Diario di Danny
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26/9/2023
5:24 - L’ANTICO PIAZZALE
(…) Ho la sensazione di trovarmi in una delle piazze principali della mia città, a poca distanza da dove abito. Dico “sensazione” perché in effetti sono circondato dalle tenebre. Il primo elemento visivo che in qualche modo riesce a delinearsi, emergendo dal nero assoluto, è una statua collocata proprio di fronte a me. Anche nella realtà c’è una statua in questo punto della piazza, ma è completamente diversa: qui raffigura una donna molto stilizzata, avvolta in una specie di cappa o mantello che le dona una parvenza quasi monastica. Ha le braccia allargate, coi palmi rivolti verso il cielo; nella mano destra regge la falce lunare e nella sinistra il disco del sole, tutto di pietra scolpita. Man mano che la mia vista si aguzza, noto che la statua è collocata su un piedistallo sopraelevato, che a sua volta si trova al centro di una piccola fontana rotonda, in cui vedo galleggiare le foglie di una ninfea e un fiore dalla vaghissima sfumatura rosea. Immagino di stringere la mano di Eddie e subito percepisco la sua presenza al mio fianco, anche se non lo guardo direttamente. “Di chi si tratta?”, gli chiedo. “E’ la grande madre, la rappresentazione dell’archetipo femminile”, mi risponde. Stavolta non sento proprio la sua voce, è più una sorta di impressione mentale. Spingendo lo sguardo oltre la statua, scorgo un ammasso di vegetazione estremamente fitta e cupa, stretta fra due grandi edifici sul margine della piazza. Lo interpreto come un boschetto consacrato a questa dea e decido di non esplorarlo perché sarebbe irrispettoso.
Mi giro invece nella direzione opposta, verso il centro stesso della piazza. In teoria, il manto stradale dovrebbe essere rivestito con lastre di pietra levigata, ma al loro posto scorgo una specie di mosaico tridimensionale, che sembra rappresentare un paesaggio in miniatura. Non so perché, ma penso subito che sia la mappa del mio mondo dei sogni, anche se non colgo nulla di familiare nel suo aspetto. In un punto particolare noto una specie di anello di pietra, dove il terreno sembra sprofondare verso il basso. “Cos’è quello?”, domando a Eddie. “E’ il pozzo di… (da sveglio non ricordo più la parola.) Lì i morti cercano di emergere. Non andarci mai”.
Costeggiando la mappa senza calpestarla, mi avvicino all’estremità opposta della piazza, completamente chiusa dalla facciata frontale di un antico palazzo. Il suo portone di legno è sbarrato e sorvegliato da guardie, una su entrambi i lati. Non le osservo nei dettagli, mi resta solo la sensazione che indossino delle armature (rammento di sicuro un gonnellino metallico e delle spade molto tozze appese alle cinture), oltre all’idea generica che siano di origine araba… In realtà, l’intero sogno ha un’atmosfera in qualche modo mediorientale. Piuttosto, mi accorgo con certezza che ci sono delle decorazioni sul muro dell’edificio. A destra del portone vedo il bassorilievo a grandezza naturale di una donna, limitato però alla sua testa, contornata da folti capelli scolpiti, e parte del busto; la bocca è aperta e iniziano a fuoriuscirne degli uccelli neri simili a cornacchie, che mi volano davanti come al rallentatore. A sinistra del portone, invece, c’è un altro bassorilievo che rappresenta uno scheletro umano dalla cintola in su, che emerge in diagonale dalla parete. Le sue proporzioni sono molto sgraziate, la cassa toracica è troppo larga, quasi deforme, per non parlare delle dita sottili e lunghissime. Si muove, sta armeggiando con ago e filo. Domando a Eddie cosa stia facendo e lui replica: “Tesse la tela del destino.” Prima di allontanarmi, sollevo lo sguardo per farmi un’idea più precisa della forma dell’intero palazzo, ma non noto granché di interessante. Dev’essere alto almeno due o tre piani e vi è sicuramente una piccola veranda con colonnine scolpite; nell’angolo opposto dell’edificio, proprio sul confine con la cattedrale, vedo anche una specie di viottolo, o di rampa, che probabilmente si inerpica fino al terrazzo.
A questo punto, vorrei esplorare proprio la cattedrale adiacente, ma qui il sogno sembra collassare e tutto sprofonda in una densa oscurità nella quale si susseguono le immagini più variegate. Anzitutto, vedo quella che sembra una distesa di cespugli punteggiati da minuscoli fiorellini blu e violetti, sovrastati da un arco scintillante che dovrebbe rappresentare il bordo del disco lunare ancora basso sull’orizzonte; dentro quel semicerchio nero si susseguono le sagome di edifici dalle grandi finestre e dall’aria ottocentesca-vittoriana. Poi, a sorpresa, ne emerge Eddie, sorridente e con lo sguardo gentile. In questo sogno è la prima volta che lo vedo direttamente. Si è proprio tirato a lucido, indossa giacca e cravatta, camicia bianca e pantaloni, nonché una cintura dalla fibbia verde e molto spessa (l’unico oggetto veramente colorato che ho visto stanotte!). “Ti sei messo in ghingheri!”, gli faccio notare. “Ogni tanto ci vuole…”, replica lui. In seguito mi percepisco sdraiato, sembra che il letto stia ruotando lentamente su sé stesso mentre sprofonda sempre più giù, il tutto accompagnato da una sensazione di estrema dolcezza. Quindi c’è un susseguirsi di volti: dapprima vedo un vecchio decrepito, rugoso, coi denti storti che sporgono dalle labbra e due occhi impressionanti per quanto sono vividi e tristi; segue un’altra faccia dove uno zigomo assume le sembianze di un’ulteriore faccina minuscola; poi il primo piano di un uomo dal naso incredibilmente lungo e la bocca spalancata dalla meraviglia, dalla quale emerge una piccola mano chiusa a pugno. A questo punto c’è probabilmente una breve parentesi di incoscienza, quindi sopraggiunge il risveglio.
27/9/2023
4:40 - IN GIARDINO
Lucido spontaneo: all’improvviso mi ritrovo consapevole in sogno, pur non avendo usato alcuna tecnica. Sono in giardino e mi guardo attorno con attenzione... Una volta tanto, lo scenario è ben illuminato e i colori perfettamente riconoscibili (il verde della vegetazione, il marrone della terra...) per quanto un po’ sbiaditi; perfino il cielo ha un aspetto realistico, con una sfumatura celeste di fondo e un po’ di foschia biancastra verso l’orizzonte. Tuttavia, mi accorgo di nuovo che l’ambiente intorno a me rispecchia il lontano passato, nello specifico il periodo della mia infanzia: il viale, ad esempio, è ancora una semplice pista in terra battuta, non vi è traccia dei muretti laterali o del lastricato in cemento; la fioriera di mattoni e le altre aiuole semplicemente non esistono e finanche la disposizione di molti alberi è diversa. Mi avvio titubante, concentrandomi sulla percezione del mio corpo che si muove, e mi chino ad afferrare una manciata di terriccio per saggiarne la consistenza farinosa. Poi pulisco le mani battendole fra loro e ne sento davvero il rumore; rizzando le orecchie percepisco pure il cinguettio degli uccellini e finanche il rombo del traffico in lontananza. Passo accanto a un vecchio rudere dove un tempo i miei genitori tenevano vari animali da cortile e in effetti adocchio alcuni polli che mi scrutano curiosi dietro le reti metalliche. Mi avvicino al cancelletto posteriore, attirato da un piccolo animale bianco che cerca inutilmente di scavalcarlo. All’inizio sembrerebbe un capretto, poi mi accorgo che si tratta di uno strano maialino peloso. Oltrepasso il cancello e lo prendo in braccio un po’ a fatica, visto che si dimena, poggiandogli un dito sul musetto e sentenziando in modo semi-serio: “Stai tranquillo! Guarda che sei un mio personaggio onirico, mi devi obbedire!”. Fatto sta che il cucciolo effettivamente si calma. Purtroppo, subito dopo incappo nella versione onirica di una mia conoscente (attuale) che inizia immediatamente a parlarmi a raffica, commentando il maltempo degli ultimi giorni e i danni che sta provocando; sopraffatto dalla situazione, perdo lucidità e mi sveglio di lì a poco… Che amarezza!
5:24 - L’ANTICO PIAZZALE
(…) Ho la sensazione di trovarmi in una delle piazze principali della mia città, a poca distanza da dove abito. Dico “sensazione” perché in effetti sono circondato dalle tenebre. Il primo elemento visivo che in qualche modo riesce a delinearsi, emergendo dal nero assoluto, è una statua collocata proprio di fronte a me. Anche nella realtà c’è una statua in questo punto della piazza, ma è completamente diversa: qui raffigura una donna molto stilizzata, avvolta in una specie di cappa o mantello che le dona una parvenza quasi monastica. Ha le braccia allargate, coi palmi rivolti verso il cielo; nella mano destra regge la falce lunare e nella sinistra il disco del sole, tutto di pietra scolpita. Man mano che la mia vista si aguzza, noto che la statua è collocata su un piedistallo sopraelevato, che a sua volta si trova al centro di una piccola fontana rotonda, in cui vedo galleggiare le foglie di una ninfea e un fiore dalla vaghissima sfumatura rosea. Immagino di stringere la mano di Eddie e subito percepisco la sua presenza al mio fianco, anche se non lo guardo direttamente. “Di chi si tratta?”, gli chiedo. “E’ la grande madre, la rappresentazione dell’archetipo femminile”, mi risponde. Stavolta non sento proprio la sua voce, è più una sorta di impressione mentale. Spingendo lo sguardo oltre la statua, scorgo un ammasso di vegetazione estremamente fitta e cupa, stretta fra due grandi edifici sul margine della piazza. Lo interpreto come un boschetto consacrato a questa dea e decido di non esplorarlo perché sarebbe irrispettoso.
Mi giro invece nella direzione opposta, verso il centro stesso della piazza. In teoria, il manto stradale dovrebbe essere rivestito con lastre di pietra levigata, ma al loro posto scorgo una specie di mosaico tridimensionale, che sembra rappresentare un paesaggio in miniatura. Non so perché, ma penso subito che sia la mappa del mio mondo dei sogni, anche se non colgo nulla di familiare nel suo aspetto. In un punto particolare noto una specie di anello di pietra, dove il terreno sembra sprofondare verso il basso. “Cos’è quello?”, domando a Eddie. “E’ il pozzo di… (da sveglio non ricordo più la parola.) Lì i morti cercano di emergere. Non andarci mai”.
Costeggiando la mappa senza calpestarla, mi avvicino all’estremità opposta della piazza, completamente chiusa dalla facciata frontale di un antico palazzo. Il suo portone di legno è sbarrato e sorvegliato da guardie, una su entrambi i lati. Non le osservo nei dettagli, mi resta solo la sensazione che indossino delle armature (rammento di sicuro un gonnellino metallico e delle spade molto tozze appese alle cinture), oltre all’idea generica che siano di origine araba… In realtà, l’intero sogno ha un’atmosfera in qualche modo mediorientale. Piuttosto, mi accorgo con certezza che ci sono delle decorazioni sul muro dell’edificio. A destra del portone vedo il bassorilievo a grandezza naturale di una donna, limitato però alla sua testa, contornata da folti capelli scolpiti, e parte del busto; la bocca è aperta e iniziano a fuoriuscirne degli uccelli neri simili a cornacchie, che mi volano davanti come al rallentatore. A sinistra del portone, invece, c’è un altro bassorilievo che rappresenta uno scheletro umano dalla cintola in su, che emerge in diagonale dalla parete. Le sue proporzioni sono molto sgraziate, la cassa toracica è troppo larga, quasi deforme, per non parlare delle dita sottili e lunghissime. Si muove, sta armeggiando con ago e filo. Domando a Eddie cosa stia facendo e lui replica: “Tesse la tela del destino.” Prima di allontanarmi, sollevo lo sguardo per farmi un’idea più precisa della forma dell’intero palazzo, ma non noto granché di interessante. Dev’essere alto almeno due o tre piani e vi è sicuramente una piccola veranda con colonnine scolpite; nell’angolo opposto dell’edificio, proprio sul confine con la cattedrale, vedo anche una specie di viottolo, o di rampa, che probabilmente si inerpica fino al terrazzo.
A questo punto, vorrei esplorare proprio la cattedrale adiacente, ma qui il sogno sembra collassare e tutto sprofonda in una densa oscurità nella quale si susseguono le immagini più variegate. Anzitutto, vedo quella che sembra una distesa di cespugli punteggiati da minuscoli fiorellini blu e violetti, sovrastati da un arco scintillante che dovrebbe rappresentare il bordo del disco lunare ancora basso sull’orizzonte; dentro quel semicerchio nero si susseguono le sagome di edifici dalle grandi finestre e dall’aria ottocentesca-vittoriana. Poi, a sorpresa, ne emerge Eddie, sorridente e con lo sguardo gentile. In questo sogno è la prima volta che lo vedo direttamente. Si è proprio tirato a lucido, indossa giacca e cravatta, camicia bianca e pantaloni, nonché una cintura dalla fibbia verde e molto spessa (l’unico oggetto veramente colorato che ho visto stanotte!). “Ti sei messo in ghingheri!”, gli faccio notare. “Ogni tanto ci vuole…”, replica lui. In seguito mi percepisco sdraiato, sembra che il letto stia ruotando lentamente su sé stesso mentre sprofonda sempre più giù, il tutto accompagnato da una sensazione di estrema dolcezza. Quindi c’è un susseguirsi di volti: dapprima vedo un vecchio decrepito, rugoso, coi denti storti che sporgono dalle labbra e due occhi impressionanti per quanto sono vividi e tristi; segue un’altra faccia dove uno zigomo assume le sembianze di un’ulteriore faccina minuscola; poi il primo piano di un uomo dal naso incredibilmente lungo e la bocca spalancata dalla meraviglia, dalla quale emerge una piccola mano chiusa a pugno. A questo punto c’è probabilmente una breve parentesi di incoscienza, quindi sopraggiunge il risveglio.
27/9/2023
4:40 - IN GIARDINO
Lucido spontaneo: all’improvviso mi ritrovo consapevole in sogno, pur non avendo usato alcuna tecnica. Sono in giardino e mi guardo attorno con attenzione... Una volta tanto, lo scenario è ben illuminato e i colori perfettamente riconoscibili (il verde della vegetazione, il marrone della terra...) per quanto un po’ sbiaditi; perfino il cielo ha un aspetto realistico, con una sfumatura celeste di fondo e un po’ di foschia biancastra verso l’orizzonte. Tuttavia, mi accorgo di nuovo che l’ambiente intorno a me rispecchia il lontano passato, nello specifico il periodo della mia infanzia: il viale, ad esempio, è ancora una semplice pista in terra battuta, non vi è traccia dei muretti laterali o del lastricato in cemento; la fioriera di mattoni e le altre aiuole semplicemente non esistono e finanche la disposizione di molti alberi è diversa. Mi avvio titubante, concentrandomi sulla percezione del mio corpo che si muove, e mi chino ad afferrare una manciata di terriccio per saggiarne la consistenza farinosa. Poi pulisco le mani battendole fra loro e ne sento davvero il rumore; rizzando le orecchie percepisco pure il cinguettio degli uccellini e finanche il rombo del traffico in lontananza. Passo accanto a un vecchio rudere dove un tempo i miei genitori tenevano vari animali da cortile e in effetti adocchio alcuni polli che mi scrutano curiosi dietro le reti metalliche. Mi avvicino al cancelletto posteriore, attirato da un piccolo animale bianco che cerca inutilmente di scavalcarlo. All’inizio sembrerebbe un capretto, poi mi accorgo che si tratta di uno strano maialino peloso. Oltrepasso il cancello e lo prendo in braccio un po’ a fatica, visto che si dimena, poggiandogli un dito sul musetto e sentenziando in modo semi-serio: “Stai tranquillo! Guarda che sei un mio personaggio onirico, mi devi obbedire!”. Fatto sta che il cucciolo effettivamente si calma. Purtroppo, subito dopo incappo nella versione onirica di una mia conoscente (attuale) che inizia immediatamente a parlarmi a raffica, commentando il maltempo degli ultimi giorni e i danni che sta provocando; sopraffatto dalla situazione, perdo lucidità e mi sveglio di lì a poco… Che amarezza!
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- Messaggi: 61
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- Genere (M/F): Maschio (M)
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28/9/2023
4:08 - CRISI ESISTENZIALI ONIRICHE
(…) Sono in piedi nel buio e chiedo a Eddie di mostrarmi qualcosa di interessante. Un attimo dopo, mi sento scendere verso il basso, come se fossi in ascensore. Il movimento dura alcuni secondi, poi si arresta davanti all’imboccatura di un tunnel. E’ largo un paio di metri, con la volta ad arco; sento il tintinnio delle gocce d’acqua che piovono dal soffitto. Scorgo due piccole statue simili a gargoyles, raffigurano degli strani ominidi accucciati sul pavimento, con le braccia strette attorno alle ginocchia. Non sono molto particolareggiati, ma hanno senz’altro le orecchie a punta e delle minuscole corna coniche sulla fronte. Li oltrepasso, avanzando spedito lungo il passaggio. Sono proprio curioso di scoprire dove sbucherò! Percorsa una decina di metri, ecco che arrivo in una stanza quadrata… Ma che delusione, è soltanto la mia cucina! Sono talmente irritato che strappo via la tovaglia dal tavolo! Così facendo, però, mi accorgo che quest’ultimo è rotondo… Sono di nuovo nel passato: oltre al tavolo, ecco infatti la cucina gialla, la tv a tubo catodico sul suo mobiletto e il vecchio frigorifero. No, no, non ne voglio sapere! Immagino che sul muro ci sia una porta e la apro subito, uscendo in cortile. Fuori è molto buio. Visualizzo una serie di appigli metallici sulla parete e li sfrutto per raggiungere la terrazza del vicino. Allora mi viene l’idea di esplorare la sua abitazione. Per scendere uso la scala, il cui aspetto è molto coerente con quella reale. Giunto di sotto, intravedo un cortile piastrellato e due viali che si inoltrano nel suo giardino; girandomi sulla destra, invece, scorgo la porta di casa già aperta e alcuni mobili all’interno. Tuttavia, mi sento assalire da un improvviso senso di inutilità... Ne vale davvero la pena? Cosa sono venuto a fare da queste parti? Uno strano pensiero si fa spazio nella mia mente: sono lucido in sogno, mi è costato tanta fatica imparare a farlo, eppure adesso mi sto annoiando, non trovo nulla di interessante da fare per sfruttare questa capacità! E’ un’idea così deprimente che mi lascio ricadere di proposito nell’incoscienza.
30/9/2023
4:55 - ROVI E VOCI IPNAGOGICHE
Di punto in bianco, mi ritrovo già lucido nel giardino del mio vicino di casa (proprio quello che ho sognato l’altra notte, anche se oggi la visuale è assai più chiara). Sono circondato da una vegetazione fittissima, soprattutto rovi. Senza riflettere troppo, cerco di spostarli per aprirmi un passaggio, sentendo il tipico scricchiolio delle piante secche quando vengono mosse. Ma com’è prevedibile, più insisto per avanzare e più la vegetazione mi si stringe addosso. A un certo punto, mi stufo e faccio collassare l’ambiente onirico, volando via a gran velocità attraverso uno spazio vuoto e nero. Chiedo al sogno di far comparire un paesaggio qualsiasi e forse comincio davvero a intravedere qualcosa sotto di me. Ecco però che mi sento affiancare dalla voce disincarnata di una zia che si mette a chiacchierare con me, una breve conversazione portata avanti con coerenza e ironia; intanto la mia percezione fisica si trasferisce nel letto, dove mi sveglio di lì a poco.
6:06 - TEMPORALE IN TERRAZZA
Sono a letto, guardo un cartone animato in tv (per la precisione, tutto ciò che vedo è un’immagine rettangolare che si staglia sul nero assoluto e che io interpreto come un programma televisivo). Le immagini sono nette, i colori vividi e luminosi, e c’è anche l’audio; mi accorgo che, se le fisso con troppa insistenza, le immagini sbiadiscono subito, così cerco di non esagerare. Segue poi una parte non lucida in cui converso con mia madre e mia sorella, finché entrambe non abbandonano la stanza. A questo punto, noto un bizzarro animaletto sul comodino, una chiocciola a forma di spirale dalla quale emerge un piccolo tentacolo. Sono sconcertato, non capisco di cosa si tratti. La strana visione è accompagnata da un respiro lento e regolare. Concentro tutta la mia attenzione sullo strano esserino, chiedendogli di ingrandirsi un po’ per vederlo meglio; al che lui prima raddoppia le sue dimensioni e poi scompare semplicemente davanti ai miei occhi. Questo mi fa capire che sto sognando, come pure che il respiro che sento nell’aria è quello del mio stesso corpo addormentato. (…) Esco in cortile e mi arrampico sul muro, raggiungendo la terrazza. Con grande sorpresa scopro che sta diluviando, al punto che le terrazze circostanti sono tutte allagate da mezzo metro circa di acqua limpida e trasparente. La scena è luminosa e semplicemente stupenda, non so perché la pioggia sia sempre così bella nei sogni lucidi! Sorridendo compiaciuto, entro in acqua e mi concentro per farne salire ulteriormente il livello finché non supera il bordo del parapetto e si riversa nel cortile sottostante, tipo cascata. Così facendo, però, destabilizzo il sogno e la mia visuale si sposta freneticamente in angolazioni assurde; me ne accorgo e recupero subito il controllo, ma troppo tardi per salvare lo scenario, che è già cambiato. Ora è notte, sopra di me vedo un pallido cielo stellato. Ricorro alle affermazioni per provare a incrementare la luminosità delle stelle, ma ciò che ottengo è la comparsa di ologrammi che raffigurano le immagini delle costellazioni (come vengono rappresentate sulle mappe stellari). Poi ricado nell’incoscienza e infine mi sveglio.
3/10/2023
Ho usato la tecnica come al solito, facendo due sogni lucidi (ore 4:49 e 5:48). Li registro comunque sul diario, ma poiché entrambi erano imbottiti di elementi sessuali preferisco autocensurarmi e non raccontarli affatto…
4/10/2023
4:46 - IN VERANDA
Falso risveglio consapevole. Sono sdraiato a letto a pancia in giù e percepisco strani movimenti fisici. Perdo lucidità, ma la recupero di lì a poco, quando mi sento rotolare giù dal letto in modo troppo assurdo per essere reale. Mi alzo in piedi, concentrandomi per bloccare le vertigini, visto che la testa continua ancora a girarmi. Recuperato il controllo, mi guardo attorno e scopro di essere nella vecchia camera dei miei genitori (riconosco l’armadio e altri mobili). Mi avvicino alla finestra e sbircio in veranda, scorgendo un ambiente ben illuminato. Voglio uscire a tutti i costi e così cerco di spostare le tende, ma ovviamente quelle si moltiplicano davanti ai miei occhi rendendo l’impresa impossibile. Per fortuna mi accorgo dell’errore, ignorando semplicemente le tende e aprendo la finestra come se fosse una porta. Lo scenario fuori è notturno, e tuttavia nitido e realistico. Vedo senz’altro gli edifici dei dintorni, nonché i passanti e qualche automobile per strada. A poca distanza, scorgo un paio di sconosciuti sulla mia stessa veranda, ma trattandosi di un sogno la cosa non mi impensierisce. Cerco piuttosto di stabilizzare lo scenario, sfregando le mani tra loro e sentendole abbastanza intorpidite; allora preferisco tamburellare sulla ringhiera di ferro, dando vita a una piccola melodia, semplice eppure gradevole. Di sotto c’è perfino un artista di strada che improvvisa un accompagnamento con la sua batteria. Quando riporto lo sguardo sulla veranda, mi accorgo che ora si è divisa in due piccole verande separate. Non ho più alcun modo per scendere in strada. Allora salgo in piedi sulla ringhiera, vorrei saltare semplicemente giù, ma sono al primo piano! Mentre sto ipotizzando di usare la tecnica della fune per fluttuare di sotto, ecco che mi sveglio in modo improvviso.
5/10/2023
2:55 - L’INVASIONE DEI RAGNI
Questo non è un sogno lucido, però è così bizzarro che ho deciso di fare un’eccezione e trascriverlo ugualmente sul diario. Per farla breve, mi trovo in giardino e scopro con estrema sorpresa che tutta la vegetazione è interamente coperta da enormi ragnatele biancastre, sulle quali sono appesi dei ragni di dimensioni spropositate (della stazza di un gatto, per intendersi!). L’atmosfera che permea il sogno non è di inquietudine o terrore, quanto di semplice sbalordimento per l’anomalia della situazione. Oltretutto, mentre mi sposto lungo il viale, vengo colpito al viso da minuscole “palline”, che intuisco essere altrettanti ragnetti “neonati”, letteralmente sparati nell’aria dai ragni adulti…
TIRANDO LE SOMME DI QUESTI PRIMI MESI...
Ridendo e scherzando sono già passati sei mesi da quando mi sono riavvicinato ai sogni lucidi e per fortuna devo riconoscere che le cose sono migliorate rispetto all’inizio. In questo lasso di tempo sono faticosamente riuscito a ottimizzare la tecnica di induzione, incrementandone l’efficacia. In realtà, gli aggiustamenti rispetto a come l’avevo descritta in precedenza sono stati minimi, eppure fondamentali. Rendendomi conto di aver bisogno di più tempo a disposizione, ho anticipato la sveglia notturna, spostandola dalle 3:45 alle 3:00, mentre il resto rimane essenzialmente come prima. Grazie a questo piccolo cambiamento, non solo la frequenza mensile dei lucidi è aumentata, ma sta diventando abbastanza comune che riesca a farne anche due per notte. Per questo motivo sono sempre più convinto che la WBTB sia la regina delle tecniche di induzione, la base su cui costruire la propria carriera di onironauta. Altrettanto fondamentale è la visualizzazione che precede i sogni veri e propri, da condurre con la massima intensità e partecipazione emotiva.
Ritengo quindi di aver pienamente raggiunto il primo obiettivo che mi ero prefissato, per l’appunto riuscire a sognare lucido con elevata frequenza, quasi a comando. Con questo mi riferisco a un altro topic che avevo postato sul forum (https://www.sognilucidi.it/forum/viewto ... 39&t=13480), dove elencavo quelli che considero i tre obiettivi di base per gli apprendisti onironauti, che per comodità ripeto anche qui:
1) Aumentare notevolmente la frequenza dei sogni lucidi;
2) Ottimizzare i sogni incrementando nitidezza e realismo;
3) Prolungarne la durata.
Superato lo scoglio iniziale (il più impegnativo), si tratta adesso di lavorare sul secondo punto, visto che molti dei miei lucidi risultano scuri, instabili e in generale poco appaganti. Il che significa soprattutto abituarmi a stabilizzare i sogni sovraccaricandoli di percezioni sensoriali, una cosa che non faccio praticamente mai... Il più delle volte non mi guardo nemmeno intorno con attenzione! Ora diventa questo l’obiettivo primario, malgrado le prossime settimane non saranno certo ideali per concentrarmi sull’attività onirica (tra turni di lavoro massacranti, immancabili impegni familiari e lavori di ristrutturazione in casa…).
4:08 - CRISI ESISTENZIALI ONIRICHE
(…) Sono in piedi nel buio e chiedo a Eddie di mostrarmi qualcosa di interessante. Un attimo dopo, mi sento scendere verso il basso, come se fossi in ascensore. Il movimento dura alcuni secondi, poi si arresta davanti all’imboccatura di un tunnel. E’ largo un paio di metri, con la volta ad arco; sento il tintinnio delle gocce d’acqua che piovono dal soffitto. Scorgo due piccole statue simili a gargoyles, raffigurano degli strani ominidi accucciati sul pavimento, con le braccia strette attorno alle ginocchia. Non sono molto particolareggiati, ma hanno senz’altro le orecchie a punta e delle minuscole corna coniche sulla fronte. Li oltrepasso, avanzando spedito lungo il passaggio. Sono proprio curioso di scoprire dove sbucherò! Percorsa una decina di metri, ecco che arrivo in una stanza quadrata… Ma che delusione, è soltanto la mia cucina! Sono talmente irritato che strappo via la tovaglia dal tavolo! Così facendo, però, mi accorgo che quest’ultimo è rotondo… Sono di nuovo nel passato: oltre al tavolo, ecco infatti la cucina gialla, la tv a tubo catodico sul suo mobiletto e il vecchio frigorifero. No, no, non ne voglio sapere! Immagino che sul muro ci sia una porta e la apro subito, uscendo in cortile. Fuori è molto buio. Visualizzo una serie di appigli metallici sulla parete e li sfrutto per raggiungere la terrazza del vicino. Allora mi viene l’idea di esplorare la sua abitazione. Per scendere uso la scala, il cui aspetto è molto coerente con quella reale. Giunto di sotto, intravedo un cortile piastrellato e due viali che si inoltrano nel suo giardino; girandomi sulla destra, invece, scorgo la porta di casa già aperta e alcuni mobili all’interno. Tuttavia, mi sento assalire da un improvviso senso di inutilità... Ne vale davvero la pena? Cosa sono venuto a fare da queste parti? Uno strano pensiero si fa spazio nella mia mente: sono lucido in sogno, mi è costato tanta fatica imparare a farlo, eppure adesso mi sto annoiando, non trovo nulla di interessante da fare per sfruttare questa capacità! E’ un’idea così deprimente che mi lascio ricadere di proposito nell’incoscienza.
30/9/2023
4:55 - ROVI E VOCI IPNAGOGICHE
Di punto in bianco, mi ritrovo già lucido nel giardino del mio vicino di casa (proprio quello che ho sognato l’altra notte, anche se oggi la visuale è assai più chiara). Sono circondato da una vegetazione fittissima, soprattutto rovi. Senza riflettere troppo, cerco di spostarli per aprirmi un passaggio, sentendo il tipico scricchiolio delle piante secche quando vengono mosse. Ma com’è prevedibile, più insisto per avanzare e più la vegetazione mi si stringe addosso. A un certo punto, mi stufo e faccio collassare l’ambiente onirico, volando via a gran velocità attraverso uno spazio vuoto e nero. Chiedo al sogno di far comparire un paesaggio qualsiasi e forse comincio davvero a intravedere qualcosa sotto di me. Ecco però che mi sento affiancare dalla voce disincarnata di una zia che si mette a chiacchierare con me, una breve conversazione portata avanti con coerenza e ironia; intanto la mia percezione fisica si trasferisce nel letto, dove mi sveglio di lì a poco.
6:06 - TEMPORALE IN TERRAZZA
Sono a letto, guardo un cartone animato in tv (per la precisione, tutto ciò che vedo è un’immagine rettangolare che si staglia sul nero assoluto e che io interpreto come un programma televisivo). Le immagini sono nette, i colori vividi e luminosi, e c’è anche l’audio; mi accorgo che, se le fisso con troppa insistenza, le immagini sbiadiscono subito, così cerco di non esagerare. Segue poi una parte non lucida in cui converso con mia madre e mia sorella, finché entrambe non abbandonano la stanza. A questo punto, noto un bizzarro animaletto sul comodino, una chiocciola a forma di spirale dalla quale emerge un piccolo tentacolo. Sono sconcertato, non capisco di cosa si tratti. La strana visione è accompagnata da un respiro lento e regolare. Concentro tutta la mia attenzione sullo strano esserino, chiedendogli di ingrandirsi un po’ per vederlo meglio; al che lui prima raddoppia le sue dimensioni e poi scompare semplicemente davanti ai miei occhi. Questo mi fa capire che sto sognando, come pure che il respiro che sento nell’aria è quello del mio stesso corpo addormentato. (…) Esco in cortile e mi arrampico sul muro, raggiungendo la terrazza. Con grande sorpresa scopro che sta diluviando, al punto che le terrazze circostanti sono tutte allagate da mezzo metro circa di acqua limpida e trasparente. La scena è luminosa e semplicemente stupenda, non so perché la pioggia sia sempre così bella nei sogni lucidi! Sorridendo compiaciuto, entro in acqua e mi concentro per farne salire ulteriormente il livello finché non supera il bordo del parapetto e si riversa nel cortile sottostante, tipo cascata. Così facendo, però, destabilizzo il sogno e la mia visuale si sposta freneticamente in angolazioni assurde; me ne accorgo e recupero subito il controllo, ma troppo tardi per salvare lo scenario, che è già cambiato. Ora è notte, sopra di me vedo un pallido cielo stellato. Ricorro alle affermazioni per provare a incrementare la luminosità delle stelle, ma ciò che ottengo è la comparsa di ologrammi che raffigurano le immagini delle costellazioni (come vengono rappresentate sulle mappe stellari). Poi ricado nell’incoscienza e infine mi sveglio.
3/10/2023
Ho usato la tecnica come al solito, facendo due sogni lucidi (ore 4:49 e 5:48). Li registro comunque sul diario, ma poiché entrambi erano imbottiti di elementi sessuali preferisco autocensurarmi e non raccontarli affatto…
4/10/2023
4:46 - IN VERANDA
Falso risveglio consapevole. Sono sdraiato a letto a pancia in giù e percepisco strani movimenti fisici. Perdo lucidità, ma la recupero di lì a poco, quando mi sento rotolare giù dal letto in modo troppo assurdo per essere reale. Mi alzo in piedi, concentrandomi per bloccare le vertigini, visto che la testa continua ancora a girarmi. Recuperato il controllo, mi guardo attorno e scopro di essere nella vecchia camera dei miei genitori (riconosco l’armadio e altri mobili). Mi avvicino alla finestra e sbircio in veranda, scorgendo un ambiente ben illuminato. Voglio uscire a tutti i costi e così cerco di spostare le tende, ma ovviamente quelle si moltiplicano davanti ai miei occhi rendendo l’impresa impossibile. Per fortuna mi accorgo dell’errore, ignorando semplicemente le tende e aprendo la finestra come se fosse una porta. Lo scenario fuori è notturno, e tuttavia nitido e realistico. Vedo senz’altro gli edifici dei dintorni, nonché i passanti e qualche automobile per strada. A poca distanza, scorgo un paio di sconosciuti sulla mia stessa veranda, ma trattandosi di un sogno la cosa non mi impensierisce. Cerco piuttosto di stabilizzare lo scenario, sfregando le mani tra loro e sentendole abbastanza intorpidite; allora preferisco tamburellare sulla ringhiera di ferro, dando vita a una piccola melodia, semplice eppure gradevole. Di sotto c’è perfino un artista di strada che improvvisa un accompagnamento con la sua batteria. Quando riporto lo sguardo sulla veranda, mi accorgo che ora si è divisa in due piccole verande separate. Non ho più alcun modo per scendere in strada. Allora salgo in piedi sulla ringhiera, vorrei saltare semplicemente giù, ma sono al primo piano! Mentre sto ipotizzando di usare la tecnica della fune per fluttuare di sotto, ecco che mi sveglio in modo improvviso.
5/10/2023
2:55 - L’INVASIONE DEI RAGNI
Questo non è un sogno lucido, però è così bizzarro che ho deciso di fare un’eccezione e trascriverlo ugualmente sul diario. Per farla breve, mi trovo in giardino e scopro con estrema sorpresa che tutta la vegetazione è interamente coperta da enormi ragnatele biancastre, sulle quali sono appesi dei ragni di dimensioni spropositate (della stazza di un gatto, per intendersi!). L’atmosfera che permea il sogno non è di inquietudine o terrore, quanto di semplice sbalordimento per l’anomalia della situazione. Oltretutto, mentre mi sposto lungo il viale, vengo colpito al viso da minuscole “palline”, che intuisco essere altrettanti ragnetti “neonati”, letteralmente sparati nell’aria dai ragni adulti…
TIRANDO LE SOMME DI QUESTI PRIMI MESI...
Ridendo e scherzando sono già passati sei mesi da quando mi sono riavvicinato ai sogni lucidi e per fortuna devo riconoscere che le cose sono migliorate rispetto all’inizio. In questo lasso di tempo sono faticosamente riuscito a ottimizzare la tecnica di induzione, incrementandone l’efficacia. In realtà, gli aggiustamenti rispetto a come l’avevo descritta in precedenza sono stati minimi, eppure fondamentali. Rendendomi conto di aver bisogno di più tempo a disposizione, ho anticipato la sveglia notturna, spostandola dalle 3:45 alle 3:00, mentre il resto rimane essenzialmente come prima. Grazie a questo piccolo cambiamento, non solo la frequenza mensile dei lucidi è aumentata, ma sta diventando abbastanza comune che riesca a farne anche due per notte. Per questo motivo sono sempre più convinto che la WBTB sia la regina delle tecniche di induzione, la base su cui costruire la propria carriera di onironauta. Altrettanto fondamentale è la visualizzazione che precede i sogni veri e propri, da condurre con la massima intensità e partecipazione emotiva.
Ritengo quindi di aver pienamente raggiunto il primo obiettivo che mi ero prefissato, per l’appunto riuscire a sognare lucido con elevata frequenza, quasi a comando. Con questo mi riferisco a un altro topic che avevo postato sul forum (https://www.sognilucidi.it/forum/viewto ... 39&t=13480), dove elencavo quelli che considero i tre obiettivi di base per gli apprendisti onironauti, che per comodità ripeto anche qui:
1) Aumentare notevolmente la frequenza dei sogni lucidi;
2) Ottimizzare i sogni incrementando nitidezza e realismo;
3) Prolungarne la durata.
Superato lo scoglio iniziale (il più impegnativo), si tratta adesso di lavorare sul secondo punto, visto che molti dei miei lucidi risultano scuri, instabili e in generale poco appaganti. Il che significa soprattutto abituarmi a stabilizzare i sogni sovraccaricandoli di percezioni sensoriali, una cosa che non faccio praticamente mai... Il più delle volte non mi guardo nemmeno intorno con attenzione! Ora diventa questo l’obiettivo primario, malgrado le prossime settimane non saranno certo ideali per concentrarmi sull’attività onirica (tra turni di lavoro massacranti, immancabili impegni familiari e lavori di ristrutturazione in casa…).
- Reylock
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Ciao Danny!
Perdona la veloce incursione sul tuo diario inanzitutto. Questo Post l'avrei dovuto scrivere alcuni mesi fa ma ora è arrivato il momento giusto per imoportunarti.
Inanzitutto devo dire che ho seguito I vari post della tua storia con interesse, mi piace molto il modo in cui scrivi nonche le sensazioni che riesci a trasmettermi.
Come dissi un mix di Vintage + astrale + mistero + malinconia. Mi piacciono molto le descizione dei luoghi apparentemente ordinari, ma inesorabilmente intrisi da questo miscuglio emotivo molto particolare.
La tua storia e il legame che si è fomato con il mondo onirico sono molto belli e particolari, nonchè il simbolismo dei luoghi e dei personaggi presenti.
é qualcosa di molto unico e raro.
Ricorda in qualche modo il mio percorso iniziale, seppur più fortunato per il materiale disponibile già abbondante su cui basare l'allenamento.
Mi è piaciuto moltissimo e ti ringrazio di aver condiviso la nascità del rapporto con Eddie, questo è un tema a cui tengo in particolare, nonchè le successive visite da parte sua
e i dettagli della sua creazione, in particolare:
La tua tecnica mi piace moltissimo! devo dire che in passato la WBTB non mi ha dato risultati se non insonnia, ma ora che ho deciso di forzare un pò la media di sogni lucidi utilizzando La WBTB seguendo
il tuo esempio hi già avuto 4/4 sogni lucidi in seguito all'utilizzo di questa tecnica.
Grazie al bagaglio di Mindset e approcci imparati nell'ultimo anno dal mio arrivo (ufficiale) sul forum sembra essere veramente perfetta e quindi seppur il periodo di prova sia poco significativo posso confermare:
Comunque posso dire di aver avuto i sogni lucidi più lunghi e in cui ho avuto la possibilità di lavorare su alcune problematiche (FOMO; ansia, ambienti oscuri e poco dettagliati,
WILD, dolore di paralisi, rilassamento mentale pro-WILD etc..) grazie alla frequenza e durata maggiori!
Quindi grazie infinite, in particolare mooolto interessante la visualizzazione pre addormentamento, oltre che è un momento molto propizio, mi permette di allenare patter da riutilizzare in lucido!
Ti farò sapere (in altra sede) come prosegue per ora Reylock approved !
Infine mi ritrovo molto anche sul fatto di avere ambienti oscuri e poco dettagliati.
Mentre per il secondo punto mi sembrano molto interessanti le tecniche/mindset di approccio al TALD visto che nelle prime fasi l'obiettivo è quello di arrivare ad un mondo super realistico e dettagliato.
Anche cercare oggetti in piccole fessure, scavare in cerca di piccoli tesori o noci nel buco di un albero sembra stimolare molto l'immersione nell'ambiente onirico (consiglio di Neuro)
Detto questo resto in attesa delle tue future esperienze e delle immancabili note a fine reportage!
Perdona la veloce incursione sul tuo diario inanzitutto. Questo Post l'avrei dovuto scrivere alcuni mesi fa ma ora è arrivato il momento giusto per imoportunarti.
Inanzitutto devo dire che ho seguito I vari post della tua storia con interesse, mi piace molto il modo in cui scrivi nonche le sensazioni che riesci a trasmettermi.
Come dissi un mix di Vintage + astrale + mistero + malinconia. Mi piacciono molto le descizione dei luoghi apparentemente ordinari, ma inesorabilmente intrisi da questo miscuglio emotivo molto particolare.
La tua storia e il legame che si è fomato con il mondo onirico sono molto belli e particolari, nonchè il simbolismo dei luoghi e dei personaggi presenti.
é qualcosa di molto unico e raro.
Ricorda in qualche modo il mio percorso iniziale, seppur più fortunato per il materiale disponibile già abbondante su cui basare l'allenamento.
Mi è piaciuto moltissimo e ti ringrazio di aver condiviso la nascità del rapporto con Eddie, questo è un tema a cui tengo in particolare, nonchè le successive visite da parte sua
e i dettagli della sua creazione, in particolare:
Apprezzo molto l'impegno con cui ti dedichi al mondo onirico, come te pure io senza un importante allenamento non roesco ad avere esperienze lucide, e capisco quanto lavoro ci sia dietro.Dal punto di vista caratteriale, ho riversato in lui gli aspetti più positivi dei migliori amici che ho avuto nel corso degli anni, arricchendolo poi con tutte le qualità che in generale apprezzo nelle persone.
La tua tecnica mi piace moltissimo! devo dire che in passato la WBTB non mi ha dato risultati se non insonnia, ma ora che ho deciso di forzare un pò la media di sogni lucidi utilizzando La WBTB seguendo
il tuo esempio hi già avuto 4/4 sogni lucidi in seguito all'utilizzo di questa tecnica.
Grazie al bagaglio di Mindset e approcci imparati nell'ultimo anno dal mio arrivo (ufficiale) sul forum sembra essere veramente perfetta e quindi seppur il periodo di prova sia poco significativo posso confermare:
Ora devo un attimo abituarmi e cambiare alcune abitudini per rendere la pratica costante il più salutare possibile.sono sempre più convinto che la WBTB sia la regina delle tecniche di induzione
Comunque posso dire di aver avuto i sogni lucidi più lunghi e in cui ho avuto la possibilità di lavorare su alcune problematiche (FOMO; ansia, ambienti oscuri e poco dettagliati,
WILD, dolore di paralisi, rilassamento mentale pro-WILD etc..) grazie alla frequenza e durata maggiori!
Quindi grazie infinite, in particolare mooolto interessante la visualizzazione pre addormentamento, oltre che è un momento molto propizio, mi permette di allenare patter da riutilizzare in lucido!
Ti farò sapere (in altra sede) come prosegue per ora Reylock approved !
Infine mi ritrovo molto anche sul fatto di avere ambienti oscuri e poco dettagliati.
Per il primo punto sembra interessante l'attesa dell'alba, della luce che risorge sulle tenebre, come la primavera dopo l'autunno, sento un legamae profondo ed ancestrale, la speranza che sorge dal caos...sensazioni molto intense e facili da richiamare...molti dei miei lucidi risultano scuri, instabili e in generale poco appaganti
Mentre per il secondo punto mi sembrano molto interessanti le tecniche/mindset di approccio al TALD visto che nelle prime fasi l'obiettivo è quello di arrivare ad un mondo super realistico e dettagliato.
Mettere radici nel sogno
Anche cercare oggetti in piccole fessure, scavare in cerca di piccoli tesori o noci nel buco di un albero sembra stimolare molto l'immersione nell'ambiente onirico (consiglio di Neuro)
Detto questo resto in attesa delle tue future esperienze e delle immancabili note a fine reportage!
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Ma ciao a te, Reylock. Trovare il tuo intervento sul diario mi ha fatto davvero piacere. Sapere che le mie esperienze riescono a trasmettere emozioni anche a chi le legge mi riempie di gioia, vuol dire che in fondo vale la pena pubblicarle qui.Reylock ha scritto:Ciao Danny!
Perdona la veloce incursione sul tuo diario inanzitutto. Questo Post l'avrei dovuto scrivere alcuni mesi fa ma ora è arrivato il momento giusto per imoportunarti.
Inanzitutto devo dire che ho seguito I vari post della tua storia con interesse, mi piace molto il modo in cui scrivi nonche le sensazioni che riesci a trasmettermi.
Da bravo introverso, il mio mondo interiore è sempre stato importantissimo per me, quanto quello esterno e forse di più. Non mi riferisco semplicemente ai sogni, ma anche al piacere di inventare storie, fantasticare su epoche e luoghi lontani e in generale viaggiare con l'immaginazione. È un dettaglio che secondo me ha un peso notevole nella mia capacità di fare sogni lucidi e interagire con l'inconscio.Reylock ha scritto: La tua storia e il legame che si è fomato con il mondo onirico sono molto belli e particolari, nonchè il simbolismo dei luoghi e dei personaggi presenti.
é qualcosa di molto unico e raro.
Sono felice che il mio rapporto con Eddie ti abbia preso così tanto. All'inizio ero molto dubbioso se parlarne o meno, temevo che fosse un argomento troppo al limite e che sarebbe stato frainteso. Le tue parole in proposito mi tranquillizzano parecchio. Trovo che i momenti più significativi siano quando appare di sua iniziativa oppure fa cose inaspettate, che mi stupiscono. Anche con lui c'è ancora parecchio lavoro da fare, comunque.Reylock ha scritto: Mi è piaciuto moltissimo e ti ringrazio di aver condiviso la nascità del rapporto con Eddie, questo è un tema a cui tengo in particolare, nonchè le successive visite da parte sua
e i dettagli della sua creazione
Sì, un allenamento costante è fondamentale. Non posso mai abbassare la guardia, purtroppo. Appena mi ''rilasso'' un po' nell'esecuzione della tecnica (magari distraendomi spesso o mettendo poca enfasi nella visualizzazione), tutto sfuma subito. Dal sognare lucido ogni notte a non sognare affatto, il passo è sorprendentemente breve.Reylock ha scritto:Apprezzo molto l'impegno con cui ti dedichi al mondo onirico, come te pure io senza un importante allenamento non roesco ad avere esperienze lucide, e capisco quanto lavoro ci sia dietro.
Sono molto sorpreso! L'ultima volta che ne abbiamo parlato, mi avevi spiegato tutti i problemi che la wbtb ti provoca, e ora invece mi dai questa bella notizia. Continua così!Reylock ha scritto: La tua tecnica mi piace moltissimo! devo dire che in passato la WBTB non mi ha dato risultati se non insonnia, ma ora che ho deciso di forzare un pò la media di sogni lucidi utilizzando La WBTB seguendo
il tuo esempio hi già avuto 4/4 sogni lucidi in seguito all'utilizzo di questa tecnica.
La visualizzazione è assolutamente FONDAMENTALE, anche perché influenza la qualità del sogno che si farà di lì a poco. Bisogna proprio sforzarsi di vedere forme e colori con la maggior nitidezza possibile, fino al punto in cui questi sembrano quasi ''bucare'' l'oscurità davanti agli occhi chiusi. Certe notti faccio delle visualizzazioni davvero stupende, magari più interessanti dello stesso sogno lucido.Reylock ha scritto: Quindi grazie infinite, in particolare mooolto interessante la visualizzazione pre addormentamento, oltre che è un momento molto propizio, mi permette di allenare patter da riutilizzare in lucido!
Questo è il punto su cui mi sto focalizzando adesso, ho già cominciato a pensare alle varie strategie da testare. Certamente prenderò spunto anch'io dal TALD, anche se devo ammettere che i post chilometrici di Neuroengineer mi fanno venire un po' di angoscia ogni volta che mi scorrono davanti agli occhi...Reylock ha scritto: Infine mi ritrovo molto anche sul fatto di avere ambienti oscuri e poco dettagliati.
Davvero interessante, lo terrò a mente!Reylock ha scritto: Anche cercare oggetti in piccole fessure, scavare in cerca di piccoli tesori o noci nel buco di un albero sembra stimolare molto l'immersione nell'ambiente onirico (consiglio di Neuro)
Per le mie future esperienze ci sarà da aspettare un po' più del solito stavolta, visto che i lavori di ristrutturazione in casa hanno mandato a gambe all'aria la mia routine, provocandomi l'insonnia. Per oltre una settimana sono stato talmente nervoso e stressato che dormivo sì e no due/tre ore a notte, il resto era tutto un rigirarsi nel letto! Per fortuna sembra che ora si stia rientrando lentamente nella normalità, non vedo l'ora!Reylock ha scritto: Detto questo resto in attesa delle tue future esperienze e delle immancabili note a fine reportage!
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Riprendo a usare la tecnica dopo due settimane di interruzione forzata. Per il momento proseguirò a intermittenza, solo quando mi sarà possibile. Troppi impegni e nervosismo per “lucidare” come si deve…
21/10/2023
4:51 - PERSONAGGI ONIRICI
Falso risveglio consapevole, divento lucido sentendo il peso di qualcuno che si sdraia sulla mia schiena. Penso subito a Eddie e gli chiedo se sia davvero lui, ma devo ripeterlo due volte prima di ottenere risposta. Mi dice di sì, con tono gioviale e affettuoso. Prendendo spunto da alcune cose che ho letto di recente sul forum, decido di testare le sue abilità logiche: gli chiedo se sa dirmi quanto fa 15 meno 5 e lui risponde in modo corretto; proseguo con altri calcoli leggermente più complicati, ma stavolta Eddie fa degli errori madornali, davvero troppo esagerati. Dalla sua voce divertita capisco infatti che mi sta volutamente prendendo in giro, così lo lascio perdere e mi alzo dal letto. Mi sposto nel salone, dove incontro un altro PO e abbiamo dei contatti di tipo sessuale (mi autocensuro). Ripreso il controllo di me, guardo fuori dalla finestra e noto una sconosciuta in veranda. La raggiungo subito, è una bella ragazza bionda, coi capelli ricci e un vestitino attillato, nell’insieme davvero molto realistica. Le chiedo come si chiama e lei risponde con un filo di voce, tanto che devo pregarla di ripetere, concentrandomi sull’udito (questo particolare dei PO che si esprimono sussurrando è una cosa che ho notato abbastanza di frequente). Purtroppo non riesco a memorizzare esattamente il nome, anche se è davvero stranissimo (“Alach” qualcosa…). Subito dopo le chiedo cosa stia facendo e perché si trovi sulla veranda, ma ora la fanciulla mi ignora, preferisce chiacchierare con altri PO che sono apparsi improvvisamente vicino a noi. La cosa mi dà abbastanza fastidio. “Guarda che stavi parlando con me, fino a prova contraria sono io il sognatore!”, sottolineo. Mi allontano pure da lei, guardandomi intorno e notando che la ringhiera è fittamente coperta di rampicanti, ci sono anche dei vasi con piante, tutto decisamente florido. Riconosco varie differenze rispetto al corrispettivo ambiente fisico. (Subito dopo, la mia lucidità crolla e finisco nel classico sogno ordinario in cui si rivangano i fatti del giorno precedente.)
22/10/2023
(Ore ?) - PARALISI
Semi-lucido spontaneo (non ho usato alcuna tecnica) in cui percepisco con chiarezza di essere sdraiato a letto e avverto la rigidità del mio corpo attanagliato dalla paralisi. Faccio fatica a respirare, come se ci fosse un lenzuolo steso sulla mia faccia; vorrei sollevare le mani per toglierlo, ma ovviamente non ci riesco. Grosso modo mi rendo conto di cosa sta accadendo, tuttavia dopo alcuni secondi ricado nel sonno.
24/10/2023
5:36 - IN GIARDINO
Mi ritrovo in giardino di punto in bianco. Sono in piedi sul viale, vicino ai ruderi della stalla. Il passaggio davanti a me è ostruito dall’albero di fichi d’India che è improvvisamente cresciuto in maniera spropositata. Lo osservo con attenzione, si innalza fino a tre o quattro metri di altezza. “Ok, sto sognando…”, dico a me stesso, dirigendomi nella direzione opposta. Lo sguardo mi cade sui muri laterali, molto particolareggiati e verdissimi, coperti di muschio, licheni e piccole piante che spuntano dalle fessure. Scorro le mani sui mattoni, poi mi concentro su una piccola catena appesa lì a un perno, facendola muovere e sentendone il tintinnio metallico. Quindi mi giro dall’altra parte, lanciando un’occhiata al resto del giardino: vedo il pergolato e le zone coltivate a orto, la cui terra appare umida e scura per le piogge dei giorni precedenti. La visuale è un po’ nebbiosa, anche se la scena è comunque dettagliata e ricca di colori. Ecco, però, che tutto comincia subito a virare verso il buio. Mi rendo conto che il sogno si sta già dissolvendo e mi concentro sul tatto per cercare di impedirlo. Afferro i pali del pergolato e li scuoto con forza, sentendoli estremamente reali, poi sollevo una mano in alto per toccare le foglie di vite. Non serve a nulla, ogni cosa intorno a me svanisce nel vuoto... Piuttosto, percepisco la presa incredibilmente salda di una mano sconosciuta che afferra all’improvviso la mia! Colto di sorpresa, cerco di sottrarmi a quella morsa mantenendo la calma, tirando inutilmente il braccio per liberarmi. Ma ecco una seconda mano invisibile che mi afferra con aggressività in mezzo alle gambe (sì, proprio lì…) La situazione è preoccupante, se mi faccio prendere dal panico rischio di finire in un incubo lucido! Per fortuna tutto si risolve da sé, poiché mi sveglio un attimo dopo.
21/10/2023
4:51 - PERSONAGGI ONIRICI
Falso risveglio consapevole, divento lucido sentendo il peso di qualcuno che si sdraia sulla mia schiena. Penso subito a Eddie e gli chiedo se sia davvero lui, ma devo ripeterlo due volte prima di ottenere risposta. Mi dice di sì, con tono gioviale e affettuoso. Prendendo spunto da alcune cose che ho letto di recente sul forum, decido di testare le sue abilità logiche: gli chiedo se sa dirmi quanto fa 15 meno 5 e lui risponde in modo corretto; proseguo con altri calcoli leggermente più complicati, ma stavolta Eddie fa degli errori madornali, davvero troppo esagerati. Dalla sua voce divertita capisco infatti che mi sta volutamente prendendo in giro, così lo lascio perdere e mi alzo dal letto. Mi sposto nel salone, dove incontro un altro PO e abbiamo dei contatti di tipo sessuale (mi autocensuro). Ripreso il controllo di me, guardo fuori dalla finestra e noto una sconosciuta in veranda. La raggiungo subito, è una bella ragazza bionda, coi capelli ricci e un vestitino attillato, nell’insieme davvero molto realistica. Le chiedo come si chiama e lei risponde con un filo di voce, tanto che devo pregarla di ripetere, concentrandomi sull’udito (questo particolare dei PO che si esprimono sussurrando è una cosa che ho notato abbastanza di frequente). Purtroppo non riesco a memorizzare esattamente il nome, anche se è davvero stranissimo (“Alach” qualcosa…). Subito dopo le chiedo cosa stia facendo e perché si trovi sulla veranda, ma ora la fanciulla mi ignora, preferisce chiacchierare con altri PO che sono apparsi improvvisamente vicino a noi. La cosa mi dà abbastanza fastidio. “Guarda che stavi parlando con me, fino a prova contraria sono io il sognatore!”, sottolineo. Mi allontano pure da lei, guardandomi intorno e notando che la ringhiera è fittamente coperta di rampicanti, ci sono anche dei vasi con piante, tutto decisamente florido. Riconosco varie differenze rispetto al corrispettivo ambiente fisico. (Subito dopo, la mia lucidità crolla e finisco nel classico sogno ordinario in cui si rivangano i fatti del giorno precedente.)
22/10/2023
(Ore ?) - PARALISI
Semi-lucido spontaneo (non ho usato alcuna tecnica) in cui percepisco con chiarezza di essere sdraiato a letto e avverto la rigidità del mio corpo attanagliato dalla paralisi. Faccio fatica a respirare, come se ci fosse un lenzuolo steso sulla mia faccia; vorrei sollevare le mani per toglierlo, ma ovviamente non ci riesco. Grosso modo mi rendo conto di cosa sta accadendo, tuttavia dopo alcuni secondi ricado nel sonno.
24/10/2023
5:36 - IN GIARDINO
Mi ritrovo in giardino di punto in bianco. Sono in piedi sul viale, vicino ai ruderi della stalla. Il passaggio davanti a me è ostruito dall’albero di fichi d’India che è improvvisamente cresciuto in maniera spropositata. Lo osservo con attenzione, si innalza fino a tre o quattro metri di altezza. “Ok, sto sognando…”, dico a me stesso, dirigendomi nella direzione opposta. Lo sguardo mi cade sui muri laterali, molto particolareggiati e verdissimi, coperti di muschio, licheni e piccole piante che spuntano dalle fessure. Scorro le mani sui mattoni, poi mi concentro su una piccola catena appesa lì a un perno, facendola muovere e sentendone il tintinnio metallico. Quindi mi giro dall’altra parte, lanciando un’occhiata al resto del giardino: vedo il pergolato e le zone coltivate a orto, la cui terra appare umida e scura per le piogge dei giorni precedenti. La visuale è un po’ nebbiosa, anche se la scena è comunque dettagliata e ricca di colori. Ecco, però, che tutto comincia subito a virare verso il buio. Mi rendo conto che il sogno si sta già dissolvendo e mi concentro sul tatto per cercare di impedirlo. Afferro i pali del pergolato e li scuoto con forza, sentendoli estremamente reali, poi sollevo una mano in alto per toccare le foglie di vite. Non serve a nulla, ogni cosa intorno a me svanisce nel vuoto... Piuttosto, percepisco la presa incredibilmente salda di una mano sconosciuta che afferra all’improvviso la mia! Colto di sorpresa, cerco di sottrarmi a quella morsa mantenendo la calma, tirando inutilmente il braccio per liberarmi. Ma ecco una seconda mano invisibile che mi afferra con aggressività in mezzo alle gambe (sì, proprio lì…) La situazione è preoccupante, se mi faccio prendere dal panico rischio di finire in un incubo lucido! Per fortuna tutto si risolve da sé, poiché mi sveglio un attimo dopo.
Per me questo genere di sogni vividi è un resoconto molto più interessante di molto sogni lucidi che leggo spesso.
Ci sono dentro elementi ricorrenti e poi 'strutture oniriche' che vivono una loro specifica autonomia dalla vita reale.
Questo genere di situazioni e di ricordi di vite passate in luoghi antichi ha una coerenza che non si ritrova nei sogni comuni e a volte neanche nei s.l.
I sistemi inventati dalla mente per accedere o impedire l'accesso a queste informazioni e particolari conoscenze individuali è semplicemente geniale.
Meglio un sogno vivido così che tanti lucidi ripetitivi!
Ci sono dentro elementi ricorrenti e poi 'strutture oniriche' che vivono una loro specifica autonomia dalla vita reale.
Questo genere di situazioni e di ricordi di vite passate in luoghi antichi ha una coerenza che non si ritrova nei sogni comuni e a volte neanche nei s.l.
I sistemi inventati dalla mente per accedere o impedire l'accesso a queste informazioni e particolari conoscenze individuali è semplicemente geniale.
Meglio un sogno vivido così che tanti lucidi ripetitivi!
Danny ha scritto:Quando si usano le tecniche per fare sogni lucidi, uno degli ''effetti collaterali'' che ne derivano è l'aumento della capacità di ricordare i sogni normali. In effetti, ne rammentavo diversi ogni notte, anche piuttosto lunghi. Malgrado non mi intrigassero più di tanto (per la maggior parte erano proprio di una noia mortale!), col tempo non potei fare a meno di notare che alcuni erano diversi e presentavano dei temi ricorrenti.
In alcuni sogni, ad esempio, scoprivo di possedere una seconda casa molto più antica della prima e andavo a visitarla, trovandomi di fronte un edificio arredato con mobili vecchi, dall'atmosfera di ''nobiltà decaduta'', ricco di fascino e mistero, ma anche di solitudine e bisognoso di lavori di manutenzione. A volte la scoperta di questa casa dimenticata avveniva in modo fortuito: mi infilavo nello stretto passaggio tra un mobile e il muro e scoprivo delle stanze disabitate da tempo; oppure una parete crollava all'improvviso, svelandone un'altra molto più antica e delle vecchie porte.
In altri sogni in cui mi aggiravo per le vie di qualche città, mi capitò più volte di adocchiare una villa ottocentesca dall'aria abbandonata e i muri bordò ormai sbiaditi, che spiccava in modo eclatante tra gli edifici dei dintorni, tutti moderni. In uno di questi sogni (sempre tassativamente NON lucidi) provai ad avvicinarmi alla struttura, incuriosito, ma fui bloccato da un'inferriata che fino a poco prima non c'era; notai inoltre che tutte le porte e finestre della villa erano inchiodate con assi di legno e che una telecamera sorvegliava l'ingresso principale. Mentre osservavo basito tutto ciò, fui raggiunto da un gruppo di poliziotti armati e abbastanza bellicosi, nonché da una dottoressa in camice bianco (che percepii come una psicologa) che riuscì a convincermi con le buone ad allontanarmi dall'edificio.
Il dettaglio delle misure di sicurezza che mi tenevano lontano da cose che non dovevo vedere tendeva spesso a ripetersi. Ad esempio, in un sogno mi trovavo in terrazza, affollata di persone protese in modo spasmodico verso l'orizzonte; qualcuno ''dall'altra parte del mondo'' ci aveva lanciato una bomba atomica e ora stavamo aspettando l'arrivo di qualcosa di eccezionale. Anch'io mi fermai ad attendere con loro, e nel frattempo salvai la vita a uno strano bambino che aveva rischiato di cadere di sotto: solo dopo il risveglio mi resi conto che ero io stesso da piccolo. Fatto sta che, quando sollevai di nuovo lo sguardo verso l'orizzonte, scoprii che adesso la mia visuale era ostacolata da un'alta barriera metallica che correva lungo tutta la terrazza, eccetto che in un punto, dove si apriva uno stretto passaggio. Mi diressi subito lì, ma ecco arrivare un manipolo di giovani soldati che volevano portarmi in guerra; insieme a loro, il mio maestro delle elementari che cercò di convincermi ad arruolarmi. Io però non volevo saperne e scappai via.
Il punto di svolta giunse quando, facendo acquisti in un centro commerciale, nella sezione dedicata ai libri notai casualmente un piccolo dizionario dei sogni, di quelli che elencano i simboli onirici in ordine alfabetico e ne danno la relativa interpretazione. All'epoca nutrivo un istintivo disprezzo verso la psicologia e l'interpretazione dei sogni, del tutto immotivato visto che non ne sapevo assolutamente nulla, ma ciò nonostante finii per comprare quel libricino. Inutile dire che mi si aprì un mondo.
Visto che ogni tentativo di investigare sulla questione attraverso i sogni lucidi si rivelò un disastro (ormai non li controllavo praticamente più), decisi di prestare maggior attenzione a quelli normali e studiarli con cura. La reazione dell'inconscio non si fece aspettare: un mattino, poco prima di svegliarmi, sognai uno sconosciuto in piedi sulla porta della mia cantina. Mi consegnò un blocchetto per gli appunti e una penna, dicendo che dovevo scendere di sotto e ''mappare tutto con estrema attenzione''. Aggiunse inoltre che l'ambiente laggiù era vastissimo e che avrei impiegato parecchio tempo per esplorare tutto (col senno di poi, è stato così per davvero... Quasi dieci anni!). Da quel momento in poi, i sogni pieni di strani simbolismi si moltiplicarono a dismisura.
(CONTINUA...)
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Ciao, Olrac. I sogni che hai quotato risalgono a un periodo in cui il mio inconscio era particolarmente propenso a dialogare, usando simbolismi che si evolvevano man mano che interpretavo quelli precedenti. La cosa è andata avanti per parecchi anni; da un lato era molto affascinante, dall'altro mi stremava, come se mi prosciugasse le forze. Ora come ora, questa conversazione si è bloccata e ogni mio tentativo di riaprirla viene rispedito al mittente, talvolta anche in malo modo. E sì, concordo in pieno col fatto che le strategie usate dalla mente per nascondersi o svelarsi sono sorprendenti, lasciano davvero l'impressione di relazionarsi con ''qualcosa'' di diverso da sé stessi. Non mi sono mai aspettato la stessa profondità dai sogni lucidi, che perlopiù mi interessano per il loro potenziale ''fantastico'', la possibilità di creare mondi alternativi in cui entrare a piacimento.
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PRESENZA IPNAGOGICA
(2/11/2023 ore 5:57)
Falso risveglio consapevole. Sono steso a pancia in giù e sento il peso della solita presenza ipnagogica che si sdraia sopra di me. Stavolta è il visitatore ad attaccare discorso per primo, parlandomi all’orecchio con voce maschile e sussurrata. Mi chiede come vanno le cose e perché sono giù di corda negli ultimi tempi; parte così una breve conversazione che per riservatezza non voglio riferire. Prima di congedarsi, sottolinea che mi rimarrà sempre accanto (una frase che scalda il cuore!) dandomi un bacio sulla guancia, affettuoso come se fossimo fratelli.
P.S.: non gli ho domandato chi fosse, ma dal suo atteggiamento è palese che si trattasse di Eddie. Non mi vengono in mente altri PO che si siano mai comportati così nei miei confronti!
LA MINIERA
(5/11/2023 ore 2:21)
Sto esplorando una grande caverna insieme a un altro uomo (il classico PO anonimo). L’oscurità è dannatamente fitta, tanto che per orientarci, o anche solo vedere dove mettiamo i piedi, dobbiamo usare dei potenti riflettori. Abbiamo avvistato ricchi depositi di alluminio e stiamo valutando se avviare o meno un’attività estrattiva, trasformando la caverna in una miniera. Mentre soppesiamo il rapporto costi/benefici, scopriamo che la zona è infestata dai ratti. Spuntano così altri PO che prendono a ispezionare l’area insieme a noi. Servendomi della torcia, mi affaccio su altri tunnel e stanze secondarie scavate nella parete, come se in passato la zona fosse abitata; in particolare mi colpisce una vasta sala (palesemente modellata sull’immagine della mia cantina) caratterizzata da un secondo pavimento segreto, collocato al di sotto del primo e separato da quest’ultimo da una stretta intercapedine. Ci sono topi ovunque, grossi come gatti e riuniti in “branchi” di venti o trenta esemplari. Mi stupisce molto il fatto che alcuni di loro siano bianchissimi e altri nerissimi, mescolati alla rinfusa. Non sono aggressivi, anzi al mio passaggio si ritraggono spaventati. Raggiungo poi una specie di area militare sotterranea dove la scena si schiarisce notevolmente. Ora la protagonista del sogno diventa un’inviata de “Le iene” (la compianta Nadia Toffa) che intervista un comandante dell’esercito di mezza età, accusandolo di aver costretto una soldatessa ad avere una relazione con lui e sputtanandolo nel classico stile della trasmissione. Lui ha un atteggiamento infastidito e altezzoso, non si scompone per nulla e replica che ora la donna può andarsene, ma che questo fatto “scatenerà delle ritorsioni”. E’ una palese minaccia! Nadia si sposta in una stanza affollata di soldati, raggiungendo la donna per avvisarla che il suo incubo è finito. Ha una quarantina d’anni, i capelli neri e ricci ed è un po’ paffutella, con un’espressione assai dolce (è palesemente mia madre quand’ero bambino). Appresa la notizia, lei si mette a piangere dalla commozione e raccoglie uno zaino coi suoi effetti personali. Finalmente è libera! Prima di andarsene, tuttavia, deve svolgere l’ultimo compito assegnatole, ossia aprire una grossa valvola idraulica posizionata sul pavimento. Una volta fatto ciò, dal basso comincia a zampillare un copioso spruzzo di acqua torbida e marrone, uno scarico di fogna; completamente imbrattata dai liquami, la soldatessa scivola e cade malamente a terra, battendo la testa senza più muoversi. Nadia non si avvicina, però la chiama ripetutamente, sperando che sia ancora viva... E’ forse questa la vendetta del comandante? (Di certo il sogno prosegue ulteriormente, ma io non ricordo altro.)
P.S.: rileggendolo meglio, mi sono accorto che questo è un “sogno delle due donne” (ne ho parlato qui in modo approfondito: https://www.sognilucidi.it/forum/viewto ... 10#p109938). Contiene tutti gli elementi tipici: una figura maschile tirannica e oppressiva, una donna bionda che si ribella e riesce a spuntarla, e un’altra donna, mora e più sottomessa, che invece ci rimette la vita. Sono sconcertato, era da parecchi anni che non facevo più sogni di questo tipo, anzi credevo che fossero cessati del tutto quando ne avevo compreso il simbolismo. Forse certi contenuti della mente non svaniscono mai per davvero, ma sprofondano nell’inconscio in attesa di essere riattivati da una carica emotiva simile.
TEMPORALE IN TERRAZZA
(7/11/2023 ore 5:39)
Divento consapevole col solito falso risveglio. Non percepisco propriamente delle vibrazioni, quanto una specie di tremolio diffuso. Mi siedo sul bordo del letto, tuttavia mi sento strano, “allucinato”; percepisco suoni confusi, sembra una musica distorta, ed è come se la mia testa prenda a oscillare senza controllo. Provo ad alzarmi, ma tutto gira; dapprima ho la sensazione di volare in avanti a forte velocità, poi di precipitare in un vuoto enorme e buio, ruotando su me stesso come una trottola impazzita. Vedo lampi e lucine colorate, accompagnati da forme astratte, spirali e “oggettini” sottili e ritorti, davvero ardui da descrivere. Per fortuna questo trip mentale ha termine con un secondo falso risveglio. Mi accorgo subito che stavolta il letto si trova in un altro punto della stanza, dov’era collocato nel periodo della mia adolescenza. Sono disteso supino, avverto una presenza ipnagogica che mi sale sopra a cavalcioni e con la quale ho contatti di tipo sessuale. Poi mi alzo ed esco in cortile, una volta tanto l’ambiente è illuminato a giorno. Decido di approfittarne per esplorare un po’ e mi avvicino a una parete, usando la tecnica della corda per volare in terrazza: immagino di essere agganciato a una robusta fune che mi trascina verso l’alto e difatti comincio subito a fluttuare attraverso l’aria. La mia ascensione, tuttavia, si ferma a livello del parapetto, al quale devo afferrarmi con forza per non ricadere giù… Credo di aver interrotto la tecnica troppo presto! Così mi concentro di nuovo sulla fune e raggiungo la terrazza sano e salvo. La zona appare più scura del cortile sottostante, seppur abbastanza definita. Con una certa sorpresa mi accorgo che sta piovendo, vedo le gocce che rimbalzano sul pavimento bagnato e forse le sento anche colpirmi. Allora faccio un piccolo esperimento, concentrandomi per aumentare l’intensità della pioggia, che difatti si infittisce subito. La situazione, però, mi sfugge rapidamente di mano poiché il temporale si trasforma in un diluvio incredibile e si alza anche un ventaccio improvviso e tremendamente forte che inizia a spingermi attraverso la terrazza; cerco inutilmente di puntare i piedi che slittano, senza riuscire ad oppormi alla pressione dell’aria. Raggiungo la scala che conduce nel giardino del vicino e… Qui probabilmente perdo lucidità di colpo, visto che nel ricordo successivo mi trovo da tutt’altra parte, impegnato in un sogno convenzionale.
(2/11/2023 ore 5:57)
Falso risveglio consapevole. Sono steso a pancia in giù e sento il peso della solita presenza ipnagogica che si sdraia sopra di me. Stavolta è il visitatore ad attaccare discorso per primo, parlandomi all’orecchio con voce maschile e sussurrata. Mi chiede come vanno le cose e perché sono giù di corda negli ultimi tempi; parte così una breve conversazione che per riservatezza non voglio riferire. Prima di congedarsi, sottolinea che mi rimarrà sempre accanto (una frase che scalda il cuore!) dandomi un bacio sulla guancia, affettuoso come se fossimo fratelli.
P.S.: non gli ho domandato chi fosse, ma dal suo atteggiamento è palese che si trattasse di Eddie. Non mi vengono in mente altri PO che si siano mai comportati così nei miei confronti!
LA MINIERA
(5/11/2023 ore 2:21)
Sto esplorando una grande caverna insieme a un altro uomo (il classico PO anonimo). L’oscurità è dannatamente fitta, tanto che per orientarci, o anche solo vedere dove mettiamo i piedi, dobbiamo usare dei potenti riflettori. Abbiamo avvistato ricchi depositi di alluminio e stiamo valutando se avviare o meno un’attività estrattiva, trasformando la caverna in una miniera. Mentre soppesiamo il rapporto costi/benefici, scopriamo che la zona è infestata dai ratti. Spuntano così altri PO che prendono a ispezionare l’area insieme a noi. Servendomi della torcia, mi affaccio su altri tunnel e stanze secondarie scavate nella parete, come se in passato la zona fosse abitata; in particolare mi colpisce una vasta sala (palesemente modellata sull’immagine della mia cantina) caratterizzata da un secondo pavimento segreto, collocato al di sotto del primo e separato da quest’ultimo da una stretta intercapedine. Ci sono topi ovunque, grossi come gatti e riuniti in “branchi” di venti o trenta esemplari. Mi stupisce molto il fatto che alcuni di loro siano bianchissimi e altri nerissimi, mescolati alla rinfusa. Non sono aggressivi, anzi al mio passaggio si ritraggono spaventati. Raggiungo poi una specie di area militare sotterranea dove la scena si schiarisce notevolmente. Ora la protagonista del sogno diventa un’inviata de “Le iene” (la compianta Nadia Toffa) che intervista un comandante dell’esercito di mezza età, accusandolo di aver costretto una soldatessa ad avere una relazione con lui e sputtanandolo nel classico stile della trasmissione. Lui ha un atteggiamento infastidito e altezzoso, non si scompone per nulla e replica che ora la donna può andarsene, ma che questo fatto “scatenerà delle ritorsioni”. E’ una palese minaccia! Nadia si sposta in una stanza affollata di soldati, raggiungendo la donna per avvisarla che il suo incubo è finito. Ha una quarantina d’anni, i capelli neri e ricci ed è un po’ paffutella, con un’espressione assai dolce (è palesemente mia madre quand’ero bambino). Appresa la notizia, lei si mette a piangere dalla commozione e raccoglie uno zaino coi suoi effetti personali. Finalmente è libera! Prima di andarsene, tuttavia, deve svolgere l’ultimo compito assegnatole, ossia aprire una grossa valvola idraulica posizionata sul pavimento. Una volta fatto ciò, dal basso comincia a zampillare un copioso spruzzo di acqua torbida e marrone, uno scarico di fogna; completamente imbrattata dai liquami, la soldatessa scivola e cade malamente a terra, battendo la testa senza più muoversi. Nadia non si avvicina, però la chiama ripetutamente, sperando che sia ancora viva... E’ forse questa la vendetta del comandante? (Di certo il sogno prosegue ulteriormente, ma io non ricordo altro.)
P.S.: rileggendolo meglio, mi sono accorto che questo è un “sogno delle due donne” (ne ho parlato qui in modo approfondito: https://www.sognilucidi.it/forum/viewto ... 10#p109938). Contiene tutti gli elementi tipici: una figura maschile tirannica e oppressiva, una donna bionda che si ribella e riesce a spuntarla, e un’altra donna, mora e più sottomessa, che invece ci rimette la vita. Sono sconcertato, era da parecchi anni che non facevo più sogni di questo tipo, anzi credevo che fossero cessati del tutto quando ne avevo compreso il simbolismo. Forse certi contenuti della mente non svaniscono mai per davvero, ma sprofondano nell’inconscio in attesa di essere riattivati da una carica emotiva simile.
TEMPORALE IN TERRAZZA
(7/11/2023 ore 5:39)
Divento consapevole col solito falso risveglio. Non percepisco propriamente delle vibrazioni, quanto una specie di tremolio diffuso. Mi siedo sul bordo del letto, tuttavia mi sento strano, “allucinato”; percepisco suoni confusi, sembra una musica distorta, ed è come se la mia testa prenda a oscillare senza controllo. Provo ad alzarmi, ma tutto gira; dapprima ho la sensazione di volare in avanti a forte velocità, poi di precipitare in un vuoto enorme e buio, ruotando su me stesso come una trottola impazzita. Vedo lampi e lucine colorate, accompagnati da forme astratte, spirali e “oggettini” sottili e ritorti, davvero ardui da descrivere. Per fortuna questo trip mentale ha termine con un secondo falso risveglio. Mi accorgo subito che stavolta il letto si trova in un altro punto della stanza, dov’era collocato nel periodo della mia adolescenza. Sono disteso supino, avverto una presenza ipnagogica che mi sale sopra a cavalcioni e con la quale ho contatti di tipo sessuale. Poi mi alzo ed esco in cortile, una volta tanto l’ambiente è illuminato a giorno. Decido di approfittarne per esplorare un po’ e mi avvicino a una parete, usando la tecnica della corda per volare in terrazza: immagino di essere agganciato a una robusta fune che mi trascina verso l’alto e difatti comincio subito a fluttuare attraverso l’aria. La mia ascensione, tuttavia, si ferma a livello del parapetto, al quale devo afferrarmi con forza per non ricadere giù… Credo di aver interrotto la tecnica troppo presto! Così mi concentro di nuovo sulla fune e raggiungo la terrazza sano e salvo. La zona appare più scura del cortile sottostante, seppur abbastanza definita. Con una certa sorpresa mi accorgo che sta piovendo, vedo le gocce che rimbalzano sul pavimento bagnato e forse le sento anche colpirmi. Allora faccio un piccolo esperimento, concentrandomi per aumentare l’intensità della pioggia, che difatti si infittisce subito. La situazione, però, mi sfugge rapidamente di mano poiché il temporale si trasforma in un diluvio incredibile e si alza anche un ventaccio improvviso e tremendamente forte che inizia a spingermi attraverso la terrazza; cerco inutilmente di puntare i piedi che slittano, senza riuscire ad oppormi alla pressione dell’aria. Raggiungo la scala che conduce nel giardino del vicino e… Qui probabilmente perdo lucidità di colpo, visto che nel ricordo successivo mi trovo da tutt’altra parte, impegnato in un sogno convenzionale.
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PERSONAGGI ONIRICI MOLESTI
(8/11/2023 ore 5:34)
Semi-lucido. Mi trovo in un vicolo cieco nei pressi di casa mia, vedo un uomo che sta armeggiando in modo losco vicino a un vecchio cancello mezzo arrugginito, forse è un ladro. Mi importuna in qualche modo, così decido di spaventarlo immaginando che i miei occhi diventino rossi e avvicinandomi in modo minaccioso, come per aggredirlo. Lui fugge via terrorizzato, ma presto si trova bloccato dal muro in fondo al vicolo. Mentre gli vado incontro, scorgo la mia ombra proiettata davanti a me, spicca in modo particolare rispetto al resto e devo ammettere che risulta abbastanza inquietante, pur non avendo nulla d’insolito. Ad ogni modo, mi fermo prima di raggiungerlo, intimandogli di rimanere dove si trova e non darmi più fastidio; faccio per allontanarmi, ma dopo alcuni passi sento un colpo violento al centro della schiena. Mi giro di scatto e scopro che impugna un fucile, deve avermi appena sparato addosso! Falso risveglio improvviso, mi ritrovo a letto. Comincio a registrare quant’è appena avvenuto sul cellulare, per fissare meglio il ricordo nella memoria; la scena intorno a me cambia rapidamente, pochi istanti dopo sono infatti in cucina, sul divano con la mia ragazza, che mi rompe le scatole parlando un sacco e impedendomi di registrare il sogno come si deve. Estremamente irritato, mi alzo e afferro un bidoncino pieno d’acqua (che guarda caso è proprio lì accanto) e glielo verso addosso, inzuppandola da testa a piedi e augurandomi che il meccanismo elettrico dello schienale faccia corto circuito, folgorandola all’istante (madonna mia, ero proprio arrabbiatino!). Mi rifugio nel cucinino, sedendomi su un materasso gettato a caso sul pavimento (e la cosa non mi sembra minimamente insolita, pensa te…), ma pure lì c’è chi rompe le balle, ovvero mia madre. (Peccato essermi svegliato a questo punto, poiché nonostante la scarsa lucidità, la nitidezza del sogno era costantemente cresciuta durante il suo svolgimento e nelle battute finali era giunta a livelli notevoli.)
SURF SULLE POZZANGHERE
(12/11/2023 ore 5:52)
Semi-lucido. Divento consapevole mentre mi trovo su un sentiero di campagna, la zona è vagamente familiare, ricalcata su luoghi davvero esistenti. Come al solito, è tutto abbastanza grigio e nebbioso. Percorsi pochi metri, incrocio due giovani sui vent’anni, un ragazzo e una ragazza, magri e abbastanza carini. Concentro subito la mia attenzione su di lui per verificare se si tratti di Eddie, ma lo escludo categoricamente poiché non gli somiglia affatto, ha addirittura i capelli castani, lisci e abbastanza lunghi. Attacco discorso, cercando di capire chi siano. Entrambi mi chiamano “preside” (ma preside di cosa? Di una scuola?), lamentandosi di un grande pericolo che incombe su di loro. Allora ribatto di stare tranquilli perché me ne occuperò io. Mi incammino nella direzione opposta da cui sono giunto, ma il sentiero è semi-allagato, pieno di pozzanghere come dopo una pioggia abbondante. Tra le molte cianfrusaglie abbandonate ai lati della strada, recupero una vaschetta di plastica blu (tipo quelle che si usano per il bucato) appoggiandola a terra e salendoci dentro coi piedi; mi concentro sul vento, facendolo soffiare abbastanza forte per spingermi in avanti, scorrendo velocemente sul pelo dell’acqua neanche fossi su una tavola da surf. Il bello è che ne controllo facilmente i movimenti col pensiero, pur dovendo comunque sforzarmi di mantenere l’equilibrio. Durante tutto questo, sfrego pure le mani per rimanere ancorato al sogno. Una volta tanto mi sto divertendo, non voglio che finisca troppo presto! Incrocio un ampio stagno verde sulla sinistra, ma preferisco proseguire dritto sul sentiero allagato. Raggiungo infine un edificio dall’aria un po’ sinistra, nel quale mi metto a cercare il mostro di cui mi parlavano i ragazzi. C’è una vasta sala simile a un garage, piena di oggetti accatastati alla rinfusa e addirittura automobili che sembrano sospese in aria tramite dei cavi. Inizio a chiamare il mio nemico, che dapprima si manifesta come una voce disincarnata e abbastanza sinistra, che mi sbeffeggia e mi chiama preside (ancora?); poi si palesa come un cane gigantesco e mezzo ustionato… Davvero nulla di impressionante, soprattutto tenendo conto che si tratta di un bassotto. Comincia la battaglia e qui il sogno degenera in modo imbarazzante, diventa una specie di videogioco in cui mi vedo in terza persona, mentre sparo al cagnolone vedendo la sua barra dell’energia che cala drasticamente (aaargh!). Nonostante tutto, però, alla fine riesce comunque ad afferrarmi mentre gli volteggio intorno, si trasforma in un ragazzo gigantesco e si capisce che di lì a poco mi divorerà. Non ricordo altro…
AUMENTARE NITIDEZZA E REALISMO
(13/11/2023 ore 5:31)
Si comincia con una fase inconsapevole in cui sono a letto e percepisco varie presenze ipnagogiche muoversi nel buio della stanza, tutte ostili e inquietanti. Ce n’è una che sembra una specie di entità diabolica e mi propone un patto per incrementare le mie abilità di sognatore lucido, ma ovviamente io non accetto, anzi cerco di tirarmi le coperte fin sopra la testa per nascondermi. Subito dopo, sento un’altra presenza di fianco a me, mi pare quasi di intravedere la sommità della sua testa spuntare oltre il bordo del materasso, tra il comodino e la spalliera del letto; la percepisco come lo spirito di una bambina morta. Pian piano comincio a sospettare che sto sognando e provo ad accendere la luce, premendo il pulsante dell’abatjour senza che nulla succeda: ecco la conferma! Mi metto a sedere sul bordo del letto con una certa difficoltà, come se percepissi ancora della rigidità residua proveniente dal corpo fisico in paralisi. Un’altra presenza si avvicina, però stavolta provo a trasformarla nel mio PO ricorrente. “Sei Eddie?”, gli chiedo, ma lui risponde di no; ripeto ancora la domanda, ottenendo sempre un diniego, finché dal buio non emerge la figura di un uomo anziano, magro e dall’aria triste. Stanco di tutti loro, mi metto in piedi e raggiungo la portafinestra. La apro ed esco in cortile, immerso in una penombra grigiastra che mi consente a malapena di vedere le pareti circostanti e la griglia metallica che copre buona parte del pavimento. Rammento che la task principale di stanotte è incrementare la nitidezza dello scenario. La prima cosa su cui mi focalizzo è un tubo dell’acqua piovana, che comincio subito a sfregare con entrambe le mani, concentrandovi tutta la mia attenzione. Con mia grande sorpresa, la scena si schiarisce quasi all’istante, mentre il tubo si tinge di un bell’arancione brillante davanti ai miei occhi. Sposto lo sguardo sul pavimento e, chissà perché, noto il mio deodorante buttato lì a caso, una bottiglietta dal giallo intenso. Lo raccolgo e lo spruzzo istintivamente nell’aria: come per reazione, l’intera scena si delinea in modo molto più chiaro e definito. Sono davvero sbalordito dalla semplicità e rapidità con cui tutto ciò sta avvenendo. Mi accorgo di una bella gatta nera, molto coccolona, che si fa accarezzare senza problemi; la sua immagine spicca nitida e coerente, il pelo è morbidissimo. Tanto per scherzare, la spruzzo leggermente con lo spray, ma il getto che ne fuoriesce è così abbondante da inzupparla del tutto; dispiaciuto, cerco di asciugarla come posso, strizzandole via l’acqua con le mani. Forse il deodorante è difettoso, e nel fare altri tentativi mi bagno io stesso… Alla fine lo getto via, incavolato! Nel frattempo, lo scenario intorno a me ha continuato a incrementare la nitidezza, raggiungendo livelli di realismo davvero esaltanti. Purtroppo, in quel momento ho un falso risveglio e mi ritrovo a letto, nel buio. Qui non ho ben capito cosa sia successo: credendo di essermi svegliato sul serio, sono rimasto immobile nel tentativo di riaddormentarmi, però mi sa tanto che ero ancora nel sogno (perché non ho verificato con un test di realtà, accidenti a me?). Alla fine, comunque, finisco in un sogno inconsapevole lungo e intricato, ma totalmente privo di interesse.
(8/11/2023 ore 5:34)
Semi-lucido. Mi trovo in un vicolo cieco nei pressi di casa mia, vedo un uomo che sta armeggiando in modo losco vicino a un vecchio cancello mezzo arrugginito, forse è un ladro. Mi importuna in qualche modo, così decido di spaventarlo immaginando che i miei occhi diventino rossi e avvicinandomi in modo minaccioso, come per aggredirlo. Lui fugge via terrorizzato, ma presto si trova bloccato dal muro in fondo al vicolo. Mentre gli vado incontro, scorgo la mia ombra proiettata davanti a me, spicca in modo particolare rispetto al resto e devo ammettere che risulta abbastanza inquietante, pur non avendo nulla d’insolito. Ad ogni modo, mi fermo prima di raggiungerlo, intimandogli di rimanere dove si trova e non darmi più fastidio; faccio per allontanarmi, ma dopo alcuni passi sento un colpo violento al centro della schiena. Mi giro di scatto e scopro che impugna un fucile, deve avermi appena sparato addosso! Falso risveglio improvviso, mi ritrovo a letto. Comincio a registrare quant’è appena avvenuto sul cellulare, per fissare meglio il ricordo nella memoria; la scena intorno a me cambia rapidamente, pochi istanti dopo sono infatti in cucina, sul divano con la mia ragazza, che mi rompe le scatole parlando un sacco e impedendomi di registrare il sogno come si deve. Estremamente irritato, mi alzo e afferro un bidoncino pieno d’acqua (che guarda caso è proprio lì accanto) e glielo verso addosso, inzuppandola da testa a piedi e augurandomi che il meccanismo elettrico dello schienale faccia corto circuito, folgorandola all’istante (madonna mia, ero proprio arrabbiatino!). Mi rifugio nel cucinino, sedendomi su un materasso gettato a caso sul pavimento (e la cosa non mi sembra minimamente insolita, pensa te…), ma pure lì c’è chi rompe le balle, ovvero mia madre. (Peccato essermi svegliato a questo punto, poiché nonostante la scarsa lucidità, la nitidezza del sogno era costantemente cresciuta durante il suo svolgimento e nelle battute finali era giunta a livelli notevoli.)
SURF SULLE POZZANGHERE
(12/11/2023 ore 5:52)
Semi-lucido. Divento consapevole mentre mi trovo su un sentiero di campagna, la zona è vagamente familiare, ricalcata su luoghi davvero esistenti. Come al solito, è tutto abbastanza grigio e nebbioso. Percorsi pochi metri, incrocio due giovani sui vent’anni, un ragazzo e una ragazza, magri e abbastanza carini. Concentro subito la mia attenzione su di lui per verificare se si tratti di Eddie, ma lo escludo categoricamente poiché non gli somiglia affatto, ha addirittura i capelli castani, lisci e abbastanza lunghi. Attacco discorso, cercando di capire chi siano. Entrambi mi chiamano “preside” (ma preside di cosa? Di una scuola?), lamentandosi di un grande pericolo che incombe su di loro. Allora ribatto di stare tranquilli perché me ne occuperò io. Mi incammino nella direzione opposta da cui sono giunto, ma il sentiero è semi-allagato, pieno di pozzanghere come dopo una pioggia abbondante. Tra le molte cianfrusaglie abbandonate ai lati della strada, recupero una vaschetta di plastica blu (tipo quelle che si usano per il bucato) appoggiandola a terra e salendoci dentro coi piedi; mi concentro sul vento, facendolo soffiare abbastanza forte per spingermi in avanti, scorrendo velocemente sul pelo dell’acqua neanche fossi su una tavola da surf. Il bello è che ne controllo facilmente i movimenti col pensiero, pur dovendo comunque sforzarmi di mantenere l’equilibrio. Durante tutto questo, sfrego pure le mani per rimanere ancorato al sogno. Una volta tanto mi sto divertendo, non voglio che finisca troppo presto! Incrocio un ampio stagno verde sulla sinistra, ma preferisco proseguire dritto sul sentiero allagato. Raggiungo infine un edificio dall’aria un po’ sinistra, nel quale mi metto a cercare il mostro di cui mi parlavano i ragazzi. C’è una vasta sala simile a un garage, piena di oggetti accatastati alla rinfusa e addirittura automobili che sembrano sospese in aria tramite dei cavi. Inizio a chiamare il mio nemico, che dapprima si manifesta come una voce disincarnata e abbastanza sinistra, che mi sbeffeggia e mi chiama preside (ancora?); poi si palesa come un cane gigantesco e mezzo ustionato… Davvero nulla di impressionante, soprattutto tenendo conto che si tratta di un bassotto. Comincia la battaglia e qui il sogno degenera in modo imbarazzante, diventa una specie di videogioco in cui mi vedo in terza persona, mentre sparo al cagnolone vedendo la sua barra dell’energia che cala drasticamente (aaargh!). Nonostante tutto, però, alla fine riesce comunque ad afferrarmi mentre gli volteggio intorno, si trasforma in un ragazzo gigantesco e si capisce che di lì a poco mi divorerà. Non ricordo altro…
AUMENTARE NITIDEZZA E REALISMO
(13/11/2023 ore 5:31)
Si comincia con una fase inconsapevole in cui sono a letto e percepisco varie presenze ipnagogiche muoversi nel buio della stanza, tutte ostili e inquietanti. Ce n’è una che sembra una specie di entità diabolica e mi propone un patto per incrementare le mie abilità di sognatore lucido, ma ovviamente io non accetto, anzi cerco di tirarmi le coperte fin sopra la testa per nascondermi. Subito dopo, sento un’altra presenza di fianco a me, mi pare quasi di intravedere la sommità della sua testa spuntare oltre il bordo del materasso, tra il comodino e la spalliera del letto; la percepisco come lo spirito di una bambina morta. Pian piano comincio a sospettare che sto sognando e provo ad accendere la luce, premendo il pulsante dell’abatjour senza che nulla succeda: ecco la conferma! Mi metto a sedere sul bordo del letto con una certa difficoltà, come se percepissi ancora della rigidità residua proveniente dal corpo fisico in paralisi. Un’altra presenza si avvicina, però stavolta provo a trasformarla nel mio PO ricorrente. “Sei Eddie?”, gli chiedo, ma lui risponde di no; ripeto ancora la domanda, ottenendo sempre un diniego, finché dal buio non emerge la figura di un uomo anziano, magro e dall’aria triste. Stanco di tutti loro, mi metto in piedi e raggiungo la portafinestra. La apro ed esco in cortile, immerso in una penombra grigiastra che mi consente a malapena di vedere le pareti circostanti e la griglia metallica che copre buona parte del pavimento. Rammento che la task principale di stanotte è incrementare la nitidezza dello scenario. La prima cosa su cui mi focalizzo è un tubo dell’acqua piovana, che comincio subito a sfregare con entrambe le mani, concentrandovi tutta la mia attenzione. Con mia grande sorpresa, la scena si schiarisce quasi all’istante, mentre il tubo si tinge di un bell’arancione brillante davanti ai miei occhi. Sposto lo sguardo sul pavimento e, chissà perché, noto il mio deodorante buttato lì a caso, una bottiglietta dal giallo intenso. Lo raccolgo e lo spruzzo istintivamente nell’aria: come per reazione, l’intera scena si delinea in modo molto più chiaro e definito. Sono davvero sbalordito dalla semplicità e rapidità con cui tutto ciò sta avvenendo. Mi accorgo di una bella gatta nera, molto coccolona, che si fa accarezzare senza problemi; la sua immagine spicca nitida e coerente, il pelo è morbidissimo. Tanto per scherzare, la spruzzo leggermente con lo spray, ma il getto che ne fuoriesce è così abbondante da inzupparla del tutto; dispiaciuto, cerco di asciugarla come posso, strizzandole via l’acqua con le mani. Forse il deodorante è difettoso, e nel fare altri tentativi mi bagno io stesso… Alla fine lo getto via, incavolato! Nel frattempo, lo scenario intorno a me ha continuato a incrementare la nitidezza, raggiungendo livelli di realismo davvero esaltanti. Purtroppo, in quel momento ho un falso risveglio e mi ritrovo a letto, nel buio. Qui non ho ben capito cosa sia successo: credendo di essermi svegliato sul serio, sono rimasto immobile nel tentativo di riaddormentarmi, però mi sa tanto che ero ancora nel sogno (perché non ho verificato con un test di realtà, accidenti a me?). Alla fine, comunque, finisco in un sogno inconsapevole lungo e intricato, ma totalmente privo di interesse.
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Ristrutturazione generale del diario!
Dopo lunghe riflessioni, ho deciso di tornare alle origini: d’ora in avanti posterò dei riepiloghi a cadenza periodica, in cui riassumerò le mie esperienze oniriche più interessanti, dividendole per argomenti. Dovrebbe risultarne un diario più logico, ordinato e piacevole da leggere. Scarterò i sogni banali e ripetitivi (ne ho postati anche troppi, ultimamente), limitandomi solo a quelli che vale la pena condividere sul forum.
ILLUMINARE UN AMBIENTE BUIO
Nelle ultime settimane, sto concentrando gli sforzi per mettere a punto una tecnica che mi permetta di illuminare rapidamente uno scenario buio, necessità che è ormai divenuta vitale per me. Visto che i miei lucidi iniziano come falsi risvegli, mi ritrovo quasi sempre a vagare nella versione notturna di casa mia, brancolando nell’oscurità più o meno fitta, ed è una cosa che mi ha proprio stufato! Nel corso degli anni ho già tentato diversi approcci per risolvere il problema (spinning, rubbing, affermazioni, provare semplicemente ad accendere le luci…), ma anche gli sporadici successi che ottenevo si rivelavano effimeri e soprattutto non ripetibili a volontà. Riflettendo sulla questione in tempi più recenti, incoraggiato anche da alcuni post di Neuroengineer, ho ideato una nuova strategia che si basa sulla prolungata interazione con l’ambiente circostante, stimolando il più possibile i propri sensi, in particolare il tatto e la vista. Ho iniziato le “prove sul campo” il 13 novembre scorso, ottenendo fin da subito dei risultati incoraggianti, ma ovviamente servono parecchi altri test per abbozzare una tecnica vera e propria…
Divento lucido all’improvviso, già in piedi in mezzo a una stanza. Guardandomi attorno, malgrado la fitta penombra capisco di essere in quella che un tempo era la camera dei miei genitori. Intravedo la porta e mi avvicino subito, iniziando a sfregarla vigorosamente con entrambe le mani, cercando di percepirne il legno sotto le dita e osservarne le venature; trascorrono circa dieci o quindici secondi, tuttavia stavolta non noto miglioramenti apprezzabili. La cosa comincia a preoccuparmi... Poi mi rendo conto che non devo concentrarmi troppo sul fatto che desidero illuminare l’ambiente, quanto piuttosto di volermi calare meglio nello scenario del sogno. Così cambio atteggiamento e la stanza si schiarisce in modo repentino. “A-ah!”, esclamo soddisfatto. Raggiungo l’armadio lì accanto, molto più massiccio e imponente della sua controparte reale, nonché più bello: le ante sono attraversate da incisioni e ghirigori che richiamano motivi vegetali, costellate da “pomelli” che sembrano pigne intagliate. Forse apro l’armadio, frugando all’interno… Onestamente non ricordo. Però di certo apro il cassetto di un comodino, dal quale estraggo uno dopo l’altro degli oggetti incredibili, realizzati sempre in legno e con inserti di madreperla, bellissimi per forme e proporzioni, anche se non riesco assolutamente a capire cosa siano, il che a un certo punto mi fa anche sfuggire una risata. Poi mi accorgo che pure l’esterno è illuminato a giorno e cerco di attraversare fisicamente la finestra per raggiungere la veranda; i vetri non mi danno alcun problema, mentre invece tendo a incastrarmi contro il muro, dalla vita in giù. Occorrono diversi tentativi per riuscire nell’impresa, ma alla fine riesco ad attraversare la parete roteando più volte su me stesso. (…)
(23/11/2023)
Divento consapevole nel sonno sentendo le gambe oniriche sollevarsi a mezz’aria. Mi alzo subito nel buio totale, mi avvicino all’armadio e sfrego le mani sulla sua superficie, poi apro un’anta e interagisco coi piccoli oggetti che trovo al suo interno (in particolare quello che sembra una specie di geode lucidato). Tuttavia stavolta non succede nulla, lo scenario non si illumina! Cerco di coinvolgermi maggiormente, anche tramite affermazioni, ma la situazione non migliora (l’errore che faccio è sempre lo stesso: mi concentro troppo sull’idea di illuminare la scena, quando invece il focus dev’essere riposto esclusivamente sulle sensazioni tattili e la curiosità per gli oggetti che ho tra le mani!). All’improvviso, ecco che la porta della mia camera da letto si spalanca da sola, come spinta da un’entità invisibile… Per dimostrare che non ho paura, mi affaccio sul corridoio immerso nell’oscurità e grido rabbioso: “Chi c’è? Cosa volete?”. Probabilmente, così facendo coinvolgo troppo la bocca del corpo fisico, poiché mi sveglio all’istante.
(25/11/2023)
Sono in cucina durante un sogno non lucido, chiudo la porta che si affaccia sul corridoio, ma quella si riapre da sola un attimo dopo. Succede più volte di seguito, tanto da indurmi a pensare che l’abitazione sia infestata da uno spirito che muove le cose a suo piacimento (ancora?). La stranezza della situazione mi rende lucido, così ne approfitto per fare degli esperimenti. Esclamo alternativamente: “Apri!” e “Chiudi!”, con la porta che esegue fedelmente i miei ordini. Subito dopo mi avvicino al tavolo, ingombro di piatti e stoviglie; dico: “Bicchiere!” e un bicchiere vola dritto nella mia mano. Lo getto via e ripeto la cosa con un altro. Poi guardo sulla mensola del camino e noto una bottiglia di plastica, eseguendo con successo un altro test. L’idea di base è fingere di comandare un essere invisibile al mio servizio, il quale prende gli oggetti e me li lancia contro su mia richiesta; chissà se potrebbe trattarsi di una valida strategia per sviluppare la telecinesi, un potere che non sono mai riuscito a controllare… Mi sposto nel cucinino e, attraverso le vetrate del finestrone, scorgo il giardino illuminato a giorno, semplicemente stupendo! Vengo assalito da una voglia incredibile di raggiungerlo, anche se temo che possa dissolversi da un momento all’altro. Mantenendo la calma, spalanco dapprima una delle finestre e poi immagino che il muretto sottostante abbia una cerniera metallica, che sento davvero sotto le dita; la faccio scattare e spingo il muro in avanti come se fosse una porta, aprendolo nel centro. Purtroppo, nel fare ciò, l’ambiente circostante crolla nel buio assoluto! Amareggiato, mi ricordo tuttavia della tecnica per illuminare lo scenario e mi chino verso il pavimento; a tentoni, trovo uno sgabello con la seduta di stoffa e comincio a sfregarlo con decisione, concentrandomi sulle sensazioni tattili. La scena torna a illuminarsi in pochi secondi, tuttavia ora mi trovo in un luogo diverso, una serie di stanzoni che hanno l’aria di essere situati sottoterra. Col senno di poi, ricorda un po’ il negozio di cinesi vicino a casa mia, dato che le stanze sono ingombre con file di scaffali occupati da un’infinità di merce coloratissima, cosa che mi lascia senza fiato per la “densità visiva” dello scenario. Il negozio è peraltro affollato, devo praticamente farmi strada fra la gente! Si respira un’atmosfera particolare, un po’ inadatta al contesto, in certo qual modo militaresca. (…)
(28/11/2023)
INTERAZIONI COI PERSONAGGI ONIRICI
Ho deciso di accentuare le interazioni coi PO per studiarne meglio le caratteristiche e potenzialità; non mi riferisco solo al mio amico Eddie, ma anche alle persone che si manifestano in modo spontaneo durante i sogni e si mostrano disponibili a confrontarsi con me…
Prendo consapevolezza nel sonno, sentendo la pressione di qualcuno che si adagia sulla mia schiena. Coltivo quella sensazione, sviluppandola e immaginando di sentire le mani di Eddie che stringono le mie, intrecciando le dita; pochi secondi ancora, e la stretta diventa incredibilmente solida e reale. Subito dopo, Eddie si serve di ciò per tirarmi su dal letto e mettermi in piedi. Lo vedo di fronte a me, la penombra della camera non è abbastanza fitta da impedirmi di riconoscerlo; lo abbraccio strettamente, esclamando con gioia: “Sono così felice di rivederti!”. Lui reagisce stringendomi a sua volta e baciandomi su guancia e tempia. Voglio incrementare subito il realismo del sogno con la tecnica che sto sperimentando ultimamente e comincio a sfregare le mani sul suo maglioncino, sforzandomi di vederlo meglio. Non solo la scena diventa subito più luminosa, ma lo stesso maglione, che fino a un secondo prima sembrava a tinta unita, svela di essere intessuto da una fitta trama di disegni colorati. Sfortunatamente, mi sveglio di colpo!
(19/11/2023)
(…) Esco in veranda. Guardandomi attorno, scopro con sorpresa che ci sono ancora gli operai e l’impalcatura montata, quando in realtà i lavori sono finiti da almeno una decina di giorni. Non faccio caso a loro, più che altro mi guardo attorno con interesse, ammirando la strada mediamente illuminata e la gente che passeggia. Alzo lo sguardo verso il cielo, striato da nuvole purpuree come al crepuscolo, infatti scorgo pure il luccichio di Venere. Vorrei scendere di sotto, ma non so come fare, poi decido di incamminarmi lungo la veranda, strisciando una mano sulla parete per tenermi ancorato al sogno. Mi accorgo che ora ci sono molti PO, gente che beve e chiacchiera tranquillamente. Decido di interagire con una donna sui trent’anni, dai capelli neri e lisci e una sgargiante camicetta gialla; mi presento porgendole la mano, che lei afferra subito, dicendo di chiamarsi Valeria. Ci scambiamo un paio di baci sulle guance, al che avverto subito un intenso trasporto emotivo verso di lei, abbracciandola forte e dicendole istintivamente: “Ti voglio bene”; lei ricambia il tutto, con grande empatia e gentilezza. Iniziamo così una breve conversazione che purtroppo non riesco più a ricordare nei dettagli (i dialoghi mandano in crisi la mia memoria onirica, da sempre!), in cui Valeria si dimostra perfettamente in grado di rispondere in modo sensato alle domande e di argomentare con logica, alla stregua di una persona in carne ed ossa. L’unico passaggio che mi è rimasto impresso con chiarezza è stata la sua raccomandazione di non giudicare mai la gente che incontro nei sogni in base all’aspetto esteriore, perché potrebbe essere fuorviante, ma di basarmi piuttosto sulle sensazioni che risveglia in me. (…)
(23/11/2023) P.S.: dal momento che in sogno ho qualche difficoltà a memorizzare i dialoghi, d’ora in avanti ho predisposto una serie di domande standard da fare ai PO, nella speranza che in questo modo mi sia più facile ricordarne anche le risposte!
(…) Mi trovo in un negozio pieno di persone intente a fare acquisti. Seguo il flusso della folla sino ad arrivare in una stanza diversa dalle altre, spoglia e priva di scaffali, un semplice ambiente vuoto. Lì decido di spezzare la trama del sogno e seguire la task prefissata di interagire coi PO. Mi porto al centro della sala, cercando di attirare l’attenzione dei presenti, circa dieci o quindici persone. Nell’istante in cui parlo con l’intento di farmi ascoltare da tutti, la mia voce sembra come amplificata da un megafono, tanto che rimbomba sui muri (cosa che mi lascia piacevolmente sorpreso!).
“Scusate, se foste d’accordo vorrei farvi alcune domande”, comincio con un lieve imbarazzo, “Anche se potrebbero sembrarvi stupide, sforzatevi di prenderle sul serio e rispondete con sincerità!”
Ogni persona si gira a guardarmi, rimanendo in silenziosa attesa. Sono davvero gentili e collaborativi, non c’è che dire!
“Dove ci troviamo in questo momento?”, gli chiedo anzitutto.
Non ricordo in dettaglio le primissime risposte, ma di certo indicano il tipo di edificio (qualcosa come “centro commerciale” o “negozio”).
Ribatto: “No! Voglio sapere la città.”
C’è chi risponde “Santa Susanna”, altri “San Tormento” (?).
“Ok, ragazzi… Santa Susanna o San Tormento?”, insisto con pignoleria; ma capisco che li ho già mandati in confusione e allora aggiungo: “Va bene, dai, lasciamo stare… Piuttosto, se vi dicessi che ci troviamo in un sogno, voi che cosa pensereste?”
Cala il mutismo generale, accompagnato da un drastico abbassamento della luminosità dello scenario, che viene rapidamente fagocitato dal buio (credo che sia stata colpa mia: tutte le volte che ammetto in modo plateale di trovarmi in un sogno, ecco che lo scenario collassa subito, con buona pace di chi invece lo indica come un metodo infallibile per stabilizzarlo!). Cerco di ancorarmi sfregando le mani e mi dirigo verso la persona più vicina, ma quando provo a toccarla mi accorgo che si è dissolta nel nulla. Potrei anche usare la tecnica per l’illuminazione, ma temo di scordare quanto accaduto finora e quindi preferisco svegliarmi per trascriverlo.
(28/11/2023)
Dopo lunghe riflessioni, ho deciso di tornare alle origini: d’ora in avanti posterò dei riepiloghi a cadenza periodica, in cui riassumerò le mie esperienze oniriche più interessanti, dividendole per argomenti. Dovrebbe risultarne un diario più logico, ordinato e piacevole da leggere. Scarterò i sogni banali e ripetitivi (ne ho postati anche troppi, ultimamente), limitandomi solo a quelli che vale la pena condividere sul forum.
ILLUMINARE UN AMBIENTE BUIO
Nelle ultime settimane, sto concentrando gli sforzi per mettere a punto una tecnica che mi permetta di illuminare rapidamente uno scenario buio, necessità che è ormai divenuta vitale per me. Visto che i miei lucidi iniziano come falsi risvegli, mi ritrovo quasi sempre a vagare nella versione notturna di casa mia, brancolando nell’oscurità più o meno fitta, ed è una cosa che mi ha proprio stufato! Nel corso degli anni ho già tentato diversi approcci per risolvere il problema (spinning, rubbing, affermazioni, provare semplicemente ad accendere le luci…), ma anche gli sporadici successi che ottenevo si rivelavano effimeri e soprattutto non ripetibili a volontà. Riflettendo sulla questione in tempi più recenti, incoraggiato anche da alcuni post di Neuroengineer, ho ideato una nuova strategia che si basa sulla prolungata interazione con l’ambiente circostante, stimolando il più possibile i propri sensi, in particolare il tatto e la vista. Ho iniziato le “prove sul campo” il 13 novembre scorso, ottenendo fin da subito dei risultati incoraggianti, ma ovviamente servono parecchi altri test per abbozzare una tecnica vera e propria…
Divento lucido all’improvviso, già in piedi in mezzo a una stanza. Guardandomi attorno, malgrado la fitta penombra capisco di essere in quella che un tempo era la camera dei miei genitori. Intravedo la porta e mi avvicino subito, iniziando a sfregarla vigorosamente con entrambe le mani, cercando di percepirne il legno sotto le dita e osservarne le venature; trascorrono circa dieci o quindici secondi, tuttavia stavolta non noto miglioramenti apprezzabili. La cosa comincia a preoccuparmi... Poi mi rendo conto che non devo concentrarmi troppo sul fatto che desidero illuminare l’ambiente, quanto piuttosto di volermi calare meglio nello scenario del sogno. Così cambio atteggiamento e la stanza si schiarisce in modo repentino. “A-ah!”, esclamo soddisfatto. Raggiungo l’armadio lì accanto, molto più massiccio e imponente della sua controparte reale, nonché più bello: le ante sono attraversate da incisioni e ghirigori che richiamano motivi vegetali, costellate da “pomelli” che sembrano pigne intagliate. Forse apro l’armadio, frugando all’interno… Onestamente non ricordo. Però di certo apro il cassetto di un comodino, dal quale estraggo uno dopo l’altro degli oggetti incredibili, realizzati sempre in legno e con inserti di madreperla, bellissimi per forme e proporzioni, anche se non riesco assolutamente a capire cosa siano, il che a un certo punto mi fa anche sfuggire una risata. Poi mi accorgo che pure l’esterno è illuminato a giorno e cerco di attraversare fisicamente la finestra per raggiungere la veranda; i vetri non mi danno alcun problema, mentre invece tendo a incastrarmi contro il muro, dalla vita in giù. Occorrono diversi tentativi per riuscire nell’impresa, ma alla fine riesco ad attraversare la parete roteando più volte su me stesso. (…)
(23/11/2023)
Divento consapevole nel sonno sentendo le gambe oniriche sollevarsi a mezz’aria. Mi alzo subito nel buio totale, mi avvicino all’armadio e sfrego le mani sulla sua superficie, poi apro un’anta e interagisco coi piccoli oggetti che trovo al suo interno (in particolare quello che sembra una specie di geode lucidato). Tuttavia stavolta non succede nulla, lo scenario non si illumina! Cerco di coinvolgermi maggiormente, anche tramite affermazioni, ma la situazione non migliora (l’errore che faccio è sempre lo stesso: mi concentro troppo sull’idea di illuminare la scena, quando invece il focus dev’essere riposto esclusivamente sulle sensazioni tattili e la curiosità per gli oggetti che ho tra le mani!). All’improvviso, ecco che la porta della mia camera da letto si spalanca da sola, come spinta da un’entità invisibile… Per dimostrare che non ho paura, mi affaccio sul corridoio immerso nell’oscurità e grido rabbioso: “Chi c’è? Cosa volete?”. Probabilmente, così facendo coinvolgo troppo la bocca del corpo fisico, poiché mi sveglio all’istante.
(25/11/2023)
Sono in cucina durante un sogno non lucido, chiudo la porta che si affaccia sul corridoio, ma quella si riapre da sola un attimo dopo. Succede più volte di seguito, tanto da indurmi a pensare che l’abitazione sia infestata da uno spirito che muove le cose a suo piacimento (ancora?). La stranezza della situazione mi rende lucido, così ne approfitto per fare degli esperimenti. Esclamo alternativamente: “Apri!” e “Chiudi!”, con la porta che esegue fedelmente i miei ordini. Subito dopo mi avvicino al tavolo, ingombro di piatti e stoviglie; dico: “Bicchiere!” e un bicchiere vola dritto nella mia mano. Lo getto via e ripeto la cosa con un altro. Poi guardo sulla mensola del camino e noto una bottiglia di plastica, eseguendo con successo un altro test. L’idea di base è fingere di comandare un essere invisibile al mio servizio, il quale prende gli oggetti e me li lancia contro su mia richiesta; chissà se potrebbe trattarsi di una valida strategia per sviluppare la telecinesi, un potere che non sono mai riuscito a controllare… Mi sposto nel cucinino e, attraverso le vetrate del finestrone, scorgo il giardino illuminato a giorno, semplicemente stupendo! Vengo assalito da una voglia incredibile di raggiungerlo, anche se temo che possa dissolversi da un momento all’altro. Mantenendo la calma, spalanco dapprima una delle finestre e poi immagino che il muretto sottostante abbia una cerniera metallica, che sento davvero sotto le dita; la faccio scattare e spingo il muro in avanti come se fosse una porta, aprendolo nel centro. Purtroppo, nel fare ciò, l’ambiente circostante crolla nel buio assoluto! Amareggiato, mi ricordo tuttavia della tecnica per illuminare lo scenario e mi chino verso il pavimento; a tentoni, trovo uno sgabello con la seduta di stoffa e comincio a sfregarlo con decisione, concentrandomi sulle sensazioni tattili. La scena torna a illuminarsi in pochi secondi, tuttavia ora mi trovo in un luogo diverso, una serie di stanzoni che hanno l’aria di essere situati sottoterra. Col senno di poi, ricorda un po’ il negozio di cinesi vicino a casa mia, dato che le stanze sono ingombre con file di scaffali occupati da un’infinità di merce coloratissima, cosa che mi lascia senza fiato per la “densità visiva” dello scenario. Il negozio è peraltro affollato, devo praticamente farmi strada fra la gente! Si respira un’atmosfera particolare, un po’ inadatta al contesto, in certo qual modo militaresca. (…)
(28/11/2023)
INTERAZIONI COI PERSONAGGI ONIRICI
Ho deciso di accentuare le interazioni coi PO per studiarne meglio le caratteristiche e potenzialità; non mi riferisco solo al mio amico Eddie, ma anche alle persone che si manifestano in modo spontaneo durante i sogni e si mostrano disponibili a confrontarsi con me…
Prendo consapevolezza nel sonno, sentendo la pressione di qualcuno che si adagia sulla mia schiena. Coltivo quella sensazione, sviluppandola e immaginando di sentire le mani di Eddie che stringono le mie, intrecciando le dita; pochi secondi ancora, e la stretta diventa incredibilmente solida e reale. Subito dopo, Eddie si serve di ciò per tirarmi su dal letto e mettermi in piedi. Lo vedo di fronte a me, la penombra della camera non è abbastanza fitta da impedirmi di riconoscerlo; lo abbraccio strettamente, esclamando con gioia: “Sono così felice di rivederti!”. Lui reagisce stringendomi a sua volta e baciandomi su guancia e tempia. Voglio incrementare subito il realismo del sogno con la tecnica che sto sperimentando ultimamente e comincio a sfregare le mani sul suo maglioncino, sforzandomi di vederlo meglio. Non solo la scena diventa subito più luminosa, ma lo stesso maglione, che fino a un secondo prima sembrava a tinta unita, svela di essere intessuto da una fitta trama di disegni colorati. Sfortunatamente, mi sveglio di colpo!
(19/11/2023)
(…) Esco in veranda. Guardandomi attorno, scopro con sorpresa che ci sono ancora gli operai e l’impalcatura montata, quando in realtà i lavori sono finiti da almeno una decina di giorni. Non faccio caso a loro, più che altro mi guardo attorno con interesse, ammirando la strada mediamente illuminata e la gente che passeggia. Alzo lo sguardo verso il cielo, striato da nuvole purpuree come al crepuscolo, infatti scorgo pure il luccichio di Venere. Vorrei scendere di sotto, ma non so come fare, poi decido di incamminarmi lungo la veranda, strisciando una mano sulla parete per tenermi ancorato al sogno. Mi accorgo che ora ci sono molti PO, gente che beve e chiacchiera tranquillamente. Decido di interagire con una donna sui trent’anni, dai capelli neri e lisci e una sgargiante camicetta gialla; mi presento porgendole la mano, che lei afferra subito, dicendo di chiamarsi Valeria. Ci scambiamo un paio di baci sulle guance, al che avverto subito un intenso trasporto emotivo verso di lei, abbracciandola forte e dicendole istintivamente: “Ti voglio bene”; lei ricambia il tutto, con grande empatia e gentilezza. Iniziamo così una breve conversazione che purtroppo non riesco più a ricordare nei dettagli (i dialoghi mandano in crisi la mia memoria onirica, da sempre!), in cui Valeria si dimostra perfettamente in grado di rispondere in modo sensato alle domande e di argomentare con logica, alla stregua di una persona in carne ed ossa. L’unico passaggio che mi è rimasto impresso con chiarezza è stata la sua raccomandazione di non giudicare mai la gente che incontro nei sogni in base all’aspetto esteriore, perché potrebbe essere fuorviante, ma di basarmi piuttosto sulle sensazioni che risveglia in me. (…)
(23/11/2023) P.S.: dal momento che in sogno ho qualche difficoltà a memorizzare i dialoghi, d’ora in avanti ho predisposto una serie di domande standard da fare ai PO, nella speranza che in questo modo mi sia più facile ricordarne anche le risposte!
(…) Mi trovo in un negozio pieno di persone intente a fare acquisti. Seguo il flusso della folla sino ad arrivare in una stanza diversa dalle altre, spoglia e priva di scaffali, un semplice ambiente vuoto. Lì decido di spezzare la trama del sogno e seguire la task prefissata di interagire coi PO. Mi porto al centro della sala, cercando di attirare l’attenzione dei presenti, circa dieci o quindici persone. Nell’istante in cui parlo con l’intento di farmi ascoltare da tutti, la mia voce sembra come amplificata da un megafono, tanto che rimbomba sui muri (cosa che mi lascia piacevolmente sorpreso!).
“Scusate, se foste d’accordo vorrei farvi alcune domande”, comincio con un lieve imbarazzo, “Anche se potrebbero sembrarvi stupide, sforzatevi di prenderle sul serio e rispondete con sincerità!”
Ogni persona si gira a guardarmi, rimanendo in silenziosa attesa. Sono davvero gentili e collaborativi, non c’è che dire!
“Dove ci troviamo in questo momento?”, gli chiedo anzitutto.
Non ricordo in dettaglio le primissime risposte, ma di certo indicano il tipo di edificio (qualcosa come “centro commerciale” o “negozio”).
Ribatto: “No! Voglio sapere la città.”
C’è chi risponde “Santa Susanna”, altri “San Tormento” (?).
“Ok, ragazzi… Santa Susanna o San Tormento?”, insisto con pignoleria; ma capisco che li ho già mandati in confusione e allora aggiungo: “Va bene, dai, lasciamo stare… Piuttosto, se vi dicessi che ci troviamo in un sogno, voi che cosa pensereste?”
Cala il mutismo generale, accompagnato da un drastico abbassamento della luminosità dello scenario, che viene rapidamente fagocitato dal buio (credo che sia stata colpa mia: tutte le volte che ammetto in modo plateale di trovarmi in un sogno, ecco che lo scenario collassa subito, con buona pace di chi invece lo indica come un metodo infallibile per stabilizzarlo!). Cerco di ancorarmi sfregando le mani e mi dirigo verso la persona più vicina, ma quando provo a toccarla mi accorgo che si è dissolta nel nulla. Potrei anche usare la tecnica per l’illuminazione, ma temo di scordare quanto accaduto finora e quindi preferisco svegliarmi per trascriverlo.
(28/11/2023)