenti, ma anzi si piega a destra e sinistra proprio come se avesse la stessa consistenza di un palloncino. Mentre manipolo la sua testa, S. rimane inerte come un manichino. Esco dall'androne e mi immetto in strada. E' una strada lastricata, non molto larga, munita di marciapiede, con piccoli alberelli che si intervallano a distanza regolare, circondata da case. Le forme dell'ambiente circostanze non appaiono perfettamente definite, ma sembrano un pò ondulare. Comunque riesco a percepire abbastanza bene i dettagli. Noto diverse persone passeggiare lungo il marciapiede, ma non mi curo di mettere a fuoco le loro fisionomie. Infatti sono stregato dall'idea di riprovare la task del volo. Riesco a librarmi in aria, senza troppe difficoltà. Non ho un pieno controllo della traiettoria, ma riesco in qualche modo a tenere il timone. Provo a salire un pò di quota, poi a ridiscendere. E' bello volare. Risalgo di quota e decido di passare rasente alle finestre di un palazzo. Qui noto una piccola finestra, penso possa trattarsi della finestra di una toilette e pertanto decido di rimanere sospeso a mezz'aria e guardarvi attraverso. Invece di una toilette scorgo una stanza semi oscurata, dai muri grigi, arredata con una scrivania in legno. Sopra la scrivania noto dei fogli di carta e qualcosa che assomiglia ad un calamaio. Vorrei passare attraverso la finestra e pertanto grido "Piccolo!". Sento il mio corpo rimpicciolirsi. Provo ad infilarmi dalla finestra, ma rimango in qualche modo incastrato. Perdo lucidità. Mi trovo su di un terrazzo su cui si erge una piccola mansarda a tetto spiovente. Sono appoggiato ad una ringhiera. Esce un ragazzo dalla porta della mansarda e inizia ad inveirmi contro. Sembra che la mia presenza non sia gradita. Esce un altro tizio, un uomo di mezza età, opulento, vestito con pantaloni eleganti, giacca e doppiopetto. Sembra una specie di avvocato. Ammonisce il ragazzo e mi dice di non fare caso alle sue parole. Piuttosto mi invita ad entrare dentro insieme a loro. Appena entrati noto nuovamente lo stesso locale di prima, la scrivania, i fogli di carta, il calamaio e anche una candela accesa. Riacquisto lucidità. Faccio caso al fatto che il presunto avvocato ha un grosso cerotto sulla guancia. Sembra piuttosto una benda che ricopre una specie di protuberanza. Gli chiedo cosa fosse questa strana protuberanza e lui mi risponde "Oh non preoccuparti...è solo un quorc!" Il sogno perde stabilità e alla fine mi sveglio.

Cerco su internet il significato del termine "quorc". Nessuna risposta.
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Acqua iridescente

Messaggioda Citrato » 01/02/2014, 0:10

Breve sogno in cui mi trovo in una piazza di mia conoscenza a parlare con due ragazzi, magri e di media statura, vestiti in jeans e giacca di pelle. Uno dei due ha i capelli riccioluti. Stiamo discutendo come se ci conoscessimo da sempre. Mi propongono un'idea su come passare la serata, ma ad un certo punto mi rendo conto che i loro volti non mi sono affatto familiari. Inoltre sto stazionando in un lato della piazza in cui non sono solito bivaccare. Acquisto lucidità e continuo ad intrattenermi con loro per continuare ad ascoltare cosa hanno da dirmi. Pare che i due PO si siano resi conto in qualche modo che ho acquisito lucidità e di colpo cambiano atteggiamento. Cominciano ad inveire contro di me, dicendomi di andare via e che non faccio parte del loro gruppo. Uno dei due si avvicina e si allontana ritmicamente, come se volesse sbattere contro di me e gettarmi a terra. Avverto questo atteggiamento di ostilità e quasi ho paura di subire la sua pressione, ma decido di rimanere impassibile, consapevole del fatto che sto sognando. Improvvisamente appare sulla scena A.,un mio vecchio amico che non vedo da tanto, anch'egli vestito in jeans e con indosso un imponente giubotto di pelle nero da motociclista. A. Ammonisce i due ragazzi, dice loro che sono un tipo tranquillo e li invita a lasciarmi stare. I due si placano, mentre A. mi propone di venire con lui a fare una passeggiata. Accetto l'invito e lo seguo, camminando sulla piazza. Tutto appare come nella realtà, salvo un piccolo dettaglio: una parte del pavimento forma una depressione in cui ristagna una pozzanghera d'acqua. Mi fermo per osservarla e noto che l'acqua appare iridescente, rispecchiando tutti i colori dell'arcobaleno. Decido di bagnarmi le mani nella pozzanghera e noto con estremo stupore che l'acqua è fredda e che la sensazione di bagnato è perfettamente reale. Gioco un pò con l'acqua, facendola ondeggiare con la mano, quando A. distrae la mia attenzione e mi chiede di seguirlo verso l'aiuola della piazza perchè deve orinare. Non ho nessuna intenzione e ancor meno nessuna curiosità di vederlo pisciare, quindi decido di cambiare direzione, ma a quel punto il sogno collassa.

Due osservazioni:

1) Il lato della piazza in cui mi trovavo inizialmente è lo stesso in cui ero solito giocare quando ero un bambino;
2) L'aiuola era in effetti il luogo in cui da bambini si andava innocentemente a fare la pipì dopo aver giocato a pallone o a nascondino.

Bei tempi quelli, spensierati, nessuno ci giudicava per le nostre "cattive maniere" :oops: .
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Una OBE(?) piccola piccola

Messaggioda Citrato » 22/02/2014, 17:42

E' un tardo pomeriggio di primavera del 2013. Sto schiacciando un pisolino e mi sento particolarmente rilassato e in pace con me stesso. Avverto una sensazione di dolce tepore sulla mia pelle. Ricordo di aver sognato di ritrovarmi in una sorta di abbazia o convento. Passeggio lungo uno dei corridoi coperti, cinti da archi sorretti da colonne, che si aprono su un chiostro rettangolare al centro del quale è collocata una fontana. Posso ricordare l'acqua che sgorga dalla fontana e il giardino che le sta intorno. Noto alcuni raggi di sole investire i locali del convento. Mentre passeggio lungo il corridoio noto le pareti coperte da un intonaco marrone con appesi alcuni quadri di cui purtroppo non ricordo i soggetti. D'un tratto perdo la sensazione della mia corporeità, ma posso osservare una bambina ed un bambino seduti su un'antica panca di legno, molto minimalista, che si tengono per mano facendo dondolare dolcemente le gambe. Stanno parlando di qualcosa, interrompendo spesso il loro discorso con delle risa fragorose. D'un tratto realizzo che i due bambini sono in realtà molto simili a due amorini fuoriusciti dal dipinto di Raffaello Sanzio. Mi rendo conto che stanno parlando di me. E' come se stessero passando in rassegna alcuni episodi della mia vita. Parlano di eventi in cui ho cercato di spendermi in azioni altruistiche e sembrano compiaciuti dal constatare la mia buona volontà, ma non perdono occasione per sottolineare alcuni miei atteggiamenti buffi o grotteschi nel voler dare prova delle mie buone intenzioni, facendone motivo di scherno e ridendone copiosamente. Rimango incantato dalla loro dolcezza e dall'atmosfera senza tempo che permea tutto il convento, quando all'improvviso mi ritrovo di nuovo a letto, steso di fianco, ancora intorpidito, mentre sento la mano di qualcuno accarezzarmi dolcemente. Acquisto lucidità, ma rimango paralizzato a letto. La mano continua ad accarezzarmi lentamente, mentre io la lascio fare, senza paura, nell'attesa di riuscire a muovermi. Riesco finalmente a voltarmi, ma la mano si ritrae improvvisamente e sento un sussulto provenire dalla presunta entità che mi sta accanto, come se non si aspettasse da me una simile reazione. Non riesco ad inquadrare la presenza, ma mi ritrovo di colpo seduto ad una certa distanza dal mio letto. La sensazione di benessere e di tepore è tale da non farmi sentire la voglia di alzarmi dalla sedia. Noto il mio corpo sdraiato sul materasso e osservo la luce che entra dalla finestra. Rimango immobile per un tempo a mio giudizio molto breve, direi giusto qualche decina di secondi, ma nel frattempo noto la luce che entra nella stanza affievolirsi sempre più, come se le lancette dell'orologio stessero accelerando e il sole stesse tramontando con grande rapidità. Quando mi sveglio è già buio da circa un'ora e mi sento particolarmente sereno.
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Morte progosa

Messaggioda Citrato » 07/04/2014, 19:29

Racconto un sogno risalente alla tarda primavera del 2013.

Mi ritrovo all'interno di una sala giochi che ero solito frequentare più di un decennio fa, intrattenendo di solito il mio tempo insieme al gestore del locale, un anziano signore con il quale trascorrevamo degli interi pomeriggi a giocare a scala quaranta. Ed infatti eccomi seduto davanti a lui, alle prese con una partita a carte, mentre dialoghiamo animatamente e scambiando delle allegre battute. Sebbene non sia ancora lucido ho come la sensazione di vivere veramente quei momenti. Sento di essere consapevole di ciò che dico e rispondo in modo logico e conseguenziale alle parole del mio vecchio amico. Finita la partita mi alzo dalla sedia e mi guardo intorno. La luce che entra dall'ingresso lascia intravedere una splendida giornata di primavera. Avverto un'aria tiepida e sto bene con me stesso. Penso di uscire dalla sala giochi, quando da una porta (per la verità mai esistita nella realtà), collocata sulla parete di fronte all'ingresso, vedo apparire un'altro mio amico, vestito con l'uniforme della nazionale di calcio, mentre si destreggia con estrema maestria con un pallone. Mentre lo guardo palleggiare odo una voce fuori campo che dice: "Non ci sono dubbi...Maradona rimane il più grande giocatore del mondo...e nemmeno Pelè potrà mai reggere il confronto con un grande campione come lui...". Vedo uscire questo mio amico dalla sala giochi e rimanere immobile davanti all'ingresso. Mi rendo conto abbastanza bene di stare vivendo una falsa memoria collegata ai tempi passati e rifletto sul fatto che questo mio amico oggi non è più lo stesso di un tempo perchè, oltre ad essersi trasformato fisicamente, non è più interessato come una volta allo sport ed inoltre ha rovinato in parte la sua vita a causa della tossicodipendenza. Mentre lo osservo attraverso l'uscio della porta gli chiedo "Perchè hai rovinato la tua vita in questi modo? Forse potevi davvero diventare un campione". Lui non mi risponde, ma mi guarda con un'aria triste, per poi sparire in fretta dalla mia visuale. Nel frattempo comincio gradualmente ad avvertire sempre più la lucidità. Esco dalla sala giochi ed inizio a salire la rampa di scale che conduce alla piazza soprastante. Vedo le aiuole intorno e sento gli uccelli cantare. Sembra un tardo pomeriggio di primavera. Mentre salgo le scale mi rendo conto di non avere difficoltà nel muovere l'articolazione del ginocchio che nella realtà è ancora convalescente. Gradino dopo gradino noto che la luce e i colori circostanti si acuiscono sempre più e nel contempo odo un brusio che si fa sempre più intenso, man mano che mi dirigo verso la fine della scalinata. Quando finalmente raggiungo la piazza sono perfettamente lucido. Noto che la piazza è gremita di gente che parla e ride mentre passeggia, proprio come accade nei pomeriggi estivi o nelle domeniche primaverili. Inizio a muovermi per esplorare le persone presenti, quando due bambini distratti che giocano rincorrendosi e defilandosi tra la folla mi sbattono contro. Uno dei due cade a terra, ma si rialza subito ridendo e ricomincia a giocare. Cerco di farmi spazio tra la folla e avverto l'urto con le altre persone. Ad un tratto noto una sorta di casupola in legno collocata inusualmente al centro della piazza. La casupola è sospesa dal suolo per mezzo di quattro tronchi di legno e ha una scaletta che conduce verso il suo ingresso. Sono curioso di salire la scaletta per esplorare il suo interno, quando all'improvviso vedo uscire dalla casupola mio cugino I., morto qualche anno fa a causa di un incidente stradale, e una sua vecchia amica dei tempi della scuola, che per fortuna è ancora viva. Io lo saluto, sorpreso di questa sua apparizione, ma lui senza parlarmi mi fa cenno di spostarmi per favorirgli la discesa degli scalini. Rimango un pò stranito dal suo atteggiamento. Avrei preferito un abbraccio caloroso, ma rifletto sul fatto che tutto sommato lui ha sempre avuto verso di me un atteggiamento di bonaria superiorità, e da cugino maggiore mi ha sempre trattato con un pò di sufficienza. A questo punto mi ricordo della task che mi ero imposto di fare: chiedere ad un personaggio onirico un suggerimento sul nick da usare per l'iscrizione al sito dei sogni lucidi. Seguo I. e la sua amica, districandomi ancora tra la folla, mentre li vedo di spalle a dialogare tra loro in maniera allegra ed animata. Quando abbiamo raggiunto la balconata della piazza busso sulla spalla di I., chiedendogli di darmi il nickname. Lui non si volta nemmeno, ma continua a parlare con l'amica. Busso ancora una seconda volta e poi una terza, ma non ottengo nessuna risposta. Ad ogni modo decido di non darmi per vinto e mi rivolgo alla sua amica. "Cosa vuoi sapere?", mi chiede. "Vorrei mi suggerissi il nick da usare per il sito dei sogni lucidi..". "Va bene, il nick che devi usare è ..morte progosa". Perfetto, sono riuscito a raggiungere il mio scopo e mi sento soddisfatto.

A questo punto decido di svegliarmi ed infatti mi ritrovo sul letto e noto con soddisfazione di non avvertire alcuna paralisi, dato che ogni muscolo risponde ai comandi. Poi mi maledico perchè penso che il sogno fatto era molto stabile e avrei potuto approfittarne per esplorarlo ancora un pò. Ad ogni modo vado su internet e cerco il significato di "progosa", ma purtroppo non trovo niente di particolarmente rilevante sul piano etimologico, nemmeno in relazione alla vita o alla morte di mio cugino. Rimango abbastanza deluso ed inoltre penso che il nick non mi piace affatto. Comprendo che dovrò riprovarci non appena se ne presenterà l'occasione : :s : .
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda NoTiNpOrTlAnD » 09/04/2014, 12:52

bellissimo sogno! voglio darmi anch'io una task!!
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 09/04/2014, 18:24

Grazie!

Per le task puoi anche dare un'occhiata qui se vuoi:

viewtopic.php?f=23&t=7113
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