Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > pagine di sogni di Alrescha

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Ciao600 » 24/03/2014, 22:24

Sempre bellissimi i tuoi sogni, Alrescha.
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Se la mente umana fosse così semplice,
che noi potessimo capirla,
saremmo così semplici da non riuscirci.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 26/03/2014, 22:16

yareol ha scritto:Nei sogni, csì come nella realtà, nulla accade senza un preciso motivo, quindi suppongo che dorai cercare di capire cosa il sogno ha voluto mostrarti e/o farti affrontare realmente, al di là della simbologia che è stata usata.


sì yare, infatti ho percepito come se appunto fosse collegato ad un altro sogno non lucido che avevo fatto proprio in quei giorni. Però è stata solo un'impressione del momento, non so fino a che punto possa essere così in effetti

Morfeo99 ha scritto:Sempre di grande ispirazione Alrescha . Grazie mille! : Thumbup :

Ciao600 ha scritto:Sempre bellissimi i tuoi sogni, Alrescha.


e voi siete sempre gentilissimi. Sono contenta di poterli condividere con qualcuno che possa ricavarci idee per una propria evoluzione e ricerca : Beer : scriverli qui è liberatorio dato che i miei amici non mi ascolterebbero se ne parlassi...
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Amos » 27/03/2014, 17:49

Bravissima Alre,complimenti e brava,stupendi i tuoi sogni,continua così,saremo tutti contenti di leggerli : Love : : WohoW : : Chessygrin :
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 22/04/2014, 12:59

21 Aprile 2014

Ostacoli

Il sogno comincia come normale. Sono ad una lezione universitaria e quando questa finisce, tutti se ne vanno dall’aula tranne un mio compagno di classe che in realtà ha frequentato con me soltanto le elementari. Mi offro di accompagnarlo a casa dato che ho la macchina e la sua casa è di strada.
Usciamo dall’edificio e soffermandomi sul volto del ragazzo, che un tempo mi interessava come può essere l’interesse nato a quell’età, e ripensando poi alla lezione appena fatta mi accorgo che è impossibile che lui possa seguire delle lezioni con me. Sono anni che non lo vedo e mi viene il dubbio se non sia un sogno. Prendo la rincorsa e, spiccando un balzo, le mie ali si creano. Ora sì che ne ho la certezza. Decido di lasciare lì il personaggio onirico del ragazzo, tanto è solo un personaggio onirico. Comincio a volare in direzione di un palazzo con l’intento di sorvolarlo. Cerco di mantenermi stabile nel volo ma qui compio forse il primo errore: rifletto su come io possa volare e a come mantenermi concentrata per non destabilizzarmi incontrando impedimenti. Nonostante tutte le volte che mi sia ripetuta di non farlo, è stato qualcosa di più forte di me dato che negli ultimi lucidi avevo avuto problemi nel volo, cosa che non era mai successa così di frequente o senza che io avessi potuto porvi rimedio. Sta di fatto che nel momento in cui sto per superare l’edificio, mi blocco a mezz’aria come se qualcosa mi tenesse ferma e sospesa lì. In lontananza vedo la mia città ed ancora più in là i monti fra cui riconosco il San Vicino, tipica veduta delle mie zone (anzi, trovo proprio a sorprendermi di questa piccola accuratezza). Sopra la mia città c’è un cielo nero, strano con le nubi scure di pioggia che prendono ad avere un andamento circolare a preannunciare un tornado. Dato che sembro bloccata lì in aria, decido di volare in un altro modo diverso dalle ali. Metto le mani alla superman, convincendomi di potermi muovere ma non succede nulla. Provo con il teletrasporto pensando ad una veduta della mia cittadina ma anche qui tutto è inutile. Ma perché devo starmi a scervellare per volare, quando posso raggiungerla facilmente a piedi? Così mi rassegno al fatto che oggi il volo è da escludere. Do un’ultima occhiata alla mia città, che è separata dalla città sconosciuta in cui sono ora tramite un prato abbastanza grande che viene tagliato a metà da un vialetto sterrato.
Decidendo di andare a piedi, scendo di nuovo in strada e il mio amico è ancora lì. C’è anche la macchina che dovrebbe essere mia, con le chiavi già inserite. L’invito del sogno è palese, perciò salgo nel mezzo e il mio amico si siede dall’altra parte vicino a me. Non faccio obiezioni perché c’è qualcosa nell’intero luogo che non mi fa stare tranquilla, quindi avere un volto famigliare lì mi rende più calma.
<<Tieniti forte>> gli dico mentre metto in moto ed esco dalla città già solo dopo aver fatto qualche metro di strada. Arriviamo alla stretta strada sterrata che si protrae su questo campo d’erba un po’ collinoso e accidentato, quasi fosse un sentiero di montagna. Il tutto è reso realistico dal fatto che la macchina sobbalza per le buche ed in più, per quanto io spinga ad accelerare, sembra che non possa andare ad una velocità maggiore del passo d’uomo. Dato che perdo la pazienza per la lentezza e l’essere sballottata per il terreno irregolare, a un certo punto scendo dalla macchina con la tentazione di mandare tutto al diavolo. Ho ben altro da fare che perdere tempo qui e penso di richiamare Morfeo o Camael perché avrei un paio di cosette da discutere con loro.
All’improvviso però dal terreno attorno a me si crea una specie di alta stanza rettangolare in pietra grigio-violacea. Lo spazio racchiuso è di una decina di metri di lunghezza ed una manciata di metri di larghezza, le mura sono altissime, non c’è alcun soffitto ma attaccata al lato corto opposto a quello a cui do le spalle, c’è una grossa pianta verde tentacolare, carnivora e viva che libera e fa crescere i suoi tentacoli spessi e spinosi su di me per prendermi. Sentivo che questo sogno era strano. Dato che non ho vie di fuga, l’unica è dall’alto. Il fatto che il sogno abbia creato le mura così alte, può essere anche per il fatto che io sia incapace di volare oggi. Non credo che sia un caso. A questo punto però, se non posso volare posso sempre saltare. Mi carico e con un balzo raggiungo la cima delle mura spesse, liberandomi dalla mia prigione a cielo aperto prima che la pianta carnivora mi prenda.
Mi lancio saltando verso terra e corro fra l’erba. Il mio amico è scomparso e la mia città è poco distante. Dovrei poterla raggiungere incolume se mi sbrigo. Fra l’erba qualcosa di bianco candido attrae la mia attenzione per un momento. Inizialmente credo sia un sasso, poi guardandolo meglio noto che è il teschio di un uomo adulto…e poco più in là ce n’è anche un altro mezzo sepolto nel terreno. Di sicuro la simbologia non è delle più felici.
Attorno a me si forma di nuovo, emergendo dalla terra, un'altra stanza rettangolare a cielo aperto e con un’altra pianta carnivora che riempie lo spazio delimitato dalle mura con i suoi tentacoli striscianti. Esattamente come per la prima, salto con un balzo innaturale fino alla cima per poi ripiombare giù. Ma i tentacoli delle due enormi piante crescono ad una velocità inaudita ed in maniera esponenziale tanto che ormai sono usciti dalle loro alte recinzioni in muratura, riversandosi anche sul resto del prato circostante.
A questo punto mi scoccio veramente di tutti questi inconvenienti e, come sempre, questo stato d’animo fa miracoli. Mentre mi avvio verso la città più veloce che posso, mi faccio strada facendo scomparire i tentacoli verdi e spinosi avanti a me, coprendoli alla mia vista con la mano. Una volta messa la mano fra i miei occhi e la parte che voglio “cancellare”, non resta altro da fare che volerlo, che pensare che non esiste…e quella scompare. A mano a mano riesco a crearmi un varco e come metto piede in città, su una strada lastricata, le piante non mi inseguono più, ma non per questo tutto va per il verso giusto: la mia città mi accorgo che non le assomiglia affatto, con archi aperti sotto edifici del centro storico che collegano diverse piazzette, non c’è nessuno in giro e tutto è maledettamente oscuro. La pietra stessa delle architetture trasuda malvagità, ombre lunghe si diramano dagli angoli mentre il cielo ora proprio sopra la mia testa ha quelle nuvole temporalesche che hanno un movimento circolare anomalo.
Le ombre mi preoccupano, sono strane e sembrano vive, e capisco che farei meglio ad evitare gli angoli bui. Per prima cosa decido di fare una breve valutazione di dove mi trovo. Visito le piazzette grigie e trovo poche persone che sembrano sconcertate per il cielo strano e anche loro temono le ombre standone ben lontane. Una delle piazze poi si apre su un mare in tempesta, ulteriore prova che della mia città non ha proprio un bel niente se non qualche vicolo o strada famigliare che riconosco. Uno dei personaggi onirici presenti sulla scena mi dice che se solo le ombre mi toccassero, diventerei ombra anch'io scomparendo. Cambio di nuovo piazza attraversando un piccolo arco e ne trovo una che sembra più affollata delle altre, dove arriva un raro raggio di sole che riesce a filtrare dalle nuvole per illuminare tutto. Le persone si riversano lì anche da altri vicoli e dalle altre piazzette, quasi fosse l’unico luogo sicuro. E cosa differenzia quel luogo dagli altri se non la luce? Questo perciò mi dà modo di capire quello di cui ho bisogno. Mi sposto su una delle piazze più buie, guardo il turbinare di nuvole in cielo e allungando le braccia verso di loro, mimo con le mani come se dovessi penetrare il manto di nubi mettendole a mo’ di lama e poi, concentrandomi, mi immagino di afferrare le due estremità della spaccatura fatta e allontanare le parti l’una dall’altra. Le nuvole seguono il mio volere: il circolo di nubi si divide a metà, lasciando brillare il sole al di là e continuo a fare forza e distanziarle finché il cielo non diventa sereno sopra di me e la città non viene completamente illuminata. Non sento più il pericolo provenire dalle ombre e dagli angoli bui degli edifici, ora piccole e normali, così decido di tornare sulla piazza in cui tutti si erano riuniti per scampare al pericolo.
Mi accorgo che le persone sono vestite a festa con dei vestiti d’epoca, forse un palio, e di lì passa un giovane ragazzo moro, dai capelli piuttosto lunghi mossi e vestito da cavaliere sopra un cavallo bianco. Ha qualcosa che richiama il mio amico delle elementari in volto. Ricordo che mi fa i complimenti per aver fatto un buon lavoro e mi offre di salire in sella con lui. Ma non è lui che prende la mia attenzione quanto invece il cavallo bianco. Neanche questo credo sia un caso, i cavalli ci sono spesso nei miei sogni per tirarmi fuori dai guai o per darmi sicurezza.

Qui però il sogno crolla prima che possa decidere il da farsi.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Filippo » 22/04/2014, 13:13

Intrigante come al solito Al. Visto che sogni spesso di essere imprigionata o cmq in pericolo, cosa ne pensi? Come interpreti queste ricorrenze? Cosa credi che voglia comunicare il tuo inconscio?
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda yareol » 23/04/2014, 14:25

Qualcosa in questo sogno mi sembra famigliare...

uhm...

Ma certo, ecco cos'è! :D




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Ultima modifica di yareol il 26/04/2014, 14:35, modificato 1 volta in totale.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 26/04/2014, 13:14

Filippo ha scritto:Intrigante come al solito Al. Visto che sogni spesso di essere imprigionata o cmq in pericolo, cosa ne pensi? Come interpreti queste ricorrenze? Cosa credi che voglia comunicare il tuo inconscio?

Ne ho parlato con Lucky una volta. Lui aveva suggerito che io abbia inconsciamente bisogno di qualcosa con cui confrontarmi, degli ostacoli che mi mettano alla prova per acquistare più sicurezza. Da parte mia diciamo che sentire minacciata la mia libertà, di movimento e di pensiero, è la cosa che temo di più. Non amo posti chiusi, stretti, caldi e affollati, non amo stanze senza finestre, non amo città senza un briciolo di verde in cui mi possa rifugiare per riflettere stando da sola, da piccola non amavo le stanze buie perché mi mettevano inquietudine, mi è capitato più di una volta di sentirmi con le spalle al muro e quindi ho dovuto imparare a difendermi da chi mi sta attorno prevenendo e valutando ogni possibilità per uscire dai guai e così via. E poi di sicuro c'è anche la componente del desiderio di redimersi. Alle volte mi incolpo di non riuscire a fare abbastanza per gli altri. Tutto questo si riflette spesso nei sogni come una sorta di catarsi: passare dal male per trovare una soluzione e avere un lieto fine. E' un altro modo per essere previdenti e preparati a situazioni o stati d'animo che si possono trovare anche nella vita reale, anche se ovviamente in sogno prendono l'aspetto di cose molto più estremizzate, grandiose ed impossibili.
Per il momento credo che sia una spiegazione che gli si possa avvicinare.

yareol ha scritto:Qualcosa in questo sogno mi sembra famigliare...

woo yare! non l'ho mai visto ma, adesso che lo hai postato e che ho curiosato nel trailer, credo proprio che colmerò la lacuna : WohoW :
Ultima modifica di Alrescha il 27/04/2014, 2:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda yareol » 26/04/2014, 14:37

Sono contento di esserti stato utile!

Già che ci sei però non è che potresti per favore aggiungere anche tu la m mancante nella citazione del mio post precedente? Ti sembrerò pignolo ma sono fatto così ;)

Grazie infinite! :D


Ah, se vuoi puoi guardare il film completo da qui
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 04/05/2014, 21:27

Sogno del 4 maggio 2014
Pomeriggio ore 15:56-17:25

L’arcangelo e il mago

Mi addormento con l’idea di incontrare Camael o Morfeo, di nuovo, e arriva un piccolo sogno normale in cui mi trovo ad avere in affitto come appartamento universitario, un seminterrato spoglio con un divano letto, senza né un bagno e né una cucina ma soltanto qualche mobile assieme ad un frigorifero ed un congelatore. Una delle quattro pareti manca, perché si apre direttamente sul garage dove c’è la macchina della mia padrona di casa (che so essere una mia ex compagna di università dall’età adulta). All’interno della mia tana, una scala a chiocciola porta al piano terra e al primo piano dove la proprietaria vive e dove condivido bagno e cucina con la sua famiglia. Insomma una sistemazione veramente pessima per non parlare di freddo, umidità e possibilità che qualcuno tenti di entrare dal garage.
Dato che sono sola e tutto sembra deserto, decido di uscire perché questo posto mi mette ansia. Apro una piccola porticina situata proprio vicino al mio letto ed esco.
Fuori faccio un giro dapprima della casa valutando il seminterrato dall’esterno e poi mi affaccio sulla strada e…mi accorgo che siamo nello stesso quartiere dove abita mia zia.
Qualcosa scatta in me. Quartiere e casa sono dei miei luoghi caratteristici in sogno. Sto sognando! Così comincio a correre per la strada cercando di pensare ad una task, ma tutto si fa scuro e perdo stabilità.
Devo provare a rientrare!
La vista si schiarisce di nuovo e mi trovo in camera da letto dei miei.
Ok…calma. Una task, subito. Mi ero promessa di provare a richiamare Camael o Morfeo.
Scelgo Camael perché è saggio quanto il secondo ma ci interagisco in maniera più stretta e reale. Ha una personalità con più calore e la prossima volta magari richiamerò il Signore dei Sogni.
<<Camael>> pronuncio.
La sua figura alta e bionda compare, ma non è normale perché ha delle ali dietro la schiena e la sua fisionomia sembra instabile.
Senza dire una parola si avvicina e mi bacia e ne sento il contatto e la pressione sulle labbra in maniera realistica. Mi lascio trasportare da quel suo gesto affettuoso ma dopo un po’ ecco che il sogno cede di nuovo.
Che cavoli, proprio sul più bello. Mi impongo di rientrare ancora e riesco a riprendere il sogno da dove lo avevo interrotto.
C’è ancora la figura di quello che dovrebbe essere Camael, ma non gli assomiglia in volto come se facessi fatica a ricordarne i tratti e questi perciò cambino sotto il mio sguardo.
Si getta all’indietro, sul letto, mentre le ali gli compaiono di nuovo dietro la schiena, distese e gigantesche. Sono nere all’interno e bianche all’esterno.
Sono un’anomalia nella sua figura, come anche il fatto che sia comparso con solo indosso jeans e a torso nudo, ma decido che in fondo mi piacciono e che dato che è così instabile sia lui che il mio sogno, è meglio non rischiare di cambiarle e perdere di nuovo stabilità. Sembra invitarmi…
Lo raggiungo avvicinandomi e cominciamo quello che vogliamo fare. Eppure a metà, mi accorgo che il sogno sta perdendo stabilità, ancora. Le sensazioni sono vivide, ma una delle sue ali perde a mano a mano forma e diviene una piega delle mie coperte marroncine di pile che utilizzo per dormire il pomeriggio. Il che mi fa pensare che io stia effettivamente con gli occhi parzialmente aperti e riesca a vedere fuori perché ad un certo punto la scena la perdo del tutto, diventando nebulosa.
Sono stanca di perdere tempo, è ora di sfruttare il lucido in modo serio.
Riesco a rientrare, ma stavolta l’ambiente è diverso anche se la lucidità c’è ancora. Sono all’interno di una chiesa, piuttosto scura e poco illuminata. Le panche per la messa sono vuote, forse è appena finita. Il collegamento ali bianche da angelo-prete mi giunge chiaro e vedo che sull’altare c’è ancora un ometto stempiato, dalla tonaca nera, il colletto bianco e degli occhiali tondi e spessi. Avrà circa una cinquantina d’anni. Sta raggruppando dei fogli prima di andarsene. Ora vediamo qual è il problema.
Mi chiedo se non sia il caso di prendere un personaggio onirico qualsiasi e cercare con il potere lucido di trasformarlo con la forza in Camael, ma decido di percorrere un’altra via perché trasformare i personaggi onirici in altri è complicato. Proprio qualche tempo fa avevo fatto un discorso con qualcuno in chat su come i personaggi di riempimento si prestassero bene al cambiare aspetto (divenendo magari anche di primaria importanza sulla scena), mentre i personaggi di personalità forte fossero restii a queste trasformazioni. Inoltre ci sarebbe voluto un personaggio onirico buono o neutro per rendere la trasformazione stabile, perché i personaggi ostili sono ancora più difficili da domare. Troppe complicanze, decido che è meglio arrivare al mio obiettivo per una strada diversa.
Per prima cosa mi serve cercare qualcosa che rappresenti Camael nei suoi tratti del volto. Se non lo ricordo, partirò da quelli. E cosa c’è di migliore del ritratto a matita che ho fatto di lui e che ho appeso in camera? Mi guardo attorno, immaginandomi che sia lì, e lo scorgo appeso proprio sulla bacheca della chiesa, fra vari foglietti che annunciano messe e feste.
Lo prendo liberandolo dalle puntine che lo tengono fermo e mi dirigo verso il prete. Se richiamarlo per me è difficile ed è instabile, lo farò fare a qualcun altro.
Mi avvicino al prete e porgendogli il ritratto gli chiedo <<Può richiamarlo?>>.
Il prete mi dice <<Posso provare bambina mia, ma non so se riuscirò a farlo>>.
Si allontana dall’altare e lo seguo. In un angolo in cui ci sono i candelabri da terra con candele accese, lo vedo piegarsi sul pavimento grigio della chiesa, disegnare un cerchio di un metro di diametro circa con delle figure strane e cuneiformi inscritte, grazie ad una sostanza bianca e un po’granulosa che sembra gesso o sale. Infine si piazza al centro. Le fiammelle delle candele si spengono da una lieve brezza scaturita dal nulla ma dal sapore soprannaturale e magico. Il fumo grigio emesso viene inalato dall’uomo che, mentre a mano a mano sembra che le gambe gli cedano per la stanchezza, afferra uno dei candelabri di ferro e avvicina lo stoppino di una candela spenta fino al cerchio bianco. E quella prende a riaccendersi da sola. L’uomo si accascia definitivamente a terra, dormiente, e una luce gialla parte dall’interno del suo corpo, che si riversa all’esterno da bocca ed occhi. Quella luce sembra divenire consistente e si forma, proprio avanti a me, la figura maschile del giovane biondo alato e a torso nudo. Ancora una volta cerco Camael in lui, ma ancora una volta i tratti non sono i suoi. Guardo il ritratto a matita, fra le mani del prete ancora accasciato, e lo fisso nella memoria, ma il viso del ragazzo biondo che ho davanti continua a cambiare e quelle ali diavolo…perché continuano a spuntare fuori?
Il ragazzo se ne va senza neanche degnarmi di una parola, come se non esistessi. Intanto il prete si rialza e da lì deduco che stia bene nonostante lo strano rito. Ma ora che ha adempiuto al suo compito, non è più un personaggio principale della scena, divenendo secondario e passando il ruolo a Camael. Infatti quando si alza da terra, non mi dice nulla. Si sistema gli occhiali tondi e neri, che si erano scostati quando era crollato al suolo, come se fosse tutto nella norma e/o non ricordasse ciò che ha appena compiuto per me.
<<Camael, dobbiamo parlare!>>. Trotterello dietro al ragazzo alato mentre lo vedo scomparire dietro una porta in legno della chiesa grigia e vuota. Sembra che voglia deliberatamente ignorarmi.
Quando la apro, lo vedo seduto dietro una specie di scrivania in legno. Alza lo sguardo su di me e si butta all’indietro, scomponendosi nella postura, esasperato <<Non posso crederci, ancora tu!>>.
<<Posso anche sfinirti per tutta la vita, se preferisci>> incrocio le braccia al petto. Mi farò ascoltare, che lui lo voglia o no.
<<Per tutta la vita è?>> mi guarda sbuffando, ma si alza dalla sua sedia e ancora una volta opta per la fuga grazie ad una porta.
Lo seguo di nuovo e si apre una stanza con diversi personaggi onirici. Dei ragazzi hanno le ali come lui, ora divenute bianche ovunque, mentre delle ragazze vestite da sera fanno le civettuole. Sembrano quasi delle baccanti.
Di nuovo il ragazzo biondo mi osserva irritato ed i suoi lineamenti sono cambiati, divenuti con capelli più lunghi.
<<Si può sapere cosa vuoi da me? Io non sono quello che cerchi, vedi?>> indica i suoi capelli di un biondo rossiccio.
<<A no? E allora come mai i tuoi lineamenti cambiano ogni volta che sono presente?>> gli rispondo con tono sarcastico alludendo al fatto che sembra lui voglia celarmi la sua vera identità con tutte le sue forze, senza riuscirci.
I presenti scoppiano a ridere divertiti e, dopo la mia affermazione, il suo viso ancora si sconvolge. I capelli tornano corti e biondi come quelli di Camael, senza che io immagini o imponga nulla.
Il ragazzo mi volta le spalle, afferrando due ragazze per la vita e mettendosi in posa mentre un altro ragazzo dalle ali bianche, stavolta moro ma comunque a torso nudo, scatta loro una foto.
Il fatto che vi siano altri personaggi onirici in jeans, ali e torso nudo però mi fa fare due domande. Possibile che sia solo un caso?
Subito dopo la foto, il ragazzo biondo varca un’ulteriore porta.
Lo inseguo di nuovo e, aprendo la porta, sono all’esterno. Lo trovo sopra una piattaforma quadrata posta in bilico su un’alta colonna anch’essa quadrata, con la base che scompare sotto l’acqua di un fiume in piena marrone ed impetuoso, e che termina con una sfera.
Con un salto, balzo lì sopra e la piattaforma quadrata si gira e si inclina da una parte sotto il mio peso, scivolando sopra la sfera che fa da giuntura, così mi affretto a mettermi nella posizione opposta al ragazzo per mantenere stabile l’equilibrio.
Ma il ragazzo dapprima mi guarda, poi si alza in volo con le sue ali ed io mi trovo di nuovo in una situazione di squilibrio della piattaforma.
Prima che possa muovermi o cadere in acqua, dalla porta da cui siamo provenuti compare dal nulla il vero Camael, con lineamenti giusti ed i suoi soliti vestiti di impermeabile lungo color sabbia, pantaloni marroni e maglia nera, che balza sulla piattaforma brandendo il suo scettro e prendendo posto dove prima era il ragazzo alato, riportando l’equilibrio.
<<Quello non sono io!>>, mi grida il mago.
Trovo la mia mente a ripercorrere tutto il sogno fatto: le ali, la fisionomia incerta, la capigliatura bionda, la chiesa, il prete, il rituale, la sua venuta dalla luce…che sia davvero la personificazione dell’Arcangelo Camael, quello che mi ha presa per stalker? In questo caso…forse ho involontariamente compiuto la task di yareol sull’incontrare un angelo.
<<Usa il tuo potere, non lasciar scappare l’angelo!>> Camael mi grida ancora mentre alza il suo scettro verso l’arcangelo che sta volando lontano da noi e lo blocca con quella che credo sia una magia di forza invisibile, con la funzione di legare/incatenare. Il mio compagno ha ragione, sarei davvero curiosa di sostenere una conversazione con un angelo.
Ma non faccio in tempo ad agire perché il sogno crolla del tutto e mi sveglio.


In veglia diverse volte avevo pensato alla task che yareol aveva proposto degli angeli. Mi sono chiesta se, chiamando un angelo, sarebbe comparso qualcuno con le sembianze di Camael per via del nome e dell’associazione inconscia. Probabilmente questo sogno è stato condizionato da quelle passate riflessioni.
Inoltre è stata anche data voce ad uno dei miei timori: quello di non ricordare i tratti del mio personaggio onirico preferito. Anche qui mi sono chiesta più volte che cosa avrei fatto se un giorno ne avessi dimenticato il volto. Richiamandolo sarebbe comparso comunque con i tratti giusti? Oppure mi sarei trovata davanti a qualcuno con solo una vaga somiglianza? In questo sogno, devo dire la verità, ho temuto per il peggio per un attimo. Invece alla fine è comparso lui dal nulla a darmi una mano e a schiarirmi le idee. Il suo intervento è stato tempestivo.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 24/05/2014, 0:26

10 maggio 2014

Con gli occhi di un gatto

Il sogno comincia come sogno comune.
Sono a casa di mia zia, al primo piano, e sto seduta vicino ad un piccolo tavolo circolare assieme al ragazzo che esce con il mio gruppo di amici e che ha catturato il mio recente interesse.
C’è una televisione spenta avanti a noi ed il ragazzo mi dice <<Guarda cosa so fare>>.
Allunga una mano verso il televisore e la accende su un canale che dà pubblicità. Rimango un attimo senza parole.
<<Per il momento mi limito a questo. Sto aspettando che vengano a prendermi. Quando studierò la magia, i miei poteri miglioreranno>>, continua lui.
Questo fa scatenare in me una certa invidia, anch’io vorrei saper fare certe cose. Così decido di provarci. Alzo una mano avanti a me, nella traiettoria dello schermo del televisore, e mi concentro per cambiare canale. E al posto della pubblicità, il canale cambia su un vecchio telefilm in stile Walker Texas Ranger.
<<Anche tu sai farlo!>> ora è il mio amico a sgranare gli occhi dalla sorpresa.
Però non abbasso la concentrazione e continuo a provare il mio potere mentre cerco di trovare una spiegazione per tutto questo. Il televisore cambia programma e viene visualizzato uno di quei canali che in passato erano pieni di righe colorate perché quello non si sintonizzava. Infine la spengo del tutto.
<<Hai poteri più grandi dei miei, ma non hai la stella…com’è possibile?>> il ragazzo mi mostra la sua mano destra indicandomi una piega della pelle che so formare una piccola stella (perché ce l’ha davvero e più volte ne abbiamo parlato scherzosamente).
Ho poteri…perché sto sognando.
Mi alzo velocemente dalla sedia per uscire dalla casa. Mi precipito fuori e scendo le scalette che portano al piccolo giardino di sotto. Voglio provare qualcos’altro.
Guardandomi intorno, seguita dal mio amico che mi sta alle calcagna forse per la curiosità, noto un piccolo gattino nero che sta camminando in bilico su una tettoia posta sopra la soglia di casa (che in realtà non esiste ed è un’ulteriore conferma dell’essere in un sogno).
Dixit di recente ha provato le trasformazioni in animali ed io di solito me la cavo in quelle, perciò ho in mente di affinare la cosa. Nelle trasformazioni, trasformo il mio corpo ma i miei sensi rimangono uguali e la vista non cambia, eppure gli animali non vedono come noi. Perciò l’idea è: perché non acquistare la vista di un gatto?
Tenendo bene a mente l’idea e immaginandomi un collegamento in stile film Eragorn con il gattino che cammina poco lontano da me, dico <<Vista!>>.
La mia vista cambia! Tutto si deforma come se vedessi dentro una lente. Le forme si allungano ed i colori scompaiono facendo rimanere solo una gradazione di grigio/azzurri oltre al bianco e al nero.
(una visione molto simile a questa)
Spoiler:
Immagine
Ma la vista dura solo qualche secondo per poi tornare normale.
Cavoli no!
<<Vista!>>, grido di nuovo e cambia tornando a quella che dovrebbe essere la vista di un gatto.
Un vecchio documentario che avevo guardato anni fa sui gatti, ricordo che descriveva come questi vedano a colori, a differenza di altri animali, anche se i contorni delle forme sono piuttosto sfocati ed hanno qualche problema nel visualizzare gli oggetti troppo vicini.
Perciò fra il mio sapere proveniente dal documentario e la vista che ottengo in sogno non c’è corrispondenza. Ma è ugualmente entusiasmante!
La vista torna normale ancora una volta, dopo qualche secondo. Osservo il gattino nero che intanto si è fermato per bere su una piccola pozzanghera d’acqua, formatasi su una rottura della tettoia. Ho intenzione di giocare ancora con questo potere, magari provando con gli altri sensi come l’udito, perciò decido che seguire gli spostamenti dell’animale.
Il mio amico però, ancora sulle scale del giardinetto, mi richiama: <<Dai, torniamo dentro>>. Si avvia verso la porta del primo piano da cui siamo usciti. Come gli presto attenzione, voltando la testa per osservarlo, il sogno crolla troncato di netto
. Mi sveglio.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


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