Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Diario di Anakin

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 14/02/2023, 21:18

14/02/23
Il castello tra le nuvole

Divento lucido in sogno a causa di un’improbabile conversazione su Adventure Time con degli amici. Mi viene sul momento l’idea di visitare la Terra di Ooo con i suoi stravaganti personaggi. Mi alzo in volo allontanandomi dal gruppo di amici e sorvolo delle enormi distese pianeggianti. Supero molte ambientazioni diverse finché non vedo un appezzamento di terra che riflette colori molto saturi, un’erba verdissima ed una collina simile a quelle del cartone. Mi avvicino e atterro sulla collinetta che ha un’aria molto familiare e ricordo essere quella di nightmare before Christmas, arricciata alla fine, ma erbosa. Cammino fino alla fine per poi scivolare giù dal pendio. Rimango sdraiato in questo punto al di sotto del ricciolo della collina e penso alla realtà strana in cui mi trovo, all’aspetto quasi cartoonesco ed ai suoi colori. Metto le braccia dietro la testa e mi godo questo breve istante di tranquillità, quando vedo comparire nella mia visuale un essere strano che non riesco a descrivere, a volte mi stupisco di cosa partorisca la mia immaginazione. Parla una lingua che non capisco e mi porge qualcosa da fumare con fare disinteressato, come fosse una routine che fa tutti i giorni. Io per qualche ragione so che mi sta dando DMT, quindi faccio un tiro e mi stendo. Mi prende immediatamente una sensazione di dissociazione e mi sento catapultato lontano in un trip simile a quando vengo sparato nel cosmo. Quando apro gli occhi mi trovo davanti ad un immenso castello bianco avvolto tra le nuvole. La base del castello non poggia sulla terraferma ma sulle nuvole e guardandomi in giro capisco che devo trovarmi molto in alto. La luce è accecante. Le mura di cinta hanno una forma esagonale e provo ad aggirarle per vedere se c’è un punto di accesso facile per il castello. Quindi comincio a volare tra le nuvole (ma con una gran fatica rispetto a prima) finché non vengo svegliato.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Arwen » 14/02/2023, 21:27

Bellissima la parte del castello tra le nuvole!
Season of mists and mellow fruitfulness,
Close bosom-friend of the maturing sun;
Conspiring with him how to load and bless
With fruit the vines that round the thatch-eves run;
To bend with apples the moss’d cottage-trees,
And fill all fruit with ripeness to the core...

(John Keats)
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 16/02/2023, 19:46

16/02/23
obe
torno bambino
mi sveglio credo per un rumore e mi vengono le sensazioni pre-obe. Mi sento fluttuare verso l’alto, poi chiedo la luce e arriva. Sto fluttuando in alto e sotto di me c’è il mio me dormiente. Mi guardo le mani scintillare leggermente, anche il resto del mio corpo emette un leggero bagliore. Vado dove c’è la telecamera e mi rendo conto che se sono davvero girato in quel verso non può aver ripreso granché. La prendo in mano e guardo l’obiettivo, c’è una lucina rossa lampeggiante che nella realtà tengo spenta. Poi la ripongo e mi ci piazzo davanti facendo ‘ciao’. Vado davanti allo specchio e mi osservo, poi provo a cambiare le mie sembianze come successo altre volte, anche se di solito questo provoca alla lunga la perdita di lucidità. Riesco a rimanere concentrato e lentamente a deformare il mio corpo fino a farmi diventare il me stesso bambino. Indosso delle improbabili bretelle. Esco dalla stanza per la porta, la casa è quella di diversi anni fa, c’è un via vai generale e vedo mia madre salire le scale in veste da notte e ancora mezza assonnata. Esco di casa e in strada c’è una scolaresca, un bambino sta tenendo una bicicletta, io gliela rubo. È piccola ma siccome sono anche io un bambino ci sto perfettamente. Tra il gruppetto esce fuori la mia babysitter di quando andavo alle scuole materne che mi rimprovera per il gesto ma io la rendo partecipe del fatto che è il mio sogno. Lei inizialmente rimane scioccata, poi mi dice che ha sempre pensato fossi un bambino “speciale”. Le dico che quando la vedrò le insegnerò come fare e lei mi da un bacio sulla testa. Voglio fare un giro in bici, lei si mette dietro di me e si aggiunge anche un altro bambino. Quindi siamo in tre sulla bici. All’inizio pedalare è faticoso ma una volta preso lo slancio la bici va da sola ed acquisisce sempre più velocità come stessimo scendendo una discesa molto ripida. Lungo il marciapiede ci sono mamme scandalizzate e in fondo alla strada compaiono delle volanti ed un poliziotto con in mano la paletta rossa che mi intima di fermarmi. Dietro di me iniziano a preoccuparsi visto che non abbiamo via di scampo, ma io tiro il manubrio verso l’alto et voilà, ora stiamo volando come in ET. Mi viene in mente proprio la scena del film ma mi assale una profonda tristezza, forse perché da bambino ogni volta che lo vedevo piangevo. Perdo contatto, mi sveglio, forse per i rumori.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 01/03/2023, 19:29

TALD ?

Ho fatto uno di quei lucidi stile tald che ogni tanto mi capitano, in cui per qualche motivo non mi sveglio come al solito. Provo a riassumerlo qui sul diario.
Mi trovo lucido su un aereo militare a due piani, molto grande. E’ una specie di aereo per il lancio dei paracadutisti, con uno sportellone aperto che mi permette di vedere il cielo e le nuvole che roteano sotto di noi. Le nuvole sono molto strane, sono intrecciate a forma di dolci (trecce). L’aereo ha un’area adibita per due cucine, una disposta da un lato e una dall’altro del corridoio, perfettamente identiche, e dei ragazzi sono intenti a preparare qualcosa da mangiare. Ci sono poi altre stanze e stanzine, che decido di esplorare. In uno sgabuzzino mi metto a sfogliare dei faldoni e delle carte sparse, attira la mia attenzione in particolare un foglio con disegnati dei simboli di una lingua antica, forse maya, con delle annotazioni segnate in inglese, forse da chi aveva tentato di tradurli. Lo piego e me lo metto in tasca. Percorro l’intero corridoio fino ad aprire una porta rossa con due oblò. Mi ritrovo quindi sul ponte di una nave sempre militare (portaerei) di un bianco accecante, che percorro a piedi da una parte all’altra, soffermandomi man mano a tastare le strumentazioni e il materiale delle strutture. Per verificare quanto controllo avessi sull’ambiente del sogno provo poi a fare sciogliere un’intera torretta con lo sguardo e su di questa si formano dei cerchi di lava che fondono lentamente il metallo. Arrivato all’estremità della prua contemplo il panorama da questa enorme nave volante e sotto di me osservo un paesaggio desolante. Sembra di essere al polo nord perché il mare è pieno di isole di ghiaccio ma disposte seguendo una geometria ben precisa: mi ricorda un po’ gli arcipelaghi artificiali a dubai, ma fatti interamente di ghiaccio. Mi viene una gran voglia di visitare quelle lande ghiacciate, quindi mi metto in piedi sulla protezione della nave ma prima di buttarmi penso che forse sia meglio teletrasportarsi per evitare una caduta lunga che potrebbe svegliarmi. Quindi, in bilico su una sottile ringhiera, mi immagino laggiù mentre mi sporgo in avanti e quando apro gli occhi sono in una tormenta di neve. Sento il vento gelido sulla pelle e la mia vista è ridotta a pochi metri di visibilità. Con fatica mi apro un varco in questo modo: cercando di tenere gli occhi aperti, con le braccia e le mani mimo un gesto che separi l’aria davanti a me ed effettivamente si crea un varco nel quale riesco a correre in direzione di un edificio che intravedo in lontananza. Tramite una corsa-risucchio arrivo in pochi istanti davanti al portone dell’edificio, che è un castello in stile hogwarts. Ci entro e chiudo la porta; la sala in cui mi trovo è spaziosa e in pietra, ricorda proprio la maestosità e quell’alone di mistero di un castello medioevale. Mi stupisce il rumore del portone che chiudo e che rimbomba in tutta la sala, una chicca che mi strappa un sorriso. Giro un po’ per questo salone molto alto, tanto che non mi è ben chiaro se ci sia un soffitto. Infine mi accorgo che alla sinistra dell’entrata c’è una porta in legno, ma una volta aperta nasconde un’ascensore moderno. Ci entro e senza pensarci due volte premo il pulsante per il piano più basso, dove penso si nasconda il segreto di quel posto. Mi ritrovo in un seminterrato in stile laboratorio ultra-segreto con lunghissimi corridoi illuminati da una luce bianca asettica. Trascorro diverso tempo ad esplorare questo posto, passando da una stanza all’altra. Alcune sono completamente vuote, altre hanno dei banconi su cui dei ricercatori evidentemente stanno facendo delle ricerche. Chiedo ad uno di loro a cosa stiano lavorando esattamente e lui mi parla di qualcosa relativo a globuli di luce invisibili all’occhio umano da sveglio. Quando gli faccio notare che io non sono sveglio e che quindi dovrei vederli cominciamo a discutere finché non mi viene a noia e mi allontano. Cammino ancora un po’ finché non incontro degli uomini in smoking con una fascia sul braccio il cui simbolo non ricordo bene. Li seguo all’interno di una sala antica con una lunga tavolata su cui sono seduti volti noti della politica e della finanza mondiale. Tra cui Berlusconi, al quale mi siedo davanti. Sarà forse una riunione di qualche loggia massonica? Lui è riprodotto egregiamente e quando incrocia i miei occhi lo fa con sufficienza, pensando di avere davanti una persona di poco conto. Decido quindi di farlo ricredere e gli dico che senza di me non avrebbero nemmeno potuto riunirsi qui, perché sono io il creatore di questo mondo. Il Berlu mi risponde con una battuta e ridendo mi chiede di dimostrare quello che dico facendo “cadere il cielo”. Io allora guardo in alto con grande convinzione e dopo qualche istante il soffitto della stanza si crepa come fosse uno specchio rotto, cadendo letteralmente a pezzi per terra e sul tavolo. I presenti sono inizialmente sbalorditi ma ben presto mi identificano come una minaccia, a quanto pare le comparse di questo sogno sono particolarmente ostili verso di me. Alcuni signori poco raccomandabili vestiti con mantelli neri mi si avvicinano con fare minaccioso, il mio sesto senso mi dice che hanno poteri magici che useranno contro di me se non attacco io per primo. Faccio quindi comparire una bacchetta magica nella mia mano e cominciamo a batterci a suon di incantesimi tra la folla di gente che corre verso l’uscita del salone. Lo scontro è lungo ma mi diverte tantissimo, mi sento all’interno di un videogame di realtà aumentata. Provo a lanciare diversi incantesimi ma capisco che il più efficace è ‘pietrificus totalum’ (lo pronunciavo così nel lucido, che dovrebbe tramutare una persona in pietra). Lo scaglio per la prima volta contro uno degli npc ostili e questo si tramuta davvero in pietra all’istante, nell’ultima posizione che aveva assunto. Incuriosito mi avvicino per tastare la consistenza dell’uomo, che non è proprio di pietra, piuttosto di una sorta di cera molto solida e dura. La cosa si ripete per diverse volte finché non decido di abbandonare la sala volando oltre il soffitto ormai distrutto. Il mio volo prosegue finché giungo in uno spazio ampio e affollatissimo di persone, alcune di queste palesemente non terrestri che presentano particolari mutazioni in viso o sul corpo. La struttura è un complesso avveniristico di cui non si riesce a intravedere la fine ed è attraversato da centinaia di ponti e passaggi a più livelli stracolmi di gente. Tra la folla riconosco dei miei amici che discutono davanti ad un negozio di scarpe in stile cyberpunk. Li raggiungo e mi interesso della loro conversazione, che verte banalmente su quale sia la migliore scarpa da running. Io mi intrometto dicendo che le migliori sono le mie, ma non le trovo esposte nel negozio, che ha piuttosto scarpe da metallari. Le faccio comparire per terra in un angolo e le raccolgo mostrandole ai ragazzi. Decido quindi di indossarle e con mia sorpresa appena provo a camminare mi sento così leggero da fluttuare sul pavimento, ma facendo fatica a mantenere l’equilibrio. Con un po’ di pratica riesco a padroneggiare la tecnica e a scivolare senza alcuno sforzo sul terreno, facendo a slalom tra la gente, accelerando e rallentando con la forza del pensiero. Passo diverso tempo divertendomi in questo modo finché non mi rendo conto di essere dentro al sogno ormai da parecchio e faccio un reality check. Credo a questo punto che mi sveglierò a breve perché sto pensando al mio stato di veglia, ma ciò non succede. Successivamente instauro una relazione con una ragazza che ho salvato da un gruppetto di bulli grazie ad una specie di potere di attrazione gravitazionale: guardando da lontano la scena di lei che veniva spintonata decido di salvarla attirandola verso di me con un gesto della mano e lei viene sbalzata tra le mie braccia in un istante. Devo approfondire questo superpotere di attrazione… Assisto anche ad una corsa di auto da Nascar futuristiche intorno ad un ovale che sale fino alle pareti ed al soffitto, con le macchine che riescono a sfrecciare senza problemi anche contro la forza di gravità. Finita la gara faccio il punto su cosa potrei fare e decido di tornare nello spazio, in particolare mi ricordo della task di piantare la bandiera dell’Italia su Marte. Cerco di capire come fare a raggiungere il pianeta rosso dal posto in cui mi trovo: la prima cosa che mi viene in mente è di creare un ascensore che mi porti in alto fuori da lì, dove potrò usare un mezzo con cui volare oltre l’atmosfera. L’ascensore compare dietro di me, io ci entro e questa volta premo il pulsante per l’ultimo piano. Quindi mi ritrovo in cima all’edificio, ora il clima è decisamente più clemente di prima, anzi addirittura piacevole. Dalla luce capisco che il sole deve essere appena tramontato. Cammino sulla superficie in pietra e raggiungo il mezzo che volevo, posto su una piattaforma: un bellissimo F35 tutto nero. Ci salgo a bordo e sono super gasato quando riesco a decollare e guidarlo come un vero pilota. Mi alzo in volo e comincio a prenderci confidenza provando a virare da una parte all’altra. Fuori intanto si è fatto abbastanza scuro ma riesco ad intravedere delle torri e guglie sempre dello stile del castello di prima. A questo punto ad alta voce dico “ora andiamo su Marte!” pensando così di dirigere automaticamente il caccia verso il pianeta, ma qui il mio subconscio mi trolla. Infatti una voce che sembra provenire proprio dal velivolo, come se potesse parlare, dice “ma quale Marte, ora ci schiantiamo contro il castello” o comunque qualcosa di molto simile. Non faccio in tempo a reagire che, fuori dal mio controllo, andiamo a schiantarci a gran velocità contro una torre di pietra appartenente al complesso del castello di prima, che crolla nell’impatto. Io riesco a saltare fuori appena in tempo, atterrando su una collina lì vicino. Sono un po’ confuso da quello che è appena successo e provo a capirne le motivazioni, forse la mia energia onirica e quindi il controllo stanno terminando. Strofino l’erba su cui sono seduto per stabilizzare, sono ancora lucido. Mi guardo intorno e osservo una creatura simile ad un hobbit, ricurvo e ingobbito, ma con la faccia di un mio vecchio compagno di scuola. E’ alle prese con degli esserini strani, grigi, che camminano su due zampe e con il pelo acuminato. Non sembrano aggressivi a parte uno di loro, che è leggermente diverso dagli altri e prova a mordere il mio amico. Sono molto carini nel loro muoversi un po’ goffo tipo pinguini, vorrei prenderne uno. Mi assale però una grande stanchezza e sono nuovamente stupito che il sogno non sia ancora collassato, mi sembra di esserci dentro da qualche ora ormai. Mi sdraio sull’erba umida della collina ripensando ad un po’ di cose che sono successe, finché non comincio davvero a “prendere sonno”. Quando sto cominciando a perdere coscienza mi viene il riflesso di stare cadendo ed in quel momento mi sveglio. Rimango un po’ stordito a letto per i primi minuti e accuso mal di testa da subito, che mi passa durante la giornata.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 04/03/2023, 16:22

Grazie mille Neuro per i tuoi consigli, molto interessante altro che sproloquio. Il problema è che penso di avere ormai assodato questa forma mentis (mi viene abbastanza naturale) in cui prima o poi mi viene da fare dei collegamenti con il mondo di veglia. Da un lato è positivo perché così la lucidità è ottima e mi ricordo senza problemi i task che mi appunto da sveglio (credo che ne avevamo già parlato di questa cosa), dall’altro forse può accelerare il momento del risveglio come dici tu. Se e quando mi ricapiterà di nuovo cercherò di ricordarmene.
NeuroEngineer ha scritto:Non so precisamente a quali tu altri lucidi ti riferisca, ma se sono tali e quali a quello che hai raccontato, allora le tue TALD le hai sempre avute!
Certo, si può fare di molto meglio, ma anche io non è che abbia sempre TALD di 10 e passa ore al massimo del potenziale eh!

Ne avevo parlato quando era saltata fuori questa cosa del tald, che mi era successo in precedenza di avere lucidi percepiti di ore in cui potevo anche annoiarmi senza svegliarmi. Non ho idea di cosa li inneschi però, forse è solo una combinazione di condizioni favorevoli nel mio caso.
Toccare o stendermi sull'erba è una cosa che mi rilassa molto e tendo a farlo indipendentemente dal fatto che serva o meno a stabilizzare il lucido. Mi dà delle belle sensazioni sensoriali, tipo come volare nell'aria fresca.
Per quanto riguarda la percezione del tempo il giorno dopo: sarò sincero, non ho notato grandi differenze a parte lo stordimento ed il mal di testa al risveglio (cosa che non mi era successa altre volte, forse perché ho “pilotato” di più il sogno questa volta) e se mi viene in mente qualcosa potrebbe essere stato influenzato da quello che hai scritto tu della tua esperienza.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 08/04/2023, 16:35

Altra esperienza legata al tald (più o meno), 5 aprile

[…] e davanti ad una lunga tavola di persone, tutte sedute sul lato opposto al mio. La tavola è coperta da una tovaglia bianca. C’è un ragazzo che non conosco che sta parlando di qualcosa e io decido di interromperlo per chiedere ai presenti se sapessero di essere in un sogno. Il ragazzo dopo un attimo di incredulità mi risponde con alcune cose e conclude dicendo che “la vita di per sé è un sogno”. Penso per un po’ a questa affermazione e mi viene da sorridere per la scaltrezza del mio inconscio. Non soddisfatto però mi reco davanti ad una persona e dico che per convincerli che non stavo scherzando l’avrei fatta morire con uno schiocco di dita. Compio il gesto davanti al suo volto e lui all’istante perde conoscenza e cade probabilmente morto. Gli altri a questo punto si alzano di fretta e si allontanano da me ed io mentre li vedo fuggire li faccio lentamente svanire nell’aria come dei fantasmi. Abbastanza deluso decido di alzarmi in volo e vedo il mare illuminato dalla luce arancione del tramonto, atterro sulla spiaggia e mi siedo sul bagnasciuga, mi soffermo ad osservare le piccole onde che vanno avanti e indietro finché non mi assale la strana sensazione di aver già vissuto quel momento innumerevoli volte. Visto che mi era già successo e di solito poi mi svegliavo dallo stupore, decido di accettare queste sensazioni provenienti da chissà che parte della mia mente ma con la convinzione che la vera realtà è quella che sto vivendo ora e che negli universi paralleli che mi si prospettano davanti gli occhi come immagini sono un’altra persona e devo lasciarli andare via. Non so come descrivere a parole tutto ciò, fatto sta che nella mia testa avviene una specie di shift per cui mi ritrovo sempre nello stesso punto ma qualcosa è cambiato sia in me che nella realtà che mi circonda, ora sono convinto di essere ancorato qui come fosse un mondo non meno reale di quello in cui sto dormendo nel mio letto in quello stesso istante. Mi si presentano quindi suggerimenti in ordine sparso su come convincere il cervello che la realtà del sogno è reale per prolungare di molto l’esperienza, compresa l’affermazione detta prima del mio po. Questi consigli, che probabilmente ho letto con delle variazioni da qualche parte sul forum, compaiono nel lucido in una forma particolare e completamente istintiva, come fossero delle presenze che vengono inglobate dentro di me e tradotte per essere comprensibili al mio cervello. Da sveglio non ho parole per descrivere cosa sia realmente successo. Fatto sta che da questo momento riesco a vivere il sogno in piena tranquillità con la certezza che non mi sveglierò, perché nonostante fossi lucido era come se riuscissi a mentire ad una parte di me per farle credere che non potessi svegliarmi, perché ero già sveglio. Tutto il sogno è stato in bilico su questa sensazione, cioè che quello che vivevo era reale e finto allo stesso tempo. Con tutta la calma del mondo passo la serata sulla spiaggia finché il sole non tramonta e diventa buio. Le stranezze, tipo il fatto che il sole sia passato ad una posizione leggermente diversa, “faccio finta” di non vederle, nel senso non davo importanza ai dream sign pensando che avrei spezzato questo equilibrio sogno-realtà che si era creato. Mi sdraio di nuovo sul bagnasciuga immergendo leggermente i piedi nell’acqua, resto a fissare i punti dell’orizzonte e ogni volta che cominciano a sfumare leggermente, mi giro con la faccia nella sabbia e scavo con le dita nella sabbia più dura e bagnata, poi torno a guardare il paesaggio. La spiaggia sembra una di quelle caraibiche con i lettini e gli ombrelloni in stile hawaiano, completamente vuota a parte me. Mi affeziono anche ad un pellicano che decide di posarsi vicino a me e di appisolarsi in una posa tipo fenicottero. Faccio una lunga camminata con delle tappe in cui mi metto a meditare ispirato dagli stimoli, poi anche qui quando noto che gli ombrelloni sono diventati più in stile riviera romagnola quando riapro gli occhi cerco di fare finta di niente. Mi metto a correre a velocità olimpiche sentendomi così leggero e libero come poche altre volte mi era capitato. Prendo qualcosa da bere da un bar abbandonato con una veranda e salgo su un piccolo promontorio alla fine della spiaggia da cui si vede tutta l’insenatura e le increspature del mare che riflettono la luce diventano le pinne di decine di delfini bianchi. Dallo scoglio in cui sono il mare dista qualche metro ed è più scuro ma non ho paura, mi volto a mi lascio cadere con le braccia aperte ma incontro l’acqua solo quando mi volto di nuovo verso il mare. Il contatto con l’acqua è piacevole ed è molto viscosa, infatti galleggio senza problemi e mi viene da “abbracciarla” come per volerla stringere tra le braccia. Mi spingo al largo, vedo degli squaletti nuotare in cerchio sotto di me e provo ad inabissarmi per raggiungerli. Ad un certo punto il cielo si fa scuro perché il sole è tramontato e sdraiato sul pelo dell’acqua a guardare le stelle vedo comparire le figure delle costellazioni (credo) o comunque creature mitologiche in cielo come un centauro con un arco. Mi alzo di nuovo in volo ma per via del buio faccio fatica anche a trovare la spiaggia ed il punto dove ero seduto all’inizio. La sveglia suona mentre sto volando. La reazione è stata di delusione, come quando mi sveglio da un bel sogno vivido. Credo di avere fatto passi avanti sulla questione del convincere la mente nel sogno lucido a non svegliarsi.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 01/05/2023, 15:01

Un nuovo PO nei miei lucidi

Sto sognando normalmente quando vengo avvolto dalle vibrazioni e mi trasferisco in un altro livello di sogno, non sono sicuro di essere passato dallo stato di veglia ma percepisco il mio corpo paralizzato per qualche istante. Mi trovo lucido nella stanza di qualcuno, a giudicare da come è arredata probabilmente di una ragazza del liceo. C’è un letto ad una piazza e mezza al centro con un lenzuolo rosa, accanto un comodino con molti cassetti. Sul lato sinistro la parete è tutta occupata da un armadio. Apro un’anta dell’armadio e con la mano tasto dei vestiti ma mi accorgo che l’armadio è senza fondo, così provo ad entrarci, magari c’è un passaggio che porta in qualche mondo fantastico. Dopo un po’ che cammino nel buio però ho paura di rimanerci intrappolato e mi volto indietro, vedendo lo spiraglio di luce provenire dalla stanza. Quindi torno velocemente indietro ed entro ancora nella camera di prima. A questo punto vado alla finestra che c’è sulla parete opposta per aprirla ma la maniglia gira a vuoto. Penso di spaccarla per uscire ed esplorare i dintorni ma vengo attratto da alcune foto sparse sulla scrivania posta sotto la finestra. Sono delle normali fotografie sviluppate in cui compare una ragazza che di recente ho sognato altre volte in lucido, in posa insieme ad alcuni suoi amici. C’è qualcosa nei paesaggi in cui sono scattate di molto familiare e cerco di cogliere alcuni dettagli che ricordano luoghi della mia adolescenza, ma senza troppo successo. C’è anche una foto in cui ci sono io in sua compagnia su una specie di calcinculo, in questo frame io sono dietro e sto ridendo mentre lei ha un’espressione visibilmente spaventata. Mi viene da sorridere e quasi un senso di nostalgia per qualcosa che so non essere nemmeno mai accaduto. Capisco che nella lore del sogno noi ci conosciamo realmente, tuttavia non compaio in nessuna delle foto con gli altri suoi amici. Siccome la situazione di ritrovarmi nella vita di qualcun altro non è qualcosa che mi capita di frequente decido di farmi un po’ i fatti suoi andando ad aprire cassetti e diari e capire perché il mio subconscio mi abbia portato qui da lucido. Prendo il diario sul comodino con un piccolo lucchetto dorato, lo rompo e comincio a sfogliare le pagine. La sua scrittura è ordinata e usa una penna blu, leggo una pagina in cui parla del suo cane e un’altra di un terremoto. Poi apro alcuni cassetti e noto degli adesivi appiccicati sulla parete. C’è né uno bianco a forma di cuore abbastanza rovinato con scritta una dedica ma il nome è stato strappato. Mi metto a grattarlo via con le unghie dalla parete e la sensazione del tatto è estremamente realistica, tanto che continuo a strofinare le unghie sul muro bianco e granuloso, rendendo il sogno sempre più stabile. Alla fine decido di alzarmi e uscire dalla porta, mi trovo davanti una sala immensa e buia. Cerco di scrutare qualche sagoma nel buio finché non noto una persona che si sta avvicinando e dopo poco mi trovo davanti la stessa ragazza che mi fa cenno di seguirla in camera. Tira fuori da sotto il letto una scacchiera e cominciamo a giocare seduti sul pavimento, il gioco è riprodotto con grande realismo e anche i pezzi si muovono coerentemente alle regole e soprattutto rimangono nel loro posto senza cambiare posizione, come mi aspetterei in un sogno. L’ultima mossa che faccio è una forchetta con cavallo in d6 per prendere la donna, lei abbandona un po’ stizzita. Dopodiché mi alzo in piedi e da questo momento il lucido prende purtroppo una piega erotica, quando invece avrei dovuto chiedere alla ragazza molte cose. Poi la porto nel letto e nel culmine dell’atto mi sveglio. Sono dovuto andare in bagno a fare qualche reality check per convincermi che non era un falso risveglio.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 29/05/2023, 13:22

Aggiorno il diario dopo un bel po’ per riportare una pseudo esperienza a oniria

OBE (Oniria virtuale)

Sono a casa, decido di provare a teletrasportarmi con una nuova tecnica, senza avere in testa una meta precisa. La transizione è diversa dal solito, più che essermi teletrasportato io ho come l’impressione che l’ambiente attorno a me sia cambiato mentre tenevo gli occhi chiusi. Mi trovo in una piazzetta, forse a Parigi ma a tratti sembra Barcellona, piena di gente. Comincio a camminare ma sento di essere seguito da un personaggio ostile. Provo a depistarlo mischiandomi tra la gente e buttandomi in mezzo ai turisti che si scattano le foto, faccio facce buffe tipo linguacce e pernacchie, mi fa molto ridere la naturalezza con cui lo faccio qui in sogno, perché nella realtà sarei quantomeno imbarazzato. Una tipa ci tiene a mostrarmi una delle foto scattate in cui io per qualche motivo sono vestito con una tuta da spiderman che mi sta stretta. Proseguo per le strade di questa città finché non comincio a risalire una specie di tunnel tutto bianco a spirale e lungo le pareti in alcuni tratti sventolano delle ali giganti fatte di carta che si muovono con il vento. Quando il tunnel si apre in una saletta vengo fermato da una addetta ai controlli che mi dice che questa è una mostra esclusiva e non posso stare qui senza invito. Istintivamente mi viene quindi da tirare fuori il biglietto dalla tasca ma è il ticket del cinema di un film visto anni fa e che a momenti non ricordavo neppure di aver visto. Lei mi guarda come per dire chi vuoi prendere in giro e mi invita ad andarmene, io faccio finta di andare via ma poi mi imbuco in una porta di sicurezza che mi porta nel mezzo di un cantiere esterno ai lati di un enorme edificio. Tra le impalcature ogni tanto trovo dei barboni distesi e in generale sembra un intero quartiere sopraelevato e abbastanza malfamato. Ad un certo punto entro attraverso un’apertura in una rete e mi trovo davanti 4-5 PO distesi, io li scavalco per proseguire ma loro sono ostili e mi incalzano in una rissa. Io mi metto in posizione di guardia e quelli che ricevo non sono altro che buffetti, quindi comincio a indietreggiare sempre tenendo alta la guardia per allontanarmi. Infatti mi viene in mente di raggiungere Oniria ma questa volta tramite il passaggio vicino casa mia. Mentre indietreggio alla mia sinistra vedo un fiume e decido di tuffarmi per defilarmi e non perdere tempo. Appena mi tuffo nel fiume vengo trascinato dalla corrente che è molto forte e capisco di poterla usare come trampolino di lancio per un altro luogo. Tuttavia mi accorgo che l’acqua è troppo bassa, a malapena mi arriva alle ginocchia. Quindi penso che avrei trovato un varco per cambiare ambiente dietro di me: quando mi giro c’è una botola sul fondo del fiume, mi piego e la apro afferrando una maniglia. Mi ci getto dentro e comincio a cadere nel buio. Dopo un po’ che non succede niente penso che mi sarei svegliato ma all’improvviso compare sotto di me dell’erba illuminata come da un faro. Riesco a toccare terra e l’orizzonte man mano si amplia creando un campo molto vasto di erba alta, sicuramente non il mio solito però. Decido di provare a chiamare la mia guida e funziona. Mi avvicino a lui e gli chiedo di creare un portale per Oniria, dopodiché lui alza un dito nero e grassoccio indicandomi un punto dietro di me. Si è creata una forma geometrica scintillante che fluttua nell’aria, faccio qualche passo per raggiungerla e ci metto dentro la mano, poi via via tutto il corpo e mi sembra come di attraversare un velo o uno strato di ragnatele. Mi trovo ora in un vicolo in penombra ma da un angolo vedo delle luci intermittenti e di colori diversi. Raggiungo quindi un ampio spazio in cui al centro si innalza un’altissima colonna di colore bianco-rosa tutta luccicante e infatti non sembra nemmeno reale, sembra un ologramma. Mi guardo meglio intorno ed in effetti tutto questo mondo è come una realtà virtuale ipertecnologica, un videogioco con colori sgargianti fatto di edifici ed esseri strani. Alcuni di questi che volano intorno alla colonna di luce cominciano a spararmi dei colpi che mi pizzicano sulla pelle. Provo a cercare un riparo ma con poco successo, allora mi faccio comparire nella mano sinistra una pistola laser e nella destra una spada Jedi e comincio a contrattaccare. Mi alzo in volo e sparo diversi colpi contro questi esseri anche se ne ricevo molti di più. Ad un certo punto la colonna comincia ad espandersi inglobando quello che incontra e intorno a me vedo strutture luminose che si muovono e roteano come attratte da un centro di gravità. Ormai vedo solo luci accecanti di tutti i colori, mi sveglio.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 04/06/2023, 21:15

Esperienza fuori dal corpo: PARLO CON ME STESSO IN SOGNO

Stamattina ho avuto 3 episodi di OBE di cui ne scrivo uno perché mi ha particolarmente colpito…
Esco dal corpo e pratico alcune tecniche per stabilizzare la vista. Nel pensare a cosa fare mi volto per vedere il mio me dormiente. Sta dormendo su di un lato e respira in modo affannoso, tanto che riesco a sentirlo da dove sono. Decido di avvicinarmi a lui consapevole del rischio di potermi svegliare, ma per qualche motivo non succede, anzi. Ora sono abbastanza vicino da potermi osservare in volto e notare i micro-movimenti facciali. Qualcosa mi fa pensare che stia sognando e che non si tratti di un bel sogno. Decido quindi di provare a svegliarmi (non il me cosciente ma la mia proiezione dormiente), quindi mi chiamo per nome per due volte. Alla seconda il corpo nel letto si rigira e scalcia le lenzuola, probabilmente per il caldo. Ma pochi secondi dopo… apre gli occhi. Ci troviamo quindi a guardarci faccia a faccia: io e me stesso, me stesso ed io. Per l’emozione mi sale una forte sensazione allo stomaco ma lo cosa per me incredibile è che riesco a rimanere ancorato al sogno! Tra i due però quello stupito sono solamente io, il mio me onirico non sembra particolarmente sorpreso. Inizia quindi una conversazione in cui lui mi dice che non riesce bene a dormire per via di alcune questioni che lo tengono sveglio. Le cose che mi dice e le sue preoccupazioni hanno perfettamente senso per me in quel momento. Io capisco l’importanza di riuscire finalmente a parlare apertamente al mio inconscio ma forse per l’agitazione non riesco a dire granché se non parole di conforto, praticamente faccio lo psicologo di me stesso ascoltandomi mentre parlo. Gli dico: “sì capisco, non ti preoccupare vedrai che si risolverà” oppure “guarda che sei un grande”. Alla fine quando vedo che si è ripreso gli vado davanti al volto col pugno chiuso e dico “sei un dio!” e lui: “vabbè addirittura” e ci mettiamo a ridere. Che situazione assurda. Io poi mi trovo completamente al di sopra di queste cose che mi racconta nonostante ovviamente mi riguardino direttamente facendo parte della mia vita reale, ma in quel momento è come se ne fossi distaccato e non mi toccassero minimamente, mi interessa solo far capire al mio inconscio che va tutto alla grande nonostante i piccoli ostacoli di passaggio. Il mio me onirico a questo punto si alza dal letto e mi fa capire che vuole volare, di insegnargli a farlo. Lo seguo mentre va alla finestra e quasi si butta giù. Fuori c’è una luce forte e bianca, mi trasmette un grande senso di calma e pace. Ci mettiamo uno accanto all’altro davanti alla finestra aperta, mi prendo per mano e dico “fidati di me, è facile” o qualcosa di simile. Cominciamo quindi a volare lentamente tenendoci per mano: in quel momento mi sento come un fratello maggiore per il mio me onirico o come fossi un padre, sento di dover proteggere il mio inconscio come fosse un figlio. Non so quantificare bene quanto tempo sia passato ma ad un certo punto tutto intorno a noi si fa completamente bianco e sento il mio me onirico pesante che mi tira giù sempre tenendomi la mano. All’inizio mi sforzo per riportarlo su ma un sesto senso mi dice che la cosa migliore sia di lasciarlo andare… Il bianco ora è accecante e mi sveglio.
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Re: Diario di Anakin

Messaggioda Anakin » 24/07/2023, 23:49

Aggiorno il diario onirico dopo una pausa in cui non ho più scritto o appuntato niente. Durante questo periodo si è inserito prepotentemente nella mia routine notturna un tipo di lucido che ho battezzato deep lucid dream, perché in queste esperienze divento lucido in modo naturale e fisiologico tramite l’entrata in un livello più profondo di sogno. Mi succede di andare a dormire in un sogno normale ma durante un risveglio (sempre in sogno) avviene la fuoriuscita involontaria dal mio corpo onirico. Questo processo è un’imitazione di quanto generalmente mi succede passando dalla veglia al lucido durante un normale risveglio notturno. Per questo motivo in questi casi non sempre mi rendo subito conto che stavo già sognando prima della lucidità. Riporto gli episodi che mi sono successi la settimana scorsa.


Sto sognando non lucido, nella trama del sogno siamo diretti ad una specie di capanna immersa nella natura, in un ambiente acquitrinoso. Per qualche motivo nella notte dovrebbero apparire degli spiriti che ci aiuteranno a trasmigrare (?).
Mi metto nel letto e mi risveglio la notte stessa avvolto da una sensazione strana, appena apro gli occhi vedo delle figure simili a spettri e anime accanto al mio letto. Nella forma ricordano esseri umani ma hanno anche sembianze di creature fantastiche e leggendarie, sono trasparenti perché è possibile vedere attraverso i loro corpi ma emettono un colore verde e blu che li rende perfettamente riconoscibili nelle loro sagome. All’inizio non mi è ben chiaro cosa stiano facendo tutte intorno a me ma in ogni caso forse ricordandomi che ero venuto lì apposta per incontrare questi esseri non provo sensazioni negative e in generale non li considero ostili come per esempio le presenze da paralisi. Dopo poco mi accorgo che quello che stanno provando a fare è tirare fuori dal mio corpo fisico qualcosa, credo la mia parte spirituale. Le loro lunghe e sottili braccia sono come arpionate al mio petto ma io sono tranquillo e non oppongo resistenza, anzi, cerco di aiutarle abbandonandomi a loro perché sento che mi stanno portando verso un altro livello di sogno, l’opposto di quanto succede con gli esseri di paralisi, che provano a trattenermi in quello stato. Dopo qualche sforzo mi ritrovo quindi sul pavimento della capanna e cerco di stabilizzare la vista toccando il legno sporco e polveroso. Mi alzo e comincio a camminare nel buio tra le postazioni degli altri membri del gruppo con cui ero arrivato, intenti a dormire. Di questi non vedo però il corpo fisico, ma le loro anime. Ad un certo punto afferro una cassa in legno che riesco ad aprire e che contiene al suo interno diversi oggetti. Tra questi trovo dei documenti in cui compare il mio nome ma non riesco bene a capire di cosa si tratta, mi sembrano documenti medici. Mettendo il braccio in profondità della cassa trovo una confezione con dentro delle pastiglie. La apro e ne prendo una, mi fermo qualche istante a pensare a cosa dovrebbe servire, quindi penso alla vita di veglia e mi ricordo di avere da qualche giorno un dolore al braccio destro, decido quindi che ingerendola mi avrebbe guarito questo male. Nell’ingoiarla però mi rimane incastrata in gola provocandomi un forte senso di irritazione. Decido di uscire dalla stanza con questo dolore che mi perseguita e davanti ad una grande finestra rimango a guardare l’ambiente al di fuori: sembra la palude prima di Mordor. Ad un tratto vedo un punto di luce avvicinarsi e uno di quegli spettri di prima mi viene addosso a grande velocità buttandomi all’indietro verso il letto, mi sveglio.


Mi sono da poco addormentato e sto sognando non lucido, nella trama del sogno devo recarmi da solo a dormire in un ospedale abbandonato. Durante la notte sento un rumore lontano e mentre mi rigiro in quel letto d’ospedale avverto una forte pressione di qualcosa mentre io non mi posso muovere, per esperienza capisco di essere in paralisi e provo ad uscirne. Mi sembra di essere tornato per un istante nel mio vero letto ma non ne sono sicuro. Sono ora nella stanza d’ospedale che è in penombra e si vede poco o niente ma in fondo scorgo una finestra. Mi avvicino ed esco fuori in volo, mi trovo ad un’altezza considerevole, l’edificio visto da fuori è enorme e altissimo, in realtà mi dà più l’impressione di essere un hotel che un ospedale. Mi lascio calare verso il suolo e nel mentre mi guardo bene in giro. Sono in un luogo caraibico, ci sono delle palme su una lunga spiaggia di sabbia, il mare, il sole. Ho proprio voglia di farmi un bagno. Messo piede sulla sabbia calda noto che i frutti delle palme sono strani, decido di prenderne uno. È una grossa palla irregolare la cui superficie ruvida assomiglia vagamente a quella di un ananas, è molto spinoso tanto che non riesco facilmente a tenerlo tra le mani senza provare un dolore pungente alle dita. All’interno sembra contenere un liquido di cui voglio provarne il gusto, ma il frutto è molto resistente e non si rompe nemmeno sbattendolo per terra. Sento ad un certo punto un vociare provenire dal bagnasciuga. Sono due ragazzi che stanno nuotando nel mare. Io mi avvicino sempre tenendo in mano il grande frutto, passandolo da una mano all’altra come fosse una palla bollente per il male che mi fa alle mani. Chiedo a questi due ragazzi se sapessero come aprirlo ma uno dei due mi risponde in malo modo, del tipo “e io che cavolo ne so”. Allora entro in acqua e glielo scaglio in testa ma lui riesce ad abbassarsi appena in tempo sotto il pelo dell’acqua per evitare il colpo. Il mio orgoglio si rifiuta di essere preso in giro da un PO qualsiasi e da una mano scaglio un fulmine in direzione del ragazzo, faccio però solo scoppiare il frutto che esplode in mare in mille pezzi. Mi rivolgo poi all’altro ragazzo che intanto si è avvicinato, abbiamo una breve conversazione poi lo interrompo per dirgli che non è importante quello di cui parla perché siamo all’interno del mio sogno. Lui mi dice in tono polemico “il tuo sogno eh?” e sostiene con una tesi un po’ contorta che se fosse solo un sogno lui non si sentirebbe così reale. Lo guardo meglio in volto e mi ricorda vagamente qualcuno, avendo letto da qualche parte che sogniamo sempre volti visti nella realtà. Altri ragazzi e bambini che erano in mare si dispongono intorno a noi, incuriositi dalla mia affermazione di prima. Un bambino in sovrappeso mi incalza con delle domande, la sua reazione nello scoprire che sono io il creatore di questo mondo è divertita e incredula, non ostile. Il mio sguardo si posa poi sulla spiaggia, dove c’è una ragazza che corre nuda sulla sabbia con dei movimenti particolari che non sembrano quelli di un essere umano ma piuttosto di un animale. Mi allontano dalla combriccola che mi circonda uscendo dal mare per seguirla ma nel farlo mi sveglio.


Siamo in campeggio io e C. in una località di montagna, lei si sta pettinando i capelli bagnati mentre io sono già a letto e sto provando a meditare. Mi avvolgono delle vibrazioni e perdo contatto con l’ambiente onirico, quindi divento lucido sentendomi distaccare dal primo livello di sogno. Sono nella tenda ma ora è buio, c’è solo una piccola televisione accesa in cui Mourinho sta parlando durante un post partita in perfetto romanesco, scoppio a ridere e sento qualcuno muoversi. Faccio per aprire la tenda ed uscire ma decido di sfruttare il passaggio come varco per andare da qualche parte. Non ho fissato nessun obiettivo di recente quindi penso alla prima cosa che mi viene in mente: di recarmi ad Oniria; esprimo il desiderio di trovarla fuori dalla tenda. Sposto quindi il lembo della tenda con gli occhi chiusi per poi aprirli lentamente una volta uscito. L’ambiente che mi si presenta davanti è molto particolare, per descriverlo direi una sorta di città nel cielo che si sviluppa su pali altissimi, funi e ponti di legno a strapiombo. Nella vita reale non soffro di vertigini ma qui in sogno sono abbastanza spaventato da queste altezze. Mi trovo su un piccolissimo balconcino fissato ad un albero, la cui ringhiera di corda mi arriva alle ginocchia. Davanti a me il tronco di un albero più alto degli altri, attorno al quale c’è del movimento sui ponti e le piattaforme sospese. Gli abitanti di questo posto sono degli esseri simili all’uomo ma bassi e ricurvi. Chiedo una guida che mi aiuti a districarmi in quel luogo e mi si presenta un esserino basso e con la barba lunga che comincia ad indicarmi con la mano delle zone intorno a noi dicendomi qualcosa. Facciamo il giro dell’albero e lui sembra notare (non capisco cosa dice) che soffro un po’ quelle altezze perché mi tocca le ginocchia un po’ come sfottò. Stiamo per andare su un altro albero collegato al nostro solo con una fune ma vengo svegliato.


Nel sogno non lucido sono nella casa al mare di un mio amico, mi sta mostrando le varie stanze come fosse la prima volta che la vedo. La casa però è molto più spaziosa di come la ricordavo, infatti me ne accorgo e glielo faccio notare ma nonostante questo non riesco a diventare lucido. Nella trama del sogno vado a dormire perché la mattina dopo avrei dovuto svegliarmi molto presto. Anche questa volta però mi sveglio in sogno durante la notte in preda ad allucinazioni e la sensazione di essere trascinato da qualcosa. Mi ritrovo lucido nella stanza, c’è una luce chiara che proviene da fuori infatti un lato del muro è come se fosse abbattuto e dà su un paesaggio desertico a pochi passi dal mare. Esco quindi da questa apertura, fuori è l’alba ma fa molto caldo, mi dirigo verso il mare attraversando una zona di sabbia e rocce. Il paesaggio intorno è quasi lunare e non c’è anima viva a parte me. Man mano che mi avvicino al mare noto delle forme muoversi in prossimità della superficie, inizialmente penso si tratti di onde ma poi capisco che sono pesci. Una distesa infinita di pesci. Giunto sulla spiaggia mi metto a percorrerla nella sua lunghezza con lo sguardo rivolto verso il mare, vedo saltare tonni, delfini, squali, persino balene. Dopo un po’ che cammino comincio a percepire un rumore grave in lontananza, attenuato ma costante. Sembra il suono di un aereo e contemporaneamente vedo all’orizzonte lontanissime quelle che sembrano delle esplosioni atomiche. Non me ne preoccupo troppo e appena rimetto lo sguardo sul bagnasciuga ecco una miriade di uccelli e piccoli mammiferi, somiglia a quelle immagini che si vedono nei documentari sulle colonie di foche e pinguini, tanto che si fa fatica anche a camminare. Quindi chiudo gli occhi e compio una breve rotazione del corpo, nel riaprirli la spiaggia si è svuotata, ora c’è una scena che mi è già capitato di vedere in lucido: ad una decina di metri da me ci sono due esemplari di orche, spiaggiate con la coda rivolta verso il mare. Mi fermo appunto a pensare sul fatto che avessi già sognato più volte una scena simile e provo a spiegarmene il motivo per poi valutare come approcciarmi a loro. Mi avvicino molto lentamente verso l’esemplare più grande finché non gli sono praticamente attaccato, a quel punto con la mano tocco il dorso nero e scivoloso, una sensazione davvero strana al tatto. L’animale come risvegliato comincia a girarsi usando la coda per immergersi nel mare. Io provo ad afferrarmi a lui, che mi trascina sott’acqua: la fauna nel mare è davvero eccezionale, dovunque posi lo sguardo ci sono banchi di grossi pesci e delfini, anche in profondità. Staccatomi dall’orca comincio a nuotare verso il basso, incontro degli squali con una bocca enorme e sproporzionata rispetto al resto del corpo ma anche degli esemplari di squalo bianco enormi e minacciosi che mi vengono incontro. Provo a trasformarmi in un grosso dinosauro marino per affrontare i predatori ma alla fine mi sveglio.
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