KaitoH2 ha scritto:Mi piace, mi piace, mi piace un sacco l'idea di questo post.
Mi getto a capofitto dicendovi come la penso io...
Il punto di partenza è dire che il nulla non esiste. Perché, sia lode a Parmenide, il nulla è il non-essere ed in quanto tale non deve esistere: se esistesse si contraddirebbe da solo. A questo punto però, come possiamo definire l'esistenza? Se non abbiamo il nulla come termine di paragone l'esistenza diventa insignificante.
Ecco "l'inghippo" che trascende la logica umana e quindi fatica a comprendersi: se esistesse il nulla, si contraddirebbe l'ipotesi e quindi niente... ma anche nel caso che non esistesse si arriverebbe ad una contraddizione. Se non esistesse il nulla, l'unica cosa esistente sarebbe l'essere. In tal caso però questo essere dentro cosa sarebbe contenuto? E secondo quale criterio potremmo affermare che esso esiste?
Ciò che vien fuori da ragionamento è che necessariamente deve esserci una convivenza di essere e non-essere.
Inizialmente c'è il nulla. Di conseguenza il nulla diventa qualcosa di esistente. Esso genera spontaneamente l'essere e ciò contemporaneamente con sé stesso. L'essere tuttavia rompe l'equilibrio dell'universo, che prima si trova in stato di quiete (anche se parlare di prima e dopo a livello temporale perde di significato, ma uso questi termini per farmi capire). Ogni sostanza tende da sé all'equilibrio (e ne abbiamo esperienza nel mondo in cui viviamo). L'essere tende a tornare non-essere per raggiungere l'equilibrio. Una volta fatto ciò l'essere torna nulla, ma questo spontaneamente ri-crea l'essere. In un ciclo continuo fuori dallo spazio e dal tempo.
Questa perturbazione, che ricorda moltissimo i meccanismi delle onde elettromagnetiche, genera lo spazio-tempo. All'interno di questa realtà dimensionale l'essere ed il non essere si presentano come un tutt'uno: il DIVENIRE (il movimento).
La realtà in cui viviamo tende a sopravvivere e contemporaneamente a distruggersi da sola: la natura progredisce per migliorarsi e poter vivere, ma ogni forma di vita a scapito dell'altra.
Ma quindi la nostra vita è segnata da un destino preciso dovuto ad un susseguirsi ben determinato di eventi? non lo so, posso dire che spero non sia così. E il fatto che le teorie del caos matematico confermino la quasi (dico quasi perché è una questione molto delicata) impossibilità di determinare completamente un sistema sembrano favorire l'ipotesi che il meccanismo automatico del divenire sia comunque soggetto alla probabilità.
E Dio.. esiste o no? Per quanto mi riguarda sì: ritengo il fatto che in una realtà determinata possano esistere il caos e le possibilità, la prova che esiste qualcosa che trascende completamente la logica umana e permette l'evolversi degli eventi.
Ok sono imploso in una serie di ragionamenti, spero non essere stato troppo contorto..! Che è comunque naturale per una limitata mente umana... lol
Mi inchino.