da Alrescha » 04/05/2014, 21:27
Sogno del 4 maggio 2014
Pomeriggio ore 15:56-17:25
L’arcangelo e il mago
Mi addormento con l’idea di incontrare Camael o Morfeo, di nuovo, e arriva un piccolo sogno normale in cui mi trovo ad avere in affitto come appartamento universitario, un seminterrato spoglio con un divano letto, senza né un bagno e né una cucina ma soltanto qualche mobile assieme ad un frigorifero ed un congelatore. Una delle quattro pareti manca, perché si apre direttamente sul garage dove c’è la macchina della mia padrona di casa (che so essere una mia ex compagna di università dall’età adulta). All’interno della mia tana, una scala a chiocciola porta al piano terra e al primo piano dove la proprietaria vive e dove condivido bagno e cucina con la sua famiglia. Insomma una sistemazione veramente pessima per non parlare di freddo, umidità e possibilità che qualcuno tenti di entrare dal garage.
Dato che sono sola e tutto sembra deserto, decido di uscire perché questo posto mi mette ansia. Apro una piccola porticina situata proprio vicino al mio letto ed esco.
Fuori faccio un giro dapprima della casa valutando il seminterrato dall’esterno e poi mi affaccio sulla strada e…mi accorgo che siamo nello stesso quartiere dove abita mia zia.
Qualcosa scatta in me. Quartiere e casa sono dei miei luoghi caratteristici in sogno. Sto sognando! Così comincio a correre per la strada cercando di pensare ad una task, ma tutto si fa scuro e perdo stabilità.
Devo provare a rientrare!
La vista si schiarisce di nuovo e mi trovo in camera da letto dei miei.
Ok…calma. Una task, subito. Mi ero promessa di provare a richiamare Camael o Morfeo.
Scelgo Camael perché è saggio quanto il secondo ma ci interagisco in maniera più stretta e reale. Ha una personalità con più calore e la prossima volta magari richiamerò il Signore dei Sogni.
<<Camael>> pronuncio.
La sua figura alta e bionda compare, ma non è normale perché ha delle ali dietro la schiena e la sua fisionomia sembra instabile.
Senza dire una parola si avvicina e mi bacia e ne sento il contatto e la pressione sulle labbra in maniera realistica. Mi lascio trasportare da quel suo gesto affettuoso ma dopo un po’ ecco che il sogno cede di nuovo.
Che cavoli, proprio sul più bello. Mi impongo di rientrare ancora e riesco a riprendere il sogno da dove lo avevo interrotto.
C’è ancora la figura di quello che dovrebbe essere Camael, ma non gli assomiglia in volto come se facessi fatica a ricordarne i tratti e questi perciò cambino sotto il mio sguardo.
Si getta all’indietro, sul letto, mentre le ali gli compaiono di nuovo dietro la schiena, distese e gigantesche. Sono nere all’interno e bianche all’esterno.
Sono un’anomalia nella sua figura, come anche il fatto che sia comparso con solo indosso jeans e a torso nudo, ma decido che in fondo mi piacciono e che dato che è così instabile sia lui che il mio sogno, è meglio non rischiare di cambiarle e perdere di nuovo stabilità. Sembra invitarmi…
Lo raggiungo avvicinandomi e cominciamo quello che vogliamo fare. Eppure a metà, mi accorgo che il sogno sta perdendo stabilità, ancora. Le sensazioni sono vivide, ma una delle sue ali perde a mano a mano forma e diviene una piega delle mie coperte marroncine di pile che utilizzo per dormire il pomeriggio. Il che mi fa pensare che io stia effettivamente con gli occhi parzialmente aperti e riesca a vedere fuori perché ad un certo punto la scena la perdo del tutto, diventando nebulosa.
Sono stanca di perdere tempo, è ora di sfruttare il lucido in modo serio.
Riesco a rientrare, ma stavolta l’ambiente è diverso anche se la lucidità c’è ancora. Sono all’interno di una chiesa, piuttosto scura e poco illuminata. Le panche per la messa sono vuote, forse è appena finita. Il collegamento ali bianche da angelo-prete mi giunge chiaro e vedo che sull’altare c’è ancora un ometto stempiato, dalla tonaca nera, il colletto bianco e degli occhiali tondi e spessi. Avrà circa una cinquantina d’anni. Sta raggruppando dei fogli prima di andarsene. Ora vediamo qual è il problema.
Mi chiedo se non sia il caso di prendere un personaggio onirico qualsiasi e cercare con il potere lucido di trasformarlo con la forza in Camael, ma decido di percorrere un’altra via perché trasformare i personaggi onirici in altri è complicato. Proprio qualche tempo fa avevo fatto un discorso con qualcuno in chat su come i personaggi di riempimento si prestassero bene al cambiare aspetto (divenendo magari anche di primaria importanza sulla scena), mentre i personaggi di personalità forte fossero restii a queste trasformazioni. Inoltre ci sarebbe voluto un personaggio onirico buono o neutro per rendere la trasformazione stabile, perché i personaggi ostili sono ancora più difficili da domare. Troppe complicanze, decido che è meglio arrivare al mio obiettivo per una strada diversa.
Per prima cosa mi serve cercare qualcosa che rappresenti Camael nei suoi tratti del volto. Se non lo ricordo, partirò da quelli. E cosa c’è di migliore del ritratto a matita che ho fatto di lui e che ho appeso in camera? Mi guardo attorno, immaginandomi che sia lì, e lo scorgo appeso proprio sulla bacheca della chiesa, fra vari foglietti che annunciano messe e feste.
Lo prendo liberandolo dalle puntine che lo tengono fermo e mi dirigo verso il prete. Se richiamarlo per me è difficile ed è instabile, lo farò fare a qualcun altro.
Mi avvicino al prete e porgendogli il ritratto gli chiedo <<Può richiamarlo?>>.
Il prete mi dice <<Posso provare bambina mia, ma non so se riuscirò a farlo>>.
Si allontana dall’altare e lo seguo. In un angolo in cui ci sono i candelabri da terra con candele accese, lo vedo piegarsi sul pavimento grigio della chiesa, disegnare un cerchio di un metro di diametro circa con delle figure strane e cuneiformi inscritte, grazie ad una sostanza bianca e un po’granulosa che sembra gesso o sale. Infine si piazza al centro. Le fiammelle delle candele si spengono da una lieve brezza scaturita dal nulla ma dal sapore soprannaturale e magico. Il fumo grigio emesso viene inalato dall’uomo che, mentre a mano a mano sembra che le gambe gli cedano per la stanchezza, afferra uno dei candelabri di ferro e avvicina lo stoppino di una candela spenta fino al cerchio bianco. E quella prende a riaccendersi da sola. L’uomo si accascia definitivamente a terra, dormiente, e una luce gialla parte dall’interno del suo corpo, che si riversa all’esterno da bocca ed occhi. Quella luce sembra divenire consistente e si forma, proprio avanti a me, la figura maschile del giovane biondo alato e a torso nudo. Ancora una volta cerco Camael in lui, ma ancora una volta i tratti non sono i suoi. Guardo il ritratto a matita, fra le mani del prete ancora accasciato, e lo fisso nella memoria, ma il viso del ragazzo biondo che ho davanti continua a cambiare e quelle ali diavolo…perché continuano a spuntare fuori?
Il ragazzo se ne va senza neanche degnarmi di una parola, come se non esistessi. Intanto il prete si rialza e da lì deduco che stia bene nonostante lo strano rito. Ma ora che ha adempiuto al suo compito, non è più un personaggio principale della scena, divenendo secondario e passando il ruolo a Camael. Infatti quando si alza da terra, non mi dice nulla. Si sistema gli occhiali tondi e neri, che si erano scostati quando era crollato al suolo, come se fosse tutto nella norma e/o non ricordasse ciò che ha appena compiuto per me.
<<Camael, dobbiamo parlare!>>. Trotterello dietro al ragazzo alato mentre lo vedo scomparire dietro una porta in legno della chiesa grigia e vuota. Sembra che voglia deliberatamente ignorarmi.
Quando la apro, lo vedo seduto dietro una specie di scrivania in legno. Alza lo sguardo su di me e si butta all’indietro, scomponendosi nella postura, esasperato <<Non posso crederci, ancora tu!>>.
<<Posso anche sfinirti per tutta la vita, se preferisci>> incrocio le braccia al petto. Mi farò ascoltare, che lui lo voglia o no.
<<Per tutta la vita è?>> mi guarda sbuffando, ma si alza dalla sua sedia e ancora una volta opta per la fuga grazie ad una porta.
Lo seguo di nuovo e si apre una stanza con diversi personaggi onirici. Dei ragazzi hanno le ali come lui, ora divenute bianche ovunque, mentre delle ragazze vestite da sera fanno le civettuole. Sembrano quasi delle baccanti.
Di nuovo il ragazzo biondo mi osserva irritato ed i suoi lineamenti sono cambiati, divenuti con capelli più lunghi.
<<Si può sapere cosa vuoi da me? Io non sono quello che cerchi, vedi?>> indica i suoi capelli di un biondo rossiccio.
<<A no? E allora come mai i tuoi lineamenti cambiano ogni volta che sono presente?>> gli rispondo con tono sarcastico alludendo al fatto che sembra lui voglia celarmi la sua vera identità con tutte le sue forze, senza riuscirci.
I presenti scoppiano a ridere divertiti e, dopo la mia affermazione, il suo viso ancora si sconvolge. I capelli tornano corti e biondi come quelli di Camael, senza che io immagini o imponga nulla.
Il ragazzo mi volta le spalle, afferrando due ragazze per la vita e mettendosi in posa mentre un altro ragazzo dalle ali bianche, stavolta moro ma comunque a torso nudo, scatta loro una foto.
Il fatto che vi siano altri personaggi onirici in jeans, ali e torso nudo però mi fa fare due domande. Possibile che sia solo un caso?
Subito dopo la foto, il ragazzo biondo varca un’ulteriore porta.
Lo inseguo di nuovo e, aprendo la porta, sono all’esterno. Lo trovo sopra una piattaforma quadrata posta in bilico su un’alta colonna anch’essa quadrata, con la base che scompare sotto l’acqua di un fiume in piena marrone ed impetuoso, e che termina con una sfera.
Con un salto, balzo lì sopra e la piattaforma quadrata si gira e si inclina da una parte sotto il mio peso, scivolando sopra la sfera che fa da giuntura, così mi affretto a mettermi nella posizione opposta al ragazzo per mantenere stabile l’equilibrio.
Ma il ragazzo dapprima mi guarda, poi si alza in volo con le sue ali ed io mi trovo di nuovo in una situazione di squilibrio della piattaforma.
Prima che possa muovermi o cadere in acqua, dalla porta da cui siamo provenuti compare dal nulla il vero Camael, con lineamenti giusti ed i suoi soliti vestiti di impermeabile lungo color sabbia, pantaloni marroni e maglia nera, che balza sulla piattaforma brandendo il suo scettro e prendendo posto dove prima era il ragazzo alato, riportando l’equilibrio.
<<Quello non sono io!>>, mi grida il mago.
Trovo la mia mente a ripercorrere tutto il sogno fatto: le ali, la fisionomia incerta, la capigliatura bionda, la chiesa, il prete, il rituale, la sua venuta dalla luce…che sia davvero la personificazione dell’Arcangelo Camael, quello che mi ha presa per stalker? In questo caso…forse ho involontariamente compiuto la task di yareol sull’incontrare un angelo.
<<Usa il tuo potere, non lasciar scappare l’angelo!>> Camael mi grida ancora mentre alza il suo scettro verso l’arcangelo che sta volando lontano da noi e lo blocca con quella che credo sia una magia di forza invisibile, con la funzione di legare/incatenare. Il mio compagno ha ragione, sarei davvero curiosa di sostenere una conversazione con un angelo.
Ma non faccio in tempo ad agire perché il sogno crolla del tutto e mi sveglio.
In veglia diverse volte avevo pensato alla task che yareol aveva proposto degli angeli. Mi sono chiesta se, chiamando un angelo, sarebbe comparso qualcuno con le sembianze di Camael per via del nome e dell’associazione inconscia. Probabilmente questo sogno è stato condizionato da quelle passate riflessioni.
Inoltre è stata anche data voce ad uno dei miei timori: quello di non ricordare i tratti del mio personaggio onirico preferito. Anche qui mi sono chiesta più volte che cosa avrei fatto se un giorno ne avessi dimenticato il volto. Richiamandolo sarebbe comparso comunque con i tratti giusti? Oppure mi sarei trovata davanti a qualcuno con solo una vaga somiglianza? In questo sogno, devo dire la verità, ho temuto per il peggio per un attimo. Invece alla fine è comparso lui dal nulla a darmi una mano e a schiarirmi le idee. Il suo intervento è stato tempestivo.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "
Virtualmente affine ad
Alkimist