da Alrescha » 24/03/2014, 0:03
Sogno lucido di mercoledì 18 Marzo 2014
Obblighi
Quando mi corico, le immagini ipnagogiche iniziano a scorrere avanti ai miei occhi. Una di loro sembra voler essere più consistente delle altre. E’ una strada acciottolata e grigia, parzialmente illuminata dalla luce della luna. La seguo e l’immagine comincia a prendere la giusta consistenza, ci siamo quasi... Finisco in una piazzetta rotonda, con una fontana in mezzo. Non è molto grande o dalle forme particolari, ma l’acqua zampilla allegra e viva. La cittadella dal borgo medievale di case basse sembra vuota. Imbocco un’altra via a destra e mi trovo in un enorme spiazzo grande e vuoto come fosse il Camposanto di Pisa che si apre in mezzo alla città. Su questo spiazzo l’unica struttura che si erge è una gigantesca piramide gradonata come quelle precolombiane e completamente fatta di luce. Ha qualcosa di assolutamente incredibile. Mi avvicino e comincio a scalare uno dei suoi lati senza fatica nonostante non vi siano scale. Arrivata ad una certa altezza mi volto a guardarmi alle spalle e sotto ci sono le case di cui ho superato i tetti. Per raggiungere la cima della piramide ho ancora un po’ di strada da fare e mi chiedo cosa vi sia là in cima. E’ strano camminare in maniera del tutto naturale sopra un edificio che emette luce propria e senza avere alcun problema di forza di gravità.
Appena riprendo la scalata, il luogo cambia d’improvviso.
Perdo inizialmente lucidità. Mi ritrovo su un pianerottolo di una lunga scalinata esterna. La scalinata sembra quasi un camminamento per raggiungere la cima di una torre. Le alte pareti di grosso pietrame che racchiudono la scalinata sono piene di piante rampicanti come se il luogo fosse abbandonato e lasciano solo intravedere una stretta porzione di cielo, rischiarato di quella luce pomeridiana tipica dopo i temporali. L’intero posto sembra un po’ da romanzo gotico.
Qualcosa mi spinge a voler arrivare in cima. Comincio a salire qualche gradino, quando mi accorgo che dalle fessure delle pareti sbucano spettri e ombre nere con dei sorrisi ghignanti. Mi ritraggo tornando sui miei passi. Guardandomi attorno mi accorgo che sul pianerottolo dove sono ferma c’è la scalinata che continua alla mia destra, facendo angolo di novanta gradi con quella buia che sale. Gli scalini alla mia destra scendono, illuminati dalla luce del sole perché manca la parete a destra, e si perdono a vista d’occhio facendo perimetro all’architettura. Più in basso c’è una gigantesca foresta scura che trasuda mistero, come se vi fosse qualcosa in agguato e di pericoloso.
La scelta non è poi così tanta ed in entrambi i casi c’è qualcosa che rischierei. Sto quasi per prendere le scale di destra quando guardo di nuovo gli spettri. Perché ne ho timore? Non potrebbero comunque farmi del male…e poi da quando in qua esistono?
Qualcosa fa scattare in me l’idea del sogno e sento la sicurezza aumentare.
A quel punto gli spettri scompaiono mentre comincio a salire i gradini. Arrivo in cima alla torre che possiede un grosso mausoleo nero e circolare costruito sopra, tetro e che trasuda cose misteriose e poco piacevoli. Una parte di me vorrebbe andare a curiosare, c’è qualcosa che mi chiama ma perché dovrei? Non è un luogo rassicurante e per il momento non voglio interruzioni.
Cerco di riportarmi a mente le task. Dovrei provare a chiamare l’angelo, di nuovo, ma vorrei un luogo più adatto di questo che mi mette una strana inquietudine. Mi metto in piedi sulla muratura della torre e guardo il paesaggio sotto. Una pianura con campi coltivati e case di campagna si perde a vista d’occhio e noto dei paeselli più in là, sparsi. Posando lo sguardo esattamente sotto di me, mi rendo conto che la torre è altissima da terra, diroccata sopra una parete di roccia che lì scende a strapiombo. Ho le vertigini ed è la prima volta in sogno che mi capitano. Riporto per un secondo alla mente una conversazione che era stata affrontata proprio su quell’argomento. Alcuni utenti non riuscivano a volare in sogno e forse si dava colpa al provare vertigini in vita. Per me però non era mai stato quello il problema, anch’io soffro di vertigini eppure volare mi viene bene il più delle volte. L’altezza è davvero parecchia, ma sono in sogno no? Quindi al diavolo la paura di sfracellarsi a terra. Allargo le braccia e mi butto giù ad angelo.
Le ali si formano, ma mi diverto ad andare in picchiata. Per i primi secondi tutto sembra perfetto,
finché all’improvviso non vedo che mi sto avvicinando sempre più velocemente ad uno sperone di roccia che sporge più delle altre. Cerco di rizzarmi in orizzontale per cambiare direzione di volo ma sono praticamente bloccata. Alzo la testa per impormi, anche mezza parte del busto sembra propensa a rispondere ai miei comandi ma l’altra metà, comprese le ali, non si muove. Qui è la volta buona che finisco schiantata! Devo ricompormi: è un sogno…se muoio o mi sveglio o ricomincio da un checkpoint come al solito, perciò non è un problema.
La roccia si fa sempre più vicina e improvviso virando verso sinistra. La schivo per un soffio ma non riesco a fermare la discesa in picchiata, né cambiare direzione di volo per volare in orizzontale come tutti gli esseri con un minimo di cervello dovrebbero saper fare.
Più sotto c’è un altro sperone di roccia, ma stavolta è molto più grosso…e più esterno…e la mia velocità è tale che non riuscirò a schivarlo. Il terreno, nero, diventa più distinguibile e quando arrivo all’impatto mi copro la testa con le braccia in una mossa istintiva distogliendo lo sguardo per un secondo. Invece l’impatto non arriva e ritorno in posizione normale. Mi ritrovo dentro un tunnel di roccia cavo mentre continuo la mia caduta in verticale.
Su uno degli ultimi lucidi era successa una situazione simile con la caduta e le ali che non si formavano. Riportando alla mente quell’esperienza mi dico che mi devo divertire ed il sogno mi asseconderà.
Così, come l’altra volta, allargo le braccia e cambio approccio mentre la fine luminosa del tunnel si fa più grande. Uscita dal tunnel proseguo ancora un po’ in picchiata (anche se ormai mi sto avvicinando al livello vero e proprio del terreno) e poi tento la manovra di virata. Stavolta funziona e riesco a cambiare la direzione di volo.
Faccio qualche sferzata d’ali in avanti sentendomi libera di vagabondare per il sogno. Ora vediamo di trovare un bel posticino per i miei esperimenti…e poi quando cambio leggermente direzione…qualcosa all’improvviso mi trascina indietro con una forza sovrumana! Che diavolo...
Mentre lotto per cercare di volare dal dritto, la forza mi trascina da dietro e comincia a farmi volare al contrario, facendomi compiere metri e metri di spazio in pochi secondi. Sembra quasi che io non possa variare un cammino già prescritto dal sogno, come se fossi costretta da uno di quei segmenti d’acqua che nel film di Donnie Darko si generano dal petto. Non solo non riesco a volare dritta, ma non riesco neanche a cambiare direzione scegliendo destra o sinistra. Provo ad aggrapparmi alla cima di un albero che mi passa poco sotto per caso, ma non serve a niente perché la forza non si ferma continuando a farmi volare all’indietro e riuscendo a farmi perdere la presa.
E allora che vada tutto a quel paese! Vediamo dove vuole portarmi il sogno visto che ci tiene tanto. Riesco a fare un giro su me stessa mentre la forza continua. Mi volto seguendo il flusso e assecondando la spinta. Dopo aver attraversato parte della pianura coltivata a campi, la forza mi porta su una poco alta montagna di colore nero che sembra ergersi dal nulla come l’Ayers Rock in Australia. La montagna non è un semplice rilievo ma un vulcano e la forza invisibile che mi guida, mi spinge su per il pendio e poi dentro.
Finisco all’interno della bocca di questo vulcano che è pieno di lava a qualche metro di profondità da dove sono sospesa in volo. Fluttuanti a mezz’aria, nel nulla, vi sono delle rocce laviche scure e vetrose della stessa materia che compone le pareti del vulcano. Galleggiano in aria, immobili.
Faccio appena in tempo a chiedermi come mai il sogno mi abbia portata qui, quando tre draghi neri si gettano da una sporgenza in maniera sincrona e con aria piuttosto ostile.
Con mia grande sorpresa anche il posto prende un senso assieme alle sue rocce fluttuanti: sembra quasi che il sogno abbia voluto costruire un’arena naturale per un combattimento.
Il drago in mezzo è quasi il doppio più grande degli altri due. Lo percepisco come una madre, mentre quelli per fianco sono forse la sua prole non ancora del tutto adulta ma neanche più cuccioli.
Dubito che se il sogno mi ha portata qui mi lascerà andare prima di aver risolto la questione e farebbe fallire i miei tentativi di svignarmela, anzi mi sento proprio in trappola. Data l’ostilità delle tre creature, decido di muovermi piano. Comincio a volare in tondo, tenendomi rasente alle pareti della bocca del vulcano per poter vedere le loro reazioni e se mi attaccheranno comunque anche in caso di una mia posizione neutrale nei loro confronti.
Per un attimo c’è una perdita di lucidità ma non totalmente di coscienza. Mi vedo in terza persona e non mi vedo umana ma drago.
Sono un drago nero anch’io, ma mi distinguo dagli altri tre draghi presenti per il fatto di avere squame di un nero lucido e corvino, non opache come gli altri. Continuo a girare attorno al perimetro rasentando le pareti, in maniera cauta e cercando di nascondermi dai tre draghi anche grazie ai grandi pezzi di roccia lavica fluttuante. Però la cosa non funziona perché mi si affianca il drago madre e sembra quasi sorridere con un ghigno. Mi lancia una palla di fuoco che non mi va subito a colpire ma mi insegue sul fianco sinistro ed esplode solo dopo qualche secondo. L’esplosione mi destabilizza e mi vedo finire con il corpo da drago in mezzo alla lava mentre comincio ad affondare. Ecco…sono morta…bel modo di finire un lucido…
Invece il punto di vista torna normale e nonostante sia immersa fino al collo dalla lava, e abbia un momento di panico per questo per l’aspettativa di percepire una qualche sensazione, mi rendo conto che in realtà non mi scotta. Non sento proprio un bel niente, come se la spessa pelle da drago mi proteggesse. Rimango affascinata da come la lava viscosa scivola via dalle mie zampe nere squamose. La consistenza è quella del mercurio liquido.
Questo mi riporta alla chiarezza e all’autocontrollo. Se il sogno mi ha trascinata qui ci deve essere un motivo e sono furibonda non solo perché non mi ha lasciata libera scelta facendomi venire qui e mettendomi contro tre personaggi ostili, ma anche dopo il mio atteggiamento di rifiuto a combattere le tre creature si sono comportate come se non desiderassero altro che provocarmi e distruggermi.
Riemergo dalla lava e prendo il volo, dritta verso il drago nero femmina. Schivo un colpo di coda di uno dei suoi figli che tenta di fermarmi mentre l'altro sputa un colpo di fuoco a vuoto e arrivo al collo del drago madre. Nonostante io stringa con i denti la carne, non riesco a sentire sapori o altro se non una debole resistenza della materia. Sfruttando il movimento della spinta che mi sono data, riesco a ruotare alle sue spalle e sbilanciarle il volo facendola finire in mezzo alla lava.
Dato che la lava non ha bruciato me per la pelle coriacea, non mi illudo che possa fermarla ma se c’è una cosa che il giocare a Spyro da giovane mi ha insegnato è che i draghi possono anche saper usare più di un elemento e poi la cosa vale a maggior ragione per me dato che ho già utilizzato il controllo di tutti gli elementi in sogno e che il mio controllo sale con il provare emozioni forti.
Perciò, arrabbiata per il precedente tentativo di farmi fuori, non ci penso due volte a soffiare del vento gelato sopra tutta la superficie di lava prima che il drago riemerga. Vedo il grande drago madre battere le zampe sotto la superficie ghiacciata, incapace di poter tornare in superficie e, prima che i suoi figli possano decidere di tentare di liberarla con il fuoco, faccio crescere un secondo strato di superficie, stavolta fatto di roccia, sopra il primo di ghiaccio.
I due giovani draghi mi osservano impauriti ora che la loro madre è sconfitta e filano via uscendo dalla bocca del vulcano mentre tutto torna calmo. Ho sconfitto gli avversari che il sogno mi aveva proposto e, come ogni tanto capita quando vengo costretta a dover portare a compimento la trama, sento il controllo e la lucidità mentale divenire più forti. Per un attimo mi chiedo se questo sogno non sia collegato ad un sogno fatto il giorno precedente su una lettura delle carte dei tarocchi dove erano state estratte “la Forza” e “la Costanza”. In qualche modo credo che siano intrecciati. Decido su due piedi di abbandonare il posto troppo buio e tetro per i miei gusti e dedicarmi ai miei esperimenti altrove, ma come mi muovo volando per andarmene il sogno crasha divenendo prima tutto bianco e poi mi sveglio.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "
Virtualmente affine ad
Alkimist