Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Diario dei SL di Atreiu

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda Atreiu » 14/01/2021, 22:42

Aaah mi dispiace, non sono più entrato nel forum. Se rientri in chat fammi sapere.

Ma invece, sai per caso di qualche gruppo Telegram di Onironauti?


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Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda Atreiu » 14/01/2021, 23:12

13/01/21 - Miss Red Chain.
Diario onirico/Reality checks/Meditazione
Livello di lucidità 4/10
Sono a letto con una donna, avrà una trentina d’anni. La luce di una forte giornata di sole ci illumina dall’esterno attraverso la finestra semi aperta alla nostra sinistra. Lei ha i capelli tinti di un rosso scuro, ha del rossetto sulle labbra del medesimo colore e porta solo degli slip che lasciano a desiderare.
La stanza è quella di mia madre, siamo stesi al contrario rispetto a come lei ci si addormenta normalmente.
Mi sta parlando, è molto espansiva ed è felice. Mentre mi parla sporge leggermente le spalle e il petto verso di me, in questo modo riesco a vedere meglio il suo occhio destro; mi accorgo di un cristallo luccicante e arancione, che è dove normalmente dovrebbero essere l’iride e la pupilla. Penso subito di fare un test di realtà. Sono un po’ restio a farlo davanti a lei, poi penso che se fossi davvero in un sogno non dovrebbe importarmi di chi mi ritrovo davanti, e tra l’altro adesso stiamo addirittura parlando di sogni lucidi, quindi lo faccio. Ridendo dico:
“Ecco, ora sto facendo un test di realtà ad esempio” allontanandomi un pochino per avere spazio e avvicinare le dita al naso.
Lei dice “ma che fai...”, un sorrisetto stampato sul volto e uno sguardo che lascia ad intendere un “ma ti sei rincoglionito?”.
Cerca di ignorare il tutto e di riavvicinarmi con fare ammaliante. All’inizio del test di realtà non riesco a capire subito se funziona o meno, ci metto un po’ per assicurarmi di tappare davvero il naso senza farci entrare l’aria, e mentre faccio i miei tentativi mi prende in giro, è chiaro che vorrebbe che smettessi e che mi concentrassi su di lei. Faccio un espressione del tipo:”Ecco! Visto? Ora ad esempio, sono in un sogno!”, dopo un RC finalmente ben riuscito.
Ora la donna si stende completamente sulla schiena e fa per ospitarmi tra le sue gambe, la sua voglia di sesso è chiara. L’idea mi attira, poi rifletto: è un modo del PO per distrarmi dalla lucidità. Così le dico di dover andare in bagno, che trovo poco illuminato. Mi ripeto:”sono lucido, SONO LUCIDO” spalancando gli occhi.
Mi avvicino al lavandino, penso:”si okay sono lucido ma adesso cosa faccio? Ora me ne volo da qui, poi ci penso meglio”.
Sento la testa scoppiare dai troppi pensieri e una sensazione fastidiosa simile a un forte dopo sbronza, accompagnata alla ormai familiare sensazione di star perdendo lucidità.
Spalanco la finestra e ci salto su, ritrovandomi automaticamente sul finestrone della stanza da letto di prima. La donna, sempre mezza distesa sul letto di fronte a me, mi minaccia, dicendomi che se mi lancio e la lascio lì tutta sola allora lei mi sveglierà, e può farlo perché ha il mio cellulare vicino.
Mi sento in trappola, non mi passa nemmeno per l’anticamera del cervello che è letteralmente impossibile che lei mi svegli, che dal sogno non può controllare il mio cellulare reale, che lei non esiste.
La lucidità che mi resta mi porta ad optare per
ucciderla, quindi inizio a pestarla pensando intensamente che fosse nient’altro che una proiezione onirica, immaginandola come un cuscino o una bambola di pezza gigante.
Adesso ha tanti lividi sul lato sinistro del volto, che si copre perfettamente con i capelli mentre in stanza subentra mia madre. Vuole sapere cosa stiamo facendo, apre i tanti quaderni che sono sul letto. La donna dice:”stavamo studiando”.
Mamma è tanto attratta dagli esercizi di prima elementare che sono su questi quaderni, segue col dito quasi ogni lettera scritta a matita, in corsivo.
Le dico qualcosa del tipo:”ma che fai ma’? non ti sei mai interessata, perché ora lo sei così tanto?” Prendendola un po’ sul ridere.
Ci ritroviamo ad un tavolata con amici e parenti e c’è ancora questa donna seduta accanto a me. So ancora di star sognando.
Lei mi mostra il cellulare e fa per attivare la sveglia, in quel frangente sento davvero il suono della mia sveglia e vedo per la durata di un flash istantaneo tutto il sogno oscurarsi e cancellarsi mentre mi fiondo prepotentemente su di lei per afferrare il telefono e spegnerlo, ma invece di svegliarmi, lo scenario cambia, e la donna vince nell’obbiettivo di farmi perdere completamente lucidità.

Piccola considerazione personale: non avevo mai avuto a che fare con un PO così fastidioso.

Piccola domanda: mi sembra di star riuscendo ad avere sogni lucidi abbastanza regolarmente, qualche consiglio per aumentarne la lucidità?


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Re: Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda OnironautaSbadata » 17/01/2021, 19:53

Ciao, no non conosco nessun gruppo Telegram, solo Facebook.
Fammi sapere, io sto cercando di entrare in chat verso sera.... : Chessygrin :
Ps. Sul tuo ultimo sogno: si dice che l'inferno non conosca la furia di una donna rifiutata : Twisted : ecco :lol:
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Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda Atreiu » 29/01/2021, 21:51

Sogno lucido 20/01/21 - Parassita
Fermo col diario onirico e i RC da due giorni. Mindfullness durante il giorno e prima di addormentarmi.
Livello di lucidità 4/10
È giorno. Sono in un edificio mezzo abbandonato e sto cercando i bagni.
Dentro a uno di questi scorgo una ragazzina bionda e sanguinante. Inizia ad inseguirmi.
Esco dall’edificio, fuori c’è uno spazio molto ampio, sembra il parcheggio. Più avanti, oltre una scalinata in discesa c’è un grande capannone sopra il quale giace la testa di un cane bianco e nero.
Vorrei raggiungere quel capannone ma sulle scale tra me e l’obiettivo c’è la ragazzina che non aspetta altro che io scenda per lanciarmisi contro.
Ci vado lo stesso ed ecco che mi blocca. Iniziamo nuovamente l’inseguimento. Qui capisco che è un sogno e provo a farla sparire in tutti i modi. Mi volto dicendomi “non c’è più” ma poi me la ritrovavo davanti. Ci vado dritto in contro, di testa, accogliendola simbolicamente dentro il mio corpo, per accettarla più che scappare da essa e dapprima ho avuto la sensazione che si nebulizzasse ma poi si è rimaterializzata.
Ho provato poi a lanciarla come se fosse una bambola di pezza oltre il muro che recinta questo luogo, ma il lancio è stato poco forte ed è atterrata a qualche metro di distanza, si è rialzata e ha ricorso verso di me e io mi ritrovo di nuovo a scappare da lei.
Trovo delle scale che vanno verso degli sportelli di metallo che si girano su se stessi per accedere alla metro sottostante. Mi fiondo lì e volontariamente sposto l’attenzione sulle persone chiedendo loro informazioni ma solo per far sparire la bambina cambiando contesto, ma questo mi fa perdere lucidità.


Lucido 29/01/21 - Wonderland
Nessuna tecnica dal 18/01/21. Solo meditazione Mindfullness aggiungendo istintivamente una delle tecniche descritte nel libro dello “yoga del sogno e del sonno” senza però l’obbiettivo di avere un sogno lucido e non pensandoci minimamente.
Livello di lucidità 9/10

Sono steso sul letto di camera mia con un’artista che vuole farmi ascoltare un suo pezzo. Lui è in piedi alla mia sinistra e la stanza è pervasa da una luce blu, immagino lui l’abbia impostata per farmi entrare nel mood più adatto alla sua canzone. Il mio cane vuole salire sul letto, ma noto che ha la zampa sporca di terriccio. Non voglio impedirgli di salire quindi faccio per pulirlo ma non ho l’occorrente per farlo.
Siccome voglio ascoltare il pezzo rilassandomi come si deve, quando l’artista fa partire la base gli chiedo di fermarla, giusto il tempo di andare a prendere ciò che mi serve e tornare per rimettermi comodo insieme al cucciolo e sentire la canzone senza distrazioni.
Esco dalla stanza e arrivato in strada so chiaramente di stare sognando.
È una bellissima giornata e mi sento in pace. Il sole è alto e risalta i colori intorno.
Sono su una strada che non conosco. Mi passa davanti qualche macchina lenta irrompendo gentilmente nel silenzio, coprendo per un attimo il canto di qualche uccello in lontananza e il suono di un venticello estivo e leggero. Vedo la strada salire verso l’alto alla mia sinistra, dietro di essa c’è una montagna un po’ sbiadita dalla distanza. Di fronte a me, oltre la strada, c’è un edificio di un bianco splendente incastrato in mezzo ad altri. Sento una sensazione di formicolio tutta intorno alla testa, mi concentro per accoglierla, le permetto di rilassarmi.
Qui inspiro profondamente, assorbendo gli odori e i suoni e mi sembra di essere capace di rallentare il tempo, l’aria che entra nei polmoni è così reale... ho la sensazione che tutto si sia fermato per un secondo, sono in meditazione e godo di ogni attimo, mi sento consapevole più che mai.
Faccio per muovermi verso destra e mettermi in volo, ma una sensazione mi dice che per continuare a mantenere la lucidità devo tornare indietro, nel posto in cui ero prima che uscissi all’esterno. Come se più che essere io a ricercare la lucidità, fosse lei a richiamarmi in dei punti precisi.
Il palazzo da cui sono uscito non è più casa mia; è diventato un breve, impreciso e spazioso tunnel che porta ad un altro posto esterno che decido di raggiungere, ma prima voglio istintivamente cambiare il grado di luminosità del sogno. Aggancio quindi lo sguardo sulla parete bianca dell’edificio di fronte, quello oltre la strada, e mi concentro su di esso sentendomi molto lucido, calmo e rilassato. Sento di avere tutto il tempo del mondo.
Immagino quindi l’atmosfera serale, le stelle, il buio e mi volto per proiettarlo verso il luogo esterno oltre il tunnel, ma scorgo ancora il giorno e i raggi solari che picchiano contro le sue pareti finali.
Ci riprovo concentrandomi ancora una volta e richiamo mentalmente il concetto di “notte” e mi rivolto indietro per farlo apparire.
Sembro esserci riuscito: nel punto in cui il sole riesce ad entrare nel tunnel, dall’altra parte di quest’ultimo, vedo i raggi luminosi sparire gradualmente all’indietro, come serpenti che strisciano nella propria tana per nascondersi.
La luce lascia il posto alle ombre e un alone di confortevole oscurità fa ora da sfondo al luogo che sto per raggiungere. Ora sembra effettivamente essere diventato sera lì, con il cielo buio e qualche stella qua e là anche se riesco a vedere poche cose perché da qui è come un lontano e piccolissimo quadro.
Provo una gioia immensa per il mio grado di controllo, e permetto alla medesima emozione di fungere da calcio per spingermi in volo, finalmente verso quel luogo che mi stava tanto richiamando.
Volo compiendo delle piroette in orizzontale, poi avanzo come se fossi un tritone nell’oceano, con gli stessi andamenti di un delfino felice.
Mi accorgo di avere uno zaino alle spalle che mi fa stare un po’ più propenso verso sinistra.
Superato il tunnel, sbuco in una sorta di chioschetto circondato da quattro palazzi. C’è di nuovo il sole e nonostante i miei precedenti tentativi di richiamare la notte sono felice che ci sia perché è un sole speciale, brillante ma gentile, forte e rilassante, sento che mi da un leggero stordimento piacevole. Il cielo è di un azzurro chiarissimo e risalta i colori vivaci di uno dei palazzi su cui sono affacciate due signore carine, che dai balconi degli ultimi piani curano le loro piante e i loro fiori chiacchierando tra loro.
Appena accanto ai balconi di queste due signore c’è una statuetta che spunta dal muro, è una specie di Gargoyle, di quelli che si possono vedere solitamente sugli edifici medievali o quelli di Notre Dame, ad esempio.
Il dorso del Gargoyle è piatto e abbastanza spazioso quindi volo fino ad esso e mi ci siedo a cavalcioni, col petto rivolto all’edificio e le spalle che danno sui palazzi intorno.
Il calore del sole mi fa essere sonnolento ma attivo allo stesso tempo, rilassato ma vigile, sono nel mood perfetto per farmi due chiacchiere con le due signore.
I tetti rosso pastello e le pareti di un giallo vivace sullo sfondo del cielo migliorano queste vibes particolari. Ho come l’impressione di essere nella dimensione del Paese delle Meraviglie, le signore in questo caso mi riportano a Pinco-Panco e Panco-Pinco. È tutto così perfetto e bizzarro da sembrare finto, e lo è!
La signora del balcone appena accanto a me, alla mia destra, è leggermente in carne e ha i capelli lisci e neri e porta una maglia del medesimo colore su cui riflette un raggio di sole e posso sentirne il calore da qui (sono a un metro circa di distanza) mentre quella del balcone appena accanto al suo ha gli occhiali, i capelli corti e un po’ ricci e porta una maglia rosa o forse verde.
Quest’ultima mi rivolge la parola:
“Ah, ciao! Vedo che anche tu stai alloggiando all’hotel in riva al mare.”
Io:”E lei come lo sa?”
“Perché hai il biglietto...” dice indicando un cartello rosso che ha sul petto a mo’ di spilla “Proprio come noi!” Conclude.
Non controllo se ce l’ho anche io, in compenso mi guardo indietro riflettendo sul fatto che più in là c’è il mare, e che potrei andarci.
Mentre continuano a parlare, penso al fatto di essere lucido ma senza quel senso di urgenza che sentivo nei lucidi scorsi, mi sento presente a me stesso e penso “wow, è praticamente la stessa cosa dell’essere in meditazione mentre si ha a che fare con le persone nella vita reale”.
Al centro dei balconi delle due signore c’è un altro Gargoyle ma è più sporgente di quello su cui sono seduto, e sopra di esso c’è un essere su cui il mio sguardo si sofferma per un bel po’.
La sua forma sembra essere quella di un gatto nero steso con la testa alta a sorvegliare il mondo, ma il suo collo è più lungo e sottile di quello dei gatti normali, quasi come se fosse il collo di un cigno, quindi ha la testa molto piccola, senza le orecchie e senza occhi. Al posto degli occhi c’è soltanto una bocca rosa che sembra essere di gomma e forma una precisissima O. Gli occhi però non sono del tutto assenti, perché si trovano sul lato destro del corpo e sono occhi umani senza palpebre. Mi stupisco un po’ del fatto che la cosa non risulti troppo strana per me.
Le due donne continuano a parlare e io penso a quanto sia assurdo che tutto ciò che vedo, che si muove o che sembra avere un’intelligenza propria in realtà sia solo una parte di me. Mi accorgo di altri Gargoyle disposti intorno agli edifici e noto che sono un po’ arruginiti, spero di non cascare di sotto ma è bastato pensarlo per farlo accadere. Atterro sul morbido di una siepe senza piante.
Alla mia sinistra c’è un’altra signora, o una delle due di prima, o un mix di entrambe.
Scorgo anche quello che non riesco a definire ma che sembra essere un cane o un gatto più grande della media, nero. Accanto c’è un gatto beige, anche lui un po’ più grande di un gatto normale, sembra un gatto dalla statura di un cucciolo di tigre. Questi due mi passano molto vicini, il cane/gatto sbiadisce e va via. E di nuovo stringo la consapevolezza che le siepi, il palazzo, gli animali e le signore sono tutte delle parti di me, con un leggero senso di stupore. È come guardarmi allo specchio.
Il gatto beige fa per allontanarsi, gli accarezzo il pelo lucido, liscio e caldo. Noto che gli manca l’occhio sinistro.
La signora presente mi dice “ecco, lui è ferito perché ha passato tante cose, quindi ora è abituato a fare molta attenzione” Il gatto passa accanto a una pianta di rose povera di rose e piena di spine, scansandola con agilità. “Ecco, vedi? È con quelle spine che ha perso l’occhio”
Vedo un immagine in bianco e nero emergere da un lago che subentra probabilmente da un altro scenario. L’immagine è sfumata e prima che potesse diventare nitida e capire cosa ritraesse mia madre mi sveglia.



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Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda Atreiu » 05/02/2021, 18:13

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Re: Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda Atreiu » 28/09/2021, 1:52

Ciao a tutti!
Ho avuto il mio terzo lucido ed è il 15esimo giorno di allenamento, ora vorrei concentrarmi sull’aumentare la lucidità. Riesco a mettere in dubbio la realtà onirica, ma cosa devo fare per indirizzare le energie verso l’aumento e il mantenimento della lucidità?
Riporto sotto i sogni.

Primo:

Sera, soggiorno di casa mia.
L’abitudine di fare i test di realtà durante il giorno funziona: mi tappo il naso per respirare e ci riesco.
Mi faccio prendere dalla frenesia e corro subito in camera mia. Salgo in piedi sulla finestra dopo averla spalancata completamente. Sento la pioggia leggera. Mi guardo la mano destra per essere sicuro di non stare per suicidarmi: l’anulare e il mignolo sono deformati.
Mi lancio e mi impongo di scendere lentamente, e per fare questo chiudo gli occhi, quando li riapro sono nel mio letto.

Secondo:

L’ho indotto grazie a una tecnica trovata qui che consiste nello scrivere 30 volte su carta un mantra di induzione. L’ho svolta durante un risveglio notturno.
La chiarezza è poca, sono in un posto abbandonato e mi rendo semplicemente conto di essere in un sogno senza il bisogno di test di realtà.
La prima cosa sulla quale mi concentro è cambiare l’approccio avuto nel sogno precedente, quindi resto calmo e cammino lentamente amplificando i sensi, prendo un mattone tra i vari muri crollati e lo annuso. Poi vedo un passaggio circolare nella parete che mi ritrovo di fronte. Posso vedere degli spiragli di luce esterna che entrano nella stanza che si trova dall’altro lato del passaggio. Mi sveglio mentre lo attraverso, sbucando in camera mia.

Terzo:

Mi sono deciso a provare la MILD che ‘sta mattina ho avuto un risveglio delle 05:30 senza motivo.
Insieme alla mild ci ho aggiunto un bel pezzo di grana padano il quale aumenta la memoria e la chiarezza dei sogni (cosa che ho letto qui e che ho già sperimentato).
Sono a tavola in un ristorante con amici. Si aggiunge al nostro tavolo una specie di giornalista che registra tutto ciò che diciamo riguardo a Laura Pausini in Iraq che vive attaccata a una macchina che pompa il sangue al posto del cuore (WTF).
Penso “questa è una cosa che non accade tutti i giorni, faccio un test”. Prendo il mio orologio da taschino (che ho sempre con me e uso come RC) e guardo i numeri che risultano confusi, per esserne sicuro mi tappo il naso. Accolgo la conferma: sto sognando. Mi alzo dal tavolo con calma, mi viene offerto un cicchetto di qualcosa mentre mi sposto, lo rifiuto ed esco fuori. C’è un bel sole, tanti colori e vestiti variopinti, una musica allegra di sottofondo, forse sono in India. Faccio un gran sospiro di sollievo. So che tutte le persone che mi circondano e che mi passano davanti sono dei PO, corro spedito al centro della strada. Ricordo di strofinarmi le mani per stabilizzare il sogno. Sulla strada compare un ragazzo truccato e vestito come un indiano d’America in groppa a una creatura felina bianca e gigante. Il ragazzo mi guarda sorridente, la sua faccia sembra quella di un giocattolo. Qui già perdo gran parte della lucidità, perché con un balzo salgo dietro di lui ma mi rendo conto che sta pensando di non avermelo chiesto, quindi mi sento in colpa e scendo da lì...
Qui avrei dovuto riprendere la lucidità, ma un po’ di quella frenesia della prima volta ritorna:
Vedo un gruppo di indiani sulla sinistra davanti ad un kebabbaro, fanno yoga. Per aumentare la lucidità, penso che in realtà sono sul mio letto, e a questo punto credo di riuscire a percepire che il respiro che sento nel sogno è proprio quello del mio corpo steso nel letto, ma questo probabilmente non ha funzionato.
Mi avvicino allegramente agli yogi mettendomi al centro del gruppetto. Pratico yoga nella vita reale, quindi ne approfitto iniziando ad inarcare la schiena all’indietro, e già che mi ritrovavo in un sogno ho pensato fosse bene superare i limiti, ma la poca lucidità mi spinge ad avere paura della comparsa di un mal di schiena, e mentre lo faccio chiudo gli occhi.
Mi sveglio.

Epic fail: ho il pieno controllo del mio corpo scagliato nel cielo più azzurro. Riesco ad avere una padronanza spiccata del volo e riesco a decidere qualunque direzione e in ogni momento. Quello che penso è:”LA PROSSIMA VOLTA CHE SOGNO DEVO FARE ESATTAMENTE COSÌ!”
Sul serio?

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***


10/12/20 - Autoprigionia.
Pisolino delle 17:00.
Diario onirico/Mild
Livello di lucidità 3/10.
I pacchi gialli di un mio amico a distanza sono arrivati, posizionati sopra la mia valigia. Eccitato, inizio a scartarli. Lui intanto è al telefono. Mi rendo conto che è un sogno.
Mi ritrovo nel mio letto, una via di mezzo tra casa mia e l’hotel nel quale sto alloggiando. Respiro attraverso le narici tappate.
C’è qualcuno con me, che prima mi ha incitato a provarci.
“Vedi?”
Lo faccio più di qualche volta per esserne davvero sicuro. Esulto. Mi impongo di percepire bene la stanza mentre mi alzo dal letto. Il colore predominante è il grigio.
C’è un ostacolo con le lenzuola che mi ha impedito due volte di superare il letto.
Faccio fatica a fare i movimenti e sembra che parte della mia visuale sinistra sia danneggiata. Mi dico che posso usare comunque quella restante ed ignorare la difficoltà nei movimenti. Mi accorgo dal vetro delle finestre che fuori c’è il mare ed è piuttosto agitato. È quasi l’alba. Un desiderio ancestrale mi spinge ad uscire per sorvolare le onde, ma scavo tra i ricordi per capire quale deve essere la prossima mossa del programma prestabilito da sveglio, ammutolendo la naturalezza e l’istinto.
Cerco una parete libera per provare a far apparire una porta verde alle mie spalle e usarla per viaggiare nel tempo.
Penso di farlo attraverso le ante degli armadi dell’hotel ma niente: mi impongo di seguire alla lettera ciò che mi ero imposto di fare, limitandomi.
Dopo essermi ritrovato di nuovo a letto, attraverso con fatica ancora una volta l’ostacolo delle lenzuola.
La stanza diventa sempre più simile a casa mia. Raggiungo la cucina che è ben illuminata.
Ora riesco a muovermi bene, finalmente. Quando mi volto senza concentrarmi ma solo per provare il movimento, vedo il mio riflesso sfocato sulle mattonelle lucide e bianche della parete. Mi volto una seconda volta, provandoci davvero, scoprendo le porte scorrevoli dei balconi di casa mia. Lo prendo automaticamente come un fallimento (anche se sarebbe potuta essere una vittoria) perché do per scontato che io fossi sempre stato lì davanti o che ci fossero sempre state anche se prima non c’erano. Sento la lucidità scivolare tra le dita.
Io continuo a volere la porta verde.
Ci riprovo con più concentrazione. Resta sempre quella frenesia di sottofondo che mi spinge al volo sulle onde e a cedere al loro ammaliante, lontano richiamo.
Intanto sul letto di fianco a quello dal quale mi sono alzato continua ad esserci la presenza iniziale.
All’ultimo tentativo, immagino bene la materia di legno verde della porta che voglio far apparire, e finalmente la vedo, ma è dietro gli strati di vetro opaco del balcone. Tolgo gli strati uno alla volta, spostandoli in ogni direzione freneticamente. Scopro che quella che ho fatto apparire è una porta debole e bucherellata che si alza e si abbassa con una corda sottile, ma nemmeno completamente, e sembra stia per cadere a pezzi. Dietro, una donna canta musiche neomelodiche coi capelli al vento, la carnagione scura, con una tuta corta viola e aderente. Nel mentre si fa riprendere col cellulare dalla figlia. I denti posteriori leggermente anneriti.
Per tutto il tempo ho avuto il desiderio di gettarmi verso quel mare e volare libero, e dopo questo fallimento finalmente mi arrendo e decido di dare sfogo a questo ardore, superare le finestre e sfrecciare sopra quelle creste grigie e turbinanti.
Ci sono quasi. Le onde sono grandi e bellissime, hanno un’aura in controluce blu/violetta, sembrano diamanti sciolti. Rimango affascinato per un attimo. Mi accorgo di aver svegliato mia madre, che accende le luci, e il tizio che era sul letto accanto diventa mio fratello. Mia madre dice qualcosa. Faccio per lasciarmela alle spalle, di lanciarmi sopra quelle criniere bellissime, ma prima di raggiungerle, mi sveglio.

***

13/12/20 - La Tela Onirica.
Melatonina.
Livello di lucidità 7/10.
C’è un sole limpidissimo.
Sono sul set coi ragazzi del cast. Dobbiamo girare in un posto medievale, credo, c’è tanto muschio, mura scure e sgretolate intorno.
Ci spostiamo su un precipizio che da sul mare, molto ampio e ha la forma di un quadrato. Si palesa improvvisamente quello che sembra essere un cavaliere biondo con un arco. Dice che dobbiamo stare attenti perché inizierà a scoccare le sue frecce contro un suo amico per ucciderlo e le probabilità che possa uccidere anche noi sono alte.
Quando comincia a scoccare, iniziamo a correre a caso, dapprima penso stia scherzando o comunque che le frecce non uccidano davvero, o che è una specie di gioco che fanno tra loro, ma ogni volta che il suo amico ci passa vicino noi dobbiamo accovacciarci o nasconderci alla bell e meglio perché le frecce si fiondano davvero nelle rocce intorno e nel prato.
Il suo bersaglio si avvicina, mi nascondo dietro il primo tronco d’albero che trovo. Riesce a prendere il malcapitato e lo uccide. Resto allibito. Ora sta puntando me. I suoi occhi glaciali nei miei. Scocca la freccia. Mi prende di striscio. No. Mi ha colpito al fianco sinistro, dietro la schiena, in basso. Scappo verso destra. “Perché punta me?” Chiedo a me stesso e a qualcuno del cast che mi passa svelto vicino. “perché io devo essere il secondo?”. Strappo via la freccia dal corpo, svelto. Nessun dolore. Corro più che posso quando vedo una striscia di mille frecce dalla punta gialla venirmi contro, veloci.
Senza riflettere, arrivo spavaldo al limitare del precipizio, mi lancio nel vuoto, sopra il mare sottostante, tuffandomici a pesce ma spalancando le braccia.
Mi sono lanciato da un punto davvero alto, me ne rendo conto ora che guardo verso il basso nella frazione in cui il mio corpo sta compiendo a rallentatore l’arco iniziale del lancio. Vedo i riflessi del sole su qualche onda, che intanto tramonta, poi mi accorgo di migliaia di gradini che dal basso arrivano fino al punto da cui mi sono lanciato, da qui sono minuscoli.
Sempre nella frazione iniziale, penso:”e ora cosa faccio? Mi sono lanciato, è sicuramente stata una scelta geniale perché non potevo fare altro...
ora mi aggrappo alle scale? sono lontane...
spero che il tipo non mi stia ancora puntando. Potrebbe ancora prendermi” alla fine di questo dialogo interiore mi rendo finalmente conto di stare sognando.
Volo. Libero. Sopra un lontano specchio d’acqua che inizia a diventare rosso/rosa e che si espande sotto di me a perdita d’occhio.
Dapprima mi lascio andare alla casualità del corpo, poi mi diverto tantissimo provando e riprovando, testando come uno scienziato le mie capacità di controllo del volo.
Sapevo già di aver capito il metodo perfetto per volare, grazie ad altri lucidi, ma ora sembro completamente arrivato alla consapevolezza suprema.
Quando sfreccio verso il basso e temo di cadere troppo, riesco a fermarmi con precisione centrandomi e richiamando/percependo bene il corpo e l’energia stabile che lo sorregge.
Quando sfreccio in avanti e mi fermo di botto, nessun segno di instabilità. Vado verso destra o sinistra in modo pacato, controllato e mi fermo anche qui con una precisione spaventosa.
Per un secondo penso di aver intravisto delle linee verticali ed orizzontali appena dietro il panorama che sto sorvolando, tipo le linee dell’equatore, o lo scheletro che sorregge la tela onirica.
Il contesto cambia.
Sto volando dentro al mio quartiere. È sera.
Mi sto ancora divertendo con la mia nuova, amatissima skill.
Mi avvicino a un punto alto dell’edificio che prima era in rovine ma che ora è un distretto, solo che qui è rosso. Mi avvicino molto e per un secondo faccio in modo che una delle sue pareti sia la mia unica fonte di sostegno percependo in modo chiaro le due fette di energia sotto le piante dei piedi sgusciare via da esse privandole di stabilità. Poi penso che non devo preoccuparmi, che posso lasciare la presa, lasciarmi cadere nel vuoto e richiamare l’energia intorno al corpo subito dopo, dopo solo un secondo senza far durare troppo la discesa ed evitando, così, di sentire quella sensazione fastidiosa di caduta libera.
E così faccio. Lascio la presa. Cado per un metro circa, e un secondo dopo sto galleggiando nell’aria con la piena tranquillità e il pieno controllo. Continuo a volare tra i palazzi, ma da questo punto i ricordi vengono meno perché penso di aver volato in un altro scenario completamente diverso e per cui perdo completamente e drasticamente lucidità.

***

Data non identificata. - Silenzio.
Diario onirico/Visualizzazione per un rilassamento profondo prima di addormentarmi.
Livello di lucidità 5/10.
Sono in un salone gigante con tante porte alle pareti e ci sono tante persone. Sono con M, un’amica delle medie, mi rendo conto di star sognando. Subito lo dico a lei, ma non reagisce.
Guardo tutte le persone, che ora sono tantissime e fanno un casino assurdo. Lancio un urlo molto forte per farli sparire. Tutti vanno a nascondersi nelle porte, l’eco del suono che sfuma gradualmente dei loro passi veloci è rilassante. Ora lo spazio è libero e silenzioso. Finisco in una delle porte. Entra qualcuno che cerca di farmi perdere lucidità. Lo schiaccio e lo accartoccio sotto di me, calciandolo con la pianta del piede sinistro.

***

28/12/20 - La [P]orta.
Nessuna tecnica o annotazione da Giovedì 24 dicembre.
Livello di lucidità 6/10.
Sveglia impostata 5 ore dopo l’addormentamento per tentare la Wild ma con resa dopo 10 minuti circa.
Risvegliato alle 12:00.
Siamo in un quartiere abbandonato con tanti grattacieli in rovina, è una gita scolastica. All’entrata c’è la porta della mia stanza sul pavimento.
So che il luogo brulica di zombie, e diventa una fuga e una lotta tra noi e loro.
Si fa sera, resto da solo. Ho il telefono al 12% di batteria e un’altra fonte di illuminazione tecnologica che ora non riesco a identificare che invece è al 2%. Prego Dio (non sono credente), scendo le scale, un senso di terrore si propaga gradualmente nella gola. Non trovo l’uscita, e quando la trovo riguardo la porta di camera mia a terra, penso che almeno avrebbero potuto metterla in un posto migliore che buttata lì, resta comunque un ricordo del mio passato (è la porta di una camera in cui vivo ancora). A questo punto faccio per voltarmi ma non riesco.
Penso che ad impedirmelo sia una forza più grande. Alla mia sinistra c’è una porta verde completamente aperta e mi faccio aiutare da questa per voltarmi. Lentamente, con tutte le mie forze, lascio che il mio braccio sinistro faccia da gancio facendo leva sulla porta, riuscendo a spingere il mio corpo nella direzione opposta per voltarmi. Sento dei passi da fuori avvicinarsi, è molto probabile sia uno zombie, quindi richiudo la porta istintivamente. Inizio a prendere un po’ di lucidità, quindi risalgo le rampe per lanciarmi e volare.
Mentre riprovo a tornare lì dietro spunta un tizio, urlo un “NO” e scatto scappando lontano da lui, ma vedo che annuisce tranquillo, allora capisco che non è uno zombie, e lo riconosco anche. Guardo alla mia destra attraverso i finestroni in rovina e fuori ci sono di nuovo i gruppi di ragazzi di ieri che si sfasciano di birra e si divertono, con i fuochi nei secchi arrugginiti.
Dico al ragazzo incontrato che sono rimasto tutta la notte qui, ma questo in parte mi fa sentire alla sua/loro altezza.
Vado su per effettuare questo benedetto volo, ma mi ritrovo giù all’entrata principale dell’edificio. Qui penso di poter essere finalmente d’accordo sul fatto che in sogno i sensi sono molto amplificati; ora è giorno, il cielo è limpido. Sulla destra c’è un mare di un blu bellissimo e compatto, il suono delle onde è chiaro e cullante (perché, scoprendolo al risveglio, nella realtà stava tirando un vento anomalo, molto probabile sia stato questo stimolo a ricrearlo).
Masticavo una gomma ed era davvero succosa.
Volto l’angolo di questo palazzo dalle mattonelle rosse e col tetto a punta, mi dico che qui devo alzarmi in volo, ma tutta questa chiarezza dei sensi/senso di realtà assoluta mi fa capire che sto per svegliarmi, quindi faccio per sfregarmi le mani ma ho tante maglie a maniche lunghe che coprono la mano sinistra e ripetutamente allungo il braccio o tiro su le maniche senza riuscirci. Di nuovo un secondo di meditazione sul luogo. Vedo una persona che passeggia davanti all’edificio dal quale sono uscito, dietro c’è un altro che scopre i denti appuntiti, è uno zombie/vampiro. Dietro un altro ragazzo normale che se ne è accorto e fa per allarmare, ma qui mi sveglio.

***

01/01/21 - Il Vortice Stellare.
Diario onirico/ADA
Livello di lucidità 8/10.
Sono sbucato dalla metro, è sera e sta piovendo.
So di essere a Milano, anche se noto che è diversa dalla Milano che ho conosciuto nella realtà. Vedo case tutte uguali col tetto a punta, e sembra molto più tranquilla rispetto alla Milano nella quale sono stato.
Mi guardo intorno con attenzione richiamando insieme due sensazioni contrastanti tra di loro, mettendole a confronto e assaporandole: quella che mi da questa Milano e il ricordo di quelle che mi ha dato la Milano in cui ho lavorato.
Mi dico che quella in cui sono adesso è molto meno italiana perché è ancora più vicina alla Svizzera. Questo mi fomenta:
Mi giro ancora intorno per assorbire con tutti i sensi la dolce impressione di essere fuori dall’Italia o quasi, finalmente per la prima volta in vita mia.
A questo punto mi dico “è in queste situazioni che devo fare i test di realtà”, quindi mi tappo il naso e scopro di riuscire a respirarci attraverso comunque.
Sembra che il rendermi conto che si tratti di un sogno destabilizzi la situazione, perché un punto della tela sulla quale è dipinta la materia onirica sembra strapparsi e cedere per un attimo, traballando. C’è qualche interferenza. Temo che il mio corpo sul letto abbia alzato una palpebra e l’abbia richiusa velocemente. Subito dopo, sullo sfondo delle case vedo alcune luci rosse scattanti, temo che anche queste vengano dal mondo reale e che stiano per svegliarmi.
Sfrego velocemente le mani per stabilizzare e faccio per spostarmi da dove sono, scansando agilmente un signore col cappuccio che mi taglia la strada. Acquisita la stabilità, mi ritrovo su un’altura, ho i tetti dei palazzi inghiottiti dall’ombra della sera sotto il naso, spalanco le braccia e mi lancio.
Sorvolo il sogno, per l’ennesima volta in queste esperienze.
All’inizio il corpo sale più di quello che mi aspettavo, allora mi concentro per avere il massimo controllo del volo. Per fare questo ho alzato istintivamente gli avambracci tenendoli un po’ vicini al busto, impossibilitato nell’aprire completamente l’anulare sinistro per qualche strano motivo.
Ora è giorno, mi ritrovo in giro tra i paragi di casa mia. Dal basso volo fino al balcone della mia vicina, ma in realtà ero intenzionato a raggiungere il mio. Questo mi fa capire che sto perdendo la lucidità, quindi faccio un altro RC sperando con tutto me stesso di non essermi svegliato.
Mi tappo il naso: riesco a respirare, allora mi lancio dalla finestra alla mia sinistra per rimettermi in volo e nel mentre parlo al telefono con A, una mia amica d’infanzia.
È già di nuovo sera, credo notte fonda.
Guardo il cielo, verso sinistra nella direzione che prendo spesso per andare a trovare mio padre; sullo sfondo notturno si stagliano galassie e costellazioni luminescenti di ogni colore, con una pozza più scura della notte appena dietro, al centro, che ne risalta i riflessi e le sfumature. I fasci multicolori, brillanti e luminosi, dall’alto scendono verso il basso formando una spirale, questa racchiude - ma è anche circondata - da migliaia di stelle e concentrati di colori che si muovono lentamente, pacificamente e in sintonia, contornati da effetti simili a un’aurora boreale infuocata che danza quasi all’unisono. Sono estasiato. Lo dico ad A, ma povera di entusiasmo mi espone un grigio “che figo”.
È ferita? Invidiosa?
Ignorando la cosa, mi do l’obbiettivo primario di raggiungere quell’ammasso di stelle e pianeti per volarci attraverso e mi spingo verso di esso, in volo, svolto l’angolo dove un tipo del quartiere tiene due bulldogs, mentre A, inizia a parlarmi di mani cure, sempre al telefono, ma poi me la ritrovo davanti; è sotto casa del tipo dei cani, seduta a un tavolo, un po’ più in là ci sono anche le sue sorelle e sua madre.
Lei le prende in giro, o loro a lei, perché le unghie che si è appena limata sono troppo opache. Il sogno sta provando a farmi perdere di nuovo lucidità, ma l’obbiettivo del vortice stellare è ancora integro e riesco a non farmi abbindolare dal copione dalle leggi che governano il sogno. Rifaccio ancora una volta il RC della respirazione prima di scusarmi:”Ora devo andare. Ci metto un secondo” interrompendo A e la sua famiglia. Palesemente non sono ancora del tutto lucido, perché ho sentito il bisogno di giustificarmi con delle proiezioni della mia mente.
È di nuovo giorno. Provo a volare ma riesco solo a compiere qualche salto gigante sul grande viale centrale del mio quartiere, ritrovandomi poi nel punto opposto: fuori a un supermercato lì vicino. Quando svolto l’angolo, compare un gatto bianco e nero, che fa per scappare via. Lo inseguo simulando miagolii per avvicinarlo, quindi si ferma.
Penso che magari può sentire che sono in un sogno, o che questo gli concede di percepire i miei pensieri. Mi abbasso sui talloni forzandomi di stabilire uno scambio o una connessione con lui, pensando intensamente “Sto sognando, lo capisci? Ti amo”.
Si siede a pochi centimetri da me, ha un paio di occhi taglienti sul verde/giallognolo. Quando inizio ad accarezzarlo mi stupisco per essere riuscito nel mio intento e, rivolto al gatto penso “mi senti davvero, è assurdo.” ma dal momento in cui ho iniziato ad accarezzarlo la sua immagine ha iniziato a deformarsi; gli occhi si sono allargati verso il basso e sulla sua faccia si è aggiunta una macchia gialla.
Riprendo la direzione per il vortice stellare, scoprendo che fino a quel punto non avevo ancora capito che siccome è giorno non potrò più vederlo.
Fatto ‘sta che ora sono dietro la super strada che circonda il mio quartiere, in mezzo all’erba folta e di un verde quasi accecante da dove scorgo i dorsi di un branco di cani randagi, grandi, feroci e pronti ad aggredirmi, quindi chiudo gli occhi per alzarmi in volo, attiro la calma dentro il mio corpo e immagino quest’ultimo con nulla intorno se non la terra lontanissima dai miei piedi, rilassandomi completamente, abbandonandomi.
Quando riapro gli occhi, mi ritrovo sopra un muretto alto solo circa 60cm, ma almeno è servito a far sparire i cani e in compenso ne appare uno alla mia sinistra che cerca il mio braccio elemosinando coccole. È picciolo, di un beige scuro. Avvicino la mano destra per accarezzarlo. Apro gli occhi. Afferro il telefono per trascrivere il tutto.


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Re: Diario dei SL di Atreiu

Messaggioda LuKe94 » 04/10/2021, 13:53

Ciao Atreiu! Ho letto alcuni tuoi lucidi : Thumbup :
Se vuoi aumentare e mantenere la lucidità ci sono diverse cose che puoi fare, ti lascio alcuni spunti:
-strofinare le mani e concentrarsi sulle sensazioni tattili.
-parlare con se stessi, e ricordarsi a voce che si sta sognando e cosa si deve fare.
-pensare di avere in tasca delle pillole o caramelle che migliorano la lucidità ogni volta che desideri.

Ti sconsiglio di lanciarti fuori dalla finestra appena diventi lucido per volare. È meglio andare con calma e quietare le emozioni... almeno nei primi istanti : Beer :
“Professore, è vero tutto questo? O sta accadendo dentro la mia testa?”
“Certo che sta accadendo dentro la tua testa, Harry! Dovrebbe voler dire che non è vero?”
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