Samoon ha scritto:Ohibò, cari sognatori!
Dopo circa due anni, sono tornato in pista più carico di prima!
Questa mattina ho acquistato un quaderno davvero carino, e credo sia inutile specificare che da questa notte diventerà il mio nuovo Diario dei Sogni!
Samoon ha scritto:Ma bando alle ciance - o era ciancio alle bande? -
Ciancio alle bande, sicuramente!
Samoon ha scritto:mi chiedevo in che modo voi altri sognatori strutturiate il vostro!
Io non faccio molto testo perché lo "compilo malamente", nel senso che non scrivo tutti i sogni ma solo il lucidi (lo so, lo so, non va bene!
) o al limite anche qualche sogno normale, quando particolarmente significativo per me, e altre cose, come ipna o considerazioni su tecniche e sperimentazioni e l'onironautica in generale, però partecipo volentieri alla discussione!
Samoon ha scritto:Non fraintendetemi, vorrei semplicemente sapere quali sono i campi che voi inserite in esso; come ad esempio la data, il giorno, eccetera.
Io segno solitamente la data, in formato giorno-mese-anno. Certo, questo se si vuole andare a mettere i puntini sulle i può essere un po' fuorviante... Se io ad esempio oggi scrivo un sogno sul diario porterà la data 30-12-2016, ma il sogno sarà necessariamente riferito alla notte del 29! Oppure no? Il sogno è mattutino? Allora è delle prime ore del 30? E così via!
In realtà preferisco mantenere la semplicità di riconoscere che uso la data del giorno in cui scrivo il sogno, poi va da sé che il sogno è riferito alla nottata appena trascorsa, iniziata la sera del giorno precedente e terminata alla mattina dello stesso indicato in data. Poi, per semplicità, spesso uso frasi come "questa notte ho fatto un sogno...", anche se spesso i sogni che ricordo sono quelli delle ultime REM, quindi l'espressione corretta dovrebbe essere "Questa mattina", ma si tratta di una semplificazione, anche dovuta al fatto che l'espressione precedente è poi quella più comune nel modo corrente di parlare, poi c'è anche da considerare che non essendo un cronometro umano
non posso sapere con certezza se il sogno che ricordo sia esattamente mattutino o meno, quindi l'espressione generale è da prendere come un'espressione "larga", in mancanza di dati più precisi; qualche volta invece ho dei riferimenti più precisi, dovuti a microrisvegli, quindi in quel caso annoto anche questo con precisazioni del tipo "probabilmente ultima o penultima REM, dato che bla bla bla...".
Quindi, data, a capo, breve introduzione di poche righe, poi la frase "Il sogno:" e vado a capo di nuovo e trascrivo il sogno. Mi piace che la trascrizione del sogno sia un paragrafo a sé stante ben distinto dalle considerazioni varie che posso aggiungere sul momento). Uso questo modo per distinguere l'introduzione dal racconto del sogno, dato che non uso i titoli (so che qualcuno ha l'abitudine di dare un titolo ad ogni sogno per caratterizzarli e memorizzarli meglio, è un'idea carina, ma quando ho cominciato non mi era venuta in mente per cui sono andato avanti così...). Al termine della trascrizione, se lo ritengo opportuno, vado ancora a capo e scrivo alcune considerazioni su aspetti particolari dello stesso.
Per la trascrizione uso dei colori di sfondo (è in formato digitale), in questo modo quando scorro il diario velocemente oppure rileggo un sogno, ho immediatamente le informazioni di base circa la "modalità" in corso nei vari momenti del sogno: uso infatti un colore per le parti non lucide, un altro per quelle prelucide e un terzo per quelle lucide. Può sembrare banale, perché uno può benissimo scriverlo nella trascrizione, a parole, il cambiamento, tipo usando frasi come "in questo momento divento lucido (o "prelucido", o "perdo lucidità", o qualsiasi cosa inerente), e infatti lo faccio, ma anzitutto rende il tutto più evidente (e facile da trovare quando ci sono molte pagine "neutre" tra un lucido ed un altro...), inoltre, queste notazioni alle volte possono sfuggire nella prima stesura e ricordare con precisione tali cambiamenti della nostra coscienza rileggendo un sogno a mesi di distanza può essere difficile: anche se i lucidi si ricordano generalmente meglio dei non lucidi, comunque i dettagli sono sicuramente più freschi in giornata, per cui evidenziando in colore le scritte al momento stesso della stesura fisso per bene l'andamento del sogno e questo rimane registrato per bene nel diario...
Samoon ha scritto:Non che io non sappia come si faccia.
Mah, è sempre bello confrontarsi, il diario è un po' la tecnica base di tutti noi e sapere come ognuno lo tratta può essere di interesse per tutti!
Samoon ha scritto:Inoltre mi piacerebbe sapere come voi facciate a riconoscere quando un sogno termina e ne inizi un altro.
Intendo dire: è possibile che un sogno cambi totalmente trama e, una volta svegli, crediamo siano due sogni distinti e separati?
Vi faccio questa domanda perché tempo addietro annotavo circa otto sogni - lunghi - a notte.
Apri una questione complessa, Samoon!
Tempo fa se ne era fatto un intero topic apposito, su quest'argomento, proprio perché non è affatto immediato! Parto col condividere con te il dubbio, perché anzitutto nessuno, nonostante i sogni siano presenti nella cultura umana da millenni, si è mai premurato di definirne in tale modo i limiti... Questo cos'è, due sogni oppure un sogno in cui cambiano trama e scenario? Chi potrà mai rispondere ad un quesito simile?
Se vogliamo aggrapparci a qualcosa potremmo definire il sogno come l'attività psichica REM e allora avremmo grossomodo quattro o cinque sogni a notte... Però spesso si definisce come sogno (il classico "ti racconto un sogno che ho fatto questa notte" ad un amico-conoscente) come una trama, un episodio "chiuso" e coerente in se stesso... Allora si potrebbe, sulla base di ciò, concludere che quando la trama e lo scenario cambino si sia passati ad un sogno successivo... Si ma... Se non c'è stata soluzione di continuità dell'attività onirica nel frattempo? Allora è lo stesso sogno, etc... Non se ne esce più!!!
Io, per comodità, ho preso l'abitudine (anche se non sempre) di usare la parola "episodio", intendendo con questo la parte in cui trama e scenario rimangono coerenti. SI passerà quindi da un "episodio" all'altro, perché in realtà non ho la certezza se i due (o più) siano tutti insieme senza interruzione dell'attività onirica tra uno e l'altro, oppure se siano proprio riferiti a momenti diversi e staccati tra loro. Come potrei ricordare con tale precisione questi dettagli? Quindi, quando ho un singolo "episodio" da scrivere, uso l'espressione più comune al nostro parlare e uso pertanto la parola "sogno" (preferisco usare termini semplici e generici quando non dispongo di informazioni più precise), mentre, quando ho più storie diverse che ricordo le indico rispettivamente col termine di "episodi", glissando sulla questione "un sogno vs più sogni", che non sarei in grado di risolvere...
Samoon ha scritto:Bene, scusate per queste banali domande, trovatelo un modo per chiacchierare un po', è da tanto che non vi sento!
Buona giornata e buone feste!
Nientaffatto banali, e bentornato, Samoon!