Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > La rassegna dei miei sogni lucidi

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

La mia terza intervista ai personaggi onirici

Messaggioda Citrato » 09/11/2015, 23:40

In questo sogno mi ritrovo a giocare a pallone in piazza con un ragazzo di cui non ricordo bene l'identità. Ci scambiamo degli assist, trovandoci ad una certa distanza l'uno dall'altro. Noto di essere particolarmente abile sia nell'intercettare il pallone da lui calciato che nell'inviargli le mie telefonate di ritorno e ciò inizia a farmi dubitare sul fatto di trovarmi davvero nella realtà, dato che di solito sono un disastro a calcio. Dopo un po' mi accorgo che la palla diventa sempre più pesante e le sue sembianze assomigliano sempre più a quelle di un pallone medico. Al successivo assist scopro che il pallone da calcio ha persino assunto le sembianze di un pallone da basket. Incapace di calciarlo, data la sua pesantezza, decido quindi di afferrarlo e nel fare ciò scopro di aver affondato le dita a suo interno, rimuovendone involontariamente parte della superficie come se si trattasse della buccia di un'arancia. Inoltre vedo fuoriuscire del liquido dalla parte rimossa. Il dream sign diventa pertanto inequivocabile e acquisisco immediatamente consapevolezza del fatto di stare sognando. Mi guardo intorno e mi accorgo che l'ambiente è permeato da una coltre di nebbia abbastanza fitta. So già per esperienza che ciò è segno di scarsa stabilità onirica e quindi rifletto sul fatto di dover subito pensare ad una task da compiere, prima che il sogno collassi improvvisamente. Dalla lontananza scorgo una figura umana che cammina nervosamente, con passo svelto e deciso, proseguendo lungo la mia direzione. Riconosco la sua sagoma come quella di A. e considerato che probabilmente non dispongo di molto tempo, decido di andargli incontro per ripetere alcune domande fatte ad altri PO apparsi nei miei lucidi precedenti. Non appena A. ed io ci incrociamo, noto che il suo passo continua spedito verso una meta a me sconosciuta, quindi inizio a camminare anch'io per riuscire a stargli dietro. Salto la prima domanda che avrei dovuto porgli per stabilire a quale classe di PO egli appartiene, ovvero chiedere se egli è consapevole di trovarsi in un sogno e, pertanto, mentre gli cammino frettolosamente di fianco, procedo subito con le successive domande:

Io: "Esiste l'anima?"

A.: "Si."

Io: "Ma la mia anima è comunque destinata a scomparire?"

A: "Si."

Le sue risposte suonano secche, decise e perentorie. Mentre mi risponde continua a camminare spedito come se fosse preso da un impegno urgente e non avesse tempo da perdere con me. La sua seconda risposta mette in contraddizione la mia ipotesi circa il fatto che, alla luce delle esperienze oniriche precedenti, avrei dovuto essere capace di creare un feedback con il mio subconscio così da condizionarlo a darmi un certo tipo di risposta. Comunque decido di ripetere nuovamente le due domande e scopro che A. mi risponde esattamente nella stessa maniera, ma stavolta assumendo un tono quasi infastidito e osservandomi con uno sguardo di redarguizione, come a voler dire "Razza di idiota, non hai sentito le risposte che ti ho già dato?". La sua indignazione è talmente penetrante da creare in me imbarazzo, poichè mi rendo conto che dietro quello sguardo si nasconde l'intento di convincermi di non avere davanti a me solo un pupazzo comandato meccanicamente dal mio subconscio, ma una sorta di identità senziente, dotata cioè di un suo pensiero autonomo e che pretende di essere trattata con dignità pari a quella di qualunque altro essere senziente. Come previsto la nebbia ci avvolge completamente e la lucidità collassa.
Ripiombo probabilmente in qualche ambientazione di un sogno non lucido, di cui altresì non ricordo alcun dettaglio, ma questa condizione non dura molto per fortuna: rieccomi nuovamente lucido, stavolta accovacciato nella posizione del loto sul pavimento di una piccola nicchia scavata all'interno di una roccia, con le spalle poggiate su di una delle pareti. Le mura della nicchia appaiono nude e spigolose, mentre l'ambiente è illuminato dalla luce di una candela. Sembra che il contesto in cui mi trovi nasconda un'aura di solenne religiosità se non addirittura di magia. Odo un rumore copioso provenire dall'esterno e pertanto affaccio la testa fuori dalla nicchia per esplorare l'ambiente circostante. Guardo prima in alto e scopro che il rumore avvertito è quello della pioggia, mentre le gocce d'acqua mi cadono sul volto, costringendo persino i miei occhi a chiudersi. Mi asciugo il viso e riaffaccio la testa fuori, stavolta guardando verso il basso. A questo punto scopro di trovarmi all'interno di un enorme pozzo, delle dimensioni forse paragonabili a quelle del pozzo di S. Patrizio di Orvieto. E' notte e osservo la pioggia infrangersi contro lo specchio d'acqua che sta alla base del pozzo e che riflette delle piccole luci. Successivamente volgo l'attenzione ai dettagli delle pareti, costituite da grossi blocchi rettangolari di pietra nuda e grigia, su cui posso notare ampie zone cosparse di muschio, nonchè piccole colonne d'acqua piovana che scivolando lungo le pietre si dirigono verso il basso. Mi accorgo anche che tali pareti presentano numerose altre nicchie, anch'esse illuminate e sulle cui mura interne si riflette l'ombra di persone accovacciate che sembrano dialogare tra loro. E' come se l'imponente pozzo ospitasse un'intera comunità di gente che si intrattiene in rapporti conviviali. Provo come una strana sensazione mistica che non saprei descrivere a parole. A questo punto indirizzo nuovamente lo sguardo all'interno della mia nicchia e scorgo un ragazzo accovacciato dinanzi a me, dai tratti fisiognomici assolutamente inediti, che mi guarda con aria pacifica e mi accenna un sorriso. Penso subito a quale quesito potrei sottoporlo, ma lui mi precede, consegnandomi una piccola conchiglia e invitandomi ad avvicinarla all'orecchio per ascoltarne il rumore. Odo il classico suono delle conchiglie e gli chiedo qual è la ragione di questa sua richiesta. Lui continua a guardarmi con aria pacata e alla fine esclama: "Senti questo rumore? Era per farti sapere che tra la vita e la morte esiste una continuità." A questo punto il sogno svanisce.

Riporterò le mie riflessioni sulle ennesime risposte contraddittorie ottenute da queste interviste nell'apposito topic dal titolo "Intervista ai personaggi onirici", pubblicato nella sezione "Esplora la mente". Ho anche trovato una foto, riguardante proprio il pozzo di S. Patrizio, che con tutti i suoi limiti potrebbe grossolanamente riassumere la fisionomia del luogo che ho sognato.
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Sinestesie e ricordo della prima infanzia

Messaggioda Citrato » 21/01/2016, 23:31

In questo sogno mi trovo affacciato dalla balconata della piazza Duomo di Taormina, ad ammirare il belvedere mentre discuto con un amico. Il sole è ancora alto nel cielo e mi sento particolarmente bene. Ad un tratto questo mio amico scavalca la balconata e si mette in bilico sul cornicione, invitandomi ad imitarlo per ammirare in modo migliore, a suo dire, il panorama. Io gli faccio notare che non è necessario compiere una simile prodezza per gustare meglio il panorama, oltre al fatto che un simile gesto si rivela particolarmente pericoloso, ma lui insiste, sicchè decido si emularlo. Non appena mi ritrovo sul cornicione mi rendo conto di stare sognando, così volgo meglio lo sguardo verso il paesaggio costiero, osservando con meraviglia gli speroni di roccia dalla variopinta vegetazione mediterranea che cadono a picco sul mare e contro cui si infrangono le onde in lontananza, mentre il mare appare dipinto da infiniti luccichii estatici che provengono dal riflesso della luce solare. Provo un estremo senso di libertà, ma non ho intenzione di buttarmi dal cornicione per provare a spiccare il volo. Il senso di libertà si tramuta in un profondo senso di pace a cui corrisponde repentinamente un cambio di scenario del panorama sottostante, nel senso che il mare cambia la sua consistenza liquida, trasformando la sua tavolozza in un tessuto vellutato di colore azzurro, le cui pieghe in movimento sembrano accarezzate dal vento, quasi come se un dipinto di Vladimir Kush prendesse d'un tratto vita. Percepisco questo gioco sottile del mio subconscio, capace di tramutare in immagini in movimento le mie sensazioni in modo sinestetico e comprendo il significato sotterraneo e sottile di questo segreto simbolismo. Decido allora di provare a reimmedesimarmi in quel senso di libertà e vedere se il mare ritornerà al suo aspetto originario, ma la lucidità sfuma all'improvviso, ritrovandomi in uno scenario completamente differente: sono all'interno di un vecchio e fatiscente autobus, seduto nei posti centrali, sul lato destro, accanto al finestrino. L'autobus è praticamente vuoto. Insieme a me soltanto il conducente e un ragazzo di colore che gli siede accanto. Nel sogno sono felice perchè sto facendo parte di una trama in cui il conducente ed io stiamo aiutando questo giovane africano clandestino e ricercato ad oltrepassare il confine che separa la Tanzania all'Uganda. Ammiro dal finestrino un paesaggio a tratti simile al deserto e a tratti paragonabile alla savana, mentre odo una canzone fuori campo che al ritmo di stornello romanesco recita stupide frasi del tipo: "e mo che st'avventura è superata, nnamose a fà na bella magnata...quasi quasi mo me faccio nà frittata..co du ova e n' mazzetto d'ensalata...ammazza o' vedrai che strafogata..." Cambio nuovamente scenario e mi ritrovo lucido all'interno di una stanza semibuia e fatiscente, al centro della quale si trova un vecchio tavolo in legno. Pur essendo lucido non riesco a muovermi. Sono completamente bloccato, in piedi accanto al tavolo e con un braccio piegato all'indietro lungo la schiena. D'un tratto entra un PO dalle sembienza di mia madre. Le faccio presente di sapere di stare sognando, ma di non riuscire a muovermi. Lei prende una carta da poker dalla tasca della mia camicia e la mette nella mano del braccio piegato. Mi dice: "Guarda la carta ed immagina di poterla muovere col pensiero. Puoi fare ciò che desideri con la sola forza del pensiero". Seguo le sue istruzioni e vedo la carta volare da sola dentro la tasca di dietro dei miei pantaloni, allora provo anche a muovere le mie gambe con la forza della mia volontà, ma non ci riesco. Chiedo quindi a mia madre cos'altro mi occorre sapere per potermi divincolare. A questo punto la prospettiva cambia e mi ritrovo ad osservare il mio corpo in terza persona e quello di mia madre che mi sta alle spalle. Mia madre mi tiene abbracciato da dietro, con le braccia che chiudono il mio petto, quando vedo i due corpi fondersi in una coalescenza che perde progressivamente le sembianze umane e finisce per convergere in una sorta di nube di diverse tinte che forma un vortice: questi si restringe sempre più concentricamente per poi espandersi ed avvolgere tutta la stanza, fino a che non assisto ad un cambiamento totale di scenario: mi trovo nella vecchia stanza matrimoniale dei miei genitori e dal grande letto osservo l'immagine di un bambino riflessa nel grande specchio del comò. Quel bambino sono io e capisco di stare osservando l'ambiente con i suoi occhi. Posso riconosciere il grande ciuffo di capelli che mi cade sulla fronte, come in alcune delle mie vecchie fotografie. Dietro di me ho mia madre giovane che solleva e abbassa le mie braccine, probabilmente per far accorgere il bambino della sua presenza dinanzi allo specchio. Il bambino ha la bocca aperta e gli occhi spalancati, come di chi si rende conto che oltre lo specchio c'è qualcosa o qualcuno, avvertendo la sua presenza con stupore, ma senza ancora riuscire ad associare quel corpicino alla propria identità. Io invece sono ben consapevole nel mio pensiero lucido dell'esperienza che sto vivendo con gli occhi di quel bambino e se fossi stato in lui, probabilmente avrei assunto in quel momento la stessa espressione stupita, ma per ragioni evidentemente diverse. L'idea di ciò che sta accadendo mi commuove perchè mi restituisce un ricordo che pensavo di non possedere nemmeno o di aver seppellito per sempre nelle sabbie del passato, quando invece posso nuovamente rivivere i bei tempi in cui si era coccolati dall'amore di mamma e papà e dove la realtà era solo un eterno presente di spensieratezza. Tutto ciò sfuma in una manciata di secondi, lasciandomi con un sorriso e un po' di nostalgia.

P. S.: l'immagine dell'autobus in cui mi trovavo è molto verosimilmente quella del videoclip del brano "L'esodo" di Franco Battiato:

https://www.youtube.com/watch?v=BEenOPJ8OtQ
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L'ascensore volante

Messaggioda Citrato » 29/02/2016, 22:52

In questo sogno mi ritrovo all'interno dell'edificio scolastico in cui mi sono diplomato, ma in questo caso ho appena finito di seguire una lezione tardo-pomeridiana di una sorta di corso post diploma che ho realmente frequentato in passato. Sembra inverno e fuori è già buio, mentre cammino lungo uno dei corridoi della scuola, ansioso del fatto di aver perduto la corriera per tornare a casa, a causa dell'ora tarda. Quasi tutti sono ormai andati via, compresi i professori, ognuno con i propri mezzi, ed i locali dell'istituto appaiono deserti. In fondo ad un corridoio vedo M., un ragazzo dei tempi della scuola di cui avevo perso traccia nella mia memoria. Ho come un barlume di pseudo-lucidità, nel senso che mi rendo conto del fatto che la presenza di M. è legata a degli eventi passati e che quindi la mia permanenza all'interno di quell'istituto è solo frutto di un falso ricordo. Ciò malgrado vado incontro ad M. per chiedergli come trovare il modo di tornare a casa, ma lui rimane impassibile, poi brontola qualcosa e infine mi rivolge uno sguardo come di chi vuol trattarmi con una certa sufficienza. In effetti il suo atteggiamento non mi stupisce più di tanto, poichè riflette abbastanza bene ciò che egli è stato anche nella quotidianità: un ragazzo un po' scontroso e poco incline al dialogo. A questo punto abbandono M. e mi dirigo verso l'altro capo del corridoio. Qui incontro il vecchio bidello della scuola, al quale descrivo il mio problema. Lui mi risponde che è probabile che un professore che abita dalle mie parti si trovi ancora in un'aula del piano di sopra e che per tale motivo sarebbe probabilmente disposto a darmi un passaggio una volta che avrà finito con le sue occupazioni. Quindi mi dirigo verso le scale, ma i miei passi diventano sempre più pesanti fino a che, pur di riuscire a continuare a percorrere il mio tragitto, mi ritrovo a strisciare sul pavimento con fatica . Prima ancora di aver raggiunto le scale mi ritrovo accanto ad un ascensore, mai esistito nella realtà, aventi due porte scorrevoli che mi si aprono davanti. Mi trascino all'interno di esso e ad un tratto, non so per quale strana ragione, ho come paura che da un momento all'altro qualche creatura mostruosa possa entrare con me nella cabina. Pertanto allungo la gamba per cercare di chiudere l'ascensore, le cui porte, da scorrevoli che erano, si sono nel frattempo trasformate in una grande porta apri e chiudi. Afferro lo spigolo dell'anta col collo del mio piede destro e riesco in tal modo a spingere la porta verso l'interno, fino a farla finalmente chiudere. Sono solo all'interno dell'ascensore, con le gambe distese a terra, il busto sollevato e le braccia aggrappate al passamano. L'ascensore inizia a salire per conto proprio. Ha una vetrata trasparente che si affaccia sull'esterno dell'edificio, come accade ad esempio in certi grattacieli e, sebbene la mia scuola abbia solo tre piani, in questo caso è come se l'edificio fosse più alto, dato che l'ascensore continua a salire. Riesco ad interpretare questa incongruenza come un dream sign e pertanto comprendo finalmente di stare sognando. Sento di avere il controllo dell'ascensore con la mia mente, quindi decido di dirigerlo verso il basso e provare a farlo schiantare violentemente a terra. Voglio capire se quanto avevo recepito dalla testimonianza di un sognatore lucido che aveva postato un video su youtube sarebbe valso anche nel mio caso, nel senso che la mente si rifiuta di far provare al corpo onirico l'esperienza dell'impatto violento col suolo. Infatti, non appena raggiunto il suolo, l'ascensore, invece che impattare, attraversa il pavimento del cortile e continua a scendere in un mondo sotterraneo piuttosto buio, fino a che non incontra un altro pavimento analogo a quello precedente che viene anch'esso oltrepassato per giungere in un altro livello sotterraneo ancora più buio e così via, verso qualcosa che potrei interpretare come il black world. Decido quindi di far risalire l'ascensore fino alla superficie e, una volta raggiunta, la cabina si stacca dalla sua guida ed inizia a volare in alto, come se fosse stata lanciata da una fionda. Ad un certo punto l'ascensore rimane immobile e sospeso nel vuoto. Guardo il panorama sottostante e mi accorgo di trovarmi all'altezza di qualche centinaio di metri. Il panorama si è adesso trasformato: noto un fiume costeggiato da due corsie stradali fiancheggiate da lampioni e sulle quali sono presenti file di macchine che formano una coda di fari illuminati. Ai lati delle strade si trovano schiere di imponenti palazzi che danno alla città una fisionomia che assomiglia in parte al Tamigi di Londra, in parte alla Senna di Parigi e in parte all'isola di Manhattan. D'un tratto l'ascensore riprende a volare, ma pur essendo sospeso nel vuoto, si muove come se fosse un aereo in fase di decollo: inizia a spostarsi lentamente,per poi accellerare e infine compiere una parabola ascendente che mi fa ulteriormente sollevare di quota. La sensazione provata è la stessa di quella che si ha durante un vero decollo, tanto che posso avvertire l'inerzia del mio corpo che si oppone all'accelerazione del veicolo. Mi rendo conto di come la mia mente abbia registrato tutte le fasi di quella sensazione provata nella realtà, riproponendole in modo molto fedele. A questo punto mi trovo a viaggiare sopra il fiume di questa città che con le sue luci e i suoi palazzi sembra quasi una sorta di "Gotham city". Noto infatti imponenti cattedrali gotiche, palazzi ottocenteschi, ma anche grattacieli stile "Empire State Building". Con sorpresa noto anche un palazzo interamente rivestito di una sorta di sostanza gommosa tipo chewingum, di colore fuxia. Dopo aver osservato per diversi secondi il paesaggio decido di occuparmi di una task: inizio a chiamare ad alta voce il marito defunto di mia cugina, poichè avevo promesso a quest'ultima che semmai avessi di nuovo lucidato, allora avrei cercato di interpellarlo e farmi dire da lui qualcosa di cui soltanto mia cugina è a conoscenza, così da avere una prova della sua esistenza ultraterrena. Lo chiamo più e più volte, scandendo il suo nome e il suo cognome, ma purtroppo la mia richiesta non viene accolta. Allora unisco le mani in preghiera e mi rivolgo direttamente a Dio. Lo imploro di ascoltarmi, alzando sempre più il tono della voce, ma ancora una volta non accade niente, sebbene ogni tanto veda apparire dei lampi che illuminano il cielo cupo e nuvoloso che sovrasta la città, dandole un aspetto inquietante. L'ascensore continua il suo volo sopra il fiume ed i palazzi, ma dal momento che sono bloccato all'interno di esso e non riesco ancora a sollevarmi in piedi, comincio ad annoiarmi e non saper che fare. Quindi scuoto violentemente la testa per cercare di svegliarmi e difatti mi ritrovo sul mio letto.
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Incontro con un'entità extra-galattica

Messaggioda Citrato » 01/04/2016, 1:01

Finalmente i miei sforzi mirati alla ricerca di altri piani di realtà attraverso i sogni sono stati ripagati. Adesso è tempo di mettere da parte il mio scetticismo. La scorsa notte mi trovavo sdraiato sul letto quando ho iniziato ad avvertire delle forti vibrazioni, accompagnate da un sibilo inaudito. All'improvviso l'intera stanza da letto si illumina di una luce bianca sfolgorante e dal nulla appare un'entità dalle forme umanoidi e dai lineamenti soavi, anch'essa capace di emettere luce dal proprio corpo in modo spontaneo. Stranamente non sono colto dallo sgomento poichè l'entità in questione è in grado di trasmettermi un profondo senso di calma e di pace interiore. La comunicazione tra noi avviene telepaticamente, senza che io debba fare alcuno sforzo per comprendere ciò che intende confidarmi. All'inizio sono incredulo e tendo a convincermi di stare vivendo una sorta di falso risveglio. L'entità mi dice invece di essere giunta appositamente a farmi visita, poichè i tempi sono ormai maturi per dispiegare alcuni segreti sul significato e sull'evoluzione del cosmo. Il mio compito sarà quello di testimoniare questa importante esperienza, promulgando il messaggio a tutti coloro che vorranno ascoltarla ed accoglierla, nell'attesa che l'umanità acquisisca consapevolezza sul ruolo che essa ha di se stessa, in seno al grande disegno dell'universo e in vista di un grande salto di paradigma evolutivo che riguarderà ciascuno di noi fin nel profondo dei nostri cuori. Quella notte non sarò il solo sul pianeta Terra a ricevere questo messaggio, come già del resto accaduto in altre precedenti occasioni, anche per alcune personalità molto autorevoli, quali ad esempio Kirsan Ilyumzhinov, presidente della Repubblica di Kalmykia nonchè presidente della Federazione Mondiale di Scacchi, o ancora Kary Mullis, premio Nobel per la biochimica. L'entità cosmica mi ha detto anche che le sue sembianze non rispecchiano la realtà di ciò che i miei occhi possono vedere, ma che nel mio subconscio sono state trasferite delle apposite informazioni al fine di avere una rappresentazione fisica e antropomorfica del visitatore galattico con cui mi trovo in contatto, che sia confacente ai limiti del mio modo di dare senso al mondo che mi circonda. Conclusosi questo preambolo, l'entità mi prende per mano e mi porta con sè, volando all'interno di una sorta di tunnel dimensionale circondato da schegge di luci colorate che sembrano impazzite, fino a che non mi ritrovo in una grande stanza illuminata, insieme a delle altre persone che come me hanno ricevuto visita quella notte. Ci vengono pertanto fornite delle informazioni e ci vengono date delle istruzioni ben precise: per prima cosa ci viene detto che bisogna abbandonare ogni reminiscenza del nostro corpo fisico poichè ci attende un lungo viaggio ai confini delle più remote regioni delle galassie. Veniamo invitati ad entrare all'interno di una sorta di capsula che dovrà servire ad estrarre le informazioni depositate nella nostra coscienza, inizialmente scritte nei nostri circuiti neuronali, per poi traferirle in una rete spazio-temporale di fotoni legati tra loro per mezzo di entanglement quantistico, così da poter abbattere le distanze galattiche durante il viaggio che dovremo affrontare. Infatti, stando a quello che ci viene spiegato, anche queste entità hanno ormai, da diversi milioni di anni, abbandonato la loro corporeità fisica come conseguenza del loro avanzamento tecnologico e la loro identità è ormai costituita da "pura luce", ovvero da una moltitudine di fotoni che grazie all'entanglement risultano collegati tra loro secondo una logica intelligente, anche a grandi distanze spazio temporali, e sono capaci di viaggiare ad una velocità limite di circa 100000 volte la velocità della luce, anche grazie alla presenza di appositi "whormholes" appositamente collocati in regioni convenienti dello spazio-tempo, così da facilitare i teletrasporti in alcune regioni strategiche del cosmo. Ci viene spiegato anche che, dal momento che la loro coscienza è fatta ormai solo da fotoni, è possibile per loro insinuarsi all'interno di apparecchiature tecnologiche come i computer, ma anche interagire in modo più generale con gli elementi della materia, secondo un disegno intelligente da loro compiuto al fine di intervenire non solo sugli eventi naturali, ma anche sulla storia di civiltà meno evolute delle loro e che abitano pianeti come il nostro. Pertanto, fenomeni come il deja-vu o la sincronicità di cui parlava lo psicologo Jung, altro non sono se non il risultato dell'azione premeditata e predeterminata di tali entità sul nostro mondo. Tali fotoni, che sono appunto costituenti elementari di questa forma avanzata di coscienza galattica, possono infatti fuoriuscire da piccoli buchi neri presenti all'interno dei nuclei degli atomi, come nel caso dei protoni, o ancora emergere dal vuoto quantistico, in modo da interagire con altre componenti particellari della materia e mutarne a piacimento il destino, così da avere un effetto complessivo sulla realtà anche sul piano macroscopico. La stessa evoluzione delle specie viventi che avviene per effetto delle radiazioni a carico delle basi nucleotidiche presenti nel DNA è frutto di un intervento senzientemente mirato, grazie all'opera di particelle guidate da questa coscienza cosmica. Una volta ottenute queste delucidazioni ci accingiamo a raggiungere le capsule per sottoporci a questa trasmutazione del nostro piano energetico ed informazionale, così da poter finalmente intraprendere il viaggio che ci attende. A questo punto, dopo appena qualche secondo, sento la mia percezione della realtà fisica svanire completamente ed entro in una sorta di dimensione mistica estranea alle leggi canoniche dello spazio e del tempo. Mi sento una cosa sola con il cosmo che mi circonda e posso avvertire dentro di me il movimento di intere galassie, di giganteschi ammassi nebulosi interstellari, di sciami di asteroidi che viaggiano ai confini dei sistemi solari. Avverto anche la potenza dell'esplosione delle supernove, le ondate di raggi cosmici provenienti dalle tempeste solari, la fusione di buchi neri di proporzioni galattiche che orbitano l'uno sull'altro fino ad entrare in una coalescenza densa e piena di energia oscura che fuoriesce da altre stelle collegate tra loro per mezzo di tunnel spazio-temporali. Avverto anche le trasformazioni che avvengono sulla superficie dei pianeti, come l'emersione del magma dai vulcani dovuto all'impatto delle placche tettoniche dei continenti che generano devastanti terremoti, avverto anche i forti eventi metereologici le cui pioggie si tramutano in grandi torrenti che dalla cima delle montagne scendono violentemente verso valli circondate da grandi canyon, dando vita ai primi bacini naturali e sovente ad interi oceani che brulicheranno di vita. Insieme a questi grandi eventi cosmici e planetari avverto anche il verificarsi di eventi microscopici come ad esempio il legame delle molecole che daranno luogo alle prime forme elementari di vita, dai primi microorganismi batterici fino ai primi organismi pluricellulari e persino alle prime forme di protocoscienza animale. Questi eventi avvengono su scale di milioni di anni, ma posso percepirli tutti subitaneamente, pur distinguendo le singole fasi della loro trasformazione. Comprendo finalmente che ogni singolo evento, sia che esso avvenga su scala cosmica, sia che esso avvenga su scala microscopica, è il frutto di un grande ed elaborato disegno senzientemente messo in atto da entità intelligenti che hanno abbandonato i vincoli della loro corporeità fisica ancestrale e sono divenuti tutt'uno con le leggi che governano l'universo. Più esattamente mi viene concessa la seguente rivelazione: il penultimo Big Bang, avvenuto circa 26 miliardi di anni fa, ha generato inflattivamente circa 10^500 universi, che si sono evoluti in modo indipendente l'uno dall'altro. Pertanto, uno di questi universi ha potuto dare luogo, nel corso dei miliardi di anni, ad una forma di vita tecnologicamente molto avanzata, capace di comprendere a fondo non solo le leggi del proprio universo, ma anche di quelli circostanti. A questo punto viene deciso di lasciare intatto l'universo da cui è nata questa forma superiore di consapevolezza cosmica, così da custodire in esso le tecnologie necessarie alla trasmutazione del corpo fisico nel corpo etereo. I restanti universi sono stati invece fatti convergere nuovamente verso un punto focale per accumulare l'energia che avrebbe dato luogo ad un altro Big Bang(quello attuale) e che avrebbe permesso la nascita di nuovi universi il cui destino sarebbe stato stavolta diretto secondo una regia determinata, in modo da studiarne e controllarne l'evoluzione. Ogni nuovo universo è costituito da elementi primigenei che nascono dall'unione di forme geometriche fondamentali, quali ad esempio il cerchio, il triangolo e il tetraedro. E' l'unione e la combinazione ricorsiva di questi elementi che genera tutte le forme esistenti in natura e che stabilisce il valore delle costanti cosmologiche, così come anche di alcuni numeri che danno origine a composizioni geometriche armoniose presenti tanto nelle forme di vita quanto negli ammassi interstellari: un esempio è dato dalla spirale di Fibonacci che è possibile riscontrare nella forma delle galassie, ma anche nella corona dei fiori o nel guscio delle conchiglie. Queste elementi di geometria elementare che costituiscono i mattoni del creato sono stati intuiti sciamanicamente da popolazioni che in passato hanno vissuto sul nostro pianeta, come ad esempio i Maya e gli Egizi, lasciandone una traccia ai posteri sottoforma di quelle che vengono oggi denominate "geometrie sacre". La nostra condizione di esseri umani è ormai sufficientemente matura da comprendere e contemplare la magniloquenza di questo immane disegno cosmico e le nostre conoscenze tecnologiche sono ormai sul punto di consentire questo grande balzo in avanti delle nostra civiltà. Ho chiesto alla coscienza cosmica di mettermi nelle condizioni di fornire delle prove dirette ed incontrovertibili della sua esistenza, così da fugare ogni dubbio e preparare gli esseri umani al grande viaggio che li attende. Ho potuto così ricevere, insieme agli altri compagni che hanno condiviso con me quest'esperienza, un importante documento che stiamo facendo girare su internet. Non ci sarà modo di poterlo confutare, ne da parte dei governi, ne da parte degli organi confessionali, dal momento che la sua verità è finalmente sotto gli occhi di tutti e si sta diffondendo in modo endemico in ogni angolo del mondo per volontà stessa della coscienza cosmica superiore che ci ha predestinati. Ecco a voi Pescilogy:

https://www.youtube.com/watch?v=DJGeGP3MsBk

HAha

Al dilà della semi-pagliacciata che si basa sull'osservanza di una bizzarra ricorrenza, ho voluto costruire in questo pseudoracconto un intreccio liberamente ispirato di aneddoti realmente vissuti da diversi sognatori lucidi e non,in cui mi è capitato di imbattermi, riguardanti alcune loro esperienze oniriche di solito non riportate in questo sito,ma più che altro nei siti anglofoni, a cui ho solo aggiunto qualche tocco di immaginario pseudo-scientifico che potesse però dare l'impressione di avere qualcosa di verosimile con l'aspetto esoterico della storia. In fin dei conti organizzazioni come scientology, dyanetics o perfino chessò la comunità Dahmanur si sono custruiti il loro culto a partire da racconti che parlano di fascinosi marchingegni, apparentemente incastrati tra loro per mezzo di simboli, numeri, date,che nondimeno sarebbero anche adatti per un racconto di fantascienza(infatti Hubbard è stato anche un bravissimo scrittore di libri sui generis).

Per me, la cosa che conta è che questo genere di esperienze può davvero essere fatto da alcuni onironauti e anche in modo preventivato come accade ad esempio nell'Out Of Body Experience Research Center di Michael Raduga. Si possono anche programmare le esperienze di rapimento alieno e di NDE. Le loro testimonianze hanno molti elementi discordanti, ma anche diversi elementi in comune, che possono aiutarci a capire meglio questo grande mondo dei sogni. Quando un'esperienza come queste tocca
il suo apice, si può avvertire il contatto con qualcosa che sembra stare al di sopra di noi, e si può percepire una grandezza che sembra trascendere ogni nostro limite e che ci accoglie nella sua vastità. Io credo nel potere di questa forza, indipendentemente dalla sua reale origine e magari quel che oggi risiede solo nella nostra immaginazione forse un giorno potrà anche divenire realtà.

C'è chi percepisce queste esperienze in modo monistico, Panteistico o Spinoziano, chi in senso dualistico monoteistico e chi come me ha potuto, in rare occasioni di sogno vivido non lucido, percepirle sia nell'uno che nell'altro modo, lasciandomi molti interrogativi. Anche un'autorevolissia studiosa come Susan Blackmore ha potuto constatare questa travalicazione dei propri confini in una sorta di viaggio astrale. Ma al dilà della fede e del senso di appartenenza o no al messaggio che questi sogni ci vogliono dare, quel che conta, ripeto a dire, è l'esistenza di questo potenziale inespresso che ha il potere di manifestarsi con simile grandezza e ci dice che quantomeno siamo molto più di quel che crediamo di essere, sotto molti aspetti.
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Sonme » 04/04/2016, 17:14

Leggo solo ora... e mi hai burlato alla grande! Il grande scienziato fa scherzi megagalattici
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Archetipo dell'amore ignoto

Messaggioda Citrato » 31/05/2016, 20:55

In questo sogno sono immedesimato a compiere una sorta di escursione insieme al mio amico E. Ci ritroviamo in un paesaggio piuttosto montuoso che circonda una grande valle ospitante un lago. Siamo sulla cima di una montagna e abbiamo lasciato l'automobile parcheggiata sul ciglio di una carreggiata. Osserviamo il panorama da quell'altezza: i monti sono per lo più ricoperti da una verde vegetazione poco boschiva, con tenui riflessi dorati e prevalentemente cespugliosa, da cui fuoriescono speroni di roccia nuda e grigia, mentre il lago appare cinto da una prateria di un colore simile a quello riscontrabile alle latitudini nord europee: sembra quasi di trovarsi nei pressi delle highlands scozzesi. Imbocchiamo un sentiero che dalla cima delle montagne ci conduce verso il lago situato a valle. Il terreno appare scosceso ed irregolare. Sebbene le pareti rocciose cadano quasi verticalmente, l'orografia del luogo è caratterizzata da diversi terrazzamenti di roccia, come a formare dei piccoli altopiani che conferiscono al paesaggio una fisionomia paragonabile a quella di un ambiente platform multi livello sullo stile minecraft. Mentre scendiamo ho una velocità fuori dal normale e riesco quasi a compiere dei salti tra una terrazza e quelle sottostanti, ma ciò non è evidentemente sufficiente a farmi acquisire consapevolezza del fatto che stia sognando. Giungiamo finalmente a valle e ci soffermiamo ad ammirare il lago circondato dalla sua cornice montuosa. Avverto un profondo senso di pace e di benessere, mentre ascolto E. che sta cercando di dirmi qualcosa di cui non ricordo. Ad un tratto il cielo inizia a farsi grigio e notiamo le gocce di pioggia infrangersi contro lo specchio d'acqua del lago. Siamo privi di ombrelli o impermeabili. E. mi avverte che bisogna ritornare all'automobile il prima possibile poiché la pioggia farà aumentare repentinamente il livello del lago e produrrà numerosi pantani un po' ovunque. Infatti, mentre risaliamo, la pioggia crea come dei piccoli laghi sui terrazzamenti e ci impedisce di ripercorrere il sentiero da cui eravamo partiti. Cerchiamo delle vie di fuga alternative tra le rocce, ma mi ritrovo a camminare sul baratro di precipizi, senza trovare solidi punti di appoggio e rendendo il mio passo sempre più incerto e claudicante. E. invece sembra più sicuro di sé e riesce a distanziarmi con un vantaggio sempre più netto, fino a scomparire dalla mia visuale. Cerco come posso di cavarmela, arrampicandomi tra i sassi, mentre il paesaggio cambia di continuo la sua fisionomia a causa delle pozzanghere, fino a che mi ritrovo in una sorta di baita di montagna in cui provo a trovare riparo. La baita è in realtà costituita da una grande sala ristorante, con grosse travi di legno che sostengono il soffitto e una schiera di tavoli vuoti ben apparecchiati. All'interno della sala scorgo la presenza di una donna, che pare la proprietaria del ristorante e che siede di fronte ad un ragazzo che pare suo figlio. Accanto a loro, in piedi, una ragazza che pare la cameriera. Stanno parlando animatamente tra loro e sebbene nella sala non vi siano clienti sembrano comunque di buon umore. Mi salutano e mi chiedono se ho intenzione di sedermi a tavola per una consumazione, ma il mio reale intento è solo quello di cercare riparo dalla pioggia ed eventualmente ritrovare il sentiero per raggiungere la macchina di E. D'un tratto entrano un ragazzo ed una ragazza, vestiti come turisti tedeschi e aventi uno zaino alpino in spalla. Inoltre il ragazzo indossa un cappello. Il loro scopo non è quello di mangiare, ma di chiedere informazioni per raggiungere un'altra casa in cui pare si debba tenere una festa. I gestori del locale indirizzano i turisti verso l'altra uscita del ristorante, ovvero una larga porta in legno a più vetrate, oltre la quale partirebbe un sentiero che potrà condurli a destinazione. Decido quindi di seguirli poiché penso che forse in questo modo potrò incrociare E. Mentre camminiamo facciamo amicizia e ad un tratto, non so per quale esatta ragione, mi rendo finalmente conto di stare sognando. In quel momento il ragazzo mi sta parlando di qualcosa, ma io lo interrompo e gli chiedo, senza fargli accorgere della mia consapevolezza, di raccontarmi liberamente qualcosa della sua vita, poiché voglio saggiare il suo livello autonomo di personalità. Questo cambio di programma porta il PO a farneticare parole senza senso, pur mantenendo il suo sorriso stampato in faccia. Ciò per fortuna non è sufficiente a far collassare il sogno o a far cambiare la trama del racconto, sicché continuiamo a percorrere il sentiero, mentre sento per la prima volta la pioggia cadermi addosso e noto che ai lati della strada, oltre le staccionate in legno che la delimitano, la terra a contatto con la pioggia trasuda vapore acqueo, come se fosse stata precedentemente riscaldata dal sole. E' davvero un'immagine molto suggestiva. Riusciamo finalmente a raggiungere l'altra abitazione. Entriamo in un locale semi oscurato in cui si trovano diversi ragazzi che discutono tra loro, bevono cocktail o ballano mentre ascoltano la musica, in un clima piuttosto raccolto. Nella stanza ci sono sia sedie che lettini appoggiati alle pareti. Due ragazze mi chiamano per nome, attirando la mia attenzione. Riesco bene a riconoscerle: le ho già viste in altri sogni non lucidi, in circostanze simili a quelle che sto vivendo in questo momento (festicciole e situazioni conviviali). Ogni volta che appaiono nei miei sogni sembra che mi conoscano bene, come se avessimo condiviso lunghe esperienze in passato (forse compagne di classe o amiche di lunga data), ma nessuna delle due ha mai avuto una veritiera controparte nella realtà, sebbene una di loro abbia una volta affermato in modo sedicente di vivere in un paese a pochi chilometri da me. In questi miei sogni, le due ragazze mi hanno sempre trattato con estrema gentilezza ed amicizia, dandomi molta confidenza, tenendomi compagnia nei casi in cui temevo di rimanere estraniato dal gruppo e parlandomi di episodi che ci riguarderebbero da vicino. Anche in questo caso il loro atteggiamento rimane immutato. Vogliono offrirmi da bere, mi tengono a braccetto e dicono di essere liete di trovarmi qui. Probabilmente non sanno che sono lucido e adesso che ne ho l'occasione vorrei rivolgergli delle domande per provare a scoprire qualcosa di più sul loro conto, anche se non so proprio da che parte cominciare. Non faccio in tempo a rimuginare nella mia mente, quando una delle due afferma: "Ecco che sta per arrivare la tua fidanzata". D'un tratto una ragazza mi avvinghia tra le sue braccia e ci sciogliamo in un tenero abbraccio, mentre lei tiene la testa rivolta contro il mio petto, appoggiando la fronte sulle mie spalle. Avverto una forte sensazione di dolcezza e comprendo di trovarmi a contatto con l'archetipo dell'amore. E' una sensazione fortissima che ho provato forse solo in rare volte della mia vita. Cadiamo entrambi sul letto, continuando a rimanere abbracciati. Sebbene i miei sensi siano vinti da una simile dolcezza, la curiosità di Odisseo si impossessa ancora una volta di me e mi spinge a cercare di inquadrare il volto di questa ragazza, nella speranza che l'archetipo tradisca il suo segreto e mi riveli dietro quale sembianze, siano esse già conosciute, siano esse ancora inedite, si nasconde l'immagine dell'amore. Purtroppo il suo volto è coperto da una sorta di quadrato grigio che vuole ad ogni costo censurare il viso della fanciulla, impedendomi di intravederne perfino i capelli. E' come se l'inconscio volesse comunicarmi che dentro quella meravigliosa sensazione non esista ancora nessuna donna che ne possa incarnare le sembianze. E' un chiaro monito che mi invita a cercare l'amore in futuro, nella vita reale, sebbene in altri sogni mi sia già accaduto di incontrare creature angelicate di cui ricordo ancora le sembianze, ma che non ho mai visto nella vita reale. Su queste riflessioni il sogno sfuma, mentre godo del calore di quell'abbraccio.
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In volo verso il pianeta Terra

Messaggioda Citrato » 06/07/2016, 22:37

Mi trovo sul letto, ormai in procinto di addormentarmi. Entro in paralisi ed inizio ad avvertire delle vibrazioni. Di solito in questi casi riesco difficilmente a sfruttare la situazione a mio vantaggio e finisco per dimenarmi allo scopo di uscire dalla paralisi. Questa volta riesco invece a rimanere fermo e a lasciare pazientemente che le vibrazioni aumentino sempre di più fino a che non raggiungano il massimo della loro intensità. Mi aspetto che possa accadere qualcosa da un momento all'altro. Ecco che inizio ad avere delle ipnagogiche ad occhi chiusi: appare un punto luminoso nel centro del campo visivo a cui si aggiungono altri punti alla sua periferia che descrivono una sorta di cerchio. Ciascuno dei punti luminosi laterali è collegato al punto centrale per mezzo di raggi che diventano anch'essi luminosi. La figura geometrica che ne appare inizia a compiere un suo movimento, come se fossi entrato all'interno di un tunnel circolare contornato da codesti punti che a quella velocità si trasformano in ulteriori raggi luminosi. La visione che sto avendo mi rievoca quanto aveva teorizzato Susan Blackmore a proposito dell'esperienza del tunnel di luce circolare prodotto dai neuroni che si accendono a livello della corteccia visiva. Comunque percepisco ancora il mio corpo fisico sdraiato sul letto e non sono pertanto ancora completamente dissociato dalla realtà. D'un tratto esco dal tunnel di luce e inizio a viaggiare a grande velocità su di una sorta di vallata desertica in cui campeggiano montagne paragonabili a quelle del gran canyon. Lo scenario è comunque più simile ad un ambiente virtuale che ad uno reale, dato che i colori risultano particolarmente accesi e poco naturali. D'improvviso il volo si interrompe e mi ritrovo ad osservare una roccia che forma una sorta di arco che fa ombra sul deserto. Vedo apparire due personaggi dalle sembianze cartonesche: uno dei due assomiglia in maniera quasi fedele a Shrek, mentre l'altro personaggio ha anch'esso le sembianze di un animale antropomorfico avente una grossa testa di rinoceronte e indossante una sorta di corazza medievale dai colori sgargianti. Ecco che finalmente vengo trascinato completamente nel sogno, perdendo cioè il senso della mia corporeità fisica e ritrovandomi a volare come se fossi solo uno stato di coscienza immateriale. Mi trovo nell'orbita geostazionaria e sto atterrando verso il pianeta Terra. La visuale che ho davanti è quella di un mappamondo dove le sagome dei continenti, i colori che da quell'altezza ne compongono le sfumature dei monti e delle pianure, nonché il colore degli oceani che lambiscono la terra ferma appaiono assolutamente realistici. Non posso che meravigliarmi per una così fedele riproduzione della realtà. Stento quasi a credere che la mia mente possa davvero trovarsi capace di rappresentare una così fedele rappresentazione del nostro pianeta. Finisco quasi per persuadermi del fatto che l'esperienza che stia vivendo sia quella di un vero viaggio astrale e che quindi il mio corpo sottile si trovi davvero a viaggiare in qualche piano di esistenza parallelo. A questo punto però chiedo al mio inconscio di farmi giungere alle immagini originali che hanno dato vita a quella visione e d'un tratto vedo le figure di quel mappamondo trasformarsi in pixel che emanano colori cangianti ed estremamente luminosi, rendendo quello scenario ancora più suggestivo, fino a che non noto che tanto i continenti quanto gli oceani finiscono per assumere le stesse sembianze di una panoramica catturata da Google Earth. Riesco finalmente a cogliere i fotogrammi che la mia mente aveva inconsciamente registrato nelle varie occasioni in cui ho osservato il nostro mondo dall'alto grazie proprio al navigatore virtuale di Google. Mi sento molto soddisfatto perchè questa è la seconda volta in cui il mio inconscio ascolta la mia richiesta di risalire alle immagini originali che compongono una cornice onirica. La prima volta fu quando mi trovai di fronte ad un palazzo e vidi l'ologramma gigante del volto di una donna sporgere dalle finestre, scoprendo che trattavasi di una rielaborazione di un light show projection visto su youtube la sera prima. A questo punto vedo l'oceano atlantico formare delle creste circolari che si espandono come quando si lancia un sassolino in uno stagno. Mentre osservo questo spettacolo mi viene quasi da ridere perchè penso che se una simile cosa potesse davvero accadere, allora ogni cresta rappresenterebbe uno tzunami di immani proporzioni, capace di divorare interi continenti. Su queste riflessioni il sogno sfuma del tutto e mi ritrovo sveglio sul letto.
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Marley » 08/07/2016, 15:13

Bella cit! ;) bei sogni! soprattutto quello del pozzo! : Thumbup :
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Re: La rassegna dei miei sogni lucidi

Messaggioda Citrato » 08/07/2016, 20:33

Grazie davvero Marley, sono contento che ti piacciano. Grazie anche ad olrac per il suo like : Thumbup :
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False memorie, falsi risvegli.

Messaggioda Citrato » 17/10/2016, 2:06

Ricordo di aver sognato di trovarmi ad una festa in cui mi intrattengo allegramente in compagnia dei miei amici. Finita la festa mi reco a casa, indosso il pigiama e mi metto a letto. Prima di "riuscire ad addormentarmi" entra nella mia stanza un uomo avente un portamento simile a quello di mio fratello. Si tratta invece di Eros Ramazzotti(non chiedetemi il perché: apprezzo alcuni suoi brani, ma non è nella top list dei miei cantanti preferiti). Ho una falsa memoria e mi persuado acriticamente che possa davvero trattarsi di un mio consanguineo con cui ci conosciamo da sempre. Si siede accanto a me, sul letto, e mi dice di essere da poco tornato da una tournée musicale che ha riscosso enorme successo. Afferma anche che adesso può finalmente godersi il meritato riposo e che ha preferito tornare a casa perché aveva nostalgia di noi. Mi tratta con atteggiamento molto affettuoso e mi rivela di avere in mente l'idea di comporre un nuovo brano musicale e di voler trovare insieme a me le parole del testo. Rimango lusingato dalla sua richiesta e provo in modo emozionato a cercare delle parole, mentre lui mi canticchia un improbabile brano con il suo inequivocabile timbro di voce. Dopo un po' gli rispondo che dei due è lui l'artista e che pertanto non sono all'altezza di adempiere alla sua richiesta. A questo punto ci salutiamo e provo a chiudere gli occhi per riuscire finalmente ad "addormentarmi". "Mi sveglio" dopo un tempo indefinito e decido, ancora "insonnolito", di andare nella stanza da letto dei miei genitori per comunicare a mia madre che mio fratello Eros è tornato dalla tournée. Invece di mia madre, incontro la mia ex che comunque continuo acriticamente a considerare come fosse davvero mia madre. Dopo la notizia lei mi risponde che non ho alcun fratello che si chiama Eros e che ho soltanto avuto una falsa memoria durante un falso risveglio. Poi mi dice di essere preoccupata per me, poiché queste mie false memorie potrebbero essere il segno di uno squilibrio mentale. Mi riporta anche l'esempio di quanto è accaduto alla fidanzata di mio fratello C.(non ho alcun fratello che si chiama C., nella vita reale): la ragazza ha avuto un susseguirsi di false memorie che l'anno portata ad estraniarsi dalla realtà fino al punto di commettere suicidio. Per l'ennesima volta sono convinto sia dell'esistenza sia di C. che della sua fidanzata, come fosse un fatto da sempre risaputo, ma rispondo a mia "madre" che non deve preoccuparsi troppo, poiché questi fenomeni sono solo conseguenze collaterali della mia personale esplorazione onirica, e che rimango comunque con i piedi ben piantati a terra. A questo punto usciamo fuori di casa e ci ritroviamo in un grande parcheggio asfaltato e situato ad altissima quota, da cui posso osservare uno stupendo panorama boschivo che scende ripidamente fino ad un mare che chiude la linea dell'orizzonte. Nel parcheggio si trovano alcune roulotte da cui in alcuni casi scendono dei gitani e in altri persone che sembrano dei turisti. Infine, ci immettiamo lungo un largo stradone che scende ripidamente verso valle e nel frattempo noto mia "madre" che sostiene con entrambe le mani una gabbia per uccelli, all'interno della quale si trova una sorta di pernice dal piumaggio variopinto ed elegante. Nel frattempo ho tra le mani un pollo allo spiedo semicrudo che prendo voracemente a morsi, strappandone i lembi di carne, mentre continuo a camminare. Mi trovo nuovamente sul mio letto e rifletto sul bizzarro sogno che ho avuto, quando mi accorgo che il pulsante della ciabatta in cui attacco le spine del computer è rimasto acceso. Lo interpreto come una sorta di dream sign e comprendo finalmente di trovarmi all'interno di un lucido. Provo ad alzarmi dal letto, ma compio uno sforzo davvero sovrumano. Il mio corpo è pesantissimo (dovrei capire in questi casi che il modo migliore per muoversi è quello di fare delle affermazioni mentali, come anche suggerito da olrac). Ad ogni modo riesco a sollevarmi e mi dirigo nel corridoio di casa mia. Cerco di raggiungere la stanza alla fine del corridoio, dove posso notare la presenza delle porta finestra che da sul balcone. Tuttavia, mentre mi avvicino alla stanza non riesco a discernere l'ambiente urbano che si cela dietro la porta finestra, ma piuttosto vedo una luce bianca quasi accecante che crea una sorta di coltre luminosa che mi impedisce di guardare oltre le vetrate. Non appena raggiungo la stanza sento che ormai l'energia psichica si è quasi del tutto affievolita fino a che il sogno collassa completamente.


L'aspetto interessante di questo sogno non è tanto quello legato alla parte lucida, quanto al fatto che probabilmente il continuo incastonarsi di false memorie che vengono smentite da falsi personaggi reali, i quali finiscono per cercare a loro volta di innestarmi altre false memorie, non sia altro che il tentativo fatto dal mio inconscio di mettermi nelle condizioni di acquisire consapevolezza di stare sognando. Non potrebbe semplicemente provare a dirmelo chiaramente? : WallBash : : Chessygrin :
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