Era da tempo che aspettavo qualche sogno polposo per aprire un diario qui, e quello di questa notte mi ha convinto. È stato un sogno, o forse un incubo, perlomeno bizzarro.
26/06/2016
Mi sono addormentato all'1:30 circa.
Sono stato semisvegliato alle 3:30 circa da mia sorella, per tornare subito a dormire.
Mi sono svegliato per questo "incubo" alle 5:30, e poi ho iniziato a trascriverlo sul diario cartaceo.
Ommeoddeooo!
I ricordi partono da sogno avanzato.
Esco da un edificio basso, su un piano, simile alla scuola dell’infanzia del mio paese. Insieme a me ci sono mia madre e mia sorella.
Stiamo facendo ritorno verso casa, camminando lungo il marciapiede, quando questo seguendo la cinta dell’asilo compie una curva interna di fronte ad un cancello della recinzione.
Qui rallento poiché mi diventa difficile proseguire. Con me sto portando una sedia girevole blu (la mia sedia della scrivania) su cui sono appoggiati i miei vestiti, ma non riesco a far passare la sedia normalmente, spingendola sulle rotelle, poiché ci sono dei cassonetti.
Inizio allora a togliere i vestiti dalla sedia, ma il cancello inizia ad aprirsi.
Guardo verso quell’entrata, e una delle mie due parenti mi dice di spostarmi da davanti. Io mi muovo verso un angolo della curva, e rivolgo lo sguardo al cancello.
Dietro di esso, laterale al cancello, c’è l’edificio da cui veniamo. Da una porta laterale escono due persone, 1,60-1,65m, capelli biondo spento quella a sinistra, bruni-neri quella di destra, la seconda con evidenti problemi. Mi ricordavano una coppia madre-figlia del mio paese. La madre, quella di sinistra, leggermente più bassa, fuma una sigaretta, mentre per figlia non distinguo, ma sembra esca anche a lei un denso fumo chiaro dalla bocca.
Passate le due donne, dall’edificio di fronte al cancello esce un uomo.
Decido di non perdere più tempo e, lasciando i vestiti sulla sedia, la alzo e supero i bidoni. La alzo purtroppo troppo poco, facendo così toccare una maglietta nera con un cassonetto molto sporco. Rimetto allora la sedia sul marciapiede per controllare che la maglia non si sia rovinata.
Constato che è solamente un po’ impolverata, ma avverto una sensazione di sporco e penso ~:Compatisco i ragazzi giù:~ o similia. Inizio ad avviarmi oltre, ma dietro alla curva vedo il terrore: un uomo sul 1,70m scarsi, testa rasata, tarchiato, con un volto che ricorda solo subdoli. Lo riconosco come una di quelle persone insistenti che ti bloccano per strada e ti chiedono un offerta per qualche associazione.
La mia testa fa una cernita di tutte le persone così che ho già incontrato, ma non mi sovviene di riconoscerlo. Eppure sapevo che tipo era e cosa faceva.
Il tipo oramai ha bloccato mia sorella, quindi io e mia madre cerchiamo di evitarlo andando oltre, ma il tipo ci nota.
Noi andiamo avanti, ma intanto lui ha detto qualcosa come -:Dopo passo anche da voi.
Mentre ci allontaniamo il tipo inizia ad urlare “Ommioddioo, grazie. Ommiddio” e altre esclamazioni di giubilio.
Entrati in una via laterale poco avanti, ci fermiamo appoggiati ad un muretto, coperti da un ampio cespuglio. Mia madre inizia a frugare nella borsa e a tirar fuori oggetti. Io inizio a ridere, forse istericamente, e dico -:E pensare che io neanche ce l’ho con me il portafogli:- Allorché mia madre mi guarda, tira fuori dalla borsa il suo portafogli azzurro e me lo da, per poi dirmi di precederla a casa.
Io inizio a camminare velocemente, proseguendo nella via laterale.
Arrivo su di un cavalcavia immerso nel verde, e sento la voce del tipo urlare frasi del genere -:Ommioddio, grazie, queste, ommioddio, una, due, ommioddio:-. Penso abbia raggiunto mia madre.
Esco momentaneamente dalla scena, continuando a vedere il cavalcavia deserto, ma contemporaneamente e come se leggessi dei commenti scritti da qualcuno che seguiva la storia: “ommioddio xD”, “il bestemmiatore, il sacrilego”, “ahahaa questa non me la ricordavo”.
Ho inoltre un ricordo di me che racconto questa storia, come se questa avventura fosse tutto un ricordo di un avventura già vissuta.
Ritorno alla mia visuale dalla cima del cavalcavia. Qui mi sono fermato, forse perché stanco, forse perché sentivo qualcosa alla gamba (al risveglio era schiacciata e formicolava) e subito penso che devo rimettermi a camminare, ma soprattutto non devo girarmi.
Mi giro e lui è alla base del cavalcavia, viene verso di me ed urla -:Ommeoddeooo!
Mi sveglio di soprassalto.
Credo basti come primo sogno postato qui. Spero di riuscire a ricordarmene sempre di più, e sempre meglio.