È da parecchio che non scrivo su questo diario, un po' perché i miei sogni lucidi sono brevi e un po' perché faccio esperimenti vari, molti dei quali segreti...
Comunque, questi sono grossomodo i sogni fatti stamane, tra le 7 e le 10:
Cammino lungo un marciapiede, a sinistra della strada, di giorno. Sto tornando in un edificio, non ricordo perché sono sceso. Sono in ciabatte e senza calzini. Mi sembra strano di andarmene in giro così, provo a fluttuare e riesco a volare, tenendo i piedi in alto, per non perdere le ciabatte e capisco di sognare. Voglio volare più in alto, salire sul palazzo, ma non è così semplice, purtroppo mi sto già svegliando.
Faccio uno spin verso destra prima di svegliarmi del tutto e produco un falso risveglio. Sono in camera mia, voglio scrivere i sogni prima di dimenticarli. Prendo il quaderno e inizio a scrivere un sogno fatto prima, che poi non ricorderò. Mi accorgo di aver scritto il sogno fra due date diverse, cioè in uno spazio vuoto di alcune righe, anziché alla fine, in ordine cronologico come faccio sempre. Il quaderno è nuovo, ma sembra abbia già scritto moltissimo, oltre la metà del quaderno, guardo a quali mesi si riferisce, ma la pagina iniziale non c'è. Mentre maneggio il quaderno si riempie di pagine nere, come carta carbone, quindi si ingrandisce e diventa enorme come un lenzuolo. Mi ricorda la scena della mappa nel furgone in Nightmare 6...
Capisco di sognare e mi alzo dal letto, fluttuo come solito test di realtà e funziona. Dalla finestra vedo che è giorno, sono dai miei nella mia vecchia stanza (ora di mia sorella). Esco attraversando il vetro della finestra e sono in terrazzo. Volo oltre librandomi sopra il giardino. Ci sono degli alberi poco lontani, formano un muro che nella realtà non esiste. Sono più alti del secondo piano, quota a cui mi trovo. Mi metto in posizione di meditazione mentre fluttuo, con le gambe incrociate, cerco di svuotare la mente, ma non è facile perché sono un po' agitato, era da parecchio che non lucidavo come si deve. Appare un grosso insetto, una sorta di coleottero che mi sfreccia accanto. Poi degli uccelli se ne volano in giro. Non riesco a produrre la variazione che sto cercando tramite la meditazione (esperimenti segreti), probabilmente perché non riesco a rilassarmi abbastanza. Arriva M.F., che salta molto in alto per distrarmi e lancia esclamazioni ridendo. Mi raggiunge e mi morde una mano al pollice, rimanendo attaccato. Io sono arrabbiato, così lo afferro infilandogli le mani in bocca e tiro, strappandogli la testa all'altezza della mandibola e poi lascio cadere i resti. Mi allontano e nel mentre una ragazza salta e anch'ella cerca di raggiungermi. Supero un muro molto alto e lei rimane indietro. Io salgo, pensando che se voglio posso volare come mi pare, così raggiungo la cima degli edifici e poi accelero. Sono velocissimo, sto volando lungo una via, arrivo rapidamente alla fine e attraverso gli edifici, alberi e ogni cosa interposta. Cerco di rallentare. Entro in un grande magazzino, in un'ampia sala c'è una strana scultura che assomiglia vagamente a un drago. Lo saluto mentre passo, così, per scherzo.
Sono per la strada con mia sorella, è giorno e siamo nella mia macchina. Lei sta guidando, io sono al posto del passeggero. Però lei guida male, pericolosamente, rischia di investire alcuni passanti. Mi arrabbio e le dico che se deve guidare così è meglio se lo faccio io. Anzi, le dico proprio di fermarsi. Lei accosta all'inizio di una via, vicino uno spiazzo erboso con una breve salita. Ci scambiamo di posto e mi accorgo che manca il fondo dell'auto, si vede l'asfalto sotto i sedili e i pedali. Non mi sembra proprio vada bene, non dovrebbe mancarne nemmeno una parte. Dico a mia sorella che se l'è perso per strada. Lì nel prato c'è un uomo che lavora, gli domando se ha visto un pianale di un'auto. Lui dice di sì, ma era di un'auto che aveva un problema meccanico. Allora non è il mio. Dico a mia sorella che torno indietro in cerca del fondo, o di ciò che ne rimane e lascio lei a piedi. Ora è sera e si mette a piovere. Mi ritrovo a correre in bici in mezzo la strada, siccome piove e vedo male mi alzo in piedi sulla bici e così ho meno riflessi. Cerco a lungo, ma non trovo niente. Forse dei pezzi rotti, ma non sono convinto siano della mia macchina. Poi sono di nuovo in auto, è di nuovo giorno e non piove più. Sono finito in un quartiere con dei palazzi e c'è un grande prato poco curato, sembra quasi una discarica. Scendo dall'auto e vado a piedi, intrufolandomi nei palazzi. Sono andato troppo avanti, così torno indietro, facendo parkour fra gli edifici. Salgo e salto fra le terrazze e altre sporgenze per un bel po'. Sono proprio bravo e non fatico per niente. Voglio tornare alla macchina e ritrovare la strada fatta all'andata, ma non sono affatto sicuro di ricordarla.
C'è un cambio di scena, sono con dei po, stiamo fuggendo da degli altri che ci inseguono. È sera, usciamo correndo da un edificio, io salto e attraverso agilmente una rete praticando un buco e poi ne attraverso un'altra in cui c'è già un foro. Nell'ultimo rimango un po' incastrato, ma riesco a sgusciare fuori. Indosso una tuta. Mi accorgo di sognare quando sono all'aperto. Qui non ricordo.
Altro cambio di scena. Sono in fuga con gli stessi personaggi, un uomo e una donna (me li porterò dietro nei sogni successivi). Corriamo su per delle scale in un edificio. C'è qualcosa per terra, sembrano fette di prosciutto. In qualche modo capisco di sognare e ne assaggio una, ricordandomi un altro sogno lucido in cui mangiavo insalata. Su dei tavoli c'è altra roba, del fritto. Provo anche quello. La donna viene a chiamarmi, io le mostro che so usare la telecinesi spostando delle cose e ricordo che in un sogno precedente recuperavo delle chiavi con la stessa tecnica.
A questo punto mi sveglio e riaddormento più volte facendo delle Deild. In ogni fase c'è Jim Carrey che parla alla donna e le dice che purtroppo deve lasciarla (sono io che devo svegliarmi). Lei non vuole che vada. Poi quando mi riaddormento le dice che resta un altro po'. La scena è quasi comica. È sera, la scena avviene all'aperto in una piazza.
Mi ritrovo in centro Londra assieme agli stessi personaggi, lei è al mio fianco a destra. All'inizio è giorno. Siamo circondati da alti palazzi. Io le dico che muoverò un palazzo con la telecinesi. Ne scelgo uno lontano, di diversi piani, che sta a sinistra in fondo a una strada. Il palazzo si muove rapidamente lungo la via e ci passa oltre immergendosi nel traffico intenso, sparendo verso destra. Di fronte a noi ci sono palazzi, quello centrale ha un enorme orologio sulla cima. Annunciò che farò cadere quell'orologio. Lei domanda: quale orologio? Sto per dire: quello lì! Ma ora tutti gli edifici hanno un quadrante enorme sulla cima e la città sta diventando steampunk. Ora è sera. Lei grida: l'orologio! Una nave volante sbuca fra i palazzi e passa sopra di noi. Di fronte ha un immenso orologio bellissimo e dietro, su di un altro ponte trasporta un complesso meccanismo, sembra vagamente una pendola, perché c'è un grosso congegno che oscilla. È troppo bello, dorato, variopinto, straordinario. Non riesco a ricordarlo bene, ma mi ha lasciato esterrefatto. Quando la nave sparisce oltre i tetti, torno a osservare l'orologio che avevo scelto all'inizio. Ora è ancora più grande. Annuncio che farò scorrere le lancette al contrario. Queste prendono subito a muoversi in senso antiorario. Le persone lanciano esclamazioni meravigliate. Se lascio andare le lancette riprendono il moto normale. Ne inverto il senso due volte. Le lancette poi si staccano e si muovono un po' caotiche. Quando le lascio libere tornano a girare tranquillamente. Quindi faccio precipitare l'enorme orologio sopra l'edificio sottostante.
Faccio un'altra Deild, ma ormai mi sto svegliando del tutto.